Recensione di “Ahsoka” st.1, la nuova serie Star Wars di Disney+ che vede come protagonista la ex Jedi Padawan di Anakin
Dopo le fallimentari serie Disney+ di Star Wars, all’annuncio di “Ahsoka” ero molto titubante ed è stato un recupero invece che un appuntamento fisso. La visione è stata dunque altalenante e forse questa modalità ha variato il mio giudizio sulla serie, ma ho provato ad essere il più sincero possibile.
Non ho mi visto le serie animate dell’Universo espanso, quindi la mia esperienza è stata limitata e parziale, ma ovviamente una serie deve tenere conto di ciò e dover funzionare lo stesso. Infatti, non ho sentito particolarmente le lacune narrative e penso di aver compreso abbondantemente la serie.
La serie parte con le marce tirate indietro, infatti le prime due puntate le ho trovato molto introduttive, poi inizia a prendere una strada più dinamica e “action” trovando una sua impronta piuttosto azzeccata e riesce a coniugare meglio i due aspetti narrativi, terminando in un finale molto soddisfacente nonostante le domande che lascia, dando la possibilità allo spettatore di teorizzare e lasciandogli la voglia di continuare questa storia e saperne di più.
Ho trovato, dunque, la serie senza difetti mastodontici e aggravanti sul giudizio finale, la visione è abbastanza lineare e riesce ad essere epica così come intrattenente così come riflessiva e toccante. I migliori pregi sono i personaggi principali, a cui viene affidato molto minutaggio in percentuale, perciò si riesce a seguire bene quella che è sostanzialmente una unica linea narrativa, talvolta alternata a linee minori, di cui presto ci si dimentica.
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Il principale difetto è certamente il modo in cui si arriva a certi eventi della serie. Non avendo recuperato per intero l’Universo espanso, alcuni personaggi mi erano del tutto sconosciuti e, benché si riesca a comprendere a pieno tutto ciò che accade ed il perché, talvolta viene a mancare la componente emotiva che rende un combattimento tanto atteso, un ritrovamento toccante e un addio malinconico. Il personaggio di Ezra in questa serie è totalmente marginale nella narrazione (nel senso che appare davvero poco), ma sul lato emotivo dei personaggi sembra essere fondamentale per le vicende.
C’è stata dunque una gestione della narrazione forse sbagliata, nel senso che si sarebbe dovuto raccontare altro se l’unico modo per continuare il finale di Rebels era quello di fare una serie in cui non potevano rispiegare tutto e rinarrare il background di personaggi come Bayalon Skoll, di cui si sa davvero poco.
In conclusione, la serie non presenta grandi difetti e riesce ad intrattenere, emozionare e far riflettere, ma inevitabilmente per chi non ha recuperato interamente l’Universo espanso, alcune dinamiche tra i personaggi risultano poco coinvolgenti, poiché non se ne conoscono i background che non vengono narrati in questa serie. Un buon punto di partenza per le nuove serie a livello di qualità, molto elevata per quanto riguarda la regia, gli effetti speciali e il tipo di narrazione.
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