Novità Gaming Videogiochi, anteprime, recensioni e tantissime curiosità sul mondo dei videogiochi, E-sports e del gaming hardware in generale. Consigli e novità sui nuovi hardware per essere sempre al passo con le nuove tecnologie e i nuovi setup per un gameplay sempre ai massimi livelli che segue le Novità Gaming Videogiochi. Potrai trovare tantissimi approfondimenti su tutte le tipologie di giochi come:
Videogiochi GDR o RPG, di ruolo dove i giocatori assumono le sembianze e le caratteristiche di uno o più personaggi reali o inventati. tutto all’interno di uno spazio immaginario che può essere ispirato da romanzi, film o semplicemente dalla creatività del creatore. Videogiochi FPS ovvero sparatutto in prima persona. Caratterizzato proprio come dice la sigla da un videogioco che adatta la visuale in prima persona, con la sola presenza della propria arma nel campo visivo in basso.
MMORPG un gioco di ruolo per computer o console che viene svolto da multiplayer online contemporaneamente. Migliaia di giocatori possono interagire cosi nel gioco nello stesso momento con dinamiche e azioni differenti. MOBA che come per gli MMORPG si svolgono in multiplayer online ma che sono situati in una mappa o arena chiusa con due squadre che devono in sostanza difendere le proprie basi. Il giocatore controlla solitamente una unità o un “eroe” con la classica visuale aerea tipica del genere strategico.
BATTLE ROYAL che si svolgono in multiplayer online in un’arena o mappa limitata. I giocatori inizieranno la partita con un equipaggiamento base per poi, tramite i vari loot ed equipaggiamenti che troveranno sparsi per la mappa, aumentare il proprio livello. Il combattere con gli altri giocatori per la sopravvivenza e la presenza di una zona sicura che va sempre di più a restringersi con il passare del tempo sono le caratteristiche principali del genere.
INDIE ovvero videogiochi spesso sviluppati da singole persone o da piccoli gruppi di sviluppatori che lavorano con piccoli budget e senza l’aiuto economico di un grande publisher.
Il 18/01 è stata rilasciata la nuova patch 2.0a per League of Legends-Wild Rift, mantenendo il ritmo promesso di rilascio patch ogni due settimane, dove sono stati apportati cambiamenti a champion e items di gioco, per rendere il gioco più bilanciato.
Ecco qui elencate le specifiche:
AURELION SOL: ci sono stati due nerf in risposta alla percentuale di vittore registrata, dove sono state apportate modifiche in termini di movement del champ
Fonte: Universe League of Legends
(1) Supernova
-Bug risolto: Aurelion Sol non guadagna più il 20% di velocità di movimento quando scaglia il proiettile di Supernova
(3) Cometa leggendaria
-Velocità di movimento passiva massima: 40% → 20%
EVELYN: rimane invariata la capacità di jungler di evelyn, a discapito del suo ruolo come mid-laner
Fonte: Universe League of Legends
(1) Aculeo dell’odio
-Rapporto PM: 0,5 → 0,45
-Mana: 25/30/35/40 → 30/35/40/45
-Danni ai minion: 100% a tutti i livelli → 35/40/45/50%
GRAGAS: subisce un leggero nerf per evitare il forte vantaggio negli scontri singoli 1v1
Fonte: Universe League of Legends
Statistiche base
-Salute per livello: 125 → 115
(P) Happy Hour
-Ricarica: 7 secondi → 8 secondi
(1) Barile rotolante
-Mana: 55/60/65/70 → 65/70/75/80
-Danni ai minion: 70% → 50%
LEE SIN: per lee sin è stata apportata una sola modifica sulla prima abilità
Fonte: Universe League of Legends
(1) Onda sonica
-Gittata bersaglio: 11 → 10
-Danni base: 60/100/140/180 → 55/90/125/160
MISS FORTUNE: semplicemente troppo rotta!
Fonte: Universe League of Legends
(1) Doppiocolpo
-Danni base: 30/60/90/120 → 20/50/80/110
(2) Andatura
-Velocità d’attacco: 40/60/80/100% → 30/50/70/90%
SHYVANA: alla nostra simpatica dragonessa sono state ridimensionate statistiche base e bonus derivati dall’uccisione dei draghi.
Fonte: Powned
Statistiche base
-Armatura: 45 → 40
(1) Doppio morso
-Rallentamento (buff Drago della montagna): 60% → 40%
(2) Ciclone incendiario
-Danni base: 25/45/65/85 → 25/40/55/70
(Suprema) Discesa del dragone
-Salute bonus in Forma del drago (buff Drago dell’oceano): 150/250/350 punti salute → 100/150/200 punti salute
WUKONG: vista la sua rapidità nel junglare sono stati apportati dei buff
Fonte: Universe League of Legends
(2) Guerriero insidioso
-Tempo di invisibilità: 1,5 secondi → 1 secondo
-Danni clone: 50% a tutti i livelli → 20/30/40/50%
(3) Colpo della nuvola
-Bonus velocità d’attacco: 35/40/45/50% → 25/35/45/55%
Qui vi lasciamo un link per accedere al video del canale YouTube “ProGuides Wild Rift League of Legends Mobile Tips” dove potete trovare la nuova tier list dei champion.
Il secondo progetto di Santa Monica – ancora non annunciato – sembra essere ancora in lavorazione, come indica un elenco di lavorazione dell’Art Director.
Un tweet dall’account ufficiale di Sony Santa Monica (sotto) rileva che lo studio sta “cercando un Art Director esperto per lo sviluppo di un nuovo titolo non annunciato.
Poco altro aggiunge la lista di lavorazione in sé, oltre al fatto che il titolo in questione mira a essere un gioco “che definisce il genere” e che coinvolgerà “personaggi e creature”.
🔥 HOT JOB: ART DIRECTOR 🔥
We are seeking an experienced Art Director for the development of a new unannounced title!
— Santa Monica Studio – God of War Ragnarök (@SonySantaMonica) January 19, 2021
Nel 2018 abbiamo saputo, tramite ResetEra che Sony Santa Monica aveva progettato un percorso lungo, complesso è duraturo spalmato su due progetti futuri. Dopo l’evento Sony di settembre 2020 sappiamo che uno di questi è il seguito del God of War del 2018.
Quale sia questo misterioso secondo progetto rimane ancora un mistero, ma il fatto che lo studio stia assumendo è senza dubbio indice del fatto che il progetto stia effettivamente proseguendo. Probabilmente ne sapremo di più nel prossimo futuro, magari ad un nuovo evento Sony, accanto al già annunciato seguito di God of War.
L’imponenza della battaglia, le cruenti scene di guerra, la devastazione ,il terrore, ma anche l’onore , la speranza e il combattere per un forte ideale sono solo alcuni dei temi che possiamo ritrovare all’interno dell’universo di Warhammer 40000. Un universo vastissimo, quasi impossibile da raccontare in un unico articolo e proprio per questo voglio parlarvi dei tratti più salienti e importanti che vi possano garantire una base abbastanza solida sull’argomento. Warhammer 40K nasce alla fine degli anni 80, come gioco di ruolo fantascientifico, distaccandosi dal suo fratellone, molto più fantasy, Warhammer.
La guerra è sempre presente nel mondo di Warhammer 40.000
foto di pinterest
Ma quale è la storia di Warhammer 40K? Ci troviamo nel 41° Millennio, più precisamente all’interno della via Lattea. Gli uomini sono riusciti a sopravvivere e ad evolversi tecnologicamente e scientificamente a tal punto da riuscir a colonizzare oltre, si dice, 1 milione di pianeti. Ma chi è che ha permesso tutto ciò? chi è l’artefice di cosi tale successo? Il suo nome è Imperium, che con grande costanza e tenacia riesce a espandere e difendere i propri territori e i propri cittadini, da razze aliene ostili che minacciano di sopprimere la quiete all’interno della galassia: -Gli Orki, rozze bestie “pelle-verde”, nate all’unico scopo di combattere e di versare, nel campo di battaglia, il sangue del nemico. -I T’au, divulgatori della dottrina del “Per il bene Superiore”, sono una società tecnologicamente avanzatissima, che dispone di un illimitato numero di innovazioni in ambito tecnologico-militare come armature High-Tech. -I Necron, un’antichissima razza di freddi automi meccanici, senza coscienza ne volontà, pressoché indistruttibili, risvegliatosi da un lunghissimo sonno, con l’unico scopo di sterminare qualsiasi forma nella galassia. – I Tiranni, alieni modificatori di geni, divoratori di pianeti e sfruttatori biologici ,comandati dalla mente alveare pronti ad inghiottire qualsiasi cosa nel loro cammino. -Gli Eldar una civiltà in rovina che punta a riottenere il potere di un tempo. Alcuni Eldar si sono allontanati dai propri compagni andando a formare gli Eldar Oscuri il cui unico scopo è quello di soddisfare i propri piaceri.
Sono 7 le razze principali all’interno della narrazione
foto di warhammer40.000.com
Se l’Imperium è riuscito a costruire una così forte potenza, lo deve solo all’Imperatore, colui che ha permesso, e ha iniziato migliaia di anni prima, l’avanzata della grande e maestosa potenza umana. Ma ormai l’Imperatore non esiste più, dopo essere stato ferito mortalmente dal suo successore Horus, corrotto dal Chaos (nella Horus Heresy) quel che ne rimane è unicamente la sua coscienza ancora in vita, grazie ad un macchinario situato all’interno del trono dorato su cui prima risiedeva e governava la galassia. Anche solo con la sua sola coscienza, l’Imperatore, riesce a guidare i propri soldati nel campo di battaglia e ad avvertirli degli incombenti pericoli che si celano nell’universo. Con il susseguirsi degli anni, la conoscenza delle leggi della fisica e della matematica si sono evolute, permettendo cosi agli umani di teletrasportarsi in qualsiasi luogo vogliano, attraversando una dimensione parallela chiamata Warp. Possiamo considerare il Warp come una sottospecie di Inferno Dantesco, più caotico, dove nessuna mente umana potrebbe resistere senza essere corrotta dall’impurità che si celano al suo interno. Demoni, spettri ,desolazione, incubi, rabbia… qualsiasi elemento ostile e negativo può trovarsi in quel luogo. In questa dimensione si sono creati i 4 principali dei del Chaos, che guidano i corrotti contro l’Imperium: Khorne Dio della guerra, della carneficina e della violenza; Nurgle Dio della pestilenza, delle malattie e della putrefazione; Tzeentch Dio del cambiamento e della falsa speranza Slaanesh dio della depravazione , del piacere e dell’eccesso.
Il warp, il nemico giurato dell’Imperium
foto di reddit/warhammer40k
Ed è questo il vero nemico dell’Imperium, con i suoi incessanti attacchi, i demoni e i corrotti, escono dal Warp per diffondere distruzione e corruzione. Per far fronte a questa contigua difficoltà l’Imperium ha creato l’Inquisizione: un’organizzazione purificatrice che ricerca all’interno dell’Imperium ogni forma possibile di corruzione , per estinguerla attraverso la forza e il fuoco. Accanto all’Inquisizione troviamo gli Space Marine uomini geneticamente modificati aventi una forza e abilità superiore al normale, capaci di vivere per migliaia di anni. Guerrieri resistenti come la pietra ,calati all’interno di gigantesche armature. Nella galassia non esiste un buono o un cattivo, non troviamo una banale trama di una guerra tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, nessuno qui è il protagonista, nessuno è il principe azzurro che deve salvare la principessa, esiste solo la guerra… e la pace rimane un bagliore lontano di , forse, qualche galassia lontana, ancora inesplorata.
La galassia non conosce la parola pace
foto di GamesLegends
Gioco da Tavolo Il gioco da tavolo consiste nell’utilizzo di miniature, da montare e dipingere a seconda delle proprie esigenze e fantasie, rappresentanti due differenti armate che si danno battaglia su un campo immaginario a mò di tiri di dadi e strategie. Ogni esercito possiede delle specifiche abilità che possono essere lette attraverso i Codex, i manuali di gioco che si differenziano a seconda dell’armata che si vuole rappresentare. Nel campo di battaglia ogni unità (singola pedina) possiede uno specifico punteggio che varia a seconda della potenza di quest’ultimo. Ogni esercito, creato dal giocatore, non può andare a superare un determinato punteggio stabilito anticipatamente, questo per evitare squilibri di potenza tra i due eserciti. Il gioco si divide a turni e ogni giocatore attraverso il tiro di dadi, può far svolgere un’azione ai singoli elementi del proprio esercito, come movimento, fuoco, attacco corpo a corpo, poteri speciali, ecc. L’obiettivo che troviamo più spesso nelle partite è quello di distruggere l’armata avversaria anche se i giocatori possono impostare dei traguardi alternativi per la vittoria, come difendere un avamposto o conquistare un determinato punto della mappa. Il luogo dello scontro può essere organizzato in vari modi; possiamo trovare scenari naturali come fitte foreste, pianure incontaminate o addirittura rovine di una ipotetica città distrutta dalla guerra. L’emozione provata nel capire che tutto dipende da te, provocandoti quella sensazione di ansia misto a adrenalina è qualcosa di impagabile; gli spostamenti, gli attacchi, le strategie, le sorti della battaglia sono nelle tue mani e, perché no, anche nelle mani della fortuna.
