SHE-HULK: prima stagione, la serie Marvel [Recensione]

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Recensione della prima stagione della nuova serie Marvel su Disney+ “She-Hulk”, con protagonista la cugina di Bruce Banner

È uscita la nona ed ultima puntata della nuova serie Marvel su Disney+ “She-Hulk”. Posso dire: finalmente!

Per me la peggior serie Marvel uscita fino ad adesso. Perché se la serie esordisce con una puntata tutto sommato interessante, nonostante il problema si risolva in una scena non mostrata, le successive sono un disastro su molti punti di vista. Il legal comedy che volevano presentare non ha personaggi secondari sviluppati, i casi delle singole puntate non sono interessanti, non ho mai riso a una singola battuta e non ho trovato nemmeno delle scene che mi fomentassero.

Ma soprattutto il problema di questa serie è il personaggio di She-Hulk. Troppo infallibile, con la vita troppo semplice, senza ostacoli nel suo cammino, e quando li incontra li supera senza troppi problemi. Non ha desideri, non ha bisogni, non si capisce insomma il punto di arrivo del suo cammino come supereroe. Deve convivere con la doppia forma? Deve decidere se essere She-Hulk o Jannifer? Deve accettare di essere una Hulk? Nell’ottava puntata, a mio avviso la migliore, si prova a mostrare il suo lato peggiore al mondo, ma con scarso successo, dato che non viene minimamente sviluppato nell’ultima. Era difficile mostrare un personaggio più fallibile? Anche perché a un supereroe perfetto non ci si affeziona nemmeno.

E so che magari molti mi diranno che è Jannifer quella con i problemi. Ma dai, è della combo che ci si affeziona, non di un solo alter ego. Le prime otto puntate preparano un finale da cui non sai cosa aspettarti. Tanti personaggi introdotti, pochi indizi chiari che presagiscono una conclusione poco efficacie. Non preparano infatti a un gran finale o lo scontro col cattivo, anche perché non si capisce chi è il villain. E poi il finale.

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La nona puntata alcuni l’avranno adorata, ma io l’ho odiata. Veramente una presa in giro, mi ha fatto pensare di aver sprecato il mio tempo. Forse a qualcuno sarà piaciuto vedersi qualche puntata così, per intrattenersi ma mi spiace io in una serie Marvel cerco qualcos’altro. È difficile chiedere una serie con una scrittura decente, un minimo appassionante, intrigante, coinvolgente? No, la supercazzolata finale. Cioè perché? Io lo sfondamento della quarta parete l’ho solo odiato, in tutta la serie. Fuori luogo, perculatorio, non divertente. Quando dice “preparatevi all’episodio filler”, come se gli altri non lo fossero stati!

 Peccato perché la serie aveva avuto ogni tanto, per caso, qualche spunto decente, come la questione della “Hulk donna” o la seduta psicologica di Abominio, oppure molte cose dell’ottava puntata. E anche Tatiana Maslavy non è stata malvagia come attrice, però il resto mi crolla tutto. Nemmeno avesse scene d’azione spettacolari o effetti speciali mozzafiato.

Quantomeno serie come Miss Marvel erano riuscite a creare un contesto intorno al protagonista interessante, figo, con personaggi sviluppati e trovate registiche notevoli. She-Hulk si limita ad accennare a personaggi spesso stereotipati e senza caratterizzazioni da invogliare lo spettatore a volerne sapere di più. E non riesco nemmeno a dire di voler vedere ancora questa She-Hulk. Perché dovrebbe interessarmene? La serie ha raccontato solo trame verticali e un’accennata trama orizzontale ogni tanto per sbaglio.

Se devo infatti provare a raccontare cosa raccontano queste nove puntate non saprei nemmeno andare avanti al “le origini di She-Hulk, la quale diventa avvocatessa e risolve casi”. Cosa racconta dunque questa serie? Quale è il messaggio? Perché dovrei vederla? E so che molti mi diranno che si tratta di una serie Marvel, ma io sono convinto che i supereroi abbiano ancora da dire qualcosa, siano ancora in grado di veicolare messaggi. E nel caso di She-Hulk non ci sono riusciti

In conclusione, la serie delude in tutti gli aspetti, non riesce a portare a casa la sufficienza, introducendo un protagonista troppo infallibile e dei personaggi secondari vuoti. Non riesce ad intrattenere nemmeno nei casi giudiziari su cui la serie dovrebbe reggersi. Per non parlare della comicità che non funziona nella maggior parte dei frangenti. Insomma, fa acqua da tutte le parti. Sconsigliata all’utente medio non interessato a recuperarsi l’MCU nel suo complesso.

Qui il sito ufficiale della Marvel per informazioni più ufficiose.

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SPACCAOSSA – [Recensione]

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Recensione di Spaccaossa, presentato alla Giornata degli Autori al Festival del Cinema di Venezia, primo film di Pirrotta

Il film è stato presentato alla Giornata degli Autori al Festival del Cinema di Venezia e ho avuto il piacere di vederlo in anteprima e di partecipare alla conferenza stampa a lui dedicata, in cui ho incontrato il regista, gli attori, i produttori e gli sceneggiatori, per cui ho potuto approfondire le tematiche del film insieme a chi ha partecipato alla sua realizzazione.

https://www.youtube.com/watch?v=r__zWpRi_jI

La pellicola è interamente italiana e presenta un cast notevole, guidato dal regista Vincenzo Pirrotta che ha dovuto conciliare il binomio regista-attore, poiché interpreta anche uno dei protagonisti di questa storia. Una storia a sua volta interamente italiana, che riprende un fatto di cronaca realmente accaduto a Palermo nel 2018. Le vicende raccontano infatti la storia di una banda di frodatori assicurativi che spaccano ossa a chi ha bisogno di soldi per dividersi i risarcimenti dello Stato con chi si faceva spaccare le ossa.

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Il tema trattato è quindi molto delicato, perché racconta uno spaccato della città di Palermo, in cui la povertà e la miseria spingono dei disgraziati a recarsi del danno fisico per ottenere qualche soldo in più. Ma la metafisica del film è solo uno sfondo di cupezza in cui regna la domanda “cosa siamo disposti a mutilarci per ottenere qualcosa?”. Un qualcosa che vediamo essere anche i soldi necessari per pagare i costi della festa di battesimo della figlia, quindi qualcosa di effimero, senza valore.

Ciò che viene mutilato non è solo un braccio o una gamba, ma è la dignità, che viene meno in quanto in un momento di dolore, di miseria e di assenza di speranza ci si affida alla criminalità, la quale toglie l’ultima cosa rimanente, appunto la dignità.

Tra punti di forza di questo film c’è sicuramente la coralità dei personaggi, messa in scena egregiamente da Pirrotta in quanto riesce a caratterizzare bene tutti i personaggi, distinguendoli bene per le proprie sfumature e i propri ruoli all’interno della storia.  Usando anche linguaggi più simili al teatro, ambiente da cui proviene, riesce a presentare quasi una tragedia Shakespeariana.

Tra i vari Lo Cascio, Bruschetta, Calcagno, spunta però a mio parere un eccezionale Filippo Luna, capace di trasporre un personaggio drammatico, fragile, pieno di sofferenze ma che risulta quasi simpatico allo spettatore, il quale prede parte all’esperienza diventando consapevole della disgrazia di Mimmo. Degna di nota anche Selene Caramazza, interprete di Luisa, personaggio a mio avviso riuscito, che porta con sé una fragilità e un peso sulle spalle, quello di tutte le ragazze che sono nella sua situazione.

Un altro merito del film è quello di raccontare tante tematiche, anche nascoste, però con forza, con decisione, senza vincoli e con vera schiettezza. Questo grazie anche a una trama molto articolata, che abbraccia appunto tanti personaggi, ognuno con la propria storia e il proprio sviluppo narrativo.  Si parla di ludopatia, di droghe, di adolescenza, di violenza domestica e di manipolazione. Sono accenni ma ne si sente all’interno della pellicola la gravità e quanto il regista si senta vicino a queste tematiche.

