Ecco il nuovo trailer per il reboot della serie classica di Riyoko Ikeda “Lady Oscar – Le rose di Versailles”!
Creata originariamente da Riyoko Ikeda, la serie storica Lady Oscar – Le rose di Versailles racconta la vita di Marie Antionette e Oscar François de Jarjayes in una storia di rivoluzione, amore, politica ed esplorazione della propria sessualità.
La serie classica è stata adattata in diversi formati da quando è uscita nel 1973 e presto riceverà un nuovo adattamento anime da parte dello studio MAPPA, che trasformerà la trama originale del manga in un lungometraggio.
Il nuovo trailer del film mostra quanto MAPPA sia decisa a rendere il reboot il più fedele possibile alla serie originale e ad avvicinarsi il più possibile al fascino retrò dell’opera di Ikeda pur modernizzando lo stile di animazione.
La storia di Lady Oscar si svolge in Francia prima e durante la Rivoluzione francese. La serie segue principalmente le numerose prove e tribolazioni di Maria Antonietta, ma non manca di mettere in luce il suo comprimario Oscar, generale e comandante militare.
Maria Antonietta è basata su una figura storica reale, al contrario di Oscar, ed è quest’ultimo che nel corso del manga funge da strumento per discutere questioni complicate riguardanti l’espressione di genere, l’identità e la sessualità, oltre a questioni politiche. Gran parte del dramma politico del manga deriva infatti dalle riflessioni personali di Oscar sulla Francia e sul modo in cui la nazione è governata.
La pellicola Barbie – firmata Greta Gerwig – ci mostra il lato nascosto e fragile della famosa icona dai capelli d’oro.
Numeri da record in soli due giorni per l’uscita al cinema di Barbie, il nuovo film di Greta Gerwig – uscito al cinema il 20 luglio in Italia – che riesce ad ottenere 22.3 milioni di dollari con le anteprime negli USA.
In questo film il cast stellare composto da Margot Robbie (Barbie stereotipo), Ryan Gosling (Ken stereotipo), America Ferrera (Gloria) e tanti altri, ci accompagna in una comica avventura alla ricerca dell’identità di Barbie nel mondo reale.
Tuttavia, oltre le stelle e il mondo perfetto dai colori pastello di Barbieland ideato dalla Gerwig c’è molto più di ciò che possiamo pensare.
Dopo un’esaustiva introduzione ispirata dal film di Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio, veniamo catapultati nel mondo rosa e utopico di Barbieland. Qui risiede una società matriarcale dove le donne sono tutte di successo, sicure di sè e ricoprono posizioni lavorative di grosso calibro. La realtà utopica della terra delle bambole subisce un cambiamento radicale quando la nostra protagonista viene colpita da pensieri intrusivi sulla sua mortalità.
La sua routine, una volta perfetta, viene stravolta, insieme al suo corpo, che inizia a cambiare, e che presenta sempre più imperfezioni. Dopo un incontro con Barbie stramba (Kate McKinnon) – una barbie emarginata – comprende che per curare il suo problema è costretta andare nel mondo reale.
Qui la nostra Barbie stereotipo, affronta tutte le difficoltà del mondo umano. Nel suo viaggio incontra i CEO della Mattel, che cercano di catturarla, e la sua proprietaria Gloria. La donna ha trasferito inavvertitamente le sue preoccupazioni sulla bambola durante una crisi d’identità.
Nel frattempo, Ken stereotipo, che si ritrova nel mondo reale insieme a barbie dopo essersi nascosto nella sua decappottabile, viene a conoscenza del patriarcato e per la prima volta sente di essere importante. Tornato a Barbieland inizia a convertire tutti i Ken al sistema patriarcale, prendendo il sopravvento sulle Barbie e sul loro mondo.
Una volta tornata a Barbieland, portando con sé Gloria e la figlia adolescente Sasha – che in primo luogo disprezzava le Barbie per aver incoraggiato uno standard di bellezza irrealistico – per convincere Ken a riportare tutto all’ordine iniziale.
