THE HOLDOVERS – Lezioni di vita – [Recensione]

TheHoldovers

Recensione di “The Holdovers – Lezioni di vita”, il nuovo film di Alexander Payne candidato agli oscar come miglior film e miglior attore

Le aspettative per il film non erano altissime, in quanto dai trailer trasudava una americanità davvero stucchevole per i miei gusti, tolleranti ma fino a un certo punto. Solo le candidature ricevute mi avevano spinto ad andare in sala, e dopo la visione non posso che ritenermi soddisfatto.

The Holdovers è una commedia molto americana, effettivamente, dalla trama interessante e dai personaggi ben approfonditi. La componente comica c’è e non è mai inadeguata, anzi sempre brillante e originale, dunque non c’è che da elogiare la scrittura. La recitazione inoltre è di ottimo livello, da parte di tutti i personaggi principali.

Il punto di forza, però di questo film è il contrasto che si va a creare tra i due personaggi principali, opposti in condotta, valori, età, interessi e provenienze sociali. La loro convivenza forzata origina indubbiamente peripezie negative, che nuocciono ad entrambi. Le loro vacanze dunque si trasformano in un periodo in cui devono tentare di combattere la noia, e il giovane Angus fa di tutto per sfogare la propria rabbia. E il loro confronto, che risulta sempre essere un attrito, li spinge anche a conoscersi meglio e a scoprirsi.

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Questa conoscenza porta benefici ad entrambi, che, soli, si aprono più facilmente e riescono a confidarsi meglio. Questa influenza reciproca porta ambedue i personaggi a compiere un arco evolutivo significativo, ma a mio parere, dietro a questa simpatica storia, si nasconde una critica verso il sistema americano che frantuma le famiglie finendo per creare persone con disagi e frustrazioni.

È esemplificativa questa storia, il cui scopo principale è appunto di creare un contesto comico e divertire, di come l’allontanamento così drastico delle persone dal proprio nucleo familiare, che sia per lavoro o per studiare, soprattutto da così giovani, sia deleterio nella crescita personale e nella costruzione della propria vita. Entrambi i personaggi sono assolutamente vittime di questo sistema che, più evidente tra tutte le conseguenze, non gli permette di trascorrere anche solo le vacanze natalizie serenamente con la propria famiglia, ma sono costretti a rimanere rinchiusi in una scuola vuota e priva di svaghi.

The Holdovers - Lezioni di vita - Wikipedia

In conclusione, il film è un’ottima commedia dal gusto americano che gira tutta intorno alla contrapposizione tra i due personaggi principali, che seppur opposti, sono costretti a una convivenza forzata. L’efficace recitazione mette in luce le problematiche del sistema deleterio americano, riuscendo anche a strappare ben più di un sorriso.

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Per informazioni ufficiali qui il sito di Universal Pictures.

Fae Farm – L’accoglienza della magica Azoria [Recensione]

Fae Farm L'accoglienza della magica Azoria [Recensione]

Ecco la mia recensione di “Fae Farm”, il nuovo farming sim dei Phoenix Labs ambientato ad Azoria, tra mistero e magia!

Ho di recente avuto modo di provare Fae Farm della Phoenix Lab, e ci tengo a ringraziare i Phoenix Labs per averci concesso, tramite Keymailer, la chiave del gioco che mi ha permesso di scrivere questa recensione!

Il gioco è attualmente disponibile per Nintendo Switch e PC, e la sua descrizione su Steam recita: “Rifugiati nel mondo fatato dei tuoi sogni in Fae Farm, un GdR simulatore di fattoria da 1 a 4 giocatori. Costruisci, coltiva e arreda per migliorare la tua casa e lancia incantesimi per esplorare l’isola incantata di Azoria!”

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E sì, Fae Farm è un rilassante simulatore di fattoria, ma è anche molto di più. Innanzitutto perché il gioco presenta un alto livello di personalizzazione, dal proprio personaggio (inclusi i pronomi) al proprio casolare.

In più, come già altri farming sim prima di lui, presenta un interessante elemento di dungeon crawling e combattimento che rende l’esperienza stimolante anche al di là della coltivazione e decorazione.

Il gioco, in pieno stile GDR, offre di volta in volta missioni principali e secondarie da completare per guadagnare premi ed esperienza. Queste sono spesso facili da completare, almeno in teoria. A mio parere, infatti, capita che il gioco dia indicazioni piuttosto vaghe sul come ottenere un qualche risultato.

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Specialmente dal momento che il catalogo di oggetti che è possibile raccogliere e costruire è assolutamente immenso! Il che è un bene, non fraintendiamoci, ma può risultare un po’ sopraffacente, soprattutto all’inizio.

L’avventura ad Azoria comincia con una grande accoglienza da parte di chi vi abita e con un sottofondo di mistero e magia che arricchisce enormemente il gioco. Il territorio è vasto e pieno di luoghi affascinanti e creature fantasiose, e i luoghi da esplorare aumentano con il progredire della storia.

