Recensione di Spaccaossa, presentato alla Giornata degli Autori al Festival del Cinema di Venezia, primo film di Pirrotta
Il film è stato presentato alla Giornata degli Autori al Festival del Cinema di Venezia e ho avuto il piacere di vederlo in anteprima e di partecipare alla conferenza stampa a lui dedicata, in cui ho incontrato il regista, gli attori, i produttori e gli sceneggiatori, per cui ho potuto approfondire le tematiche del film insieme a chi ha partecipato alla sua realizzazione.
La pellicola è interamente italiana e presenta un cast notevole, guidato dal regista Vincenzo Pirrotta che ha dovuto conciliare il binomio regista-attore, poiché interpreta anche uno dei protagonisti di questa storia. Una storia a sua volta interamente italiana, che riprende un fatto di cronaca realmente accaduto a Palermo nel 2018. Le vicende raccontano infatti la storia di una banda di frodatori assicurativi che spaccano ossa a chi ha bisogno di soldi per dividersi i risarcimenti dello Stato con chi si faceva spaccare le ossa.
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Il tema trattato è quindi molto delicato, perché racconta uno spaccato della città di Palermo, in cui la povertà e la miseria spingono dei disgraziati a recarsi del danno fisico per ottenere qualche soldo in più. Ma la metafisica del film è solo uno sfondo di cupezza in cui regna la domanda “cosa siamo disposti a mutilarci per ottenere qualcosa?”. Un qualcosa che vediamo essere anche i soldi necessari per pagare i costi della festa di battesimo della figlia, quindi qualcosa di effimero, senza valore.
Ciò che viene mutilato non è solo un braccio o una gamba, ma è la dignità, che viene meno in quanto in un momento di dolore, di miseria e di assenza di speranza ci si affida alla criminalità, la quale toglie l’ultima cosa rimanente, appunto la dignità.
Tra punti di forza di questo film c’è sicuramente la coralità dei personaggi, messa in scena egregiamente da Pirrotta in quanto riesce a caratterizzare bene tutti i personaggi, distinguendoli bene per le proprie sfumature e i propri ruoli all’interno della storia. Usando anche linguaggi più simili al teatro, ambiente da cui proviene, riesce a presentare quasi una tragedia Shakespeariana.
Tra i vari Lo Cascio, Bruschetta, Calcagno, spunta però a mio parere un eccezionale Filippo Luna, capace di trasporre un personaggio drammatico, fragile, pieno di sofferenze ma che risulta quasi simpatico allo spettatore, il quale prede parte all’esperienza diventando consapevole della disgrazia di Mimmo. Degna di nota anche Selene Caramazza, interprete di Luisa, personaggio a mio avviso riuscito, che porta con sé una fragilità e un peso sulle spalle, quello di tutte le ragazze che sono nella sua situazione.
Un altro merito del film è quello di raccontare tante tematiche, anche nascoste, però con forza, con decisione, senza vincoli e con vera schiettezza. Questo grazie anche a una trama molto articolata, che abbraccia appunto tanti personaggi, ognuno con la propria storia e il proprio sviluppo narrativo. Si parla di ludopatia, di droghe, di adolescenza, di violenza domestica e di manipolazione. Sono accenni ma ne si sente all’interno della pellicola la gravità e quanto il regista si senta vicino a queste tematiche.
In conclusione, Spaccaossa è un film coraggioso che tenta a modo suo di raccontare delle atrocità, e ci riesce toccando quelle due o tre corde che riescono a rendere partecipe lo spettatore delle miserie dei personaggi e riescono a infondere il dubbio principale della storia su cui si fonda, come più volte citato dal regista e dagli sceneggiatori, il film, ovvero: “cosa siamo disposti a mutilarci per ottenere qualcosa?”.
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