SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE [Recensione]

spider man

Recensione di “Spider-man: Across the Spider-Verse” il nuovo film di Sony, secondo capitolo dello Spider-man di Miles Morales

Il nuovo film della Sony in collaborazione con Marvel è una vera e propria bomba! Dopo il grande successo mediatico del precedente film, per questo secondo hanno aumentato ancora di più la qualità su tutti i fronti. L’animazione è allucinante, sfiora vette mai raggiunte, la sceneggiatura è davvero impeccabile, la regia spettacolare e la colonna sonora perfettamente riuscita.

Ho trovato molto intelligente la scelta di iniziare il film con scene che ci catapultano subito nella storia di Spiderwoman, di cui ci vengono riassunti gli eventi salienti. Mettere in scena con grafiche e animazioni diverse il background di uno dei comprimari più importanti della film ha permesso di empatizzare molto col personaggio do Gwen, che personalmente trovo il più riuscito, e a cui mi sono affezionato di più.

Trova molto spazio all’interno della pellicola anche il “worldbuilding” di cui ho apprezzato tantissimo la cura per i dettagli. Ci viene chiarito, anche se con un solito spiegone, come funziona il multiverso, le sue regole e le sue potenzialità, altro che MCU. Inoltre ovviamente il maggior minutaggio ce lo ha Miles, il protagonista di questa storia, che nonostante i molti personaggi secondari che gli fanno da cornice e che vengono presentati durante il film, non perde mai il ruolo di main character.

Per leggere articoli simili, clicca qui.

Miles compie un arco evolutivo davvero interessante, a tratti il solito viaggio dell’eroe ma in realtà nasconde un pathos molto azzeccato. Il suo rapporto con la famiglia e con la maschera nasconde in realtà i problemi della vita di ogni adolescente, che non riesce a tirare fuori e a mostrare quello che è. Inoltre ciò che lo rende davvero interessante è l’estrema umanità che dimostra anche quando viene mostrato come è palesemente nel torto ma decide di andare contro al destino e andare oltre alle regole impostegli.

Qui mi collego alla questione villain, in questo film quasi controversa. Inizialmente sembra essere La Macchia, poi diventa Miguel (Spiderman 2099) e infine troviamo il Miles di terra 42, Prowler. Trovo funzionale questa divisione di antagonisti per capire la complessità della storia in cui vengono trattati temi diversi con personaggi diversi. Il character design e il background che preferisco sono tra i tre quelle di Spiderman 2099.

Per quanto riguarda gli altri Spiderman trovo Spider Punk molto centrato, puntuale e divertente. Scelta molto giusta non soffermarsi su troppi Spiderman ma su un piccolo gruppo e caratterizzarlo al punto giusto da non renderli protagonisti ma un minimo tridimensionali.

Spider Man Across the Spider Verse Nuovo trailer rivelato
Spider Man Across the Spider Verse

In conclusione, il film è uno dei picchi massimi sia nell’animazione che nel genere cinecomic. Una storia che coinvolge un ventaglio ampio di personaggi senza dimenticarsi di un protagonista con cui è impossibile non empatizzare. Animazione spettacolare di uno dei migliori film su Spiderman, connubio tra un sequel migliore del precedente e un film di supereroi maturo ma anche molto divertente.

[penci_review]

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social e che siamo in live su Youtube tutti lunedì sera per parlare delle notizie a tema film e serie TV.

Per informazioni ufficiali qui il sito della Sony.

GUARDIANI DELLA GALASSIA VOL. 3 – [Recensione]

gog

Recensione di “Guardiani della Galassia vo. 3”, il nuovo film della Marvel diretto da James Gunn che chiude la trilogia

Avevo molte aspettative per il nuovo film della Marvel diretto da James Gunn. Per prima cosa c’erano stati dei litigi all’interno di Disney che avevano portato Gunn ad allontanarsi dalla Marvel e addirittura a passare alla DC dove ha diretto The Suicide Squad e Peacemaker, e quindi tra il secondo e il terzo capitolo sono passati 6 anni, un periodo considerevole per rifinire al meglio la pellicola.

Inoltre è inutile negare la paura che un ultimo capitolo potesse rovinare un franchise così apprezzato e ben riuscito come quello de I Guardiani della Galassia. Invece James Gunn riesce in un solo film a fare quello che è riuscito a fare nei due precedenti, e quindi a raccontare questi personaggi in modo assolutamente egregio e efficace.

Un film splendido, sotto tutti i punti di vista, che riesce inevitabilmente a fine pellicola a lasciare un vuoto nello spettatore di una potenza indescrivibile, perché ancora una volta questi personaggi, questa squadra entra nel sangue e ti fa sentire parte di un’avventura a cui tutti vorremmo partecipare.

Il film è un terzo capitolo che riesce a prendere in considerazione tutti i personaggi, mettendo in scena i loro difetti, le loro debolezze, i loro pregi e i loro sogni. Ogni personaggio trova spazio all’interno della trama, tutti sono importanti e tutti compiono un arco evolutivo che li porta a una degna conclusione. Le dinamiche che si creano sono sempre molto azzeccate e le interazioni fra i componenti dei Guardiani ricalcano lo stile di Gunn che avevamo già visto nei primi due capitoli.

Inevitabile parlare della sottotrama di Rocket, una linea assolutamente strappalacrime, dalla potenza emotiva impattante, che conferisce al personaggio di Bradley Cooper, a cui possiamo finalmente dare un’origine e un background narrativo. Alcuni dicono che questo gli ha tolto l’importanza, io credo che in un film corale, sia un espediente assolutamente lecito e funzionale a una buona scrittura.

La questione è che tutta la storia parte da Rocket che si ferisce e lo mette fuori gioco, per poi tornare solo alla fine. Questo scatena poi la trama del film ma Gunn inserisce i flashback delle sue origini, per cui lo spettro del personaggio si percepisce durante tutta la visione, senza inficiarne il valore.

Per leggere articoli simili, clicca qui.

Il punto più debole purtroppo della pellicola è la gestione dei personaggi secondari. Purtroppo quando si va a scrivere una sceneggiatura di un film corale come questo, i secondari perdono un po’ di attenzione, dato che ci si concentra più su i principali che necessitano una caratterizzazione ben definita, interazioni che si distinguono e psicologie che vanno sviluppate. Ne subiscono personaggi come Adam Warlock e L’Alto Evoluzionario.

L’interpretazione di Will Poulter nei panni di Adam Warlock appare molto macchiettistica non riuscendo a dare spessore a una delle figure più importanti dell’universo Marvel, rilegandolo a una comparsa piatta e poco utile. Il villain invece è sicuramente molto più approfondito e caratterizzato, rimane però uno dei tanti villain del MCU che è cattivo perché è cattivo.

Guardiani della Galassia Vol Trailer Poster e Trama
Guardiani della Galassia 3

In conclusione però, il film è assolutamente una perla all’interno dell’MCU, che riesce a fare quello che ormai i film di questo genere dovrebbero fare, ovvero raccontare una storia divertente e avventurosa attraverso dei personaggi a cui è inevitabile affezionarsi e fare il tifo per loro, aggiungendo note di malinconia, dando un messaggio che riesce a toccare lo spettatore, il tutto coronato da una regia di James Gunn in stato di grazia, che regala delle scene memorabili di azione, divertimento e tristezza.

[penci_review]

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social e che siamo in live su Youtube tutti lunedì sera per parlare delle notizie a tema film e serie TV.

Per informazioni ufficiali qui il sito della Marvel.

SUPER MARIO BROS-IL FILM – [Recensione]

Super Mario Primo Poster del Film

Recensione di “Super Mario Bros-Il film”, il nuovo film della Illumination tratto dalla celeberrima saga di videogiochi Nintendo

Ho finalmente recuperato “Super Mario Bros – Il film”, il nuovo film tratto dai videogiochi della Nintendo in collaborazione con Illumination. Premetto che non avevo molte aspettative per la pellicola, sapendo che la fama del brand non sarebbe certo stata infangata da un film animato, e che un brutto film tratto da un’opera videoludica non è una novità.

