A New York la pioggia batteva umida sopra le pallide luci di una città troppo rumorosa per accorgersene. La fioca luce dei lampioni riusciva a malapena ad illuminare le grigie figure che si accalcavano sui marciapiedi, ognuna persa nei propri pensieri, in una giornata così simile a quelle precedenti. Tante grigie esistenze, in qualche modo somiglianti e non dissimili, che camminavano sotto una pioggia incessante, indistinguibili ad un occhio ordinario, ma di certo fra queste non rientrava Jesse Faden. Lei aveva vissuto tutto tranne che una vita ordinaria, e proprio a questa anelava, ad una vita nascosta fra le tante, di potersi permettere il lusso di perdersi fra i propri pensieri. Ma entrando in quell’enorme palazzo grigio di freddo cemento, Jesse sapeva che in qualche modo, questo non sarebbe mai successo. Era il momento di prendere il controllo, una volta per tutte.
- Federal Bureau of Control
La storia dell”ultima fatica di Remedy, Control, è per certi versi curiosa: generalmente apprezzato al lancio – seppur non con eccessi di entusiasmo – sembra che, come il buon vino, più passa il tempo e più questo titolo risulti apprezzato, tanto che adesso, con l’uscita dell’edizione Ultimate per le console next-gen, il titolo venga considerato un vero “must-have“. Personalmente, avevo avuto modo di giocare a Control già nel 2019, rimanendone molto colpito, ma dopo averlo recuperato grazie al PS Plus in versione Ultimate, devo dire che ne sono rimasto sinceramente entusiasta.
Il titolo, a dire la verità, nella sua struttura non propone praticamente nulla di innovativo. Si tratta di un tps-arena estremamente frenetico, dove la nostra protagonista, Jesse, dovrà farsi strada fra orde di ex-impiegati del dipartimento, oramai presi dall’Hiss (un’entità sovrannaturale maligna che ha fatto mettere in quarantena tutto il Federal Bureau of Control, o FBC), in una struttura di gioco che rimanda ai più classici metroidvania: una mappa di gioco interconnessa che si evolve con noi, disvelando nuove zone e segreti via via che potenzieremo la nostra protagonista e le sue abilità.
Pad alla mano, Control risulta veramente bello da giocare dunque: gli scontri sono entusiasmanti, impongono al giocatore di essere continuamente in offensiva ed in movimento, e sopratutto di usare tutte le risorse a disposizione. Jesse, infatti, avrà dalla sua parte vari strumenti di difesa, divisi in due specifiche categorie. Da una parte Jesse avrà a disposizione l’Arma di Servizio, l’arma del Direttore, che assume varie forme per garantire una modalità di fuoco differente: dalla normale pistola fino ad un potente lanciamissili, passando da un comodo fucile a pompa ed altre. Dall’altra parte invece, Jesse potrà utilizzare dei poteri paranormali che le permetteranno di avere la meglio sulle orde di nemici, divisi in abilità offensive, difensive e di movimento.
Queste abilità, i poteri e le armi, saranno totalmente potenziabili e modificabili con specifiche mod, che ci permetteranno di modificare parzialmente il nostro stile di approccio agli scontri, prediligendo ora queste abilità, ora queste altre. Una struttura quindi molto diffusa, che risulta però dannatamente efficace, sopratutto perchè realizzata con una cura ed un’attenzione fuori dal comune, per quanto non innovativa o stupefacente.
Ma è l’unica cosa che non stupisce, in Control.
- Welcome to the Oldest House
Control fa subito capire di essere un titolo fuori schema fin dalla sua introduzione. La Oldest House – così viene chiamato il quartier generale dell’FBC – è un enorme palazzo granitico di cui nessuno si stupisce più di tanto: perchè sono abituati a vederlo? No, perchè la Oldest House si fa vedere solo a coloro che la stanno cercando, che sanno della sua esistenza. Come tutto in Control, niente è come appare ad una prima occhiata, ed il titolo ha una clamorosa capacità di farvi dubitare di ciò che state vedendo con i vostri occhi.
