Tutti i titoli che lasceranno PlayStation Plus a novembre 2024

Tutti i titoli che lasceranno PlayStation Plus a novembre

Ecco l’elenco di tutti i titoli che non faranno più parte del servizio PlayStation Plus a partire da metà novembre 2024!

Sony ha rivelato che ben 18 giochi per PS5 e PS4 verranno rimossi dall’offerta di PlayStation Plus a novembre 2024. A partire da oggi, gli abbonati a PS Plus Extra e Premium hanno ricevuto una serie di nuovi titoli da giocare, tra cui Dead Island 2, Two Point Campus, Gris e Ghostbusters: Spirits Unleashed.

Simile: Metaphor: ReFantazio batte il record di Persona 3 Reload

Parallelamente, 18 giochi sono finiti nella sezione “Last Chance to Play” di PS Plus. Questi lasceranno il servizio probabilmente tra un mese, intorno al 18 novembre, quando dovrebbe arrivare la nuova ondata di titoli Extra e Premium.

L’elenco di giochi che scomparirà da PS Plus è una delle liste più ampie che abbia mai lasciato il servizio in una botta sola, e per di più include numerosi titoli di successo, tra cui Red Dead Redemption 2, Grand Theft Auto: San Andreas – Definitive Edition, The Sims 4: City Living e quasi tutta la saga di Kingdom Hearts.

  • Grand Theft Auto: San Andreas — Definitive Edition (PS5, PS4)
  • Red Dead Redemption II (PS4)
  • The Sims 4: City Living (PS4)
  • Dragon’s Dogma: Dark Arisen (PS4)
  • Mobile Suit Gundam Extreme Vs. Maxiboost On (PS4)
  • Superliminal (PS5, PS4)
  • Eiyuden Chronicle: Rising (PS5, PS4)
  • Klonoa: Phantasy Reverie Series (PS5, PS4)
  • Teardown (PS5)
  • Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX (PS4)
  • Kingdom Hearts 2.8 Final Chapter Prologue (PS4)
  • Kingdom Hearts 3 (PS4)
  • Kingdom Hearts: Melody of Memory (PS4)
  • Chorus (PS5, PS4)
  • What Remains of Edith Finch (PS5, PS4)
  • Overcooked 2 (PS4)
  • Blasphemous (PS4)
  • Moving Out (PS4)

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Metaphor: ReFantazio batte il record di Persona 3 Reload

Metaphor ReFantazio batte il record di Persona Reload

“Persona 3 Reload” aveva venduto un milione di copie in una settimana: quanto ci ha messo “Metaphor: ReFantazio”?

Metaphor: ReFantazio ha venduto oltre un milione di copie a partire dalla sua data di uscita ufficiale in tutto il mondo (11 ottobre), come annunciato dall’editore SEGA. Questo dato rende Metaphor: ReFantazio il gioco Atlus che ha venduto un tale numero di copie nel minor tempo possibile, superando il record di Persona 3 Reload, che aveva raggiunto il milione di copie in una settimana.

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Metaphor: ReFantazio, opera dei creatori dei popolarissimi Persona 3, 4 e 5, è un gioco di ruolo ambientato nel Regno Unito di Euchronia, un regno fantasy medievale che ricalca il mondo reale.

Il gioco in stile Persona è uscito su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Serie X|S e PC tramite Steam, dove ha scalato velocemente la classifica dei giochi più giocati della piattaforma.

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Atlus ha annunciato il record con un’illustrazione del character designer Shigenori Soejima.

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State of Play settembre 2024 – Tutti gli annunci

State of Play settembre Tutti gli annunci

Ecco tutte le novità annunciate e i trailer svelati nel corso della diretta State of Play di settembre 2024!

Il Sony State of Play di settembre 2024 si è concentrato sugli aggiornamenti relativi ai prossimi giochi per PS5 e PS VR2, approfondendo anche come PlayStation 5 Pro stia migliorando i giochi. Qui di seguito troverete tutte le ultime notizie e i trailer PlayStation mostrati nel corso della fiera!

Ghost of Tsushima 2: Ghost of Yōtei

L’annuncio più eclatante della fiera di oggi è stato che il sequel di Ghost of Tsushima uscirà nel 2025. Il nuovo gioco si intitolerà Ghost of Yōtei e avrà un nuovo personaggio principale, Atsu. Il trailer di presentazione ci dà un’idea abbastanza precisa di ciò che possiamo aspettarci dal prossimo gioco targato Sucker Punch.

Horizon Zero Dawn Remastered

Abbiamo avuto la conferma ufficiale che Horizon Zero Dawn verrà rimasterizzato per PS5. Chiunque possieda la versione PS4, potrà passare alla versione PS5 al prezzo di circa 10 euro. Il remaster arriverà il 31 ottobre 2024 e includerà 10 ore di dialoghi ri-registrati e migliorie visive.

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Monster Hunter Wilds

Monster Hunter Wilds ha una data di uscita ufficiale: il 28 febbraio 2025. Il nuovo capitolo della serie Monster Hunter sarà disponibile per PS5, Xbox Series X|S e PC, e il nuovo trailer preannuncia anche alcuni nuovi mostri.

Astro Bot

Astro Bot, arrivato su PS5 all’inizio di questo mese, riceverà un DLC gratuito nell’autunno del 2025 con cinque nuovi livelli di speedrun online e 10 nuovi bot da salvare.

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The Midnight Walk

Dai creatori di Lost in Random arriva un nuovo titolo in stile claymation con una grafica piuttosto Burtoniana. Non abbiamo ancora una finestra di uscita per The Midnight Walk, ma sarà possibile giocarci su PS VR 2 e PS5.

Hell Is Us

Il nuovo trailer di Hell Is Us mostra un altro gioco horror che ricorda un po’ un soulslike. Il video contiene combattimenti con la spada e un drone in spalla, ma il titolo non ha ancora una data di uscita per PlayStation. Sarà disponibile anche per Xbox Serie X|S.

Palworld

Anche se il gioco simil-Pokémon è attualmente impegnato in una controversia legale con la Nintendo e The Pokémon Company, Palworld è ufficialmente disponibile per PS5.

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Metro Awakening VR

Metro Awakening, il gioco VR di prossima uscita, ha ricevuto un nuovo trailer e una data di uscita ufficiale: il 7 novembre 2024.

ArcheAge Chronicles

Nel corso della diretta, è stato condiviso il primo trailer di ArcheAge Chronicles, un titolo soulslike di prossima uscita con ambientazione medievale e grandi boss spaventosi. La terra di Auroria vi aspetta!

Lunar Remastered Collection

Una raccolta rimasterizzata dei giochi Lunar è ufficialmente in arrivo nella primavera del 2025. La raccolta includerà grafiche aggiornate e supporto per il wide-screen.

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TMNT: Shredder’s Revenge – Radical Reptiles DLC

Un nuovo DLC di TMNT: Shredder’s Revenge è stato appena annunciato ed è già disponibile! Attualmente, è possibile scaricare gratuitamente il nuovo contenuto, che include una colonna sonora remixata.

Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered

Dopo aver annunciato il remaster, PlayStation ha accidentalmente lasciato trapelare che Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered uscirà il 10 dicembre 2024. Il remaster sarà dotato di una grafica migliorata per PS5 e PS4 e arriverà in occasione del 25° anniversario dell’uscita dell’originale. Queste rimasterizzazioni saranno disponibili anche per Xbox Series X|S.

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Hitman World of Assassination PS VR2

Un altro gioco per PS VR2 in arrivo è Hitman 3World of Assassination PlayStation VR2, che uscirà a dicembre 2024. Il gioco offrirà il dual wield completo e supporterà vari gesti delle mani.

Fantasia Neo Dimension

L’RPG Fantasian Neo Dimension, un gioco di strategia sviluppato dai creatori di Final Fantasy, arriverà su PS5 il 5 dicembre.

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Sonic x Shadow Generations DLC con Keanu Reeves

Sonic – Il film 3 arriverà nelle sale cinematografiche verso la fine dell’anno, ma, prima di allora, Keanu Reeves apparirà anche nel DLC di prossima uscita di Sonic x Shadow Generations.

LEGO Horizon Adventures

La collaborazione tra LEGO e Horizon è in arrivo su PS5 e PC il 14 novembre 2024. Sarà possibile preordinare ufficialmente il nuovo gioco a partire dal 3 ottobre.

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Towers of Aghasba

È stato annunciato che Towers of Aghasba, il gioco di costruzione di città di prossima uscita, sarà disponibile in accesso anticipato a partire da novembre 2024.

Fear the Spotlight

Fear the Spotlight è un gioco horror della Blumhouse ispirato ai videogiochi per PS1. Con un’estetica accattivante e una grafica pixelata, potrete godervi questo nuovo titolo horror a partire dal 22 ottobre. Sarà disponibile anche per le console Xbox.

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Alan Wake 2 – Lake House Expansion

Lo State of Play ha mostrato in anteprima la nuova espansione DLC per Alan Wake 2. Il DLC Lake House uscirà a ottobre 2024 per PS5 e Xbox Series X|S.

Dynasty Warriors: Origins

Dynasty Warriors: Origins uscirà per PS5 e Xbox Series X|S il 17 gennaio 2025. Il nuovo trailer che ha accompagnato l’annuncio mostra scene di gameplay e di combattimento.

PS5 Chroma Collection

Sebbene i giochi siano stati il punto forte della fiera, Sony ha anche annunciato una nuova linea di controller Dualsense per PS5. La collezione di accessori Chroma comprende le colorazioni Chroma Pearl, Chroma Indigo e Chroma Teal, che sarà possibile preordinare a partire da ottobre.

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Titoli con supporto PS5 Pro

Mark Cerny, architetto del progetto PS5 Pro, ha fornito un aggiornamento in occasione dello State of Play di oggi su una serie di giochi che riceveranno il supporto per PS5 Pro. L’elenco comprende Dragon Age: The Veilguard, Assassin’s Creed Shadows e Metal Gear Solid Delta.