Quando Ken per la prima volta snobba Barbie questa si rivolge a Barbie stramba per attuare un piano. Insieme alle altre Barbie, manipolano i Ken e mettendoli l’uno contro l’altra si riprendono lentamente il loro potere.
Per la prima volta, Barbie e Ken stereotipo si confrontano, ammettendo i propri fallimenti e Barbie spinge Ken ad acquisire una propria identità. La nostra Barbie stereotipo ora si ritrova senza uno scopo, e con l’aiuto del fantasma di Ruth Handler – co-fondatrice della Mattel – decide di diventare umana e tornare nel mondo reale, chiamandosi come l’originale ispirazione della bambola Barbara Handler.
La fragilità umana in una realtà perfettamente imperfetta
Dietro i colori pastello, il rosa shocking e l’apparente perfezione si nasconde molto più di ciò che pensiamo. Il film, scritto da Greta Gerwig e Noah Baumbach, è in realtà un’attenta visione della società odierna. Oltre il sottile strato di ironia e stereotipi si nasconde una forte critica verso la mascolinità tossica e l’inseguimento di canoni di bellezza impossibili.
La giovane Sasha, figlia di Gloria – la proprietaria della Barbie stereotipo – non manca infatti di criticare la bellissima bambola bionda per essere un modello sbagliato per le giovani donne, incoraggiando degli standard di bellezza impossibili e il consumismo superficiale. Barbie quindi, colpita da queste parole viene disillusa, essendo il suo scopo quello di aiutare le giovani donne a diventare forti e indipendenti.
Prendendo invece in esame Ken, la bambola dopo essersi abituato al modello patriarcale, cerca di nascondere la sua insicurezza e la sua fragilità, ammettendo però poi di sentirsi inutile e di non avere un’identità senza la propria Barbie, cosa che ha colpito tutti gli altri Ken e li ha portati a “sottomettere” le altre bambole. Così la nostra protagonista cerca in tutti i modi di incoraggiarlo a trovare una propria strada e un proprio scopo. Tuttavia, si renderà presto conto di essere lei stessa a non avere più uno scopo. Così, insieme a Ruth Handler, ci farà riflettere su quanto sia bello essere semplicemente esseri umani in una realtà perfettamente imperfetta.
La Disney torna al cinema con un coloratissimo remake live-action del classico del 1989 La Sirenetta, mostrandoci un’Ariel mai vista prima.
La Sirenetta di Rob Marshall è arrivata sullo schermo il 24 maggio di quest’anno tra i pareri discordanti dei fan della Disney che rivendicano la bellezza dei classici originali e quelli entusiasti delle novità portate dai live-action e dai nuovi progetti della multinazionale.
L’attrice Halle Bailey – conosciuta per il ruolo di Sky Forster nella serie Grown-ish e per la sua attività musicale nel duo Chloe x Halle – ha dato un’interpretazione speciale della famosa principessa, dando modo allo spettatore di conoscere un’Ariel mai vista prima, più coraggiosa, intraprendente e strategica.
Nel corso del film abbiamo inoltre modo di approfondire la storia del principe Eric, interpretato da Jonah Hauer-King. Dal ruolo di personaggio secondario a cui era relegato nel classico del 1989, Eric passa in primo piano ottenendo il ruolo di co-protagonista. Infatti, abbiamo avuto modo di scoprire nuovi dettagli sulla sua vita a corte, sulla famiglia e sulla sua personalità, messa quasi a paragone con quella della nostra sirenetta, avvicinandoli e rendendoli più simili a livello umano, esprimendo la voglia di libertà e di cambiamento nella loro vita.
Le aggiunte nella trama del live-action possono a primo impatto sembrare superflue, tuttavia, gli approfondimenti sulle storie individuali dei personaggi e sugli eventi – come la scena del naufragio della nave del principe e del salvataggio di Ariel – ci permettono di immergerci maggiormente all’interno della storia e di farci quasi diventare “parte del loro mondo.”