Le opzioni sul cosa fare ogni giorno sono tante, e non manca la possibilità di farsi amici e di instaurare relazioni romantiche con le persone (umane e non) che incontrerete nel vostro viaggio.

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Le meccaniche di gioco sono intuitive e alla portata anche di chi è alle prime armi. Per interagire con qualcosa, infatti, si usa sempre lo stesso tasto, che si tratti di parlare con qualcuno, raccogliere oggetti, usare uno degli attrezzi base del contadino e perfino combattere.

E a proposito, il fatto che questi oggetti base (pala, piccone, retino, canna da pesca e bastone magico, i classici arnesi del contadino medio) non occupino spazio nell’inventario è veramente una ciliegina sulla deliziosa torta che è Azoria.

Fae Farm L'accoglienza della magica Azoria [Recensione]
Image cr: Phoenix Labs, edit cr: Popspace

I paesaggi sono stupendi e hanno dei colori fantastici, e gli animali che li popolano sono adorabili. Ho apprezzato anche i buffi nomi dati sia alle creature amiche, che ricordano veri animali da fattoria, sia a quelle nemiche, dai design davvero creativi e divertenti. L’abbigliamento dei personaggi è affascinante, e i personaggi stessi sono molto carini.

Per qualche motivo il design delle persone, la cui faccia è liscia come quelle dei LEGO, mi ha lasciato all’inizio un po’ incerta. Dato il bellissimo e tridimensionale contesto in cui si trovano, mi sembravano stonare leggermente, ma si tratta di un’inezia a cui si fa l’abitudine in fretta, anche perché i loro design sono davvero incantevoli.

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Ho apprezzato davvero la grande diversità dei personaggi presenti sull’isola, tra cui un ragazzo che si sposta in sedia a rotelle, persone nonbinary, rappresentazione di autismo e personaggi con varie tonalità di colore della pelle (e mi riferisco a quelle realistiche, non alle tonalità verdi e viola, seppur presenti).

Quello che invece davvero non mi ha convinto è la mancanza di profondità nei dialoghi con gli NPC. Oltre al fatto di non avere mai l’opzione di scegliere di cosa parlare, i personaggi ritireranno sempre fuori quelle frasi standard stagionali che vengono a noia molto presto. C’è poco gusto anche nel fare loro dei regali.

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Le cose cambiano nel momento in cui uscite con loro, ma solo per il breve lasso di tempo del vostro appuntamento, in cui parleranno un po’ più a cuore aperto. Senza però la possibilità di fare loro domande o opzioni di dialogo.

Questa, a parer mio, è l’unica vera pecca di un gioco altresì estremamente piacevole e realizzato con una grande cura. Lo consiglio vivamente a chi vuole provare un farming sim 3D intriso di magia (magari quando ci sono gli sconti), in un ambiente rasserenante che qualifica il gioco a pieni voti come un validissimo “cozy game”.

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Homebody – Nel loop dell’orrore anni ’90 [Recensione]

Homebody Ti piacciono i film dell'orrore? [Recensione]

Ecco la mia recensione di “Homebody”, gioco di horror psicologico dei Game Grumps e della Rogue Games, Inc!

Parto subito col dire che Homebody non è un gioco per tuttə. Contiene sangue, body horror, rappresentazioni di depressione, ansia e disturbo ossessivo compulsivo. In più, oltre a questi elementi, crea un senso di inquietudine e paura generale che può risultare difficile da affrontare lucidamente.

Mi metto in prima persona tra gli utenti a cui può risultare difficile da giocare. Questo, però, non mi ha impedito di riconoscere quanto sia un gioco fuori dal comune, nonostante i cliché, e quanto riesca nel suo intento di creare un’atmosfera di oppressione pressoché totale.

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La descrizione ufficiale di Homebody lo descrive come “un puzzle game di sopravvivenza horror su un gruppo di amici tormentati dai ricordi del passato e braccati da un killer implacabile. O vai avanti o morirai nel tentativo di farlo.”

La premessa è esattamente questa. Il personaggio principale, Emlily, è una ragazza che soffre di depressione e OCD che si accinge a trascorrere un weekend in una casa nei boschi con dei vecchi amici per ammirare lo sciame meteorico delle Perseidi.

Già prima di arrivare a destinazione, Emily è tormentata da ansia sociale e insicurezza, e anche quando raggiunge le persone a cui una volta era molto legata, le preoccupazioni non diminuiscono. Tanto più che uno degli amici, che doveva unirsi a loro la sera prima, ancora non si vede.

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Improvvisamente, salta la corrente. La porta è bloccata. Il generatore è in cantina. La cantina è off limits. Sembra che bisognerà mettersi comodi e aspettare il mattino successivo- ah, no. Una figura con addosso una veste da camera, sul volto una strana maschera e in mano una lama compare dal nulla, sicuramente non da fuori, visto che la porta è sbarrata.

