Ecco due possibili candidati per i ruoli di Piton e Silente nella serie HBO di Harry Potter in uscita nel 2026.
La serie di prossima uscita della HBO su Harry Potter sembra aver messo gli occhi su Paapa Essiedu, attore di Black Mirror e I May Destroy You, per interpretare il ruolo di Severus Piton, oltre che su un possibile interprete di Silente.
Essiedu ha avuto un ruolo da protagonista nel dramma britannico del 2020 I May Destroy You. Per la sua interpretazione, è stato candidato sia agli Emmy che ai BAFTA. Secondo quanto riportato da THR, all’attore britannico sarebbe stata offerta la parte, anche se al momento non si sa se siano iniziate le trattative.
Attualmente, non è ancora stato assegnato alcun ruolo per la serie (che uscirà su Max nel 2026) ma, stando a quanto riportato di recente, la Warner Bros. sarebbe interessata ad affidare all’attore e commediografo britannico Mark Rylance il ruolo di Albus Silente.
Ancora non ci sono novità su chi potrebbe interpretare Harry, Ron e Hermione, ma a settembre i fan hanno notato un bando di casting aperto della serie per “bambini di età compresa tra i 9 e gli 11 anni nel mese di aprile 2025”.
Sappiamo che i produttori di Succession, Francesca Gardiner e Mark Mylod, si occuperanno della serie in qualità di regista e sceneggiatore. Sappiamo anche e che la star di Harry Potter Danielle Radcliffe ha dichiarato che un suo cameo è improbabile.
Recensione di The Penguin, la nuova serie dell’universo di The Batman, con protagonista Colin Farrell nei panni del celebre villain di Batman
Ero molto curioso di questa serie, soprattutto perché dopo il successo di The Batman, mai avevo pensato a un universo a sé dato l’annuncio del nuovo universo di James Gunn, Quella che mi sono trovato davanti è una serie che mi ha fatto impazzire, da fan, a livelli davvero raramente raggiunti.
La serie comincia dalle vicende di The Batman e si collega subito a quell’arco narrativo i cui personaggi avevano già comparsa nel film di Reeves. Le atmosfere si ripropongono subito, ma presto il cambio di budget si fa sentire. Nessun problema. Introducono così nuovi personaggi che fanno sentire tutto più domestico, più urbano e meno spettacolare come nel film con Pattinson.
Sofia Falcone e Victor diventano quasi da subito dei comprimari perfetti, che rappresentano in questa serie gli antipodi nel mezzo dei quali Oswald si posiziona: meno crudele della spietata Sofia, più criminale del povero Victor, meno disturbato della squilibrata Sofia, più pazzo dell’ingenuo Victor. E in questo non posso che fare i complimenti a Colin Farrell, Cristin Milioti e Rhenzy Feliz.
In generale in lato tecnico non è mai stato di bassa qualità, soprattutto la regia in numerosi frangenti mi è parsa molto ispirata, forse solo la colonna sonora non ho ricordo sia mai stata così tanto incisiva. Ma il grande pregio di questa serie è senza dubbio la scrittura. Otto puntate una più bella dell’altra, capaci di raccontare una storia di criminalità interessante senza mai annoiare, sviluppando dei personaggi incredibili, dando loro spazio e approfondendone le psicologie, in un intreccio di storie che culminano in un episodio finale davvero sorprendente.
Il tempo giusto per raccontare il passato di tutti e tre i personaggi fondamentali, in ognuno di essi attribuendo delle caratteristiche che si portano dietro nel loro presente, bisogni e desideri che li spingono ad agire in determinati modi. La storia che hanno creato e soprattutto il modo in cui l’hanno raccontata, riuscendo a riempire in modo intelligente e fico tutte le puntate, l’hanno resa per me la miglior serie dell’anno finora.
Unici elementi che mi fanno dire “cavolo se fosse stata così sarebbe stata perfetta” sono un pizzico di follia fumettistica. Insomma il misto di Pattinson tra il Batman iper reale di Nolan e il molto cartoonesco di Burton. Credo però che sia stata una decisione con un senso lasciare il realismo. Altra domanda che mi sono posto è, ma Batman, in tutto questo, che fa?
Sono molto contento del successo del progetto e non vedo l’ora intanto di una seconda stagione, di vedere un Pinguino più evoluto in The Batman 2 dove sembra confermato, e tifo per questa serie ai prossimi Emmy, soprattutto per Colin Farrell.