Allo stesso tempo però mi aspettavo che avrebbero usato le stesse carte che hanno fatto funzionare film come Sonic e Detective Pikachu, ovvero non provare a trasporre il videogioco ma creare una storia interessante ambientata nel mondo del videogioco. E sicuramente da questo punto di vista mi hanno soddisfatto, anche se potevano fare meglio

Di per sé non è un brutto film, anzi molto divertente, con animazioni pazzesche, adatto ai bambini e coloratissimo. Però a livelli di trama è davvero risicato. Insomma, non sappiamo nulla del cosa sia successo a Mario e Luigi prima di mettersi in società, del come sia arrivata lì Peaches, del perché Bowser sia cattivo, del perché esiste un mondo fantastico al di là di quello che conosciamo, o comunque come fa ad esistere.

Per leggere articoli simili clicca qui.

La trama ripercorre un po’ il viaggio dell’eroe, ma sostanzialmente gran parte di quello che accade sullo schermo è un pretesto per fare delle citazioni ai giochi o comunque del fanservice. Fatto bene, mai troppo, azzeccato, ma effettivamente insensato per le vicende. Perché esistono dei tubi che ti risucchiano o dei funghi su cui saltare, perché Peaches fa fare quella prova a Mario se poi non serve a nulla, perché devono prendere i Kart e andare su una pista arcobaleno?

Il film ovviamente non ha la pretesa di spiegare le motivazioni di queste scene, ma le presenta al pubblico e basta, perché forse hanno fatto questa scelta di rivolgersi a un pubblico giovane a cui non servono spiegazioni. Forse se avessero aumentato il minutaggio avrebbero sviluppato meglio alcuni aspetti più interessanti, e avrebbero potuto dare più equilibrio al ritmo, sempre frenetico, mai un momento per soffermarsi sulla psicologia dei personaggi. Però tutto sommato se preso come film per bambini e fan del brand è molto riuscito.

Annunciata Nintendo Direct sul film di Super Mario Bros
Annunciata Nintendo Direct sul film di Super Mario Bros

In conclusione, il film è realmente un’occasione sprecata, seppur divertente, ben animato e coloratissimo, la trama che ci propone è veramente risicata, che non riesce ad approfondire quasi nulla dei personaggi che presenta e del mondo che vediamo. Non sappiamo nulla sul passato dei protagonisti e i personaggi non hanno delle vere e proprie motivazioni che li spingono ad agire. Inoltre il mondo in sé non ci viene spiegato come nasce, perché esiste. Un film per bambini che è un pretesto per fare del buon fanservice, mi aspettavo di meglio.

[penci_review]

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social e che siamo in live su Youtube tutti lunedì sera per parlare delle notizie a tema film e serie TV

Per informazioni ufficiali qui il sito di Nintendo

THE MANDALORIAN STAGIONE 3 – [Recensione]

the mandalorian s cionfemrata

Recensione della stagione 3 di The Mandalorian, la serie Disney+ di Star Wars con “protagonista” Pedro Pascal

Dunque si è conclusa anche la terza stagione di The Mandalorian, l’unica serie di Star Wars che ha avuto realmente successo. Arrivati alla fine è inevitabile fare il confronto con le prime due stagioni. La prima mi aveva abbastanza divertito, anche grazie alla scelta narrativa di inserire principalmente trame verticali. La seconda invece mi aveva piuttosto deluso. Le aspettative, dunque, per questa terza stagione erano molto basse, anche perché dopo The Book of Boba Fett, le speranze di ripresa della storia erano messe molto a rischio. E in parte, infatti, non ci sono riusciti.

Le otto puntate non riesco a non giudicarle separatamente, tanta è la differenza che si può notare nella struttura narrativa, nella regia e nei dialoghi che c’è tra le diverse puntate. La serie parte piuttosto male, con puntate a dir poco noiose e che ripropongono sempre lo stesso brodo: Din Djarin e Grogu che fanno il buddy movie. Mi sembrava proprio di essere tornato alla prima stagione. Poi la terza puntata stupisce, quando per la prima volta si va a parlare di personaggi totalmente distanti dalla trama orizzontale. Facciamo infatti la conoscenza del Dottor Pershing e di Elia Kane, personaggi molto interessanti e dalla sottotrama intrigante. Oltre alle scene d’azione dirette molto bene, si respira proprio un’aria di Star Wars, finalmente non incentrata sul Mandaloriano e Grogu.

Poi la serie prosegue nel modo più banale e tedioso possibile, fino a ritornare un po’ sui suoi passi nel finale, con la puntata 6, che ritengo discreta e poi con l’ottima puntata 7 e infine con la puntata 8. Ecco parliamo dell’ottavo episodio. Dopo l’entusiasmante puntata precedente, ci si aspettava di tutto, e invece è stato piuttosto un raffazzonamento di tutta la semina effettuata nel corso di queste tre stagioni che richiedeva una conclusione degna. E in effetti tutto quello che succede ha senso e le conclusioni calzano più o meno, ma è come ci si arriva che risulta frettoloso.

Per leggere articoli simili clicca qui.

Forse il troppo hype creato dalla settimana puntata ci faceva sperare in qualcosa di più epico, ma effettivamente potevano chiuderla in un altro modo. Al di là di questo la puntata ha delle scene di combattimento molto fighe e in generale la regia ha un’ottima qualità. La serie ha standard molto alti, infatti per essere appunto una serie che va su una piattaforma streaming, con una qualità a tratti migliore di certi film che vanno al cinema.

In generale ho preferito i momenti in cui è effettivamente Bo Katan la protagonista e non Din Djarin, proprio perché il personaggio è molto carismatico, le si vede il volto a differenza di Djarin, il cui attore non fa nemmeno una comparsa, ahimè! Per il resto la sottotrama degli imperiali era interessante ma hanno deciso di non proseguire da quel lato, e secondo me avrebbero fatto meglio.

The Mandalorian Rivelato nuovo trailer con tante novita
The Mandalorian

In conclusione, la serie è piuttosto deludente, con alti e bassi spaventosi, alternando a puntate ricche di azione e risvolti narrativi interessanti, puntate smorte, noiose, dalla regia inguardabile e trame raffazzonate. Insomma, si poteva fare sicuramente meglio, vista l’inconsistente trama orizzontale che di fatto è stata narrata in modo non adeguato, forse troppo frettolosamente.

[penci_review]

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social e che siamo in live su Youtube tutti lunedì sera per parlare delle notizie a tema film e serie TV

Per informazioni ufficiali qui il sito di Disney.

DUNGEONs & DRAGONS – L’ONORE DEI LADRI – [Recensione]

untitled

Recensione di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, il nuovo film fantasy Paramount ispirato al gioco di ruolo.

Questa è la recensione di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri. Avevo grandi aspettative su questo film, nel senso ormai il gioco è talmente famoso da anni che un film era chiaro lo avrebbero fatto. Come in questo caso, però, film che hanno già un bacino di utenza ampio, che sono un primo capitolo e che necessitano di una certa fedeltà all’opera originale da cui si ispirano (in questo caso ludica), quando escono mi aspetto sempre siano il meglio che potessero fare.

D’altronde, in questo caso ad esempio, il gioco esiste da tantissimo, perciò se tu produttore o sceneggiatore hai deciso di far uscire il film su D&D nel 2023, significa che hai aspettato il prodotto migliore. In sostanza cosa intendo dire: se il film poi è una merda, mi girano perché un film su D&D non necessitava una data precisa per uscire, o non avevano fretta di nessun tipo, quindi io mi aspetto il miglior prodotto che potessero fare. Ma non è questo il caso.

