NVIDIA ha svelato le nuove schede Mini-ITX GeForce RTX 30.
Non sono le soluzioni più economiche in termini di consumo di energia proposte dall’azienda ma sono le prime schede video di piccola fattura a montare la nuova architettura Ampere.
Son stati introdotti 4 modelli:
GeForce RTX 3060 Storm X
GeForce RTX 3060 StormX OC
GeForce RTX 3060 Pegasus
GeForce RTX 3060 Peagasus OC
Stando alle informazioni rivelate dall’azienda, si dice che queste piccole schede dovrebbero avere fino a 170W di consumo e un uso pin da 8 per la corrente. Come dimensioni misurano 170 mm x 124 mm.
Tutti e 4 i modelli utilizzano un sistema di raffreddamento a doppio slot con una ventola, e hanno quattro uscite display: quattro connettori DisplayPort 1.4 e una porta HDMI 2.1.
SPECIFICHE TECNICHE
Dal punto di vista delle prestazioni le Mini-ITX GeForce RTX 3060 hanno un GPU Clock 1320Mhz che può arrivare fino a 1777Mhz con il Boost del Clock. Per quanto riguarda la memoria video invece dispongono di 12GB GDDR6 e 3584 Cuda cores.
Palit Mycrosystem, uno dei maggiori produttori di schede grafiche al mondo, deve ancora rivelare le frequenze di Boost delle versioni OC, il che fa dedurre che le schede saranno disponibili solo in seguito.
Non abbiamo neanche un’idea del prezzo che potrebbero avere, quindi non sappiamo se le versioni Mini-ITX costeranno di più dei normali modelli con grandi sistemi di raffreddamento
Paul Bettany, Visione nell’MCU, rivela che Endgame avrebbe dovuto introdurre una scena post-credit per WandaVision, la nuova serie che introduce la fase 4 dell’MCU su Disney +.
Avengers Endgame doveva introdurre, con una scena post-credit, WandaVision, la serie che vede protagonisti Elizabeth Olsen e Paul Bettany ritornati alla ribalta nell’MCU, ma questa volta in streaming sul piccolo schermo.
È proprio Paul Bettany a rivelarcelo, in un intervista con la sua compare Elizabeth Olsen dove parla dell’esperienza appena fatta nella serie TV Wanda Vision, ha scherzosamente dichiarato:
Avrei dovuto essere in una scena post-credit dove veniva aperto un sacco per cadaveri con all’interno Visione. Kevin poi mi ha detto che non era più il caso e ho pensato “cavolo” volevo davvero il profitto per quella scena
Ricordiamo che Visione è stato ucciso “manualmente” da Thanos, di conseguenza non è stato riportato in vita con le gemme e non ha partecipato al film End Game.
credit: Comicbook.com
Insomma il capoccia dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha deciso di rinunciare all’idea quando in realtà non era per niente male, avrebbe aggiunto più pepe all’attesa dell’inizio della fase 4 dell’MCU e sicuramente più qualità Marvel Docet, come solo loro sanno fare.
Che ne pensate? Avrebbero dovuto lasciare la scena post-credit?
Pietra miliare dei giochi da tavolo, consacrato dai giocatori più esperti come uno dei puti di riferimetno nel mondo dei “GdT” moderni. Ha venduto milioni di copie nel mondo ed è il gioco perfetto per introdurre i novizi a questo tipo di giochi strategici, perchè Carcassonne è pura strategia.
Il gioco è ispirato all’omonima città medioevale francese (anche se il gioco è tedesco) che è circondata da grandi mura a protezione, e da qui le mura delle città.
All’intero della scatola si trovano 72 tessere quadrate in cartone che rappresentano diversi elementi della mappa:
Strade
Pezzi di città
Monasteri
Pascoli
(Nelle espansioni ci sono anche fiumi, locande e tanto altro). Oltre alle tessere ci sono degli omini in legno, detti meeples (da my people in inglese) che sono i segnalini per giocare sul tabellone, 8 a testa.
credit: BoardGameGeek
DINAMICA DI GIOCO
La dinamica di gioco è molto semplice, infatti tutto sta nel collocare sul tavolo una tessera pescata a caso dal mucchio e collocarla in senso logico per andare a creare una grande mappa. Ovviamente, ripeto che la tessera deve essere collocata in maniera logica per il gioco, ovvero, prolungare una strada o ingrandire una città, non puoi mettere una strada in mezzo ad una città o un fiume che attraversa una strada. Una volta collocata la tessera seguendo una strategia il passo successivo è occupare la strada, la città o il prato con il meeple rivendicandone i diritti di proprietà. Quando la nostra costruzione sarà completa, ovvero avremmo chiuso una città, una prateria o una strada, potremmo recuperare il nostro meeple e fare punti. I punti vanno in base a quante tessere compongono la nostra costruzione più i vari bonus (tipo lo scudo, che fa valere uno in più le tessere della costruzione). Non è possibile occupare costruzioni di altri giocatori con il proprio meeple, ma via via, nel gioco, è possibile che delle costruzioni si uniscano tra lori andando a stabilire una comproprietà, che durerà solo fino alla chiusura della costruzione; in quel caso i punti andranno a chi ha il maggior numero di meeples sulla costruzione. In caso di parità si spartiscono.
La dinamica è semplice, più meeples piazzi nei posti giusti e più punti fai
Altro oggetto di punti sono i pascoli, ovvero, se durante la partita si decide di mettere un meeple disteso su un pascolo, il numero di città che si vedono con il meeple sono punti. (per “che si vedono” intendo le città raggiungibili e che non siamo ostacolate da una strada o da un fiume)
Insomma le meccaniche di gioco sono semplici e comprensibili a tutti, è il gioco perfetto per introdurre i novizi dei giochi da tavolo a questo mondo; ma occhio , può creare dipendenza, perchè il problema non è giocarci di continuo, ma è quando si viene a conoscenza delle miriadi di espansioni che sono a disposizione, ve lo posso garantire perchè ho il portafoglio vuoto e così tante strade (pescate) che posso competere con autostrade per l’Italia.
Le Stelle Sono Allineate… e i Munchkin stanno abbattendo le porte in luoghi dove l’Uomo Non Dovrebbe Andare. Ora sono Investigatori, Picchiamostri, Professori e Cultisti… e stanno uccidendo i mostri dei Miti di Cthulhu e prendono la loro roba.
Iniziano così le istruzioni del celebre gioco da tavolo Munchkin Cthulhu, gioco basato sull’originale Munchkin creato da Steve Jackson e molto ben illustrato da John Kovalic e Gommi. Munchkin è un gioco che presenta una scatola e delle carte di ridotte dimensioni; nella confezione alloggiano 280 carte e 4 pagine di regole del gioco.
Possono prendere parte al gioco da 3 a 6 giocatori. i giocatori partono tutti dal livello 1 disarmati e senza classe (per segnare i livelli può andare bene un dado a 10 facce o un foglio di carta), vince il primo giocatore che arriva al livello 10 uccidendo un mostro. Munchkin in se per se è un gioco parodia dei giochi di ruolo come DnD. Per iniziare c’è bisogno che i due mazzi, uno con i tesori e uno con le porte, siano disposti e mescolati al centro del tavolo da gioco, o qualsiasi altra superficie sulla quale stiate giocando (a munchkin si può giocare ovunque). Ogni giocatore partirà con 4 carte, 2 porte e 2 tesori. Queste costituiranno il valore di attacco di ogni partecipante che si andrà a sommare con tutti gli equipaggiamenti e oggetti indossati o utilizzati, ricordandosi però che bisogna essere coerenti con la realtà: per usare le armi abbiamo solo 2 mani, quindi è possibile usare o un’arma a 2 mani o 2 ad una mano, si può indossare un solo paio di calzature, una sola armatura un solo elmo. Equipaggiarsi è facile, basta calare la carta davanti a sé, è possibile calare quante più carte possibili, non ci sono limiti di numero. Attenzione però al numero di carte in mano, è consentito tenerne fino ad un massimo di 5; nel caso in cui a fine turno se ne avesse in eccedenza, queste, andranno o scartate o donate al giocatore di livello più basso. Al centro della tavola, accanto ai due mazzi, andrà lasciato uno spazio apposito che sarà destinato alle carte classe “cultista”.
Il primo giocatore che arriva al livello 10 vince, un po’ come D&D.
Ora che si conoscono le regole base le danze si possono aprire: a turno, ogni giocatore andrà a cercare fortuna girando una carta porta, i risultati della girata possono essere 3:
Esce un mostro che dovrà essere affrontato in combattimento;
Esce una maledizione che maledirà il giocatore pescante;
Esce una carta qualsiasi che può essere presa in mano.
In ogni caso, se non esce un mostro, il giocatore può decidere di andare a cercare guai, ovvero, decidere di affrontare un mostro calato dalla mano. Se la battaglia è vinta è possibile “svuotare la stanza” e quindi guadagnare punti e livelli a seconda dell’indicazione scritta sulla carta mostro appena sconfitto.
credit: Munchkin.raven
DINAMICHE DI COMBATTIMENTO
Il combattimento con i mostri è la parte più avvincente del gioco, ed è anche la parte principale di Munchkin. Le dinamiche sono basilari:
Viene sommato il valore del proprio livello con i punti aggiuntivi di eventuali bonus, classi ed equipaggiamenti, si sottraggono punti causati da eventuali maledizioni o penalità e si confronta il proprio livello con quello del mostro. Se il numero è superiore, il mostro viene sconfitto e si può andare avanti salendo di livello e guadagnando tesori (è indicato sulla carta), al contrario, se il livello del personaggio è inferiore a quello del mostro palesatosi dalla porta ci sono 2 alternative:
Si chiede aiuto: letteralmente si chiede aiuto ad un altro giocatore di buon cuore che è disposto a dare una mano, ma in cambio di qualcosa come una ricompensa, un oggetto o un tesoro derivante dalla sconfitta del mostro, insomma si intavola una vera e propria trattativa per farsi dare una mano. Una volta stabiliti gli estremi dell’accordo i punti del giocatore aiutante si andranno a sommare ai punti di quello aiutato per sconfiggere il mostro.
