Quake 2 – Annunciata la nuova remaster del famosissimo FPS

Quake Annunciata la nuova remaster del famosissimo FPS

Dopo 26 anni dalla sua uscita, id Software ha annunciato al QuakeCon di quest’anno, l’uscita della remaster di del famosissimo Quake 2

Due decenni e mezzo dopo la sua uscita, il classico FPS di id Software Quake 2 ha appena ricevuto una grande espansione: 28 nuovi livelli di campagna da MachineGames, creatore dei moderni giochi di Wolfenstein. Questo sarebbe già molto bello di per sé, ma è solo la ciliegina sulla torta di una remaster di Quake 2 assolutamente magnifica. La versione rinnovata di Quake 2 è stata annunciata oggi al QuakeCon, naturalmente, e poi immediatamente rilasciata. Questo cattivone contiene tantissimo Quake 2:

Correlato: Valve – L’azienda inizierà a vendere Steam Deck “ricondizionati” ad un costo minore

  • La campagna originale, le espansioni The Reckoning e Ground Zero, i livelli N64 e il nuovo -episodio Call of the Machine.
  • Aggiornamenti grafici attivabili che sono stilisticamente coerenti con l’originale (lampi degli spari, nebbia, illuminazione migliorata, ecc.)
  • Tante funzioni di accessibilità migliorate
  • Multigiocatore online e a schermo diviso
  • Co-op, deathmatch, deathmatch a squadre e CTF, con numerosi mutatori integrati
  • Crossplay PC/console
  • Supporto per mappe personalizzate di Quake 2, nuove e vecchie
  • Supporto per nuove mod o vecchie mod aggiornate per questa versione a 64 bit
  • Migliorata l’intelligenza artificiale dei nemici e dei bot

Sto tralasciando molti dettagli, perché qui c’è molto: Bethesda entra nello specifico nelle note di rilascio, e poi va ancora più a fondo in un resoconto tecnico. Come l’eccellente remaster di Quake 1, che conteneva anche un’espansione sviluppata da MachineGames, anche questo è stato realizzato in collaborazione con gli specialisti della rianimazione dei vecchi giochi di Nightdive Studios, che hanno appena realizzato l’ottimo remake di System Shock.

Correlato: 12 dei boss più difficili dei videogiochi

La remaster è disponibile come aggiornamento gratuito per la versione esistente di Quake 2, quindi se già la possedete, l’avete già. La nuova versione non ha però seppellito la vecchia: è ancora possibile eseguire il Quake 2 originale. Su Steam, questo viene gestito con il solito pop-up con diverse opzioni di lancio.

Fonte

DOOM 3 VR – La Recensione dello sparatutto infernale in VR

L’approccio di Bethesda al mondo VR attualmente è costellato di adattamenti. Dopo un Doom (2016) adattato alla realtà virtuale, e dopo The Elders Scrolls: Skyrim VR, ora è toccato a Doom 3, storico capitolo del famosissimo franchise del Doom-Marine. Forse il capitolo che meglio pareva potersi sposare con la realtà virtuale, Doom 3 si scontra però con un adattamento che ne limita molte delle potenzialità. Ma andiamo con ordine.

Doom 3, originariamente uscito nel 2004, fu un enorme successo di critica e pubblico. Riproposto varie altre volte sulle nuove console nel corso degli anni, il gioco ha sempre continuato a convincere. L’approccio scelto da Id Software per il titolo, meno adrenalinico ma più votato all’horror-action, con una grande attemzione data alla fase esplorativa e alle ambientazioni, aveva rilanciato fortemente il franchise del Doom-guy agli inizi del nuovo millennio. Anche confrontandolo con i meravigliosi ultimi capitoli del franchise, Doom 3 rimane comunque un ottimo titolo, e sopratutto un’esperienza differente rispetto agli altri capitoli della saga. La scelta di adattare questo titolo alla realtà virtuale quindi, data l’enorme mole di successo riscossa da Doom Eternal, pareva logica e interessante, ma si è scontrata con alcuni problemi non indifferenti.