Infatti sono rimasto piuttosto soddisfatto da questa pellicola, che ritengo assolutamente un’ottima trasposizione del gioco, divertente, avventurosa, che fa percepire molto le dinamiche del gioco. Una storia che si prende poco sul serio ma che riesce comunque nel suo intento. Il film in sé ha sicuramente un intreccio molto ricco, sviluppato però in modo molto disteso e con intuizioni davvero geniali e personaggi interessanti.

Per leggere articoli simili, clicca qui.

Il problema principale della pellicola, seppur davvero insignificante rispetto al convincente resto dei pregi,  è infatti la sospensione dell’incredulità spesso messa alla prova. Insomma, non che quello che accade sia poco credibile, ma in alcuni frangenti si percepisce proprio quella sensazione del “eh vabbè, certo…”. Tuttavia, date le premesse del film e gli intenti che ha, direi che è anche accettabile come caratteristica. Certamente se vi aspettavate un film dalla epicità del Signore degli Anelli, o la lore spiegata ed esplorata del Trono di Spade, avete sbagliato film.

Ho apprezzato molto le scelte narrative che rimandano al gioco. In primis vabbè, la compagnia con membri di diverse razze e classi; e poi il fatto della crescita dei personaggi, l’artefatto antico, le missioni via via che si accumulano, il continuo cambio di programma, l’aiutante over power che salva la situazione e anche un pizzico di nosense. Ammetto che la scelta del drago ciccione che non sa sputare fuoco mi ha fatto morire, soprattutto perché se dovessimo immaginare una compagnia di amici che ha intrapreso questa campagna, direi che è molto scherzosa e ridanciana.  

Dal punto di vista tecnico ritengo ci sia poco da dire, mi sono piaciute più o meno tutte le scena fantasy, dalle creature, alle coreografie dei combattimenti alle battaglie magiche. Forse ancora un fantasy piuttosto generico, non mi sembra niente di nuovo o caratteristico, elemento che va un po’ a rendere dimenticabili i franchise. Sicuramente però un bel lato fantasy che potrebbe sicuramente dare vita a una saga niente male.

Inoltre i personaggi presentati, dato che ognuno di loro ricopriva un ruolo diverso, hanno ricevuto la giusta importanza e il giusto spazio, tutti con le loro motivazioni e accomunati da uno stesso ideale. Ognuno riesce ad essere necessario al compimento della missione ed ognuno agisce secondo una psicologia presentata e sensata. Un film abbastanza corale, seppur se ne riconosca il protagonista, che riesce a far affezionare lo spettatore a tutti i personaggi.

Dungeons Dragons Lonore dei ladri rimandato ancora
Dungeons Dragons Lonore dei ladri

In conclusione, il film è davvero una sorpresa, una bella esperienza fantasy, avventurosa e divertente che riesce anche, seppur in maniera leggera a trasmettere un messaggio semplice ma efficace, grazie anche a un intreccio fitto e che non annoia mai. Tra i blockbuster usciti quest’anno sicuramente il migliore finora.

[penci_review]

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social, e che ogni lunedì siamo in live su Youtube per parlare delle notizie della settimana a tema cinema e serie TV.

Qui il sito ufficiale di Paramount, per informazioni più ufficiali.

SHAZAM! FURIA DEGLI DEI – [Recensione]

shazam fury of the gods

Recensione di Shazam! Furia degli Dei, il nuovo film targato DC, secondo capitolo del Franchise del supereroe interpretato da Zachary Levi

Questa è la recensione di Shazam! Furia degli Dei. Il primo capitolo è una pellicola sicuramente divertente e ben riuscita in quanto film di intrattenimento. Nonostante il poco riscontro da parte del pubblico per il film del 2019, Shazam è il progetto su cui riponevo più speranze tra quelli in uscita quest’anno in casa DC. Soprattutto perché è quello che dovrebbe aver subito meno le influenze dei cambi di piani per quanto riguarda il DCU.  E dopo la visione in sala di questo secondo capitolo, posso dirmi rimasto mezzo e mezzo.

Non che mi aspettassi il capolavoro o nulla di trascendentale o onirico. Però ecco, è inevitabile la definizione di “film del ca**o”. Esatto, un film divertente, che prova anche ad affrontare determinate tematiche in modo leggero, però ha evidenti problemi sotto molti punti di vista. La sceneggiatura è di un cliché tremendo, i villain non sono caratterizzati così bene, il finale è assolutamente insensato. Il film però riesce benissimo a gestire la Shazamiglia, dando a ognuno una caratterizzazione precisa e il giusto spazio, mantenendo però Billy come protagonista indiscusso. Le interazioni della Family per me sono ben riuscite e molto interessanti. Alcuni effetti speciali sono davvero spettacolari e la colonna sonora per me spacca.

Le scene post credits rivelano però la confusione in casa DC che probabilmente ha costretto il regista a inserire delle assolute inutilità, dato che non dovrebbe esserci (e un po’ lo spero) un seguito del Franchise di Shazam. Detto ciò, per me il finale è una dimostrazione di zero coraggio, che sinceramente mi sarei aspettato ma è un’occasione sprecata che poteva dare una conclusione degna al personaggio.

Per leggere articoli simili clicca qui.

In generale il film è sufficiente, un cinecomic intrattenente con evidenti sfumature di pigrizia. Non capisco però il flop già annunciato, dato che ha raggiunto a malapena i 65 milioni di incassi il primo weekend. Secondo me un film migliore di tanti altri che hanno incassato molto di più. Staremo a vedere ma contando che in pratica sta per uscire qualsiasi film di intrattenimento (Jhon Wick 4, D&D, Super Mario Bros) difficilmente vedremo una ripresa, e sembra che la batosta stavolta è davvero forte. Forse hanno sbagliato ad annunciare la nuova gestione e i nuovi progetti quando ancora dovevano uscire alcuni prodotti, ma sinceramente continuo a non capire, dato che il primo era stato apprezzato. Forse la DC al cinema è davvero morta, anche se per me Black Adam è peggiore come film.

In realtà non ho molto altro da dire. Sono rimasto infastidito dai soliti cliché narrativi o dal semplice patto narrativo a cui non ho saputo credere (dai a volte come le sorelle si fanno fregare il bastone o la mela è veramente ridicolo). Però tutto sommato non posso dire sia un brutto film, alla fine alcune tematiche come la famiglia, l’abbandono secondo me sono arrivate. E comunque alcune scene d’azione a mio avviso funzionano. Poi ad alcune gag sono morto, tipo quella della lettera scritta da Steve.

schermata alle jpg x crop q
shazam! furia degli dei

In conclusione, un film mediocre, nel senso che sta piuttosto nel mezzo, un 50 e 50. A mio parere si poteva fare molto meglio e il finale per me non esiste dato che non ha alcun senso, anche proprio la modalità in cui si svolgono i fatti è del tutto surreale e mi rifiuto di credere a quello che ho visto. Per il resto mi sono abbastanza divertito anche perché amo particolarmente il personaggio interpretato da Levi, che qui è perfettamente a suo agio.

[penci_review]

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social, e che ogni lunedì siamo in live su Youtube per parlare delle notizie della settimana a tema cinema e serie TV.

Qui il sito ufficiale di DC per informazioni più ufficiose.

