Il futuro si chiama esports. Esports, letteralmente electronic sports, è questo il fenomeno del momento che sta occupando la scena mondiale. Diffusi prevalentemente in America ed in Asia, ma non disperate, l’Italia non è di molto indietro, infatti il 27-28 luglio il teatro olimpico di Roma è stato lo scenario delle spettacolari finali mondiali di Esports. Una cerimonia di apertura con artisti veri mischiati ad ologrammi al limite del surreale, 100mila spettatori presenti e 16 milioni da casa a seguire la diretta in streaming mondiale, è questo l’impatto degli esports, un impatto impressionante di audience ma allo stesso tempo economico, infatti crea un business da, udite udite: 1 miliardo di dollari con 450 milioni di audience. Si pensa che entro il 2020 potrebbe raggiungere un business da 1,5 a 3 miliardi, cifre da capogiro rispetto alla concenzione che hanno la maggior parte delle persone rispetto al gaming . Con queste cifre e con questo audience gli esports non sono più ascrivibili sotto la semplice dicitura di fenomeno, infatti molte scommesse imprenditoriali stanno puntando su questi, basti pensare che Rewired.gg, società di investimento che opera nel mondo degli esports ha iniettato nelle casse del Team Vitality (team transalpino fondato nel 2013 famoso in tutto il mondo) la bellezza di 34 milioni di Euro per costruire il futuro.
“Il futuro si chiama esports, fruttano un business da 3 miliardi di dollari entro il 2020”
Gli Esports si sono affermati in maniera del tutto indipendente dalle normali discipline sportive, grazie ad un continuo sviluppo delle tecnologie del gioco digitale e alle opportunità offerte dalla rete sempre più performante. Basti pensare che da un paio d’anni, anche grazie allo sviluppo delle reti, eventi sportivi internazionali, vengono superati in termini di audience da competizioni globali degli esports come League of Legends World Championship.
LOL o League Of Legend che dir si voglia, “è un gioco online che unisce la velocità e l’intensità di un RTS a elementi di un gioco di ruolo. Con un roster di campioni in costante espansione e con aggiornamenti frequenti 2 squadre si affrontano, l’una contro l’altra, in varie arene con differenti modalità”. Questa è la definizione che da il sito ufficiale di League of Legends, per i giocatori è diventato un vera e propria ossessione da non perdere e da seguire in streaming sulle varie piattaforme (prevalentemente twitch), o dal vivo, infatti domenica 10 novembre 2019 hanno preso luogo in un’AccorHotelts arena strapiena, 20mila posti riempiti, le finali mondiali del famoso GDR per pc. La finale ha visto affrontarsi il team iberico “G2” perdente 3-0 contro il team di Pechino “Fun Plus Phoenix”. Non c’è stata partita fin dall’inizio, supremazia del team cinese come più volte successo negli ultimi anni, infatti il trofeo si è accasato in Asia e non si sposta dal 2012. Quest’anno era contenuto in uno scrigno di Louis Vuitton.
Uno spettacolo unico, grazie, anche qui, alla strabiliante cerimonia d’apertura, marchio di fabbrica per le produzioni Riot Games.
“Sviluppo della rete abbinato all’audience, spettacolo e supremazia cinese: le finali di LOL a Parigi”
Sognando le olimpiadi
Dietro agli eventi e all’audience degli esports ci sono praticanti e appassionati, ormai milioni nel mondo, che si pongono una domanda fondamentale: il mondo sportivo adotterà mai una strategia seria per gli esports?
Ebbene si, gli esports sognano le olimpiadi, ma nel 2020 le sfioreranno solamente, non saranno infatti presenti nel medagliere, ma dal 22 al 24 luglio l’Intel World Open farà parte degli eventi che anticiperanno l’inizio delle olimpiadi di Tokyo 2020 con un evento dal vivo. Un esperimento che sa di futuro, infatti Kit Mcconnell (sports director del CIO) dichiara di essere entusiasta e curioso di imparare da questo evento e di voler interagire con la comunità esports di tutto il mondo. l’intel World Open comprenderà Street Fighter V e Rocket League, due giochi scelti non a caso vista la loro fama e la facilità di comprensione anche per chi non conosce di per sé gli esports. In palio, anche qui cifre da mettersi le mani nei capelli, intel mette 500mila dollari, 250mila per evento.
“Gli esports sfiorano le olimpiadi 2020”
Insomma gli esports non sono più un semplice fenomeno, sono una realtà che si sta affermando sempre più sulla scena mondiale, una realtà che crea un business proficuo con la possibilità di investimenti sostanziosi e opportunità di guadagno per le aziende investitrici e per gli aspiranti giocatori. Ma sono anche un fantastico sport, ci prendiamo la briga di chiamarlo sport ora, che da la possibilità a chiunque di diventare un professionista e per questo ci auguriamo di vederli nel medagliere ai giochi olimpici di Parigi del 2024.
fonti: la gazzetta dello sport e repubblica.