Recensione di “Perfect Days”, il film candidato agli oscar come miglior film straniero, dalla regia di Wenders.
Ero incuriosito dal film, soprattutto per i riconoscimenti ricevuti a Cannes, ma non ero riuscito ad andare in sala, così l’ho recuperato solo ora, anche perché è candidato agli oscar come miglior film straniero. Ecco la recensione di “Perfect days”
“Perfect Days” è un film delicato che accarezza il cuore e lo accompagna all’interno della vita di Harayama, un uomo di mezza età che vive da solo a Tokyo, dove lavora nelle pulizie dei bagni pubblici. Le sue giornate, i suoi perfect days, sono scaglionati da una routine fissa, composta da gesti quotidiani, piccoli piaceri, gioie che scaturiscono da dettagli nascosti.
Wenders è maestro nel mostrare le stesse azioni che caratterizzano le giornate del protagonista, sempre in modo diverso, dando un taglio ogni volta differente, da un punto di vista sempre nuovo, esaltando le piccole novità che accadono a Harayama, conferendone importanza e mostrando come originino stimoli nuovi.
Il film si limita a mostrare la vita semplice, umile, di una persona dal difficile turbamento, che nonostante la sua vita, appare più felice di tutti gli altri personaggi che incontra. La sua routine schematica nasconde la ricetta per una vita Epicurea, che agli occhi della nostra società frenetica pare di poco valore, forse perché è così difficile pensare che Sisifo sia contento.
Per leggere articoli simili, clicca qui.
Recensione Past Lives, candidato agli oscar come miglior film
L’interpretazione di Yakusho riesce sempre in ogni scena a mostrare il lato umano di un uomo completamente isolato dal mondo, estraneo a ogni tipo di progresso, ancora attaccato alle sue usanze, alle sue misure, ai suoi bisogni. La recitazione fatta di sguardi, di sorrisi, di non detti lascia suggerire una completa condizione di “essersi accontentato”.
Nonostante le sue passioni umili come la lettura, la fotografia, la botanica, però il finale ci pone una domanda che all’apparenza abbia già una risposta, in quanto il film non pare non abbia bisogno di interpretazioni: ma Harayama, è felice?
La domanda con cui sono uscito dalla sala non ha bisogno di una risposta, perché non è importante, è importante chiedersi se noi saremmo felici se avessimo la sua vita. Il film non mostra alcun tipo di tentativo di fuggire o cambiare la propria vita, mentre ci mostra Takashi in preda all’insoddisfazione. Forse allora non c’è una critica alla società che ha reso Harayama così, ma piuttosto un dubbio se siamo noi che stiamo regredendo e ci sembra impossibile che la felicità sia quella, oppure Harayama si è quasi rassegnato, ma direi accontentato di una vita semplice.
In conclusione, “Perfect Days” è un film delicato che accarezza il cuore e lo accompagna all’interno della vita di Harayama, interpretato squisitamente da Yakusho. Il protagonista mette in crisi le certezze della nostra società, riflettendo su come la vita sia fatta di semplicità e piccole cose, risultando il più felice tra tutti i personaggi che incontra, il tutto guidato dalla regia magnifica di Wenders.
[penci_review]
Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social e che siamo in live su Youtube tutti lunedì sera per parlare delle notizie a tema film e serie TV.
Per informazioni ufficiali qui il sito di Lucky Red. Alla prossima recensione!