THE LAST OF US PRIMA STAGIONE – [Recensione]

the last of us recensione serie tv hbo sky now jpg x crop q jpeg x q

Recensione della prima stagione della nuova serie HBOmax The Last of Us, ispirata all’omonima saga di videogiochi

Questa è la recensione della prima stagione di The Last of Us. Avevo aspettative contrastanti riguardo a questa serie. Da un lato, i precedenti prodotti tratti da un videogioco non mi hanno mai fatto impazzire e spesso hanno trattato con poco rispetto le opere madri, tirando fuori sempre mediocrità scadenti. Dall’altro The Last of Us è un videogioco che si presta molto bene a una trasposizione nel medium della serialità, e quando si è saputo che il progetto sarebbe stato seguito da Druckman e Mazin, ho tirato un sospiro di sollievo. Erano i segnali che non avrebbero sbagliato facilmente, soprattutto perché il videogioco è talmente amato, che deludere i fan sarebbe stato troppo rischioso.

https://youtu.be/6iC4xzNyuQk

E a fine prima stagione, posso dire che la fiducia riposta nel progetto è stata ampiamente ripagata. Non solo questa prima stagione di “The Last of Us” è un’ottima trasposizione del primo capitolo del videogioco, ma è anche un’ottima serie tv se non si è giocato al corrispettivo videoludico targato Naughty Dog. E penso che difficilmente si sia creato un divario così grande di gradimento tra chi ha apprezzato i Joel e Ellie originali e chi li ha conosciuti per la prima volta.

La serie ripercorre abbastanza fedelmente la storia del primo capitolo, ovviamente con delle differenze necessarie per il cambio di medium, ma anche per scelte artistiche ben precise. La trama è prevalentemente orizzontale, ma spesso si verticalizza, raccontando le vicende di personaggi di cui in un episodio vediamo la comparsa e la morte. Ma questo non è necessariamente un punto di debolezza, ma bensì una caratteristica molto efficace che dà alla serie lo spazio di raccontare quello che si propone di raccontare.

Per leggere articoli simili, clicca qui.

The Last of Us, infatti, non è la classica storia di zombie ambientata un un mondo post apocalittico, ma è la storia di un padre che ha perso la figlia e di una figlia che ha perso i genitori. È quindi la storia di come umanamente questa situazione si svolgerebbe in un mondo in cui la normalità non esiste più, e quindi la si ricerca partendo dalle cose più banali, come avere un padre o avere una figlia. E da questo presupposto parte la scrittura di questa storia.

La serie infatti ha mantenuto pochissima della componente action o del gameplay in sé. Si contano sulle dita di una mano le apparizioni di Clicker. Tolta la lunga sequenza del “cecchino” nella quinta puntata, gli zombie sono una componente solamente di sfondo, di cui non si percepisce realmente il pericolo. E appunto le scene action non sono le parti principali della narrazione.

La semina effettuata nelle prime puntate riesce a intrattenere a livelli altissimi lo spettatore, che per tutto il corso della serie, se non ha giocato al videogioco, rimane incollato allo schermo per capire dove va a parare la trama. La storia infatti non si preoccupa più di tanto di fornire una lore o un world building al mondo che ha creato, ma piuttosto si concentra sul dare spessore ai personaggi che presenta. E ogni episodio esplora la psicologia, non solo di Joel e Ellie, che via via compiono un arco evolutivo dal punto di vista della caratterizzazione, ma anche dei vari comprimari che incontrano i due protagonisti. Ognuno diverso, ognuno con un background, un bisogno e un desiderio diverso, tanto da creare dei veri e propri capolavori di scrittura.

L’episodio a mio avviso migliore è infatti il terzo, in cui la trama orizzontale viene un po’ accantonata per lasciare spazio a una storia d’amore da manuale, che emoziona in quanto love story, ma inserita nel contesto di The Last of Us, che racconta un vero e proprio spaccato di vita nel mondo post-apocalittico in cui la serie è ambientata. Poi ovviamente ho apprezzato particolarmente anche altri episodi, come il prime e il quinto.

In generale la serie è riuscita a mantenere un livello di qualità molto alto e in modo costante. Dal punto di vista della regia, dei costumi, della scenografia, degli effetti speciali, del montaggio e della recitazione. Menzione speciale per la colonna sonora. Assolutamente una serie che con un budget molto corposo è riuscita a tirare fuori un prodotto di punta che con poca incertezza segnerà un punto di inizio per tutte quelle serie che si vorranno ispirare ai videogiochi, sia per quanto riguarda il rispetto con cui affrontare la trasposizione, sia per quanto riguarda la struttura della narrazione.

the last of us serie tv x
the last of us serie tv

In conclusione, posso ritenermi estremamente soddisfatto della serie, che finalmente dimostra che i videogiochi nel mondo della serialità possono funzionare. Pedro Pascal ha fatto una performance assolutamente di punta nella sua carriera e spero di tornare a vedere Bella Ramsey in un ruolo importante, magari al cinema. A questo punto aspetto con ansia e trepidazione la seconda stagione, di cui non ho giocato il videogioco e che mi dicono sia molto più complicata da trasporre rispetto alla prima.

[penci_review]

Vi ricordo che siamo in live tutti i lunedì su Youtube per parlare delle puntate più approfonditamente

Qui il sito ufficiale di HBO per informazioni più ufficiose.

THE WHALE: il nuovo film di Aronofski – [Recensione]

the whale

Recensione del nuovo film di Aronofski con Fraser, candidato a tre oscar, The Whale, presentato al Festival di Venezia

The Whale è una film magnifico, che riesce perfettamente nel suo intento. Raccontare una storia, una storia toccante, cruda e anche estremamente edificante. Ho pianto in sala dopo tanto tempo alla visione della strabiliante performance attoriale di Brendan Fraser.

A cominciare dall’esordio, si capiscono subito le intenzioni del regista di essere il più trasparente possibile, senza filtri. Raccontare la dura e cruda verità di storie come quella di Charlie. Ed è impossibile non riuscire ad empatizzare col protagonista, anche se non si è nelle stesse condizioni o non si ha qualcuno di vicino nelle stesse condizioni. Il personaggio di Charlie è talmente umano che ci si può ritrovare chiunque. Nelle scelte di vita, nel non sapersi limitare, nel cadere negli eccessi, nel farsi schifo riconoscendo di star sbagliando, ma comunque continuare a farlo.

E qui si parla di obesità, ma si potrebbe parlare benissimo di qualsiasi altro condizione, di alcool, di ludopatia o che so io. È funzionale però al film l’obesità perché impone dei limiti fisici, per cui il protagonista ha bisogno di comprimari, anch’essi scritti egregiamente. Tutta la cornice che Aronofski costruisce gira intorno a Charlie, e i personaggi si intrecciano perfettamente in una serie di colpi di scena e scene toccanti che coronano il racconto di una tragedia umana, limitata a un piccolo appartamento completamente trasandato e di cui è recluso l’accesso a praticamente chiunque.

Il film è tratto da un’opera teatrale, e ne si vedono spesso i residui. Innanzitutto l’ambientazione circoscritta alla casa di Charlie, e poi molte scene hanno un’impronta teatrale ben riconoscibile. Gli stessi dialoghi o la semina degli elementi di trama, ma questi sono solo dei punti di forza per la pellicola, che riesce in tutto e per tutto a smuovere lo spettatore dal punto di vista emotivo.


Il cast è perfetto, ho amato la performance di Brendan Fraser. Il suo è stato un lavoro mastodontico, una preparazione impeccabile nell’interpretazione di un tema delicato su cui non si poteva sbagliare. E lui è stato perfetto. Ogni smorfia, ogni “I’m sorry”, ogni sguardo, ogni morso vorace, ogni movimento è stato maniacalmente preparato e ben attuato. Sadie Sink (ti prego calpestami) perfettamente a suo agio nel personaggio di Ellie. Ma in generale l’intero cast, seppur ridotto è azzeccato e attorialmente di qualità.

La regia molto intima di Aronofski si concentra soprattutto sull’espressività dei personaggi con inquadrature spesso strette. La scenografia e il make up hanno fatto davvero un lavoro strepitoso. Non so come Fraser siano riusciti a trasformarlo in un obeso perennemente sudato.

Per leggere articoli simili, clicca qui.