Fonte: Id Software

Il gioco di per sè rimane estremamente convincente: longevo e profondo, Doom 3 VR – che ricomprende anche le espansioni Resurrection of Evil e The Lost Missionrisulta ancora divertente ed appasionante, grazie alla sua formula ben rodata e perfezionata, che non sfigura a più di 15 anni dalla sua uscita. La possibilità di esplorare le occlusive e soffocanti strutture d Mars City utilizzando un visore VR aumenta notevolmente il senso di ansia che proviamo nel corso della partita, e ogni scontro che affronteremo sarà più immersivo e terrificante che mai. Alcune aggiunte di gameplay poi, come la presenza di tutti i dati di cui avremo bisogno – salute, armatura – sul polso dominante del nostro personaggio, o la possibilità di accendere e spegnere una torcia comodamente attaccata alle nostre bocche da fuoco, sono ben accette, ed aumentano sicuramente il senso di immedesimazione che proveremo nel corso di tutta la nostra avventura. Il lavoro effettuato sull’audio del titolo poi dona al gioco una rinnovata potenza, che ci tiene sempre costantemente sulle spine. I problemi però, coinvolgono proprio l’aspetto legato all’adattamento di un titolo di quasi 20 anni fa, ad una periferica nuova e molto differente dal classico gioco su televisore/monitor.

Innanzitutto, il movimento della visuale è decisamente macchinoso e ciò risulta essere un grande problema, considerando la nostra costante necessità di guardarci attorno per rispondere alle minacce presenti. Si può optare per una formula che permette di avere degli scatti regolabili, di circa 15 gradi di visuale, o una modalità libera che però viene afflitta costantemente da un cono d’ombra se si decide di ruotare la visuale troppo rapidamente. Il risultato, in entrambi i casi, è un costante senso di spaesamento, che rende davvero poco godibile l’esperienza generale. Disattivare la “vignettatura” della visuale inoltre è possibile, ma aumenta vertiginosamente il senso di malessere legato alla motion sickness, rendendomi impossible usufruire di un titolo già molto complicato per il sottoscritto, perciò fra i due mali è stato scelto quello minore. Inoltre, al giocatore non verrà permesso di utilizzare i controller Playstation Move se non attraverso la periferica Playstation Aim, che naturalmente non tutti possiedono; in alternativa, il giocatore potrà utilizzare il sensore di movimento del controller, con risultati poco soddisfacenti. L’utilizzo del controller e del suo sensore di movimento costringe ad una serie di movimenti poco comodi e non precisi, portando il numero di colpi sbagliati a salire vertiginosamente in pochissimo tempo; l’utilizzo del Playstation Aim invece migliora la precisione ma, come accade spesso in queste riconversioni, costringe a tenere delle posizioni innaturali e faticose, che sfiancano e non riescono a trasmettere un feedback convincente ed immersivo. Dal lato motion sickness invece, che rimane un aspetto assolutamente soggettivo (e considerando ahimè la mia pesante sofferenza della suddetta) Doom 3 VR personalmente è stato un lungo patire: a differenza di tanti altri titoli moderni in VR, che presentano delle caratteristiche di gameplay che vengono incontro a noi, poveri giocatori dallo stomaco debole, Doom 3 Vr ripropone la (quasi) identica esperienza del 2004, ed il mio stomaco non si è ancora ripreso.

Fonte: Id Software

In conclusione, Doom 3 VR per Playstation VR non è un titolo insufficiente, perchè quando tutto va per il verso giusto, il gioco funziona. Il problema è che questi momenti sono pochi, e spesso intervallati da situazioni in cui dovremo muoverci affannosamente per cercare di confrontarci con le minacce in arrivo e combattere contro i problemi di telecamera. In un particolare momento storico in cui gli FPS in realtà aumentata offrono delle esperienze davvero convincenti, come l’ottimo Blood and Truth, sempre per PlayStation VR, o il Half Life Alyx per PC, Doom 3 VR risulta essere solamente un lavoro di conversione sicuramente godibile, ma pigro e poco ispirato, salvato solo dalla indiscutibile qualità del titolo che viene adattato, dalla presenza di entrambi i DLC – che allungano la longevità di un titolo già lungo tra le 11 e le 15 ore da solo – e dal prezzo di vendita, appena 19,99 euro. Per molti fan del brand, questa esperienza sarà meravigliosa e permetterà di riscoprire con nuovi occhi un titolo famoso e molto apprezzato, ma l’impressione che si ha, è che ci si sia limitati ad eseguire un diligente compitino, sicuramente sufficiente, ma che manca di quel pizzico di coraggio in più che avrebbe permesso al gioco di rinnovarsi davvero.