Trascinandosi per i corridoi con passo incerto ma più veloce di quanto sembri, l’essere è inesorabile (e comandato dall’IA, quindi anche imprevedibile). Potete provare a scappare, ma vi troverà, come ha fatto con i vostri amici.

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Qui sorge l’inghippo. Prima che Emily se ne accorga, sono di nuovo le 7 di sera e lei è appena arrivata alla casa nel bosco. Che sta succedendo? Perché nessuno dei suoi amici ha memoria dell’accaduto? E soprattutto, come se ne esce?

La casa è disseminata di indizi per risolvere puzzle di medio-alta difficoltà. Ad incrementare la difficoltà dei puzzle, però, è il tempo che passa. Infatti, dopo solo un paio d’ore, puntualmente salterà la luce, e a quel punto mancherà poco all’arrivo dell’essere senza volto.

Il concetto già visto del loop si unisce alle dinamiche da puzzle game per creare un’esperienza di gioco avvincente ma anche frustrante. Per risolvere certi puzzle, infatti, spesso servono più tentativi, e c’è sempre il rischio di venire sorpresi a metà della risoluzione.

Per questo motivo la velocità è di massima importanza, e purtroppo i comandi a volte non sono d’aiuto in questo, soprattutto se non siete abituatə a giochi in cui doversi muovere molto velocemente e con precisione, anche a causa dei cambi di inquadratura che, per quanto decisamente d’effetto, possono rallentare la vostra corsa. Ma non preoccupatevi, dopo qualche loop inizierete a prenderci la mano.

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L’atmosfera da slasher nostalgico anni ’90 è davvero ben riuscita, e l’horror classico si unisce a quello psicologico per creare ancora più disagio. La tensione è costante, il tempo e la figura omicida sembrano essere sempre sul punto di avere la meglio su di voi e questo inficia la concentrazione necessaria a risolvere i vari rompicapo.

Ci sono dei punti in cui nascondersi, però si rompono dopo solo due utilizzi, lasciandovi scoperti.

Ogni volta che verrete uccisi, vedrete delle immagini, scene o persone prima che il loop riprenda, mostrandovi il passato di Emily, le sue paure, o dandovi consigli. Dopo un po’, qualcosa nel loop sembra diverso. Oltre alla legittima domanda “quando finirà tutto questo”, inizia a farsene strada anche un’altra, forse più inquietante: “cosa c’entra tutto questo con me?”

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Non faccio spoiler sul finale, lascio a voi la possibilità di scoprirlo e interpretarlo a modo vostro. Consiglio il gioco a chi è fan dell’horror e dei puzzle game, ma soprattutto a chi ragiona bene sotto pressione e non si fa scoraggiare dalla ripetitività di alcuni loop.

Ringrazio la Rogue Games e Keymailer per averci fornito la chiave che mi ha permesso di provare questo titolo, disponibile su Steam, Nintendo, PlayStation e Xbox!

In conclusione, inserisco questo tweet dei Game Grumps per farvi mostrare da loro, anche visivamente, come appare una tipica sessione di gioco su Homebody.

Vigor GK71 Sonic: La Tastiera Meccanica di MSI per Prestazioni di Gioco Straordinarie

Vigor GK Sonic La Tastiera Meccanica di MSI per Prestazioni di Gioco Straordinarie

Nel mondo dell’hardware da gioco, una tastiera meccanica di alta qualità è un componente essenziale per ottenere prestazioni eccezionali. MSI, un nome di fiducia nell’ambito del gaming, ha lanciato la tastiera meccanica Vigor GK71 Sonic, progettata per offrire una soluzione premium per i giocatori più esigenti. In questa recensione, esploreremo le caratteristiche e le prestazioni di questa tastiera per scoprire cosa la rende così speciale.

Design e Costruzione

La Vigor GK71 Sonic si presenta con un design elegante e moderno. Il pannello superiore in alluminio conferisce una sensazione di robustezza, mentre i tasti meccanici sono disposti in un layout completo con tastierino numerico. I tasti stessi sono realizzati in PBT, un materiale resistente all’usura che offre una lunga durata. Il layout è retroilluminato da LED RGB personalizzabili, che ti permettono di creare l’atmosfera di gioco perfetta per il tuo setup.

Interruttori Meccanici Personalizzabili

Ciò che distingue davvero la Vigor GK71 Sonic sono gli interruttori meccanici personalizzabili. Questa tastiera ti offre la flessibilità di scegliere tra vari tipi di interruttori, tra cui i silenziosi Kailh Red o i tattili Kailh Brown. Questa personalizzazione ti permette di adattare la tastiera alle tue preferenze di gioco e scrittura. Gli interruttori Kailh sono noti per la loro affidabilità e reattività, ideali per i giocatori competitivi.

Copia di Aggiungi unintestazione
Copia di Aggiungi unintestazione

Prestazioni di Gioco Avanzate

La Vigor GK71 Sonic offre prestazioni di gioco avanzate grazie alla sua progettazione intelligente. Il tempo di risposta di 1ms assicura che ogni tua pressione di tasto venga registrata istantaneamente, eliminando qualsiasi ritardo indesiderato. La tastiera è dotata anche di tecnologia anti-ghosting, che consente di premere simultaneamente più tasti senza perdita di input, perfetto per giochi ad alta velocità.