SPACCAOSSA

In conclusione, Spaccaossa è un film coraggioso che tenta a modo suo di raccontare delle atrocità, e ci riesce toccando quelle due o tre corde che riescono a rendere partecipe lo spettatore delle miserie dei personaggi e riescono a infondere il dubbio principale della storia su cui si fonda, come più volte citato dal regista e dagli sceneggiatori, il film, ovvero: “cosa siamo disposti a mutilarci per ottenere qualcosa?”.

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NOSTOS, il corto della Slim Dogs – [Recensione]

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Recensione del corto “Nostos” della Slim Dogs, presentato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia

Nostos è uno dei corti presentati alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia, prodotto dalla Slim Dogs e ideato da un loro fan. Eh sì, perché il corto ha fatto parte di un progetto feat. Cydonia chiamato “Short-Movie Live”, per cui la sua realizzazione è stata parzialmente mostrata in live sul canale Twitch @slimdogsproduction passo passo. Dall’ideazione della storia, alla sceneggiatura, alla preproduzione fino al set vero e proprio.

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Il corto racconta una storia di umanità in un futuro in cui l’umanità è sparita e i sopravvissuti alla crisi dei semiconduttori è costretta a cercare qualsiasi pezzo di tecnologia per poterlo scambiare al Mercante con viveri e oggetti utili. Ed in questo sfondo facciamo la conoscenza di due personaggi particolari, l’Uomo e la Ragazza, apparentemente legati da un qualcosa che però non sappiamo. E durante la ricerca di qualcosa da poter scambiare, ritrovano un Game Boy.

Ed è qui che la vicenda prende una piega diversa, perché si crea questo conflitto tra la Ragazza e l’Uomo, tra per chi un Game Boy non significa nulla e per chi invece è un pezzo della propria infanzia.

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Il corto si prende la calma e in 20 minuti racconta uno spaccato di un mondo futuro affidandosi solamente alle immagini. Non ci sono infatti battute, e ciò poteva rappresentare un problema, ma invece sono stati efficaci nel raccontare un’ambientazione diversa da quella normale, in cui si sono stabilite certe regole e che porta con sé tutte delle dinamiche particolari. Merito soprattutto delle scelte narrative che oltre a raccontare le vicende e quindi mandare avanti la trama, spiegano e fanno capire allo spettatore i meccanismi di questa società.

Ma non sarebbe bastato solo saper raccontare il mondo, serviva anche che, essendo muto, gli attori trasmettessero le giuste emozioni. E in questo Francesco Foti (il Cacciatore) e Aurora Giovinazzo (Freaks Out) sono stati magistrali. La sensazione di nostalgia per una partita a Nostos viene accompagnata da una sensazione di estraneità in maniera così vicina allo spettatore, che nonostante si senta distante da una versione post-apocalittica del mondo, riesce ad empatizzare con il personaggio dell’Uomo, e si lascia trasportare da un istintivo sorriso.

Il regista Mauro Zingarelli non rinuncia alla componente action, e ci mostra un combattimento degno di un blockbuster hollywoodiano, merito anche della fotografia pazzesca. È però la componente quasi fantascientifica una cornice al messaggio che il corto vuole veicolare.

Il messaggio parla chiaro, il nostos dei greci che partendo per il mare provavano verso la propria patri, lo riviviamo ai giorni nostri, in un’epoca in cui ormai tutto cambia velocemente, in una società liquida che ci mette un paio d’anni a spazzare via elementi divenuti di uso quotidiano per tutti sostituendoli con un nuovo, che però non ridarà mai le stesse sensazioni dei suoi modelli precedenti.

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Un omaggio agli anni 90 di cui forse non vedremo mai una replica, una dimostrazione che i videogiochi sono parte radicata della società, un esempio di freschezza di idee, di creatività e di voglia di rinnovare l’industria. Questo è, a parer mio, Nostos, a cui auguro il meglio in tutti i festival di cui farà parte, compreso quello di Venezia.

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Qui il sito ufficiale della SIC, per informazioni più ufficiose.

GLI ANELLI DEL POTERE – Easter Eggs delle prime due puntate

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Scopriamo gli Easter Eggs delle prime due puntate della nuova serie Prime Video “Gli Anelli del Potere”. Li sapevate?

Oggi sono usciti i primi due episodi de “Gli Anelli del Potere”, e scommetto che molti di voi si siano trovati un po’ spaesati di fronte a tutti questi nuovi nomi di personaggi o luoghi. Ma tranquilli, noi vi spiegheremo molto sommariamente quello che c’è da sapere per comprendere al meglio quello che si sta guardando.

I Pelopiedi, o Harfoots, sono una delle tre razze di Hobbit esistenti nell’universo di Arda, insieme agli Sturoi (Smeagol ne discendeva) e ai Paloidi. I Pelopiedi sono la razza più diffusa e quella più minuta. Hanno 96 anni circa di vita e presentano appunto peli sui piedi, come suggerisce il nome, barbe e pelle scura, così come i capelli. In origine abitavano le Montagne Nebbiose nella Valle di Anduin, successivamente migrarono fino a Colle Vento e poi anche fino a Brea.

Durin IV è il nome del personaggio che vediamo interagire con Elrond. Egli si dice sia la quarta incarnazione di Durin il Senzamorte, perciò probabilmente non è nemmeno il figlio di Durin III, perché di solito le incarnazioni saltavano una o due generazioni. Da lui discenderanno Thror II, Thrain II e Thorin II Scudodiquercia e Gimli.

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Valinor e il reame e la dimora dei Valar che si trova nel continente di Aman è il luogo in cui i Valar si rifugiano dopo la distruzione di Almaren da parte di Melkor al termine della Primavera di Arda. Nel Signore delgi Anelli viene chiamata come Terre Immortali, dove si recano Bilbo, Gandalf e Frodo alla fine del Ritorno del Re; questo perché vi dimorano solo le creature Immortali, ovvero gli Elfi, i Valar e i Maiar.

Ciascuno dei due Alberi era una sorgente di luce: Telperion emanava luce argentea ed aveva foglie scure (argentee su un lato), mentre Laurelin emanava una luce dorata, ed aveva foglie pallide screziate d’oro. La luminescenza di ciascun albero si alternava a quella dell’altro; in sette ore ogni albero raggiungeva massimo splendore per poi diminuire, e un’ora prima che lo splendore di un albero cessasse l’altro iniziava a emanare luce. Telperion cessava di splendere alla sesta ora e Laurelin alla dodicesima. Un “giorno” scandito dalla luce degli Alberi durava quindi dodici ore. C’era quindi due volte al giorno un’ora contemporaneamente di alba e di tramonto in cui le luci di entrambi gli alberi erano tenui e si fondevano armoniosamente insieme.

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Melkor o Morgoth, che viene nominato nel prologo di Galadriel, è il più potente tra gli Ainur appartenente alla schiera dei Valar. Non è questa la sede in cui spiegare chi sia Eru Iluvatar, chi siano i Valar e di cosa sia la Grande Musica, vi basti sapere che a causa della sua superbia, Melkor volle distaccarsi dal resto dei Valar e diventare il Signore di Arda. Perciò diventa una figura simile a Lucifero, per cui si fa travolgere dalla corruzione e inizia a raccogliere a sé molti Maiar come Sauron e i Balrog. Inoltre crea la razza degli orchi storpiando quella degli elfi. A un cerro punto distrugge anche i Due Alberi, di cui abbiamo parlato in precedenza.

Vi ricordiamo che è uscito un video su Youtube in cui approfondiamo meglio tutti gli Easter Eggs.

Inoltre vi ricordo che dal 5 settembre ci trovate in live su twitch tutte le settimane per parlare meglio delle puntate via via che escono.

Qui comunque trovate un sito molto consigliato dove potete spulciare meglio tutti gli argomenti di cui abbiamo parlato.