In conclusione, una serie davvero strabiliante, capace di raccontare tre personaggi incredibili le cui storie si intrecciano alla perfezione e che rappresentano uno lo specchio dell’altro. The Penguin riesce a farti immergere nelle vicende di criminalità grazie a una regia ispirata e una scrittura che si dà il giusto tempo di narrare il passato dei suoi personaggi, creando colpi di scena notevoli.
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Per informazioni ufficiali qui il sito di Warner Bors.
Ecco tutto quello che sappiamo della seconda stagione S2 di “Smiling Friends”, la surreale serie animata di Adult Swim!
La serie tv Smiling Friends si è ritagliata una nicchia particolare nel mondo dell’animazione per adulti, racimolando velocemente una cospicua fanbase che attendeva con impazienza questo annuncio.
La prima stagione di Smiling Friends, una serie di Adult Swim, introduce una piccola società (la Smiling Friends Inc.) la cui missione principale è quella di portare felicità ai propri clienti, a prescindere da quanto sia bizzarra la loro richiesta.
Il fascino di Smiling Friends non risiede solo nel suo umorismo, ma si estende anche alla sua capacità di intrecciare momenti di commozione all’interno di narrazioni caotiche e assurde.
A contraddistinguere Smiling Friends sono il design dei suoi personaggi e la sua narrazione surreale. La serie fonde senza soluzione di continuità diversi stili di animazione, che vanno da scarabocchi semplicistici a forme più dettagliate e tradizionali, creando un’esperienza visivamente coinvolgente.
Anche se prevista per il 2024, la S2 di Smiling Friends non ha ancora una data di uscita. Quel che per ora è certo è che la nuova stagione continuerà la tradizione dello show di mescolare stili di animazione, tra cui 2D, 3D, stop motion e live-action.
Un’altra certezza che abbiamo al momento è che è previsto il ritorno dell’amato Mr. Frog, conosciuto anche come Ulysses Walter Frog (Michael Cusack).
La serie dedicata alle avventure della più improbabile ciurma di pirati, “Our Flag Means Death”, è stata cancellata senza una terza stagione.
Max (il nuovo HBO Max) ha annunciato che Our Flag Means Death, la divertente e romantica commedia piratesca con Rhys Darby e Taika Waititi, è stata cancellata. La prima stagione della serie ha debuttato sulla piattaforma streaming nel marzo 2022, seguita da una seconda stagione nell’ottobre 2023.
Tuttavia, c’era già la sensazione che la commedia potesse essere a rischio nell’attuale ambiente di Max, in qualità di show amato ma troppo “piccolo” per l’era attuale di contratti televisivi. La produzione della S2 si era spostata in Nuova Zelanda per ridurne i costi, e il numero degli episodi era sceso da 10 a 8 rispetto alla prima.
Nonostante questo, la seconda stagione rimane un gioiello. Come ha raccontato Sarah Catherall dal set, la S2 ha permesso alla serie di far conoscere meglio il suo eterogeneo gruppo di personaggi, di mostrare le splendide location neozelandesi e di portare a una felice conclusione alcune delle storie d’amore più avvincenti della televisione.
“C’è uno stile di vita per cui stanno combattendo”, ha detto David Jenkins a Vanity Fair a proposito del finale di stagione (ora finale di serie). “Si tratta di appartenere a qualcosa”. Jenkins ha creato la serie e ha ricoperto il ruolo di produttore esecutivo e showrunner, oltre a dirigere diversi episodi.
In un toccante post su instagram, Jenkins ha espresso gratitudine al pubblico, affermando che a rendere possibile la seconda stagione è stato “l’entusiasmo di una delle comunità di fan più belle nella storia di questo medium. […] Condividere questa serie con voi e vederla diventare vostra è stato un sogno diventato realtà.”
“Sono molto dispiaciuto di non poter più mettere piede a bordo della Revenge con i miei amici, alcuni dei quali sono diventati praticamente una famiglia. Ma non potrei essere più grato di aver avuto la possibilità di capitanare quella maledetta nave.”
In un comunicato di Max si legge: “Siamo molto orgogliosi delle storie gioiose, esilaranti e sentite che il creatore David Jenkins, Taika Waititi, Rhys Darby, Garrett Basch, Dan Halsted, Adam Stein, Antoine Douaihy e tutto il superbo cast e la troupe hanno portato in vita […] Ringraziamo anche i fan che hanno accolto queste storie e hanno costruito una comunità splendida e inclusiva intorno alla serie”.