Si tenta la fuga: se nessuno è disposto a darci una mano e il livello del mostro è superiore da risultare imbattibile (gli altri giocatori possono aumentare il livello del mostro con carte potenziamenti) si lancia un D6; se il risultato è 5 o 6 si riesce a fuggire dallo scontro, altrimenti si subiscono le “brutte cose” indicate sulla carta.
Se il giocatore subisce le “brutte cose” può succedere qualsiasi cosa: dalla perdita di oggetti, alla perdita di livelli fino alla morte. tranquilli la morte non è definitiva, il giocatore rientra in gioco al turno successivo, conserva la sua classe e il livello, ma perde tutti quanti i suoi oggetti e le carte in mano, per poi pescarne 4 nuove.
Queste sono le regole base di Munchkin.
MUNCHKIN CTHULHU
credit: Lovecraft Arts & Sciences
Munchkin cthulhu è la variante Lovecraftiana del gioco, i mostri, le classi sono tutte ispirate ai mondi dello scrittore, infatti con le classi puoi diventare: un picchiamostri, un investigatore, un professore o un cultista; è possibile cambiare classe in qualsiasi momento, a patto che ci siano le condizioni per farlo. Un eccezione per i cultisti: una volta diventati adepti di Cthulhu non si può cambiare classe, a meno che non si utilizzi una carta che permetta di tornare indietro, come: “un improvviso colpo alla testa”. La particolarità dei cultisti è che si aiutano tra loro facendo guadagnare punti agli altri cultisti, quindi se sei un cultista e ce ne sono altri avrai punti bonus, 2 per ogni cultista presente in gioco, attenzione però, questa situazione può avere un risvolto negativo perché:
Se tutti i giocatori sono cultisti tranne uno, quell’uno guadagnerà un livello bonus che può essere quello vincente;
Se tutti i giocatori diventano cultisti la partita si interrompe e vince il giocatore con il livello più alto.
Tra le carte del mazzo esistono tutta una serie di pazzie che colpiscono un giocatore se pescate o se inflitte da un altro giocatore. Inoltre nel parco mostri troviamo dei mostri che finiscono in -GOTH i quali possono essere letteralmente aggiunti, durante il combattimento, ad altri mostri dello stesso tipo, così da rendere più difficile il combattimento.
Munchkin Cthulhu è la variante Lovecraftiana del gioco, i mostri e le classi sono ispirati ai suoi mondi, infatti puoi diventare un cultista o un picchiamostri
Nello stabilire le regole della partita è possibile adottare il “regolamento epico” che porta il livello da raggiungere da 10 a 20 per vincere. Ovviamente i primi livelli dovranno essere giocati normalmente, dopodiché i giocatori acquisiscono dei poteri “epici” in base alla loro classe, e a turno dovranno aprire non una, ma ben 2 porte con l’obbligo di risolvere entrambe. Con il regolamento epico la partita, inevitabilmente, diventerà più lunga ma più avvincente.
Le carte sono caratterizzate da simpatiche immagini fumettizzate, un po’ il punto forte di Munchkin, e possono rappresentare mucche che volano, galline con tentacoli, nonnine malefiche e strane pazzie, una di queste dice che devi tenere tutte le carte in gioco in ordine alfabetico ad esempio. (fiero del culto)
Insomma carte molto strane ma anche molto divertenti con regole ad interpretazione propria, infatti se non si è tutti d’accordo sull’effetto di una carta, ilgioco suggerisce di parlarne rumorosamente insieme, ma l’ultima parola spetta al proprietario del gioco, insomma la situazione si risolve come nei campini di provincia tra bambini “Il pallone è mio e decido io”.
Munchkin è un gioco avvincente con molta interazione tra i giocatori, può succedere di tutto, dall’essere bersagliati da tutti perche si è il giocatore con il livello più alto, a formare alleanze segrete, a farsi un nemico per tutte le partite di Munchkin future, quindi non c’è un tattica predefinita per vincere perché è un gioco imprevedibile e noi vi consigliamo vivamente di giocarci. (a volte rovina le amicizie peggio del gioco di carte UNO)
Ah dimenticavo, e se nelle regole del gioco fosse scritto esplicitamente che è possibile barare ma senza essere visti? Voi che fareste?…
“Una cascata di pepite d’oro è la ricompensa per il pistolero più abile! Guadagna nuovi e straordinari equipaggiamenti che ti aiuteranno nella corsa, ma presta attenzione ai nuovissimi pistoleri ombra… hanno un solo scopo: farti fuori! Riuscirai a galoppare per primo fino al fiume più ricco?”
Così si presenta una delle espansione del gioco di carte BANG!, stiamo parlando di “Gold Rush“, letteralmente la corsa all’oro nel vecchio far west. Ma di cosa si tratta? quali sono le nuove dinamiche di gioco introdotte da questa espansione?
Prima di tutto: avete presente quella noiosa sensazione quando, durante il gioco, magari dopo 2 turni, si viene eliminati perché qualcuno ti ha crivellato di Bang (perchè ti hanno preso di mira) o ti è esplosa la dinamite che proprio tu avevi piazzato sperando di fare secco lo sceriffo? Ecco dimenticatela, reset, rimuovetela dai vostri pensieri, non esiste più, game over per la morte. Già, con l’espansione Gold Rush non si esce mai dal gioco, infatti quando si muore si diventa pistoleri ombra (ovviamente dovrete rivelare lo stesso il vostro ruolo) così da poter tormentare il cow boy che vi ha ucciso oppure, se siete fuorilegge, cercare di mettere i bastoni tra le ruote allo sceriffo.
Quest’espansione aggiunge due nuove meccaniche di gioco, otto nuovi personaggi e le “pepite d’oro”.
Come funzionano e come si guadagnano le pepite?
Le pepite servono per comprare oggetti dal negozio (una delle nuove meccaniche) e si guadagnano ferendo un giocatore (quindi quando un bang va a segno, in questo caso usare un “indiani” è molto più veloce) oppure bevendo una buonissima e rinfrescante “birra” dichiarando di voler rinunciare alla vita che si poterebbe guadagnare e scegliendo di prendere una pepita. I nuovi personaggi possono sfruttare le pepite per usare abilità aggiuntive.
Parlavamo del negozio, il negozio è pura strategia, da la possibilità ad un giocatore di ottenere equipaggiamenti o carte al momento giusto per scampare da una situazione brutta o fare davvero male a qualcuno; insomma se il tuo gioco si fonda sulla strategia sarà un bel vantaggio.
Ma come funziona?
Il negozio è un mazzetto di 24 carte a parte, da non mischiare con quelle principali che possono essere acquistate solo tramite le pepite. Sono sempre disponibili tre carte girate a faccia in su (una sorta di vetrina) che vengono sostituite via via ogni volta che ne viene acquistata una. Si dividono un due categorie:
Bordo marrone: da usare subito
Bordo nero: sono permanenti e al contrario delle carte verdi o blu sono immuni ai vari “cat balou” e “panico”, quindi l’unico modo per distruggerle è pagare il loro valore in pepite +1.
L’altra meccanica di gioco l’abbiamo già accennata: “il pistolero ombra“. Quando un giocatore muore scarta tutte le sue carte, sia in mano sia sul terreno di gioco (tiene solo le pepite), non conta più nel calcolo della distanza per un bang e ogni volta che arriva il suo turno pesca due carte, gioca e scarta tutto di nuovo. Eccezione per il rinnegato ombra, mentre i fuorilegge o i vice morti mantengono la loro fazione, il rinnegato ombra cambia fazione a seconda dei “buoni e dei cattivi” ancora in gioco, si schiera quindi dalla parte della minoranza e aiuta quella fazione cambiando ogni volta che ci sono disparità.
Insomma, questa espansione rende tutto molto più interessante e strategico no? Almeno quando muoio posso crivellare di Bang quel b******o che mi ha ucciso prima.
I graphic novel sono stati sempre una colonna portante nella cultura del fumetto italiana, regalandoci negli anni delle vere e proprie opere d’arte. Vediamo i più importanti.
Da Bonelli a Gipi
il fumetto e il graphic novel in Italia
A volte è bello parlare di fumetti, troppo spesso sottovalutati, considerati dai più per bambini e per i quali non vale la pena spendere soldi e tempo, e che in pochi nel bel paese riescono a vedere come una vera forma d’arte, ma i fumetti non sono questo, i fumetti qualsiasi sia la tua età, dal ragazzino che legge topolino al più attempato che legge milo Manara, non fanno discriminazioni, si fanno leggere da tutti e ti trasportano in un mondo parallelo.
In particolare mi piacerebbe parlare del così detto Graphic Novel, ovvero un tipo di storia a fumetti autoconclusiva come i romanzi, tipologia che è stata introdotta dal primo romanzo a fumetti della storia, Maus di Art Spiegelman, che a sua volta ha dato vita ad altri Graphic Novel leggendari come Watchmen di Alan Moore. Ma anche il nostro paese in questo campo ha molto da offrire, vediamo chi sono i nomi storici della vecchia scuola e gli emergenti della new school:
STORICI
Gianluigi Bonelli
Il padre del fumetto che fonda negli anni 40 La redazione Audace, oggi conosciuta col nome Sergio Bonelli Editore. Bonelli crea con Cappellini il mitico fumetto Western Tex, la testata italiana più longeva di sempre, conta 686 albi pubblicati.
