Rivelato finalmente il titolo del terzo capitolo di Spider-Man: No way home

Finalmente è stato svelato, No Way Home è il vero nome del terzo capitolo della trilogia di Spider-Man con Tom Holland. Il film uscirà nelle sale il 17 dicembre

Nella tarda serata di Martedì sul profilo di Holland, l’attore ha rivelato, in un post su instagram, il sottotitolo del terzo capitolo, Spider-Man: Phone Home.

In un post separato la co-star Jacob Batalon ha condiviso una foto del set con un titolo diverso del film, Spider-Man: Home Wrecker? Qualcosa non torna.

E in più Zendaya ha postato, sempre su Instagram, un altro titolo, Spider-Man: Home Slice.

Alla fine però è stato rivelato il vero titolo del film, Spider-Man: No Way Home. Ma tutti questi titoli cosa vogliono dire? Che siano la premessa ad un multiverso presente nei film?

Ci sono stati diversi riferimenti al multiverso nei film Marvel, basti pensare a Mysterio che diceva di essere venuto da un’altra terra oppure Quicksilver in Wandavision. Ma tutti questi sono stati apparentemente smentiti, o forse no?

Fatto sta che Spider-Man 3 promette di essere il più grande episodio di Spider-Man:

“Il film è incredibilmente ambizioso e sono lieto di poter dire che ce l’abbiamo fatta”, ha detto recentemente Holland a Yahoo. “Sta andando davvero bene. Abbiamo guardato una scena di combattimento che avevamo girato poche settimane fa, e non ho mai visto una scena di combattimento del genere nell’MCU. Sono davvero entusiasta che il pubblico lo veda “.

[ FUMETTI ] Quello che vi consiglio – Rising Stars

In un mondo come il nostro, ricco di testate fumettistiche a tema supereroi, ci sono poche opere, che non siano di casa Marvel o DC Comics, a portare innovazione e una ventata d’aria fresca al lettore.

Rising Stars di J. Michael Straczinsky ci riesce, e anche bene! Uscita in Agosto del 1999, conclusa in 24 volumi nel 2005 e disegnata da molteplici artisti, questa storia che parla di come dei bambini sono diventati per puro caso “speciali” e di come l’uomo sia malvagio, egoista ma anche eroico, oggi è racchiusa in un bellissimo Omnibus pubblicato da Panini Comics, di cui vi lascerò il link per l’acquisto a fine articolo.

La storia inizia nella lontana Pedersen, Illinois, tipica cittadina americana dove durante una tranquilla notte una sfera d’energia di grandi dimensioni si abbatté sul piccolo paesino.

I bambini che si trovavano nel ventre materno e quelli concepiti in quella notte, al momento dell’impatto con la sfera di energia, acquisirono dei poteri. Questo fatto anomalo e mai visto prima, mobilitò il governo che in poco tempo riuscì a riunire tutti i bambini che manifestarono dei poteri, che divennero i 113 Specials.

I bambini segregati in una sorta di “scuola speciale”, furono oggetto di studio ma furono anche istruiti, cresciuti e addestrati dal governo, ognuno di loro aveva un potere unico che poteva essere la superforza, la telecinesi o riuscire a comandare un elemento. Una volta diventati adulti, gli ormai cresciuti bambini, imboccarono diverse strade, molti di loro continuarono a vivere una vita normale tentando di nascondere le proprie abilità, altri invece impiegarono il proprio potere per fare del bene, altri ancora invece, scelsero la strada del male.

“Alcuni sarebbero divenuti stelle, comete, bruciandosi in breve tempo. Pagliacci, uomini d’affari, eroi, criminali, assassini. La forza ci cambiò tutti in modi diversi ma non possiamo darle la colpa di ciò che accadde…”

John Simon, il nostro protagonista e uno degli Specials, nasconde un terribile segreto. Un segreto che lo ha costretto a tenersi lontano dai suoi compagni “speciali” per riuscire a compiere il suo destino. E sarà proprio John Simon, unico superstite dei 113 specials, a raccontarci la loro grandiosa e avvincente storia, il loro passato ed il futuro che hanno tentato di costruire per la razza umana. Verremo a sapere di come le strade degli Specials si sono incrociate di nuovo quando uno di loro è stato assassinato, portandoli a dubitare la lealtà degli altri eroi e a temere per la prima volta le loro vite.