Software di Personalizzazione

Per ulteriore flessibilità, la Vigor GK71 Sonic è compatibile con il software MSI Dragon Center. Questo software intuitivo ti consente di personalizzare la retroilluminazione RGB, creare macro personalizzate e regolare le impostazioni della tastiera in base alle tue esigenze specifiche. Puoi anche sincronizzare facilmente la tastiera con altri prodotti MSI Mystic Light per un’estetica di gioco coordinata.

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Conclusione

In conclusione, la tastiera meccanica MSI Vigor GK71 Sonic è una scelta eccellente per i giocatori che cercano prestazioni di gioco straordinarie e personalizzazione avanzata. Con interruttori meccanici personalizzabili, prestazioni di gioco di alto livello e un design robusto, questa tastiera è un’aggiunta preziosa al tuo setup da gioco.

MSI dimostra così la sua dedizione alla qualità e all’innovazione, offrendo una tastiera che soddisferà le esigenze dei giocatori più appassionati.

Scopri di più sul sito di msi

[Recensione] Barbie: la realtà non è così perfetta come sembra

Barbie movie

La pellicola Barbie – firmata Greta Gerwig – ci mostra il lato nascosto e fragile della famosa icona dai capelli d’oro.

Numeri da record in soli due giorni per l’uscita al cinema di Barbie, il nuovo film di Greta Gerwig – uscito al cinema il 20 luglio in Italia – che riesce ad ottenere 22.3 milioni di dollari con le anteprime negli USA.

In questo film il cast stellare composto da Margot Robbie (Barbie stereotipo), Ryan Gosling (Ken stereotipo), America Ferrera (Gloria) e tanti altri, ci accompagna in una comica avventura alla ricerca dell’identità di Barbie nel mondo reale.

Tuttavia, oltre le stelle e il mondo perfetto dai colori pastello di Barbieland ideato dalla Gerwig c’è molto più di ciò che possiamo pensare.

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frame del film Barbie

La trama – Attenzione spoiler!

Dopo un’esaustiva introduzione ispirata dal film di Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio, veniamo catapultati nel mondo rosa e utopico di Barbieland. Qui risiede una società matriarcale dove le donne sono tutte di successo, sicure di sè e ricoprono posizioni lavorative di grosso calibro. La realtà utopica della terra delle bambole subisce un cambiamento radicale quando la nostra protagonista viene colpita da pensieri intrusivi sulla sua mortalità.

La sua routine, una volta perfetta, viene stravolta, insieme al suo corpo, che inizia a cambiare, e che presenta sempre più imperfezioni. Dopo un incontro con Barbie stramba (Kate McKinnon) – una barbie emarginata – comprende che per curare il suo problema è costretta andare nel mondo reale.

Qui la nostra Barbie stereotipo, affronta tutte le difficoltà del mondo umano. Nel suo viaggio incontra i CEO della Mattel, che cercano di catturarla, e la sua proprietaria Gloria. La donna ha trasferito inavvertitamente le sue preoccupazioni sulla bambola durante una crisi d’identità.

Nel frattempo, Ken stereotipo, che si ritrova nel mondo reale insieme a barbie dopo essersi nascosto nella sua decappottabile, viene a conoscenza del patriarcato e per la prima volta sente di essere importante. Tornato a Barbieland inizia a convertire tutti i Ken al sistema patriarcale, prendendo il sopravvento sulle Barbie e sul loro mondo.

Una volta tornata a Barbieland, portando con sé Gloria e la figlia adolescente Sasha – che in primo luogo disprezzava le Barbie per aver incoraggiato uno standard di bellezza irrealistico – per convincere Ken a riportare tutto all’ordine iniziale.

Quando Ken per la prima volta snobba Barbie questa si rivolge a Barbie stramba per attuare un piano. Insieme alle altre Barbie, manipolano i Ken e mettendoli l’uno contro l’altra si riprendono lentamente il loro potere.

Per la prima volta, Barbie e Ken stereotipo si confrontano, ammettendo i propri fallimenti e Barbie spinge Ken ad acquisire una propria identità. La nostra Barbie stereotipo ora si ritrova senza uno scopo, e con l’aiuto del fantasma di Ruth Handler – co-fondatrice della Mattel – decide di diventare umana e tornare nel mondo reale, chiamandosi come l’originale ispirazione della bambola Barbara Handler.

Barbie

La fragilità umana in una realtà perfettamente imperfetta

Dietro i colori pastello, il rosa shocking e l’apparente perfezione si nasconde molto più di ciò che pensiamo. Il film, scritto da Greta Gerwig e Noah Baumbach, è in realtà un’attenta visione della società odierna. Oltre il sottile strato di ironia e stereotipi si nasconde una forte critica verso la mascolinità tossica e l’inseguimento di canoni di bellezza impossibili.