GLI ANELLI DEL POTERE: le prime due puntate [RECENSIONE IN ANTEPRIMA]

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Recensione delle prime due puntate della nuova serie Prime Video Gli Anelli del Potere, tratta dalle appendici de “Il Signore degli Anelli”

Grazie a Prime Video Italia ho avuto la possibilità di vedere in anteprima le prime due puntate; perciò, anche se non è ancora uscita, nella seconda parte farò degli spoiler molto leggeri su cosa ci viene mostrato.

La serie ha toccato quello che per molti è un mostro sacro, Tolkien, perciò anche prima dell’uscita si è creato molto scetticismo. La scelta molto coraggiosa degli autori della realizzazione di una serie che deriva da capolavori come i “Il Signore degli Anelli “, già con la loro fama e nulla da doverli aggiungere, abbraccia in toto le caratteristiche sia di Tolkien, sia di Peter Jackson.

Le prime due puntate godono di un budget immenso per una serie, perciò la fotografia quanto la regia, il cast e gli effetti speciali, sono di un livello veramente notevole. Da citare singolarmente la colonna sonora, da cui subito si viene catturati: epica, maestosa, azzeccatissima e parte della narrazione da quanto è coinvolgente. Dal punto di vista della narrazione sicuramente siamo davanti al primo prodotto seriale nell’universo di Arda, perciò ha i suoi ritmi, e forse è un po’ estraniante all’inizio, perché si è abituati alle vicende che hanno un obiettivo bene preciso, essendo sia LOTR, sia Lo Hobbit, un “viaggio”, con una meta ben precisa. Diciamo che per ora abbiamo una minaccia che incombe, ma chissà dove conduce. Altra caratteristica inevitabile della serialità è avere più linee tra loro non collegate, cosa che invece non avevamo nelle due trilogie. Dal punto di vista invece dell’impronta autoriale, si vede tantissimo la volontà di seguire Jackson, nei cambi di scena, nelle scelte di dialoghi e nell’utilizzo dei personaggi. In generale posso dire che è un esordio più che soddisfacente, che apre sottotrame interessanti e caratterizza bene i suoi personaggi. Vedremo cosa ci proporranno nelle successive puntate.

SPOILER LEGGERI

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Allora, wow! Ci terrei a parlare di quanto la serie sia “Tolkeniana” quanto “Jacksoniana”. Si ispira a Jackson in quanto l’incipit in primis, è narrato con i flashback del passato (tra l’altro vogliamo parlare di quanto sia figo e minaccioso Sauron) riprendendo entrambi i progetti precedenti. Gli Harfoot (o Hairfoot), che fanno da hobbit della situazione, hanno scene divertenti, ma allo stesso tempo ambigue. Le intere scene della festa di Biblo nella Compagnia dell’Anello, era piene di spunti comici, ma finisce con Bilbo che sparisce e vuole andarsene portandosi dietro l’anello. Anche qui le scene con gli Harfoot hanno l’intento di essere simpatiche ma c’è il Lupo, sta per arrivare la stella di fuoco e poi arriva la creatura.  Allo stesso modo le scene di tensione, come nella Compagnia dell’Anello le scene dei Nazgul erano quasi da horror, qui sia quelle all’inizio alla fortezza ghiacciata sia quando arriva l’orco nella capanna di Theo e Bronwyn.

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I dialoghi della prima puntata sono qualcosa di allucinante, riprendono sicuramente l’alto registro del libro, mantenendo l’aulicità dei personaggi. Molto presente è anche l’impronta di Tolkien. Importante nelle sue opere è la distinzione tra bene e male, comparata a quella della luce con l’oscurità, caratteristica molto cristiana per certi versi, che però appariva più in secondo piano nei film di Jackson. Qua in due puntate si parla spesso di questa tematica.

Con molta calma si prendono il tempo per raccontarti gli svariati personaggi attorno cui gira la serie, e lo fanno molto bene. Si esplora per la prima volta il mare, che porta con sé uno snodo narrativo piuttosto contorto a mio avviso, ma che per ora se n’è uscito discretamente. Allo stesso modo le vicende tra Elrond e Durin. Ho trovato inizialmente poco credibile il fatto che i due personaggi debbano fare tutta una tiritera inutile. Per il resto la narrazione convince ed intrattiene. Soprattutto piena di misteri che piano piano scopriremo, uno tra tutti quello che gira intorno alla strana creatura delle lucciole. Gandalf? Saruman? Perché è una degli elementi che si sono inventati. Infatti non dovrebbe corrispondere a nulla di quello citato, in teoria a Saruman ma non si sa.

Parlando degli attori, siamo a livelli veramente alti, quello che più mi è piaciuto è Aramayo che interpreta Elrond, nella prima puntata è uguale a quello di Weaving, nel modo di parlare, di rivolgersi agli altri elfi. Anche Clark come Galadriel mi è piaciuta un sacco. Due parole sulla sigla, a mio avviso molto scadente, ma sarebbe l’ultimo dei problemi. Ma che roba è? Ma cosa ci voleva a fare qualcosa di più decente? Vabbè. Parlando invece di Arondir, spero gestiranno bene il rapporto con Bronwyn perché potrebbe ricadere nel non necessario.

The Lord Of The Rings
The Lord Of The Rings

In conclusione, la serie promette bene, io spero si concentrino su una trama semplice che abbraccia più personaggi, poiché la mia più grande paura è che vadano a ricadere su forzature narrative e passaggi che non tornano. Ma sono fiducioso. Per ora la serie dimostra un potenziale enorme di diventare una serie fantasy d’eccellenza.

Vi ricordo che è uscito un video recensione sul nostro canale Youtube, e che dal 5 settembre per tutte le settimane siamo in live su Twitch per parlare via via delle puntate che escono, ma non solo.

Qui il video recensione su Youtube.

Per guardare la serie, clicca qui, troverai tutti gli episodi disponibili dal 2 settembre.

STRANGER THINGS st. 4, vol. 1 e vol. 2 [Recensione]

STRANGER THINGS st vol e vol Recensione

Recensione del vol.1 e vol.2 della quarta stagione di Stranger Things, terminata il 1° luglio, prodotta da Netflix

Si è finalmente conclusa la quarta stagione di Stranger Things con il rilascio del vol. 2 il 1° luglio. Dopo una prima parte molto convincente, posso affermare che Netflix si è superata, sfornando un finale perfetto con una qualità cinematografica.

https://www.youtube.com/watch?v=22j8um1XOHE

Se il volume 1 avevo soddisfatto, molti lo avevano trovato piuttosto lento all’inizio. Il volume 2, che dura un totale di 3h e 55 min, è praticamente 4 puntate, ma riesce benissimo a tenere la tensione e l’attenzione a livelli mostruosi. Sono state 4h che sono sembrate mezz’ora. L’impatto emotivo che riesce ad avere è davvero una montagna russa. La gestione dei propri personaggi, dopo 4 stagioni riesce a far commuovere, empatizzare e piangere. Ma parliamo della quarta stagione in generale.

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Il volume 1 soffre del problema di troppi personaggi. Sia chiaro, se si riesce a gestirli tutti bene, non è un problema ma qui Mike, Will e Jonathan risultano praticamente inutili allo sviluppo del plot. Ed inoltre la storyline di Hopper in certi frangenti viene presentata come una “Casa di Carta” in Russia: gli intrighi per entrare nel gulag, gli scambi di identità, poi la scena dove Hopper di colpisce il piede per liberarsi dalle catene è uguale alla guardia del corpo della Casa di Carta dove si colpisce il pollice…

Ma al di là di alcune sottotrame che sono risultate a tratti noiose, gli avvenimenti principali ambientati a Hawkins sono in realtà molto intrattenenti, ben scritti e ben realizzati. Anche il villain a sto giro sorprende. Ha una sua coscienza, delle motivazioni che lo spingono ad agire e non si tratta più del mostrone che agisce fisicamente, ma le sue vittime le prende psicologicamente. È per questo che poi hanno voluto aggiungere questa nota filosofica della musica.