Hugo Pratt
Come non citare uno degli autori di fumetti più famosi al mondo, inserito tra l’altrp nella Hall of fame degli Eisner Award. Corto Maltese con i suoi fantastici disegni e i suoi racconti avventurosi consacrano il nome Hugo Pratt come eterno
Tiziano Sclavi
Sclavi ha diritto ad un posto d’onore, secondo me, perché ha creato uno dei personaggi, ed insieme a lui una delle serie, più belli della storia del fumetto italiano, una delle serie che in Italia ha fatto più successo. Ovviamente stiamo parlando dell’investigatore dell’incubo Dylan Dog, debutta in edicola nel 1986 ma subito in principio risulta un flop totale. Pochi giorni dopo però il fumetto è già richiestissimo e il distributore deve ristampare già altre copie. E come non metterlo tra i leggendari, ancora oggi spopola tra i lettori di tutte le età. Molti fumettisti italiani di successo hanno disegnato per la collana a fumetti.
credit: fumettologica
Milo Manara
il re della sensualità e dell’erotismo a fumetti, Milo Manara ha fatto del fumetto un linguaggio tutto suo esprimendo con “Il Gioco”(1982) primo fumetto, erotismo trasgressivo e seducente. Tutto nasce da una collaborazione con Playten in cui Milo ha piena libertà artistica, la quale lo porterà poi alla notorietà e alla fama che lo precedono ogni volta che vediamo un nudo di una donna su un suo fumetto.
Angela e Luciana Gianussi
Il tandem delle sorelle Gianussi inventa il Ladro con la L maiuscola (e non me ne voglia Lupin terzo), Diabolik, affascinante e abile, insieme alla bellissima Eva Kant mette a segno rapine spesso a scapito di ricchi personaggi immischiati in affari illeciti. Diabolik ha un merito, da il via ai fumetti neri in Italia. Il fumetto è ancora in produzione.
Andrea Pazienza
Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza, o meglio conosciuto come PAZ era un fumettista, pittore e poeta. Dai molti considerato uno dei migliori di tutti i tempi e morto purtroppo troppo giovane all’età di 32 anni, è stato il “Ribelle del fumetto italiano”, le sue tavole sono ricche di ribellione, Paz era stufo di regole e imposizioni, i suoi fumetti mostravano di tutto, dalla droga agli stupri e agli omicidi. Eppure in tutto il suo nichilismo non mancano le riflessioni sulla vita, sull’amore dalle quali tira fuori citazioni geniali che lasciamo il segno come:
“È assurdo pensare di ritrovarsi un giorno colti, quando non si è letto un libro, o rispettati, se ci si è sempre comportati ingiustamente. Questi sono miracoli che non possono succedere, così come dal giallo con l’azzurro nascerà sempre il verde, non il rosa o il marrone: è verde. Verde matematico“.
Insomma il Paz era uno fuori dagli schemi, uno sempre contro, era un Ribelle, e se fosse ancora vivo avrebbe sicuramente molto da dire sulla società odierna.
credit: zero.eu
Giorgio Cavazzano
Ritenuto dai più come uno dei principali autori italiani di storie con Topolino e Paperino, Giorgio è in attività dal 1967 con il suo primo fumetto: “Paperino e il singhiozzo” (Topolino 611). Insomma, solo per aver disegnato per 50 anni Topolino e Paperino entra di diritto tra i mostri sacri del fumetto italiano
Bonvi
Come ultimo mi sembra doveroso citare uno dei fumettisti italiani che ha segnato un’era, sto parlando di Franco Bonvicini, meglio conosciuto come Bonvi, che ha disegnato uno dei fumetti più conosciuti in Italia e all’estero: “Strurmtruppen”. La truppa di anonimi soldati tedeschi impegnati sul fronte di battaglia senza fine della seconda guerra mondiale, che parla in maniera stranen aggiundenden alla finen di ogni parolen un en che fa molto rideren. Maledetti spiritosonen!!
un altro fumetto sicuramente da citare di Bonvi è Nick Carter.
credit:
NUOVE LEVE
Zerocalcare
sicuramente uno dei fumettisti più virali del momento, Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, disegna sui suoi graphic novel il proprio alter ego smilzo coi sopracciglioni. Attraverso questa sua autobiografia con grande ironia e senza pretese riesce a raccontare le contraddizioni e gli eccessi della propria generazione. Uno dei suoi fumetti più iconici è sicuramente Kobane Calling nel quale Zerocalcare presenta i suoi viaggi in Turchia, Iraq e Siria e della battaglia del popolo Curdo.
Piccola parentesi sentimentale per Zerocalcare visto che è stato uno degli artisti che ha cambiato il mio modo di leggere fumetti, infatti sono passato dalle super botte dei supereroi (rigorosamente Marvel) a storie che pur facendo ridere ti lasciano dentro qualcosa, una riflessione o un insegnamento e che non sono sono una sequela di immagini senza un senso, perché a volte un fumetto ti lascia qualcosa di più che un film. Consiglio caldamente la lettura di: “La profezia dell’armadillo” un fumetto molto emozionante e riflessivo, ma anche comico grazie alla spiccata ironia del nostro Michele Rech.
credit:
Leo Ortolani
Celebre per la serie Rat Man, ha uno stile ed un tratto inconfondibili, Rat Man con la sua stupidità scimmiotta i supereroi americani, è la personificazione di un eroe tragicomico in cui ognuno di noi si può rispecchiare. Oltretutto fa sbellicare dal ridere con la sua serie e con tutte le sue parodie, da Star Rats (star wars) a 299+1 (300) per passare al grande Magazzi (Harry Potter) e molti altri. Purtroppo Leo Ortolani ha interrotto la serie tra le lacrime dei fan (anche il sottoscritto) a settembre 2017, ma non si separa dal suo personaggio annunciando l’uscita di diversi albi e progetti come il bellissimo “C’è spazio per tutti” nel quale Deboroh (Rat Man) è affiancato all’astronauta Paolo Nespoli, oppure il divertentissimo “Cinzia” che parla di Cinzia otherside, il comico travestito della serie a fumetti.
Insomma, qualsiasi fumetto di Rat Man farà divertire. FLETTO I MUSCOLI E SONO NEL VUOTO.
credit: cabiriams
Gipi
Gianni Pacinotti, meglio noto come Gipi, raggiunge per primo un traguardo che molti fumettisti possono solo sognare: entrare tra i finalisti del premio strega con il suo volume “una storia”. I suoi disegni e le sue storie sono amare ma colpiscono nel profondo andando a toccare tematiche scomode legate al disagio esistenziale. Non nasconde affatto le imperfezioni dei personaggi, ad esempio nel suo capolavoro, perché si è un capolavoro, “La terra dei figli” esaspera un il futuro rendendolo catastrofico e nei disegni rinuncia del tutto al colore a favore di un bianco e nero semplice e senza giri di parole. Insomma Gipi è molto emozionante e toccante, va assolutamente letto.
credit: medium
Marco e Giulio Rincione
i Gemelli del fumetto, il primo scrive e il secondo disegna , tra le loro opere hanno creato: “Paperi” (una raccolta di tre storie più 2 inedite), un mondo con protagonisti dei paperi subordinati alla supremazia dei topi. Il fumetto è estremamente shoccante perché tratta della depressione intesa come malattia che corrode dall’interno per poi passare all’esterno, impedendoti di vivere. Insomma un’opera d’arte micidiale sulla depressione, dei disegni veramente degni di nota, non serve altro per correre a leggere Paperi.
Rat-Man ormai è finito, dobbiamo farcene una ragione, Il fumetto che per quasi trent’anni ci ha fatto ridere ed emozionare che vede Deboroh, alias Rat-Man, come protagonista, flettere i muscoli nel vuoto, si è concluso. Quindi la fine del fumetto potrebbe coincidere con una rilettura del suo autore nonché disegnatore, non lo colora però perché ci pensa il fratello.
Leo Ortolani, classe 1967, nato a Pisa e trapiantato a Parma, ha costruito un personaggio dal basso, che non era pianificato in partenza, infatti Rat Man non è stato un progetto volontario nato per fare successo, come ci dice Ortolani, Rat-Man è nato per caso per partecipare ad un concorso indetto dalla rivista L’Eternauta. Al cinema era appena uscito Bat-Man ed è da lì che arrivano le orecchie da topo ci dice Leo. Non sto neanche a dirvelo, Ortolani con Rat-Man vinse il premio come la miglior sceneggiatura.
credit: pinterest
Rat man non era un progetto pianificato, ed ha vinto il primo premio come miglior sceneggiatura all’Eternauta
Il ratto venne tenuto da parte perché dopo la prima storia ne seguì un’altra, una parodia di Superman. Provò ad avvicinarsi alla Marvel Italia, perchè il nostro Ortolani ha sempre avuto una passione per il fumetto supereroistico americano, con una parodia del punitore; all’epoca c’era un mensile che si chiamava Marvel Mania. Il progetto non andò molto avanti, per questo decise di auto produrre il bimestrale Rat-Man. Solo dopo con l’aiuto di alcuni editori decise di portare Rat-Man in edicola. Ah, quegli editori, oggi, sono la Panini Comics.
Ma prima di tutto questo, Ortolani come ha iniziato?
Leo è partito come, appassionato del mondo del fumetto pubblicando le sue strisce quotidiane per un quotidiano locale, una delle più famose è “quelli di parma” e come già detto con una passione per i fumetti di Stan Lee. Ortolani univa un tratto indeciso ad un’abilità che si potevano vedere solo in un fumettista esperto, e qui spunta un’altra domanda:
Perché Rat-Man ha questa fisionomia?
La risposta di Ortolani spiazza, perchè non ci si aspetterebbe mai un’affermazione del genere da chi fa del disegno il suo lavoro, ma tutto sommato è in linea con quello che è il personaggio di Rat-Man: semplicemente Leo afferma di non essere capace di disegnare gli esseri umani. Quando ha iniziato a lavorare ha deciso di fare scimmie, perché hanno una fisionomia simile agli uomini, ha disegnato il primo muso ed è diventato il suo marchio di fabbrica inconfondibile. Le orecchie, come già detto vengono da un’idea presa da Batman.