Penso che il film abbia delle scene molto forti e toccanti. E anche alcuni dettagli particolarmente significativi. In generale le tematiche sono trattate con enorme rispetto ed efficace interpretazione. Le motivazioni dei personaggi non sono mai banali e tutto si incastra perfettamente. In questa storia non ci sono buoni o cattivi. Tutti hanno sbagliato e tutti sono vittime. Charlie ha perso Alan, ma ha abbandonato Ellie, Ellie è ribelle, ma il padre l’ha abbandonata a soli 8 anni. E anche gli altri personaggi sono sia vittime che carnefici. Lo stesso Charlie nel corso del film passa da essere colpevole di essere obeso a essere vittima dell’obesità. La morale del film è infatti che tutti sbagliano, ma nessuno nel film smette di essere se stesso. E nel finale Charlie ce lo ricorda, con quella scena per me fortissima in cui fa l’ultimo discorso alla sua classe.

La psicologia dei personaggi si racchiude poi tutta nella frase chiave del film, che comincia la storia e la conclude, ovvero il tema di Ellie su Moby Dick. Quelle frasi che sembra riescano a guarire Charlie, esprimono poi il vero senso del film. E lo fanno con la scena finale in cui allegoricamente muore the Whale, riuscendo a fare ciò che Ellie gli aveva chiesto a metà pellicola.

coverlg


In conclusione, il film è un vero e proprio pugno allo stomaco che inevitabilmente smuove la coscienza dello spettatore, raccontando la drammaticità di una storia in cui si analizza non solo la difficoltà e la precarietà dell’obesità, ma anche il sapersi accettare, l’autostima, i legami familiari, il rapporto religione e vita, l’adolescenza e l’uomo e la sua umanità, il tutto coronato da una performance attoriale strabiliante di un Brendan Fraser in stato di grazia, che spero riesca a vincere l’oscar come miglior attore, a cui è candidato.

[penci_review]

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social e che ogni lunedì siamo in live su Youtube per parlare delle notizie della settimana a tema cinema e serie tv.

Qui il sito del Festival del cinema di Venezia per informazioni ufficiali sul film

THE LASt OF US EP. 07 ST. 1 – [RECENSIONE]

the last of us recensione serie tv hbo sky now jpg x crop q jpeg x q

Recensione dell Ep.07 della St.1 della nuova serie HBOmax The Last of Us, ispirata all’omonima saga di videogiochi

Questa è la recensione della settima puntata di The Last of Us, che è certamente diversa dalle altre, ma è anche molto emozionante. Se nella sesta puntata si può notare una certa fretta nel raccontare gli eventi che portano avanti la trama orizzontale, qui l’episodio inizia e finisce nello stesso punto.

https://youtu.be/6iC4xzNyuQk

“Left Behind” è un flashback riguardante il passato di Ellie lungo tutta una puntata, in cui si fa la conoscenza di un personaggio fondamentale per la caratterizzazione del personaggio, Riley Abel. Orfana, è sopravvissuta all’apocalisse e cresciuta a Boston e del rapporto con Ellie sappiamo che a un certo punto la abbondona e in questo flashback ci viene narrata una serata in cui si rincontrano e lei porta Ellie in un centro commerciale, dove poi si procurerà la cicatrice zombie.

La gestione dei tempi e delle dinamiche tra i personaggi l’ho trovata molto curata, seppur forse un po’ lenta nella parte centrale. La fotografia in alcuni frangenti non è che mi abbia fatto impazzire (si vedeva il riflesso giallo sulla faccia degli attori) però l’ambientazione anni ’80 l’ho trovata rispettosa e coerente. Anche tutte le varie citazioni che contiene sono riuscito ad apprezzarle, poiché mai banali.

Per leggere articoli simili, clicca qui.

In generale la puntata la promuovo con sufficienza piena, abbastanza in linea con le sue precedenti. Un livello di qualità molto alto per una serie, dato dal cast, dalla sceneggiatura e dalla regia. Una caratteristica di questa serie è che riesce ad avere trame verticali interessanti e una trama orizzontale quasi a episodi.

 Non racconta una storia lineare o composta da più sottotrame incentrata su una storia apocalittica di zombie, ma piuttosto si concentra su narrare singole storie che sono correlate con un mondo apocalittico. L’intento non è quindi di creare una serie alla The Walking Dead, ma di raccontare una società e le diverse reazioni a un’apocalisse.

the last of us serie tv x

In conclusione, la puntata è assolutamente promossa e spero davvero che le ultime due puntate rimangano della qualità di queste. Mancano solo due puntate quindi vedremo in che modo chiuderanno questa stagione e a cosa preferiranno dare minutaggio. Noi ci vediamo a un’altra recensione i The Last of Us

Vi ricordo che siamo in live tutti i lunedì su Youtube per parlare delle puntate più approfonditamente

Qui il sito ufficiale di HBO per informazioni più ufficiose.

ANT-MAN and THE WASP QUANTUMANIA- [Recensione]

Ant man

Recensione del nuovo film Marvel Ant-Man and The Wasp Quantumania, la pellicola che apre la fase 5 dell’MCU

Il film che apre la fase 5 dell’MCU è a dir poco deludente. Doveva riaccendere le speranze per questo Universo dopo una fase 4 molto sotto tono e confusionaria, invece per quanto mi riguarda le ha abbassate ancora di più. Se Black Panther Wakanda Forever era un film inutile e abbastanza noioso, questo posso definirlo addirittura brutto. Avete presente tutte le caratteristiche dei primi due Ant-Man, ecco qui non ci sono.

Partiamo dalla storia. Pretesto di trama abbastanza debole e pigro, che si sviluppa nei modi più banali di sempre e che a tratti non torna. Il montaggio, a tratti incomprensibile, rischia anche di non far capire bene alcuni risvolti di trama. La vicenda abbraccia un cast abbastanza ampio, ma non riesce a valorizzare nessuno in particolare, rendendo piatto qualsiasi personaggi. Scott sembra un qualsiasi supereroe Marvel dalla battuta facile.

Il resto dei personaggi è un totale flop. Hank Pym è un vecchietto rincoglionito, Janet non si capisce perché non abbia detto di Kang, capisco che lo abbia aiutato ma non lo sapeva. Cassie non mi sta particolarmente simpatica, però forse è la più riuscita. Hope praticamente inesistente.  M.O.D.O.K. è inutile, ridicolo e un pugno nell’occhio. Mi sembra quasi superfluo dire quanto sia stata un’occasione sprecata. Le interazioni tra i personaggi in generale mi sono sembrate piuttosto sterili: i personaggi non compiono effettivi archi evolutivi all’infuori di Cassie (non è che Janet si pente per quello che ha fatto o cerca di rimediare). Kang è la delusione più grande.

Per leggere articoli simili clicca qui.

È vero che nei fumetti Kang ha diverse caratterizzazioni, ma quello che sinceramente mi aspettavo era quella molto in stile Thanos, soprattutto perché dovrebbe essere il main villain della fase 5, quindi in grado di reggere una intera fase come antagonista principale. Quello che a me invece è parso, è un qualunque cattivo del MCU, carismatico fino a un certo punto, immerso nelle sue smorfie, e addirittura battuto abbastanza facilmente da Ant-Man. So che ne hanno mostrati altri e quindi probabilmente la minaccia è un esercito di Kang, ma a me la performance attoriale di Jonathan Majors non ha convinto. Secondo me non ha centrato la caratterizzazione del personaggio.

Il world building è un’altra occasione sprecata, perché alcune cose erano interessanti, ma hanno creato un intero universo nuovo e lo hanno approfondito nulla, non mi è assolutamente venuta voglia di esplorarlo. E sinceramente in alcuni frangenti c’erano anche dei problemi nella computer grafica, non sempre impeccabile, nonostante non sia un reale problema.

Due parole sulle scene post credit, di cui ho apprezzato la visione, ma mi sembrano sempre più delle scene per incrementare un hype che non verrà coronato, ma è solo un assaggio, tanto fumo e poco arrosto.