La serie è liberamente ispirata alle reali avventure del pirata del XVIII secolo Stede Bonnet, interpretato da Darby. Nel corso di due stagioni, Stede e Barbanera (Taika Waititi) si sono innamorati, separati e ritrovati.
Il tutto insieme alla meravigliosa ciurma interpretata da Samson Kayo (Oluwande), Vico Ortiz (Jim), Ewen Bremner (Buttons), Joel Fry (Frenchie), Matthew Maher (Black Pete), Kristian Nairn (Wee John), Con O’Neill (Izzy), David Fane (Fang), Samba Schutte (Roach), Nat Faxon (The Swede) e Nathan Foad (Lucius).
In un’intervista rilasciata in occasione del finale della seconda stagione, Jenkins ha illustrato i suoi piani per una potenziale terza stagione dello show, che secondo lui avrebbe dovuto essere l’ultima. “Penso che il mondo dello show sia grande e che, se la terza stagione avrà successo, potremmo espanderlo in un’altra direzione. Ma credo che la storia di Stede e Ed sia una storia da tre stagioni”.
La seconda stagione non si è conclusa in sospeso, per così dire. Stede e Barbanera hanno iniziato una nuova vita come proprietari di una locanda su un’isola caraibica, mentre la Revenge salpa verso nuove avventure con (quasi) tutti i membri della ciurma originaria, con l’aggiunta di Zheng (Ruibo Qian), “Auntie” (Anapela Polataivao), Archie (Madeleine Sami) e Spanish Jackie (Leslie Jones).
Concluderò come Jenkins ha concluso il suo post: “Our Flag Means Us. Loving one another, pulling off some pretty weird and beautiful shit, and talking it through… as a crew.”
Ecco i nuovi membri del cast (e relativi personaggi) che vedremo nella stagione 2 di “House of the Dragon”!
House of the Dragon ha scritturato cinque nuovi attori per la seconda (2) stagione, ampliando così il cast della serie. La prossima stagione del prequel di Game of Thrones vedrà l’inizio della Danza dei Draghi, una guerra civile destinata a gettare Westeros nello scompiglio.
“EW” ha confermato l’aggiunta di cinque nuovi membri del cast nella stagione 2 di House of the Dragon, insieme all’annuncio di Tom Taylor nel ruolo di Cregan Stark. Di seguito l’elenco delle nuove aggiunte.
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Tom Taylor sarà Cregan Stark
Il Lord di Grande Inverno e Protettore del Nord.
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Tom Bennett sarà Ulf
Con tutta probabilità, si tratta Ulf il Bianco, anche noto come “Ulf il Beone”, un seme di drago con i capelli candidi e la passione per le bevute.
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Kieran Bew sarà Hugh
Si tratta con ogni probabilità di Hugh Martello, anche detto “Hugh il Duro”. Ѐ un seme di drago, figlio (illegittimo) di un fabbro ferraio di Roccia del Drago.
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Jamie Kenna sarà Ser Alfred Broome
Un cavaliere che fa parte della guardia di Roccia del Drago, nella fazione dei Neri.
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Clinton Liberty sarà Addam di Hull
Ѐ un seme di drago, un bastardo fratello di Alynn di Hull.
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Vincent Regan sarà Ser Rickard Thorne
Un cavaliere della Casa Thorne che serve nella Guardia Reale, nella fazione dei Verdi.
Molti dei personaggi annunciati potrebbero ritrovarsi a cavalcare draghi durante la guerra, in particolare Hugh e Ulf, presenti nel libro Fuoco e sangue di George R.R. Martin.
La prima stagione di House of the Dragon si è conclusa dopo che il figlio di Rhaenyra Targaryen, Lucerys Velaryon, è stato divorato da Vhagar, il drago di Aemond Targaryen. La vicenda sembra spingere la regina a entrare in guerra, lasciando intendere che tutti i nuovi personaggi introdotti faranno parte del sanguinoso conflitto in arrivo.
Il futuro della Casa dei Targaryen è segnato da grandi battaglie, e la guerra di Rhaenyra con Alicent Hightower non potrà che inasprirsi da questo momento in poi. Resta da vedere quanti dei nuovi personaggi diventeranno figure memorabili all’interno del conflitto e quanti ci lasceranno presto.