La giovane Sasha, figlia di Gloria – la proprietaria della Barbie stereotipo – non manca infatti di criticare la bellissima bambola bionda per essere un modello sbagliato per le giovani donne, incoraggiando degli standard di bellezza impossibili e il consumismo superficiale. Barbie quindi, colpita da queste parole viene disillusa, essendo il suo scopo quello di aiutare le giovani donne a diventare forti e indipendenti.

Prendendo invece in esame Ken, la bambola dopo essersi abituato al modello patriarcale, cerca di nascondere la sua insicurezza e la sua fragilità, ammettendo però poi di sentirsi inutile e di non avere un’identità senza la propria Barbie, cosa che ha colpito tutti gli altri Ken e li ha portati a “sottomettere” le altre bambole. Così la nostra protagonista cerca in tutti i modi di incoraggiarlo a trovare una propria strada e un proprio scopo. Tuttavia, si renderà presto conto di essere lei stessa a non avere più uno scopo. Così, insieme a Ruth Handler, ci farà riflettere su quanto sia bello essere semplicemente esseri umani in una realtà perfettamente imperfetta.

4 giochi della Cozy & Family Friendly Games Celebration di Steam da provare – Parte 1

giochi della Cozy Family Friendly Games Celebration di Steam da provare Parte

Steam ha celebrato i “Cozy & Family Friendly Games” sulla sua piattaforma, ed ecco 4 giochi di cui ho provato la demo che vi consiglio!

La “Cozy & Family Friendly Games Celebration” di Steam punta a mettere in luce giochi rilassanti ma anche d’azione che possano essere giocati a tutte le età, con grafiche diverse ma sempre accattivanti e meccaniche tra le più disparate.

Gli eventi di questo tipo proposti da Steam promuovono solitamente anche varie demo da provare, di giochi sia già pubblicati che in arrivo, così che il pubblico possa farsi gratuitamente un’idea di un certo titolo prima di acquistarlo.

Ne ho provate diverse, e queste sono quattro tra le demo che più mi hanno colpito e che consiglio anche a voi di provare! In arrivo anche una seconda parte dedicata ai giochi co-op!

NOTA BENE: anche se la dicitura dell’evento include la dicitura “family friendly”, alcuni dei giochi di seguito elencati hanno delle restrizioni in base ai contenuti, anche se si tratta di restrizioni soprattutto riferite ad età molto giovani.

Carto

Link a Steam!

Carto è un puzzle game d’esplorazione con una meccanica davvero interessante. Il gioco comincia con un solo frammento di una mappa che via via va ricostruita, ma non è tutto. Il mondo intorno a voi rappresenta esattamente la mappa di cui disponete, grande o piccola che sia, niente di più e niente di meno.

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Non solo non potete muovervi al di fuori dei territori che avete scoperto a meno di non trovare altri pezzi, ma dovrete trovare un modo per disporli in modo che combacino con i pezzi già ottenuti per poter continuare ad esplorare!

Ho adorato le premesse di questo gioco e le grafiche disegnate a mano, si tratta decisamente di un “cozy game” con una concetto ben realizzato ed una classica ma avvincente trama a legare il tutto.

Potion Permit

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Confesso che avevo qualche remora prima di provare la demo di questo gioco, in quanto si presenta come l’ennesimo sim/GDR giapponese di turno. Tuttavia, provandolo si è rivelato un gioco davvero valido e coinvolgente, con un buon livello di personalizzazione del personaggio (che tutti sappiamo essere fondamentale in un GDR) e perfino un cane a cui poter dare il nome che preferite.

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Lo scopo del gioco, almeno all’inizio, è convincere gli abitanti del villaggio che siete davvero lì per aiutarli con le vostre doti di alchimia, nonostante loro abbiano pregiudizi su chi viene dalla città a causa di un passato incidente.

Ho trovato molto interessante il modo in cui vanno preparate le pozioni: ogni ingrediente fa parte di una “classe” ed ha una “forma” tipo blocco di Tetris. Ogni pozione richiede che riempiate una determinata forma con una serie di blocchi, indicando a quali classi devono appartenere (è un po’ difficile da spiegare a parole, ma si tratta fondamentalmente di un puzzle).

Gourdlets

Link a Steam!

In questa lista di giochi rilassanti non poteva mancare un sandbox assolutamente senza obiettivi né punteggi, un gioco in cui l’unico scopo è divertirsi e soddisfare la propria creatività.

I Gourdlets sono adorabili esserini che arrivano in treno sulla vostra isola, tutto il resto lo decidete voi. Se costruire un’isola grande o piccola, con deserti o foreste, con grandi città o solo qualche casa in qua e in là. La grafica in pixel art è davvero accattivante, come lo è il fatto di poter decidere praticamente tutto, dalla disposizione di oggetti e case all’arredamento delle case stesse.

Wavetale

Link a Steam!

