Il 19 ottobre, dopo tre anni di attesa, è uscito dall’early access World of Horror, titolo rpg-roguelike horror disponibile per PC, Switch, PS4 e PS5.
Un dentista part-time e MS Paint, non sono i protagonisti di una barzelletta bensì le fondamenta su cui si basa l’rpg-roguelike World of Horror, uscito di recente dall’Early Access e disponibile per PC. Su Nintendo Switch e Playstation sarà disponibile il 26 ottobre. Pawel Kozminski, in arte panstasz, è il one-man-army dietro lo sviluppo del titolo. Pawel è un dentista polacco appassionato del genere horror, passione che ha traslato all’interno del suo pargolo videoludico attingendo a piene mani dalle opere di Lovecraft, il papà del celeberrimo Cthulhu, e di Junji Ito, mangaka giapponese noto per capolavori come Tomie o Uzumaki. Il tutto senza trascurare leggende metropolitane dalle tinte grottesche e il folklore del Sol Levante. E il ruolo di MS Paint? Sappiate che quel folle di Kozminski ha realizzato ogni elemento artistico presente in World of Horror tramite il popolare, e non di certo versatile, software di Microsoft. La tecnica utilizzata è quella della pixel art a 1-bit, e il risultato è eccezionale.
Dove risiede l’oscurità
È il 1984, siamo in Giappone, più precisamente a Shiokawa, una ridente cittadina marittima, di quelle che si trovano tra le pagine del già citato Ito, di quelle che a prima vista sono da cartolina ma più le frequenti e più ti accorgi che qualcosa non va. Questa è l’ambientazione che fa da sfondo alle vicende di World of Horror. Il gameplay loop è altrettanto semplice: il giocatore sceglie un personaggio, risolve 4 o 5 misteri (a seconda della difficoltà), supera le prove all’interno del faro che sovrasta Shiokawa, sconfigge il Dio Antico che vi risiede e la partita termina. Così facendo si sbloccano oggetti, personaggi, modalità ed eventi nuovi, e il ciclo si ripete.
Avviato World of Horror per la prima volta le modalità disponibili al giocatore sono quattro: la prima, chiamata “Spine-Chilling story of school scissors”, non è altro che il tutorial dove si affronta un singolo caso e nel mentre si imparano le meccaniche di gioco. La seconda modalità è “Extracurricular activity”, come nel tutorial siamo vincolati a un unico personaggio, ma avremo la possibilità di risolvere più misteri. È una modalità fine a se stessa che difficilmente rigiocherete. La terza modalità è un semplice quick play. La quarta modalità è, invece, quella in cui verranno spese il maggior numero di ore: “Customize the playthrough”. Qui il giocatore potrà personalizzare la partita scegliendo a priori quale set di eventi attivare e quale personaggio interpretare. La rigiocabilità è elevata. Nonostante gli eventi e le situazioni possano tendere a ripetersi, le combinazioni con le quali ciò accade sono sempre variegate.
Un rpg atipico
La struttura a casi è riuscita, sia perché sono tutti ben scritti (da segnalare la collaborazione di Cassandra Khaw, autrice malese di horror e science fiction), sia perché nonostante alcuni mantengano una struttura ripetuta, altri rompono le regole intrinseche dell’esperienza, meravigliando il giocatore con trovate sempre nuove e terrificanti.
Per farla breve, e non privarvi del piacere della scoperta, tenterò di riassumervi un’esperienza di gioco tipica.
Ciascun caso ha come base operativa il proprio appartamento, qui potremo riposare e recuperare salute e sanità mentale, le due “barre della vita” presenti nel gioco che, portate allo zero, significano game over. Dall’appartamento si sceglie un mistero da risolvere tra quelli disponibili, selezionati casualmente dal gioco ad inizio partita (esiste infatti un sistema a seed, proprio come in altri roguelike). Avviato il caso si ha la possibilità di esplorare Shiokawa tramite una mappa stilizzata. Delle varie location visitabili solo una farà progredire il mistero. Tuttavia, trascurare l’esplorazione delle altre aree non sarà mai una scelta saggia, dato che potremo trovarvi alleati, armi o oggetti utili al completamento del caso stesso. Se ci sono delle armi vuol dire che si combatte, e in World of Horror si combatte piuttosto spesso. Il titolo adotta un sistema a turni atipico ma molto semplicistico nella sua composizione.
Come accennato poc’anzi, degni di nota sono i casi che deviano dalla normale struttura di gioco. Alcuni di essi offrono un’esperienza inedita caratterizzata da regole specifiche. In questi misteri da risolvere non ci sarà più la cittadina di Shiokawa a fare da palcoscenico al caso, bensì luoghi unici e con un sistema di esplorazione, e gestione del tempo, esclusivi. Si passa da magioni spettrali, in cui imbattersi in ospiti tutt’altro che accomodanti non sarà affatto difficile, a boschi labirintici in cui il tempo pare essersi fermato. Una forte citazione a Blair Witch Project che ben si sposa con lo scheletro roguelike del titolo. Questi sono solo due esempi di come World of Horror sia in grado di plasmare in modo originale un melting pot di meccaniche ludiche e influenze orrorifiche.
Un’esperienza per stomaci forti
Proprio come altri roguelike, World of Horror è, nelle prime ore, criptico e spietato, complice anche un’interfaccia e dei menù decisamente poco chiari. Il gioco punisce, senza tanti complimenti, l’ignoranza nei confronti delle sue meccaniche, che appaiono più limpide solo una volta superato il ripido scoglio iniziale. Quando ciò accade l’incubo si placa, offrendo al giocatore un’esperienza, non dico rilassata, ma certamente più godibile e coinvolgente.
World of Horror è un esperimento riuscito. L’art direction è memorabile ed apprezzabile è anche la colonna sonora, realizzata da ArcOfDream e Qwesta. Dal punto di vista ludico gli appassionati del genere troveranno pane per i loro denti. Altro aspetto positivo è la presenza di una community molto attiva nel creare le mod più disparate. Peccato che questi contenuti non siano ottenibili tramite workshop di Steam, un limite a mio parere incomprensibile.
Scopri di più sul gioco sul sito ufficiale di World of Horror.
[penci_review]