In conclusione, una pellicola del grande potenziale, di cui funziona molto la colonna sonora (ma la versione epic di Goodbye Yellow Brick Road?) e poco altro. Ant-Man abbassa ancora di più le aspettative per questa fase 5 che vorrei tanto mi sorprendesse, così come Kang, che vedo sempre di più, già da Loki, un flop.

[penci_review]

Vi ricordo che siamo tutti i lunedì in live su Youtube per parlare in live delle notizie nerd della settimana, tra cui Ant-Man and The Wasp

Qui il sito ufficiale Marvel, per informazioni più ufficiose.

THE LAST OF US EP. 05 ST.1 – [RECENSIONE]

the last of us recensione serie tv hbo sky now jpg x crop q jpeg x q

Recensione dell Ep.05 della St.1 della nuova serie HBOmax The Last of Us, ispirata all’omonima saga di videogiochi

Questa è la recensione della quinta puntata di The Last of Us, che riesce in tutto e per tutto a adattare un passaggio del videogioco in modo, a mio avviso molto efficace. La narrazione dei nostri protagonisti prosegue in modo organico e facciamo conoscenza di Henry e Sam, che è stato reso muto e sinceramente penso sia una trovata intelligente. La dinamica tra questi due nuovi personaggi è sicuramente ben curata e riesce a farci affezionare ai due. Inoltre viene sviluppato meglio il background di Henry, di cui conosciamo meglio i moventi e l’interiorità, che ci fanno empatizzare meglio con il personaggio.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=24&v=6iC4xzNyuQk&embeds_euri=https%3A%2F%2Fwww.popspace.it%2F&feature=emb_logo

Mi è piaciuta molto la scelta della modalità in cui si rapportano i personaggi analoghi. Come Henry dialoga con Joel, così come Sam rivede in Elly quasi come una sorella maggiore su cui appoggiarsi e che vede addirittura senza paure, e come Elly cerchi di insegnare a Sam quello che sa

Per leggere articoli simili, clicca qui.
La scena topica dell’episodio quando arrivano gli zombie è ben pianificata e ben gestita. Forse il colpo di scena finale è un po’ lento rispetto al videogioco, in cui si sottolinea di più la questione della “paura di essere zombieficati” e tutto risulta meno macchinoso rispetto alla serie, ma è comunque efficace ed è un vero e proprio pugno allo stomaco. Forse avrei asciugato qualcosa riguardo alla sottotrama dei ribelli catturati, ma in generale tutti i risvolti narrativi sono ben costruiti e assolutamente ho goduti alla morte di Kathleen e il suo sgherro.
Ora speriamo che riescano a gestire bene la narrazione con i tempi brevi che hanno, perché hanno ancora 4 puntate e quello da raccontare è molto.

the last of us serie tv x

In conclusione, posso dirmi soddisfatto della puntata e in generale della serie finora, che è riuscita sempre a mantenere una qualità molto alta e una attenzione del pubblico costante. Ora attendo con trepidazione la sesta puntata sperando riescano a mantenere il livello alto delle prime cinque puntate. Noi ci vediamo a una prossima recensione di The Last of Us

Vi ricordo che siamo in live tutti i lunedì su Youtube per parlare delle puntate più approfonditamente

Qui il sito ufficiale di HBO per informazioni più ufficiose.

THE LAST OF US EP. 03 ST. 1 – [Recensione]

the last of us recensione serie tv hbo sky now jpg x crop q jpeg x q

Recensione dell Ep.03 della St.1 della nuova serie HBOmax The Last of Us, ispirata all’omonima saga di videogiochi

Questa terza puntata è a dir poco strabiliante! Premessa doverosa, ho giocato il primo videogioco ma non mi ricordo quasi nulla, perciò parlerò praticamente da utente che non conosce The Last of Us. In pratica, non ho idea di chi sia Bill. Non so se è importante ai fini della storia o se non lo rivedremo mai più, ma posso dire che per ora è il mio personaggio preferito della serie.

https://www.youtube.com/watch?v=6iC4xzNyuQk

Certo, siamo ancora alla terza puntata della prima stagione, quindi è ancora un po’ presto, devono ancora sviluppare bene Joel e Ellie, ma per ora ho visto una scrittura molto attenta per questo personaggio. Una terza puntata diversa dalle precedenti: se la prima è stata principalmente di narrazione e la seconda più di action scenes, questa terza si concede una pausa dalla trama principale e va a sviluppare una linea secondaria praticamente in toto. Dal momento in cui Bill inizia a vivere isolato, a quando si incontra con Frank a quando poi muore, tutto in una puntata.

Da un punto di vista prettamente narrativo, di sceneggiatura, di scrittura, questa puntata è assolutamente perfetta. Perfetta dal punto di vista della profondità dei personaggi, dell’evoluzione che quest’ultimi compiono, dell’emotività che trasmettono e anche del modo in cui affrontano le tematiche che si propongono di trattare. Una storia d’amore commovente, romantica e piena di pathos, e che in modo molto sottile racconta anche uno spaccato del mondo di The Last of Us.

Per leggere articoli simili, clicca qui

A primo impatto, infatti, può sembrare una bella storia che non c’entra poi così tanto con quello che si sta raccontando nel main plot, quasi una puntata spin off su personaggi che non rivedremo più e che non avevamo mai visto prima. Ed invece è molto utile all’economia della storia principale in quanto racconta quello che è successo alle persona in questi 20 anni. Le vite sono andate avanti, e i sopravvissuti, dopo il disastro, in qualche modo dovevano continuare a condurre una vita molto diversa da quella che avevano prima.

Ma non ci dimentichiamo anche la linea di Joel ed Ellie, anche quella molto interessante. Si inizia a vedere come si costruisce il loro rapporto, che fino ad ora era “ostacolato” dalla presenza di Tess. La sua uscita di scena è anche un pretesto molto efficace per far interagire i due personaggi principali. Ora si sono in pratica gettate le basi per poi quello che dovrà essere tutto ciò che ci dobbiamo aspettare dalle prossime puntate, a partire dall’abbigliamento.

In conclusione, questa puntata è assolutamente promossa, e probabilmente da insegnare nelle scuole di sceneggiatura per le serie tv. Ora attendo settimana prossima con molta trepidazione e molta curiosità perché ogni puntata migliora e si prospetta una prima stagione di altissimo livello. CI vediamo quindi alla prossima recensione di The Last of Us.

Vi ricordo che tutti i lunedì siamo in live per parlare più approfonditamente delle puntate, ed di seguirci su tutti i nostri social.

Qui il sito ufficiale di HBO per informazioni più ufficiose.

DJANGO – la nuova serie SKY in uscita il 17 febbraio

django sky original

DJANGO, la nuova serie originale di Sky in uscita il 17 febbraio su Sky e Now TV, omaggio al classico western

Il 17 febbraio uscirà su Sky e su NowTV DJANGO, la nuova serie originale Sky e CANAL+, omaggio al classico western di Sergio Corbucci. Lo stesso Tarantino ci aveva preso ispirazione col suo celebre Django Unchained. La serie rilegge in chiave contemporanea l’omonimo film di Corbucci, divisa in dieci episodi, di cui i primi quattro episodi sono diretti da Francesca Comencini (Gomorra – La serie), anche direttrice artistica della serie, mentre i seguenti episodi sono diretti da David Evans (Downton Abbey)e da Enrico Maria Artale (Romulus).

Il cast è molto variegato. Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock nei panni di John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon,a Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah, la figlia di Django, e a Noomi Rapacenel ruolo della potente e spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri interpreti: Jyuddah JaymesBenny O. Arthur e Eric Kole nei panni dei figli di John Ellis e Tom Austen in quelli del cowboy Eljiah Turner.

Per leggere articoli simili clicca qui.