I Duffer Brothers hanno attinto a piene mani dalla cultura pop anni ’80, molto di moda negli ultimi anni, e una componente molto presente e sentita è quella musicale. Nella mia interpretazione, hanno voluto omaggiare quell’elemento fondamentale in quegli anni, rendendola un antidoto mentale che riporta alla realtà. Questo espediente narrativo calza a tutti gli effetti con il tono della serie.

Stranger things nuovo trailer rivelato parte
Stranger things nuovo trailer rivelato parte

In conclusione, la CGI è di altissimo livello, la trama e le sue diramazioni sono ben scritte, i personaggi carismatici a cui è facile continuare ad affezionarsi (un po’ meno per Jonathan e Will) e il finale sbatte in faccia un cliffhanger davvero di alto livello che personalmente crea molto hype per una quinta stagione che non vedo l’ora arrivi. Stranger Things è una delle migliori serie degli ultimi tempi.

Qui il sito ufficiale di Netflix per informazioni più ufficiose.

Lightyear – La vera storia di Buzz [Recensione film]

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Recensione del nuovo film Pixar: Lightyear, il nuovo spin-off della saga di Toy Story sul personaggio di Buzz

Siamo tutti fin da bambini affezionati alla saga di Toy Story, e questo film arrivava dopo un quarto capitolo piuttosto divisore. Molti lo hanno apprezzato, ma altrettanti lo hanno ritenuto inutile. Perciò la pellicola era davvero da prendere con le pinze. Ma è stata all’altezza degli altri film?

Pixar torna nelle sale con un film senz’altro divertente, e che molto più di altri, ha le caratteristiche di un film Pixar: si piange, si ride e ci si diverte. Personalmente ho preferito la prima parte, anche se la seconda ha in serbo delle scene molto meritevoli.

Il lato tecnico personalmente è da elogiare e la regia ha soddisfatto. Alcune scene d’azione sono girate benissimo, anche meglio di alcuni blockbuster ad alto budget. Sicuramente hanno sfruttato al massimo la possibilità che ha l’animazione di creare scene fantascientifiche e fantastiche che sarebbero impossibili da girare nella realtà. Inoltre trovo azzeccata tutta la scelta di design dei personaggi e delle ambientazioni.

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Parlando invece della narrazione, ripeto la prima parte è stata molto convincente e è volata, la seconda invece l’ho trovata non troppo azzeccata in alcune sequenze, ma questo soprattutto perché i personaggi continuavano a subire le conseguenze del caso. In ogni azione che facessero venivano pervasi da una sfortuna incredibile e a una certa sembrava così assurdo da far risultare i modi in cui ne uscivano ridicoli. Ma si tratta proprio di sottigliezze.

Per quanto riguarda il villain, secondo me hanno sprecato un po’ un’occasione di fare qualcosa di davvero intrigante. Forse perché alla fine non era proprio lui il villain della storia, però quasi te lo presentano così.

È necessario però parlare anche della tematica che viene affrontata. Credo che sia il primo film indirizzato ai bambini che rappresenti, tra l’altro molto bene, il mondo dello spazio. Vengono spiegati infatti alcuni concetti all’apparenza difficili ma che per un bambino risultano invece comprensibili anche attraverso la controparte visiva. Non si tratta ovviamente di un Interstellar, Gravity (che è scientificamente sbagliato ma vabbè) o un The Martian. È presente la componente fantastica e fantascientifica però sicuramente è un modo per far avvicinare il giovane pubblico a campi come l’ingegneria aerospaziale o l’astrofisica.

Lightyear nuvo trailer

In conclusione, il film è molto carino e divertente, dispiace un po’ per lo scarso successo che sta avendo, spero che in futuro verrà rivalutato e riuscirà a diventare un cult del genere perché per gli appassionati secondo me merita. e comunque il doppiaggio di Malamchino non mi ha dato per nulla fastidio.

Vi ricordiamo che il 27 giugno saremo in live per parlare anche di Lightyear sul nostro canale twitch, perciò ti invitiamo a seguirci, e anche su tutti i nostri social

Qui il sito ufficiale di Pixar, per informazioni più ufficiose.

Star Wars: Obi-Wan Kenobi [Recensione completa della serie]

Star Wars Obi Wan Kenobi La recensione completa della serie

Recensione della miniserie targata Disney+ su Obi-Wan Kenobi in uscita dal 27 maggio in 6 puntate sulla piattaforma streaming

Tutti aspettavamo la serie tv su Obi-Wan Kenobi, se non per hype, sicuramente per l’iconicità del personaggio. Ma è riuscita a soddisfare le aspettative?

In 6 puntate da praticamente 35 minuti l’uno, hanno raccontato una storia piuttosto semplice e lineare, ma l’impressione generale è che non sia stata narrata adeguatamente. Il personaggio interpretato da Ian McGregor personalmente riesce a restituire le stesse atmosfere e sensazioni che susciterebbe un Obi Wan a metà tra Una Nuova Speranza e la trilogia prequel. Sicuramente da lodare il suo lavoro prima di tutto nella ripresa azzeccata di un personaggio ormai abbandonato da 17 anni, e poi per la sua performance ispirata che è riuscita a trattare adeguatamente Obi-Wan, reputato intoccabile dal fandome.

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A fronte di un esordio piuttosto convincente, i 3 episodi centrali prima del finale di stagione hanno, a mio parere, costituito il problema principale della serie. La regia di Chow non ha convinto sempre, ma soprattutto la serie è costellata di personaggi e sottotrame inutili. La storia principale è molto semplice: la Terza Sorella, mentre cerca i Jedi insieme agli altri Inquisitori, per catturare Obi-Wan, rapisce Leia per attirarlo. Lui la trova e riesce a fuggire. Viene quindi inseguito da Vader e gli Inquisitori fino a che non riesce a scappare e riportare Leia ad Alderan. Ma all’interno di questa narrazione lineare, gli episodi sono annacquati di scene e personaggi che non servono a nulla. In un episodio c’è solo la linea a. Praticamente non esistono altre linee narrative. Esistono solo scene con personaggi che non tornano più. Dal finto Jedi, a Tala, il quinto fratello e il Grande Inquisitore, e poi quel leader ribelle di cui non ricordo nemmeno il nome.

La cosa che più fa arrabbiare è che è un prodotto che non aveva nessuna fretta di uscire. Ok, sì per l’età degli attori. Ma è una storia ambientata nel passato di Star Wars. E alcune accortezze potevano essere gestite meglio. Cosa ci voleva a inserire una piccola storyline che intrattenesse un po’ di più. Fa veramente arrabbiare, perché il lato fanservice è fatto bene, alcuni personaggi sono realizzati bene, le stesse location. Leia tra tutti mi è sembrata azzeccata, non capisco perché in tanti la reputino diversa da come è nella trilogia classica. A me è parsa la stessa coraggiosa, ribelle e logica Leia di episodio 5.

star wars obi wan kenobi debuttera il maggio su disney

Se dovessi dire il mio episodio preferito, sarebbe scontato dire l’ultimo per il fanservice e il buon finale. Ma la conclusione e le motivazioni di Reva non le ho proprio digerite. È stato un personaggio che inizialmente sembrava ben caratterizzato, ma poi le sue scene sono diventate noiose e “quelle che vorresti skippare”. In conclusione, posso dire che devo ancora capire quale è la mia posizione sulla serie. Io credo che si possano apprezzare delle puntate e altre no, così come nella saga cinematografica ci sono dei film che apprezzo e altri no. Se devo parlare della serie nel suo complesso non posso dire che non mi abbia intrattenuto, ma nutro molto rancore per alcuni aspetti già spiegati.