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Tales of the Shire: A The LoTR Game – Data di uscita e inside look

Tales of the Shire A The LoTR Game – Data di uscita e inside look

In occasione dello Hobbit Day, gli sviluppatori di “Tales of the Shire: A The Lord of The Rings Game” hanno annunciato la sua data di uscita!

Tales of the Shire: A The Lord of The Rings Game ha finalmente una data di uscita definitiva! A partire 25 marzo 2025, il gioco sarà disponibile per Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e PC.

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Originariamente, il gioco doveva uscire entro la fine del 2024, ma a settembre di quest’anno è stato annunciato che la finestra di lancio sarebbe slittata a “inizio 2025”.

Una diretta esclusiva, tenutasi ieri in occasione dello Hobbit Day, ha confermato la nuova data e mostrato ulteriori dettagli del titolo di prossima uscita firmato Wētā Workshop, Private Division e Middle Earth Enterprises. Trovate qui il seguito il video condiviso sul canale YouTube ufficiale del gioco!

Mentre attendiamo di poterci finalmente rilassare tra le verdeggianti colline della contea, ecco la descrizione ufficiale del gioco fornita da Private Division:

“Eccoti a casa, Hobbit! Dallo studio creativo Wētā Workshop, vivi la vita confortevole da Hobbit nel paesaggio meraviglioso e sereno della Contea. Scopri, decora e condividi questo incantevole angolo della Terra di Mezzo. Hobbit amichevoli e volti noti ti aspettano in Tales of the Shire: un gioco nel mondo de Il Signore degli Anelli™.”

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Mojima solca i sette mari in Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii

Mojima solca i sette mari in Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii

Ecco trailer, trama e data di uscita del prossimo capitolo di “Like a Dragon”, che si intitolerà “Pirate Yakuza in Hawaii”!

Il publisher SEGA e lo sviluppatore Ryu Ga Gotoku Studio hanno annunciato Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii per PlayStation 5, Xbox Series, PlayStation 4, Xbox One e PC (Steam, Microsoft Store). La sua uscita è prevista per il 28 febbraio 2025 in tutto il mondo. Nel frattempo, scopriamo di più sulla prossima avventura di Mojima!

“Una nuova leggenda avrà inizio quando vi calerete negli stivali dalla punta d’acciaio di Goro Majima, un uomo che ha perso la memoria e si reinventa come pirata in mare aperto.”

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“Sei mesi dopo aver fatto squadra con Kiryu per un’enorme battaglia nella Millenium Tower, Goro Majima si ritrova con il relitto di una barca sulla riva di un’isola remota e scarsamente popolata. Senza memoria, nemmeno il ricordo del suo nome, Majima si unisce a Noah, il giovane isolano che gli ha salvato la vita, e si imbarca alla ricerca di indizi sul suo passato dimenticato. Tuttavia, ciò che li attende è un mondo esplosivo in cui i furfanti si contendono un tesoro leggendario.”

“Costruite una ciurma unica nel suo genere e potenziate la vostra nave mentre esplorate il mare aperto e forgiate la vostra leggenda tra cannonate nemiche, amicizie inaspettate e immense ricchezze”.

“Intraprendete un’avventura piratesca moderna con un ex-yakuza, ora capitano pirata, e la sua ciurma, mentre si cimentano in esilaranti combattimenti per terra e per mare alla ricerca dei loro ricordi perduti e di un tesoro leggendario.”

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Combattimenti

“Quando una nave pirata nemica vi prende di mira, si scatena un’esilarante battaglia a colpi di cannone in tempo reale. Posizionatevi rapidamente evitando il fuoco, infliggete danni devastanti per abbordare la nave nemica e abbattere il capitano in una vera e propria rissa tra ciurme. Conquista i mari, scopri le isole nascoste e ottieni ricchi bottini come un vero pirata yakuza!”

“Passate dinamicamente dallo stile di combattimento ‘Cane Pazzo’ a quello ‘Pirata’, o ‘Lupo di Mare’, per combinare gli attacchi e realizzare combo esplosive, prese e takedown aerei che premiano la vostra creatività”.

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“Con lo stile ‘Cane Pazzo’, sfruttate velocità, agilità ed estro per sferrare colpi precisi e potenti che stordiscano i vostri nemici. Altrimenti, fate camminare i nemici sulla passerella con lo stile ‘Pirata’, che vi permette di brandire due spade corte e di utilizzare strumenti pirateschi per far vedere a tutti i sorci verdi.”

Personaggi

Mojima solca i sette mari in Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii
I personaggi principali di “Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii”, edit cr: Popspace

Da sinistra a destra, troviamo:

  • Goro Majima (doppiato da Hidenari Ugaki), in versione “Lupo di Mare” e “Cane Pazzo”: patriarca dell’ex-famiglia Majima del clan Tojo ed ex-leggenda yakuza
  • Noah Rich (doppiato da First Summer Uika), un giovane che sogna di lasciare i confini di Rich Island
  • Jason Rich (doppiato da Kenji Matsuda), proprietario del bar di Rich Island e padre di Noah
  • Masaru Fujita (doppiato da Ryuji Akiyama, “Robert”), guardia del corpo e cuoco di bordo
  • Rodriguez (doppiato da Ayumi Tanida), un guerriero robusto che custodisce l’Isola di Nele, il luogo sacro di Palekana
  • Teruhiko Shigaki (doppiato da Munetaka Aoki), altro ex-yakuza senza memoria, patriarca dell’ex-famiglia Shigaki del clan Tojo
  • Mortimer (doppiato da Shunsuke Daitoh), pirata carismatico a capo dell’Armata Mortimer
  • Goro, un adorabile gattino (?) che Noah ha trovato sull’Isola Rich

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PS Plus Extra e Premium – I giochi che se ne andranno a ottobre

PS Plus Extra e Premium Tutti i giochi che se ne andranno a ottobre

Ecco i titoli che stanno per lasciare il servizio PS Plus Extra e Premium: di quali sentirete la mancanza?

Gli abbonati a PS Plus Extra e Premium hanno avuto a disposizione alcuni fantastici giochi per il mese di settembre grazie al Game Catalog, ma diversi titoli lasceranno il servizio di abbonamento nel corso del mese di ottobre.

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Come promemoria, tutti gli abbonati a PS Plus possono ancora riscattare i giochi gratuiti di questo mese, come Harry Potter: Quidditch Champions, MLB: The Show 24 e Little Nightmares 2.

Da grandi classici a giochi più o meno apprezzati, ecco l’elenco di tutti i titoli che lasceranno il servizio PlayStation Plus Extra e Premium:

  • Ultra Street Fighter 4
  • LittleBigPlanet 3
  • Dragon Quest Builders
  • Dragon Quest Builders 2
  • Dragon Quest XI
  • Dragon Quest Heroes: L’albero del mondo e le radici del male
  • Gotham Knights
  • Toukiden Kiwami
  • The Evil Within

Una perdita significativa sarà Ultra Street Fighter 4, la versione definitiva del gioco di combattimento che ha contribuito a rinvigorire il genere nei primi anni 2000. Oltre ad esso, scompariranno anche diversi giochi di Dragon Quest e, spaventosamente, anche The Evil Within e LittleBigPlanet 3.

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PlayStation 6 in fase di sviluppo – Parola chiave: retrocompatibilità

PlayStation in fase di sviluppo Parola chiave retrocompatibilità

Un annuncio non ufficiale conferma lo sviluppo della PlayStation 6 e l’importanza che la retrocompatibilità avrà per questa console!

Secondo un nuovo rapporto pubblicato da “Reuters”, la PlayStation 6 è in fase di sviluppo e si concentrerà sulla retrocompatibilità. Forse non vi aspettavate di vedere un annuncio non ufficiale del genere proprio oggi, con tanto di dettagli su una gara d’appalto che si è svolta tra la Intel e la AMD riguardante la produzione di chip per la console.

Secondo quanto riportato da “Reuters”, nel 2022 la Intel ha perso un importante contratto per la produzione di chip per la PS6 per una serie di motivi, uno dei quali sarebbe la retrocompatibilità.


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I dirigenti e gli ingegneri della Sony avrebbero espresso la preoccupazione di incorrere in problemi di retrocompatibilità se avessero abbandonato la AMD a favore della Intel. Inoltre, le due aziende avrebbero litigato sulla quantità di profitti che la Intel avrebbe ricavato da ogni chip PS6 venduto.

Di conseguenza, la Sony e la Intel non sono riuscite a trovare un accordo sul prezzo, lasciando campo libero alla AMD come produttrice di chip per la PS6, dopo il successo riscontrato con la PS5.

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“Reuters” afferma che la perdita del contratto ha inferto un duro colpo alla Intel e ha chiesto un commento all’azienda, che ha fornito la dichiarazione riportata di seguito:

“Siamo fortemente in disaccordo con questa ricostruzione, ma non abbiamo intenzione di commentare le conversazioni con clienti attuali o potenziali. Abbiamo una sana filiera di clienti sia nel settore dei prodotti che in quello delle fonderie e siamo fermamente intenzionati a innovarci per soddisfare le loro esigenze.”

Secondo “Reuters”, né la AMD né la Sony hanno risposto alle sue richieste di commento.

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PlayStation 5 Pro – Prezzo, data di uscita e caratteristiche

PlayStation Pro Prezzo data di uscita e caratteristiche

La Sony ha ufficialmente presentato la sua prossima console: la PlayStation 5 Pro! Ecco tutto quello che sappiamo dopo la diretta di oggi.

A distanza di più di un anno dalle prime indiscrezioni, la Sony ha finalmente presentato la PlayStation 5 Pro. Come per la PlayStation 4 Pro, si tratta di un’iterazione più potente del modello base, la quale consentirà ai giochi di funzionare a frame rate migliori senza dover sacrificare la loro risoluzione. Ora, dopo le numerose voci circolate sulla PS5 Pro per tutto il 2024, sappiamo finalmente quando la console uscirà e quanto costerà.