Wavetale è probabilmente il gioco di questa lista che più mi ha colpito. Ho trovato la sua grafica veramente bella e particolare, e l’atmosfera un po’ distopica con un tocco sovrannaturale ma allo stesso tempo nostalgico mi ha convinto.

Le dinamiche sono belle e piuttosto intuitive. Il solo fatto di poter sfrecciare sull’acqua a tutta velocità per poi schizzare in aria con un salto, planando poi con il retino, tra rovine mezze sommerse vale il dare un’occasione a questo gioco.

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Ho apprezzato molto anche la libertà di esplorazione e la fluidità dei controlli. La storia di Sigrid e di sua nonna, poi, coinvolge fin da subito, come anche il mistero dietro la creatura marina che sembra aiutare Sigrid nonostante la diffidenza di sua nonna.

Nel prossimo articolo recensione parlerò di 3 giochi co-op di cui ho provato la demo durante la “Cozy & Family Friendly Games Celebration” di Steam, perciò attivate le notifiche del sito e seguiteci su instagram, dove posto mini video-recensioni di questi titoli!

Avete provato queste demo o questi giochi? Fatecelo sapere!

[Recensione] La Sirenetta live-action: un’Ariel mai vista prima

La Sirenetta live action

La Disney torna al cinema con un coloratissimo remake live-action del classico del 1989 La Sirenetta, mostrandoci un’Ariel mai vista prima.

La Sirenetta di Rob Marshall è arrivata sullo schermo il 24 maggio di quest’anno tra i pareri discordanti dei fan della Disney che rivendicano la bellezza dei classici originali e quelli entusiasti delle novità portate dai live-action e dai nuovi progetti della multinazionale.

L’attrice Halle Bailey – conosciuta per il ruolo di Sky Forster nella serie Grown-ish e per la sua attività musicale nel duo Chloe x Halle – ha dato un’interpretazione speciale della famosa principessa, dando modo allo spettatore di conoscere un’Ariel mai vista prima, più coraggiosa, intraprendente e strategica.

Nel corso del film abbiamo inoltre modo di approfondire la storia del principe Eric, interpretato da Jonah Hauer-King. Dal ruolo di personaggio secondario a cui era relegato nel classico del 1989, Eric passa in primo piano ottenendo il ruolo di co-protagonista. Infatti, abbiamo avuto modo di scoprire nuovi dettagli sulla sua vita a corte, sulla famiglia e sulla sua personalità, messa quasi a paragone con quella della nostra sirenetta, avvicinandoli e rendendoli più simili a livello umano, esprimendo la voglia di libertà e di cambiamento nella loro vita.

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Ariel e gli altri protagonisti
Ariel e gli altri protagonisti del live-action

Le aggiunte nella trama del live-action possono a primo impatto sembrare superflue, tuttavia, gli approfondimenti sulle storie individuali dei personaggi e sugli eventi – come la scena del naufragio della nave del principe e del salvataggio di Ariel – ci permettono di immergerci maggiormente all’interno della storia e di farci quasi diventare “parte del loro mondo.”

Il live-action tra pecche e piacevoli sorprese

Molti fan su internet hanno espresso il proprio disappunto riguardante la scelta del cast. Secondo alcuni, la scelta di Halle Bailey per il ruolo di Ariel non è propriamente la più azzeccata: la Disney è stata accusata di praticare blackwashing, – una pratica dell’industria cinematografica in cui un attore di origine africana ottiene il ruolo di un personaggio storicamente di un’altra etnia – che per alcuni rappresenta una forma di rivalsa per la comunità nera, spesso messa da parte in passato.

Personalmente, prima di vedere il film al cinema, anch’io mi sono ritrovata ad avere dei dubbi sulla scelta di alcuni attori (e doppiatori), eppure mi sono ritrovata piacevolmente sorpresa e non ho potuto fare a meno di emozionarmi davanti alla bravura della Bailey nella recitazione e nell’interpretazione dei brani composti da Alan Menken, soprattutto in Part of Your World.

Altri dubbi che mi erano sorti prima di vedere il risultato finale in sala erano quelli riguardanti l’uso della CGI per la costruzione dei personaggi Sebastian, il granchio consigliere di Tritone, e Flounder, il migliore amico di Ariel. Nonostante ciò, il live-action è una piacevolissima sorpresa a livello visivo, diventando una storia dai toni contemporanei, rivisitata nel segno dell’inclusione e della diversità, con l’aggiunta di un messaggio di stampo ecologista da parte di re Tritone – interpretato da Javier Bardem – che condanna l’uomo per aver influito negativamente sul destino dell’ambiente marino.

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Il film, nonostante l’accoglienza con alcune controversie negative, è stato apprezzato particolarmente dai critici ma meno dal pubblico. Sul sito di recensioni Rotten Tomatoes il film ha il 67% di gradimento sulla base di 243 recensioni e un gradimento totale del 57% basato su più di 25.000 recensioni di utenti non registrati. L’audience verificata gli attribuisce invece il 95%.