Il gioco da tavolo su basa sull’uso di miniature da costruire e dipingere
foto di games workshop
Videogiochi Successivamente all’uscita dei modellini di Warhammer 40k vennero sviluppati anche i primi giochi per PC. Erano principalmente strategici a turni e non ebbero molto successo, ma successivamente con la presa in carico da parte di THQ (casa produttrice videoludica statunitense) i titoli iniziarono ad avere un maggior successo, grazie soprattutto al quasi drastico cambiamento avvenuto nella tipologia del gioco che diventerà colonna portante della saga “Dawn of War” cioè quella dello strategico in tempo reale. Quando negli strategici a turni le proprie mosse vengono risolte in momenti differenti e separati, negli strategici in tempo reale, hai poco tempo per pensare: devi agire in fretta per contrastare le strategie del proprio nemico e cercare di carpire quell’occasione, quell’opportunità, che ti permetterà di vincere la partita. Proprio come nel gioco di ruolo anche qui dovevi essere colui che brandiva lo scettro del comando, guidando il proprio esercito, attraverso strategie e tattiche, verso la vittoria. C’era ancora più coinvolgimento, lo splendido comparto sonoro, tra musiche maestose e incoraggianti e un doppiaggio fenomenale, era come essere all’interno di quell’inferno dove la morte era l’unica dolce via d’uscita. Nel primo titolo della saga di “Dawn of War” prendi le redini dell’esercito degli Space Marini (una delle tante “razze” all’interno del gioco) appartenenti al capitolo dei Corvi Sanguinari (Blood Ravens), pronti a spazzare via la minaccia incombente degli Orki e del Choas. Tra i capolavori della THQ troviamo “Warhammer 40000: Space Marine” un videogioco d’azione in terza persona dove preso i panni di uno degli Ultramarine (Titus) cerchi di arrestare, a colpi di fucili requiem e spade a catena, l’avanzata dei nemici giurati degli Space Marini, Gli Orki e il Chaos, che stanno minacciando uno dei pianeti controllati dalle Guardie Imperiali. Sono vecchi ma decisamente imperdibili, dateci un’occhiata!
Sono moltissimi i videogiochi usciti nell’ambito Warhammer 40K
foto di Gametrex
Libri Anche in ambito letterario, le vicende dell’universo Warhammer 40K non mancano. Dal 1997 la Black Library, casa editrice statunitense, ha iniziato la stampa dei romanzi ispirati alla saga Warhammer 40k e da allora conta più di 500 opere. La saga di libri più famosa e anche più consigliata se ci si vuole avvicinare a Warhammer 40K è “The Horus Heresy”. Questi 43 volumi, che non accennano a fermarsi, con altri 5 volumi ancora da stampare, parlano, non del quarantunesimo ma del trentunesimo millennio. La narrazione ci racconta come avvenne e poi cosa successe dopo la corruzione, da parte del Chaos, del guerriero prediletto Horus, che doveva succedere all’Imperatore. Collana di libri fondamentale se ci si vuole addentrare al meglio all’interno della storia di Warhammer 40k. Se invece si vuole conoscere il presente dell’universo WH40K , vi consiglio la saga “The Beast Arises” che ci racconta delle gesta eroiche degli Space Marine e dell’Imperium contro l’aggressiva avanzata dell’esercito dei pelle-verde, gli Orki. Qualora i pelle-verde non vi piacessero, ma vorreste comunque prendere parte a massacri e guerre sanguinolente vi consiglio la saga “DeathWatch”, dove possiamo addentrarci nelle battaglie tra Space Marine e Tirannidi. Uno scrittore a cui va riconosciuta la propria bravura è Dan Abnett, scrittore di molteplici libri inerenti all’ambito Warhammer 40K , di cui fanno parte anche il primo volume di “The Horus Heresy” e di “The Beast Arises”. Vi consiglio di dare un’occhiata, soprattutto ai romanzi scritti da questo fantastico autore.
Dan Abnett è uno degli autori più importanti
Strade Alternative Se tutto ciò non vi avesse appassionato abbastanza(cosa molto strana devo dire), voglio presentarvi un titolo, videoludico, ma anche letterario (con il libro, “I Diavoli del Paradiso” di William Dietz) che personalmente mi ha fatto molto emozionare. Sto parlando di Starcraft, prodotto dalla Blizzard, narra le vicende di Jim Raynor e Tychus Findlay dei ricercati dalla Confederazione . Nei titoli Blizzard cercherete di fermare l’avanzata aliena Zerg per salvare l’intera umanità. Ritroviamo in Starcraft molte affinità a Warhammer, come la netta somiglianza tra Zerg e Tirannidi e tra Protos e Eldar oppure come le armature dei Marines sia molto simili a quelle degli Space Marine. Spero che con questo articolo io passa avervi trasmesso la passione che colse me molti anni fa, nel vedere tutto ciò per la prima volta. Ricordate “The Emperor protects us”.
Undertale è un RPG (gioco di ruolo) creato dallo sviluppatore indie Toby Fox che, grazie all’uso del “game engine” Game Maker Studio, è riuscito quasi indipendentemente a lavorare a tutti gli aspetti e le meccaniche del gioco , ad eccezione di alcuni contenuti grafici presi in carico dallo sviluppatore Temmie Chang. Il 15 settembre del 2015 è stato pubblicato Undertale per Windows e Mac OS X e successivamente, un anno dopo per Linux, ricevendo fin da subito moltissime critiche positive. Questo perché all’interno di Undertale erano molti gli elementi innovativi del gameplay, che hanno lasciato fin da subito i giocatori a bocca aperta. L’avvincente trama, la caratterizzazione dei personaggi, una colonna sonora spettacolare, ma soprattutto la rottura della quarta parete. Questa rottura, che ricorre spesso durante la nostra avventura, avviene quando un determinato personaggio, all’interno del discorso, parla in modo diretto con il giocatore, creando cosi situazioni anche molto comiche. Ma il pilastro portante di questo videogioco è l’esistenza di molteplici finali: qualsiasi cosa faremo e sceglieremo avrà ripercussioni sulle nostre amicizie, sui dialoghi ma soprattutto sugli eventi che incontreremo in seguito.
La rottura della quarta parete: un contatto diretto con il giocatore
Ma quale è la trama che si cela all’interno di questo videogioco? In un lontano passato, sulla Terra governarono due razze: Umani e Mostri. Queste due razze vissero pacificamente per lunghissimi anni, ma quando gli Umani scoprirono che i Mostri potessero assorbire l’anima degli Umani fu inevitabile lo scoppio della guerra. Questo devastante scontro si concluse con la vittoria degli Umani che sigillarono nel “Sottosuolo” tutti i Mostri, attraverso una barriera magica creata dai 7 più forti maghi. Per attraversare questa barriera esisteva un unico modo, quello di possedere sia un’anima Umana che un’anima di Mostro.
La guerra tra due razze: gli Umani e i Mostri
foto di pinterest.it
Molti anni dopo la guerra , un ragazzino decise di addentrarsi sul monte Ebott dove, durante il suo viaggio, trovò una caverna per passare la notte. Nell’oscurità della grotta inciampò in una radice e cadde in una voragine. La caduta però fu attutita da un campo di fiori dorati, tra cui Flowey un fiore parlante. Fin dall’inizio il fiore si mostrò amichevole offrendosi come guida all’interno del Sottosuolo, ma dopo rivelò avere cattive intenzioni: per rubare l’anima al ragazzo, lo ridusse in fin di vita , affermando come il Sottosuolo non fosse altro che un luogo dove regnasse la legge dell’uccidere o dell’essere ucciso. Quando Flowey fu intento a scagliare il colpo di grazia un Mostro di nome Toriel, neutralizzò il fiore. Questo mostro dalle fattezze simili ad una capra umanoide si presentò come il custode del Sottosuolo pronto ad aiutare chiunque cadesse all’interno del loro mondo. Il ragazzo venne accolto nella casa di Toriel che, come una madre, pensò di passare l’intera vita con il proprio “bambino”. Ovviamente il ragazzo non fù intenzionato a rimanere per sempre all’interno di quelle mura e chiese a Toriel un modo per tornare in superficie. Al sentire quella domanda Toriel si infuriò, perché stanca di tutte le vane morti degli uomini, che varcarono l’uscita delle Rovine, per entrare nel Sottosuolo. Ma questo non fermò il nostro ragazzo che decise comunque di passare.
foto di anderbot.com
Uscito dalle rovine, partì la vera e propria avventura del nostro ragazzo all’interno del Sottosuolo dove incontrerò svariati mostri , tutti unici nel loro genere, come i due fratelli scheletri Sans e Papyrus oppure come il capitano delle guardie reali Undyne insieme alla scienziata Alphys.
Oltrepassando le rovine, la tua avventura ha inizio
foto di kotaku.com.au
Undertale utilizza le tradizionali meccaniche dei giochi di ruolo, ma con un particolare molto interessante: La battaglia è suddivisa in turni dove, prendendo spunto dalla saga di TouHou , l’anima del vostro personaggio viene rappresentata da un cuore rosso, con cui dovrà evitare, nel senso fisico, gli attacchi del nemico, all’interno di un quadrato da cui il cuore non potrà uscire. Durante il proprio turno il giocatore avrà la possibilità di: Attaccare il nemico , scegliere un approccio non violento attraverso la parola e il dialogo con il comando ACT , consumare oggetti per recuperare la vita, oppure , attraverso il comando MERCY , uno degli elementi più caratteristici di Undertale, concedere all’avversario pietà e terminare lo scontro. Con la morte del nemico si potranno ottenere EXP, per salire di livello e dell’oro con cui si potranno comprare altri oggetti. L’uccidere o il perdonare, sono delle scelte importantissime all’interno di Undertale, talmente fondamentali che andranno ad incidere sul finale in cui il giocatore si imbatterà , infatti è possibile, concludere il gioco senza uccidere nessun Mostro.
Un combattimento in cui la morte non è l’unica soluzione
foto di wikipedia.com
Lo sviluppo di Undertale iniziò con una campagna kickstarter nel 2013 , con cui Toby Fox riuscì ad ottenere più di 50.000 dollari per la produzione del gioco. Fox utilizzò il Game Maker Studio un game engine intuitivo e perfetto per la creazione di RPG old-style. Essendo un videogioco sviluppato da un’unica persona, ci si accorge, fin da subito, come sia stato influenzato da molti videogiochi: Touhou per la modalità di attacco dei nemici e Shin Megami Tensei per i particolareggiati dialoghi , ma soprattutto, per l’elemento di pietà e di dialogo che possiamo utilizzare nel combattimento. Infatti Toby Fox affermò che volesse creare qualcosa che non permettesse al giocatore unicamente di combattere ma, attraverso una scelta personale, di decidere di comunicare con il mostro per evitare la violenza e concludere lo scontro in modo pacifico. Un altro aspetto fondamentale di Undertale è la calzante colonna sonora formata da 101 tracce, tutte composte da Fox, sempre uniche e differenti che vanno ad arricchire ogni scontro e paesaggio all’interno del videogioco.
Fin da subito Undertale ha ricevuto moltissimi elogi da parte dei giocatori ma soprattutto della critica, al punto da arrivare a diventare un cult in pochissimo tempo dopo l’uscita. Anche io come videogiocatore vi consiglio caldamente questo prodotto. Addentratevi in questa avventura magica e stravagante dove realtà e finzione si amalgamo creando un mondo di gioco alquanto bizzarro ma anche divertente. Fatevi catturare dalle personalità dei personaggi e dai loro dialoghi a volte esilaranti , ma anche severi e profondi. Fatevi cadere all’interno di questo mondo che può farvi capire che la parola può essere la risposta a qualunque problema. Ma alla fine la scelta è unicamente tua: La lotta o il dialogo, cosa sceglierai?
Sono anni oramai che il mondo indie si è meritatamente ritagliato un palcoscenico importante: sempre più software house sono riuscite ad emergere dalla marea di studios indipendenti e i maggiori publisher hanno cominciato a osservare con occhio attento questi talentuosi studi di produzione indipendenti, spesso acquisendoli per consentire loro di produrre titoli sempre più ambiziosi, premiando la loro inventiva e la loro capacità di stupire. Nel corso dell’ultimo decennio molti sono stati i titoli indie capaci di imporsi sul mercato, rivaleggiando con titoli tripla A e colossi dell’industria, capolavori divenuti dei veri e propri “must-play”: da Hollow Knight a Dead Cells, da Undertale a Ori, fino al mai troppo elogiato Celeste. Ma nel 2020 c’è solo un gioco indie che è rimasto saldamente sulla bocca di tutti, e di cui si parlerà ancora per molto tempo, premiato ai Video Game Awards, vincitore di svariati premi fra cui “IGN Game of The Year”, e si chiama HADES.
Discesa negli inferi
Frutto dell’inventiva di Supergiant Games (già acclamati sviluppatori di classici come Bastion e Pyre), Hades è un rougelike action dinamico e frenetico dalla direzione artistica ispiratissima e accompagnato da un gameplay curato e rifinito nei minimi dettagli. Nel gioco impersoneremo Zagreus, niente di meno che il figlio di Ade, signore dell’oltretomba, nella sua (apparentemente) interminabile missione di fuga dal regno dei morti, in un turbinio di azione, combattimenti ed esplorazione perfettamente bilanciato. Abbracciando pienamente la struttura classica dei rouge-like, dovremo farci strada tra una serie di livelli interconnessi creati proceduralmente, all’interno dei quali potremo trovare vari nemici, scrigni, ricompense, potenziamenti e sorprese inaspettate: il mondo di Hades risulta infatti essere fra i più ispirati mai creati per un titolo simile, pieno di vita, di personaggi indimenticabili e di scontri leggendari.