Liberamente adattato dal cult movie di Sergio Corbucci, Django è la storia di un uomo che, partito in cerca di vendetta, finirà per lottare per qualcosa di più grande. Texas, fine 1800. Django raggiunge una città riarsa, sul fondo di un cratere: è New Babylon. Cerca gli uomini che hanno assassinato la sua famiglia, ma scopre che sua figlia Sarah è sopravvissuta e si trova sul posto. Ha ormai vent’anni e si appresta a sposare John Ellis, che di New Babylon è il fondatore; e in più, lei non vuole Django tra i piedi.  Ma Django non è uomo da arrendersi, e non lascerà nulla d’intentato pur di avere un’altra possibilità con sua figlia. In ogni caso i tre – Django, Sarah e John – sono avviluppati in un groviglio di sinistri segreti destinati a venire in superficie.

MVBYzZjMDcYTUtNzExZiODgwLThiZmMtOWIzZjhkYjUxODNkXkEyXkFqcGdeQXVyMTUxNjIxMTQ V

Dopo la visione del trailer posso dire che la serie promette davvero bene, pare che abbiano lavorato molto minuziosamente alla scenografia, ai costumi e in generale alla qualità del prodotto. Si respira a pieno l’ambientazione western e ovviamente, facendo inevitabili paragoni con il capolavoro di Tarantino, sembra proprio che si percepisca l’epicità di questa storia che dal ’66 affascina il pubblico.

DJANGOTVSERIES

Perciò dal 17 febbraio potete trovare DJANGO su Sky o NowTV

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social e che siamo in live su Twitch tutti i giorni tranne il sabato e due venerdì al mese.

Qui il sito ufficiale di Sky per informazioni più ufficiose.

THE LAST OF US Ep. 01 St. 1 – [ Recensione]

THE LAST OF US Ep St Recensione

Recensione dell Ep.01 della St.1 della nuova serie HBOmax The Last of Us, ispirata all’omonima saga di videogiochi

Premessa doverosa: ho giocato, ormai molti anni fa, soltanto al primo capitolo della saga di The Last of Us, quindi ho solo dei piccoli ricordi generali sul videogioco, ma credo anche che questa serie si possa vedere tranquillamente anche senza aver giocato ai videogiochi.

https://www.youtube.com/watch?v=h9RokZaHazk


Detto ciò, posso ritenermi pienamente soddisfatto di questa prima puntata, un episodio molto efficace come primo di nove. Non avevo assolutamente nessun tipo di alte aspettative, solamente una genuina curiosità sul fatto che è una trasposizione videoludica di un videogioco molto rinomato e il cui primo capitolo ho anche apprezzato. Ma se la serie fosse stata una ciofeca come gran parte dei prodotti che tentano di riportare ai media cinematografico o seriale nel medium videoludico, non mi avrebbe fatto né caldo né freddo. Anche se avevo buoni presentimenti dopo la visione dei trailer che mi hanno tutti convinto.

Per leggere articoli simili clicca qui.

Come mi ha convinto appunto questa prima puntata, una puntata di una durata forse troppo eccessiva (77 min, mentre alcune saranno anche di 42 min), ma che comunque si prende il giusto tempo per introdurre i personaggi e soprattutto il contesto in cui si verificano le vicende principali. Gli USA devastati da 20 anni di pandemia e guerra civile si sentono molto presenti grazie alla scenografica minuziosamente curata e ai costumi/trucco. Inoltre posso sentirmi soddisfatto anche dell’ottima resa dei Clicker.

Il cast secondo me è molto azzeccato. Pedro Pascal si riconferma per me un attore strabiliante, al di là della interpretazione di Joel, di cui posso dire solo che mi sembra coerente, ma non sono sicuro. Lo stesso vale per Bella Ramsey come Ellie, che ho trovato molto intrigante. La Sarah Miller mi è sembrata perfetta, grazie anche alle inquadrature di Craig Mazin, sempre molto strette, che non lasciano respiro allo spettatore, che lo fanno sentire col fiato sul collo perché qualcosa sta per accadere, qualcosa che è preannunciato nei primi minuti di questa puntata. Esordio per quanto mi riguarda molto efficace, nato dalla penna di quel mostro di Neil Druckman, per ora pienamente sul pezzo.

La storia per ora è molto intrigante e mi pare anche piuttosto fedele al videogioco, anche se di qualche dettaglio non avevo memoria, ma magari mi ricordo male io. I personaggi si muovono in modo molto omogeneo e i dialoghi sono molto azzeccati per i tipi di caratteri che ritroviamo. Le scene di panico stradale o in generale quelle che hanno molte comparse sono dirette magistralmente e ho apprezzato tantissimo la scena nel pick-up, molto fedele al videogioco. Si respira ampiamente la guerra civile, mentre il problema dell’infezione sembra un po’ il covid di adesso, che ancora c’è ma a nessuno sembra importi più.


In conclusione, un primo episodio molto convincente, che riesce a riportare in quel mondo anche chi ci ha vissuto di sfuggita, e sono sicuro che riesce a stregare anche chi non ne sa nulla della saga Naughty Dog con personaggi e vicende interessanti. Sono molto curioso di vedere come andrà avanti e spero che il livello della qualità rimanga questo. In ogni caso ne riparleremo nella prossima recensione della serie di The Last of Us

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social, e che siamo in live su Twitch tutti i giorni tranne sabato e due venerdì al mese

Qui il sito ufficiale di HBOmax per informazioni più ufficiose

AVATAR 2: LA VIA DELL’ACQUA – [Recensione]

AVATAR LA VIA DELLACQUA Recensione

Recensione del secondo capitolo della saga di Avatar creata da James Cameron nel 2009 “La via dell’acqua”

Avatar 2 la via dell’acqua è veramente un capolavoro del cinema! E ovviamente mi riferisco al tipo di esperienza che offre, dal punto di vista visivo soprattutto ma anche dal mio punto di vista anche sonoro. Certo, la sceneggiatura è a tratti pigra e con alcuni cliché tranquillamente evitabili, ma la trama è sicuramente più articolata del primo capitolo. Si esplorano meglio i personaggi già introdotti nel prime e se ne presentano tanti altri, caratterizzati al punto giusto, anche quando hanno poco minutaggio. Le nuove ambientazioni che vedono protagoniste l’acqua e le sua fauna e flora stupisce in ogni singolo frame. È quindi impossibile non rimanere sbalorditi da qualsiasi elemento  presentato del pianeta Pandora. Dalle creature, ai coralli, al villaggio e ai Na’ vi dell’acqua.

Inoltre Cameron si è superato andando anche un po’ a rischiare poiché ha scelto delle ambientazioni assai ostiche da realizzare. In primis le scene in acqua, che sono difficilissime da animare in computer grafica. E poi la battaglia finale, oltre ad avere una fotografia allucinante, è un misto tra acqua e fuoco, che riesce a dare spessore ed epicità agli eventi in corso.


Dal punto di vista visivo quindi siamo 10 anni avanti al resto delle pellicole che normalmente troviamo in sala, una vera goduria per gli occhi. E già questo, a mio avviso, è un buon 80% del lavoro. Il restante 20% è alquanto soddisfacente, nonostante alcuni dettagli abbiano fatto un po’ storcere il naso. Innanzitutto il pretesto di trama mi sembra piuttosto debole: dato che dobbiamo rendere mansueti i nativi di Pandora e renderli non una minaccia, focalizziamoci su Jake e basta. Io capisco che è colui che ha fatto partire l’insurrezione, il guerriero più valoroso, il capotribù, ma si tratta comunque di un singolo, e mi sembra inutile dover usare tutta una serie di armamenti per combatterlo, soprattutto dopo che se n’è andata dalla foresta e si è nascosto lontano dalle zone interessate.

Però comunque si tratta di una singola “banda” scelta apposta e le navi con cui gli umani cacciano i tulkun. Inoltre alcune dinamiche sul finale un po’ prevedibile denotano una sceneggiatura piuttosto pigra, ma nel complesso ampiamente sufficiente.

