Recensione di “The Flash”, il nuovo film del DCEU diretto da Andy Muschietti con protagonista Ezra Miller nei panni del velocista scarlatto
Le aspettative per questo film sono cambiate nel corso del tempo, complici tutte le complicazioni e le controversie che ha subito la produzione di questa pellicola. All’inizio avevo grande hype poiché era stato annunciato dovesse fare un reboot, poi dopo i cambiamenti in casa DC ho iniziato a sentire la puzza di scritture su riscritture, di aggiustamenti e mutamenti di personaggi e dinamiche narrative. Tuttavia alle premiere e alle anteprime avevano parlato bene di quello che Gunn aveva definito “miglior cinecomic di sempre”.
Dopo la visione del film posso ritenermi piuttosto deluso. Sia chiaro, per me non è un brutto film, mi ha divertito, non mi ha mai annoiato e non ho nemmeno notato la così tanto incriminata CGI assassina. Però, mi ha lasciato davvero l’amaro in bocca. Ha davvero dei difetti che si poteva risparmiare e alla fine non riesci davvero a dire “è proprio un bel film”. Ma andiamo con calma con la recensione di The Flash.
Il film parte con una situazione piuttosto ambigua, insomma la scena dei neonati l’ho trovata non fastidiosa né aberrante, semplicemente non necessaria, o almeno non avrei mai scelto questa circostanza per spiegare meglio i poteri e vedere in azione Flash. Non la trovo per nulla cinematograficamente spettacolare né un’intuizione geniale. Scelta narrativa poco efficace a mio avviso.
Il background del personaggio di Barry è costruito bene e da una parte mi fa anche ridere che a distanza di due settimane siano usciti due film che parlano di Multiversi e eventi canon. Il modo in cui Barry ha l’idea per tornare indietro è estremamente casuale e poco preparata, così quanto è inutile Iris West durante tutto il film.
La coppia dei due Barry mi è piaciuta, devo dire che funzionano bene insieme, anche se la scena se la prende tutta il Batman di Keaton, assolutamente sul pezzo, carismatico e mai fuori luogo. Supergirl per quanto buttata lì senza una costruzione necessaria, risulta pertinente con la trama. Ben Affleck ne esce senza dubbio apprezzabile nel suo Batman davvero sensato per la prima volta in questo DCEU.
I problemi sorgono tanti nella totalità del film. L’idea di un cinecomic il cui protagonista è un supereroe introdotto in un altro film e qui per la prima volta se ne raccontano le origini e l’universo che lo circonda. Il modo in cui conosciamo l’evento che gli ha dato i poteri, i personaggi che fanno parte dell’universo che caratterizza il personaggio di Flash, è talmente di contorno che la storia svia e si parla del Batman prima di Affleck, poi di Keaton, poi di Batman vs Superman, insomma della Terra di Barry non si parla mai. E nel suo primo film Barry già viaggia nel tempo (nonostante non abbia capito ancora se quello che succede nella Snyder Cut è canon o no, in teoria no).
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La frettolosità che ha caratterizzato questo universo cinematografico nel rincorrere la concorrenza si riflette ancora una volta in questa pellicola, in cui anche il multiverso viene spiegato ma lasciando tanti dubbi, soprattutto con la scena post credit. La spiegazione con gli spaghetti non riesce a rispondere a molte domande. Non si chiarisce mai veramente se esistono già dei mondi paralleli tra cui si può viaggiare oppure ogni volte che si viaggia nel tempo si creano delle linee temporali diverse.
La questione del “creando un nuovo futuro creai anche un nuovo passato” fa presuppore che esitano universi alternativi, in quanto Keaton parla di multiverso e nella scena dei camei si fa intendere che esistono già delle versioni alternative dei supereroi che conosciamo, ma poi ci si chiede come si faccia a viaggiare tra questi mondi andando indietro nel tempo, in cui si può non alterare gli eventi se non si hanno interazioni. Insomma durante e dopo la visione non sempre mi è stato chiaro il meccanismo su cui si basa praticamente tutto il film.
Il villain del film non è molto chiaro, però tutto sommato si riesce abbastanza a seguire quella che è una trama abbastanza scorrevole, anche senza un vero e proprio scontro finale. Il personaggio di Barry trovo compia un arco evolutivo interessante, e anche il messaggio del film è molto chiaro, seppur utilizzato in un contesto supereroistico in cui assume una concezione un po’ più particolare, ma tutto sommato arriva allo spettatore.
In conclusione, il film presenta le tracce di un DCEU lacerato dai problemi di produzione, dai cambiamenti interni e dalle scritture e riscritture degli sceneggiatori non sempre al top. Al netto di un multiverso spiegato malissimo e alcune scelte narrative o pigre o insensate, il film riesce a divertire con una funzionante coppia di Ezra Miller accompagnata dal carismatico Batman di Keaton, in una storia seppur frettolosa nel worldbuilding, scorrevole e che riesce a infondere un messaggio semplice ma chiaro.
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