Hades è un rougelike action dinamico e frenetico dalla direzione artistica ispiratissima e accompagnato da un gameplay curato e rifinito nei minimi dettagli.
La bellezza degli inferi
Grazie ad una visuale isometrica, i livelli di gioco possono essere ammirati in tutto il loro splendore, prendendo vita come un enorme fumetto interattivo, una tavola dipinta sapientemente dove i colori, i chiaroscuri e gli scorci risultano semplicemente ammalianti: la cura riposta da Supergiant Games e dalla loro talentuosissima Art Director, Jen Zee, nella realizzazione artistica del titolo è magnifica, e vi costringerà inevitabilmente a trattenervi di più in una stanza al solo scopo di ammirarne la bellezza. Da pelle d’oca inoltre la colonna sonora curata da Darren Korb, che ci accompagnerà nella corsa per le sale dell’oltretomba: a brani atmosferici indimenticabili come “Good Riddance” si alterneranno pezzi pieni di energia e forza, come l’esaltante “In the Blood”. In Hades il ritmo però non vi lascerà mai fermi troppo a lungo, e proprio negli scontri il gameplay mostrerà tutta la forza, la complessità e la solidità del proprio combat system, in un vortice di schivate, attacchi leggeri e pesanti, magie e attacchi speciali che ci faranno veramente sentire come il semi-dio che impersoneremo.
Foto: Facebook SuperGiant Games page
Vivi. Muori. Ripeti.
Supergiant però ha deciso di compiere un passo ulteriore, alzando ancora la qualità dell’opera, e ampliando la struttura stessa del genere dei rouge-like. Certo, come da tradizione partiremo sempre dallo stesso punto, ed il game over sarà sempre molto frequente, ma mai come in Hades questo risulta essere essere un insegnamento. La ripetitività tipica del genere di appartenenza infatti non si farà mai sentire, e nessuna run che compiremo sarà inutile, perché ogni tentativo ci donerà non solo strumenti per potenziare il figlio di Ade, ma ci garantirà sempre una nuova scoperta, una nuova caratteristica, un nuovo tipo di livello da affrontare, un nuovo nemico da abbattere, un nuovo personaggio da conoscere. Numerosi infatti saranno i nostri compagni di viaggio, ognuno con una personalità ben definita, caratterizzato nel minimo dettaglio, e ci sarà chi ci donerà perle di saggezza, chi invece ci aiuterà donandoci potenziamenti od oggetti unici, e chi infine si limiterà a denigrarci con una battuta sferzante. Personaggi della mitologia greca ci accompagneranno, ci conforteranno e ci disveleranno i segreti che si annidano nell’aldilà. Personaggi ben noti come Achille, Teseo, Orfeo, ognuno con la propria storia, i propri passati, e le proprie missioni, in un grande calderone di storie indimenticabili, ora malinconiche, ora epiche. L’ attenzione degli sviluppatori nel plasmare questi personaggi è divina: chi vi scrive poi nutre un particolare affetto al mondo della mitologia greca, frutto di 5 anni di liceo classico, e Hades rende talmente tanta giustizia a questa tradizione, piena di malinconia, storie fantastiche ed amori impossibili, da farmi quasi venir voglia di riprendere i libri di scuola…
La ripetitività tipica del genere di appartenenza infatti non si farà mai sentire, e nessuna run che compiremo sarà inutile.
Famiglia Olimpica
Ma quale dipinto della mitologia greca potrebbe dirsi completo senza le sue divinità leggendarie, per definizione volubili, vendicative e (ambiguamente) generose? Nessuno! Ed infatti Hades, oltre al succitato signore del regno dei morti, conta al suo interno tantissime divinità, maggiori o minori, che saranno alleati o avversari sul cammino del principe degli inferi. Saranno infatti gli olimpici i nostri principali alleati (o forse no?) nella dura risalita verso la terra dei vivi, che ci manderanno dei veri e propri doni per rendere Zagreus più forte e resistente, donandoci abilità totalmente nuove, legate alla divinità che ce ne fa dono: ecco quindi che Zeus ci donerà il potere delle sue saette, Poseidone la burrascosa potenza dei mari, Atena la sua militare sapienza e così via. Non voglio farvi alcuno spoiler, perché questi doni sono veramente tanti, e si concretizzeranno in forme e modi davvero sorprendenti, ma sappiate che saranno fondamentali per riuscire ad affrontare i numerosissimi abitanti degli inferi, che su ordine del loro signore, Ade, proveranno in tutti i modi a fermarci.
Foto: Supergiant Games via Rock Paper Shotgun
La furia degli Inferi
Tra nemici normali, potenziati e incredibili scontri con boss veramente spettacolari, insomma, Hades promette ore ed ore di divertimento, mentre piano piano la trama si disvelerà di fronte a noi a poco a poco, stupendoci per la sua complessità, drammaticità e per gli inaspettati colpi di scena. La cura riposta da Supergiant Games anche nel comparto narrativo – spesso tralasciato nei rougelike in favore di una maggiore attenzione al puro gameplay – dona ad Hades ancora più profondità, e spingerà i giocatori ad esplorare le relazioni con tutti i personaggi che incroceranno, con esiti molto spesso sorprendenti. Il tutto poi è accompagnato da un tono volutamente dissacrante, che renderà ogni dialogo affascinante, divertente e spingerà quindi ogni giocatore ad ampliare la sua conoscenza su questi personaggi, grazie alle molteplici schede che ci racconteranno la storia di ogni personaggio, via via che impareremo a conoscerlo e ci dialogheremo.
Cantami o’diva, del divino Zagreus…
La grande potenza del gioco risiede infatti nella sua capacità di svelarsi a chi vorrà esplorarlo, a chi vorrà approfondire le storie degli abitanti degli inferi o delle divinità olimpiche: quello che alla prima partita sembra essere un gran caos, si disvelerà piano piano, assorbendo i giocatori e non mollandoli più, per ore ed ore ed ore di pura gioia videoludica. E qua decido di sorvolare sulla quantità di armi presenti, ognuna con un proprio stile di combattimento, alle possibilità di potenziamenti che renderanno Zagreus personalizzabile per ogni stile di gioco, sulle possibilità di modificare le armi stesse, creando varianti totalmente nuove, per non parlare infine dell’endgame incredibilmente vasto, complesso e soddisfacente. Sappiate solo questo: quando riuscirete a scappare per la prima volta dagli inferi, sarete solamente all’inizio di ciò che il gioco potrà offrirvi.
Gates of Hell
Insomma, Hades è senza alcun dubbio uno dei titoli più maestosi, magnifici e – mi sembra particolarmente adatto dirlo – divini di questo bistrattato 2020. Supergiant Games ha confezionato non solo uno dei titoli migliori dell’anno, non solo il loro miglior titolo, ma probabilmente il miglior roguelike mai realizzato, che si impone fra le pietre miliari del genere, e pone degli standard qualitativi a cui chiunque dovrà guardare se vorrà realizzare un ottimo roguelike. Il gioco è attualmente disponibile per pc e per Nintendo Switch (che si conferma ancora di più essere la macchina perfetta per giocare gli Indie), ma sono già quasi certe le versioni per Xbox e Playstation, per permettere ad ancora più giocatori di tentare la fuga dalle oscure tenebre dell’Aldilà. E ad un prezzo di soli 24,99 euro, sareste da rinchiudere nel Tartaro col simpaticissimo Ade se decideste di non approfittarne.
Perciò unitevi a Zagreus, e partite per questa epica impresa. Riuscirete a sfuggire alle grinfie della morte?
Rilasciato oramai quasi 2 anni fa, il 4 di Febbraio, su Pc, PlayStation 4 e Xbox One, Apex Legends ha via via sempre più aumentato la sua popolarità, grazie ad un supporto frequente e ad eventi in-game a cadenze regolari.
Il gioco è stato pubblicato anche su Steam il 4 novembre 2020, e nello stesso giorno sarebbe dovuto uscire anche sulla console di casa Nintendo, salvo poi essere rinviato ad un generico 2021; da allora, Respawn Entertainment è rimasta in silenzio, ma adesso qualcosa sembra muoversi.
Inizialmente segnalata da Apex Legends Wiki e condivisa su Twitter da Apex Legends News, il report sostiene che la descrizione del trailer giapponese di annuncio della Stagione 8 presentasse al suo interno la data di uscita della versione Switch del gioco, prevista per il 2 febbraio, in concomitanza con l’uscita della nuova stagione.
BREAKING: The Japanese version on YouTube states Apex Legends is coming to Switch on February 2.
"And on February 2nd, it will be possible to play on Switch at the same time as the start of Season 8!" pic.twitter.com/63TpUn27Mx
La descrizione del trailer è stata modificata per eliminare lo spoiler, ma se la notizia fosse confermata, sarebbe una graditissima novità per i possessori della console ibrida di Nintendo; le tempistiche sarebbero perfette, considerando che questa grande novità arriverebbe in tempo per festeggiare i 2 anni dall’uscita del titolo Battle Royale.
Ciò che è sicuro è che la nuova stagione, chiamata “Mayhem”, uscirà il 2 febbraio e porterà con se una nuova leggenda da utilizzare, chiamata “Fuse”, ed una nuova arma, il “Ripetitore 30-30”, un fucile a leva popolarissimo su Salvo, il pianeta Natale di Fuse; oltre a ciò, ovviamente la nuova stagione porterà con se un nuovo Battle Pass, matchmaking per partire classificate e altre novità nel corso della stagione.
Insomma, se la notizia dovesse rivelarsi vera, nuovi combattenti entrerebbero in scena nell’arena di Electronic Arts, che promette di infuocarsi ancora di più a partire dal prossimo febbraio.
Pietra miliare dei giochi da tavolo, consacrato dai giocatori più esperti come uno dei puti di riferimetno nel mondo dei “GdT” moderni. Ha venduto milioni di copie nel mondo ed è il gioco perfetto per introdurre i novizi a questo tipo di giochi strategici, perchè Carcassonne è pura strategia.
Il gioco è ispirato all’omonima città medioevale francese (anche se il gioco è tedesco) che è circondata da grandi mura a protezione, e da qui le mura delle città.
All’intero della scatola si trovano 72 tessere quadrate in cartone che rappresentano diversi elementi della mappa:
Strade
Pezzi di città
Monasteri
Pascoli
(Nelle espansioni ci sono anche fiumi, locande e tanto altro). Oltre alle tessere ci sono degli omini in legno, detti meeples (da my people in inglese) che sono i segnalini per giocare sul tabellone, 8 a testa.
credit: BoardGameGeek
DINAMICA DI GIOCO
La dinamica di gioco è molto semplice, infatti tutto sta nel collocare sul tavolo una tessera pescata a caso dal mucchio e collocarla in senso logico per andare a creare una grande mappa. Ovviamente, ripeto che la tessera deve essere collocata in maniera logica per il gioco, ovvero, prolungare una strada o ingrandire una città, non puoi mettere una strada in mezzo ad una città o un fiume che attraversa una strada. Una volta collocata la tessera seguendo una strategia il passo successivo è occupare la strada, la città o il prato con il meeple rivendicandone i diritti di proprietà. Quando la nostra costruzione sarà completa, ovvero avremmo chiuso una città, una prateria o una strada, potremmo recuperare il nostro meeple e fare punti. I punti vanno in base a quante tessere compongono la nostra costruzione più i vari bonus (tipo lo scudo, che fa valere uno in più le tessere della costruzione). Non è possibile occupare costruzioni di altri giocatori con il proprio meeple, ma via via, nel gioco, è possibile che delle costruzioni si uniscano tra lori andando a stabilire una comproprietà, che durerà solo fino alla chiusura della costruzione; in quel caso i punti andranno a chi ha il maggior numero di meeples sulla costruzione. In caso di parità si spartiscono.
La dinamica è semplice, più meeples piazzi nei posti giusti e più punti fai
Altro oggetto di punti sono i pascoli, ovvero, se durante la partita si decide di mettere un meeple disteso su un pascolo, il numero di città che si vedono con il meeple sono punti. (per “che si vedono” intendo le città raggiungibili e che non siamo ostacolate da una strada o da un fiume)
Insomma le meccaniche di gioco sono semplici e comprensibili a tutti, è il gioco perfetto per introdurre i novizi dei giochi da tavolo a questo mondo; ma occhio , può creare dipendenza, perchè il problema non è giocarci di continuo, ma è quando si viene a conoscenza delle miriadi di espansioni che sono a disposizione, ve lo posso garantire perchè ho il portafoglio vuoto e così tante strade (pescate) che posso competere con autostrade per l’Italia.
Omori è RPG (Gioco di Ruolo) psicologico horror che attraverso la sua narrazione riuscirà a lascare il proprio segno all’interno del vostro cuore. Ma scopriamo perché: La storia di OMORI nasce nel lontano 2014 quando il 5 giugno , venne finanziato il progetto attraverso una campagna kickstarter e dopo 5 lunghissimi anni venne presentato al Pre-Tokyo Game show del 2019 per poi essere posticipato a causa di questo dannato 2020. Dopo un’estenuante attesa di 6 anni finalmente l’illustratrice e regista OMOCAT affiancata alla casa videoludica PLAYISM, il 25 dicembre del 2020 riescono a pubblicare OMORI sulla piattaforma di STEAM, per poi affermare , successivamente, anche l’uscita per le altre piattaforme come Switch, Playstation 4 e XBOX One .
