Recensione di “Wonka”, il nuovo film con Timothée Chalamet ispirato al famoso libro di Roald Dahl “La fabbrica di cioccolato”
I trailer di questo film non mi avevano proprio convinto, perché mi sembrava un Wonka troppo diverso da quello di Burton, talvolta troppo sopra le righe, ma giunto in sala mi sono ricreduto. Non sono un particolare fan della storia di Dahl, nonostante abbia letto sia “La fabbrica di cioccolato” sia “L’ascensore di cristallo”, apprezzo molto il lavoro di Burton ma non così tanto da non accettare alcun tipo di reinterpretazione.
E dal mio punto di vista questa è la chiave di lettura per questo film, che certamente vuole distinguersi da Gene Wilder e da Johnny Depp, dando vita a un Willy Wonka molto più musical. Timothée Chalamet è riuscito, infatti, a conferire al personaggio una sua impronta personale molto ridanciana, che si distacca un po’ dalla caratterizzazione un po’ grottesca delle precedenti interpretazioni.
E leggendo il film in questa chiave direi che funziona quasi tutto. Molto carina la storia, seppur semplice riesce anche nelle sue ingenuità, nelle sue sospensioni dell’incredulità ad intrattenere con un prequel che ci sta tutto per la storia di Dahl, donando momenti molto gradevoli di canto e scene molto simpatiche.
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Il punto di forza è la sua totale natura favolistica, come se tuttala storia fosse perfettamente consapevole di essere a tratti surreale. Ma la narrazione riesce perfettamente a far credere allo spettatore che è possibile tutto ciò che accade, che di base non ha il pretesto di voler spiegare perché accade. E questa caratteristica di Dahl mi ha sempre affascinato, quindi per me se sei riuscito a trasmettere quella quasi spensieratezza da favola, come se il tono fosse leggero, con i buoni che fanno i buoni e i cattivi fanno i cattivi.
Per quanto in alcuni punti un po’ forzata, la trama racconta un viaggio dell’eroe davvero interessante, in grado di far affezionare lo spettatore a questo nuovo Wonka e tutta la sua squadra. I personaggi secondari funzionano quasi tutti, creando una serie di secondari che non prendono mai la scena al vero protagonista ma che sanno dare il giusto contributo alla narrazione.
In conclusione, un film che se visto con la giusta chiave di lettura è davvero piacevole, in grado di mettere in scena un viaggio dell’eroe molto carino, con trovate sceniche interessanti e personaggi secondari ben riusciti, il tutto in un ambientazione totalmente favolistica, surreale e a tratti fumettosa che funziona benissimo nella prospettiva leggera che vuole dare il film. Il Wonka di Chalamet è infatti distante dal grottesco ma invece un personaggio totalmente buono e quasi ingenuo.
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