Oggi, Disney+ ha annunciato “The Good, The Bart, and The Loki”, un nuovo cortometraggio a tema Marvel tratto da “The Simpsons” in anteprima mercoledì 7 luglio. su Disney+, Loki viene bandito da Asgard ancora una volta e deve affrontare i suoi avversari più duri: i Simpson e gli eroi più potenti di Springfield. The God of Mischief si unisce a Bart Simpson nell’ultimo evento crossover che rende omaggio al Marvel Cinematic Universe di supereroi e cattivi.
“The Good, The Bart, and The Loki” è il secondo di una serie di cortometraggi Disney+ di “The Simpsons” che mettono in risalto i marchi e i titoli principali del servizio. Il cortometraggio a tema Star Wars precedentemente pubblicato “Maggie Simpson in ‘The Force Awakens from Its Nap'” è ora in streaming su Disney+.
I Simpson, creazione geniale scaturita dalla matita squattrinata di Matt Groening, con sostenitori in ogni parte del globo e trasmessi in ogni lingua possibile ed immaginabile. Nel 1989 il pubblico impazzì alla vista della prima famiglia disfunzionale della tv, rappresentata con il colore giallo, un colpo di genio per evitare che la serie passasse in secondo piano. La famiglia gialla ha stravolto il mondo della tv andando a soppiantare serie famosissime come i Walton e mettendo fine ad un modo di fare televisione ormai superato. Addirittura una figura istituzionale ed influente come Bush si distaccò dal modo di essere dalla famiglia di Springfield, che considerava pericoloso.
Ai Simpson va anche attribuito sicuramente il fatto di aver infranto per la prima volta il sottile confine del politically correct, dando così il via libera ad altre serie odierne. Infatti solo grazie ai Simpson, l’animazione per adulti, con serie come South park, i Griffin, Rick e Morty e Bojack Horseman, ha potuto proliferare studiando le dinamiche degli episodi di Groening e spingendosi sempre più all’eccesso, ma il successo dei Simpson rimane ai più un territorio inesplorato.
I Simpson nell’arco degli anni ci hanno emozionato e ci hanno fatto riflettere, ci hanno fatto entrare nella loro famiglia facendosi sentire parte di loro. Come dimenticare l’episodio “Mister Spazzaneve” (9×3) una puntata iconica dove Homer si lancia nella carriera di spazzaneve. Il suo successo e la concorrenza con Barney fanno rinascere l’amicizia tra i due. ah il giubbotto di Homer, quello di mr spazzaneve, da lì in poi apparirà in ogni episodio in cui Homer apre il suo armadio. Oppure come non citare il toccante episodio “E con Maggie sono 3” (13×6), episodio in cui Homer prima si licenzia dalla centrale nucleare per andare a fare il suo lavoro dei sogni, ovvero lavorare al bowling, ma ci torna poi strisciando dopo la nascita della piccola Maggie per motivi economici, da citare sicuramente la bellissima scena finale dove Homer trasforma con le foto di Maggie la targa affissagli da Mr Burns sulla postazione da “Don’t forget, you are here ferver” a “Do it for her”. Altro episodio che sicuramente va citato è “Lisa sogna il blues” (6×1) dove conosce lo squattrinato ma talentoso Gengive sanguinanti Murphy, oppure “Il quartetto vocale di Homer” (1×4) che vede le due hit “Bimba e a bordo” e “Addio bella Miami” dei Re Acuti, composti da Homer, Skipper, Barney e Apu, scalare le classifiche musicali fino al concerto finale sul tetto della taverna di Boe come i Beatles sul tetto della Apple Records.
Insomma i Simpson ci hanno emozionato e ci hanno fatto riflettere, ma la vera domanda è “Perché non fanno più ridere?”. Secondo alcuni la risposta ce la danno direttamente gli autori in un episodio, “Lo show di Grattachecca e Fichetto e Pucci”, episodio dove i piani alti di canale 6 cercano di risollevare l’ormai appiattito programma di Grattacheccha e Fichetto con l’inserimento di un terzo personaggio, Pucci, scatenando l’ira dei fan in rivolta con la messa al bando della new entry. Ed è proprio qui che Lisa ci fornisce la risposta alle lamentele dei fan per il calo qualitativo che i Simpson stanno attraversando:
“Il fatto è che non c’è nulla di sbagliato nello show di Grattachecca e Fichetto. Funziona come sempre. Ma dopo tanti anni i personaggi ovviamente non possono avere li stesso impatto di una volta”.
Gli autori, detto in parole povere affermano che non è lo show ad essere calato di qualità, ma il pubblico ad essere cambiato. Anche lo stesso Groening si esprime sulla questione e afferma che:
“La gente paragona gli episodi odierni con i ricordi dei suoi preferiti, quando ancora il programma riusciva a sorprenderli. Bisognerebbe avere una mentalità aperta, ma per certe persone è impossibile. La nostalgia obnubila la mente.”
Nelle prime stagioni la trama di ogni episodio faceva riflettere e con il passare degli episodi i Simpson maturano, e riescono a raggiungere questo scopo anche con battute e sequenze comiche no sense. Oggi invece questa linea guida sembra un po’ persa e le battute sembrano messe lì, incastrate a forza per farti ridere ad ogni costo, cosa che nelle prime stagioni non succedeva. Il cambio drastico di alcuni personaggi come Lisa, che prima era attaccata a degli ideali e ora sembra una ragazzina che segue la moda o la tendenza del momento, e la scomparsa di altri, vedi Apu che è stato tagliato dalla serie a causa di accuse nei confronti dei produttori della serie che affermano:
“Apu è la caricatura degli indiani in America, è un personaggio costruito sulla base di stereotipi beceri”
La famiglia di Springfield ha perso quel tocco magico, quel qualcosa in più che ce la faceva guardare con occhi sempre pronti a colpi di scena e risposte a domande proposte nella serie che vanno a toccare tematiche molto importanti e delicate. Ma tutto quello che possiamo dire in conclusione è che:
“I Simpson non hanno la risposta a tutte le domande, il loro unico scopo è far si che noi ce le poniamo, perché il primo passo per trovare una risposta è porsi la domanda”
Noi ovviamente ci auguriamo che i Simpson riescano ad essere ancora una volta quella serie tv che ha stravolto il mondo dell’intrattenimento, e che possiamo guardala ancora con gli occhi di chi si aspetta di ridere con battute no sense ma anche di riflettere.