Dragon’s Dogma II è un gioco denso e meccanicamente complesso, il che rende la scelta della migliore Vocazione per iniziare un compito a dir poco spaventoso, specialmente se consideriamo la decisione da parte di CapCom di rendere un solo salvataggio disponibile ai giocatori.
Come fare per Scegliere?
Se anche voi, come me, soffrite di analysis-paralysis su ogni schermata di creazione del personaggio, vi do un consiglio: rilassatevi. Dragon’s Dogma 2 vuole che tu giochi e livelli diverse Vocazioni, specialmente perché farlo ti darà accesso ad augments, buff permanenti che puoi utilizzare mentre giochi con qualsiasi Vocazione.
Tuttavia, anche se cambiare la Vocazione sarà piuttosto facile, non avrai l’opportunità di farlo per alcune ore, e potresti voler rimanere su una classe per abituarti al sistema di combattimento spesso caotico, soprattutto nelle prime fasi iniziali del gioco.
Quali sono le Vocazioni iniziali?
Guerriero: specializzato nell’uso del blocco per parare i colpi potenti, dandoti l’opportunità di contrattaccare.
Ladro: maestro nello sporcarsi le mani. Offre molta versatilità, ma si concentra principalmente sul colpire (o pugnalare) i nemici a terra.
Mago: Un incantatore versatile con magie di supporto e di attacco. Il Mago eccelle nello sfruttare le debolezze elementali dei nemici e lanciare incantesimi curativi e difensivi.
Arciere: Un attaccante a distanza. Il punto di forza dell’Arciere è la capacità di colpire i punti deboli dei mostri da lontano.
Ogni classe ha un ruolo specifico nel gruppo, quindi si consiglia una composizione equilibrata. È importante sottolineare che non sei vincolato alla classe iniziale e, anzi, probabilmente non dovresti rimanere con la scelta iniziale per tutto il gioco. C’è molto da guadagnare dal livellamento di altre Vocazioni. Diventa un tuttofare, padroneggia tutto: questo è il tuo destino!
Anche se le opinioni possono variare, visto che ogni classe ha un ruolo ben preciso, penso che la migliore Vocazione iniziale in Dragon’s Dogma II sia il Ladro, seguito a ruota dal Guerriero.
La migliore Vocazione
Nonostante Ladri e furfanti siano solitamente considerati classi “avanzate” negli RPG, il Ladro in Dragon’s Dogma 2 è perfetto per i principianti. Ha a disposizione una schivata eccellente per uscire dai guai e Mantello dell’Ombra che riduce la probabilità di essere attaccato dai mostri. Urta e Solleva offre la possibilità di rubare oggetti colpendo i nemici, ma la vera arma segreta è Intrappolare.
Questa abilità permette di lanciare una corda contro un nemico e tirarlo verso di te, facendo cadere a terra goblin di media taglia, banditi e scheletri. È particolarmente utile contro le Arpie, fastidiose all’inizio del gioco, che possono essere letteralmente strappate dal cielo. Sui nemici più grossi, Intrappolare li fa inciampare quando sono già barcollanti.
Il Guerriero si piazza al secondo posto per la sua utilità difensiva. Richiede però di stare più spesso nel vivo dell’azione, mentre il Ladro può permettersi un approccio più passivo, aspettando il momento giusto per colpire. Se preferisci un ruolo più attivo (e ami le parate perfette), scegli il Guerriero.
Arciere e Mago, invece, non sono consigliati per i principianti. Entrambe le classi richiedono una buona conoscenza delle meccaniche di gioco per essere sfruttate al massimo. Gli Arcieri traggono vantaggio dalla conoscenza dei punti deboli dei mostri, mentre i Maghi eccellono nello sfruttare le loro vulnerabilità e, generalmente, agiscono come supporto per il gruppo. Tuttavia, il Mago è una scelta ottima per la tua Pedina principale, in quanto puoi impostare le sue abilità di supporto da utilizzare automaticamente in combattimento.