Vi ricordiamo che il 27 giugno alle 21 siamo in live per parlare meglio di OBI-Wan Kenobi sul nostro canale twitch, perciò se ancora non ci seguite vi consigliamo di farlo, anche su tutti i nostri social.

Questo il sito ufficiale di Star Wars per informazioni più ufficiose.

HALO Prima Stagione [Recensione]

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Recensione della prima stagione di Halo, serie in uscita su NowTV dal 24 maggio 2022. Bastano 9 puntate per accontentare i fan?

Premetto che non ho mai toccato nessun gioco di Halo, anche se so che la storia è stata cambiata, perciò dovrei essere un po’ più nella situazione di chi lo ha giocato, ma la serie mi ha davvero colpito e adesso ho anche voglia di giocarlo. Ma quanto è figa la sigla? Parliamone nella recensione della prima stagione di Halo.

Il world building iniziale è stato davvero coinvolgente e avvolgente, i personaggi sono stati davvero ben caratterizzati, anche perché non si capisce molto bene fino alla fine se alcuni personaggi sono positivi o negativi. Ad esempio, Makee, Soren o la stessa Catherine. Inoltre, lo stesso UNSC all’inizio è una figura negativa per gli abitanti Madrigal, anche se poi capiamo meglio alcune dinamiche e quindi il personaggio principale non è più Kwan ma Master Chief.

La trama non è niente di mai visto, sconvolgente o trascendentale, ad esempio l’inizio ha ripreso molto le dinamiche di The Mandalorian, ma riesce comunque a seminare bene i suoi misteri e viene portata avanti in ogni puntata molto efficacemente. Tutta la questione di Halo e degli Spartan è stata gestita molto bene a mio parere senza che cadessero nei soliti cliché.

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Gli attori hanno fatto un ottimo lavoro, a partire dal come John, secondo me Pablo Schreiber è riuscito ad incarnare bene la sua aggressività ma allo stesso tempo la sua umanità. Ma in generale il cast ha convinto sempre. Un po’ meno la CGI, che soprattutto nell’ultima puntata mostra i limiti dei budget delle serie tv. Ma comunque per essere una prima stagione ha regalato gioie per gli occhi. Sì, le scene d’azione dell’ultimo episodio hanno fatto un po’ storcere il naso a molti, ma io credo che fosse inevitabile, altrimenti la soluzione era non farlo. Anche perché poi alla fine uno se lo fa anche andare bene. Più che altro quello che disturba è lo strano modo di muoversi dei personaggi, ma vabbè sorvoliamo e concentriamoci sugli aspetti più importanti.

Saliente è la scelta di inserire tanti elementi originari del videogioco (immagino). Ad esempio quella specie di dischetto argento che permette tipo di ologrammarsi in una stanza, ma questa è la mia interpretazione della sua funzione, ma non viene spiegato. È infatti ben bilanciato quanto si rifà al videogioco ed è quindi coglibile dai giocatori, e quanto viene spiegato e diventa comprensibile anche ai più ignoranti in materia.

Questo giusto mix permette una visione senza che lo spettatore sia propenso a giocare, e allo stesso tempo da tutti gli strumenti per infondere curiosità a provare il gameplay. Sicuramente la parte estetica dei costumi e del design delle location sarà fedele al videogioco ma ad esempio una scelta registica molto apprezzata è stata quella di mostrare la visuale di un videogiocatore con l’avatar di uno Spartan.

Halo Rivelati data di uscita e trailer ufficiale della serie TV
Halo

In conclusione, questa prima stagione è riuscita in 9 puntate a mantenere un certo livello di qualità, di distribuzione di scene action e di spazio ai personaggi, anche se avrei preferito approfondire meglio Kwan, però capisco la scelta. I twist sul finale sono molto azzeccati e il mezzo cliffhanger mi lascia molta curiosità di proseguire la storia, nonostante per me potrebbe anche finire qui. Non che non mi sia affezionato ai personaggi, ma vedo proprio un primo arco narrativo concluso.

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Cosa devi sapere prima di vedere Obi-Wan Kenobi

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Cosa devi sapere prima di vedere la nuova serie di Star Wars Obi-Wan Kenobi in uscita dal 27 maggio su Disney+

Il 27 maggio è in arrivo su DIsney+ la nuova serie su Obi-Wan Kenobi. Nonostante la gestione Disney del franchise di Star Wars non abbia sempre soddisfatto, c’è molto hype tra i fan per l’uscita, per questo occorre prepararsi alla serie con le cose che devi sapere prima di vedere Obi-Wan Kenobi.

Dopo le deludenti pellicole della trilogia sequel forse solo The Mandalorian è riuscito ad accontentare i fan, i quali sperano di vedere una serie che possa rendere omaggio al personaggio ma soprattutto che racconti una storia interessante sul mondo espanso di Star Wars. Ricapitoliamo quindi un po’ gli eventi precedenti alla serie e quello che dovremmo vedere al suo interno.

Guarda anche il nostro video su YouTube, in cui spieghiamo meglio ciò di cui stiamo parlando

Alla fine di Episodio III: La vendetta dei Sith, Darth Sidious, l’Imperatore, riferisce ai cloni l‘Ordine 66, attivando un chip che li porta ad aggredire e quindi uccidere i Jedi, inizialmente loro alleati. Obi-Wan (con pochi altri) riesce a salvarsi. Ma per proteggere i figli di Anakin, ora divenuto Darth Vader, deve restare esiliato su Tatooine. La serie Obi-Wan Kenobi è ambientata dieci anni dopo la Grande Purga, quando l’Ordine 66 ha sterminato Padawan e Maestri dalla Galassia. Mancano invece ancora nove anni agli eventi del primo episodio della trilogia classica, Una Nuova Speranza, quando Luke Skywalker ha 19 anni. Ben Kenobi sta tenendo d’occhio Luke su Tatooine. Non solo gli Jedi non ci sono praticamente più, il suo migliore amico e discepolo Anakin Skywalker ora guida un gruppo di Inquisitori, incaricati di distruggere gli ultimi frammenti dell’Ordine Jedi.

Leggi anche un nostro articolo, che trovi qui.

Nel cast della serie ci sono Rupert Friend nei panni del Grande Inquisitore, accompagnato da Moses Ingram come Reva, la Terza Sorella e da Sing Kang, il Quinto Fratello. I quali interpretano personaggi che i fan che hanno seguito la serie Star Wars: Rebels dovrebbero conoscere bene. In caso contrario ti spieghiamo un attimo chi sono.

Nella serie animata hanno il compito di combattere la Resistenza, usando la Forza e spade laser doppie e rotanti.. Questi personaggi hanno anche il diabolico compito di radunare bambini sensibili alla Forza per trasformarli in armi dell’Impero. Nel canone si conoscono 12 Inquisitori, apparsi anche nei videogame della saga. Ma sembra improbabile che appaiano tutti nella serie.

Cosa molto importante: non sono Sith, visto che di Sith ce ne possono essere solo due, Darth Vader e Sidious, l’Imperatore, contrapposti ad Obi Wan e Yoda. Questo perché nella Forza deve esserci un equilibrio. Infatti, vediamo spesso che i Sith sono lo stesso numero dei Jedi. Quando muore Darth Maul, muore Qui-Gon Jinn, quando muore Snoke muore Luke e così via. Non è una regola che vale sempre. Diciamo che la Forza tende appunto a bilanciarsi, quindi si parla anche di potenza. Un Jedi molto potente, così come un Sith molto potente, potrebbe concedere la presenza di molti più appartenenti al lato Oscuro o viceversa.

Tornando invece agli Inquisitori, sappiamo che il Grande Inquisitore faceva la parte dell’Ordine Jedi prima della Guerra. In particolare, era una Guardia del Tempio. Questi personaggi dovremmo riuscire a comprenderli anche senza aver recuperato l’universo espanso. Quindi se siete spettatori occasionali non preoccupatevi, la serie spiegherà tutto a dovere (spero…).