Nel corso della “PlayStation 5 Technical Presentation” di oggi, Mark Cerny, l’architetto capo responsabile della PS5, ha mostrato per la prima volta la PS5 Pro. L’aspetto dell’hardware assomiglia alla precedente silhouette della console mostrata da Sony la scorsa settimana, in quanto contiene tre linee che attraversano la parte centrale del sistema.

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Stando al “PlayStation.Blog”, l’altezza della console Pro è quella della PS5 originale, mentre la larghezza è quella del modello PS5 attuale. Per quanto riguarda i componenti interni, la PS5 Pro contiene una GPU più potente, un miglior ray-tracing e una nuova tecnologia di super-campionamento che sfrutta l’intelligenza artificiale per permettere ai giochi di avere un aspetto migliore che mai.

“Altri miglioramenti includono il PS5 Pro Game Boost, che può essere applicato a più di 8.500 giochi PS4 retrocompatibili giocabili su PS5 Pro. Questa funzione può stabilizzare o migliorare le prestazioni dei giochi PS4 e PS5 supportati.”

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“È inoltre disponibile la funzione Enhanced Image Quality per i giochi PS4, che consente di migliorare la risoluzione di alcuni giochi PS4. La PS5 Pro uscirà anche con la più recente tecnologia wireless, Wi-Fi 7, nei territori che supportano questo standard. Saranno supportati anche i giochi VRR e 8K”, si legge sul “PlayStation.Blog”.

“Numerosi giochi riceveranno una patch con aggiornamenti software gratuiti per consentire ai giocatori di sfruttare le funzionalità della PS5 Pro. Questi saranno contrassegnati dall’etichetta PS5 Pro Enhanced all’interno del titolo. Fra questi, troverete alcuni giochi di successo dei PlayStation Studios e dei nostri partner di terze parti, come Alan Wake 2, Assassin’s Creed: Shadows, Demon’s Souls, Dragon’s Dogma 2, Final Fantasy 7 Rebirth, Gran Turismo 7, Hogwarts Legacy, Horizon Forbidden West, Marvel’s Spider-Man 2, Ratchet & Clank: Rift Apart, The Crew Motorfest, The First Descendant, The Last of Us Part II Remastered e altri ancora.”

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Il lancio della PS5 Pro è previsto per il 7 novembre 2024 a un prezzo di 799,99 euro. Sarà possibile effettuare un preordine a partire dal 26 settembre.

La Sony ha annunciato che venderà la PS5 Pro solo come hardware digitale, il che significa che non sarà dotata di un lettore dischi. Detto questo, le unità disco vendute singolarmente dalla Sony per il modello slim della PS5 saranno compatibili con la PS5 Pro, quindi chi desidera un drive avrà la possibilità di aggiungerne uno.

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PlayStation 5 Pro – Evento di presentazione annunciato?

PlayStation Pro – Evento di presentazione annunciato

La Sony ha annunciato un nuovo evento per presentare la PlayStation 5 Pro? Lo sapremo non più tardi di domani!

Nelle ultime settimane, le voci che suggerivano che Sony avrebbe presto annunciato la sua nuova versione della PlayStation 5 si sono fatte sempre più insistenti. La Sony stessa ha alimentato queste speculazioni qualche giorno fa, quando ha nascosto il design di una console mai vista prima nel poster che festeggiava i 30 anni di PlayStation.

PlayStation Pro Evento di presentazione annunciato?
Edit cr: Popspace

Come annunciato sul PlayStation Blog, domani, 10 settembre, alle nostre ore 17:00, la Sony terrà una “PlayStation 5 Technical Presentation”. La trasmissione durerà nove minuti in totale e vedrà la partecipazione di Mark Cerny, l’archietto capo della PS5. Per il momento, la Sony non ha dichiarato ufficialmente che questa sarà la sede in cui verrà svelata la PS5 Pro, ma questo non ha impedito alle speculazioni di prendere il largo.

“Unitevi a noi per una presentazione in streaming tenuta da Mark Cerny, architetto capo della console PS5”, ha comunicato la Sony a proposito di questo evento. “La presentazione tecnica, della durata di 9 minuti, sarà incentrata sulla PS5 e sulle innovazioni della tecnologia di gioco”.

Simile: Carmen Sandiego – Nuovo gioco e nuovo film in arrivo

Nel 2016, la Sony ha tenuto un evento simile per annunciare l’arrivo della PS4 Pro. Sempre presentato da Mark Cerny, lo showcase “PlayStation Meeting” fu notevolmente più lungo e non si limitò a presentare la nuova console PS4, ma anche una manciata di giochi per la piattaforma. Alla luce di questi precedenti, si può ipotizzare che domani avvenga un reveal con una struttura simile.

Per il momento, ci sono ancora interrogativi sul prezzo e sulla data di uscita della PS5 Pro. Rapporti attendibili continuano a suggerire che l’uscita dell’hardware è prevista entro la fine del 2024. Per quanto riguarda il prezzo, invece, non c’è ancora una stima concreta, il che ha portato i fan a chiedersi se la versione Pro sarà drasticamente più costosa dell’attuale modello.

Speriamo di poterne sapere di più entro 24 ore. E voi, cosa ne pensate?

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Carmen Sandiego – Nuovo gioco e nuovo film in arrivo

Carmen Sandiego Nuovo gioco e nuovo film in arrivo

Dov’è finita Carmen Sandiego? Beh, stando alle ultime notizie, si sta dirigendo su Steam, PlayStation, Xbox, Nintendo Switch e Netflix!

Gameloft e la HarperCollins Productions hanno annunciato Carmen Sandiego, un nuovo gioco di puzzle e avventura single-player che rilancia il successo del videogioco educativo nato negli anni ’80 e ’90. E non è finita qui: gli editori hanno dichiarato che è in lavorazione presso Netflix anche un film live-action di Carmen Sandiego.

Il gioco sarà basato sull’IP originale degli anni ’80, anche se visivamente assomiglia più alla recente serie animata di Netflix (2019-2021). Carmen Sandiego uscirà prima su Netflix nel primo trimestre del 2025, per poi arrivare nello stesso trimestre su PC (tramite Steam), PlayStation, Xbox e Nintendo Switch.

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In questo nuovo titolo, vestirete i panni di Carmen Sandiego in persona, in missione per sconfiggere il malvagio V.I.L.E. “In questo gioco non inseguirete Carmen: sarete Carmen”, hanno spiegato gli editori. “Il passaggio dall’essere inseguitori all’essere Carmen stessa offre una nuova chiave di lettura del gioco, permettendo ai giocatori di immergersi completamente nel suo mondo di spionaggio e di avventure in giro per il mondo”.

Carmen Sandiego Nuovo gioco e nuovo film in arrivo
Carmen Sandiego in una città giapponese

“La figura che si vede all’inizio del trailer è ‘Player’, che appare nella serie Netflix. Questo personaggio è un riferimento all’inedita figura live-action che compariva nelle cornici degli episodi della serie animata del 1994 Dov’è finita Carmen Sandiego?

“Player svolge ora il ruolo di spalla di Carmen. Ciò significa che vivrete il gioco interamente dal punto di vista di Carmen, con Player che vi assisterà nell’affrontare le missioni, risolvere gli enigmi e superare in astuzia gli agenti del V.I.L.E.”

Simile: 65 anni di Asterix – Nuova collezione per PS5 e Nintendo Switch

Gameloft e la HarperCollins affermano che ci sarà sia una campagna narrativa che “modalità classiche”. Il gioco offrirà “tutto il divertimento investigativo del ciclo di giochi originale (raccolta di indizi e inseguimento degli agenti del V.I.L.E. in tutto il mondo) combinato con una nuovissima esplorazione immersiva delle città”, ha affermato il team di sviluppo.

“Abbiamo anche incluso una modalità classica chiamata ‘The Acme Files’, che è un sentito tributo ai giochi di Carmen Sandiego degli anni ’80. I giocatori nostalgici e i fan della serie Netflix troveranno anche degli easter egg nascosti in tutte le ambientazioni del gioco: piccole sorprese che non vediamo l’ora vengano scoperte dalla nostra community!”

Sapremo di più sul gioco man mano che il Q1 del 2025 si avvicina! Preparatevi a porvi ancora una volta la domanda: ma dov’è finita Carmen Sandiego?

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65 anni di Asterix – Nuova collezione per PS5 e Nintendo Switch

anni di Asterix In arrivo la collezione per PS e Nintendo Switch

Per i 65 anni di Asterix e Obelix, Microids rilascerà la “Maxi Collection – Platinum Edition”, contenente 6 giochi dedicati ai nostri eroi!

Quest’anno ricorre un anniversario importante: 65 anni dalla creazione di Asterix, il guerriero gallico più amato di tutti i tempi, e Microids festeggerà questa pietra miliare (o dovrei dire… menhir… ndt) con il lancio di Asterix MAXI COLLECTION – PLATINUM EDITION per PlayStation 5 e Nintendo Switch.

Questa edizione estremamente speciale include 6 fantastici giochi di Asterix, i quali saranno racchiusi in un grazioso cofanetto da collezione, e una statua di Obelix e Idefix.

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La statuetta misura circa 20 cm di altezza e raffigura Obelix che cammina con una pila di elmi romani in una mano, mentre ai suoi piedi c’è Idefix che lo segue soddisfatto, con in bocca un ciuffo strappato al pennacchio di un elmo. Questa statuetta farà sicuramente bella mostra di sé sulla mensola di chiunque.