Dopo 6 anni l’illustratrice e regista OMOCAT insieme a PLAYISM, il 25 dicembre 2020 publicano OMORI su Steam
Foto di nintendohall.altervista.org
Ma qual’è la storia? Cosa succede all’interno del mondo di OMORI? Il gioco si basa su dei lavori dell’illustratrice OMOCAT come “OMORI’S SKETCHBOOK” e da una sua light novel non completata e prende fortemente spunto da titoli come Mother e EarthBound . La trama gira attorno alle vicende di OMORI un ragazzo apatico e depresso e dei suoi tre amici: KEL un ragazzo energico e dispettoso, AUBREY una ragazza forte e determinata ma a volte un pò scontrosa e HERO il più grande dei tre, responsabile e diligente , ma spesso anche troppo ingenuo. I quattro partiranno all’avventura, in un mondo alquanto stravagante, per ritrovare il loro amico BASIL scomparso in una circostanza misteriosa. Ma quello che OMORI ritroverà non sarà BASIL, bensì qualcosa di straziantemente peggiore. Paura, oppressione , terrore ; OMORI scavando sempre più a fondo in questo suo mondo di fantasia scoprirà qualcosa che doveva rimanere nascosto, qualcosa che ormai OMORI portava dentro di se da troppo tempo, un macigno insostenibile gravante sulle sue proprie spalle. Riuscirà a liberarsene?
La storia narra il viaggio che i 4 amici dovranno affrontare per ritrovare il loro amico Basil
Foto di nintendowire.com
Il Gameplay di gioco richiama ai classici RPG , ma questo non impedisce ad OMORI di possedere un particolare sistema di combattimento. Il giocatore avrà la possibilità di controllare un gruppo di 4 giocatori , ognuno con le proprie abilità e caratteristiche , all’interno di un mondo strambo e colorato. Incontrerete nemici bizzarri e puzzle divertenti, tutto questo circondati da una strana velatura di mistero e angoscia. All’interno della grande mappa suddivisa in 7 distinte regioni potrete trovare, attraverso la rottura di cocomeri, oggetti utili al combattimento che porteranno dei miglioramenti agli attributi dei personaggi. Un vostro grande alleato sarà la coperta del picnic che vi permetterà di riposare, riacquistando la vostra salute “Heart” e il vostro mana “Juice” e di poter salvare.
Foto di rpgsite.net
Il combact system è descritto come un classico sistema di combattimento a turni con però una struttura Statuses & States molto particolare basata sulle emozioni reali che i personaggi in gioco possono provare. Quando un nemico si scontrerà con voi, apparirà una schermata a simil Pokemon in cui potrete decidere se attaccare, usare delle skills (sbloccabili con l’avanzamento del livello del personaggio), curarsi attraverso delle pozioni, sotto forma di cibo , come sandwich, patatine e dolciumi oppure utilizzare un’oggetto per stordire o far cambiare status o “emozione” all’avversario. Dovrete cercare di non far scendere gli “Heart” fino a zero, ma se ciò accadesse il personaggio si trasformerebbe in un Toast diventando inutilizzabile, ad eccezione di OMORI che se raggiungesse gli 0 “Heart” la partita finirebbe. Quindi all’interno dell’azione anche le emozioni gravano sulle spalle dei personaggi? Si qui su OMORI le emozioni sono una parte fondamentale e critica della strategia di gioco. FELICE , ARRABBIATO e TRISTE , queste sono le 3 principali emozioni che si provano all’interno dello scontro. Proprio come sasso carta forbice, la felicità batte la rabbia, la rabbia batte la tristezza e la tristezza batte la felicità. Questo porta all’aumentare del danno , non solo causato, ma anche subito.
Le emozioni sono una parte fondamentale e critica della strategia di gioco: FELICE , ARRABBIATO e TRISTE
foto di talonmarks.com
Ma chi è OMORI? Omori nasce, nel 2011 dalla mente di OMOCAT in un blog dove la disegnatrice caricava le sue vignette, come un ragazzo con una maglietta nera , pantaloncini corti e lunghi calzini neri, che si trova all’interno del WHITE SPACE , una dimensione completamente bianca, con al suo interno unicamente un pc , una lampadina tutta nera, una scatola di fazzoletti, un coltello e il suo gatto, anche lui tutto nero. L’unica cosa che il ragazzo faceva era giocare a vecchi videogiochi e masturbarsi, ma all’interno di se stesso viveva una forte depressione e una straziante solitudine che lo avevano portato, in alcune vignette, quasi a togliersi la vita.
“” Welcome to WHITE SAPCE Your name is OMORI and you’ve been living here for as long as you can remember. Everything is bright white; there aren’t any walls. A black lightbulb hangs from the ceiling… wherever it is. There’s a floor but it’s always cold. The warmest thing here is probably your laptop. You don’t mind though. You have a blanket, a laptop, a cat, a sketchbook, and a tissue box. You have everything you need.
You are usually upset. Everyone annoys you, you think you are ugly, you don’t know where you came from, you don’t know where you are going, and you’re too tired to care.
On good days, your neighbors invite you over for a visit. “How can they have fun with someone as horrible as me?” You miss them now. When will they come again? Maybe today will be a good day!
Or maybe today is a day for sleeping.
But…Sometimes you’re reminded you used to have another friend– someone really important.
Somewhere in the back of your head, you have an feeling that you weren’t always like this. You weren’t always living in WHITE SPACE.
The truth is…
Your story is already over. You just have to remember it. “”
Giocatelo, provate questo titolo, provate quello che ho provato io, cercate di provare tutto quello che OMORI ha passato, tutti sentimenti, tutte le emozioni , tutta la disperazione che OMORI ha vissuto. Cercate di cogliere questa avventura come qualcosa di speciale, come un viaggio all’interno di voi stessi, che, forse, vi permetterà di capire come il mondo e soprattutto le emozioni possano essere crudeli, ma anche salvatrici. Osservando all’interno di te stesso… riuscirai mai a perdonarti?
Le Stelle Sono Allineate… e i Munchkin stanno abbattendo le porte in luoghi dove l’Uomo Non Dovrebbe Andare. Ora sono Investigatori, Picchiamostri, Professori e Cultisti… e stanno uccidendo i mostri dei Miti di Cthulhu e prendono la loro roba.
Iniziano così le istruzioni del celebre gioco da tavolo Munchkin Cthulhu, gioco basato sull’originale Munchkin creato da Steve Jackson e molto ben illustrato da John Kovalic e Gommi. Munchkin è un gioco che presenta una scatola e delle carte di ridotte dimensioni; nella confezione alloggiano 280 carte e 4 pagine di regole del gioco.
Possono prendere parte al gioco da 3 a 6 giocatori. i giocatori partono tutti dal livello 1 disarmati e senza classe (per segnare i livelli può andare bene un dado a 10 facce o un foglio di carta), vince il primo giocatore che arriva al livello 10 uccidendo un mostro. Munchkin in se per se è un gioco parodia dei giochi di ruolo come DnD. Per iniziare c’è bisogno che i due mazzi, uno con i tesori e uno con le porte, siano disposti e mescolati al centro del tavolo da gioco, o qualsiasi altra superficie sulla quale stiate giocando (a munchkin si può giocare ovunque). Ogni giocatore partirà con 4 carte, 2 porte e 2 tesori. Queste costituiranno il valore di attacco di ogni partecipante che si andrà a sommare con tutti gli equipaggiamenti e oggetti indossati o utilizzati, ricordandosi però che bisogna essere coerenti con la realtà: per usare le armi abbiamo solo 2 mani, quindi è possibile usare o un’arma a 2 mani o 2 ad una mano, si può indossare un solo paio di calzature, una sola armatura un solo elmo. Equipaggiarsi è facile, basta calare la carta davanti a sé, è possibile calare quante più carte possibili, non ci sono limiti di numero. Attenzione però al numero di carte in mano, è consentito tenerne fino ad un massimo di 5; nel caso in cui a fine turno se ne avesse in eccedenza, queste, andranno o scartate o donate al giocatore di livello più basso. Al centro della tavola, accanto ai due mazzi, andrà lasciato uno spazio apposito che sarà destinato alle carte classe “cultista”.
Il primo giocatore che arriva al livello 10 vince, un po’ come D&D.
Ora che si conoscono le regole base le danze si possono aprire: a turno, ogni giocatore andrà a cercare fortuna girando una carta porta, i risultati della girata possono essere 3:
Esce un mostro che dovrà essere affrontato in combattimento;
Esce una maledizione che maledirà il giocatore pescante;
Esce una carta qualsiasi che può essere presa in mano.
In ogni caso, se non esce un mostro, il giocatore può decidere di andare a cercare guai, ovvero, decidere di affrontare un mostro calato dalla mano. Se la battaglia è vinta è possibile “svuotare la stanza” e quindi guadagnare punti e livelli a seconda dell’indicazione scritta sulla carta mostro appena sconfitto.
credit: Munchkin.raven
DINAMICHE DI COMBATTIMENTO
Il combattimento con i mostri è la parte più avvincente del gioco, ed è anche la parte principale di Munchkin. Le dinamiche sono basilari:
Viene sommato il valore del proprio livello con i punti aggiuntivi di eventuali bonus, classi ed equipaggiamenti, si sottraggono punti causati da eventuali maledizioni o penalità e si confronta il proprio livello con quello del mostro. Se il numero è superiore, il mostro viene sconfitto e si può andare avanti salendo di livello e guadagnando tesori (è indicato sulla carta), al contrario, se il livello del personaggio è inferiore a quello del mostro palesatosi dalla porta ci sono 2 alternative:
Si chiede aiuto: letteralmente si chiede aiuto ad un altro giocatore di buon cuore che è disposto a dare una mano, ma in cambio di qualcosa come una ricompensa, un oggetto o un tesoro derivante dalla sconfitta del mostro, insomma si intavola una vera e propria trattativa per farsi dare una mano. Una volta stabiliti gli estremi dell’accordo i punti del giocatore aiutante si andranno a sommare ai punti di quello aiutato per sconfiggere il mostro.
Si tenta la fuga: se nessuno è disposto a darci una mano e il livello del mostro è superiore da risultare imbattibile (gli altri giocatori possono aumentare il livello del mostro con carte potenziamenti) si lancia un D6; se il risultato è 5 o 6 si riesce a fuggire dallo scontro, altrimenti si subiscono le “brutte cose” indicate sulla carta.
Se il giocatore subisce le “brutte cose” può succedere qualsiasi cosa: dalla perdita di oggetti, alla perdita di livelli fino alla morte. tranquilli la morte non è definitiva, il giocatore rientra in gioco al turno successivo, conserva la sua classe e il livello, ma perde tutti quanti i suoi oggetti e le carte in mano, per poi pescarne 4 nuove.
Queste sono le regole base di Munchkin.
MUNCHKIN CTHULHU
credit: Lovecraft Arts & Sciences
Munchkin cthulhu è la variante Lovecraftiana del gioco, i mostri, le classi sono tutte ispirate ai mondi dello scrittore, infatti con le classi puoi diventare: un picchiamostri, un investigatore, un professore o un cultista; è possibile cambiare classe in qualsiasi momento, a patto che ci siano le condizioni per farlo. Un eccezione per i cultisti: una volta diventati adepti di Cthulhu non si può cambiare classe, a meno che non si utilizzi una carta che permetta di tornare indietro, come: “un improvviso colpo alla testa”. La particolarità dei cultisti è che si aiutano tra loro facendo guadagnare punti agli altri cultisti, quindi se sei un cultista e ce ne sono altri avrai punti bonus, 2 per ogni cultista presente in gioco, attenzione però, questa situazione può avere un risvolto negativo perché:
Se tutti i giocatori sono cultisti tranne uno, quell’uno guadagnerà un livello bonus che può essere quello vincente;
Se tutti i giocatori diventano cultisti la partita si interrompe e vince il giocatore con il livello più alto.
Tra le carte del mazzo esistono tutta una serie di pazzie che colpiscono un giocatore se pescate o se inflitte da un altro giocatore. Inoltre nel parco mostri troviamo dei mostri che finiscono in -GOTH i quali possono essere letteralmente aggiunti, durante il combattimento, ad altri mostri dello stesso tipo, così da rendere più difficile il combattimento.
Munchkin Cthulhu è la variante Lovecraftiana del gioco, i mostri e le classi sono ispirati ai suoi mondi, infatti puoi diventare un cultista o un picchiamostri
Nello stabilire le regole della partita è possibile adottare il “regolamento epico” che porta il livello da raggiungere da 10 a 20 per vincere. Ovviamente i primi livelli dovranno essere giocati normalmente, dopodiché i giocatori acquisiscono dei poteri “epici” in base alla loro classe, e a turno dovranno aprire non una, ma ben 2 porte con l’obbligo di risolvere entrambe. Con il regolamento epico la partita, inevitabilmente, diventerà più lunga ma più avvincente.
Le carte sono caratterizzate da simpatiche immagini fumettizzate, un po’ il punto forte di Munchkin, e possono rappresentare mucche che volano, galline con tentacoli, nonnine malefiche e strane pazzie, una di queste dice che devi tenere tutte le carte in gioco in ordine alfabetico ad esempio. (fiero del culto)
Insomma carte molto strane ma anche molto divertenti con regole ad interpretazione propria, infatti se non si è tutti d’accordo sull’effetto di una carta, ilgioco suggerisce di parlarne rumorosamente insieme, ma l’ultima parola spetta al proprietario del gioco, insomma la situazione si risolve come nei campini di provincia tra bambini “Il pallone è mio e decido io”.