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How I Met Your Father [Recensione]

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Recensione prima stagione dello spin off di HIMYM (2022), How I Met Your Father, con protagonista Hilary Duff

All’annuncio dell’uscita dello spinoff di How I Met Your Mother tutti abbiamo pensato: “ce n’era bisogno?” Oltre alla paura di toccare un mostro sacro della sitcom la delusione per il finale da parte di molti fan non ha lasciato molte aspettative su questa serie ma quindi è bella o brutta? Ecco la nostra recensione.

La prima stagione ha solo 10 episodi, quindi, è chiaro che giudicare una prima stagione da 10 non è la stessa cosa che 24, le classiche puntate di una stagione di una sitcom. Ma sinceramente ho apprezzato niente scene dentale ho mai visto anzi penso che la maggior parte delle battute fosse già vista e rivista (la canzone dopo che uno si lascia c’è in tutte le sitcom!) e tra l’altro non ho mai davvero riso a nessuna battuta o situazione comica. Le poche volte che provano a fare qualcosa di originale ricadono nel cringe nel senso che ironizzano su abitudini contemporanee del mondo dei social e a mio parere ancora non fanno così ridere. Forse tra qualche anno quando saremo cambiati sì.

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Nonostante questo, la storia appassiona e riesce a catturare lo spettatore e costringerlo a guardare subito la puntata successiva. Ottimo punto di forza sono i personaggi. I sei protagonisti trovano un ottimo equilibrio all’interno della narrazione ma a mio parere ci hanno raccontato troppo su di loro: sul loro passato e le loro caratterizzazioni. Forse avrei preferito scoprirli di volta in volta. Sophie è perfetta, Jesse devono approfondirlo meglio, Charlie è un’ottima idea. Sid, Valentina e Ellen sembrano ben distribuiti. Certo è difficile trovare dei caratteri così nuovi: come HIMYM copiò “Friends”, qui alcuni personaggi sono proprio inquadrabili come i caratteri tipo, simili a quelli tipo già utilizzati precedentemente in altre opere del genere.

Dal punto di vista della trama ho trovato molti topos del genere, eventi che ritroviamo in molte altre serie, soprattutto negli intrecci amorosi, ma affrontati e raccontati con questi personaggi mi ha fatto un po’ rivivere quelle atmosfere di quando non sai come va a finire una storia d’amore che vorresti tanto andasse in un modo. Forse in queste prime 10 puntate sono andati troppo sulla macrotrama, invece che su episodi più filler, ma essendo il numero di puntate più esiguo, hanno puntato a far affezionare i personaggi più per le loro storie d’amore che per le vicende più quotidiane, cosa che si potevano permettere altre prime stagioni.

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how i met your father x

Ma non è certo un difetto, sono molto curioso di vedere un seguito e spero continuino per molte stagioni perché diventi un cult, a tal punto da affezionarsi ai personaggi così tanto da trovare divertente qualsiasi situazione comica, come mi succede per serie già concluse in cui mi sento già parte del gruppo.

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Moon Knight prima stagione [Recensione]

MOON KNIGHT PRIMA STAGIONE RECENSIONE

Recensione della prima stagione della nuova serie Marvel Moon Knight con protagonista Oscar Isaac in uscita dal 30 marzo 2022.

Bastano 6 puntate per raccontare così tanta carne al fuoco? Basta la buona recitazione di Isaac a rendere questa serie gradevole? Vi dico alcune, impressioni facendo spoiler, della nuova miniserie Marvel.

La stagione esordisce con delle premesse interessanti, i misteri ci vengono presentati in modo organico. Facciamo conoscenza con il protagonista interpretato da Oscar Isaac, il quale riesce a dare il giusto tono al personaggio. Conosciamo le sue dinamiche di vita, in quanto capiamo che non è una persona normale ma soffre di un problema non ancora ben identificato. Steven presto incontrerà Harrow, interpretato da Ethan Hawk, che sinceramente convince più quando è psicologo che quando interpreta il villain. Scopre così di avere una doppia personalità che può ricevere i poteri dal dio egizio Kunshu e trasformarsi in Moon Knight così da poter combattere l’antagonista Harrow.

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La serie però comincia subita fin dal primo episodio a mostrare caratteristiche tipiche dell’ MCU, più ridanciane e vivaci, che si discostano un po’ dalle premesse più drammatiche. Questi toni però stonano un po’ nel contesto generale della serie. Da un matto malato mentalmente che crea una sua personalità per controllare la sua collera dovuta alle frustrazioni infantili, alla gelosia per il fratello preferito dai genitori, alle violenze domestiche della madre, si passa a una dea ippopotamo che oltre a riuscire ad essere incoerente narrativamente avendo solo una manciata di battute, fa da comedy relief comportandosi in maniere imbarazzanti e per nulla adeguati al tipo di personaggio che dovrebbe essere.

Moon Knight non appare per episodi interi e alcune dinamiche nella parte centrale non sono ben chiare. Come non lo sono le regole di questo mondo. Non si capisce quali sono le condizioni degli dei, dei poteri degli avatar e dell’autorità delle divinità nei confronti dei loro avatar. Ad esempio nel finale vediamo Ammit che diventa enorme poiché ingerisce le anime dei morti giudicati dai suoi seguaci, ma subito dopo anche Konshu si ingrandisce nonostante non gli sia accaduto nulla.

Ma i veri problemi arrivano nel finale, in cui vediamo amplificati i principali problemi delle puntante precedenti. La sospensione dell’incredulità mette spesso alla prova noi spettatori. I personaggi infatti hanno reazioni agli eventi che accadono certe volte assurde, e succedono cose al limite della credibilità, come Layla che si intrufola in delle auto con al massimo una dozzina di altri uomini, il fatto che Konshu si faccia dare ordini da Layla.

Cosa ha l’asciato davvero l’amaro in bocca è il finale che non chiarisce molte sottotrame ancora aperte e si conclude con un cliffanger senza senso che lascia più domande che risposte, risposte che non vedremo mai credo, dato che la serie non prevede seconde stagioni, anche perché è la serie Marvel Disney+ con meno successo fino ad ora.

moon knight ecco il trailer della nuova serie marvel
moon knight ecco il trailer della nuova serie marvel

Ne parlo meglio nel video su Youtube, che puoi trovare qui, in ogni caso seguiteci su tutti i nostri social.

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Doctor Strange in the Multiverse of Madness [Recensione]

Doctor Strange in the Multiverse of Madness Recensione

Recensione del nuovo film dell’MCU Doctor Strange in the Multiverse of Madness (2022), diretto da Sam Raimi.

Il successo di No Way Home ha creato così tanto hype che è stato difficile arrivare in sala senza un po’ di timore per il film. Ma ora ne parliamo meglio in questa recensione spoiler di Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Il film stupisce dal punto di vista tecnico, credo che la Marvel non abbia mai raggiunto questa autorialità in un prodotto. Sam Raimi risulta infatti senza briglie, sfarzoso nelle inquadrature e nelle scelte registiche. La CGI convince in praticamente tutta la pellicola e si supera in alcune sequenze davvero strepitose. Non posso non parlare della trama, che a mio avviso nella sua semplicità, pur perdendosi un po’ nella parte centrale, riesce comunque a soddisfare considerando che per la prima volta al quarto prodotto col multiverso, questo viene gestito decentemente.

Cumberbatch mantiene il suo retaggio recitativo, ma chi per la prima volta al cinema ha la possibilità di esprimersi al massimo è Elisabeth Olsen, che finalmente non interpreta solo la Wanda drammatica e con dolori da sopportare, ma similmente a WandaVision, le viene concessa qualche scena più profonda e umana.  Ho apprezzato anche l’interpretazione di Xochitl Gomez nei panni di America Chavers. Ho trovato Wong sempre sul pezzo, interpretato da Wong (solo io mi sono accorto di questa cosa?), anche se sinceramente speravo morisse per lasciare il posto a uno Strange sempre più maturo e ormai in pace con se stesso riguardo al suo rapporto con Chistine Palmier, e personalmente quando cade dalla montagna e poi è risalito mi è un po’ dispiaciuto, soprattutto perché si salva con uno dei deus ex machina più cliché di tutti i cliché, ma vabbè.