Questa edizione comprende sei giochi che permetteranno di sperimentare tutto l’umorismo e il divertimento tipici dei fumetti e dei film. I giocatori potranno prendere parte a epiche battaglie e visitare luoghi come Roma, la Grecia, l’Hibernia (antica Irlanda, ndt) e molti altri.

anni di Asterix In arrivo la collezione per PS e Nintendo Switch

Ecco la lista dei giochi inclusi nella collezione:

  • Asterix & Obelix – Slap Them All! – Un’avventura piena di ceffoni attende Asterix e Obelix, che si troveranno a combattere contro centinaia di nemici, dai romani ai pirati, dai banditi fino ai normanni.
  • Asterix & Obelix – Slap Them All! 2 – Ancora divertimento a suon di schiaffi con una trama originale che porterà la coppia attraverso un’ampia varietà di luoghi, tra cui rovine dimenticate, un accampamento romano e Lutezia (l’antenata di Parigi, ndt).
  • Asterix & Obelix XXL: Romastered – I Romani hanno saccheggiato il villaggio di Asterix e catturato tutti gli abitanti. Spetta ai nostri eroi Asterix e Obelix rintracciarli e salvarli, ovviamente con l’aiuto di Idefix. La loro missione porterà i giocatori in un viaggio attraverso la Normandia, la Grecia e l’Egitto fino a Roma.
  • Asterix & Obelix – XXL 2 – Il vecchio druido Panoramix è scomparso dopo aver tradito il suo popolo a favore di Giulio Cesare, o almeno così sembra. Asterix e Obelix vengono inviati in missione a Roma dal loro capo Abraracourcix e si ritrovano in un parco divertimenti romano chiamato Las Vegum. Cosa sta combinando Panoramix?
  • Asterix & Obelix – XXL 3 – Quando Panoramix riceve una strana lettera da Hella Finidrir, l’alta sacerdotessa di Thule, i nostri eroi sono chiamati ad affrontare una missione che consiste nel prelevare un misterioso Menhir dal suo nascondiglio.
  • Asterix & Obelix XXXL – L’ariete d’Hibernia – I nostri eroi viaggeranno attraverso sei “mondi” in una nuovissima avventura. Nei panni di Asterix e Obelix, i giocatori dovranno sbloccare passaggi, cercare bonus nascosti e mettere fuori combattimento il maggior numero possibile di romani.

Asterix MAXI COLLECTION – PLATINUM EDITION sarà disponibile a partire dal 31 ottobre, solo su Playstation 5 e Nintendo Switch.

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Dragon’s Dogma II – Migliore Vocazione per iniziare.

Dragon's Dogma Miglior Vocazione

Dragon’s Dogma II è un gioco denso e meccanicamente complesso, il che rende la scelta della migliore Vocazione per iniziare un compito a dir poco spaventoso, specialmente se consideriamo la decisione da parte di CapCom di rendere un solo salvataggio disponibile ai giocatori.


Dreagon's Dogma II Migliore Vocazione


Come fare per Scegliere?

Se anche voi, come me, soffrite di analysis-paralysis su ogni schermata di creazione del personaggio, vi do un consiglio: rilassatevi. Dragon’s Dogma 2 vuole che tu giochi e livelli diverse Vocazioni, specialmente perché farlo ti darà accesso ad augments, buff permanenti che puoi utilizzare mentre giochi con qualsiasi Vocazione.

Tuttavia, anche se cambiare la Vocazione sarà piuttosto facile, non avrai l’opportunità di farlo per alcune ore, e potresti voler rimanere su una classe per abituarti al sistema di combattimento spesso caotico, soprattutto nelle prime fasi iniziali del gioco.


Dreagon's Dogma II Migliore Vocazione


Quali sono le Vocazioni iniziali?

Guerriero: specializzato nell’uso del blocco per parare i colpi potenti, dandoti l’opportunità di contrattaccare.

Ladro: maestro nello sporcarsi le mani. Offre molta versatilità, ma si concentra principalmente sul colpire (o pugnalare) i nemici a terra.

Mago: Un incantatore versatile con magie di supporto e di attacco. Il Mago eccelle nello sfruttare le debolezze elementali dei nemici e lanciare incantesimi curativi e difensivi.

Arciere: Un attaccante a distanza. Il punto di forza dell’Arciere è la capacità di colpire i punti deboli dei mostri da lontano.

Ogni classe ha un ruolo specifico nel gruppo, quindi si consiglia una composizione equilibrata. È importante sottolineare che non sei vincolato alla classe iniziale e, anzi, probabilmente non dovresti rimanere con la scelta iniziale per tutto il gioco. C’è molto da guadagnare dal livellamento di altre Vocazioni. Diventa un tuttofare, padroneggia tutto: questo è il tuo destino!

Anche se le opinioni possono variare, visto che ogni classe ha un ruolo ben preciso, penso che la migliore Vocazione iniziale in Dragon’s Dogma II sia il Ladro, seguito a ruota dal Guerriero.


Dreagon's Dogma II Migliore Vocazione


La migliore Vocazione

Nonostante Ladri e furfanti siano solitamente considerati classi “avanzate” negli RPG, il Ladro in Dragon’s Dogma 2 è perfetto per i principianti. Ha a disposizione una schivata eccellente per uscire dai guai e Mantello dell’Ombra che riduce la probabilità di essere attaccato dai mostri. Urta e Solleva offre la possibilità di rubare oggetti colpendo i nemici, ma la vera arma segreta è Intrappolare.

Questa abilità permette di lanciare una corda contro un nemico e tirarlo verso di te, facendo cadere a terra goblin di media taglia, banditi e scheletri. È particolarmente utile contro le Arpie, fastidiose all’inizio del gioco, che possono essere letteralmente strappate dal cielo. Sui nemici più grossi, Intrappolare li fa inciampare quando sono già barcollanti.

Il Guerriero si piazza al secondo posto per la sua utilità difensiva. Richiede però di stare più spesso nel vivo dell’azione, mentre il Ladro può permettersi un approccio più passivo, aspettando il momento giusto per colpire. Se preferisci un ruolo più attivo (e ami le parate perfette), scegli il Guerriero.

Arciere e Mago, invece, non sono consigliati per i principianti. Entrambe le classi richiedono una buona conoscenza delle meccaniche di gioco per essere sfruttate al massimo. Gli Arcieri traggono vantaggio dalla conoscenza dei punti deboli dei mostri, mentre i Maghi eccellono nello sfruttare le loro vulnerabilità e, generalmente, agiscono come supporto per il gruppo. Tuttavia, il Mago è una scelta ottima per la tua Pedina principale, in quanto puoi impostare le sue abilità di supporto da utilizzare automaticamente in combattimento.

Crediti

Final Fantasy VII Rebirth, un’imperfetta meraviglia [Recensione]

Final Fantasy VII Rebirth recensione

Square Enix riesce nell’assurda impresa di far rivivere emozioni che si credevano perse. E lo fa in un periodo storico in cui i tripla A sono ricchi di qualsiasi cosa meno che di magia.

Dopo Final Fantasy VII Remake era naturale provare sia eccitazione che preoccupazione per il secondo capitolo di questo progetto firmato Square Enix. Nel 2020 divenne infatti chiaro a tutti che la dicitura “remake” fosse solo una messa in scena. Rebirth, in maniera anche piuttosto plateale, riconferma che ci troviamo dinanzi a un vero e proprio sequel di quell’incredibile titolo che nel 1997 fece sognare milioni di videogiocatori. Un polpettone ripieno di tutto ciò che, nel bene e soprattutto nel male, fa parte della Compilation di Final Fantasy VII. Dunque non posso che iniziare questa recensione consigliando vivamente di recuperare il titolo originale, nel caso in cui non l’aveste già fatto, prima di immergervi in questa sua nuova interpretazione.

Se volete saperne di più sulla serie di Final Fantasy in generale vi rimando a questo articolo: Tutti i Final Fantasy spiegati brevemente

Una bellissima storia vittima di un pessimo autore

La trama di Final Fantasy VII Rebirth inizia esattamente dove il precedente titolo si era concluso. Cloud e i suoi compagni hanno lasciato Midgar e si preparano per un lungo viaggio con l’obiettivo di fermare Sephiroth. Il canovaccio della storia rimane fedele al primo disco dell’originale Final Fantasy VII per gran parte dell’avventura. Sezioni iconiche come Corel, il Golden Saucer e Cosmo Canyon sono trattate con grande attenzione e rispetto. Purtroppo, proprio come nel Remake, in alcuni punti il ritmo rallenta a causa di allungamenti forse superflui. Nonostante ciò, nel complesso, la trama è coinvolgente, i personaggi sono ben sviluppati (come si vede raramente in produzioni simili) e la messa in scena di alcuni eventi è semplicemente fenomenale. Complice anche la colonna sonora, tra le migliori mai realizzate all’interno della serie e non solo, un vero capolavoro.

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Tuttavia devo segnalare che l’ultimo capitolo del gioco potrebbe far storcere il naso a molti fan di vecchia data. Se il finale di FF VII Remake poteva sembrare esagerato, qui si è addirittura andati oltre. Il problema principale, come spesso accade, è l’estro creativo di Nomura. Forse è giunto il momento che inizi a moderarsi poiché in veste di scrittore appare sempre più come una parodia di se stesso. Se i Kingdom Hearts sono titoli atroci dal punto di vista della scrittura, Final Fantasy VII Rebirth si salva in corner solo perché poggia su delle basi solide che più di tanto non possono essere alterate, per fortuna.

Fantasia fatta realtà

Final Fantasy VII Rebirth è un vero e proprio luna park: avventura, esplorazione, combattimenti e una miriade di minigiochi. Alcuni dei quali ripresi dal titolo originale, mentre altri sono stati creati appositamente per questo capitolo. Tra questi spicca l’eccezionale gioco di carte collezionabili Queen’s Blood, erede spirituale dell’iconico Triple Triad di Final Fantasy VIII.

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Il gioco è suddiviso in capitoli, e la struttura di FF VII Rebirth si presenta come una combinazione tra sezioni lineari, generalmente quelle dove la trama prosegue, e ampie zone open map. Con mia sorpresa queste aree aperte sono ben progettate, contrariamente a quanto visto in Final Fantasy XVI. Ognuna di esse, tramite anche l’utilizzo di specifici tipi di Chocobo, presenta meccaniche di navigazione uniche che rendono il tutto ben variegato e caratterizzato. Una bella citazione a Final Fantasy IX. Nonostante non si tratti di una rivoluzione, le mappe sono davvero piacevoli da esplorare e offrono la giusta quantità di attività secondarie (un plauso alle quest secondarie che fanno parecchi passi in avanti rispetto ad altri titoli di questo genere), il tutto accompagnato da un’estetica mozzafiato, ma in questo raramente Square Enix sbaglia.