Rising Stars è un opera che consiglio vivamente a tutti gli appassionati del mondo supereroistico, racchiusa in questo fantastico Omnibus, cartonato e tutto a colori… buona lettura.

Dissipatori ad aria o a liquido? Cos’è meglio per il gaming nel 2021

Da alcuni anni a questa parte abbiamo visto l’insinuarsi del nuovissimo metodo di raffredamento a liquido della CPU con stile ed efficacia. I radiatori sono ormai in voga fra i gamer professionisti, i quali ritengono che questo metodo di raffredamento sia più efficace e scenico rispetto a quello ad aria.


Di fatto:

  • c’è una maggior dissipazione di calore nei modelli a liquido
  • l’utilizzo di ventole aggiuntive nei dissipatori a liquido permette una minore manutenzione nel tempo
  • possibilità di customizzazione ed espansione del dissipatore anche ad altri componenti del pc
  • overclockabilità

Molto interessante, se non fosse per il fatto che i dissipatori a liquido siano fra i più costosi in assoluto, arrivando anche a costare svariate centinaia di euro. E non è tutto:
i dissipatori a liquido, a differenza di quelli ad aria, hanno una maggiore probabilità di malfunzionamento col tempo se non tenuti in perfette condizioni, andando anche in alcuni casi a danneggiare le altre componentistiche del computer rischiando di distruggerle completamente. Il liquido infatti potrebbe fuoriuscire dai canali appositi e riversarsi sulle parti più fragili o connesse elettricamente.

La controparte a questo modello ad alta praticità, sono i dissipatori d aria, i quali:

  • sono molto meno costosi di quelli a liquido
  • in caso di malfunzionamenti, non rischiamo di compromettere l’intero sistema del pc
  • sono anche queste personalizzabili con varie luci RGB
  • sono comunque molto utili e dissipano il calore in maniera pressoché efficiente

Generalmente i pc preassemblati vengono venduti con i dissipatori ad aria già montati sulla CPU e sono più che discreti. Fanno un ottimo lavoro, mantenendo la temperatura sempre sotto i 50 gradi, che per delle semplici ventole sono davvero pochi.
Potremmo però montare dei dissipatori esterni aumentandone la dispersione del calore come per esempio l’ ARCTIC Freezer 50 venduto con la pasta termica inclusa e la multicompatibilità con i processori si AMD che Intel. Abbiamo anche la possibilità di controllare le luci A-RGB montate accanto alle doppie torri a 6 tubi di calore che offrono una maggior superficie di raffreddamento. E’ dotato poi di due ventole che funzionano nella configurazione push-pull. Il tutto per 60 euro.


Molto simile al Freezer 50 è il BK021 della Be Quiet!, che si differenzia per il poco rumore emesso (quasi inesistente) e per la compattezza del dissipatore stesso che è facilmente incastrabile fra i vari componenti del computer. La multicompatibilità con i vari tipi di processori è presente assieme anche alla personalizzazione dei colori delle luci. La cifra è poco superiore alla Freezer 50, arrivando a sfiorare i 70 euro.


Volendo invece passare ad un modello di raffreddamento a liquido, posso sicuramente consigliarvi il MasterLiquid Lite 240 della CoolerMaster. Molto sottile e facile da montare, silenzioso e utile anche per gli overclock grazie alla sua pompa a dissipazione doppia che permette di isolare il calore. I tubi di grosso spessore consentono angoli acuti o curve strette senza compromettere il profilo interno per garantire un flusso d’acqua continuo e in oltre anche questo modello è multicompatibile. Il prezzo è accessibile a tutti. Si parla infatti di 50 euro.

