Rat-Man ormai è finito, dobbiamo farcene una ragione, Il fumetto che per quasi trent’anni ci ha fatto ridere ed emozionare che vede Deboroh, alias Rat-Man, come protagonista, flettere i muscoli nel vuoto, si è concluso. Quindi la fine del fumetto potrebbe coincidere con una rilettura del suo autore nonché disegnatore, non lo colora però perché ci pensa il fratello.
Leo Ortolani, classe 1967, nato a Pisa e trapiantato a Parma, ha costruito un personaggio dal basso, che non era pianificato in partenza, infatti Rat Man non è stato un progetto volontario nato per fare successo, come ci dice Ortolani, Rat-Man è nato per caso per partecipare ad un concorso indetto dalla rivista L’Eternauta. Al cinema era appena uscito Bat-Man ed è da lì che arrivano le orecchie da topo ci dice Leo. Non sto neanche a dirvelo, Ortolani con Rat-Man vinse il premio come la miglior sceneggiatura.
Rat man non era un progetto pianificato, ed ha vinto il primo premio come miglior sceneggiatura all’Eternauta
Il ratto venne tenuto da parte perché dopo la prima storia ne seguì un’altra, una parodia di Superman. Provò ad avvicinarsi alla Marvel Italia, perchè il nostro Ortolani ha sempre avuto una passione per il fumetto supereroistico americano, con una parodia del punitore; all’epoca c’era un mensile che si chiamava Marvel Mania. Il progetto non andò molto avanti, per questo decise di auto produrre il bimestrale Rat-Man. Solo dopo con l’aiuto di alcuni editori decise di portare Rat-Man in edicola. Ah, quegli editori, oggi, sono la Panini Comics.
Ma prima di tutto questo, Ortolani come ha iniziato?
Leo è partito come, appassionato del mondo del fumetto pubblicando le sue strisce quotidiane per un quotidiano locale, una delle più famose è “quelli di parma” e come già detto con una passione per i fumetti di Stan Lee. Ortolani univa un tratto indeciso ad un’abilità che si potevano vedere solo in un fumettista esperto, e qui spunta un’altra domanda:
Perché Rat-Man ha questa fisionomia?
La risposta di Ortolani spiazza, perchè non ci si aspetterebbe mai un’affermazione del genere da chi fa del disegno il suo lavoro, ma tutto sommato è in linea con quello che è il personaggio di Rat-Man: semplicemente Leo afferma di non essere capace di disegnare gli esseri umani. Quando ha iniziato a lavorare ha deciso di fare scimmie, perché hanno una fisionomia simile agli uomini, ha disegnato il primo muso ed è diventato il suo marchio di fabbrica inconfondibile. Le orecchie, come già detto vengono da un’idea presa da Batman.
Rat Man è così perchè Leo non sapeva disegnare gli umani
Rat-Man è uno di quei fumetti che fanno ridere, ironico, surreale, sfacciato, ma va preso sul serio perché è una delle creazioni più originali della storia del fumetto italiano. C’è chi definisce Rat-Man satirico, chi lo definisce Fantozziano (cosa che per me non è corretta, perché Rat-Man nella sua vita delle vittorie riesce a raggiungerle al contrario di Fantozzi), resta il fatto che è entrato a far parte del costume italiano. Basti pensare alla fetta di lettori che legge il fumetto di Ortolani, piaceva ai ragazzi durante la leva militare, piaceva ai ragazzi negli ultimi anni delle superiori e già ci si chiedeva come questo personaggio avrebbe superato il passaggio generazionale. Ortolani aveva profetizzato di chiudere la serie al numero cento, previsto per inizio 2014, ed invece è andato ben oltre, addirittura fino al numero 122, abbastanza più in là, con lettori di tutte le età, dai ragazzini ai più attempati. Nel frattempo, durante questi 30 anni sono successe diverse cose, diciamo più che rilevanti, Rat-Man è diventato per Panini Italia quel che Topolino è per Disney, un AFFARE CLAMOROSO con costi relativamente bassi, perché come ho già detto Ortolani i fumetti se li fa e se li scrive, a colorarli ci pensa il fratello.
Ci si chiedeva come Rat Man potesse affrontare il salto generazionale, ed è finito per entrare nel costume italiano con i suoi 100 e più numeri
LA CRESCITA
Rat-Man nel corso degli anni cresce, da sempliciotto e parodia dei supereroi ad un personaggio fatto e finito con molte sfaccettature, ma senza mai tralasciare il suo nosense che lo ha reso famoso. Molti rivedono in Rat-Man Ortolani, infatti proprio lui afferma che realmente ha qualcosa in comune con il topo, fa personaggi pieni di limiti proprio perché lui stesso si rende conto di aver dei limiti; non sarebbe in grado di fare un supereroe senza macchia e senza paura. Un po’ la rivincita degli antieroi.
Con la sua serie Ortolani ci porta a fare un tour nella caverna del suo immaginario, tra sentieri narrativi che sono il riflesso della sua capacità di creare una moltitudine di scenari fumettistici e una narrazione che a detta di molti è unica e originale, e i risultati lo dimostrano.
Ormai possiamo dircelo, Rat-Man è un eroe generazionale che rappresenta un punto fermo nell’immaginario del fumetto italiano; il personaggio si sviluppa, cresce, matura ed invecchia con l’autore, perché durante l’uscita di tutte le varie edizioni Leo Ortolani si fa una vita e cresce, cavolo se cresce, adotta addirittura 2 bambine (su questa esperienza scriverà un libro).
Rileggendo i numeri di Rat-Man uno dopo l’altro si nota come alla genialità si affianchi una crescita di abilità nel disegnare e nel contempo una crescita nei registri di scrittura sempre più completi che spaziano dalla comicità nosense al far riflettere sulla vita
Ma Rat-Man negli anni è rimasto sempre lo stesso, afferma Ortolani, è cambiato solamente il contesto e il suo modo di raccontare, basti vedere che le prime storie erano corte e parodistiche mentre ad oggi la voglia di far ridere è passata in secondo piano, perché in più di vent’anni oltre al ridere si approfondiscono anche altri aspetti che il lettore apprezza mentre cresce con Rat-Man.
Rat Man negli anni è cresciuto insieme al suo autore anche se è rimasto sempre lo stesso, perchè a cmabiare erano solo il contesto e il modo di raccontare
POST RAT-MAN
Rat-Man dopo trent’anni è giunto al termine, ma non è certo giunta al termine l’attività di Ortolani che non si ferma e continua a sfornare Graphic Novel, si che fanno ridere, ma anche più maturi, da “C’è spazio per tutti” a “Cinzia”. Rat-Man in questi fumetti è sempre protagonista ma in una forma più matura, è riuscito a crescere, e grazie a questa crescita ha accompagnato generazioni di lettori sdoganando quell’idea comune del fumetto impegnato, difficile per un’idea di fumetto più semplice con battute terra-terra e comicità spicciola che comunque ti fa sempre ridere.
I momenti più alti di Rat-Man non arrivano alla fine della sua serie, ma proprio durante la durata di questa, dall’inizio alla fine, come Ortolani sia riuscito a coltivare nel tempo questo fantastico personaggio facendolo maturare e alla fine facendolo apprezzare da tutti per la sua intelligenza.
Fonti: la stampa, fumetto logica.