La nuova stagione di House of the Dragon conterà otto episodi e verrà trasmessa in anteprima dalla HBO nell’estate 2024.
Sembra che la produzione del terzo (3) capitolo di “The Last of Us” sia in corso, e che Ellie continuerà ad avere un ruolo chiave nella serie!
È dall’uscita della Parte 2 che si vocifera che The Last of Us Parte 3 sia in fase di sviluppo. Queste voci si sono intensificate quest’anno con il successo dell’adattamento televisivo della serie da parte della HBO.
Non è stato ancora annunciato nulla di concreto, ma un nuovo rumor sostiene che lo sviluppatore Naughty Dog inizierà le riprese in motion capture nel corso dell’anno e che Ellie continuerà a svolgere un ruolo di rilievo.
Quest’ultima notizia non sorprende più di tanto, vista la sua importanza per la serie, ma la prima potrebbe significare che il gioco sia più vicino di quanto si pensi.
Questa fuga di notizie proviene da @ViewerAnon su Twitter, che ha ripetutamente affermato che The Last of Us Part 3 è attualmente in fase di sviluppo.
In una serie di tweet dell’utente dedicati all’argomento, si legge innanzitutto che “Ellie è importante in The Last of Us Part III almeno quanto lo era nella Parte II“.
Le riprese stanno per cominciare?
Le cose si fanno un po’ più interessanti più avanti nel thread. Qui, @ViewerAnon afferma che “Quest’anno si svolgeranno importanti riprese”. Non è del tutto chiaro cosa intenda, ma un altro utente chiede se si tratti di motion capture. L’utente risponde: “In qualsiasi modo lo si definisca, stanno girando con le telecamere e anche registrando l’audio”.
Naturalmente, tutto questo deve essere preso con le pinze. Anche se la Naughty Dog stesse davvero lavorando a The Last of Us Parte 3, sarà impossibile saperlo con certezza fino a quando non annunceranno qualcosa. Vero è che avrebbe senso iniziarne uno nuovo proprio ora, dato che The Last of Us è estremamente popolare dopo lo show della HBO
Per ora, la cosa migliore da fare è seguire lo show o acquistare i primi due giochi per PlayStation o PC.
Sembra confermato che la stagione 2 di “House of the Dragon” avrà due episodi in meno della prima, e forse è una buona cosa.
Anche se la produzione della stagione 2 di House of the Dragon deve ancora iniziare, HBO sta già discutendo di dare il via libera alla serie per la stagione 3.
Basata sul libro Fuoco e sangue di George R. R. Martin, la serie racconta la storia della guerra civile Targaryen conosciuta come la Danza dei Draghi, la quale avviene molto prima degli eventi del Trono di Spade.
Il successo record della premiere della serie prequel ha portato HBO a dare il via libera ad una stagione 2 poco dopo il debutto della serie.
Secondo quanto riportato da “Deadline”, la stagione 2 di House of the Dragon conterà 8 episodi invece di 10. La scelta sembra derivare dai piani della HBO di sviluppare piani a lungo termine per la serie, invece di lavorarci una stagione alla volta.
Parte di questo piano sarebbe delineare e potenzialmente dare il via libera anche ad una stagione 3, tenendo a mente addirittura una possibile stagione 4.
Anche se la stagione sarà più breve, potrebbe essere una scelta saggia da parte della HBO, che si riserva così la possibilità di sviluppare una storia coesa con un finale degno di questo nome. Dopo il controverso finale del Trono di Spade, sembra plausibile che il team creativo dietro HotD non voglia lasciare nulla al caso.
Il fatto di non dover sottostare ad un numero fisso di episodi potrebbe permettergli di incanalare la storia in una direzione appropriata. Dopo tutti i salti temporali della prima stagione, i nuovi episodi potranno concentrarsi di più sugli eventi che porteranno alla battaglia chiave, che è stata posposta alla stagione 3.
La violenta Danza dei Draghi ha già iniziato a consumare Westeros, e le cose possono solo andare peggio per il regno nella prossima stagione.
La serie prequel “Dune: The Sisterhood” sta attraversando ulteriori cambiamenti, che non dovrebbero influenzare il film di Villeneuve!
La serie prequel di Dune della HBO Max, Dune: The Sisterhood ha subito un altro cambiamento interno, perdendo sia un regista che una delle sue star.