Munchkin è un gioco avvincente con molta interazione tra i giocatori, può succedere di tutto, dall’essere bersagliati da tutti perche si è il giocatore con il livello più alto, a formare alleanze segrete, a farsi un nemico per tutte le partite di Munchkin future, quindi non c’è un tattica predefinita per vincere perché è un gioco imprevedibile e noi vi consigliamo vivamente di giocarci. (a volte rovina le amicizie peggio del gioco di carte UNO)
Ah dimenticavo, e se nelle regole del gioco fosse scritto esplicitamente che è possibile barare ma senza essere visti? Voi che fareste?…
“Una cascata di pepite d’oro è la ricompensa per il pistolero più abile! Guadagna nuovi e straordinari equipaggiamenti che ti aiuteranno nella corsa, ma presta attenzione ai nuovissimi pistoleri ombra… hanno un solo scopo: farti fuori! Riuscirai a galoppare per primo fino al fiume più ricco?”
Così si presenta una delle espansione del gioco di carte BANG!, stiamo parlando di “Gold Rush“, letteralmente la corsa all’oro nel vecchio far west. Ma di cosa si tratta? quali sono le nuove dinamiche di gioco introdotte da questa espansione?
Prima di tutto: avete presente quella noiosa sensazione quando, durante il gioco, magari dopo 2 turni, si viene eliminati perché qualcuno ti ha crivellato di Bang (perchè ti hanno preso di mira) o ti è esplosa la dinamite che proprio tu avevi piazzato sperando di fare secco lo sceriffo? Ecco dimenticatela, reset, rimuovetela dai vostri pensieri, non esiste più, game over per la morte. Già, con l’espansione Gold Rush non si esce mai dal gioco, infatti quando si muore si diventa pistoleri ombra (ovviamente dovrete rivelare lo stesso il vostro ruolo) così da poter tormentare il cow boy che vi ha ucciso oppure, se siete fuorilegge, cercare di mettere i bastoni tra le ruote allo sceriffo.
Quest’espansione aggiunge due nuove meccaniche di gioco, otto nuovi personaggi e le “pepite d’oro”.
Come funzionano e come si guadagnano le pepite?
Le pepite servono per comprare oggetti dal negozio (una delle nuove meccaniche) e si guadagnano ferendo un giocatore (quindi quando un bang va a segno, in questo caso usare un “indiani” è molto più veloce) oppure bevendo una buonissima e rinfrescante “birra” dichiarando di voler rinunciare alla vita che si poterebbe guadagnare e scegliendo di prendere una pepita. I nuovi personaggi possono sfruttare le pepite per usare abilità aggiuntive.
Parlavamo del negozio, il negozio è pura strategia, da la possibilità ad un giocatore di ottenere equipaggiamenti o carte al momento giusto per scampare da una situazione brutta o fare davvero male a qualcuno; insomma se il tuo gioco si fonda sulla strategia sarà un bel vantaggio.
Ma come funziona?
Il negozio è un mazzetto di 24 carte a parte, da non mischiare con quelle principali che possono essere acquistate solo tramite le pepite. Sono sempre disponibili tre carte girate a faccia in su (una sorta di vetrina) che vengono sostituite via via ogni volta che ne viene acquistata una. Si dividono un due categorie:
Bordo marrone: da usare subito
Bordo nero: sono permanenti e al contrario delle carte verdi o blu sono immuni ai vari “cat balou” e “panico”, quindi l’unico modo per distruggerle è pagare il loro valore in pepite +1.
L’altra meccanica di gioco l’abbiamo già accennata: “il pistolero ombra“. Quando un giocatore muore scarta tutte le sue carte, sia in mano sia sul terreno di gioco (tiene solo le pepite), non conta più nel calcolo della distanza per un bang e ogni volta che arriva il suo turno pesca due carte, gioca e scarta tutto di nuovo. Eccezione per il rinnegato ombra, mentre i fuorilegge o i vice morti mantengono la loro fazione, il rinnegato ombra cambia fazione a seconda dei “buoni e dei cattivi” ancora in gioco, si schiera quindi dalla parte della minoranza e aiuta quella fazione cambiando ogni volta che ci sono disparità.
Insomma, questa espansione rende tutto molto più interessante e strategico no? Almeno quando muoio posso crivellare di Bang quel b******o che mi ha ucciso prima.
Prima di dare il via a questa tua nuova avventura vorrei darti qualche informazione in più sull’argomento. Minecraft è un gioco sandobox survival originariamente sviluppato da Markus Persson, conosciuto con il nickname di Notch e successivamente, nel 2011, dal team di sviluppo Mojang con a capo Jens Bergensten.
Nella creazione di questo gioco possiamo osservare come Markus si sia ispirato a vari titoli del suo tempo come Infiniminer , Dwarf Fortress e Dungeon Keeper. La prima versione di Minecraft venne rilasciata nel 2009 e successivamente nel 2011 uscì dalla sua versione di prova e venne rilasciata la sua versione “completa”. Da quel momento Minecraft diventa virale e conosciuto da moltissime persone, approdando su moltissime piattaforme come telefoni Android e iOS, ma non solo, riuscì ad arrivare anche nel 2012 su Xbox 360 e su Playstation 3 nel 2013 per poi sbarcare anche nelle console di generazione successiva. Si conta che fino al Maggio 2020 Minecraft abbia venduto più di 200 milioni di copie in tutto il mondo rendendolo il gioco più acquistato di tutti i tempi riuscendo a raggiungere 500 milioni di giocatori.
A maggio 2020 Minecraft ha venduto più di 200 milioni di copie con 500 milioni di utenti
Ma cosa ha reso Minecraft così famoso?
Probabilmente la sua particolarità più evidente è quella di essere fatto interamente a cubi. Qualsiasi cosa all’interno del mondo è fatto a cubi. Ma non solo, un altro fondamentale elemento di Minecraft è il modo di gioco, esso infatti è letteralmente infinto, un open-world in cui qualsiasi direzione tu scelga troverai paesaggi e luoghi sempre diversi tra loro. Oppure la sua enorme rigiocabilità sia in campagna singola, ma anche nei server multigiocatore con minigiochi e attività sempre nuove. Senza tralasciare i suoi continui aggiornamenti che vanno ad implementare grandi miglioramenti all’interno del videogioco, come ad esempio quello che uscirà nel 2021 “Caves and Cliffs”, dove verranno rimodellate le strutture delle caverne rendendole ancora più realistiche di quanto lo erano già. Non solo andranno anche ad aggiungere un nuovo “Mob” il Warden , un nemico cieco, ma ultra sensibile capace di avvertire i tuoi rumori per darti la caccia. Ma facciamo finta di essere un giocatore che è all’inizio e non sa niente del gioco, un giocatore nuovo all’interno di Minecraft… Chissà come andrebbe a finire?
BENVENUTI SU MINECRAFT!
credit: minecraft wiki
Intenzionato ad avviare Minecraft , avvii il gioco e ti si para davanti una semplice schermata, una di quelle classiche schermate che potremmo ritrovare in moltissimi giochi del suo genere. Decidi di non perdere tempo e di addentrarti in questo famosissimo ma a te sconosciuto mondo di Minecraft . Premi quel grande tasto “Giocatore Singolo” e impaziente clicchi su “Crea un Nuovo Mondo”.
Come voglio giocare?
Qui ti assale un grande dubbio: “come lo voglio giocare Minecraft” . Una domanda insolita , ma che per uno che non ha mai svolto una partita a Minecraft è più che legittima. “Che modalità scelgo”?
Creativa, Hardcore o Survival?
Creativa? Un mondo in cui possa liberare ed esprimere tutta la mia fantasia e creatività , senza ostacoli di alcun genere. Un mondo dove io possa ottenere risorse illimitate in qualsiasi momento , dove io possa volare e distruggere qualsiasi blocco istantaneamente.” Riflettendoci qualche secondo, ricordi di non essere proprio portato per la creatività e che la tua vena artistica non sia poi tanto il tuo forte.
Vedi un’altra modalità “Hardcore“, Sembra interessante, finalmente potrei affrontare una vera sfida e mettere alla prova le mie abilità nella sopravvivenza, in un mondo dove la difficoltà è settata su difficile, si possiede un’unica vita e perdendo quella si perderebbe il mondo di gioco” . Anche qui ci pensi bene e riconosci di non essere davvero portato per le sfide difficili, ricordandoti che hai abbandonato Dark Souls 1 nella prima mezz’ora di gioco perché non riuscivi a battere il primo boss.
Noti l’ultima modalità “Survival”, Sembra proprio la modalità che fa al caso tuo, un mondo ne troppo cattivo, ma ne troppo buono , dove devi cercare di sopravvivere con le uniche forze attraverso lo sfruttamento di risorse, limitate, ma dove posso rinascere nel caso in cui morissi”. “Perfetto” pensi tra te e te. Ormai quasi elettrizzato e sprezzante di forma, coraggio e determinazione premi su “Crea nuovo Mondo”. Schermata di caricamento, passano alcuni secondi e sei dentro.
Ti guardi attorno, ti trovi in una distesa prateria verde, quasi infinta. Volgendo lo sguardo in tutte le direzioni possibili, notando però che anche se tutto ciò che è intorno a te è fatto di cubi, non pesa molto all’occhio ed è molto gradevole. Noti vicino a te degli alberi, che deduci , dal colore, essere di quercia. Avvicinandoti sempre di più al tronco dell’albero ti assale un profondo dilemma; “Essendo un Survival so che devo sopravvivere, per sopravvivere mi serve il legno…ma come faccio ad ottenerlo? Non ho nessun utensile che mi possa aiutare e tanto meno nessun materiale con cui costruirlo. Di certo non è che lo posso prendere a pugni…”. Lampo di genio, decidi di prendere a pugni il tronco dell’albero e magicamente dopo qualche secondo riesci ad ottenere un blocco di legno. “Chi lo avrebbe mai detto” esclami ridacchiando.
“Devo lavorare questo legno se voglio utilizzarlo per costruire qualche attrezzo” deduci ingegnosamente. “E avrò anche bisogno di un banco da lavoro.” Esclami sfoggiando le tue vastissime, se cosi si può dire, abiltà sulla falegnameria. Premendo tasti a caso sulla tastiera vieni a scoprire che con il tasto E apri l’inventario (rendendoti anche conto di essere tanto pigro da non andare nelle impostazioni e controllare tutte le azioni dei tasti). Fai l’azione più logica e posizioni il blocco di legno nella sezione “Crafting” composta da 4 quadrati. TAH DAAAN 4 bei pezzi di legno lavorato… “e con ciò? ti cosa me ne faccio?” “Magari posso utilizzarli per creare il mio banco di lavoro”. Provi tutte le posizioni possibili dei blocchetti di legno lavorato e alla fine riesci nel tuo intento: Bastava solamente riempire tutti e 4 le caselle. Posizioni il banco di lavoro sulla barra veloce degli oggetti e con la rotellina del mouse lo selezioni. “In mano ho l’oggetto da cui partirà tutto, da cui inizierà davvero la mia avventura”
TAH DAAAN, 4 pezzi di legno ben lavorati, che me ne faccio?
Contento delle tue nuove scoperte, un brivido ti scorre lungo la schiena. Si sta facendo notte. “Sarà anche un gioco survival ma non devo temere la notte, alla fine a parte qualche animale selvatico di cosa devo avere paura?” Pensi ingenuamente, per rassicurare il tuo animo. “Non che io abbia paura o cosa, ma inizierò a costruire la mia prima casetta”. Frettolosamente, perturbato da una brutta sensazione che ti gironzola nella testa, raccogli qualche blocchetto di legno, lo lavori e utilizzi quello stesso legno per crearti una porta, creata molto intuitivamente, utilizzando il banco da lavoro. Inizi a posizionare le mura della tua piccola casetta, piazzi la porta e finisci con il soffitto, lasciando però in una parete un buchetto, come finestra. Finita la casa e calato il sole definitivamente, appare di fronte a te , una bella luna bianca che risplende in un cielo zeppo di stelle. Improvvisamente, incantato da questa splendida vista, senti un rumore provenirti da dietro. Ti volti velocemente e scorgi in lontananza una figura, molto simile al tuo personaggio. “Un altra persona? Non doveva essere un mondo singol player?”. A causa della lontananza e del buio della notte non riesci a distinguere bene i lineamenti della figura, ma inizi a notare che si sta avvicinando a te. “Vorrà fare amicizia” pensi “Certo che quella postura delle braccia è decisamente strana, alzate a mo di… “Zombie“.
Un’altra persona? non doveva essere un mondo Singol Player?
Un pensiero angosciante inizia a crearsi nella tua testa e per precauzione inizi a indietreggiare verso la porta della casetta. La figura si avvicina sempre di più, emettendo uno strano rumore, quasi come la combinazione di un lamento e un ruggito. Lo vedi, lo vedi chiaramente, il tuo presentimento non era sbagliato, era davvero uno Zombie. Preso dal panico decidi di chiuderti in casa e bloccare il gioco. “Cosa diavolo era quel coso, non doveva essere un normale survival a quadretti?” .
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Ormai hai perso il conto di quanti giorni chiuso in casa sei rimasto, a cercare di osservare e capire i mostri all’interno del mondo di gioco per prevenire un qualsiasi ipotetico attacco di cuore.
I MOSTRI
Ci sono una miriade di mostri ostili in Minecraft:
Lo Zombie, il classico Zombie zoppicante ma da cui stare alla larga
Lo Scheletro , uno scheletro non-morto armato di arco e frecce
Il Creeper, un mostro verde senza arti superiori con l’unico scopo di farsi esplodere nelle tue vicinanza
Enderman, un essere dalle quasi sembianze umane, molto più alto del normale, completamente nero e con occhi viola, si dice non sia aggressivo in primis, ma se guardato negli occhi inizierà ad attaccarvi indistintamente
Lo Spider, un ragno gigante pronto a saltarti addosso in qualsiasi momento
Gli Illagers, la parte malvagia dei Villagers, con cui potrai barattare oggetti, che di tanto in tanto attaccheranno i villaggi di quest’ultimi.