Fonte: Wikipedia

I 10 Migliori Giochi Disegnati a Mano [Metacritic]

I Giochi con le Migliori Valutazioni su Steam

Ecco quali sono, secondo Metacritic, i 10 migliori video giochi disegnati a mano, da “Cuphead” a “Hollow Knight”, ad altri ancora!

Dopo oltre un decennio, l’iconica serie d’avventura Monkey Island è finalmente tornata con un sesto capitolo, intitolato Return to Monkey Island, la cui uscita è avvenuta il 19 Settembre. Questo nuovo capitolo, che si svolge subito dopo Monkey Island 2, ma riconosce anche gli eventi degli altri sequel, si avvale di uno stile artistico unico, disegnato a mano, che infonde nuova vita a questa serie di lunga data.

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Invece di cercare di rendere i loro giochi il più fotorealistici possibile, alcuni titoli moderni hanno creato mondi vibranti, immersivi e colorati utilizzando stili artistici che sono o sembrano disegnati a mano. Secondo Metacritic, i seguenti giochi in particolare ne sono un esempio eccellente.

10. Machinarium (2009) – 88

I Migliori Giochi Disegnati a Mano Metacritic

Sviluppato dallo studio indie ceco Amanita Design, che ha creato altri titoli apprezzati come Happy Game e la serie Samorost, Machinarium è un’avventura punta e clicca del 2009, originariamente pubblicata come gioco Flash.

Ambientato in un mondo steampunk post-apocalittico popolato solo da robot, il gioco segue uno di questi robot, Josef, mentre cerca di salvare la sua ragazza, Berta, e di fermare la Confraternita del Cappuccio Nero.

Ad eccezione di alcuni tutorial all’inizio, l’intero gioco è raccontato da immagini piuttosto che da parole, scritte o parlate. Mentre Josef risolve enigmi e aiuta gli altri robot nella città che dà il titolo al gioco, vi immergerete in un mondo splendidamente dettagliato.

9. Ender Lilies: Quietus of the Knights (2021) – 88

I Migliori Giochi Disegnati a Mano Metacritic

Tra i migliori Metroidvania a sfondo horror c’è il gioco dark fantasy del 2021 Ender Lilies: Quietus of the Knights, che ha come protagonista una donna affetta da amnesia di nome Lily.

Dopo essersi risvegliata in un santuario in rovina, viene avvicinata dallo spirito di un cavaliere, il quale le rivela che l’intero regno di Finis è stato maledetto da una pioggia incessante che trasforma ogni essere vivente in creature note come “Impuri”.

In qualità di ultima Sacerdotessa Bianca sopravvissuta, Lily ha la capacità di purificare le creature malate e di evocare gli spiriti purificati affinché combattano per lei. Utilizzando questi poteri, Lily dovrà viaggiare attraverso la terra per scoprire la fonte della pioggia. Oltre ad un gameplay divertente e approfondito, il gioco è ricco di animazioni fluide e di immagini cupe e mozzafiato.

8. Cuphead (2017) – 88

I Migliori Giochi Disegnati a Mano Metacritic

Basato sui cartoni animati degli anni ’30, in particolare sull’animazione “Rubber hose” e sullo stile surrealista dei Fleischer Studios, Cuphead è un run-and-gun del 2017 in cui un massimo di due persone potrà controllare Cuphead o suo fratello, Mugman, mentre superano livelli, acquisiscono abilità e combattono boss.

Dopo aver perso una scommessa con il Diavolo, i due fratelli devono raccogliere le anime di altri individui per pagare i loro debiti.

Invece di limitarsi a riprodurre l’estetica dei cartoni animati degli anni ’30, gli sviluppatori hanno cercato di ricreare appieno gli stili dell’epoca utilizzando la tradizionale animazione cel disegnata a mano e gli sfondi ad acquerello. Combinando tutto questo con la colonna sonora jazz ed il filtro delle vecchie pellicole, Cuphead sembra davvero essere stato creato durante quel periodo.

7. I Was a Teenage Exocolonist (2022) – 89

I Migliori Giochi Disegnati a Mano Metacritic

Uscito di recente, il 25 Agosto, I Was a Teenage Exocolonist è un RPG deck building in stile visual novel che segue la storia di unə protagonista personalizzabile che acquisisce la capacità di vedere le vite passate e i possibili futuri.

Come nel caso del sim di vita rurale Stardew Valley, questo gioco solarpunk prevede che chi gioca inizi una nuova vita in una piccola comunità, ma questa nuova vita ha come sfondo la colonia sul pianeta alieno Vertumna IV.

Mentre affronta l’adolescenza, ələ protagonista svilupperà le proprie abilità, scoprirà misteri e forse troverà anche l’amore. Tutte queste scelte si traducono in varie carte che possono essere utilizzate durante le battaglie. Per dare vita a questo mondo vibrante, il gioco si avvale di splendide immagini che ricordano i libri delle favole.