Parlando un po’ della trama più nello specifico, il film parte di corsa, forse un po’ troppo, l’unica scena di respiro è quella del matrimonio, ma da lì in poi si viene trascinati in un continuo rincorrere persone o cose, ma sinceramente non risulta un punto negativo. La parte centrale però presenta alcune problematiche, sia con la gestione di Wanda, sia con quella Illuminati.

Personalmente questi ultimi li ho trovati un po’ buttati, forse perché ero curioso di sapere un po’ di più, e anche perché muoiono tutti come dei deficienti tranne Mordo, che in qualità di Stregone Supremo di quell’universo, viene sconfitto da Strange a causa di un rialzamento di pietra. Cosa? Vabbè, lo stesso vale per il Reed Richards di Krasinski, che da uomo più intelligente della Terra, fa uccidere Black Bolt in maniera davvero poco dignitosa. Ma tralasciando queste piccolezze, personalmente ho trovato nel personaggio di Scarlet Witch un po’ troppa “overpowerosità”. Insomma, capisco che è corrotta dal Darkhold, ma letteralmente non la ferma nulla, riesce a sconfiggere perfino lo stesso Xavier che mentalmente aveva frenato Jean Grey impazzita. Avrei preferito vederla fallire un po’ di più, così da alimentare il suo movente.

Però in generale, a parte il potere dell’amicizia nel finale, il film riserba scene allucinanti come quella della battaglia musicale, o delle ali fatte dai demoni, e tutte le altre scene horror con la cifra stilistica di Raimi. Il Multiverso è gestito un po’ meglio rispetto agli altri prodotti, ma è il quarto che presenta regole diverse. Una tra tutte che avevo anticipato anche nell’articolo sul “cosa devi sapere prima di vedere il film” che trovi qui, c’è il fatto che gli stessi personaggi nel multiverso hanno lo stesso aspetto fisico, mentre in No Way Home gli Spider-man hanno tutti facce diverse. Quindi speriamo riescano a rimanere su questa scia e non retconnino tutto perché tanto le spiegazioni le sappiamo: non ci avevano capito nulla nemmeno loro.

Multiverso della Follia Tutte le varianti di Doctor Strange
Multiverso della Follia Tutte le varianti di Doctor Strange

In conclusione, il film ha un’impronta registica molto presente e personalmente ho amato il taglio horror che Raimi ha voluto dare alla pellicola, osando anche un po’ invece di rimanere sui canoni classici dell’MCU. È un ottimo punto di ripartenza per una fase 4 per ora molto deludente.

E voi cosa ne pensate?

Qui c’è il sito ufficiale della Marvel per informazioni più ufficiose.

Marvel – Kevin Feige annuncia altri 10 anni di MCU

MARVEL – KEVIN FEIGE ANNUNCIA ALTRI ANNI DI MCU

Il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige annuncia la imminente pianificazione dei prossimi 10 anni di MCU

Nel 2008 usciva Iron Man 1, prodotto dalla Paramount. il film incassò 585 milioni di dollari, a fronte di un budget di produzione di 140. Nel 2022 il totale degli incassi de Marvel Cinematic Universe è di circa 26 miliardi di dollari. Dopo 14 anni di produzioni, al Cinemacon Kevin Feige ha annunciato la imminente programmazione dei prossimi 10 anni di MCU.

Avengers marvel MCU jpg
Avengers marvel MCU

Al momento i progetti annunciati sono davvero tanti, tra serie tv e film. Ma altri 10 anni di Marvel, sarà una scelta giusta? Solo nel 2021 abbiamo avuto per 9 produzioni Marvel (Black Widow, Shang Chi, Wandavision, Falcon and the Winter Soldier, Loki, What If, Eternals, Hawkeye e Spiderman No Way Home). Se pensiamo che dovranno andare avanti così per una decade arriveremo a una quantità di prodotti molto elevata. Se pensiamo che in 3 fasi i Marvel Studios hanno sfornato 23 pellicole in 11 anni, chissà dove arriveranno. Già le nuove generazioni per recuperarsi tutti devono sorbirsi parecchi film, anche se non importa guardarli tutti.

Se vuoi leggere di più sul MCU, qui trovi un altro articolo simile.

Dal punto di vista del commerciale, questo non è che un bene per il mercato attualmente in crisi e sinceramente questo si vede ogni qualvolta esce un film Marvel. Infatti i botteghini sono sempre guidati da loro, ma superando gli altri di parecchio, facendo respirare un po’ le sale, che ultimamente stanno subendo il fenomeno dello streaming. Poi sinceramente per chi non è appassionato non serve vedere tutto, quindi non è un problema di saturazione del genere.

Dal punto di vista narrativo invece la notizia ha un po’ fatto storcere il naso a tutti. Partiamo dal fatto che il media da cui provengono tutti i prodotti è il fumetto, il quale sicuramente di intrighi narrativi incomprensibili, di versioni alternative varie e di quantità di storie irrecuperabili è pieno. Ma bisogna anche dire che se nei film stand alone si comincia a parlare di personaggi che appaiono poi anche nelle pellicole più viste anche dal pubblico occasionale che si vanno a vedere No Way Home e Endgame e basta, allora lì è un casino.

Ma soprattutto, cosa vorranno raccontare che duri per tutto questo tempo. Già attualmente le storie cominciano ad essere un po’ simili tra loro e già hanno tirato fuori il Multiverso per riuscire ad ottenere una trama che attiri. Da qui a 10 anni cosa potranno fare di più? Il Multiverso che ti permette la comparsata finirà di essere un evento ma solo la normalità e il pubblico smetterà di vedere anche i grandi film.

Intanto Moon Knight per ora è la serie Marvel Disney+ meno vista tra le 6 già uscite. Il pubblico si starà già stufando? Io spero vivamente che riescano a gestire bene le storyline principali senza mischiarle troppo a quelle secondarie sviscerate nelle storie di eroi minori. Per ora sto in fissa perché sono uno di quelli che guarderà tutto, perciò datemene di più!

Il link ufficiale della Marvel per le informazioni più ufficiose.

Cosa devi sapere prima di vedere Doctor Strange 2

cosa sapere per andare a vedere doctor strange in the multiverse fo madness

Prima di andare in sala a vedere Doctor Strange in the Multiverse of Madness è bene fare un ripasso dei principali eventi

Il 4 maggio uscirà il nuovo film del MCU Doctor Strange in the Multiverse of Madness, che dovrebbe segnare un passo importante per la macro trama del grande universo inspirato ai fumetti della Marvel comics. Siamo tutti intrepide ed hyppati per l’uscita del film, ma è bene fare un ripasso degli eventi accaduti prima di lui per arrivare in sala preparati a tutti i possibili colpi di scena, poiché con la fase 4 l’intreccio si sta complicando sempre di più.


E allora cominciamo col protagonista, Stephen Strange, che abbiamo visto per la prima volta nel film a lui dedicato. Divenuto stregone riesce a prendere la custodia della gemma del tempo, ottenendo la carica di Stregone Supremo, gemma che perderà in Infinity War e riprenderà in End Game. Successivamente lo troviamo in No Way Home, dove aiuta Peter Parker a riprendersi il suo status di identità segreta. Qui apprendiamo che non è più Stregone Supremo ma lo è Wong, che abbiamo visto anche sul finale di Shang Chi. Inoltre abbiamo intravisto Strange anche nella serie animata What If, dove è dedicata una puntata alla domanda “cosa sarebbe successo se Doctor Strange avesse perso il cuore invece delle mani?” in cui vediamo lo Stephen malvagio, che dai trailer sembra essere presente anche nel Multiverso della Follia. Nel primo film incontriamo i personaggi di Christine Palmer, Karl Mordo e dell’Antico. La prima è la sua ex fidanzata e collega di lavoro, la quale friendzona il nostro protagonista, il secondo è uno dei discepoli più fedeli all’Antico, fino a quando non scopre che quest’ultima sfrutta l’energia della dimensione oscura per la sua longevità. Dopo la sconfitta di Dormammu, Mordo lascia le Arti Mistiche, deluso poiché non dovrebbero modificare la realtà per nessun motivo. Nella scena dopo i titoli di coda, decide di diminuire gli stregoni sulla Terra. Sappiamo del suo ritorno nel nuovo film di Sam Raimi perciò vedremo.