La storia di Jesse è scritta con una cura francamente imbarazzante. La trama presenta tanti colpi di scena, ma ciò che lascia esterrefatti è la sua complessità nascosta, che ci viene disvelata piano piano, e solamente se avremo voglia di approfondirla fino in fondo. Notevoli sono infatti i media che ci racconteranno le vicende che circondano il misterioso FBC e il suo personale: da semplici documenti a fotografie sparse, da registrazioni audio fino a vere e proprie registrazioni video. Approfondire tutto è lasciato alla voglia del giocatore di esplorare ogni angolo, di completare incarichi secondari e intere sottotrame nascoste, lasciate alla volontà del giocatore di addentrarsi nei meandri della Oldest House.
Proprio la sede dell’FBC però è ciò che mi ha lasciato a bocca aperta per tutta la durata del gioco. Poche volte ho visto un’ambientazione creata con tanta cura, capace di trasmettere così tanta atmosfera. La Oldest House, essendo il luogo di ricerca degli eventi paranormali, è un Luogo di Potere, da cui il personale del Bureau può accedere al Piano Astrale, un altro piano dell’esistenza che viene analizzato e studiato, e a cui sono collegati sia gli Oggetti del Potere, oggetti legati al Piano Astrale, che hanno quindi particolari capacità di alterazione dello spazio, del tempo e della fisica del nostro piano dell’esistenza.
La Oldest House presenterà al suo interno costruzioni architettoniche impossibili, scorci incredibili uniti a normali uffici e costruzioni artificiali, il tutto immerso in una costante atmosfera di inquietudine e mistero. Esplorare questa ambientazione lascia sempre esterrefatti, sorpresi e confusi, ma Control riesce sempre a farci sentire a casa in questo costante senso di stupore, di caos calmo, di impossibili realtà. E ogni volta che penseremo di averle viste tutte… rimarremo ancora una volta esterrefatti.
Tecnicamente poi, Control è una gioia. Sulla vecchia generazione di console, Control era legato ad un hardware che ne limitava la potenza, ma sulle console di nuova generazione, tutta la sua potenza viene sprigionata – ovviamente non raggiungendo mai il livello di un PC di alto profilo – lasciando a bocca aperta. Nel 2019 infatti, Control si dimostrò subito molto più avanti rispetto al resto della concorrenza: non solo proponeva il miglior Ray Tracing sul mercato, ma è la quantità di cose che faceva dietro le quinte a lasciare esterrefatti. Prendete il sistema di distruzione degli ambienti, per esempio, grazie al quale praticamente ogni oggetto può essere fatto a pezzi, e poi pensate a quanti di quegli oggetti sono presenti in ogni scena. Ogni scontro a fuoco diventa uno spettacolo di fisica. E adesso, sulla next-gen, il titolo finalmente riesce a raggiungere un livello qualitativo che gli rende giustizia.
You’re the new Director.
Control, insomma, stupisce e conquista, ammalia e lascia confusi, ma sopratutto è un videogioco, ed è dannatamente divertente da giocare. Meno “esperimento” da parte di Remedy – la quale però non rinuncia ad alcune scelte autoriali che elevano il titolo ben al di sopra della media – che però qua sono maggiormente supportate da un gameplay solido e complesso, rispetto ad altri titoli precedenti come Quantum Break.
Un plauso infine ad una sezione in particolare, che sono sicuro rimarrà nella mia testa negli anni a venire: “Labirinto del Posacenere”, chi l’ha giocato, sa di cosa parlo e chi non l’ha fatto… beh che aspettate?
La grande potenza immaginifica si unisce ad un gameplay solido e profondo, e con l’attuale presenza sia sul Playstation Plus, sia sul GamePass di Microsoft, non avete davvero più scuse. Fate il vostro ingresso nella Oldest House, e prendete il controllo.