Sono appena stati rilasciati i nuovi episodi di una delle web series più famose di Youtube, Don’t Hug Me I’m Scared.
Creata dagli sceneggiatori Becky Sloan e Joseph Pelling, la serie web di sei episodi ha fatto furore su Internet quando è stata pubblicata su YouTube tra il 2011 e il 2015, con una miscela unica di buffonate basate su pupazzi e umorismo dark. Da allora, i cortometraggi animati hanno accumulato oltre 216 milioni di visualizzazioni collettive su YouTube, andando così a ispirare qualsiasi tipo di teoria elaborate dai fan che coinvolgono criminali di guerra serbi a una piccola linea di abbigliamento. Ora, a più di sei anni dall’ultimo cortometraggio, Don’t Hug Me I’m Scared è finalmente tornato come serie televisiva, ed è come se lo show non se ne fosse mai andato.
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La serie è incentrata su un trio di strani e colorati personaggi: un uomo alto tutto rosso, con dei capelli a mocio di scopa chiamato “Red Guy”, un uomo-ragazzo giallo con un ciuffo di capelli blu chiamato “Yellow Guy” e un’anatra verde parlante con una giacca grigia chiamata… ” Duck”. Questo gruppo eclettico va all’avventura con riluttanza quando invece preferirebbe starsene seduto in casa.
Queste avventure ruotano tipicamente intorno a un numero musicale che rompe la quarta parete, cantato da un oggetto inanimato parlante, come un blocco per appunti o un frigorifero, su un argomento apparentemente educativo (ad esempio, creatività, alimentazione sana, sogni) prima di crollare inevitabilmente in una spirale psichedelica di orrore corporeo e di insopportabile noia. È molto divertente. Per molti versi, Don’t Hug Me I’m Scared potrebbe essere descritto come il demenziale cugino inglese di Sesame Street e l’erede di Wonder Showzen, anche se meno politicizzato del secondo e più concentrato a prendere a mazzate lo standard della televisione educativa per bambini stabilito dal primo.
Il reboot in sei episodi, che ha debuttato lunedì su Channel 4 nel Regno Unito, segue in gran parte la stessa formula della serie originale su YouTube, ma con… beh, molta più roba: più dialoghi irriverenti, più battute demenziali, più intermezzi che rompono la quarta parete e più orrore corporeo. Si potrebbe sospettare che questo raddoppio dei trucchi e dei tropi della serie rischi di diminuire i ritorni, ma Don’t Hug Me I’m Scared trova sempre un modo per continuare a sovvertire le aspettative, anche quando l’aspettativa stessa è la sovversione delle aspettative.
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Il primo episodio di Don’t Hug Me I’m Scared si apre in modo simile a quello dei cortometraggi originali: con Red Guy, Yellow Guy e Duck che se ne stanno seduti a farsi gli affari loro, ma ora è preceduto da un’esilarante sigla di circostanza che racconta come in realtà siano in tre e vivano tutti insieme. Il trio non ha assolutamente nulla da fare per la giornata, con grande costernazione di Duck, che si rifiuta di non essere impegnato. Subito dopo, c’è una valigetta parlante che tiene in mano una valigetta più piccola, non parlante, che si siede al loro tavolo da pranzo facendo un gran baccano su quanto siano occupati e su come debbano andare al loro lavoro, prima di scoppiare in una canzone e in un montaggio che esaltano le virtù dell’occupazione e del lavoro.
Come la serie originale, Don’t Hug Me I’m Scared è più o meno una serie ad episodi autoconclusivi, ognuno dei quali si concentra su una forma di “morale”, che si tratti di morte, dell’importanza della famiglia o semplicemente di come essere un amico migliore. La serie è ancora spietatamente inventiva e presenta di tutto, da amorfi in argilla a sequenze di sogni psichedelici che ricordano l’iconica sequenza “Stargate” di 2001: Odissea nello spazio filtrata attraverso un generatore di “DeepDream” boschiano.
Don’t Hug Me I’m Scared è tornata, e la serie non ha perso un solo colpo nel suo passaggio dallo shock humour su Internet a una serie animata a tutti gli effetti. I fan della serie saranno entusiasti e i nuovi arrivati impareranno presto quanto possano essere esilaranti (e terrificanti) le lezioni più importanti della vita.