Persona 3 Reload dimostra come mai fosse necessario un Remake di questo capitolo della amatissima saga videoludica. Ma come ha fatto?
Ci sono alcuni videogiochi che vengono gettati nell’oblio, che vengono dimenticati perché non hanno niente che valga la pena di essere ricordato, perché sono stati surclassati da altri titoli, perché erano troppo acerbi o semplicemente perché non erano dei bei giochi.
Ci sono altri giochi, invece, che verranno ricordati per sempre, ricordati per la loro storia, per il loro gameplay o semplicemente perché sono stati giocati in momenti importanti nella vita di molte persone.
Infine, ci sono giochi che vengono ricordati solo da alcuni fan di vecchia data, o da alcuni abbastanza curiosi di provare qualcosa di diverso dal solito, o ancora da alcuni abbastanza coraggiosi da mettere mano ad un titolo ormai considerato “vecchio”. Ecco, prendiamo il caso di quest’ultimo titolo citato, e teniamo conto del fatto che ne esistano due riedizioni completamente diverse, con meccaniche e strutture differenti, uscite per console distinte e senza che nessuna sia considerabile quella definitiva: ecco a voi il caso Persona 3.
Come mai serviva?
Questo titolo, infatti, ha già avuto due simil-remake: oltre alla versione base sono state pubblicate l’edizione “Portable”, per PSP, e l’edizione “FES”, per PlayStation 2.
Se la prima versione impreziosisce l’originale aggiungendo, per esempio, la possibilità di dare comandi diretti al party e introducendo la meccanica del “One More”, allo stesso tempo contiene limiti di gameplay dovuti alla tecnologia della PSP. Per citarne una, non era possibile esplorare in maniera libera, ma solamente attraverso dei menu in stile punta e clicca.
D’altra parte, sotto questo punto di vista Persona 3 FES rimane più fedele all’originale, permettendo ai giocatori di usufruire di un’esplorazione più libera, ma senza tutte le migliorie della versione per PSP.
Persona 3 Reload nasce per portare una soluzione che possa unire tutti i migliori aspetti di queste due versioni, creando quindi una tanto attesa versione definitiva dell’opera, con tanto di migliorie estetiche che superano persino quelle dell’amatissimo quinto capitolo. Con questa recensione, si vorrebbe evidenziare il modo in cui P Studio sia riuscito a creare il Persona 3 definitivo, attraverso un’opera di Remake degna, finalmente, di questo nome. In questo articolo non saranno presenti spoiler riguardanti la trama del gioco, ma approfondirò alcune delle meccaniche esclusive di questo Remake. Se volete scoprirle da voi, vi consiglio di saltare quelle parti, che verranno comunque segnalate con il giusto anticipo.
Una Grafica Altalenante
Partiamo subito con una delle modifiche più palesi: l’estetica del gioco è stata completamente rinnovata, donando all’opera un look decisamente più fresco e piacevole alla vista. Gli asset di Persona 3 Reload sono stati tutti riadattati in alta definizione per renderlo, sotto questo punto di vista, il più qualitativamente apprezzabile rispetto agli altri capitoli della serie. Ciò non basta, però, a renderla una grafica degna di questa generazione videoludica: i dettagli delle texture rimangono comunque ai livelli di ciò che una PlayStation 4 poteva offrire senza alcun tipo di problema, e lo stesso si applica in generale ai modelli e a tutte le animazioni che non riguardano i menu o il combattimento, come ad esempio la camminata del protagonista o la famosa “folla” al Club Escapade, perfettamente immobile, se non per 2 o 3 NPCs. Non serve esattamente una PS5 Pro per far girare questo capitolo, per intenderci.
Questa scelta, a dirla tutta, arriva con dei benefici per alcuni giocatori: la semplicità grafica potrebbe permettere a console datate, come la Nintendo Switch, di reggere il gioco senza troppe sbavature.
Menu di Gioco Sbalorditivi
Ciò che più ho apprezzato, parlando sempre del reparto grafico, è proprio il rifacimento di tutti i menu, che prendono in prestito il colpo d’occhio e le animazioni a dir poco piacevoli del quinto capitolo della serie.