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La violenza non è mai stata così divertente

Protagonista indiscusso della produzione è il combat system, che rappresenta probabilmente il miglior sistema di combattimento mai visto in un action JRPG. Mentre in Final Fantasy VII Remake le potenzialità del sistema erano percepibili, i limiti imposti dall’esperienza impedivano di vedere fino a dove si sarebbe potuti arrivare. In Rebirth, invece, non ci sono limiti, e il sistema di combattimento brilla come il sole.

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Torna l’elegante commistione tra azione e strategia, insieme all’unicità di ciascun personaggio, ben differenziato l’uno dall’altro. L’uso brillante delle materie e della barra ATB è rimasto pressoché invariato rispetto al precedente capitolo, ma ciò che aggiunge ancor più profondità sono le azioni sinergiche. Questi attacchi e tecniche realizzati insieme ad un membro del party non consumano alcuna risorsa, ma richiedono una sincronizzazione perfetta. Sebbene in alcuni momenti il caos dell’azione rischi di prendere il sopravvento sulla pulizia del combat system, sono rare le occasioni in cui non si percepisce di avere totale controllo su ciò che accade.

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Tecnicismi vari

Come detto sopra, di paesaggi mozzafiato ce ne sono a volontà. Il character design è perfetto e dal punto di vista tecnico il gioco in modalità prestazioni è quasi sempre stabile, su oltre 100 ore di gioco (la longevità e la mole di contenuti sono smisurate) mi è capitato di notare vistosi cali di frame, bug o altri problemi giusto in un paio di occasioni. Comunque nulla che mi impedisse di giocare o proseguire serenamente l’avventura. Lato grafico non siamo di fronte ad un capolavoro, sebbene il colpo d’occhio sia di notevole impatto. L’illuminazione iper realistica di Unreal Engine ogni tanto “smarmella” la scena, creando effetti di luce non proprio eccezionali.

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Il mixaggio sonoro non è preciso, come si nota sempre più spesso nelle produzioni tripla A. In molte occasioni la musica, per quanto incantevole, sovrasta le voci in maniera tale da rendere difficile sentire i dialoghi. Consiglio quindi di abbassare il volume di musica ed effetti sonori, lasciando invariato quello delle voci. Ottimi i doppiaggi in inglese e giapponese. Da segnalare che la traduzione italiana è basata sulla lingua giapponese, quindi sono presenti vistose discrepanze tra audio e sottotitoli se giocato con il doppiaggio inglese.

Sito ufficiale Square Enix.

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Tutti i Final Fantasy spiegati brevemente

Tutti i Final Fantasy spiegati brevemente

Un rapido viaggio, tra alti e bassi, attraverso i sedici titoli principali di una delle più prolifiche e maestose saghe videoludiche di sempre, in attesa di Final Fantasy VII Rebirth.

PROLOGO
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Sette è un numero di gran peso. Sette sono i giorni della settimana; le note musicali; i vizi capitali; i colli di Roma; le Champions League vinte dal Milan ma, prima di tutto, sette sono le persone che contribuirono alla nascita del primo Final Fantasy. Tutto comincia a Tokyo nel 1986, quando Masafumi Miyamoto distacca dall’azienda del padre la piccola divisione che si occupa in maniera semi amatoriale di videogiochi, chiamata Square.
Insieme a Miyamoto ci sono Hisashi Suzuki, suo braccio destro; Hiromichi Tanaka e, in particolare, Hironobu Sakaguchi. È Sakaguchi, appassionato di giochi di ruolo occidentali per PC come Wizardry e Ultima, a insistere nel creare un rpg. Futuro rivale del clamoroso Dragon Quest, uscito proprio nel 1986.

Sakaguchi e Tanaka
Hironobu Sakaguchi e Hiromichi Tanaka nel 1984.

Sakaguchi riunisce all’inizio un team principale di sette persone, numero destinato a crescere durante lo sviluppo. Oltre al programmatore Nasir Gebelli e il designer Koichi Ishii altri nomi degni di nota sono quelli di Nobuo Uematsu e Yoshitaka Amano. Il primo è il genio dietro la leggendaria colonna sonora della saga. Il secondo un artista dallo stile unico e inconfondibile. La risposta di Square al maestro Akira Toriyama, che ha invece prestato il suo talento a Enix, la software house dietro lo sviluppo di Dragon Quest. Sakaguchi è ora pronto a realizzare la fantasia finale.

Popspace Final Fantasy
Hironobu Sakaguchi, Yoshitaka Amano e Nobuo Uematsu.

PARTE I
La trilogia NES, una scommessa vincente

Dicembre 1987, esce in Giappone Final Fantasy per la console Famicon di Nintendo, in seguito conosciuta come NES. Oggi viene quasi istintivo paragonare l’originale Final Fantasy ad un dungeon crawler più che a un jrpg classico. Questo avviene perché la difficoltà settata verso l’alto, la necessità di ponderare con cura l’uso delle risorse, i combattimenti punitivi e la progressione costituita da: città, dungeon, città, dungeon ecc sono prerogative di quel sottogenere. Eppure l’anima da jrpg è ben presente, anzitutto nella narrativa. Nulla di rivoluzionario, sia chiaro, ma già col primo capitolo iniziano ad apparire tematiche comuni a buona parte dei titoli futuri, come i cristalli e il twist finale che spesso sfocia nella fantascienza. Il combat system prevede dei combattimenti a turni con visuale laterale. Una grossa novità del genere che invece è solito in quel periodo mostrare gli scontri in prima persona.

L’immortale schermata d’avvio del primo Final Fantasy.

L’accessibilità è inesistente, tant’è che molte informazioni basilari sono contenute nel manuale di istruzioni, tra cui le mappe dei dungeon, le statistiche degli equipaggiamenti e le descrizioni degli effetti delle magie, non presenti all’interno del gioco per via del ridotto spazio sulla cartuccia. La scommessa di Sakaguchi si rivela un successo, vengono distribuite in Giappone ben 520 mila copie contro le 200 mila pronosticate inizialmente. Le porte per un sequel sono dunque spalancate.

Popspace Final Fantasy
La possibilità di vedere lateralmente i propri eroi alle prese con numerosi nemici fu rivoluzionaria.

Il secondo Final Fantasy (1988) è noto per essere la pecora nera dei primi titoli del franchise. Il combat system si basa su una meccanica che su carta funziona bene. Tant’è che è stata ripresa, rifinita e migliorata in SaGa, altra serie di jrpg molto popolare. Nel concreto però lascia abbastanza a desiderare, soprattutto perché si impegna poco per farsi capire dal giocatore. La meccanica si basa sul fare esperienza tramite pratica, un sistema visto in epoca moderna anche in Skyrim. Esempio: più spesso usi magie più la statistica legata ad esse incrementa e via discorrendo. Bilanciare una meccanica simile non è cosa facile, difatti non ci riescono. Nonostante sia stato il primo a introdurre elementi ricorrenti nell’immaginario della serie come i Chocobo e una narrativa più matura (per la prima volta si parla di ribelli contro un impero, tematica ispirata da Star Wars e ripresa più volte all’interno della saga) Final Fantasy II è raro che venga citato tra i preferiti.

Final Fantasy II
Copertina di Final Fantasy II disegnata da Yoshitaka Amano.

Lo stesso dicasi per Final Fantasy III (1990), seppur per motivi diversi. Questo capitolo invero è abbastanza anonimo, fa il minimo indispensabile, inizia ad introdurre in maniera più approfondita i Jobs (le classi nei FF), i moguri e poco altro. Per quanto riguarda la trama fa perfino un passo indietro rispetto a FFII. Questo però non sembra frenare Square e tanto meno le vendite; lo spazio sulle cartucce del NES comincia a farsi sempre più stretto ma per fortuna entra in scena una nuova console.

Popspace Final Fantasy
Per quanto grandi fossero gli sforzi fatti da Square per migliorare la grafica, è evidente quanto si necessitasse di maggior spazio sulle cartucce.

PARTE II
La trilogia SNES, la fantasia finale prende forma

Sembra strano da dire considerando che si parla del quarto capitolo, ma Final Fantasy IV (uscito in Giappone nel 1991 sulla nuova console Nintendo, lo SNES) è a tutti gli effetti il primo vero Final Fantasy. Ogni cosa che diventerà celebre di questa serie è qui contenuta: personaggi memorabili (per la prima volta i protagonisti hanno nomi predefiniti), boss fight visivamente fuori scala, plot twist e narrativa integrata al gameplay, a tratti contorta ma di forte impatto, un gameplay a sua volta trascinante e tanto, tanto altro.

Popspace Final Fantasy
Lo SNES permise di ottenere degli sprites e degli sfondi ancora più belli e dettagliati.

Final Fantasy IV è anche il primo titolo ad introdurre l’ATB (Active Time Battle), controversa meccanica che da questo momento in poi affliggerà i giochi principali fino al ritorno dei turni classici con Final Fantasy X, per poi evolversi in qualcosa di meglio definito nei titoli a seguire. Spiegata in breve: ogni personaggio è dotato di una barra che si riempie nel tempo, una volta piena è possibile agire. Parliamoci chiaro, la meccanica dell’ATB nei giochi classici non ha mai funzionato a dovere. Sebbene si prefiggesse l’obbiettivo di rendere dinamici i combattimenti, paradossale che sia, li rallentava. Questo lo si noterà in particolare con Final Fantasy IX. Senza considerare che ai tempi di Final Fantasy IV neppure era visibile la barra dell’ATB, quindi immaginate la confusione e la frustrazione quando entravano in gioco incantesimi come Haste o Slow.

La luna, una delle ambientazioni più memorabili di Final Fantasy IV.