Se uccidi L’Ender Dragon fai JACKPOT !
In seguito vieni a conoscenza di uno dei “mostri” ,se cosi si vuole chiamare, chiave di Minecraft, l’Ender Dragon , la cui uccisione è lo scopo finale del gioco. Ma qui c’è un MA, l’Ender Dragon si trova in una “dimensione” differente, da cui si può accede tramite un unico portale situato all’interno della mappa di gioco. “Sarà una vera impresa” pensi. Dopo tutto quel tempo rinchiuso nella tua casetta ad osservare e ad informarti decidi che è tempo di uscire e partire davvero all’avventura. Apri la porta e lentamente esci, ancora poco fiducioso della sicurezza dei dintorni della tua casetta. è un nuovo giorno.
“Devo sbrigarmi a diventare più forte”, l’unico pensiero che riecheggia nella tua testa. In fretta e furia raccogli dell’altra legna con cui produci i primi utensili , come una spada per difendersi , un piccone per raccogliere i materiali , un’accetta per raccogliere legna più velocemente e una pala per scavare la terra. Ti cade l’occhio sull’indicatore della fame, ormai quasi a zero “Cavolo mi ero quasi dimenticato, devo mangiare, è pur sempre un survival”. Inizi la tua ricerca per degli animali selvatici come mucche o maiali, una fonte di cibo essenziale , se non si vuole aspettare del tempo con la coltivazione di grano, carote o patate. In lontananza, vedi qualcosa di marrone muoversi “un altro zombie? Impossibile è giorno , non possono esserci zombie all’esterno” avvicinandoti osservi una piccola mandria di mucche intente a brucare l’erba. “Mi dispiace piccole mucche” pensi amaramente sguainando la spada. “Ora non avrò più bisogno di cercare del cibo per un be-“.
Tutto in torno a te inizia a farsi buio, senti il tuo corpo diventare più leggero come se stesse cadendo. Ti ritrovi in una pozza d’acqua e tornando a galla capisci di essere caduto in una caverna. Guardando in alto noti la luce flebile del sole entrare da quel buchetto in cui eri caduto. “Che fortuna” esclami. Da quel momento tutto si fa più complicato, ma anche più semplice. Paura, ansia e timore sono solo dei sentimenti di passaggio, che vengono rimpiazzati da curiosità , voglia di esplorare e di potenziarsi.
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I minerali, un tesoro impagabile per sopravvivere
Inizi ad ambientarti all’interno della caverna ma anche al mondo di Minecraft: Inizia la tua scoperta dei minerali del gioco, partendo dal semplice carbone utilizzato come combustibile o per produrre delle torce, passando al ferro elemento indispensabile per le tue prime armature e upgrade fondamentale per i tuoi utensili, arrivando fino all’oro utile per gli scambi commerciali e per la creazione di mele d’oro (utili per il recupero istantaneo di buona parte della vita) , allo smeraldo moneta utilizzata dai Villagers per il commercio, al lapislazzulo utilizzato nelle incantazioni , alla redstone, una pietra particolare con la quale si puo’ costruire e ideare marchingegni e ingranaggi, utili a semplificarti la vita, fino ad arrivare al Diamante, materiale più raro e prezioso, che grazie alla sua robustezza permette di forgiare armature e attrezzi quasi indistruttibili. Non solo il tuo personaggio sta seguendo un percorso evolutivo, ma anche tu. Inizi a comprendere meglio com’è strutturato il mondo di Minecraft.
Passano i giorni, tutto in torno a te si sta evolvendo, anche la tua casina di legno, è diventata una vera e propria magione al cui interno si cela un vero e proprio tesoro raccolto in svariate miniere da te esplorate. Ti senti pronto e determinato a battere l’Ender Dragon.
ANDIAMO A STERMINARE L’ENDER DRAGON !
Prima pero’ di andare nella dimensione dell’end, devi passare dal Nether, per ottenere la Blaze Powder (ottenibile dalle Blaze Rod) che combinate con una Ender Pearl (ottenibile uccidendo un Ender Man) ti permette di creare L’Eye of Ender oggetto importantissimo per accedere al portale dell’End. Se lanciato in aria, esso si orienta nella direzione del portale. Costruito il portale del Nether , attraverso dei blocchi di Ossidiana, ti rendi conto di quanto il Nether non sia un posto accogliente. Un vero e proprio inferno dantesco , con mostri deformi, fantasmi, demoni e oceani di lava bollente pronta a disintegrarti al minimo passo falso. Con molta fatica e attenzione riesci ad trovare una Nether Fortress dove ottenere della Blaze Powder.
Torni a casa e quasi impazientemente ti affretti a craftare tutto il necessario per trovare e sconfiggere il drago. Costruisci arco frecce e un’armatura potenziata da degli incantesimi della Enchanting Table. Decidi di partire e dopo una lunga ed estenuante ricerca, riesci a trovare il famigerato portale dell’End. Posizioni Gli Eyes of Ender attorno al portale attivandolo. Hai paura, quella stessa paura provata la prima notte e che avevi quasi ormai dimenticato. Prendi un grande respiro e spinto da un innato coraggio decidi di cadere all’interno del portale. Buio, tutto buio, l’unica cosa che vedi è un’isola, gialla chiaro, sospesa in questo abisso color carbone. Osservi bene l’isola e noti 10 colonne anch’esse nere, al cui vertice spiccano dei cristalli.
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Lo senti, ma non riesci a vederlo, mentre il suo sbattere di ali riecheggia e sovrasta il silenzio di questo oblio. Senti un forte ruggito e girandoti verso quel richiamo, quasi di sfida, lo vedi in lontananza. Un Drago, gigantesco, quasi completamente nero , con profondi occhi viola. Frettolosamente inizi a colpirlo con delle frecce notando però che la sua barra della vita diminuisce. Capisci che quei cristalli sono la fonte vitale del Drago, utilizzati per recuperare la vita e le forze; “Devo distruggerli il prima possibile se non voglio lasciarci le penne”. Inizi a prendere di mira questi suoi altari distruggendoli uno ad uno. Ma la faccenda non è cosi semplice, il Drago attacca, eccome se lo fa. Il suo tossico e violaceo respiro e la sua imponente mole sono i problemi principali nel combattimento di quest’ultimo. Ma in qualche modo riesci a distruggere tutti e dieci i cristalli.
Ma la battaglia è solo ai suoi albori: inizi, come una mitragliatrice, a sfrecciare frecce verso il drago, che innervosito , non rende facile il completamento del tuo obiettivo. La battaglia si fa sempre più intensa, vedi la sua barra della vita scendere sempre di più , sempre di più, fino a quando… con l’ultima freccia il gigantesco drago cade sconfitto, raggiungendo così, la fine del gioco, ma anche l’inizio di una nuova avventura.
Con l’ultima freccia il drago cade sconfitto raggiungendo così la fine del gioco, ma anche un nuovo inizio…
MINECRAFT NON É SOLO UN VIDEOGIOCO
Ma cosa è Minecraft? Un videogioco? Un passatempo? La maggior parte di voi potrebbe affermare questo, ma Minecraft va oltre a questo. Minecraft è un rifugio , dove possiamo addentrarci quando più ne abbiamo voglia, accogliente e rassicurante , proprio come la nostra casa. Minecraft è un luogo dove possiamo stare tranquilli, rilassarsi e esprimere la nostra più estrema creatività , perché Minecraft ci mette a disposizione infinite possibilità , tutte da poter cogliere ed elaborare come più ci aggrada. Minecraft ci permette di fare quello che più ci piace e alla fine dei conti essere se stessi. Passare le serata a costruire e a minare con i propri amici, le risate scaturite da una stupida morte avvenuta per l’esplosione di un creeper, quell’ansietta provocata dall’oscurità delle miniere o di annegare nei laghi di lava nel Nether. La soddisfazione di vedere, insieme ai tuoi amici l’ultima schermata di gioco dopo aver sconfitto il Drago dell’End.
Guardare quella schermata crea in te un senso di nostalgia, ti permette di ricordare tutte le avventure e disavventure che tu, da solo, o con i tuoi amici hai passato. Senti come un vuoto all’interno di te, perché ormai tutto è finito e quei ricordi rimarranno solamente un eco lontano avvertibile unicamente all’interno delle regioni più nascoste della tua mente. Ma capisci subito che Minecraft non è cosi, Minecraft non è qualcosa che ha un inizio o una fine, è qualcosa che ti permette di ricreare stupendi ricordi, sempre nuovi e mai monotoni. Minecraft è quel qualcosa che rimarrà per sempre dentro di te, quel qualcosa che da adulto, quando ormai avrai dimenticato anche solo il significato di “videogioco” o di “console” , ti farà scendere una lacrima di nostalgia per gli stupendi momenti ormai lontani e vaghi. Minecraft può si, essere considerato come un gioco per bambini o ormai vecchio, pensatela come volete, ma per me Minecraft, come per molte altre persone è parte della vita, un segno indelebile nel nostro cuore.
Uno dei videogiochi per mobile più scaricati su Android e iPhone, ha spopolato facendo guadagnare solo al lancio 46 milioni di dollari, ma d’altronde non ci potevamo aspettare di meno dalla casa che ha lanciato Clash of clans e Clash Royal: la Supercell.
Molti conoscono la casa finlandese appunto per i titoli prima citati, ma nonostante i successi, quando si pensava che creare un gioco per mobile che avesse più successo di Clash fosse altamente improbabile, se ne sono usciti con un’esperienza di gioco completamente nuova: BRAWL STARS.
Un successo fin dal lancio e un mix tra le migliori modalità di gioco, Brawl Stars ti tiene incollato allo smartphone
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Un pò battle royal un pò MOBA è un mix perfetto che ti tiene attaccato allo schermo del tuo smartphone (quando è stato lanciato in Europa ci ho giocato con degli amici dalle 16 alle 22). Uno dei primi elementi che salta all’occhio è lo stile inconfondibile della grafica cartoon del mondo Supercell. Il gioco è uno shooter in terza persona che fa del multiplayer la sua colonna portante, infatti l’unico modo per giocarci sarà online con giocatori casuali o con i tuoi amici creando un team, sempre 3 vs 3. l’obbiettivo non sto neanche a dirlo, sparare a raffica ed eliminare gli avversari raggiungendo l’obbiettivo della modalità di gioco scelta.
MODALITÀ DI GIOCO
Una delle principali è “ARRAFFAGEMME”, consiste nel raccogliere più gemme possibili, che vengono generate al centro della mappa, raggiungere 10 o più gemme per far partire il conto alla rovescia, se alla fine di questo si riesce a tenere tutte le gemme si vince la partita. Ovviamente come possono essere guadagnate le gemme possono essere anche perse, infatti le gemme si perdono o si guadagnano eliminando o essendo eliminati. Ma non vi preoccupate verrete rigenerati dopo pochi secondi, Ma con zero gemme
Un’altra modalità è RAPINA, anche questa a squadre, con la stessa logica di eliminazione con arraffagemme ma con l’aggiunta di un obbiettivo, cercare di distruggere la cassaforte avversaria che si trova all’estremità opposta della mappa, stando attenti ovviamente a difendere la propria.
RICERCATI è un’altra modalità, molto più semplice perché qui, come nei migliori Battle royale, vince la squadra che fa più uccisioni.
Altra interessante modalità è FOOTBRAWL, semplicemente i brawler che giocano a calcio, dove vince chi fa per primo 2 goal nella porta avversaria, ovviamente sempre con la connotazione dell’eliminazione.
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Ma la modalità che rivela la vera natura di Brawl Stars è SOPRAVVIVENZA. 10vs10 in modalità singola e 20vs20 in team da 2 in modalità doppia, una mappa che si restringe sempre di più con lo scorrere del tempo. Lo scopo non serve neanche spiegarlo, lo dice già il nome della modalità stessa.
Le modalità di gioco sono molte, ma la vera essenza del gioco sta in sopravvivenza
Queste sono solo alcune delle modalità, infatti man mano che sono arrivati gli aggiornamenti sono arrivate anche nuove modalità di gioco come: Raid, assedio, dominio e sete di potere.
PERSONAGGI GIOCABILI
Ovviamente si gioca impersonando degli avatar che possono essere sbloccati nelle casse (sbloccabili con i punti lotta) o andando avanti nel cammino dei trofei. Si perché lo scopo principale di Brawl Stars, come in Clash Royal, è guadagnare più trofei possibili per salire nel ranking. In tutto i personaggi sono ad oggi 39, divisi in:
Forse uno dei monitor più attesi in termini di tempo, nel senso che è stato annunciato da Samsung al CES di Las Vegas ed è uscito sul mercato ben 6 mesi dopo; oggi parliamo di uno dei migliori monitor da gamign che ci siano in circolazione: Samsung Odissey G9.
Odissey G9 è un monitor, aiutatemi a dirlo, ENORME, nel vero senso della parola, si presenta in tutta la magnificenza racchiusa nei 49”, che, insieme al suo aspetto 32:9, lo rendono un monitor super immersivo pensato apposta per il gaming. Supporta l’HDR10+ ed ha una risoluzione Dual Quad High Definition DQHD da 5120×1140 pixel. Il refresh rate è pazzesco, infatti raggiunge i 240Hz che permettono una fluidità di gioco che in pochi hanno.