Rat Man è così perchè Leo non sapeva disegnare gli umani
Rat-Man è uno di quei fumetti che fanno ridere, ironico, surreale, sfacciato, ma va preso sul serio perché è una delle creazioni più originali della storia del fumetto italiano. C’è chi definisce Rat-Man satirico, chi lo definisce Fantozziano (cosa che per me non è corretta, perché Rat-Man nella sua vita delle vittorie riesce a raggiungerle al contrario di Fantozzi), resta il fatto che è entrato a far parte del costume italiano. Basti pensare alla fetta di lettori che legge il fumetto di Ortolani, piaceva ai ragazzi durante la leva militare, piaceva ai ragazzi negli ultimi anni delle superiori e già ci si chiedeva come questo personaggio avrebbe superato il passaggio generazionale. Ortolani aveva profetizzato di chiudere la serie al numero cento, previsto per inizio 2014, ed invece è andato ben oltre, addirittura fino al numero 122, abbastanza più in là, con lettori di tutte le età, dai ragazzini ai più attempati. Nel frattempo, durante questi 30 anni sono successe diverse cose, diciamo più che rilevanti, Rat-Man è diventato per Panini Italia quel che Topolino è per Disney, un AFFARE CLAMOROSO con costi relativamente bassi, perché come ho già detto Ortolani i fumetti se li fa e se li scrive, a colorarli ci pensa il fratello.
Ci si chiedeva come Rat Man potesse affrontare il salto generazionale, ed è finito per entrare nel costume italiano con i suoi 100 e più numeri
LA CRESCITA
Rat-Man nel corso degli anni cresce, da sempliciotto e parodia dei supereroi ad un personaggio fatto e finito con molte sfaccettature, ma senza mai tralasciare il suo nosense che lo ha reso famoso. Molti rivedono in Rat-Man Ortolani, infatti proprio lui afferma che realmente ha qualcosa in comune con il topo, fa personaggi pieni di limiti proprio perché lui stesso si rende conto di aver dei limiti; non sarebbe in grado di fare un supereroe senza macchia e senza paura. Un po’ la rivincita degli antieroi.
credit: Rat Man
Con la sua serie Ortolani ci porta a fare un tour nella caverna del suo immaginario, tra sentieri narrativi che sono il riflesso della sua capacità di creare una moltitudine di scenari fumettistici e una narrazione che a detta di molti è unica e originale, e i risultati lo dimostrano.
Ormai possiamo dircelo, Rat-Man è un eroe generazionale che rappresenta un punto fermo nell’immaginario del fumetto italiano; il personaggio si sviluppa, cresce, matura ed invecchia con l’autore, perché durante l’uscita di tutte le varie edizioni Leo Ortolani si fa una vita e cresce, cavolo se cresce, adotta addirittura 2 bambine (su questa esperienza scriverà un libro).
Rileggendo i numeri di Rat-Man uno dopo l’altro si nota come alla genialità si affianchi una crescita di abilità nel disegnare e nel contempo una crescita nei registri di scrittura sempre più completi che spaziano dalla comicità nosense al far riflettere sulla vita
Ma Rat-Man negli anni è rimasto sempre lo stesso, afferma Ortolani, è cambiato solamente il contesto e il suo modo di raccontare, basti vedere che le prime storie erano corte e parodistiche mentre ad oggi la voglia di far ridere è passata in secondo piano, perché in più di vent’anni oltre al ridere si approfondiscono anche altri aspetti che il lettore apprezza mentre cresce con Rat-Man.
Rat Man negli anni è cresciuto insieme al suo autore anche se è rimasto sempre lo stesso, perchè a cmabiare erano solo il contesto e il modo di raccontare
POST RAT-MAN
Rat-Man dopo trent’anni è giunto al termine, ma non è certo giunta al termine l’attività di Ortolani che non si ferma e continua a sfornare Graphic Novel, si che fanno ridere, ma anche più maturi, da “C’è spazio per tutti” a “Cinzia”. Rat-Man in questi fumetti è sempre protagonista ma in una forma più matura, è riuscito a crescere, e grazie a questa crescita ha accompagnato generazioni di lettori sdoganando quell’idea comune del fumetto impegnato, difficile per un’idea di fumetto più semplice con battute terra-terra e comicità spicciola che comunque ti fa sempre ridere.
I momenti più alti di Rat-Man non arrivano alla fine della sua serie, ma proprio durante la durata di questa, dall’inizio alla fine, come Ortolani sia riuscito a coltivare nel tempo questo fantastico personaggio facendolo maturare e alla fine facendolo apprezzare da tutti per la sua intelligenza.
Uno dei videogiochi per mobile più scaricati su Android e iPhone, ha spopolato facendo guadagnare solo al lancio 46 milioni di dollari, ma d’altronde non ci potevamo aspettare di meno dalla casa che ha lanciato Clash of clans e Clash Royal: la Supercell.
Molti conoscono la casa finlandese appunto per i titoli prima citati, ma nonostante i successi, quando si pensava che creare un gioco per mobile che avesse più successo di Clash fosse altamente improbabile, se ne sono usciti con un’esperienza di gioco completamente nuova: BRAWL STARS.
Un successo fin dal lancio e un mix tra le migliori modalità di gioco, Brawl Stars ti tiene incollato allo smartphone
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Un pò battle royal un pò MOBA è un mix perfetto che ti tiene attaccato allo schermo del tuo smartphone (quando è stato lanciato in Europa ci ho giocato con degli amici dalle 16 alle 22). Uno dei primi elementi che salta all’occhio è lo stile inconfondibile della grafica cartoon del mondo Supercell. Il gioco è uno shooter in terza persona che fa del multiplayer la sua colonna portante, infatti l’unico modo per giocarci sarà online con giocatori casuali o con i tuoi amici creando un team, sempre 3 vs 3. l’obbiettivo non sto neanche a dirlo, sparare a raffica ed eliminare gli avversari raggiungendo l’obbiettivo della modalità di gioco scelta.
MODALITÀ DI GIOCO
Una delle principali è “ARRAFFAGEMME”, consiste nel raccogliere più gemme possibili, che vengono generate al centro della mappa, raggiungere 10 o più gemme per far partire il conto alla rovescia, se alla fine di questo si riesce a tenere tutte le gemme si vince la partita. Ovviamente come possono essere guadagnate le gemme possono essere anche perse, infatti le gemme si perdono o si guadagnano eliminando o essendo eliminati. Ma non vi preoccupate verrete rigenerati dopo pochi secondi, Ma con zero gemme
Un’altra modalità è RAPINA, anche questa a squadre, con la stessa logica di eliminazione con arraffagemme ma con l’aggiunta di un obbiettivo, cercare di distruggere la cassaforte avversaria che si trova all’estremità opposta della mappa, stando attenti ovviamente a difendere la propria.
RICERCATI è un’altra modalità, molto più semplice perché qui, come nei migliori Battle royale, vince la squadra che fa più uccisioni.
Altra interessante modalità è FOOTBRAWL, semplicemente i brawler che giocano a calcio, dove vince chi fa per primo 2 goal nella porta avversaria, ovviamente sempre con la connotazione dell’eliminazione.
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Ma la modalità che rivela la vera natura di Brawl Stars è SOPRAVVIVENZA. 10vs10 in modalità singola e 20vs20 in team da 2 in modalità doppia, una mappa che si restringe sempre di più con lo scorrere del tempo. Lo scopo non serve neanche spiegarlo, lo dice già il nome della modalità stessa.
Le modalità di gioco sono molte, ma la vera essenza del gioco sta in sopravvivenza
Queste sono solo alcune delle modalità, infatti man mano che sono arrivati gli aggiornamenti sono arrivate anche nuove modalità di gioco come: Raid, assedio, dominio e sete di potere.
PERSONAGGI GIOCABILI
Ovviamente si gioca impersonando degli avatar che possono essere sbloccati nelle casse (sbloccabili con i punti lotta) o andando avanti nel cammino dei trofei. Si perché lo scopo principale di Brawl Stars, come in Clash Royal, è guadagnare più trofei possibili per salire nel ranking. In tutto i personaggi sono ad oggi 39, divisi in:
I Simpson, creazione geniale scaturita dalla matita squattrinata di Matt Groening, con sostenitori in ogni parte del globo e trasmessi in ogni lingua possibile ed immaginabile. Nel 1989 il pubblico impazzì alla vista della prima famiglia disfunzionale della tv, rappresentata con il colore giallo, un colpo di genio per evitare che la serie passasse in secondo piano. La famiglia gialla ha stravolto il mondo della tv andando a soppiantare serie famosissime come i Walton e mettendo fine ad un modo di fare televisione ormai superato. Addirittura una figura istituzionale ed influente come Bush si distaccò dal modo di essere dalla famiglia di Springfield, che considerava pericoloso.
Ai Simpson va anche attribuito sicuramente il fatto di aver infranto per la prima volta il sottile confine del politically correct, dando così il via libera ad altre serie odierne. Infatti solo grazie ai Simpson, l’animazione per adulti, con serie come South park, i Griffin, Rick e Morty e Bojack Horseman, ha potuto proliferare studiando le dinamiche degli episodi di Groening e spingendosi sempre più all’eccesso, ma il successo dei Simpson rimane ai più un territorio inesplorato.