Final Fantasy V (1992) è quasi per certo il capitolo per SNES più sottovalutato, se è vero che la narrativa non raggiunge i picchi del predecessore, lato gameplay risulta anzi un’esperienza incredibile. In special modo grazie al suo Job System che è tutt’ora il migliore della serie (Final Fantasy Tactics, Final Fantasy X-2 e Final Fantasy XII nella versione Zodiac sono altri esempi di Job System fatti bene). Per non parlare poi dei dungeon, tutti ben diversificati e dalla varietà pazzesca.

Popspace Final Fantasy
Insieme a Final Fantasy VI il quinto capitolo è quello che più consiglio di giocare tramite la Pixel Remaster.

2 aprile 1994, in Giappone esce una pietra miliare del genere, Final Fantasy VI. Sakaguchi si fa da parte, a dirigere questo capitolo sono Yoshinori Kitase e Hiroyuki Ito. Dal fantasy classico che strizza l’occhio a Dungeons & Dragons si passa allo steampunk. Città moderne, lo scontro e l’incontro tra tecnologia e magia, tematiche più spietate e colpi di scena che sono ancora oggi scolpite nella storia dei videogiochi. Sono solo alcuni degli ingredienti che compongono la ricetta di un jrpg leggendario.

Popspace Final Fantasy
Una volta a bordo della Falcon nulla è come prima.

I personaggi giocabili sono numerosi, tutti caratterizzati a dovere, tant’è che non esiste un vero e proprio protagonista, ognuno lo è a modo suo. E poi c’è Kefka Palazzo che insieme all’antagonista del prossimo capitolo, è il villain più iconico dell’intera saga, uno psicopatico capace dei crimini più efferati. Uematsu alla colonna sonora regala dei brani senza tempo, come Searching for Friends. Il gameplay sfortunatamente fa un passo indietro di troppo rispetto alla narrativa, si abbandona il Job System e si rende il tutto più lineare, dungeon compresi, che non raggiungono la diversità vista in Final Fantasy V. Consiglio caldamente di recuperare la versione Pixel Remaster a chi non l’ha mai giocato.

La barra dell’ATB è finalmente visibile ma quello che risalta maggiormente è la bellezza grafica, l’apice della serie su SNES.

PARTE III
La trilogia PS1, anche l’Europa scopre Final Fantasy, e se ne innamora

Sette, dicevo all’inizio, è un numero importante. Final Fantasy VII (1997) rompe il sodalizio tra Square e Nintendo, esce per PlayStation, la prima console Sony, e sconvolge il mondo. Prima di questo capitolo nessun Final Fantasy è mai giunto in Europa (alcuni neppure negli USA). Altra novità devastante è l’abbandono della pixel art in favore di personaggi in grafica 3D su sfondi pre-renderizzati, l’inverso di ciò che accade con un altro capolavoro dell’epoca, Xenogears.

Immaginate l’impatto che ebbe questa schermata sui giocatori degli anni 90.

La campagna promozionale è qualcosa di mai visto prima: Sony investe milioni di dollari in un marketing aggressivo. La stessa Nintendo che ancora fa uso di cartucce (motivo principale del passaggio a Sony da parte di Square) viene presa di mira con una celebre pubblicità che potete vedere qui sotto.

Era finito il tempo delle mele per Nintendo.

Così come è folle la campagna pubblicitaria, folle è anche lo sviluppo vero e proprio. Il passaggio al 3D necessita di uno sforzo considerevole. Molte decisioni vengono prese durante telefonate casuali, chiacchierate tra i corridoi o negli spazi per fumatori. Tutti contribuiscono a tutto, un modo di fare videogiochi che oggi, scena indie esclusa, è purtroppo impossibile da replicare.

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Alcuni sviluppatori di Square al lavoro.

Sebbene la direzione del progetto sia stata affidata a Kitase e a Kazushige Nojima, è un giovane membro di Square a brillare in particolar modo: Tetsuya Nomura. Il character design iconico è frutto del suo lavoro e da questo capitolo in poi acquisirà sempre più importanza, sia nel franchise che in Square. Amano lavora invece al world building e all’iconica copertina poiché il suo stile poco si presta all’ambientazione maggiormente sci-fi e steampunk di questo capitolo.

Hironobu Sakaguchi e Tetsuya Nomura

Le vicende di Cloud, Aerith e del tenebroso Sephiroth lasciano un segno indelebile nell’industria dei videogiochi. Da questo capitolo nascono spin-off, prequel, film, romanzi, una miriade di gadget (tutto facente parte della cosiddetta Compilation) e ora ci apprestiamo a giocare la seconda parte del suo remake/reboot/sequel: Final Fantasy VII Rebirth, in uscita domani 29 febbraio.

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Final Fantasy VII Rebirth ha un grosso fardello sulle spalle.

Final Fantasy VIII (1999), d’altro canto, è forse il meno riuscito della trilogia PS1. La storia ruota attorno a una coppia di adolescenti, uno l’antitesi dell’altro, eppure innamorati. Il contesto moderno, scolastico e militare sono interessanti, ma meccaniche astruse e grezze come il Junction System lo rendono un titolo condannato ad essere l’amore di pochi. Degni di nota sono il minigioco Triple Triad, gli sfondi pre-renderizzati, bellissimi, e un miglioramento generale del 3D, un decisivo passo in avanti rispetto a Final Fantasy VII. È anche il primo capitolo della serie ad essere tradotto in italiano.

Final Fantasy VIII fu il primo dei FF a rendere fulcro dell’esperienza l’elemento romantico.

All’alba del nuovo secolo esce Final Fantasy IX (2000), una vera e propria lettera d’amore al franchise. Uematsu si lascia talmente coinvolgere dal progetto che, pensate, compone ben 160 brani per il gioco. Il 3D è il migliore della trilogia, ma lo stile cartoon fa storcere il naso a chi si è abituato al “realismo” e alla seriosità dei suoi due predecessori. Si torna infatti al fantasy più puro, sebbene nella parte finale la trama vada a farsi benedire inserendo elementi sci-fi evitabili.
Nonostante la lentezza del combat system il gioco è splendido e completo di tutto ciò che ha reso unica la serie. Non a caso è il preferito di Sakaguchi, che da ora in avanti sarà un mero supervisore, preferendo concentrarsi su un’altra sua grande passione, il cinema. (Non l’avesse mai fatto…)

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Vivi è a mani basse il miglior personaggio di Final Fantasy IX e non solo.

PARTE IV
La trilogia PS2, tra miracoli tecnici e occasioni mancate

Sarò onesto con voi, amo e odio Final Fantasy X (2001). Amo il gameplay. Il suo sistema a turni (niente ATB, evviva) è quasi perfetto, e la Sferografia è un sistema di progressione assuefacente. Viceversa trovo la storia melensa in maniera forzata ed eccessiva, con uno dei protagonisti più odiosi mai visti prima. Aggravato da un doppiaggio inglese che può essere difeso e apprezzato solo da chi detesta la propria capacità uditiva.
Ma lasciando perdere le mie considerazioni prive di valenza alcuna, parliamo un attimo di quanto sia stato importante questo titolo. Siamo su una nuova console, potentissima, e Square vuole tirare fuori il massimo da essa, e ci riesce, eccome se ci riesce. Ancora oggi alcuni scenari sono da pelle d’oca, complice anche la particolare e riuscitissima scelta di ambientarlo in un contesto ispirato al sud-est asiatico.

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La possibilità di vedere e manipolare i turni, tramite abilità e magie, è una componente fondamentale del combat system.

La storia parte con delle ottime premesse, Sin è un villain atipico e funziona alla grande. Quello che non funziona, a parer mio, è la storia d’amore tra Tidus e Yuna. Lei è una ragazza evidentemente limitata in qualche modo, dato che non è possibile per nessuna ragione al mondo innamorarsi di quell’imbecille. Ma a Square vogliono che tu creda a questa storia d’amore, investono una valanga di denaro in alcune delle scene in cgi più belle del franchise (lo riconosco senza problemi) eppure risulta tutto così finto, così tirato. Capisco, malgrado ciò, un adolescente che mette mano a questo titolo cosa possa provare e capisco anche l’estremo successo del titolo, non a caso è il primo Final Fantasy ad avere un vero e proprio sequel, Final Fantasy X-2 (anche questo dal buonissimo gameplay e dalla storia trascurabile).

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I filmati in cgi di Final Fantasy X sono meravigliosi.

Non mi dilungherò molto su Final Fantasy XI (uscito per PS2 e PC nel 2002), sia perché non ho avuto la fortuna di giocarlo, sia perché preferisco spendere qualche parola in più sul suo successore spirituale, Final Fantasy XIV. Detto ciò, l’undicesimo capitolo della serie è un mmorpg e, nonostante questo, incarna perfettamente tutti i canoni del franchise. Per molti anni è stata una sicura e stabile fonte di incasso per Square. Per ovvi motivi, è il primo FF a non avere un sistema di combattimento a turni.

I mmorpg sono forse il genere più rischioso su cui lavorare, ma a Square con Final Fantasy XI andò bene.

Final Fantasy XII (2006) è il primo FF pubblicato da Square Enix, società nata dalla fusione delle due storiche rivali. Ma è anche un titolo sfortunato, e non sarà l’unico da ora in poi. Ogni Final Fantasy è un’opera a se stante, per questo le critiche dei “fan di vecchia data” al recente Final Fantasy XVI sono prive di fondamento. Ciascun capitolo riflette la fantasia di chi lo realizza, nel bene e nel male. Eppure si sa, i cambiamenti, se non accompagnati da una valanga di critiche, non sono veri cambiamenti. E Final Fantasy XII ne ha ricevute parecchie di critiche. Questo capitolo difatti si avvicina al gameplay del suo predecessore mmorpg, pur contestualizzando il tutto in un’esperienza per giocatore singolo. La meravigliosa e mai più sfruttata meccanica del Gambit, che permette di impostare come si preferisce l’ia dei membri del party, supplisce all’assenza di compagni mossi da giocatori veri.