Attack on Titan- Braun fra i migliori personaggi? (SPOILER ALERT)

Nonostante nelle ultime puntate della nuova stagione Braun insieme ai suoi compagni di Marley sia sparito, per ovvi motivi di narrazione, inizialmente la sceneggiatura si era molto concentrata su di lui, sia sotto un punto di vista chiave nella storia, ma anche dandogli il giusto spazio biografico e psicologico. Personalmente ho apprezzato questa scelta, perché per quello che avevamo visto nelle stagioni precedenti, Braun non era mai stato approfondito cosi bene, e per quanto mi concerne, è un personaggio che merita molto e adesso vi spiegherò perché, mettetevi comodi.

Nelle precedenti stagioni Braun ci era stato presentato come un personaggio serio, austero e tutto d’un pezzo, con un forte senso del dovere. Inizialmente si pensava che tutta questa dedizione fosse rivolta al corpo di ricerca e alla popolazione nelle mura, tuttavia poi si è rivelato un soldato fedele di Marley, uno dei guerrieri scelti dalla madre patria. Il suo modo di essere, la sua visione del mondo e dei doveri di un uomo, lo hanno reso una figura carismatica sui generis da prendere come riferimento per tutti i suoi compagni, agli occhi di un giovane e ignaro Eren, sia nei confronti del suo amico Berthold.

Con le nuove puntate sono emersi interessanti aspetti del personaggio, sia come scelta stilistica, ma anche come scelta narrativa, permettendo allo spettatore attento di apprezzare un’evoluzione caratteriale del personaggio, che poche serie animate possono offrire.

…dietro a quell’ammasso di muscoli e serietà, si nasconde un animo fragile, distrutto, segnato irreversibilmente dagli orrori che ha visto e dovuto commettere…

A tre anni di distanza dopo gli eventi per la riconquista di Shiganshina, Braun è notevolmente cambiato, ormai uomo adulto, membro rinomato dell’esercito di Marley, è un esempio per tutti gli eldiani, e i giovani guerrieri come Gabi, che potrebbero diventare i nuovi possessori dei Giganti Mutaforma, ma dietro a quell’ammasso di muscoli e serietà, si nasconde un animo fragile, distrutto, segnato irreversibilmente dagli orrori che ha visto e dovuto commettere in nome di una causa che fino a quel momento gli aveva concesso la forza di adempiere al suo dovere. Se vogliamo vederlo in chiave più realistica, Braun al giorno d’oggi sarebbe un soldato che soffre di stress post traumatico, causato dalla guerra, le persone che ha ucciso, le persone che ha tradito in nome di un’idea, quella di Marley, la nazione “giusta” che combatte i demoni, nella quale ormai non si riconosce più, non gli conferisce quel senso di sicurezza che aveva prima, forse perché come tanti altri personaggi, ha capito che la guerra che stanno combattendo è insensata.

A differenza di altri marleyani Reiner ha condiviso il pane, ha condiviso storie e sentimenti con i “demoni” di Paradise, li ha visti crescere come lui, ha contribuito alla loro maturazione, soprattutto per quanto riguarda Eren, e si è reso conto del semplice fatto, del sacrosanto fatto, da cui prendere ispirazione nella nostra vita di tutti i giorni, che siamo tutti uguali, uomini e donne alimentati dagli stessi sogni e desideri.

I ricordi passati della sua infanzia difficile, segnata dall’abbandono e totale rifiuto del padre marleyano, le difficoltà affrontate durante l’addestramento per conseguire il Gigante Corazzato, la morte di Marcel nella prima missione su Paradise, sono solo alcuni degli elementi che vengono a galla nella mente ormai segnata e turbata di Reiner. I fantasmi del passato lo tormentano, impiantano in lui il seme della disperazione, facendo nascere la consapevolezza che potrà trovare la pace soltanto nella morte, mai stata così vicina durante l’attacco di Eren nel distretto di Liberio. Proprio in quei frangenti, anche quando ormai sembrava finita per lui, ecco però emergere la sua vera natura, la sua vera forza, si risveglia dallo stato di incoscienza nel quale era finito: il desiderio di non vedere più morte lo animano nuovamente, permettendogli di trasformarsi in Corazzato per difendere il suo compagno Galliard, in procinto di essere divorato da Eren. In questa circostanza però, la sua trasformazione pecca di forza e completezza, il gigante forte e potente che avevamo apprezzato nelle precedenti stagioni, lascia spazio ad un titano debole e misero, proiezione fisica dello stato d’animo deturpato di Braun.