I Simpson nell’arco degli anni ci hanno emozionato e ci hanno fatto riflettere, ci hanno fatto entrare nella loro famiglia facendosi sentire parte di loro. Come dimenticare l’episodio “Mister Spazzaneve” (9×3) una puntata iconica dove Homer si lancia nella carriera di spazzaneve. Il suo successo e la concorrenza con Barney fanno rinascere l’amicizia tra i due. ah il giubbotto di Homer, quello di mr spazzaneve, da lì in poi apparirà in ogni episodio in cui Homer apre il suo armadio. Oppure come non citare il toccante episodio “E con Maggie sono 3” (13×6), episodio in cui Homer prima si licenzia dalla centrale nucleare per andare a fare il suo lavoro dei sogni, ovvero lavorare al bowling, ma ci torna poi strisciando dopo la nascita della piccola Maggie per motivi economici, da citare sicuramente la bellissima scena finale dove Homer trasforma con le foto di Maggie la targa affissagli da Mr Burns sulla postazione da “Don’t forget, you are here ferver” a “Do it for her”. Altro episodio che sicuramente va citato è “Lisa sogna il blues” (6×1) dove conosce lo squattrinato ma talentoso Gengive sanguinanti Murphy, oppure “Il quartetto vocale di Homer” (1×4) che vede le due hit “Bimba e a bordo” e “Addio bella Miami” dei Re Acuti, composti da Homer, Skipper, Barney e Apu, scalare le classifiche musicali fino al concerto finale sul tetto della taverna di Boe come i Beatles sul tetto della Apple Records.
Insomma i Simpson ci hanno emozionato e ci hanno fatto riflettere, ma la vera domanda è “Perché non fanno più ridere?”. Secondo alcuni la risposta ce la danno direttamente gli autori in un episodio, “Lo show di Grattachecca e Fichetto e Pucci”, episodio dove i piani alti di canale 6 cercano di risollevare l’ormai appiattito programma di Grattacheccha e Fichetto con l’inserimento di un terzo personaggio, Pucci, scatenando l’ira dei fan in rivolta con la messa al bando della new entry. Ed è proprio qui che Lisa ci fornisce la risposta alle lamentele dei fan per il calo qualitativo che i Simpson stanno attraversando:
“Il fatto è che non c’è nulla di sbagliato nello show di Grattachecca e Fichetto. Funziona come sempre. Ma dopo tanti anni i personaggi ovviamente non possono avere li stesso impatto di una volta”.
Gli autori, detto in parole povere affermano che non è lo show ad essere calato di qualità, ma il pubblico ad essere cambiato. Anche lo stesso Groening si esprime sulla questione e afferma che:
“La gente paragona gli episodi odierni con i ricordi dei suoi preferiti, quando ancora il programma riusciva a sorprenderli. Bisognerebbe avere una mentalità aperta, ma per certe persone è impossibile. La nostalgia obnubila la mente.”
Nelle prime stagioni la trama di ogni episodio faceva riflettere e con il passare degli episodi i Simpson maturano, e riescono a raggiungere questo scopo anche con battute e sequenze comiche no sense. Oggi invece questa linea guida sembra un po’ persa e le battute sembrano messe lì, incastrate a forza per farti ridere ad ogni costo, cosa che nelle prime stagioni non succedeva. Il cambio drastico di alcuni personaggi come Lisa, che prima era attaccata a degli ideali e ora sembra una ragazzina che segue la moda o la tendenza del momento, e la scomparsa di altri, vedi Apu che è stato tagliato dalla serie a causa di accuse nei confronti dei produttori della serie che affermano:
“Apu è la caricatura degli indiani in America, è un personaggio costruito sulla base di stereotipi beceri”
La famiglia di Springfield ha perso quel tocco magico, quel qualcosa in più che ce la faceva guardare con occhi sempre pronti a colpi di scena e risposte a domande proposte nella serie che vanno a toccare tematiche molto importanti e delicate. Ma tutto quello che possiamo dire in conclusione è che:
“I Simpson non hanno la risposta a tutte le domande, il loro unico scopo è far si che noi ce le poniamo, perché il primo passo per trovare una risposta è porsi la domanda”
Noi ovviamente ci auguriamo che i Simpson riescano ad essere ancora una volta quella serie tv che ha stravolto il mondo dell’intrattenimento, e che possiamo guardala ancora con gli occhi di chi si aspetta di ridere con battute no sense ma anche di riflettere.
Forse uno dei monitor più attesi in termini di tempo, nel senso che è stato annunciato da Samsung al CES di Las Vegas ed è uscito sul mercato ben 6 mesi dopo; oggi parliamo di uno dei migliori monitor da gamign che ci siano in circolazione: Samsung Odissey G9.
Odissey G9 è un monitor, aiutatemi a dirlo, ENORME, nel vero senso della parola, si presenta in tutta la magnificenza racchiusa nei 49”, che, insieme al suo aspetto 32:9, lo rendono un monitor super immersivo pensato apposta per il gaming. Supporta l’HDR10+ ed ha una risoluzione Dual Quad High Definition DQHD da 5120×1140 pixel. Il refresh rate è pazzesco, infatti raggiunge i 240Hz che permettono una fluidità di gioco che in pochi hanno.
Le 4 caratteristiche principali sono:
Curvatura: 1000R, l’ultima frontiera della tecnologia dei monitor curvi
Risoluzione eccellente: QLED, HDR1000 e risoluzione DQHD
Dual QHD display, con il formato 49 pollici è come avere a disposizione 2 ampi monitor accanto
Infinity core Lighting design che aggiunge un tocco di stile.
MIGLIORI GIOCHI
Avendo un monitor così performante ed immersivo non è difficile trovare giochi da adatti a Samsung Odyssey G9, ma noi vogliamo consigliarvene qualcuno:
Giochi di guida, sicuramente Formula 1 è il primo gioco da provare su questo monitor, che, grazie alla curvatura ci fa sembrare di essere nell’abitacolo della vettura.
Giochi di guerra, non sto neanche a dirlo, Warzone è perfetto, vedrete arrivare nemici da ogni dove ma avrete anche più possibilità di individuarli.
Il futuro si chiama esports. Esports, letteralmente electronic sports, è questo il fenomeno del momento che sta occupando la scena mondiale. Diffusi prevalentemente in America ed in Asia, ma non disperate, l’Italia non è di molto indietro, infatti il 27-28 luglio il teatro olimpico di Roma è stato lo scenario delle spettacolari finali mondiali di Esports. Una cerimonia di apertura con artisti veri mischiati ad ologrammi al limite del surreale, 100mila spettatori presenti e 16 milioni da casa a seguire la diretta in streaming mondiale, è questo l’impatto degli esports, un impatto impressionante di audience ma allo stesso tempo economico, infatti crea un business da, udite udite: 1 miliardo di dollari con 450 milioni di audience. Si pensa che entro il 2020 potrebbe raggiungere un business da 1,5 a 3 miliardi, cifre da capogiro rispetto alla concenzione che hanno la maggior parte delle persone rispetto al gaming . Con queste cifre e con questo audience gli esports non sono più ascrivibili sotto la semplice dicitura di fenomeno, infatti molte scommesse imprenditoriali stanno puntando su questi, basti pensare che Rewired.gg, società di investimento che opera nel mondo degli esports ha iniettato nelle casse del Team Vitality (team transalpino fondato nel 2013 famoso in tutto il mondo) la bellezza di 34 milioni di Euro per costruire il futuro.
“Il futuro si chiama esports, fruttano un business da 3 miliardi di dollari entro il 2020”
Gli Esports si sono affermati in maniera del tutto indipendente dalle normali discipline sportive, grazie ad un continuo sviluppo delle tecnologie del gioco digitale e alle opportunità offerte dalla rete sempre più performante. Basti pensare che da un paio d’anni, anche grazie allo sviluppo delle reti, eventi sportivi internazionali, vengono superati in termini di audience da competizioni globali degli esports come League of Legends World Championship.
LOL o League Of Legend che dir si voglia, “è un gioco online che unisce la velocità e l’intensità di un RTS a elementi di un gioco di ruolo. Con un roster di campioni in costante espansione e con aggiornamenti frequenti 2 squadre si affrontano, l’una contro l’altra, in varie arene con differenti modalità”. Questa è la definizione che da il sito ufficiale di League of Legends, per i giocatori è diventato un vera e propria ossessione da non perdere e da seguire in streaming sulle varie piattaforme (prevalentemente twitch), o dal vivo, infatti domenica 10 novembre 2019 hanno preso luogo in un’AccorHotelts arena strapiena, 20mila posti riempiti, le finali mondiali del famoso GDR per pc. La finale ha visto affrontarsi il team iberico “G2” perdente 3-0 contro il team di Pechino “Fun Plus Phoenix”. Non c’è stata partita fin dall’inizio, supremazia del team cinese come più volte successo negli ultimi anni, infatti il trofeo si è accasato in Asia e non si sposta dal 2012. Quest’anno era contenuto in uno scrigno di Louis Vuitton.
Uno spettacolo unico, grazie, anche qui, alla strabiliante cerimonia d’apertura, marchio di fabbrica per le produzioni Riot Games.
“Sviluppo della rete abbinato all’audience, spettacolo e supremazia cinese: le finali di LOL a Parigi”
Sognando le olimpiadi
Dietro agli eventi e all’audience degli esports ci sono praticanti e appassionati, ormai milioni nel mondo, che si pongono una domanda fondamentale: il mondo sportivo adotterà mai una strategia seria per gli esports?
Ebbene si, gli esports sognano le olimpiadi, ma nel 2020 le sfioreranno solamente, non saranno infatti presenti nel medagliere, ma dal 22 al 24 luglio l’Intel World Open farà parte degli eventi che anticiperanno l’inizio delle olimpiadi di Tokyo 2020 con un evento dal vivo. Un esperimento che sa di futuro, infatti Kit Mcconnell (sports director del CIO) dichiara di essere entusiasta e curioso di imparare da questo evento e di voler interagire con la comunità esports di tutto il mondo. l’intel World Open comprenderà Street Fighter V e Rocket League, due giochi scelti non a caso vista la loro fama e la facilità di comprensione anche per chi non conosce di per sé gli esports. In palio, anche qui cifre da mettersi le mani nei capelli, intel mette 500mila dollari, 250mila per evento.
