OPPENHEIMER, il biopic sul Prometeo del ‘900 – [Recensione]

Oppenheimer recensione copertina

Recensione del nuovo biopic di Nolan, Oppenheimer, il fisico che ha lavorato alla bomba atomica e ha diretto il progetto Manhattan.

Wow, wow, wow! Questa è stata la mia principale reazione durante la visione del film! Il nuovo blockbuster di Cristopher Nolan risolleva il regista dopo un periodo di pellicole non molto riuscite, aggiungendo alla sua filmografia uno dei migliori film degli ultimi 5 anni. Ma andiamo per gradi.

Oppenheimer è un’opera tratta dal romanzo di Bird e Sherwin “Oppenheimer, Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica”, a cui Nolan si è fondamentalmente ispirato per raccontare la storia di uno dei personaggi più controversi di tutto il ‘900: Robert J. Oppenheimer. Fisico di successo, ma con impulsi a tratti omicidi in gioventù, Robert affronta un viaggio alla scoperta della pietra che, sollevata, scopre il serpente che distruggerà nel 1945 Hiroshima e Nagasaki, insieme a 210.000 morti e 150.000 feriti.

Il film è essenzialmente tre ore di dialoghi che però abbracciano un ventaglio ampio di personaggi interpretati tutti da un cast stellare, azzeccato anche nei ruoli di sfondo. Il ritmo dei dialoghi segue quello del flusso dei pensieri del dottor Oppenheimer, che all’inizio, preso dai suoi nuovi studi nella fisica quantistica, è tormentato da repentine visioni di un mondo oltre la realtà, mentre via via che si accorge di quello che sta facendo e di come sta cambiando il mondo, diventa sempre più riflessivo e pensieroso.

La trama ci presenta un alternarsi di linee temporali diverse, all’inizio quasi disorientanti ma che dopo poco rivelano l’intento di un intreccio che andrà a convergere in un finale realmente accaduto, districato magistralmente dagli sceneggiatori. La storia narrata si concentra principalmente sulla psicologia del protagonista, interpretato egregiamente da Cillian Murphy, ormai attore affermato che ha sempre lavorato bene con Nolan, di cui il pubblico ha oramai imparato ad apprezzare le doti recitative, soprattutto la mimica degli occhi, in questa pellicola usata molto sapientemente nella parte finale.

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Il film ha sicuramente tanti altri personaggi a cui fa affidamento la trama ma essenzialmente, lo dice il titolo, si esplora il cammino di un uomo che nella sua professione, ha dovuto scontrarsi con un mondo che da un lato non gli competeva, da un lato non era pronto ad affrontare, diventando addirittura quasi un politico. L’impianto visivo e acustico messo in scena permette un’esperienza totale delle fasi cruciali di uno degli eventi più importanti della storia della scienza del ‘900, di cui Oppenheimer è stato l’ammaestratore. Il sonoro merita un oscar per come hanno saputo sfruttare i silenzi e i rumori assordanti, accompagnato da una regia e un montaggio mostruosi e una colonna sonora in stato di grazia di Goransonn.

Elogio va anche a Robert Downey J., il quale finalmente rivela le sue capacità attoriali sfruttabili non solo per i supereroi ma anche per film di spessore, grazie a una performance brillante per un personaggio capace di farsi odiare dal pubblico tale da offuscare per un attimo le motivazioni per cui lui accusa Oppenheimer. Nolan infatti, pare evidente, non rimane neutrale sulla sua figura, nonostante riesca in modo magistrale a rappresentare un uomo per come storicamente era, esprime implicitamente un giudizio su uno degli artefici principali del progetto Manhattan, il quale ha portato a una delle catastrofi più controverse della storia per cui l’America non ha ancora scontato la pena.

La mia lettura del film, il cui scopo principale è raccontare la storia di un uomo, non dare un messaggio preciso, prevede una opinione personale a priori. Nolan ci mostra come un fisico non sia un politico, come vediamo nella scena agghiacciante con Truman, come l’uomo è fragile e spesso ingenuo. Oppenheimer non era certo una persona qualunque, la sua vita fuori dalla professione era tanto travagliata quanto trascurata, piena di ferite e problemi. Un genio che di fronte al progresso e alla paura ha preso delle scelte che forse non gli competevano. Noi non sappiamo cosa significhi aver vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale, se la paura di quello che avrebbero potuto fare i nazisti o i giapponesi potesse essere una giustificazione.

Certo è che Nolan evidenzia più volte le motivazioni a favore e contro e, riflettendo con un amico mi sono accorto, si schiera, dando alla luce un’opera che a fine visione ti lascia un enorme macigno sulla coscienza, sulla schiena e nella pancia, tanto che continui a pensarci, continui a pensare alla scena finale con uno dei dialoghi più belli del film, quello tra Oppenheimer e Einstein, che lascia spazio a domande da elaborare e digerire per sempre, fino a che l’umanità non troverà una soluzione a questa questione ancora scottante in tempi di guerra come i nostri.

Oppenheimer recensione

In conclusione, il film merita una visione anche solo per l’impianto tecnico e la maestria di chi ci ha lavorato. Una storia narrata magistralmente che racchiude la vita di un uomo ancora oggi controverso la cui opinione del pubblico mondiale è tuttora spaccata in due, affrontata egregiamente da un regista, Nolan, che non si limita a presentare la questione in quanto tale, ma ne racconta gli aspetti più salienti per una lettura più profonda di una storia vera che ha ancora tanto da insegnare all’umanità.

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