“Deadline” ne ha dato la notizia oggi. La star Shirley Henderson, che avrebbe dovuto interpretare Tula Harkonnen, e Johan Renck, che avrebbe dovuto dirigere i primi due episodi, hanno entrambi abbandonato la serie che, a quanto pare, sta subendo “cambiamenti creativi”.
“Mentre Dune: The Sisterhood è entrato in una pausa pre-programmata, sono stati apportati alcuni cambiamenti creativi alla produzione al fine di creare la migliore serie possibile e rimanere fedeli al materiale di partenza”, ha dichiarato un portavoce di HBO Max in un comunicato.
“Johan Renck ha terminato il suo lavoro sulla serie e verrà assunto un nuovo regista; di comune accordo, Johan passerà ad altri progetti. Inoltre, Shirley Henderson lascerà la serie e non interpreterà più Tula Harkonnen”.
È solo l’ultimo dei cambiamenti importanti che la serie Dune: The Sisterhood ha attraversato da quando è stata annunciata per la prima volta nel 2019. Il co-showrunner Jon Spaihts ha lasciato il ruolo nel 2021 ed è stato sostituito da Diane Ademu-John, che si è dimessa lo scorso novembre. La scrittrice per la TV veterana Alison Schapker, nota soprattutto per il suo lavoro su Lost, rimane ora l’unica showrunner.
Villeneuve, che originariamente avrebbe dovuto dirigere la première, ha lasciato questo ruolo alcuni mesi dopo l’annuncio, anche se è ancora legato al progetto come produttore esecutivo.
Secondo quanto riportato da “Deadline”, l'”approccio autoriale” di Renck si scontrava con la visione della HBO Max per la serie e si allontanava dal look dei film di Villeneuve. Questo non influenzerà l’uscita di Dune: Parte Due di Villeneuve, il cui debutto nelle sale è previsto per il 3 novembre.
Dune: The Sisterhood è basato sul libro di Frank Herbert del 1965 ed è ambientato 10.000 anni prima degli eventi del film del 2021. Segue le Sorelle Harkonnen (Emily Watson e Shirley Henderson) mentre combattono le forze che minacciano l’umanità e fondano la mitica organizzazione Bene Gesserit.
Recensione dell Ep.03 della St.1 della nuova serie HBOmax The Last of Us, ispirata all’omonima saga di videogiochi
Questa terza puntata è a dir poco strabiliante! Premessa doverosa, ho giocato il primo videogioco ma non mi ricordo quasi nulla, perciò parlerò praticamente da utente che non conosce The Last of Us. In pratica, non ho idea di chi sia Bill. Non so se è importante ai fini della storia o se non lo rivedremo mai più, ma posso dire che per ora è il mio personaggio preferito della serie.
Certo, siamo ancora alla terza puntata della prima stagione, quindi è ancora un po’ presto, devono ancora sviluppare bene Joel e Ellie, ma per ora ho visto una scrittura molto attenta per questo personaggio. Una terza puntata diversa dalle precedenti: se la prima è stata principalmente di narrazione e la seconda più di action scenes, questa terza si concede una pausa dalla trama principale e va a sviluppare una linea secondaria praticamente in toto. Dal momento in cui Bill inizia a vivere isolato, a quando si incontra con Frank a quando poi muore, tutto in una puntata.
Da un punto di vista prettamente narrativo, di sceneggiatura, di scrittura, questa puntata è assolutamente perfetta. Perfetta dal punto di vista della profondità dei personaggi, dell’evoluzione che quest’ultimi compiono, dell’emotività che trasmettono e anche del modo in cui affrontano le tematiche che si propongono di trattare. Una storia d’amore commovente, romantica e piena di pathos, e che in modo molto sottile racconta anche uno spaccato del mondo di The Last of Us.
A primo impatto, infatti, può sembrare una bella storia che non c’entra poi così tanto con quello che si sta raccontando nel main plot, quasi una puntata spin off su personaggi che non rivedremo più e che non avevamo mai visto prima. Ed invece è molto utile all’economia della storia principale in quanto racconta quello che è successo alle persona in questi 20 anni. Le vite sono andate avanti, e i sopravvissuti, dopo il disastro, in qualche modo dovevano continuare a condurre una vita molto diversa da quella che avevano prima.