Final Fantasy XII abbandona i corridoi visti nel decimo capitolo e propone al giocatore aree più ampie, sebbene non ricche di contenuto.

Si torna ad un sistema di progressione simile alla Sferografia di FFX ma più variegato, la License Board. Questa viene poi modificata ed espansa ulteriormente con la differenziazione tra Jobs nella versione International prima, e in quella Zodiac poi. Il coinvolgimento per ciò che concerne la narrativa di Yasumi Matsuno (director del capolavoro Final Fantasy Tactics) si percepisce, così come si nota il suo abbandono a metà del progetto. Final Fantasy XII brilla per il world building ma tutto il resto è lasciato acerbo. Non a caso è l’unico titolo della serie la cui trama non ruota attorno ai personaggi, bensì agli eventi che accadono nel mondo di Ivalice.

Sebbene siano interessanti, i protagonisti non vengono sviluppati a dovere, addirittura alcuni di essi non interagiscono MAI tra di loro per tutta la durata del gioco.

PARTE V
La trilogia della confusione, quando il peggior fallimento di Square Enix salva baracca e burattini

“Grande è la confusione sotto il cielo quindi la situazione è eccellente” diceva Mao Zedong. Peccato che di eccellente tra alcuni dei prossimi titoli ci sia stato ben poco. Final Fantasy XIII (2009), pubblicato sulle nuove console PS3, Xbox 360 oltre che su PC, si rivela mastodontico dal punto di vista tecnico e… poco altro. Il gameplay è estremamente limitato in se stesso, i corridoi di Final Fantasy X a confronto sembrano un open world, e la narrativa è mediocre a dire poco, con buona parte delle informazioni relegate a un noiosissimo codex e dei personaggi principali osceni. Il setting interamente sci-fi non è sfruttato a dovere. Square Enix prova a rattoppare il tutto con ben due sequel ma nessuno oggi ha il coraggio di citare questo capitolo come il proprio preferito. Credo.

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Graficamente Final Fantasy XIII era fuori scala.

Final Fantasy XIV (2010) è il secondo mmorpg targato FF. All’uscita è un disastro di dimensioni apocalittiche. Quasi nulla viene salvato dai giocatori, abituati a ben altri titoli. La situazione è tragica ma Square Enix affida il progetto a un uomo fino a quel momento sconosciuto al grande pubblico, un tale Naoki Yoshida. Nel 2012 il mondo di quel mmorpg viene disintegrato e uno nuovo sorge sulle sue ceneri. Ecco che viene pubblicato Final Fantasy XIV: A Realm Reborn (2013) quello che, ancora oggi, è con ogni probabilità il miglior mmorpg in circolazione. Un’enciclopedia vera e propria dell’intero franchise, un gioco in continua espansione con una community attivissima (siamo a quota 30 milioni di giocatori!) e un supporto costante. Grazie a Yoshida e al suo miracoloso Final Fantasy XIV: A Realm Reborn la software house ha un’entrata fissa di denaro e una sicurezza che gli permette, inoltre, di sopportare il caos che da lì a poco sarebbe giunto.

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Non fate l’errore di pensare che, essendo un mmorpg, non abbia chissà quale trama. FFXIV riesce ad essere eccezionale anche in quello.

Final Fantasy XV (2016) è una tragedia. Lo è nelle intenzioni e lo è nel risultato. Figlio di un processo lungo e contorto che si avvia ai tempi di Final Fantasy XIII è oggi un monito su come non vanno fatte le cose. Monito che Final Fantasy XVI ha preso a cuore. Se la Compilation di Final Fantasy VII funziona (a modo suo) è perché viene concepita a partire da un’opera capace di reggersi in piedi da sola. Con Final Fantasy XV siamo inondati di prodotti collaterali (come un film in cgi e una serie animata) ancor prima di avere tra le mani il gioco vero e proprio, che a sua volta si rivela poi incompleto. Le potenzialità ci sono, sia nel world building che nei personaggi, ma nulla viene approfondito a dovere. E via di DLC, alcuni escono a fatica, altri vengono cancellati, altri sono un contentino che non basta. Così il capitolo Final Fantasy XV si chiude con amarezza, lasciando immaginare ai fan quello che sarebbe potuto essere e che mai sarà.

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FFXV è un’esperienza tutto sommato tollerabile ma lontanissima da ciò che sarebbe potuta e dovuta essere.

EPILOGO
Presente e Futuro

Eccoci giunti alla fine di questo lungo viaggio. Final Fantasy XVI (uscito su PS5 nel 2023), è l’ultimo della serie, e ha diviso i fan come pochi altri capitoli hanno fatto. Alcuni non lo considerano neanche un Final Fantasy. C’è da dire che la piega totalmente action fa strano se si è abituati ai giochi a turni, eppure la vera natura dei Final Fantasy è proprio questa, la loro eccentricità. Ci vuole coraggio a reinventarsi ogni volta, forse questa volta si è andati un po’ troppo oltre. Ma Yoshida, director di questo sedicesimo capitolo, le idee chiare le ha comunque avute, e si vede. La storia di Final Fantasy XVI è tra le migliori del franchise, la più cupa e adulta in assoluto e merita certamente un posto su un eventuale podio.
E adesso? Cosa accadrà a Final Fantasy? Si farà un passo indietro? Si spingerà ancora di più sull’action? Final Fantasy VII Rebirth sarà lo standard da ora in avanti o è solo una parentesi? Domande a cui io non posso rispondere al momento, ma a cui risponderò in futuro non appena avrò giocato le prossime fantasie finali di Square Enix.

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Alcune boss fight di Final Fantasy XVI sono tra le migliori mai viste in un videogioco.

Sito ufficiale di Square Enix.

Persona 3 Reload: la Recensione

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Persona 3 Reload dimostra come mai fosse necessario un Remake di questo capitolo della amatissima saga videoludica. Ma come ha fatto?


Ci sono alcuni videogiochi che vengono gettati nell’oblio, che vengono dimenticati perché non hanno niente che valga la pena di essere ricordato, perché sono stati surclassati da altri titoli, perché erano troppo acerbi o semplicemente perché non erano dei bei giochi.

Ci sono altri giochi, invece, che verranno ricordati per sempre, ricordati per la loro storia, per il loro gameplay o semplicemente perché sono stati giocati in momenti importanti nella vita di molte persone.

Infine, ci sono giochi che vengono ricordati solo da alcuni fan di vecchia data, o da alcuni abbastanza curiosi di provare qualcosa di diverso dal solito, o ancora da alcuni abbastanza coraggiosi da mettere mano ad un titolo ormai considerato “vecchio”. Ecco, prendiamo il caso di quest’ultimo titolo citato, e teniamo conto del fatto che ne esistano due riedizioni completamente diverse, con meccaniche e strutture differenti, uscite per console distinte e senza che nessuna sia considerabile quella definitiva: ecco a voi il caso Persona 3.

Questo titolo, infatti, ha già avuto due simil-remake: oltre alla versione base sono state pubblicate l’edizione “Portable”, per PSP, e l’edizione “FES”, per PlayStation 2. 

Se la prima versione impreziosisce l’originale aggiungendo, per esempio, la possibilità di dare comandi diretti al party e introducendo la meccanica del “One More”, allo stesso tempo contiene limiti di gameplay dovuti alla tecnologia della PSP. Per citarne una, non era possibile esplorare in maniera libera, ma solamente attraverso dei menu in stile punta e clicca.

D’altra parte, sotto questo punto di vista Persona 3 FES rimane più fedele all’originale, permettendo ai giocatori di usufruire di un’esplorazione più libera, ma senza tutte le migliorie della versione per PSP.

Persona 3 Reload nasce per portare una soluzione che possa unire tutti i migliori aspetti di queste due versioni, creando quindi una tanto attesa versione definitiva dell’opera, con tanto di migliorie estetiche che superano persino quelle dell’amatissimo quinto capitolo. Con questa recensione, si vorrebbe evidenziare il modo in cui P Studio sia riuscito a creare il Persona 3 definitivo, attraverso un’opera di Remake degna, finalmente, di questo nome. In questo articolo non saranno presenti spoiler riguardanti la trama del gioco, ma approfondirò alcune delle meccaniche esclusive di questo Remake. Se volete scoprirle da voi, vi consiglio di saltare quelle parti, che verranno comunque segnalate con il giusto anticipo.


Persona 3 Reload


Partiamo subito con una delle modifiche più palesi: l’estetica del gioco è stata completamente rinnovata, donando all’opera un look decisamente più fresco e piacevole alla vista. Gli asset di Persona 3 Reload sono stati tutti riadattati in alta definizione per renderlo, sotto questo punto di vista, il più qualitativamente apprezzabile rispetto agli altri capitoli della serie. Ciò non basta, però, a renderla una grafica degna di questa generazione videoludica: i dettagli delle texture rimangono comunque ai livelli di ciò che una PlayStation 4 poteva offrire senza alcun tipo di problema, e lo stesso si applica in generale ai modelli e a tutte le animazioni che non riguardano i menu o il combattimento, come ad esempio la camminata del protagonista o la famosa “folla” al Club Escapade, perfettamente immobile, se non per 2 o 3 NPCs. Non serve esattamente una PS5 Pro per far girare questo capitolo, per intenderci.

Questa scelta,  a dirla tutta, arriva con dei benefici per alcuni giocatori: la semplicità grafica potrebbe permettere a console datate, come la Nintendo Switch, di reggere il gioco senza troppe sbavature.


Persona 3 Reload


Ciò che più ho apprezzato, parlando sempre del reparto grafico, è proprio il rifacimento di tutti i menu, che prendono in prestito il colpo d’occhio e le animazioni a dir poco piacevoli del quinto capitolo della serie.

Il risultato è a dir poco sbalorditivo: quello che normalmente viene visto come un processo estremamente noioso e meccanico, ovvero cercare tra i menu un’opzione specifica, diventa improvvisamente uno spettacolo per gli occhi, il tutto senza sacrificare la fluidità e la semplicità di navigazione.