Eravamo stati abituati a vedere Reiner come un carnefice, un villain contro il quale il nostro “amato” protagonista Eren in un secondo momento, magari con una epica battaglia, avrebbe combattuto dando meritata giustizia alle persone morte per mano del Corazzato. Nonostante Braun abbia tutte le sue colpe per essersi macchiato di crimini orribili, se proviamo a vedere il suo punto di vista, a guardare attraverso i suoi occhi, non vediamo soltanto un mostro, ma una vittima.

Sottoposto per tutta la vita alle pressioni e indottrinamenti da parte di Marley, è stato costretto a pensare che lui, come gli eldiani e i demoni di Paradise, fossero dei mostri da combattere, diversi in tutto e per tutto, con un retaggio di morte e distruzione, destinati ad essere annientati. Cresciuto con questi ideali difficili da cancellare, si è scontrato poi con la verità sul mondo esterno e sugli abitanti di Paradise, persone non diverse da lui e dal popolo di Marley, . È una metafora interessante con la nostra realtà contraddistinta dalla globalizzazione, flussi migratori di popolazioni ed eterogeneità delle società, che generano purtroppo sentimenti di astio tra la persone, paura nel prossimo cosi “diverso” da noi, e senza che ce ne accorgiamo, da un momento all’altro, potremmo renderci conto di essere un qualunque Reiner Braun, da sempre avverso contro chi crediamo spaventoso e terribile, solo perché non lo conosciamo ed è diverso da noi.

Tre serie comico – romantiche da vedere su Netflix


“Master of None” – 2 stagioni

(2015 – in produzione)


“Capace in tutto, maestro di niente”: la serie scritta, prodotta e interpretata da Aziz Ansari si basa proprio su questo concetto; una serie capace di raccontare con creatività e credibilità la vita di un trentenne a New York che, come tutti noi, è in continua ricerca della giusta strada da intraprendere.

Vengono affrontati temi complicati come il razzismo, l’immigrazione, l’amicizia e l’amore attraverso una comicità geniale, capace di portare lo spettatore a ridere ma allo stesso tempo anche riflettere.

La vita professionale e quella sentimentale non sempre vanno di pari passo, spesso siamo costretti a fallire ripetutamente prima di trovare la giusta direzione e in questo Dev Shah (Aziz) è un maestro.


“Love” – 3 stagioni

(2016 – 2018)


Creata da Judd Apatow e Lesley Arfin con Gillian Jacobs e Paul Rust, Love è una commedia – romantica che tratta il classico tema dell’amore con grande originalità, senza perdersi nei tipici cliché. Grazie a l’ottimo lavoro di scrittura la serie è in grado di raccontare senza problemi la storia e l’evoluzione dei protagonisti, riuscendo, fin dalle prime puntate, a far immedesimare il pubblico con i caratteri dei personaggi.


Gus e Mickey sono due ragazzi in apparenza completamente diversi: lei impulsiva e sregolata mentre lui calmo e ordinario, entrambi però sono da poco usciti da due storie finite male e questo permetterà loro di trovare un punto in comune dal quale partire.

I due finiranno col vivere una relazione particolare, ricca di bizzarre e divertenti avventure.


“After Life” – 2 stagioni

(2019 – in produzione)


La serie è diretta, scritta e prodotta da Ricky Gervais.

Tutto ruota intorno a Tony (Ricky), un uomo di mezza età che si rifugia nella solitudine dopo aver perso la moglie per via del cancro. Sempre più depresso e malinconico decide che la vita non ha più senso, non c’è più un motivo per impegnarsi in qualcosa, per essere gentili, essere felici. Col tempo diventa sempre più cinico, non gli importa di ferire le persone perché lui sta soffrendo e non ha più uno scopo se non quello di prendersi cura del cane. La comicità della serie si basa proprio su questo, sul dolore del protagonista che si muta in battute e cattiverie.