Le 4 caratteristiche principali sono:
Curvatura: 1000R, l’ultima frontiera della tecnologia dei monitor curvi
Risoluzione eccellente: QLED, HDR1000 e risoluzione DQHD
Dual QHD display, con il formato 49 pollici è come avere a disposizione 2 ampi monitor accanto
Infinity core Lighting design che aggiunge un tocco di stile.
MIGLIORI GIOCHI
Avendo un monitor così performante ed immersivo non è difficile trovare giochi da adatti a Samsung Odyssey G9, ma noi vogliamo consigliarvene qualcuno:
Giochi di guida, sicuramente Formula 1 è il primo gioco da provare su questo monitor, che, grazie alla curvatura ci fa sembrare di essere nell’abitacolo della vettura.
Giochi di guerra, non sto neanche a dirlo, Warzone è perfetto, vedrete arrivare nemici da ogni dove ma avrete anche più possibilità di individuarli.
Il futuro si chiama esports. Esports, letteralmente electronic sports, è questo il fenomeno del momento che sta occupando la scena mondiale. Diffusi prevalentemente in America ed in Asia, ma non disperate, l’Italia non è di molto indietro, infatti il 27-28 luglio il teatro olimpico di Roma è stato lo scenario delle spettacolari finali mondiali di Esports. Una cerimonia di apertura con artisti veri mischiati ad ologrammi al limite del surreale, 100mila spettatori presenti e 16 milioni da casa a seguire la diretta in streaming mondiale, è questo l’impatto degli esports, un impatto impressionante di audience ma allo stesso tempo economico, infatti crea un business da, udite udite: 1 miliardo di dollari con 450 milioni di audience. Si pensa che entro il 2020 potrebbe raggiungere un business da 1,5 a 3 miliardi, cifre da capogiro rispetto alla concenzione che hanno la maggior parte delle persone rispetto al gaming . Con queste cifre e con questo audience gli esports non sono più ascrivibili sotto la semplice dicitura di fenomeno, infatti molte scommesse imprenditoriali stanno puntando su questi, basti pensare che Rewired.gg, società di investimento che opera nel mondo degli esports ha iniettato nelle casse del Team Vitality (team transalpino fondato nel 2013 famoso in tutto il mondo) la bellezza di 34 milioni di Euro per costruire il futuro.
“Il futuro si chiama esports, fruttano un business da 3 miliardi di dollari entro il 2020”
Gli Esports si sono affermati in maniera del tutto indipendente dalle normali discipline sportive, grazie ad un continuo sviluppo delle tecnologie del gioco digitale e alle opportunità offerte dalla rete sempre più performante. Basti pensare che da un paio d’anni, anche grazie allo sviluppo delle reti, eventi sportivi internazionali, vengono superati in termini di audience da competizioni globali degli esports come League of Legends World Championship.
LOL o League Of Legend che dir si voglia, “è un gioco online che unisce la velocità e l’intensità di un RTS a elementi di un gioco di ruolo. Con un roster di campioni in costante espansione e con aggiornamenti frequenti 2 squadre si affrontano, l’una contro l’altra, in varie arene con differenti modalità”. Questa è la definizione che da il sito ufficiale di League of Legends, per i giocatori è diventato un vera e propria ossessione da non perdere e da seguire in streaming sulle varie piattaforme (prevalentemente twitch), o dal vivo, infatti domenica 10 novembre 2019 hanno preso luogo in un’AccorHotelts arena strapiena, 20mila posti riempiti, le finali mondiali del famoso GDR per pc. La finale ha visto affrontarsi il team iberico “G2” perdente 3-0 contro il team di Pechino “Fun Plus Phoenix”. Non c’è stata partita fin dall’inizio, supremazia del team cinese come più volte successo negli ultimi anni, infatti il trofeo si è accasato in Asia e non si sposta dal 2012. Quest’anno era contenuto in uno scrigno di Louis Vuitton.
Uno spettacolo unico, grazie, anche qui, alla strabiliante cerimonia d’apertura, marchio di fabbrica per le produzioni Riot Games.
“Sviluppo della rete abbinato all’audience, spettacolo e supremazia cinese: le finali di LOL a Parigi”
Sognando le olimpiadi
Dietro agli eventi e all’audience degli esports ci sono praticanti e appassionati, ormai milioni nel mondo, che si pongono una domanda fondamentale: il mondo sportivo adotterà mai una strategia seria per gli esports?
Ebbene si, gli esports sognano le olimpiadi, ma nel 2020 le sfioreranno solamente, non saranno infatti presenti nel medagliere, ma dal 22 al 24 luglio l’Intel World Open farà parte degli eventi che anticiperanno l’inizio delle olimpiadi di Tokyo 2020 con un evento dal vivo. Un esperimento che sa di futuro, infatti Kit Mcconnell (sports director del CIO) dichiara di essere entusiasta e curioso di imparare da questo evento e di voler interagire con la comunità esports di tutto il mondo. l’intel World Open comprenderà Street Fighter V e Rocket League, due giochi scelti non a caso vista la loro fama e la facilità di comprensione anche per chi non conosce di per sé gli esports. In palio, anche qui cifre da mettersi le mani nei capelli, intel mette 500mila dollari, 250mila per evento.
“Gli esports sfiorano le olimpiadi 2020”
Insomma gli esports non sono più un semplice fenomeno, sono una realtà che si sta affermando sempre più sulla scena mondiale, una realtà che crea un business proficuo con la possibilità di investimenti sostanziosi e opportunità di guadagno per le aziende investitrici e per gli aspiranti giocatori. Ma sono anche un fantastico sport, ci prendiamo la briga di chiamarlo sport ora, che da la possibilità a chiunque di diventare un professionista e per questo ci auguriamo di vederli nel medagliere ai giochi olimpici di Parigi del 2024.
“QUANDO L’UOMO COL WINCHESTER INCONTRA L’UOMO CON LA PISTOLA, L’UOMO CON LA PISTOLA E’ UN UOMO MORTO… A MENO CHE NON ABBIA UNA VOLCANIC!“
BANG! è un gioco di carte in stile Far West con sparatorie tra bande di fuorilegge e lo sceriffo con i suoi vice. La particolarità del gioco sta nel fatto che i ruoli (pescati a caso dai giocatori) sono in incognito, ovvero, l’unico ruolo scoperto è lo sceriffo mentre tutti gli altri sono anonimi, quindi è impossibile sapere chi è un vice o chi è un fuorilegge. Oltre allo sceriffo, ai vice e ai fuorilegge c’è un altro ruolo: il rinnegato, ruolo che gioca in maniera indipendente, pronto a pugnalare alle spalle il povero sceriffo.
COME FUNZIONA
La dinamica di gioco è abbastanza semplice, ogni giocatore ha il suo scopo:
Sceriffo: colui che rappresenta la legge nel far west che deve eliminare tutti i fuorilegge e il rinnegato per riportare l’ordine in città.
Fuorilegge: La banda dei simpatici fuorilegge vuole eliminare lo sceriffo a tutti i costi per prendere possesso della città.
Rinnegato: vuole essere il nuovo sceriffo, quindi il suo compito è di uccidere prima tutti i fuorilegge e i vicesceriffo in gioco, e poi uccidere in un duello 1vs1 lo sceriffo
Ovviamente ci sono delle condizioni ben precise per vincere a BANG!. Il rinnegato è il ruolo più difficile da svolgere perché le condizioni vincenti sono complicate, infatti se lo sceriffo muore prima che tutti gli altri personaggi siano morti lui perde e vincono i fuorilegge, praticamente devono rimanere in fondo al gioco solo il rinnegato e lo sceriffo, solo così, uccidendolo, il rinnegato può vincere, così come per i vice, se lo sceriffo muore loro perdono automaticamente.
All’inizio del gioco oltre alla scelta casuale del ruolo, (sceriffo, vice, fuorilegge, rinnegato), ci sarà la scelta di un personaggio da impersonare, ogni giocatore annuncia il suo personaggio con le relative abilità. Ogni personaggio ha un certo numero di pallottole sul lato della carta, ecco, quelle sono le vite con le quali ogni giocatore parte, e possono andare da un minimo di 3 ad un massimo di 5 (con le nuove espansioni), lo sceriffo parte sempre con una pallottola in più rispetto agli altri e comincia il gioco. Il Numero di pallottole non funge solo da segnalatore di punti vita ma indica anche il numero massimo di carte che si possono tenere in mano ad ogni turno, quindi se da 4 punti vita si scende a 3, perché ci è stato inflitto un danno, alla fine del turno saremo obbligati a scartare le carte in eccesso, dalla mano, fino ad arrivare ad averne 3. Tranquilli, le vite si possono recuperare bevendo un buonissima e rinfrescante birra.
Non una birra vera eh, è una carta del gioco la birra, ma se volete fate pure eh, nessuno lo vieta…
FASI DI GIOCO
1: Pescare 2 carte.
Pescare 2 carte in più a quelle che si hanno in mano (le carte in mano sono equivalenti alle pallottole del personaggio) dalla cima del mazzo.
2: Giocare carte.
Una volta pescate si possono mettere giù sul campo da gioco carte per equipaggiarsi o per eliminare avversari, ci sono solo 3 limiti:
Limite di carte BANG giocabili: 1
Non si possono tenere in campo più di una carta con lo stesso nome
Limite di carte arma: 1
Ci sono 2 tipi di carte;
Carte a bordo marrone, sono carte da giocare e da scartare subito dopo
Carte a bordo blu, si giocano posizionandole davanti a se, sono permanenti, ovvero, finché qualcuno non ce le fa scartare, ad esempio con “Cat Balou”, le possiamo tenere in campo. Le carte possono essere scartate anche quando si verificano condizioni speciali, come la dinamite.
Scartare le carte in eccesso, come detto prima il numero di carte consentite nella mano equivale al numero delle nostre vite.
Una volta finito il turno si passa e si procede in senso orario.
Una cosa particolare, ma anche molto innovativa, di BANG! è la distanza che c’è tra i vari giocatori, ovvero il numero di posti tra essi contando sia in senso orario che antiorario. La distanza è determinante per il gioco perché tutte le carte con il simbolo del mirino tengono conto di questa. Non puoi raggiungere bersagli più distanti di un posto a meno che tu non abbia un’arma che ti permette di farlo, altrimenti puoi raggiungere solo quelli accanto te con la Colt. 45 in dotazione per ogni personaggio. Ovviamente la distanza può essere variata, con un Mirino ad esempio vedo tutti i giocatori a distanza -1, mentre con il mustang gli altri giocatori mi vedono a distanza +1.
Quando un giocatore muore non viene più considerato nel conteggio della distanza.
Quando si perde l’ultimo punto vita, a meno che non si giochi subito una birra, si viene eliminati, e si mostra a tutti il ruolo con conseguente scarto di tutte le carte, sia quelle in mano sia quelle in gioco. Normalmente, una volta morto, il giocatore eliminato deve stare ad aspettare che inizi una nuova partita, ma non con la nuova espansione “Gold Rush”, infatti, oltre all’introduzione di nuove carte e di oggetti, Gold Rush permette di rimanere in gioco anche da morto diventando un giocatore ombra. Una volta diventati giocatori ombra i giocatori rimangono in gioco, seppur senza carte, e, una volta arrivato il proprio turno, pescano due carte giocando per la propria fazione, quindi se il giocatore morto era un fuorilegge proverà ad aiutare i fuori legge, stesso discorso per i vice ma con lo sceriffo. Le cose cambiano per il rinnegato perché, una volta morto e diventato rinnegato ombra, si schiera dalla parte dei giocatori vivi in minoranza cambiando fazione ad ogni turno in relazione al numero dei giocatori; quindi un turno può essere con lo sceriffo ma il turno dopo, perché è stato ucciso un fuorilegge, si schiera con i fuorilegge. Una volta finito il turno il giocatore ombra scarta le carte in gioco e quelle in mano.
Eliminando dei giocatori ci sono delle ricompense e delle penalità, infatti:
Se lo sceriffo elimina un suo vice, lo sceriffo deve scartare tutte le carte che ha in mano e in gioco.
Chi elimina un fuorilegge (anche un altro fuorilegge) può pescare tre carte extra dal mazzo.
CONDIZIONI DI FINE PARTITA
Lo sceriffo viene eliminato, se è rimasto in vita solo in rinnegato questo vince; altrimenti vincono i fuorilegge
I fuorilegge e il rinnegato vengono eliminati, la vittoria va allo sceriffo e ai suoi vice (anche se sono morti)
Le partite di BANG! normalmente non sono molto lunghe, inoltre le dinamiche di gioco sono di facile comprensione e veloci, quindi a fare più partite di seguito ci vuole poco, infatti noi ve lo consigliamo vivamente perché è gioco molto divertente e semplice. Ovviamente se vi capita, comprate le espansioni, perché aggiungono al gioco dinamiche in più, con l’introduzione di nuove carte e oggetti, rendendolo più interessante e avvincente.
Nel 1996, il mondo videoludico era in pieno fermento. Nintendo e SEGA si davano battaglia e tutti i videogiocatori del mondo assistevano affascinati a questa competizione che vedeva le rispettive mascotte dei due publisher, Mario e Sonic, tiranneggiare su tutto il mondo videoludico. In questi anni di grande produttività e sviluppo, SONY si preparava ad effettuare il suo ingresso nella game industry, e necessitava di una mascotte altrettanto carismatica e rappresentativa per poter sfidare i due colossi nipponici, che vantavano però molti più anni sulle spalle ed un legame oramai radicato con i videogiocatori di tutto il pianeta.