Il live-action tra pecche e piacevoli sorprese
Molti fan su internet hanno espresso il proprio disappunto riguardante la scelta del cast. Secondo alcuni, la scelta di Halle Bailey per il ruolo di Ariel non è propriamente la più azzeccata: la Disney è stata accusata di praticare blackwashing, – una pratica dell’industria cinematografica in cui un attore di origine africana ottiene il ruolo di un personaggio storicamente di un’altra etnia – che per alcuni rappresenta una forma di rivalsa per la comunità nera, spesso messa da parte in passato.
Personalmente, prima di vedere il film al cinema, anch’io mi sono ritrovata ad avere dei dubbi sulla scelta di alcuni attori (e doppiatori), eppure mi sono ritrovata piacevolmente sorpresa e non ho potuto fare a meno di emozionarmi davanti alla bravura della Bailey nella recitazione e nell’interpretazione dei brani composti da Alan Menken, soprattutto in Part of Your World.
Altri dubbi che mi erano sorti prima di vedere il risultato finale in sala erano quelli riguardanti l’uso della CGI per la costruzione dei personaggi Sebastian, il granchio consigliere di Tritone, e Flounder, il migliore amico di Ariel. Nonostante ciò, il live-action è una piacevolissima sorpresa a livello visivo, diventando una storia dai toni contemporanei, rivisitata nel segno dell’inclusione e della diversità, con l’aggiunta di un messaggio di stampo ecologista da parte di re Tritone – interpretato da Javier Bardem – che condanna l’uomo per aver influito negativamente sul destino dell’ambiente marino.
Il film, nonostante l’accoglienza con alcune controversie negative, è stato apprezzato particolarmente dai critici ma meno dal pubblico. Sul sito di recensioni Rotten Tomatoes il film ha il 67% di gradimento sulla base di 243 recensioni e un gradimento totale del 57% basato su più di 25.000 recensioni di utenti non registrati. L’audience verificata gli attribuisce invece il 95%.
Dopo aver incontrato Papa Francesco, Martin Scorsese annuncia un nuovo film su Gesù. Il progetto è attualmente senza titolo.
Come riportato da Variety, Martin Scorsese ha rivelato di essere a lavoro per la realizzazione di un nuovo film su Gesù durante una conferenza organizzata dalla testata Gesuiti “La Civiltà cattolica”, e l’Università di Georgetown. Quest’ultima é avvenuta poco dopo il suo incontro con il Papa.
Le parole del regista statunitense sono state le seguenti:
Ho risposto all’appello del Papa agli artisti nell’unico modo che conosco: immaginando e scrivendo una sceneggiatura per un film su Gesù, e sto per iniziare a realizzarlo.
Thank you to Martin #Scorsese for accepting the invitation to join us of La Civiltà Cattolica and Georgetown University – along with his wife and daughter – in the meeting of 40 poets and writers from different Countries with #PopeFrancesco, who said among other things, "This is… pic.twitter.com/yG6bEyo2Wq
Il twit di Antonio Spadaro – direttore de “La Civiltà Cattolica” – riguardo la presenza del regista Martin Scorsese all’incontro con Papa Francesco
Non é stato detto molto altro sul film durante la conferenza “The Global Aesthetics of the Catholic Imagination”, anche se il film ancora senza titolo potrebbe essere il prossimo progetto di Scorsese dopo l’acclamato Killers of the Flower Moon.
Scorsese ha inoltre espresso il suo amore per l’opera di Pier Paolo Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo, e sul proprio film L’ultima tentazione di Cristo, rilasciato nel 1988 con protagonista Willem Dafoe come Gesù Cristo.
Il film é stato accolto da diverse polemiche. Gruppi di cristiani hanno tentato di boicottarlo e organizzare proteste, mentre lo stesso Scorsese ha ricevuto minacce di morte. Il film ha scatenato la rabbia dei cristiani conservatori, in gran parte a causa della rappresentazione di Cristo come uomo diviso tra Dio e i desideri terreni.