Ma non ci dimentichiamo anche la linea di Joel ed Ellie, anche quella molto interessante. Si inizia a vedere come si costruisce il loro rapporto, che fino ad ora era “ostacolato” dalla presenza di Tess. La sua uscita di scena è anche un pretesto molto efficace per far interagire i due personaggi principali. Ora si sono in pratica gettate le basi per poi quello che dovrà essere tutto ciò che ci dobbiamo aspettare dalle prossime puntate, a partire dall’abbigliamento.
In conclusione, questa puntata è assolutamente promossa, e probabilmente da insegnare nelle scuole di sceneggiatura per le serie tv. Ora attendo settimana prossima con molta trepidazione e molta curiosità perché ogni puntata migliora e si prospetta una prima stagione di altissimo livello. CI vediamo quindi alla prossima recensione di The Last of Us.
Vi ricordo che tutti i lunedì siamo in live per parlare più approfonditamente delle puntate, ed di seguirci su tutti i nostri social.
Qui il sito ufficiale di HBO per informazioni più ufficiose.
Recensione dell Ep.01 della St.1 della nuova serie HBOmax The Last of Us, ispirata all’omonima saga di videogiochi
Premessa doverosa: ho giocato, ormai molti anni fa, soltanto al primo capitolo della saga di The Last of Us, quindi ho solo dei piccoli ricordi generali sul videogioco, ma credo anche che questa serie si possa vedere tranquillamente anche senza aver giocato ai videogiochi.
Detto ciò, posso ritenermi pienamente soddisfatto di questa prima puntata, un episodio molto efficace come primo di nove. Non avevo assolutamente nessun tipo di alte aspettative, solamente una genuina curiosità sul fatto che è una trasposizione videoludica di un videogioco molto rinomato e il cui primo capitolo ho anche apprezzato. Ma se la serie fosse stata una ciofeca come gran parte dei prodotti che tentano di riportare ai media cinematografico o seriale nel medium videoludico, non mi avrebbe fatto né caldo né freddo. Anche se avevo buoni presentimenti dopo la visione dei trailer che mi hanno tutti convinto.
Come mi ha convinto appunto questa prima puntata, una puntata di una durata forse troppo eccessiva (77 min, mentre alcune saranno anche di 42 min), ma che comunque si prende il giusto tempo per introdurre i personaggi e soprattutto il contesto in cui si verificano le vicende principali. Gli USA devastati da 20 anni di pandemia e guerra civile si sentono molto presenti grazie alla scenografica minuziosamente curata e ai costumi/trucco. Inoltre posso sentirmi soddisfatto anche dell’ottima resa dei Clicker.
Il cast secondo me è molto azzeccato. Pedro Pascal si riconferma per me un attore strabiliante, al di là della interpretazione di Joel, di cui posso dire solo che mi sembra coerente, ma non sono sicuro. Lo stesso vale per Bella Ramsey come Ellie, che ho trovato molto intrigante. La Sarah Miller mi è sembrata perfetta, grazie anche alle inquadrature di Craig Mazin, sempre molto strette, che non lasciano respiro allo spettatore, che lo fanno sentire col fiato sul collo perché qualcosa sta per accadere, qualcosa che è preannunciato nei primi minuti di questa puntata. Esordio per quanto mi riguarda molto efficace, nato dalla penna di quel mostro di Neil Druckman, per ora pienamente sul pezzo.
La storia per ora è molto intrigante e mi pare anche piuttosto fedele al videogioco, anche se di qualche dettaglio non avevo memoria, ma magari mi ricordo male io. I personaggi si muovono in modo molto omogeneo e i dialoghi sono molto azzeccati per i tipi di caratteri che ritroviamo. Le scene di panico stradale o in generale quelle che hanno molte comparse sono dirette magistralmente e ho apprezzato tantissimo la scena nel pick-up, molto fedele al videogioco. Si respira ampiamente la guerra civile, mentre il problema dell’infezione sembra un po’ il covid di adesso, che ancora c’è ma a nessuno sembra importi più.
In conclusione, un primo episodio molto convincente, che riesce a riportare in quel mondo anche chi ci ha vissuto di sfuggita, e sono sicuro che riesce a stregare anche chi non ne sa nulla della saga Naughty Dog con personaggi e vicende interessanti. Sono molto curioso di vedere come andrà avanti e spero che il livello della qualità rimanga questo. In ogni caso ne riparleremo nella prossima recensione della serie di The Last of Us
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