“Gli esports sfiorano le olimpiadi 2020”
Insomma gli esports non sono più un semplice fenomeno, sono una realtà che si sta affermando sempre più sulla scena mondiale, una realtà che crea un business proficuo con la possibilità di investimenti sostanziosi e opportunità di guadagno per le aziende investitrici e per gli aspiranti giocatori. Ma sono anche un fantastico sport, ci prendiamo la briga di chiamarlo sport ora, che da la possibilità a chiunque di diventare un professionista e per questo ci auguriamo di vederli nel medagliere ai giochi olimpici di Parigi del 2024.
“QUANDO L’UOMO COL WINCHESTER INCONTRA L’UOMO CON LA PISTOLA, L’UOMO CON LA PISTOLA E’ UN UOMO MORTO… A MENO CHE NON ABBIA UNA VOLCANIC!“
BANG! è un gioco di carte in stile Far West con sparatorie tra bande di fuorilegge e lo sceriffo con i suoi vice. La particolarità del gioco sta nel fatto che i ruoli (pescati a caso dai giocatori) sono in incognito, ovvero, l’unico ruolo scoperto è lo sceriffo mentre tutti gli altri sono anonimi, quindi è impossibile sapere chi è un vice o chi è un fuorilegge. Oltre allo sceriffo, ai vice e ai fuorilegge c’è un altro ruolo: il rinnegato, ruolo che gioca in maniera indipendente, pronto a pugnalare alle spalle il povero sceriffo.
COME FUNZIONA
La dinamica di gioco è abbastanza semplice, ogni giocatore ha il suo scopo:
Sceriffo: colui che rappresenta la legge nel far west che deve eliminare tutti i fuorilegge e il rinnegato per riportare l’ordine in città.
Fuorilegge: La banda dei simpatici fuorilegge vuole eliminare lo sceriffo a tutti i costi per prendere possesso della città.
Rinnegato: vuole essere il nuovo sceriffo, quindi il suo compito è di uccidere prima tutti i fuorilegge e i vicesceriffo in gioco, e poi uccidere in un duello 1vs1 lo sceriffo
Ovviamente ci sono delle condizioni ben precise per vincere a BANG!. Il rinnegato è il ruolo più difficile da svolgere perché le condizioni vincenti sono complicate, infatti se lo sceriffo muore prima che tutti gli altri personaggi siano morti lui perde e vincono i fuorilegge, praticamente devono rimanere in fondo al gioco solo il rinnegato e lo sceriffo, solo così, uccidendolo, il rinnegato può vincere, così come per i vice, se lo sceriffo muore loro perdono automaticamente.
All’inizio del gioco oltre alla scelta casuale del ruolo, (sceriffo, vice, fuorilegge, rinnegato), ci sarà la scelta di un personaggio da impersonare, ogni giocatore annuncia il suo personaggio con le relative abilità. Ogni personaggio ha un certo numero di pallottole sul lato della carta, ecco, quelle sono le vite con le quali ogni giocatore parte, e possono andare da un minimo di 3 ad un massimo di 5 (con le nuove espansioni), lo sceriffo parte sempre con una pallottola in più rispetto agli altri e comincia il gioco. Il Numero di pallottole non funge solo da segnalatore di punti vita ma indica anche il numero massimo di carte che si possono tenere in mano ad ogni turno, quindi se da 4 punti vita si scende a 3, perché ci è stato inflitto un danno, alla fine del turno saremo obbligati a scartare le carte in eccesso, dalla mano, fino ad arrivare ad averne 3. Tranquilli, le vite si possono recuperare bevendo un buonissima e rinfrescante birra.
Non una birra vera eh, è una carta del gioco la birra, ma se volete fate pure eh, nessuno lo vieta…
FASI DI GIOCO
1: Pescare 2 carte.
Pescare 2 carte in più a quelle che si hanno in mano (le carte in mano sono equivalenti alle pallottole del personaggio) dalla cima del mazzo.
2: Giocare carte.
Una volta pescate si possono mettere giù sul campo da gioco carte per equipaggiarsi o per eliminare avversari, ci sono solo 3 limiti:
Limite di carte BANG giocabili: 1
Non si possono tenere in campo più di una carta con lo stesso nome
Limite di carte arma: 1
Ci sono 2 tipi di carte;
Carte a bordo marrone, sono carte da giocare e da scartare subito dopo
Carte a bordo blu, si giocano posizionandole davanti a se, sono permanenti, ovvero, finché qualcuno non ce le fa scartare, ad esempio con “Cat Balou”, le possiamo tenere in campo. Le carte possono essere scartate anche quando si verificano condizioni speciali, come la dinamite.
Scartare le carte in eccesso, come detto prima il numero di carte consentite nella mano equivale al numero delle nostre vite.
Una volta finito il turno si passa e si procede in senso orario.
Una cosa particolare, ma anche molto innovativa, di BANG! è la distanza che c’è tra i vari giocatori, ovvero il numero di posti tra essi contando sia in senso orario che antiorario. La distanza è determinante per il gioco perché tutte le carte con il simbolo del mirino tengono conto di questa. Non puoi raggiungere bersagli più distanti di un posto a meno che tu non abbia un’arma che ti permette di farlo, altrimenti puoi raggiungere solo quelli accanto te con la Colt. 45 in dotazione per ogni personaggio. Ovviamente la distanza può essere variata, con un Mirino ad esempio vedo tutti i giocatori a distanza -1, mentre con il mustang gli altri giocatori mi vedono a distanza +1.
Quando un giocatore muore non viene più considerato nel conteggio della distanza.
Quando si perde l’ultimo punto vita, a meno che non si giochi subito una birra, si viene eliminati, e si mostra a tutti il ruolo con conseguente scarto di tutte le carte, sia quelle in mano sia quelle in gioco. Normalmente, una volta morto, il giocatore eliminato deve stare ad aspettare che inizi una nuova partita, ma non con la nuova espansione “Gold Rush”, infatti, oltre all’introduzione di nuove carte e di oggetti, Gold Rush permette di rimanere in gioco anche da morto diventando un giocatore ombra. Una volta diventati giocatori ombra i giocatori rimangono in gioco, seppur senza carte, e, una volta arrivato il proprio turno, pescano due carte giocando per la propria fazione, quindi se il giocatore morto era un fuorilegge proverà ad aiutare i fuori legge, stesso discorso per i vice ma con lo sceriffo. Le cose cambiano per il rinnegato perché, una volta morto e diventato rinnegato ombra, si schiera dalla parte dei giocatori vivi in minoranza cambiando fazione ad ogni turno in relazione al numero dei giocatori; quindi un turno può essere con lo sceriffo ma il turno dopo, perché è stato ucciso un fuorilegge, si schiera con i fuorilegge. Una volta finito il turno il giocatore ombra scarta le carte in gioco e quelle in mano.
Eliminando dei giocatori ci sono delle ricompense e delle penalità, infatti:
Se lo sceriffo elimina un suo vice, lo sceriffo deve scartare tutte le carte che ha in mano e in gioco.
Chi elimina un fuorilegge (anche un altro fuorilegge) può pescare tre carte extra dal mazzo.
CONDIZIONI DI FINE PARTITA
Lo sceriffo viene eliminato, se è rimasto in vita solo in rinnegato questo vince; altrimenti vincono i fuorilegge
I fuorilegge e il rinnegato vengono eliminati, la vittoria va allo sceriffo e ai suoi vice (anche se sono morti)
Le partite di BANG! normalmente non sono molto lunghe, inoltre le dinamiche di gioco sono di facile comprensione e veloci, quindi a fare più partite di seguito ci vuole poco, infatti noi ve lo consigliamo vivamente perché è gioco molto divertente e semplice. Ovviamente se vi capita, comprate le espansioni, perché aggiungono al gioco dinamiche in più, con l’introduzione di nuove carte e oggetti, rendendolo più interessante e avvincente.
La rivoluzionaria serie animata di Adult Swim “Rick & Morty” che, ormai dal primo 1° maggio 2016, riscuote successo in tutto il globo, grazie anche alla diffusione tramite Netflix (collegamento articolo Netflix), è sbarcata sulle pagine dei fumetti. Infatti, grazie a Panini, possiamo finalmente mettere le mani sugli albi che vedono protagonista la premiata ditta “Rick sanchez & morty” in nuove ed inedite avventure totalmente distaccate dalla serie animata.
Il fumetto di Rick & Morty è un ottimo fumetto, è sicuramente doveroso far notare che gli autori non cercano una continuità con la serie animata, ma tuttavia ne seguono quello che è l’iter narrativo, in cui Rick e Morty vivono una serie di avventure nei luoghi più disparati dell’universo, in altre dimensioni, e che si chiudono al termine dell’episodio, ma che in realtà seguono una trama orizzontale che si espande man mano che si va avanti nella lettura.
La serie, ovviamente, ha come protagonista principale il pazzo scienziato ubriacone Rick, senza occupare a pieno la scena però, perchè riesce a dare spazio al personaggio di Morty, il quale riesce ad esprimersi in tutta la sua insicurezza, inadegautezza e quella razionalità nel continuare a seguire il nonno in giro per universi e dimensioni.
Il primo volume, per come è strutturato, si regge bene in piedi. Infatti, è suddiviso in 5 episodi conditi da violenza, parolacce, battutacce degne della serie animata; è un lavoro che, visto nell’insieme, rende giustizia alla serie televisiva e rappresenta fedelmente quelli che sono Rick e Morty sul piccolo schermo; questo di per sè è già una conferma di quanto sia stato curato il lavoro dietro a questo fumetto, ovvero, gli autori non si sono limitati a cavalcare l’onda economica e di successo della serie animata, ma hanno creato avventure totalmente diverse.
Il buon risultato è certamente merito dei testi di Zac Gorman, che ha saputo trasmettere ai lettori quelle emozioni che si provano guardando la serie animata, ad esempio il disgusto quando Rick rutta.