Il risultato è a dir poco sbalorditivo: quello che normalmente viene visto come un processo estremamente noioso e meccanico, ovvero cercare tra i menu un’opzione specifica, diventa improvvisamente uno spettacolo per gli occhi, il tutto senza sacrificare la fluidità e la semplicità di navigazione.
Lo stesso esatto principio si applica anche per i menu di combattimento: La nuova estetica è stata riadattata in maniera sublime prendendo in prestito la fluidità e la chiarezza di Persona 5, ma senza renderla una copia di quest’ultimo, mantenendo quindi l’impronta stilistica del terzo capitolo.
Si Combatte meglio che mai
Il combattimento è uno degli elementi fondanti dei JRPG e i capitoli di Persona, in quanto tali, dimostrano gran parte delle loro potenzialità proprio in questo campo. Più avanti approfondiremo le meccaniche più interessanti riguardanti appunto il Combat, ma adesso preferirei concentrarmi su uno dei maggiori problemi degli RPG a turni, ovvero la lentezza.
Il grande problema degli RPG a Turni
Non è una novità infatti che a giochi del genere si associ il fatto di dover aspettare una grossa quantità di tempo tra una mossa e l’altra, soprattutto se queste sono precedute da una infinita animazione, spettacolare sì la prima volta, ma interminabile e noiosa per le seguenti.
Parlando del quinto capitolo, una delle migliorie che più ho apprezzato è stata proprio la creazione di una dinamicità e rapidità nel poter scegliere le mosse e nell’effettuarle: una volta premuto il tasto triangolo (dicendo quindi al gioco che si intendeva attaccare con una Persona), questa veniva evocata nel momento stesso della pressione, facendo partire l’animazione ancora prima che si decidesse la mossa specifica da eseguire. Inoltre, durante le mosse di gruppo, precedute da una vera e propria piccola cutscene, si aveva la possibilità di saltare per intero l’animazione, se non si era interessati a vederla.
Nonostante questi due elementi di Quality of Life in Persona 3 Reload non siano presenti e vadano ad allungare il brodo durante le battaglie, queste rimangono comunque dinamiche, veloci e intrattenenti.
Una piacevole Conferma
Uno degli aspetti che più mi interessava approfondire di questo remake erano tutte le varie meccaniche legate al combattimento: oltre a quelle presenti nell’originale, quali altre avremmo trovato? La risposta è stata esattamente quello che speravo, ovvero sono presenti tutte le meccaniche dei remake e dei capitoli successivi che contraddistinguono la saga.
Cosa prende in prestito dagli altri Capitoli
Parlando delle meccaniche presenti in tutti i capitoli della saga, dal terzo in poi, troviamo:
Il One More, ovvero poter effettuare un secondo attacco, una volta che si attacca un nemico colpendo la sua debolezza; La Staffetta, il poter cambiare membro del party con il quale attaccare dopo che si effettua un One More; La Mano Arcana, ovvero la possibilità di pescare delle carte a fine combattimento che ti permettono di avere dei bonus ed ovviamente la possibilità di acquisire le Ombre per comandarle e di fonderle per crearne di più potenti; Il Supporto dà la possibilità, premendo semplicemente un tasto, di selezionare immediatamente un nemico e di attaccarlo con una mossa debole per quest’ultimo, a patto di aver già precedentemente scoperto di quale debolezza si trattasse.
Cosa aggiunge di esclusivo
Oltre queste meccaniche, ne troviamo alcune esclusive di Persona 3 Reload, che contribuiscono a rendere i combattimenti più dinamici che mai. Se volete evitare Spoiler riguardanti le meccaniche nuove di questo Remake, questo è il momento adatto per saltare direttamente al prossimo paragrafo.
Una delle aggiunte più interessanti è sicuramente quella della Teurgia: ogni volta che i nostri compagni eseguono un’azione che riflette il loro ruolo, verrà piano piano caricata una barra presente a destra, vicino agli HP ed SP dei membri del party. Una volta al massimo, potremo effettuare una mossa speciale, anch’essa specifica per ogni compagno.