6. Hollow Knight (2017) – 90

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Uno dei videogiochi più iconici e più impegnativi da battere è Hollow Knight, un gioco Souls-like in 2D del 2017, che ha come protagonista un guerriero insettoide senza nome, conosciuto come il Cavaliere.

Dopo essere arrivato nella piccola città di Dirtmouth, il Cavaliere scopre le rovine di Hollownest, un tempo un regno fiorente prima che “l’Infezione” corrompesse ogni cosa.

Per fermare questa malattia sovrannaturale, il Cavaliere dovrà trovare ed uccidere i tre Sognatori, in modo da poter aprire la porta che conduce all’origine dell’Infezione e sconfiggerla. Sia questo gioco che il suo imminente sequel, Hollow Knight: Silksong, hanno ambienti straordinariamente dettagliati e personaggi dal design incantevole.

5. Gorogoa (2017) – 91

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Uscito verso la fine del 2017, Gorogoa è un puzzle game rilassante e premiato che parla di un ragazzo che incontra una bestia divina. Analogamente a Machinarium, questa storia non viene raccontata attraverso dialoghi o parole scritte, bensì attraverso le immagini e il gameplay.

Utilizzando una griglia rettangolare divisa in quattro, potrete risolvere gli enigmi manipolando i pannelli all’interno della griglia, spostandoli, sovrapponendoli, facendo clic su alcuni elementi e ingrandendoli o rimpicciolendoli.

Dall’inizio alla fine, il gioco presenta immagini meravigliosamente dettagliate, simili a quelle di un libro di fiabe, che veicolano facilmente una narrazione che fa riflettere.

4. Broken Sword: Director’s Cut (2010) – 91

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Pubblicato originariamente nel 1996, Broken Sword: Shadow of the Templars è un premiato gioco d’avventura punta e clicca, nonché il primo titolo della serie Broken Sword.

Il gioco segue le vicende di un giovane americano di nome George Stobbart che collabora con la fotoreporter francese Nicole “Nico” Collard per risolvere una serie di omicidi legati al conflitto aperto tra l’Ordine degli Assassini ed i Templari.

Anni dopo, il gioco ha ricevuto un remake arricchito intitolato Broken Sword: Director’s Cut, che introduce una nuova campagna in cui si può controllare Nico. Entrambe le versioni presentano uno stile artistico unico, disegnato a mano, che ha contribuito a distinguere questi giochi da altri titoli punta e clicca, anche se le sezioni aggiunte nella Director’s Cut contrastano fortemente con l’arte originale.

3. Hades (2020) – 93

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Sebbene tutti i giochi dello studio indie Supergiant Games, tra cui Bastion, Transistor e Pyre, siano caratterizzati da una bellezza artistica mozzafiato, il loro ultimo titolo: il premiato Hades ne è sicuramente l’esempio migliore.

In questo dungeon crawler d’azione roguelike, il protagonista Zagreus, figlio di Ade, scopre che sua madre è in realtà Persefone e decide di combattere attraverso gli Inferi fino alla superficie per incontrarla.

Oltre ai ben disegnati ambienti di gioco ed ai mostri, che contengono tutti piccoli dettagli che li fanno risaltare, i disegni e i ritratti dei personaggi sono memorabili e suggestivi. Anche semplicemente dal design di un personaggio si può imparare molto sulla sua personalità.

2. Raiders of the North Sea (2019) – 94

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Raiders of the North Sea è un gioco worker-placement del 2019, l’adattamento digitale del premiato gioco da tavolo del 2015 che porta lo stesso nome.

In questo gioco da tavolo di strategia a turni, controllerete un clan di vichinghi che naviga verso nuove terre in modo da poter razziare quelle zone e riportare tesori al capo tribù. A vincere è poi il clan con il maggior numero di punti.

Per farlo, bisogna piazzare e rimuovere i lavoratori da un piccolo villaggio sul tabellone. Questi permetteranno di ottenere i membri dell’equipaggio e le provviste necessarie per compiere le incursioni. Oltre ad un gameplay essenziale ma coinvolgente, questa versione digitale presenta uno stile artistico semplice che conferisce al gioco un certo carattere, senza però distogliere l’attenzione dal gioco stesso.

1. Meteorfall: Journey (2018) – 95

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Ispirato a Dominion e Dream Quest, Meteorfall: Journey è un gioco roguelike deck-building per dispositivi mobili, il primo della serie Meteorfall.

Nei panni di diversi e singolari eroi, dovrete viaggiare per il mondo, combattere i nemici, sconfiggere diversi boss, trovare la Nukropolis, uccidere l’Uberlich e impedire alla meteora menzionata nel titolo di distruggere il mondo.

Con sei diversi eroi tra cui scegliere, sette boss da sconfiggere, oltre 150 carte da raccogliere e molti eventi unici in cui imbattersi, Meteorfall: Journey è già di per sé un’esperienza di gioco coinvolgente. Come se non bastasse, il gioco ha anche uno stile artistico cartoonesco che contribuisce ad immergere ancora di più chi lo gioca in questo stravagante mondo fantascientifico.

Fonte

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