Inoltre il volume è arricchito da diverse storie brevi di seguito ai cinque episodi principali, che offrono una vista a 360 gradi sulla complicata famiglia di Morty.
Il lavoro dietro ai disegni è fantastico, tutto merito di CJ Cannon e Mark Ellerby che sono stati capaci di replicare perfettamente lo stile della serie su Netflix dando continuità al cartone.
Leggendo il primo volume di Rick & morty, ve lo assicuro ed è una cosa assurda, sarà impossibile non leggere le battute con le voci dei personaggi, addirittura riuscirete a replicare il suono dei rigurgiti di Rick e la voce di Scary Terry. Insomma il lavoro è fatto talmente bene che si riesce a rivivere lo show televisivo; Nel pensare agli episodi in un secondo momento, sembra di aver visto proprio degli episodi della serie animata e non di aver letto il fumetto, quindi il fumetto è un vero e proprio nuovo episodio che si, si distacca dalla serie, ma allo stesso tempo gli da continuità.
Quindi, leggere i fumetti di Rick e Morty è un’occasione per vivere nuove avventure dei personaggi, che, tra una stagione e l’altra si fanno attendere anche troppo. Il fumetto sicuramente può continuare perchè si è distinto dalla serie ed ha molto potenziale, cosa non da poco; ora sta agli autori non rendere piatti questi personaggi sulle pagine del fumetto, ma renderli ancora più interessanti; possibilità ce ne sono, molte possibilità, molti universi di possibilità.
Negli ultimi anni la Marvel ha compiuto una vera e propria impresa titanica, un po’ come Thanos che raccoglie le gemme dell’infinito, la creazione di un intero universo cinematografico pieno di supereroi, evento che a suo modo ha segnato il mondo del cinema. 23 film in tutto partendo dal primo iron man nel 2008, passando per End Game, e poi il film conclusivo dell’universo nel 2019 Spider Man far from home.
Ora che l’universo Marvel si è chiuso qual’è l’ordine giusto per vedere i film? ovvero, qual’è l’ordine cronologico esatto per capire la logica degli avvenimenti che hanno portato all’eliminazione del 50% degli esseri viventi nell’universo e al successivo salvataggio?
Negli ultimi anni la Marvel ha compiuto una vera e propria impresa titanica
1. CAPTAIN AMERICA IL PRIMO VENDICATORE SCONGELATO
Sicuramente il primo film da vedere è “Captain America, il primo vendicatore” film uscito nel 2011 introduce 3 personaggi fondamentali. Teschio rosso trova in Norvegia il Tesseract, un manufatto con al suo interno una gemma dell’infinito (le avevamo sotto gli occhi fin da subito), il capo dell’Hydra deve però fare i conti con con il primo Avengers della storia, il nostro buon Steve Rogers aka Captain America. Cap rischierà tutto per salvare il mondo, ed infatti perderà il suo caro amico Bucky, recuperato poi, quel che ne resta, dall’Hydra il quale lo trasformerà nel sicario che qualche anno dopo ucciderà i genitori di Tony Stark, in the Winter Soldier. Inoltre cap finisce congelato nei ghiacci al seguito di uno schianto aereo.
Ma saltiamo ora ad un’altra data fondamentale per il nostro universo e propedeutica per quella che sarà la nascita di Peter Quill, alias Star Lord. Peter nasce da una scappatella di Ego, uno degli antichi dell’universo, sulla terra con una donna umana nel 1978.
PETER QUILL HA UN PASSATO SPECIALE
1987, una decade dopo, Thanos uccide le famiglie rispettive di Nebula e Gamora, e da qui la famosissima citazione di Thanos, ormai oggetto di svariati meme: “perfettamente bilanciato… come tutto dovrebbe essere” certo, tranne per il fatto che stermina il 50% della popolazione del pianeta nativo di Gamora, un equilibrio non troppo indicato. Le adotterà e le trasformerà in temibili combattenti, con metodi molto brutali, basti pensare che ha reso Nebula un cyborg come punizione per tutte le sconfitte in combattimento con GamorA. L’anno successivo, il 1988, Peter Quill perde la madre e viene prelevato da Yondu e dai suoi Ravagers, dietro ordine di Ego, che gli ordina di allevarlo e farlo crescere.
THANOS ADOTTA 2 FIGLIE, YONDU ADOTTA PETER QUILL
1995, un bel balzo in avanti, in quest’anno seguiamo Carol Denvers nel suo percorso che la vedrà diventare la supereroina Captain Marvel dopo un terribile incidente con il Tesseract, che la colpisce il pieno con onde di energia donandole poteri inimmaginabili. Qui fa la sua prima apparizione un giovanissimo e affascinante agente dello SHIELD alle prime armi Nick Fury.
(Captain Marvel)
LA PRIMA SUPEREROINA DELLA STORIA
Altro importante balzo in avanti, l’egocentrico miliardario Tony Stark dopo aver spacciato armi ai terroristi, in ordine: viene catturato dai terroristi, scappa piazzandosi nel petto il reattore ARC acquisendo l’identità di Iron Man e viene contattato dal buon Nick Fury (l’avevamo lasciato alle prime armi nel 95, ora è un agente navigato a capo dello SHIELD) che lo vuole reclutare per il progetto Avengers Iniziative. Per convincerlo ad accettare Fury affibbia a Tony la bellissima Natasha Romanoff, alias Vedova Nera, come sua segretaria sotto copertura. Con lei, Iron Man riuscirà a sconfiggere i suoi nemici (Iron Man 2) tra i quali Ivan Vanko, scienziato che ha costruito un’armatura simile a quella di Tony. (curiosità: in Iron Man 2 Tony incontra per la prima volta un baby Tom Holland, il futuro spiderman, in versione cosplay di Iron Man).
(Iron Man 1 e 2)
TONY, IL MILIARDARIO CON L’ARMATURA DI FERRO (IRON MAN)
Nel frattempo Bruce Banner viene investito da raggi gamma e si trasforma per la prima volta nell’incredibile Hulk. Dopo aver spaccato qualsiasi cosa decide di sparire dalla circolazione.
(l’incredibile Hulk)
HULK SPACCA!!!
Nel frattempo, Thor, bellissimo Dio nordico del tuono, decide di fare un viaggio sulla terra, salvo poi dover tornare ad Asgard per rimettere in riga il fratello piantagrane Loki, dio dell’inganno. Loki cade nel vuoto e “muore”; incontra poi Thanos che gli affida uno scettro potenziato con la gemma della mente. Ovviamente Thanos vuole qualcosa in cambio, ovvero: Loki dovrà invadere la terra con i Chitauri, rubare il tesseract allo SHIELD e portarglielo.
(Thor)
THOR CONTRO IL FRATELLO TRADITORE LOKI
Piccola nota: dopo qualche decennio sotto ghiaccio il buon Cap viene tirato fuori dal congelatore.
Ma cosa sta combinando Loki? Il piano di invadere la terra? Un fallimento, dopo aver distrutto mezza New York fallisce, viene sconfitto dai neonati Avengers e dal Genio, Miliardario, Playboy, Filantropo Iron Man, in più perde sia il Tesseract, che viene portato ad Asgard da Thor, sia lo scettro donatogli da Thanos con la gemma della mente, che finisce in mano allo Shields (The Avengers).
(Avengers)
IL FALLIMENTO DI LOKI
Dopo gli avvenimenti di New York troviamo il nostro miliardario alle prese con incubi e paranoie, di conseguenza si circonda con decine di armature come la sua litigando con Pepper, la sua segretaria nonché fidanzata ufficiale. Tony vede il suo mondo crollare quando il Mandarino (si proprio lui, quello che nei cartoni animati di Iron Man del 1994) lo attacca direttamente in casa sua distruggendogli non solo la casa ma anche tutte le certezze. Salvando Pepper con tutte le sue armatureTony riesce a rinunciare al reattore Arc e a rispondersi alla domanda che lo perseguitava segretamente: l’uomo fa l’abito o l’abito fa l’uomo. Alla fine del film fa esplodere tutte le sue armature in tanti fuochi d’artificio, oltre che un grande spreco è anche lo spettacolo pirotecnico più costoso della storia.
(Iron Man 3)
TONY STARK HA UN CUORE E SALVA PEPPER
Nel frattempo torna fuori the Winter Solider, alias Baki, l’amico di Cap recuperato dall’Hydra. Durante gli scontri con il soldato d’inverno Tony scopre che Baki è il sicario che ha ucciso i suoi genitori. Dopo il putiferio gli Avengers ne escono più uniti di prima.
(Captain America The Winter Soldier)
Cambio di scenario, cambio di galassia, milioni di kilometri di distanza nello spazio, gli Asgardiani la stanno facendo in barba agli Elfi Oscuri, gli stanno rubando l’Aether, forma liquida della gemma della realtà. Lo portano al simpatico collezionista. Il collezionista non è uno che si accontenta: perchè avere una sola gemma dell’infinito quando ce ne sono altre 5 nello spazio? Così assume Gamora per recuperare l’orb all’interno del quale è custodita la gemma del potere. Verrà poi recuperato dai Neonati guardiani della galassia, gruppo di ex galeotti composto da: Peter Quill, alias Star Lord, Rocket Raccoon un procione mutato, Groot un albero Umanoide, Drax e Gamora la figlia di Thanos.
Guardiani della Galassia che tornano protagonisti dopo aver rubato delle batterie ai Sovereing. Vengono salvati miracolosamente da Ego, si esatto quello che ha fatto una scappatella sulla terra nel 1978 e che Peter scoprirà essere suo padre, o meglio, un maniaco che vuole conquistare l’intera galassia fecondando pianeti. Fortunatamente Peter, una volta scoperti i suoi poteri da celestiale, insieme alle riappacificate sorelle Gamora e Nebula, Yondu e il resto degli scoppiati galattici, sconfiggono Ego ma ad un caro prezzo, la morte di Yondu. Degna di menzione è la bellissima e toccante scena del funerale Ravagers di Yondu.