Un’altra meccanica esclusiva di questa nuova edizione è rappresentata da dei grandi Orologi: durante l’esplorazione nel Tartaro, ci si potrà imbattere in delle porte circolari che rappresentano i quadranti degli orologi. Entrando, potremo selezionare due membri del party, che siano quelli attivi o inattivi, e gli daremo la possibilità di raggiungere immediatamente il livello del nostro protagonista al prossimo combattimento. In questo modo ci eviteremo ore ed ore di grinding per far raggiungere a tutti i nostri compagni un livello alto, rendendola uno degli elementi di Quality of Life più comodi e piacevoli.
Per finire, la Persona 3 Reload ci delizia con un’ultima aggiunta, anche questa in parte di Quality of Life: si tratta delle Porte delle Monadi. Come le precedenti, queste si potranno trovare sparse in giro per il Tartaro. Entrando questa volta, però, ci ritroveremo a scontrarci con un mid-boss. Se sconfitto, non solo ci ricompenserà con una grande quantità di esperienza e di oggetti preziosi, ma aumenterà la nostra possibilità di ottenere Arcani Maggiori durante la Mano Arcana, dandoci quindi bonus utilissimi per il combattimento e l’esplorazione.
Uno Slice of Life degno di questo nome
L’altro elemento fondamentale per Persona è sicuramente l’aspetto Slice of Life. Se non stiamo combattendo contro i mostri nel Tartaro, infatti, è molto probabile che stiamo ascoltando una lezione a scuola, stiamo uscendo con i nostri amici, siamo in biblioteca per diventare più intelligenti o stiamo semplicemente guardando qualcosa alla tv.
Come in tutti i principali capitoli, alterniamo i momenti in cui potenziamo le nostre Skill Sociali, che in questo caso sono solamente tre, ovvero Sapere, Fascino e Coraggio, a momenti in cui approfondiamo i nostri rapporti sociali, ognuno dei quali rappresentato da una delle carte degli Arcani Maggiori, per un totale di 22 relazioni.
In Persona 3 Reload, però, potremo inoltre passare le giornate insieme ad uno dei nostri compagni di squadra, che non sono rappresentati da nessuna carta degli Arcani, in modo da ottenere oggetti, statistiche sociali e, in alcuni casi, potenziamenti per quello specifico compagno nel combattimento, come abilità, mosse o addirittura nuove Teurgie.
Non mancano ovviamente le varie possibilità di Romance Route con i vari personaggi femminili o la possibilità di ottenere Personae molto potenti una volta portato al rango massimo uno dei Legami, o ancora di Invertirli in caso le risposte che diamo non piacciano a questi ultimi.
La meraviglia delle Soundtracks
Se gli aspetti fondamentali della saga di Persona, dal punto di vista delle meccaniche, sono due ovvero Combat e Slice of Life, dal punto di vista estetico possiamo trovarne altrettanti, e mi riferisco ai già affrontati Menu di Gioco e alla Musica.
Proprio dalla versione originale di questo capitolo, infatti, le Soundtracks di questo gioco diventano immediatamente riconoscibili e impresse per sempre nella nostra mente.
Persona 3 Reload sotto questo punto di vista non si differenzia in alcun modo rispetto all’originale o agli altri capitoli della saga: le già presenti meravigliose soundtracks della versione base sono arricchite da remake di queste ultime, composte esclusivamente per questo capitolo, donando una chiave contemporanea alle OSTs che abbiamo imparato ad amare giocando al titolo del 2006.
Per concludere, possiamo definire Persona 3 Reload un tentativo ben riuscito di Remake, in quanto ha unito con successo due versioni completamente diverse tra di loro, entrambe con i propri pro e contro, risultando in una edizione definitiva dell’opera. Non mancano lacune dal punto di vista grafico, che vengono però annebbiate dai meravigliosi menu di gioco, anche questi completamente rinnovati.
