Recensione di The Penguin, la nuova serie dell’universo di The Batman, con protagonista Colin Farrell nei panni del celebre villain di Batman
Ero molto curioso di questa serie, soprattutto perché dopo il successo di The Batman, mai avevo pensato a un universo a sé dato l’annuncio del nuovo universo di James Gunn, Quella che mi sono trovato davanti è una serie che mi ha fatto impazzire, da fan, a livelli davvero raramente raggiunti.
La serie comincia dalle vicende di The Batman e si collega subito a quell’arco narrativo i cui personaggi avevano già comparsa nel film di Reeves. Le atmosfere si ripropongono subito, ma presto il cambio di budget si fa sentire. Nessun problema. Introducono così nuovi personaggi che fanno sentire tutto più domestico, più urbano e meno spettacolare come nel film con Pattinson.
Sofia Falcone e Victor diventano quasi da subito dei comprimari perfetti, che rappresentano in questa serie gli antipodi nel mezzo dei quali Oswald si posiziona: meno crudele della spietata Sofia, più criminale del povero Victor, meno disturbato della squilibrata Sofia, più pazzo dell’ingenuo Victor. E in questo non posso che fare i complimenti a Colin Farrell, Cristin Milioti e Rhenzy Feliz.
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In generale in lato tecnico non è mai stato di bassa qualità, soprattutto la regia in numerosi frangenti mi è parsa molto ispirata, forse solo la colonna sonora non ho ricordo sia mai stata così tanto incisiva. Ma il grande pregio di questa serie è senza dubbio la scrittura. Otto puntate una più bella dell’altra, capaci di raccontare una storia di criminalità interessante senza mai annoiare, sviluppando dei personaggi incredibili, dando loro spazio e approfondendone le psicologie, in un intreccio di storie che culminano in un episodio finale davvero sorprendente.
Il tempo giusto per raccontare il passato di tutti e tre i personaggi fondamentali, in ognuno di essi attribuendo delle caratteristiche che si portano dietro nel loro presente, bisogni e desideri che li spingono ad agire in determinati modi. La storia che hanno creato e soprattutto il modo in cui l’hanno raccontata, riuscendo a riempire in modo intelligente e fico tutte le puntate, l’hanno resa per me la miglior serie dell’anno finora.
Unici elementi che mi fanno dire “cavolo se fosse stata così sarebbe stata perfetta” sono un pizzico di follia fumettistica. Insomma il misto di Pattinson tra il Batman iper reale di Nolan e il molto cartoonesco di Burton. Credo però che sia stata una decisione con un senso lasciare il realismo. Altra domanda che mi sono posto è, ma Batman, in tutto questo, che fa?
Sono molto contento del successo del progetto e non vedo l’ora intanto di una seconda stagione, di vedere un Pinguino più evoluto in The Batman 2 dove sembra confermato, e tifo per questa serie ai prossimi Emmy, soprattutto per Colin Farrell.
In conclusione, una serie davvero strabiliante, capace di raccontare tre personaggi incredibili le cui storie si intrecciano alla perfezione e che rappresentano uno lo specchio dell’altro. The Penguin riesce a farti immergere nelle vicende di criminalità grazie a una regia ispirata e una scrittura che si dà il giusto tempo di narrare il passato dei suoi personaggi, creando colpi di scena notevoli.
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