Ho apprezzato molto la caratterizzazione di alcuni personaggi, soprattutto del lato giovane del cast. Kiri mi ha stregato, spero tanto che in futuro avrà un ruolo centrale per i risvolti narrativi, perché sembra davvero un personaggio molto intrigante e su cui poter costruire davvero delle cose interessanti. Finalmente i personaggi secondari hanno un’importanza rilevante, a differenza del prima. Qui la famiglia Sully è quasi la protagonista della storia, nonostante in realtà si percepisce la volontà di Cameron di enfatizzare e far spiccare tra tutti il personaggio di Jake.

Se vuoi leggere articoli simili, clicca qui.

La caratterizzazione dei personaggi però richiede molto tempo, e le conseguenze sono una parte centrale piuttosto lenta e ridondante che, al netto dello sfoggio virtusistico di Cameron, poteva essere tranquillamente asciugata di una mezz’ora buona, ma sta allo spettatore decidere se ritenere valida di una visione seppur lenta una serie di sequenze in cui in pratica si mostra come i personaggi si ambientano nel nuovo habitat. Al contrario nel primo film semplicemente venivano mostrate alcune scene di warm up e addestramento da parte di Jake, unito a un voice over che spiegava il processo di adattamento alla nuova vita su Pandora

La scelta di riutilizzare il colonnello Miles Quaritch come villain è per me un’arma a doppio taglio. Da un lato bene, perché il personaggio compie anche un piccolo arco evolutivo, dall’altro rischia di essere lo stesso identico villain del primo film, con in più una banda di sgherri di cui non sappiamo praticamente nulla. Personalmente non mi ha dato fastidio, ma ero curiosi di vedere qualcosa di diverso dal primo film.

Avatar La via dellacqua Rivelato budget della produzione


In generale, per tutta la visione si ha l’impressione di vedere il primo capitolo più allungato, più in grande, più lungo, con le stesse situazioni riproposte meglio e più dettagliatamente. Questo per me non è un difetto, ma va riconosciuto che se il precedente del 2009 non è piaciuto, difficilmente questo seguito avrà giudizio diverso.

Seguici su tutti i nostri social, e ti ricordo che siamo in live tutti i giorni tranne il sabato e due venerdì al mese

Qui il sito ufficiale di 20th Century Studios per informazioni più ufficiose.

GLI ANELLI DEL POTERE: prima stagione [Recensione]

Recensione Gli Anelli del Potere St

Recensione della prima stagione de “Gli Anelli del Potere”, la nuova serie Prime Video che attinge agli scritti di Tolkien

 È uscita oggi l’ottava e ultima puntata della prima stagione de “Gli Anelli del Potere” su Prime Video. Partiamo dal presupposto che avevo alte aspettative per questa serie, perché insomma andare a trattare la materia Tolkeniana necessitava una certa qualità in tutti i campi. Soprattutto dopo l’esperienza di “Lo Hobbit”, al fandom serviva di risollevarsi un po’ anche sul piano cinematografico e seriale.

E a mio parere le aspettative sono state soddisfatte. La qualità c’è in tutti gli ambiti: la scrittura presenta storie interessanti, risvolti narrativi coinvolgenti, personaggi e dinamiche intrattenenti. La regia, nonostante alcune scelte artistiche discutibili, è sicuramente di un ottimo livello, con degli spunti anche interessanti. Gli effetti speciali, il trucco, i costumi e le scenografie sempre convincenti (a me non ha dato fastidio il mannaro in una CGI più scadente), mai fuori tono o non relazionabili all’immaginazione Tolkeniano. Le musiche e il sonoro ammalianti e ispirate, veramente una componente impattante. La recitazione degli attori sempre impeccabile, a tratti stupefacente.

 Ma parliamo della narrazione, che è sicuramente il fulcro della serie. Si tratta comunque di un fantasy, perciò ha bisogno dei suoi tempi per introdurti le dinamiche di un mondo immaginario e nel frattempo mandare avanti la trama. Colpevole anche la presenza di diverse linee narrative che si alternano all’interno di ogni puntata, e che quindi talvolta smorzano i ritmi quando magari sembrano cominciare ad incalzare.

Le varie sottotrame le ho trovate tutte molto interessanti, forse la più debole quella dei Pelopiedi, che parte a bomba ma poi rimane sempre nello stesso punto, non avanza poi così tanto. Si riprende un po’ sul finale ma nella parte centrale viene un po’ accantonata. La mia preferita è invece quella delle Terre del Sud, che comprendeva quindi la storia di Arondir, Adar e Theo. L’ho trovata molto brillante, sempre con misteri da scoprire e mai noiosa. Con leggeri cali invece quella di Galadriel e Numenor, che ha preso molto spazio e abbraccia diversi personaggi, e quindi talvolta risulta leggermente pesante.

 La storyline invece di Elrond e Durin è invece molto interessante, ma forse troppo corta. La chimica che si crea tra i due personaggi è perfetta e anche gli elementi presentati sono intriganti. La questione del Mithril e del Balrog, del conflitto tra Durin e il padre e il personaggio di Nisa, sarà che i nani sono la mia razza preferita, ma tronare nelle aule di Moria mi ha veramente appagato. Ma anche quando ci si spostava al cospetto di Gil-Galad, non ci si è mai annoiati. I dialoghi di questa linea sono allucinanti, e nell’adattamento è stato fatto un ottimo lavoro.

Per leggere articoli simili, clicca qui.

La scrittura è sicuramente il trionfo della serie. Sono riusciti a mettere in scena intrecci narrativi che funzionano e a presentare personaggi tutti interessanti. Questa prima stagione è anche riuscita a costellarsi di misteri via via rivelati, e quindi a intrattenere invogliando lo spettatore ad andare avanti con la trama. Lo Straniero, il pugnale, Adar, Brownye e Arondir, Sauron, L’Abitante, Halbrand, Isildur. Tutti misteri gestiti a mio parere egregiamente.

Gli stessi personaggi sono tutti gestiti molto bene. Vengono esplorati le loro psicologie, le loro debolezze, i loro obiettivi, i loro punti di forza. Anche le ambientazioni sono, oltre che suggestive, ognuna diversa dall’altra, ognuna con caratteristiche che le contraddistinguono, ognuna portatrice di toni, temi e atmosfere diverse. Ed è un punto di forza il riuscire ad amalgamare tante trame diverse in modo molto organico, senza dare protagonisti e personaggi secondari.

Per me infatti, Gli Anelli del Potere è una serie che racconta le storie di personaggi provenienti da parti diverse della Terra di Mezzo, non più quindi di uno specifico gruppo di personaggi che si muove più o meno unitamente, o comunque relativo uno all’altro. Qua ad esempio le storyline dei Pelopiedi e di Elrond apparentemente per adesso sembra non abbiano alcun collegamento, anche se sono ambientate nello stessi universo.

E adesso ci aspetta una seconda stagione alla quale hanno apparecchiato un parterre di storie, personaggi e ambientazioni molto ricco. Mi aspetto ovviamente un po’ meno fanservice, necessario in una prima stagione, così come mi aspetto un po’ meno commercialità, nonostante non l’abbiamo praticamente mai vista, salvo minuscoli frangenti.

Serie Amazon SIGNORE DEGLI ANELLI cast confermato e chi NON ci sara

In conclusione, la serie è davvero un trionfo in tutti i campi e sembra anche avere il potenziale per diventare un colossal. La storia è interessante, i personaggi accattivanti, le atmosfere ad ampio respiro. Mai una sbavatura, mai un calo di qualità, mai impressioni di annoiarsi, insomma imperdibile. Spero davvero riesca a mantenere un livello molto alto e che il successo riesca a ripagare il budget molto cospicuo.

Qui il sito ufficiale di Prime Video per informazioni più ufficiose.

Vi ricordo di seguirci su tutti i nostri social, e che siamo in live su Twitch tutti i giorni tranne il venerdì e due sabati al mese.