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Passiamo invece ad analizzare la storia di Wanda. Nella sua serie vediamo il suo sogno in cui vive a Westview con Visione e poi anche con i suoi due figli Billy e Tommy. Ma poiché tieni in ostaggio tutta la cittadina con i suoi poteri interviene lo S.W.O.R.D. che tenta di fermarla. A fine stagione Wanda scappa e si ritira tra dei boschi per studiare il Darkhold, il libro delle streghe. Nell’ultimo episodio di WandaVision vediamo infatti Aghata Harkness affermare che il potere di Scarlet Witch supera quello dello stregone supremo e che è destinata a distruggere il mondo. Cosa dobbiamo aspettarci da queste dichiarazioni?


Andiamo invece a parlare di Loki. Nella serie di più successo ci viene più o meno spiegato come funziona il multiverso. Ci vengono infatti introdotti il concetto di Evento Nexus. Un Evento Nexus è un momento si viene a creare la ramificazione della linea temporale. La TVA monitora l’intera storia alla ricerca di eventi nexus, e interviene per distruggere le diramazioni e assicurarsi che ci sia una sola Sacra Linea Temporale. Gli agenti della TVA svolgono questo lavoro per conto dei Guardiani del Tempo, al fine di prevenire una Guerra Multiversale. In realtà sembra che nemmeno loro ci abbiano capito qualcosa. Infatti pare che il Multiverso preveda varianti tutte uguali, poiché le ramificazioni avvengono ma l’aspetto delle persone non dovrebbe cambiare. E finché si parla di Loki che è un mutaforma va bene, ma quando poi vediamo Thor, o gli Spider-man con aspetti diversi, ci viene da pensare che nemmeno in questo film verrà spiegato bene il concetto di Multiverso. Però in teoria quello che dovremmo vedere è coerente con questa logica.

Vi ricordiamo che è uscito sul nostro canale Youtube il video riassunto. Lo trovi cliccando qui.

cosa sapere per andare a vedere doctor strange in the multiverse fo madness
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Parliamo un secondo di Xavier. Quello che sappiamo è che Patrick Stewart ci sarà. Perciò possiamo ipotizzare che la sua entrata in scena non sia minimamente collegata a nessun evento in particolare avvenuto nella saga mutante. L’ultimo film in cui è apparso il suo Xavier è stato infatti X-men: giorni di un futuro passato (anche se ha fatto una comparsata anche in Logan).
In conclusione, la trama la sappiamo di già, perciò non ci resta che andare in sala e scoprire cosa ci riserva il nuovo film di Sam Raimi.

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Animali Fantastici – i segreti di Silente [Recensione]

animali fantastici i segreti di silente recensione

Recensione del terzo capitolo della saga di Animali Fantastici – i segreti di Silente, ambientato nel mondo di Harry Potter

Se siete appassionati del franchise di Harry Potter, avrete sicuramente sentito parlare della saga di Animali Fantastici, il cui terzo capitolo sbarca in Italia il 13 aprile 2022, per la regia di David Yates con il titolo “i Segreti di Silente”.

La pellicola arriva dopo un deludente secondo film, che lascia tanto amaro in bocca poiché si discosta dal precedente per tematiche e struttura narrativa. Ma per fortuna torna alla sceneggiatura Steve Kloves dopo aver scritto tutti e 8 i capitoli di Harry Potter, con una trama soddisfacentemente “tappabuchi”. Il film gira tutto intorno all’elezioni del leader del mondo magico, contesa inizialmente da Vicência Santos e Liu Tao, ma successivamente si aggiunge come candidato Grindelwald, ritenuto non più ricercato per insufficienza di prove. Perciò Silente riunisce un gruppo formato da Newt Scamander, il fratello Theseus, Yusuf Kama, Jacob Kowalski, Bunty e la professoressa Hicks, poiché è ancora legato dal patto di sangue con Grindelwald. I sei protagonisti devono riuscire a impedire che Grindelwald venga eletto.

Il film si presenta come un terzo capitolo un po’ più impegnato rispetto ai primi due, poiché va a trattare temi come la politica, che sinceramente ho apprezzato. I film di Harry Potter è noto siano per un pubblico più giovane, perciò penso che alzare il target sia stata una mossa vincente, così da permettere un’esplorazione del mondo magico anche nel fronte della politica. Finalmente gli animali fantastici tornano un minimo protagonisti dopo che nel secondo episodio erano stati lasciati un po’ in secondo piano e nuovamente ha senso che chi debba combattere uno dei più potenti maghi di sempre siano un semplice magizoologo.

Dal punto di vista tecnico, infatti, la qualità soddisfa visivamente e le inquadrature ad ampio respiro affascinano, oltre a farti innamorare di nuovo di questo universo. Dal punto di vista narrativo riesce a rimarginare alcuni squarci lasciati dalle precedenti pellicole, ma non riesce a distaccarsi da alcuni elementi già introdotti. Il problema qui ritorna ad essere Credence, che ancora una volta si conferma essere un personaggio problematico a livello di scrittura. Cosa che invece non è il Silente di Jude Law, il quale riesce perfettamente ad incarnare un Albus strepitoso, veramente da brividi. Un dilemma è invece il Grindelwald di Mads Mikkelsen. Il danese riesce a fare suo il personaggio e reinterpretarlo con grande personalità, ma a tratti sembra che facendo l’inevitabile paragone con Depp, il precedente attore spicchi per carisma e non si riesca a non preferire la star Hollywoodiana cacciata per le dispute con la moglie. Causa lo è anche il modo di vestire, che in questo film come nei precedenti rappresenta a mio avviso una pecca. I maghi, infatti, sono vestiti in maniera simile ai babbani, anzi, fin troppo.

Se vuoi leggere altri articoli sulla produzione legati a Depp e alle riprese qui trovi quello che cerchi.

Quello che invece era apprezzato del Grindelwald di Depp era l’aspetto da mago. Ma non solo. Era più logico, più strategico, non sapevi mai che cosa aspettarti perché era imprevedibile. Qui invece sembra addirittura stupido, facendo imbucare Yusuf Kama nella sua comitiva nonostante egli fosse palesemente una talpa. Chi invece si riconferma un ottimo personaggio è il Newt Scamander di Eddie Redmayne, che convince ancora una volta, ed inoltre sorprende l’esplorazione del suo personaggio in tutte le sue sfaccettature.

Animali Fantastici
Animali Fantastici

Il film dunque per quanto mi riguarda non salva il franchise, a causa delle sottotrame inutili e inconcludenti, alcune scene davvero insensate e personaggi ancora problematici, riesce a farti vivere veramente poco della parte avventurosa del brand, di cui avrebbe molto bisogno, soprattutto per la componente animali fantastici. I personaggi sono trattati veramente male, le loro dinamiche sono senza emozioni,  senza un preciso focus sul soggetto della narrazione. Gli eventi sono spesso tralasciati senza essere spiegati. Il lato fanservice è davvero gestito da cani. Alcune scene sono incomprensibili e illogiche, e addirittura alcuni personaggi non sono utili in nessun modo ai fini della trama. In conclusione possiamo dire che Animali Fantastici i Segreti di Silente spreca ancora una volta l’occasione di raccontare una bella storia ambientata nel favoloso mondo di Harry Potter.

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