Lo stesso esatto principio si applica anche per i menu di combattimento: La nuova estetica è stata riadattata in maniera sublime prendendo in prestito la fluidità e la chiarezza di Persona 5, ma senza renderla una copia di quest’ultimo, mantenendo quindi l’impronta stilistica del terzo capitolo. 


Persona 3 Reload


Il combattimento è uno degli elementi fondanti dei JRPG e i capitoli di Persona, in quanto tali, dimostrano gran parte delle loro potenzialità proprio in questo campo. Più avanti approfondiremo le meccaniche più interessanti riguardanti appunto il Combat, ma adesso preferirei concentrarmi su uno dei maggiori problemi degli RPG a turni, ovvero la lentezza.

Non è una novità infatti che a giochi del genere si associ il fatto di dover aspettare una grossa quantità di tempo tra una mossa e l’altra, soprattutto se queste sono precedute da una infinita animazione, spettacolare sì la prima volta, ma interminabile e noiosa per le seguenti.

Parlando del quinto capitolo, una delle migliorie che più ho apprezzato è stata proprio la creazione di una dinamicità e rapidità nel poter scegliere le mosse e nell’effettuarle: una volta premuto il tasto triangolo (dicendo quindi al gioco che si intendeva attaccare con una Persona), questa veniva evocata nel momento stesso della pressione, facendo partire l’animazione ancora prima che si decidesse la mossa specifica da eseguire. Inoltre, durante le mosse di gruppo, precedute da una vera e propria piccola cutscene, si aveva la possibilità di saltare per intero l’animazione, se non si era interessati a vederla. 

Nonostante questi due elementi di Quality of Life in Persona 3 Reload non siano presenti e vadano ad allungare il brodo durante le battaglie, queste rimangono comunque dinamiche, veloci e intrattenenti.


Persona 3 Reload


Uno degli aspetti che più mi interessava approfondire di questo remake erano tutte le varie meccaniche legate al combattimento: oltre a quelle presenti nell’originale, quali altre avremmo trovato? La risposta è stata esattamente quello che speravo, ovvero sono presenti tutte le meccaniche dei remake e dei capitoli successivi che contraddistinguono la saga.

Parlando delle meccaniche presenti in tutti i capitoli della saga, dal terzo in poi, troviamo:

Il One More, ovvero poter effettuare un secondo attacco, una volta che si attacca un nemico colpendo la sua debolezza;
La Staffetta, il poter cambiare membro del party con il quale attaccare dopo che si effettua un One More;
La Mano Arcana, ovvero la possibilità di pescare delle carte a fine combattimento che ti permettono di avere dei bonus ed ovviamente la possibilità di acquisire le Ombre per comandarle e di fonderle per crearne di più potenti;
Il Supporto dà la possibilità, premendo semplicemente un tasto, di selezionare immediatamente un nemico e di attaccarlo con una mossa debole per quest’ultimo, a patto di aver già precedentemente scoperto di quale debolezza si trattasse.

Oltre queste meccaniche, ne troviamo alcune esclusive di Persona 3 Reload, che contribuiscono a rendere i combattimenti più dinamici che mai. Se volete evitare Spoiler riguardanti le meccaniche nuove di questo Remake, questo è il momento adatto per saltare direttamente al prossimo paragrafo.

Una delle aggiunte più interessanti è sicuramente quella della Teurgia: ogni volta che i nostri compagni eseguono un’azione che riflette il loro ruolo, verrà piano piano caricata una barra presente a destra, vicino agli HP ed SP dei membri del party. Una volta al massimo, potremo effettuare una mossa speciale, anch’essa specifica per ogni compagno.

Un’altra meccanica esclusiva di questa nuova edizione è rappresentata da dei grandi Orologi: durante l’esplorazione nel Tartaro, ci si potrà imbattere in delle porte circolari che rappresentano i quadranti degli orologi. Entrando, potremo selezionare due membri del party, che siano quelli attivi o inattivi, e gli daremo la possibilità di raggiungere immediatamente il livello del nostro protagonista al prossimo combattimento. In questo modo ci eviteremo ore ed ore di grinding per far raggiungere a tutti i nostri compagni un livello alto, rendendola uno degli elementi di Quality of Life più comodi e piacevoli.

Per finire, la Persona 3 Reload ci delizia con un’ultima aggiunta, anche questa in parte di Quality of Life: si tratta delle Porte delle Monadi. Come le precedenti, queste si potranno trovare sparse in giro per il Tartaro. Entrando questa volta, però, ci ritroveremo a scontrarci con un mid-boss. Se sconfitto, non solo ci ricompenserà con una grande quantità di esperienza e di oggetti preziosi, ma aumenterà la nostra possibilità di ottenere Arcani Maggiori durante la Mano Arcana, dandoci quindi bonus utilissimi per il combattimento e l’esplorazione.


Persona 3 Reload


L’altro elemento fondamentale per Persona è sicuramente l’aspetto Slice of Life. Se non stiamo combattendo contro i mostri nel Tartaro, infatti, è molto probabile che stiamo ascoltando una lezione a scuola, stiamo uscendo con i nostri amici, siamo in biblioteca per diventare più intelligenti o stiamo semplicemente guardando qualcosa alla tv. 

Come in tutti i principali capitoli, alterniamo i momenti in cui potenziamo le nostre Skill Sociali, che in questo caso sono solamente tre, ovvero Sapere, Fascino e Coraggio, a momenti in cui approfondiamo i nostri rapporti sociali, ognuno dei quali rappresentato da una delle carte degli Arcani Maggiori, per un totale di 22 relazioni. 

In Persona 3 Reload, però, potremo inoltre passare le giornate insieme ad uno dei nostri compagni di squadra, che non sono rappresentati da nessuna carta degli Arcani, in modo da ottenere oggetti, statistiche sociali e, in alcuni casi, potenziamenti per quello specifico compagno nel combattimento, come abilità, mosse o addirittura nuove Teurgie.

Non mancano ovviamente le varie possibilità di Romance Route con i vari personaggi femminili o la possibilità di ottenere Personae molto potenti una volta portato al rango massimo uno dei Legami, o ancora di Invertirli in caso le risposte che diamo non piacciano a questi ultimi.


PErsona 3 Reload


Se gli aspetti fondamentali della saga di Persona, dal punto di vista delle meccaniche, sono due ovvero Combat e Slice of Life, dal punto di vista estetico possiamo trovarne altrettanti, e mi riferisco ai già affrontati Menu di Gioco e alla Musica.

Proprio dalla versione originale di questo capitolo, infatti, le Soundtracks di questo gioco diventano immediatamente riconoscibili e impresse per sempre nella nostra mente.

Persona 3 Reload sotto questo punto di vista non si differenzia in alcun modo rispetto all’originale o agli altri capitoli della saga: le già presenti meravigliose soundtracks della versione base sono arricchite da remake di queste ultime, composte esclusivamente per questo capitolo, donando una chiave contemporanea alle OSTs che abbiamo imparato ad amare giocando al titolo del 2006.


PErsona 3 Reload



Per concludere, possiamo definire Persona 3 Reload un tentativo ben riuscito di Remake, in quanto ha unito con successo due versioni completamente diverse tra di loro, entrambe con i propri pro e contro, risultando in una edizione definitiva dell’opera. Non mancano lacune dal punto di vista grafico, che vengono però annebbiate dai meravigliosi menu di gioco, anche questi completamente rinnovati.

Quello che possiamo ben sperare è che questo Remake possa essere un preludio per quello che sarà Persona 6, e ci auguriamo che P Studio prenda questa opera come base su cui poter aggiungere e migliorare i vari aspetti dell’attesissimo sequel di questa saga.

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PS VR2 – Il visore sarà compatibile con il PC e nuovi giochi rivelati

PS VR Il visore sara compatibile con il PC e nuovi giochi rivelati

Sony ha rivelato nuovi giochi per il PS VR2 e ha annunciato l’intenzione di aggiungere la compatibilità con il PC a partire dal 2024.

Sony sta attualmente testando la compatibilità con il PC, che, secondo quanto dichiarato, consentirà ai giocatori di PS VR2 di accedere a un maggior numero di giochi VR tramite PC.

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“Siamo lieti di annunciare che stiamo testando la possibilità per i giocatori di PSVR2 di accedere a giochi aggiuntivi su PC per offrire una varietà di giochi ancora maggiore oltre ai titoli PS VR2 disponibili attraverso PS5”, ha dichiarato Sony in un post sul PlayStation Blog. “Speriamo di rendere disponibile questo supporto nel 2024, quindi rimanete sintonizzati per ulteriori aggiornamenti”.

Sony ha lanciato le cuffie per la realtà virtuale PS VR2 per PlayStation 5 nel febbraio del 2023, e da allora ha dovuto affrontare questioni relative alla mancanza di supporto.

A dicembre, Eric Lempel, responsabile del settore globale di Sony Interactive Entertainment, ha definito la VR “una categoria un po’ difficile in questo momento”, anche se ha insistito sul fatto che le vendite di PS VR2 “stanno andando bene”. “Credo che in generale ci fosse una maggiore aspettativa su ciò che la VR avrebbe fatto per i giochi”, ha ammesso.

Ora Sony ha rivelato i nuovi giochi per PS VR2 in arrivo sull’headset. Tuttavia, vale la pena sottolineare che nessuno di questi giochi proviene da PlayStation Studios.

Ecco l’elenco:

  • The Wizards – Dark Times: Brotherhood | In uscita oggi
  • Arizona Sunshine 2 DLC | In uscita oggi
  • Little Cities: Bigger! | In uscita il 12 marzo
  • Wanderer: The Fragments of Fate | In uscita il 27 giugno
  • Zombie Army VR | Uscita 2024
  • Soul Covenant | Uscita 2024

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Sony aveva già annunciato l’arrivo di Metro Awakening e Legendary Tales su PSVR2 durante lo State of Play di gennaio.

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