(Thor the dark world, guardiani della galassia 1 e 2)
THOR RUBA L’AETHER E NASCONO I GUARDIANI DELLA GALASSIA
Ma torniamo sulla terra, lo scettro di Loky torna in mano agli Avengers, scoprono che all’interno di esso, oltre alla gemma, è presente un’intelligenza artificiale, Tony e Bruce Banner (Hulk) la usano in segreto per ultimare il programma di difesa globale “Ultron”. Ultron si attiva durante una festa distruggendo l’intelligenza artificiale di Tony J.A.R.V.I.S. e riuscendo a fuggire con lo scettro di Loki. Recluterà poi i gemelli Maximoff e scatenerà un putiferio a Sokovia. Gli Avengers riusciranno a sconfiggere Ultron con l’aiuto di Visione, corpo sintetico con all’interno l’intelligenza artificiale J.A.R.V.I.S, e al quale verrà incastonata in fronte la gemma dell’infinito relativa alla mente. Hulk alla fine del film si autoesilia sul pianeta Sakar (lo rivedremo poi). Alla fine del film, dopo i titoli di coda, come ama fare la Marvel, vediamo Thanos che indossa il guanto dell’infinito per la prima volta.
(Age of Ultron)
ULTRON SI RIBELLA MA VISIONE RISOLVE TUTTO GRAZIE A JARVIS
Fin qui un bel casino eh? ma questo è niente in confronto a quello che verrà ora. Dopo gli avvenimenti di Sokovia assistiamo alla trasformazione dell’ex galeotto (alla Marvel a quanto pare piacciono molto) Scott Lang in Ant Man dotato di una tuta speciale che gli permette di cambiare dimensioni a suo piacimento. Nello stesso periodo nasce Spider Man, il come lo sappiamo tutti, ovviamente la vecchia storia del ragno radioattivo ma questa volta non ha una zia vecchia e decrepita (ci perdoni la vecchia zia may) ma una giovanissima e bellissima zia May ammirata da tutti.
(Ant man)
NASCE L’UOMO FORMICA E L’UOMO RANGNO (alla marvel piacciono gli insetti)
Arriviamo finalmente al 2016, arriviamo finalmente a Civil War. Sostanzialmente è una Super rissa, nel vero senso del termine, tra supereroi che vede contrapporsi le fazioni di: Iron Man (insieme a War Machine, Visione, Vedova Nera, che li tradirà, Spider Man e Black Panther) contro Captain America (insieme a Falcon, Winter Soldier, Scarlet Witch, Occhio di Falco e Ant-Man) che vedrà trionfare proprio quest’ultimo. La sconfitta porterà Cap e Bucky nella mitica e misteriosa terra del Wakanda patria della new entry T’Calla, alias Black Panthern.
(civil war)
IRON MAN VS CAPTAIN AMERICA
Mentre assistiamo alla difficile battaglia per l’incoronazione tra T’Calla e suo cugino Erick Killmonger per il trono del Wakanda, che vedrà vincitore Black Panthern, dall’altra parte del mondo, più precisamente a Kamar-Taj, il famoso neurochirurgo Steven Strange affronta e sconfigge il temuto Dormammu, signore della dimensione oscura, grazie agli insegnamenti impartitigli dall’antico e all’occhio di Agamotto, che, rullo di tamburi, contiene la gemma dell’infinito del tempo. (queste gemme sono ovunque)
(Black Panthern e Doctor Strange)
BLACK PANTHERN E IL NEUROCHIRURGO STRANGE
In seguito al casino reale in Wakanda e al neurochirurgo Strange ci viene presentato finalmente l’amichevole Spidey di quartiere. Spider Man una volta assaggiato il gusto di essere un Avenger deve dimostrare a Tony Stark, mentore e fornitore dell’uniforme, che è degno di poter portare quel titolo e quell’uniforme, ci riesce, salvo poi un clamoroso rifiuto alla fine del film.
(spiderman homecoming)
SPIDER MAN QUASI AVENGER
Il Dottore e Thor si incontrano a New York, Thor sta cercando il padre Odino insieme al fratello Loki. Incontro che non porta benissimo allo Zio del tuono perché in ordine: muore Odino, perde il martello, perde un occhio e perde Asgard che viene distrutta a causa della sorella malvagia Hela. Ma non disperiamo, in seguito a questa sequela di perdite per il povero zio del tuono ci sono anche delle cose positive, incontra Hulk e fa pace con Loki, che però riesce a rubare il Tesseract prima che Asgard venga definitivamente cancellata dall’universo. Proprio mentre gli Asgardiani, rimasti vedovi della loro patria, fanno rotta su un’astronave verso la terra sperando di potersi stanziare lì vengono fermati dalla gigantesca navicella di Thanos.
(Thor Ragnarok)
ASGARD DISTRUTTA PER SEMPRE MA I FRATELLI DI NUOVO INSIEME
Eccoci arrivati finalmente al tanto atteso infinity war, film pieno di botte galattiche e perdite atroci. Ma seguiamo i fatti, dopo aver ucciso in ordine: Loki, Heindall, Gamora e Visione, Thanos riesce a recuperare tutte e 6 le gemme incastonandole nel suo guanto dell’infinito e dopo uno scontro al limite del verosimile in Wakanda, dove scazzotta tutti sembrando invincibile e intoccabile, schiocca le dita compiendo quello che premeditava da 10 anni, fa diventare polvere il 50% della popolazione dell’universo intero. Dopo di che sparisce nel nulla lasciando la terra e l’universo nel caos. Ovviamente anche metà degli Avengers diventa polvere.
THANOS MATTATORE UNIVERSALE
Quando tutto sembrava ormai finito, Thanos scomparso e gli Avengers sciolti la sua apparizione dopo tanto tempo Captain Marvel che suggerisce ai super superstiti di andare sul pianeta dov’è rifugiato Thanos, rubargli le gemme e ucciderlo semplicemente. Facile direte voi no? Tranne per il fatto che Thanos ha distrutto le gemme, così Thor preso da un’attacco d’ira mozza di netto la testa al titano. Stavolta sembra davvero finita, il buon cap si è ridotto a fare il sostenitore nei centri d’ascolto mentre vedova nera è l’unica che cerca di tenere gli Avengers ancora compatti. ed è proprio qui, 5 anni dopo la decapitazione di Thanos, (siamo nel 2023) che Scott Lang, o meglio Ant man risorge dal regno dei morti, pardon dal regno quantico suggerendo agli Avengers di utilizzare la fisica quantistica per fare un viaggio nel tempo, perchè Scott Lang, nonostante siano passati 5 anni non è invecchiato di un solo anno. Dopo aver reclutato Iron Man, che riesce a capire come sfruttare il mondo quantico per viaggiare nel tempo, gli Avengers si dividono in squadre e recuperano le gemme, dopo incontri toccanti, vedi tony che incontra il padre negli anni 70, e la perdita di vedova neram, finalmente ci sono tutte e 6 le gemme. Hulk indossa il guanto costruito da Tony e schiocca le dita riportando tutto alla normalità. Ma non è finita qua, Nebula, o meglio, la nebula del 2014 infiltratasi tra le file degli Avengers durante un viaggio temporale per recuperare una gemma, apre un portale portando l’esercito di Thanos (del 2014) al completo alla base degli Avenger, che viene rasa al suolo. Da qui si crea forse la battaglia tra supereroi più epica e spettacolare del cinema che vedrà trionfare gli Avengers e diventare polvere il terribile titano. Fin qui tutto bello, ma tutto ha un prezzo, per sconfiggere Thanos perdiamo il nostro miliardario preferito che per sconfiggere il nemico pronuncia una frase che rimarrà negli annali del cinema: “IO SONO IRON MAN” per poi accasciarsi e morire. (non vi nascondo che ho pianto, e anche tanto, anzi vi confesso, piango ogni volta che lo vedo).
Dopo tutto questo Captain America rimette a posto nel tempo tutte le gemme prelevate per poi non ritornare nel presente e scegliendo di compiere un atto di amore, vivere la vita che ha sempre sognato con l’amore della sua vita Peggy Carter. Il film si chiude con la toccante scena del funerale di Tony che vede tutti gli Avengers riuniti.
GLI AVENGERS TRIONFANO AD UN CARO PREZZO, MA OGNI COSA TORNA AL SUO POSTO
Ma la 3a fase del MCU non si chiude con la morte di Tony, si chiude invece con il film Spider Man Far From Home che vede il nostro amichevole spider man di quartiere allargare i suoi orizzonti ben oltre il suo quartiere ed arrivare in Europa per sconfiggere il famigerato Mysterio e maturare come persona e come supereroe capendo veramente che lui è l’erede di Tony Stark, lui è il nuovo Iron Man.
Bene siamo arrivati tra pianti gioie e botte alla fine dell’MCU 3, la Marvel ha già annunciato per i prossimi anni altri film che introdurranno la fase 4 dell’universo Marvel. i titoli già annunciati saranno: Black Widow (2021), The Eternals, la serie The Falcon and the Winter Soldier, Shang-Chi (2021), WandaVision, Loki, Doctor Strage in the multiverse of madness, Thor love and Thunder, What if, Hawkeyes, Blade.
Noi siamo molto tristi che l’universo sia giunto al termine e ci aspettiamo che la Marvel ci sorprenda ancora, ma per ora, rammaricati da questa fine, con gli occhi pieni di lacrime e con la speranza nel cuore vi lasciamo con una citazione di Cap che speriamo vi possa aiutare ad arrivare indenni ai prossimi capolavori che ci riserverà la Marvel:
“Continuo a dire a tutti di andare avanti. Alcuni lo fanno, ma noi no”