Chi altri sarebbe mai riuscito ad inserirsi in questo ambiente così elitario e selettivo, se non un Bandicoot irriverente e testardo?
Frutto dell’inventiva di Jason Rubin e Andy Gavin, fondatori della nota Naughty Dog, Crash Bandicoot vide la luce sulla prima, storica Playstation, conquistandosi un posto di diritto nella storia del videogioco. Il titolo nacque ispirandosi ai platform dell’era 16-bit come Donkey Kong Country, Mario e Sonic, con la differenza però che il protagonista si muoveva in un ambiente 3D, individuato dai due creator (a ragion veduta) come il futuro dei videogiochi. Ciò che subito fece presa sul pubblico fu innanzitutto Crash stesso: un Bandicoot scanzonato, cialtrone e confusionario ma dal cuore d’oro, nato come ideale parodia dei due volti di Nintendo e Sega (non a caso le scarpe di Crash sono rosse, come quelle del porcospino blu), pronto a tutto per salvare i suoi amici e la terra dal perfido Dottor Cortex e da tutti i vari antagonisti della saga.
Inoltre, l’ambientazione del titolo fu curata e definita fin dalle prime battute dello sviluppo del gioco: teatro delle avventure di Crash infatti sono le cosiddette N’Sane Islands, delle isole fittizie facenti parte di un misterioso arcipelago a largo dell’Australia, piene di maschere Tiki, rovine di civiltà indigene, spiagge cristalline e animali di tutti i tipi. Gavin e Rubin si concentrarono molto sull’aspetto artistico del titolo, dotandolo poi di una colonna sonora diventata leggendaria, grazie alla supervisione di Mark Mothersbaugh, membro dei DEVO, band new wave statunitense diventata particolarmente nota tra gli anni Settanta e Novanta, che riuscì a confezionare un’opera di pregevole fattura, che rifletteva magnificamente l’ambientazione australiana e il senso scanzonato e avventuroso del titolo.
IL SUCCESSO
Il gioco ebbe un enorme e (a tratti) inaspettato successo, frutto anche della furbizia degli sviluppatori: mentre Nintendo scriveva la storia con il leggendario e rivoluzionario Super Mario 64 e SEGA si apprestava a inseguire la strada tracciata dalla casa di Kyoto (con molto meno successo, ahimè), Naughty Dog creò un titolo “semplice”, che conquistò tutti coloro che non volevano cimentarsi nelle avventure dell’idraulico baffuto, meravigliose ed indimenticabili, ma basate su meccaniche così innovative da risultare, almeno inizialmente, stranianti. Crash invece faceva della immediatezza la sua forza più grande, a partire dal suo gameplay, frenetico e veloce: nessun vasto mondo da esplorare, ma un corridoio da percorrere in un’unica direzione, che non lasciava spazio ad un’esplorazione vasta ed approfondita ma preferiva dare più importanza all’azione pura, fatta di salti, capriole, fughe rocambolesche da enormi macigni e corse a bordo di improbabili animali, per giungere infine alla conclusione del livello.
La telecamera non era libera, ma fissa, e siccome seguiva praticamente sempre Crash inquadrandolo da dietro ed evidenziando le sue gloriose natiche, in fase di programmazione il titolo fu scherzosamente battezzato “Sonic’s ass game”. Le azioni che Crash poteva compiere erano figlie anch’esse della semplicità: la croce per saltare, quadrato per eseguire l’iconico “vortice”, che permette al marsupiale di attaccare gli avversari e distruggere le casse, e soprattutto tanta pazienza nel superare gli infidi ostacoli piazzati dagli sviluppatori. Crash infatti poteva subire pochi danni, e un solo errore costringeva il giocatore a tornare al precedente checkpoint, lasciando però libera scelta al player su quale santo “invocare” per sottolineare il proprio… disappunto.
Ad aiutare il povero marsupiale dalla pelle delicata però c’è Aku-Aku, una maschera Tiki benevola che concederà più resistenza al povero Crash e, se raccolta più volte di seguito, persino un’invincibilità temporanea; una vera manna dal cielo, soprattutto nei livelli più complessi, dove la crudeltà degli sviluppatori raggiunge picchi di notevole cattiveria.
CRASH BANDICOOT 2
Grazie al grande successo commerciale raggiunto (nonostante già all’epoca si sottolineasse come il gioco non avesse innovato granché per il genere platform), si aprirono le porte alla produzione di un seguito, intitolato Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back. Uscito dopo un anno dal precedente titolo, questo seguito riprendeva esattamente dove si era interrotto il primo capitolo, aggiungendo nuovo materiale alla formula già collaudata del primo episodio. Crash, stavolta aiutato anche dalla sorella Coco (che diventerà un personaggio sempre presente anche negli episodi successivi), deve confrontarsi ancora col temibile Cortex, per salvare la terra dal suo temibile piano di vendetta.
Iltitolo si presentava molto simile al primo episodio, ma con delle aggiunte significative che saranno replicate nel corso dei capitoli successivi: Crash adesso può contare su una scivolata, che gli permette di saltare più lontano e di passare sotto a determinati ostacoli, e di una elegantissima “panciata” che gli permette di rompere casse particolarmente resistenti.
Sulla scia del successo, Naughty Dog sviluppò un altro seguito, Crash Bandicoot 3: Warped, ed uno spin-off, ossia Crash Team Racing, dove i protagonisti della trilogia del marsupiale si sfidavano su macchine improbabili all’interno di tracciati tratti dai livelli dei giochi della serie principale, strizzando l’occhio al buon Mario Kart di casa Nintendo. Il terzo capitolo della serie segnò il punto più alto toccato dal nostro caro Bandicoot sotto l’egida di Naughty Dog; la formula oramai collaudata dei primi due capitoli veniva ulteriormente arricchita, con nuove mosse a disposizione di Crash, oggetti bonus, e mondi sempre più vari e colorati.
IL DECLINO DI CRASH
Purtroppo però, questo punto fu anche l’inizio del grande declino della saga. Naughty Dog infatti, desiderosa di dedicarsi ad altro, vendette il franchise ad Activision, la quale continuò a sfornare titoli, ma fin da subito i giocatori avvertirono che qualcosa non andava. I titoli all’apparenza erano simili, ma meno colorati, meno ispirati, pieni di problemi tecnici e di bug. Crash non riusciva più a divertire come un tempo, e cedeva il passo ai giganti che stavano avanzando. La transizione da esclusiva Playstation a gioco multipiattaforma non giovò alle vendite, sempre più basse, ed il franchise cominciò a scomparire dai radar.
Per la fine della sesta generazione delle console, Crash era praticamente morto, ridotto a giochi per mobile, e dato oramai per spacciato. Vani furono i tentativi di riportare in vita il marsupiale, con più sviluppatori e publisher che provarono e fallirono nel cercare di innovare la saga e di attirare nuova attenzione sul nostro povero Bandicoot. La concorrenza era titanica, con i vari platform che, nel corso della generazione Playstation 2/Xbox/Gamecube si erano affacciati sul mondo videoludico, conquistando pubblico e critica: se da una parte Mario e soci continuavano a comandare l’industria, i nuovi arrivati, come Spyro, Ratchet & Clank e Jak & Dexter (creati, guarda caso, proprio da Naughty Dog) avevano ottenuto un successo incredibile, diventando i veri nuovi protagonisti della scena Platform. Il nostro Crash invece si trovava nel dimenticatoio, oramai morente ed apparentemente abbandonato dai propri sviluppatori. Quando tutto però sembrava finito, arrivò la svolta.
LA SVOLTA DEL MARSUPIALE
All’E3 2016 infatti, viene annunciata da Activision e Vicarius Vision, la Crash Bandicoot: N-Sane Trilogy Remake, un’operazione di remake grafico della trilogia dei titoli dedicati a Crash, in uscita per le console e pc di nuova generazione; fu il delirio. Il pubblico, che mai aveva totalmente dimenticato il marsupiale dallo sguardo furbesco, espresse tutto il proprio amore per il ritorno del suo beniamino, che si presentava, ben 20 anni dopo il suo esordio, a tornare più in forma che mai.
Gli sviluppatori poterono usufruire degli hardware moderni per rendere più belli che mai i titoli che avevano donato notorietà alla saga e, di fatto, costituito un pezzo di storia della prima console Sony. Le N-Sane Islands non erano mai state così colorate, così particolareggiate, e l’operazione di remake costituì un successo commerciale non indifferente! Questo remake ebbe la fortuna di capitare in un’epoca in cui era esplosa la voglia, da parte dei videogiocatori, di cimentarsi in titoli più difficili rispetto agli standard moderni, diventati, in certi casi, troppo permissivi nei confronti dei videogiocatori e i titoli di Crash, con i suoi livelli “old-school” e la difficoltà tipica di un titolo di fine anni 90, erano ancora una volta, come nel 1996, al posto giusto al momento giusto. Visto il successo di questa operazione Activision pensò bene di rendere il remake disponibile per ogni piattaforma possibile, eseguendo successivamente la stessa operazione anche per l’amatissimo Crash Team Racing, incontrando anche in questo caso il favore del pubblico, ma insistenti cominciarono a diventare le voci che vedevano in arrivo un titolo totalmente nuovo per il franchise.
Incaricati di compiere questo deciso passo in avanti, i talentuosi Toys for Bob, già noti nel settore per l’ottimo remake della trilogia di Spyro. Dopo anni di voci e rumors, alla fine, il 2 ottobre 2020, un nuovo capitolo della serie principale era pronto, un’avventura totalmente nuova, sequel diretto dei primi 3 capitoli usciti a fine anni 90, con un titolo che era tutto un programma: Crash Bandicoot 4, It’s About Time.
IT’S ABOUT TIME
L’avventura di Crash e Coco ricomincia dopo gli eventi di Crash 3: Cortex, Uka-Uka e il Dr. Tropy sono rinchiusi ancora nella prigione temporale in cui erano stati rinchiusi alla fine del titolo del 98’; riusciti a fuggire, starà ancora a Crash, Coco e agli altri comprimari fermarli ancora una volta, raccogliendo le 4 maschere quantiche, per chiudere le crepe spazio-temporali create dai malvagi dottori e salvare non solo il mondo, ma le varie dimensioni che adesso, nel caos, collidono.
Crash 4 risulta essere, senza ombra di dubbio, il capitolo migliore dell’intero franchise, che riesce in maniera perfetta ad unire la nostalgia alla voglia di innovare, portando in maniera decisa il brand di Crash Bandicoot in una nuova dimensione, più moderna ma sempre legata alle sue radici di platform anni 90. Il gioco all’apparenza è strutturato come tutti gli altri titoli, con un occhio particolare a Crash 3: una serie di livelli lineari di difficoltà sempre maggiore, diversamente tematizzati a seconda del mondo in cui sono ambientati, dove il nostro eroe dovrà raccogliere gemme, spaccare casse e superare ingegnosi ostacoli. Ciò che cambia però, è proprio nella formula: nel gioco sono presenti, per la prima volta, livelli “secondari”, che presentano un gameplay dissimile da quello classico e pieno di sorprese, aggiungendo una varietà al titolo mai vista prima.
Ecco quindi comparire i “livelli flashback”, missioni gustosamente retrò in 2D estremamente complicate, oppure sezioni dove potremo impersonare personaggi totalmente inediti per il franchise, fra cui Tawna, la stessa Bandicoot che dovevamo salvare nel primo titolo, ma proveniente da un mondo parallelo e quindi ben lontana dalla stereotipata “damigella in difficoltà”, Dingodile, mutante incrocio tra un coccodrillo e un dingo, e lo stesso Neo Cortex! Ogni nuovo personaggio porta con sé un gameplay caratteristico notevolmente diverso rispetto ai fratelli Bandicoot, i quali a loro volta potranno contare su nuove mosse, oltre alle classiche già viste nei precedenti capitoli: potranno correre sui muri, scivolare su binari (in maniera molto similare a quanto visto nel franchise di Ratchet & Clank), e soprattutto beneficiare dei poteri delle nuove maschere quantiche, che permetteranno di rallentare il tempo, cambiare la gravità dei livelli, eseguire vortici così potenti da permettere ai Bandicoot di superare voragini immense e di far comparire intere piattaforme per superare i livelli.
MAI DIMENTICATO
Insomma, Toys for Bob ha regalato quantità e qualità a questo nuovo titolo, senza dimenticarci del sublime comparto artistico: ogni mondo esplorato sarà pieno di colori, luci, nemici distintivi, tutto realizzato a regola d’arte, regalando una N-sana soddisfazione per gli occhi, che diventa ancora più particolare nei livelli N-Vertiti, ovvero livelli già completati, ma adesso da affrontare al contrario, dalla fine all’inizio, e caratterizzati da particolari filtri grafici stupefacenti.
Insomma, Crash 4 è stato tutto ciò che i giocatori desideravano e molto, molto di più: Crash e la sua compagnia sono tornati, ed ora che ci affacciamo alla nuova generazione di Console, il futuro per i Bandicoot si presenta di nuovo come pieno di possibilità e di gloriose speranze, e se Activision sarà capace di coglierle, senza abbandonare questo franchise, così amato dall’ambiente videoludico, sarà un futuro roseo. Ad oggi, tutto ciò che possiamo fare è goderci il ritorno del nostro irriverente marsupiale, cercando di prendere tutte quelle dannate casse che per troppi anni sono diventate impossibili da raggiungere: Crash is Back!