È difficile sovrastimare l’impatto di Tetris. Sviluppato dall’ingegnere Alexey Pajitnov, è stato originariamente rilasciato nell’Unione Sovietica nel 1984 ed è arrivato in Occidente qualche anno dopo. Si trattava già di per sé di un fenomeno significativo: in quel periodo storico l’URSS era ancora in gran parte chiusa al mondo occidentale.
Una volta diffuso, tuttavia, il gioco ebbe un enorme successo su tutte le piattaforme possibili, rimanendo al giorno d’oggi uno dei videogiochi più venduti di tutti i tempi. [TRAILER IN FONDO]
Era però anche molto lineare. I colorati tetramini (così si chiamano i piccoli blocchi di Tetris) cadono dall’alto dello schermo, voi li disponete in linee continue, le linee scompaiono, proseguite all’infinito. Intelligente e accattivante da morire, certo, ma ci sono giochi migliori.
Ecco perché il trailer del film su Tetris, in arrivo a marzo su Apple TV, è così interessante. Inizia come un prevedibile inno alla creazione di Pajitnov, con uno sguardo al gioco nella sua forma originale monocromatica e la star Taron Egerton che ne tesse le lodi: “È poesia. Arte e matematica che lavorano in una magica sincronia. È… è il gioco perfetto”.
Ma poi la situazione cambia in modo bizzarro. Dal nulla appare un prototipo di Gameboy, il che lancia Egerton in un viaggio nell’Unione Sovietica, non certo il posto più amichevole del mondo per gli americani dalla parlantina veloce che cercano di fare soldi.
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In breve tempo, egli finisce per avere a che fare con vari funzionari del Partito Comunista, Mikhail Gorbaciov e alcuni gangster simpaticamente violenti, nessuno dei quali è molto ansioso di lasciarsi sfuggire la gallina dalle uova d’oro senza reclamare la propria parte.
Senza dubbio si tratta di una storia fortemente romanzata (ad esempio, il personaggio di Egerton nel film, Henk Rogers, è descritto come un “venditore di videogiochi americano”, ma in realtà era olandese), ma c’è un fondo di verità.
La battaglia per i diritti occidentali di Tetris su varie piattaforme fu incredibilmente contorta, e gran parte di essa si svolse all’insaputa di Elorg, l’agenzia sovietica che controllava le importazioni e le esportazioni del software e che quindi avrebbe dovuto avere l’ultima parola sulla questione.
Il tutto si risolse in una battaglia legale tra Atari e Nintendo, con la vittoria di quest’ultima, cambiando così per sempre il mondo dei videogiochi.
Nonostante le inaccuratezze, il film sembra molto divertente, e sembra si possa stare tranquilli che ci sarà un lieto fine per le parti coinvolte.