Quello che possiamo ben sperare è che questo Remake possa essere un preludio per quello che sarà Persona 6, e ci auguriamo che P Studio prenda questa opera come base su cui poter aggiungere e migliorare i vari aspetti dell’attesissimo sequel di questa saga.
Alcune tra le skin più costose di Fortnite non possono più essere acquistate, diventando quindi molto ricercate da alcuni tipi di giocatori.
Tutti conosciamo Fortnite, il gioco che dal 2017 ad oggi continua ad essere tra i più popolari e giocati. Come saprete, nel gioco è possibile ottenere varie skin, ovvero i costumi che cambiano l’aspetto del proprio personaggio, a pagamento.
Molte di queste nascono dalla collaborazione tra Fornite ed alcuni grandi marchi, come Samsung, Honor, Nintendo o addirittura Nvidia: spesso bisognava acquistare uno dei loro prodotti per ottenere degli aspetti esclusivi, ottenibili solo in questo modo.
In questo articolo approfondiremo 5 delle skin più costose, che sia per la loro rarità o per il costo elevato dell’articolo da acquistare per ottenerla.
5: Double Helix
Skin rilasciata in esclusiva per la console Nintendo Switch, fa parte anche delle skin più rare. Per ottenerla era necessario acquistare il “Nintendo Switch Double Helix Bundle”.
Al rilascio questo costava $299, mentre attualmente un profilo che possiede tale skin può arrivare a costare più di $1000.
4: Reflex
Altra skin molto rara, ottenibile solo tramite l’acquisto di una GPU Nvidia GeForce, e utilizzabile solo dalla versione del gioco per PC.
La skin è stata rimossa dal gioco, poiché rilasciata per errore, ed è stata sostituita da un’altra skin. Il suo valore originale si aggira tra $299-$499, ma il suo valore attuale è sconosciuto, dato che i rivenditori sono veramente pochi.
3: Honor Guard
Questa skin era ottenibile tramite l’acquisto di uno smartphone Honor View 20.
Al momento dell’uscita non ha ricevuto numerosi consensi, in quanto molti dei giocatori la consideravano una versione colorata della skin “Overtaker”, e per questo venne considerata non all’altezza della collaborazione.
Nonostante questo, il suo prezzo all’uscita era tra i più alti, arrivando a costare 650$ ma, probabilmente a causa del malcontento dei giocatori, adesso può essere acquistata a 30$ circa.
2: Ikonik
Come quella precedente, anche questa skin poteva essere ottenuta acquistando uno smartphone. Si parla in questo caso del Samsung Galaxy S10. Insieme a questa skin, veniva regalata l’emote omonima, ottenibile anche questa solo tramite l’acquisto dello smartphone.
Ad oggi questa skin non ha un valore preciso, sempre per lo stesso motivo: i rivenditori sono estremamente pochi. Ai tempi però, lo smartphone costava tra i $749-$999, ed è molto probabile che adesso il suo valore sia più alto.
1: Galaxy
Il titolo per la skin più costosa nella storia di Fortnite sembrerebbe essere Galaxy! La skin poteva essere ottenuta solamente acquistando un Samsung Galaxy Note 9 o un Samsung Galaxy Tab S4. Per riscattarla, bisognava avviare almeno una partita su questi dispositivi, dopo aver effettuato l’accesso con il proprio account Epic.
Come quelle precedenti, questa skin non ha valore, ma ai tempi i dispositivi potevano essere acquistati ad un prezzo che si aggira tra i $649-$1249.
Queste, tra tutte, sono le skin che detengono il record di avere il maggior valore economico. Se siete in posseso di alcune di queste, sappiate che potreste avere con voi un piccolo tesoro!
Se scopriste di averle, cosa fareste? Le conservereste nella vostra collezione, magari per vantarvi con i vostri amici oppure ne approfittereste per venderle e guadagnare qualche soldo? Se vi interessano altre notizie riguardanti Fortnite, vi consiglio caldamente questo articolo!