Tutto ciò lo porterà ad affrontare una serie di divertenti e alquanto strane situazioni che gli permetteranno di fare nuove conoscenze e di rivalutare aspetti della vita a cui prima non dava importanza.

Tony nel corso della serie capisce che non si vive solo per se stessi, si rende conto che non è completamente solo e che forse vivere per rendere felici chi ti sta in torno può essere una valida motivazione per andare avanti.

SUPER MARIO 3D WORLD+BOWSER’S FURY – Recensione

Quando uscì originariamente nel 2013, ammetto di non essere riuscito ad apprezzare fino in fondo Super Mario 3D World: il titolo non aveva nulla di male, anzi, ma l’uscita ravvicinata di Super Mario 3D Land – ed una somiglianza ben più che marcata – non mi avevano fatto innamorare di quel gioco, che nel corso degli anni successivi si era portato dietro la pesante croce di unico titolo di Mario da me non completato, nemmeno fino ai titoli di coda. Di certo non aveva aiutato nemmeno la sua uscita sulla sfortunata WiiU, ed un generale senso di disappunto legato ad un titolo da cui, probabilmente, ci si aspettava l’impossibile: salvare la morente console. È dunque una fortuna che Nintendo, per celebrare i 35 anni del suo meraviglioso idraulico baffuto, abbia deciso di riproporre proprio 3D World, per far riscoprire al mondo questa gemma perduta, e da molti ingiustamente ignorata, accompagnandola però con un ulteriore, fiammante contenuto, interamente nuovo: Bowser’s Fury. Come se la sarà cavata questa avventura mariesca, dopo 8 anni? E come sarà questo misterioso Bowser’s Fury? Seguitemi per scoprirlo!

  • 3D World: Un gioiello rispolverato

Partiamo subito con il dire una cosa: Mario non invecchia. Il tempo non si applica ai titoli di Mario, che sono apprezzabili ora come al tempo della loro uscita, ovviamente chiudendo un occhio su qualche elemento figlio del tempo della loro uscita (sto guardando proprio te, telecamera ingestibile di Super Mario 64…). Super Mario 3D world non fa alcuna eccezione, ma anzi, giova del tempo passato dall’uscita del suo diretto predecessore, Super Mario 3D Land: questa riedizione infatti permette di godere di questo Mario come fosse una vera novità rispetto alla sua originale uscita.

Insieme a Peach, Luigi e Toad, Mario deve salvare la Princifata “Sprixie”: il Regno delle Fate è stato attaccato dagli sgherri di Bowser, il quale sta rapendo tutte le principesse fate che vi abitano rinchiudendole in un barattolo. Saltando dentro un magico tubo trasparente, i nostri eroi quindi partiranno per questa nuova avventura, nel tentativo di mettere i bastoni fra le ruote al malefico carapace spinato, più agguerrito che mai.

fonte: Nintendo via Ilvideogiocatore.it

Super Mario 3D World, così come 3D Land, puntava a rappresentare il perfetto punto d’incontro fra i capitoli in 3D e i capitoli in 2D. Di fatto, questa unione è perfettamente riuscita. Gli ambienti tridimensionali donano profondità e complessità rinnovate alla classica struttura dei capitoli in due dimensioni dell’allegro idraulico baffuto. La telecamera del gioco è isometrica, modificabile secondo però uno schema fisso, e non libera come negli altri capitoli tridimensionali del brand. Il sistema di controllo non è analogico, bensì strutturato in otto direzioni principali, così da semplificare il mantenimento di una traiettoria retta. La corsa non è gestita dalla sola inclinazione del control stick, bensì – come negli episodi bidimensionali – viene attivata dalla pressione di un pulsante: ci sono due fasi distinte di accelerazione, una iniziale e una, più potente, che si aziona dopo qualche istante. Gli stessi salti sono diversi dal solito: rimane quello in lungo, scompare quello triplo, ed è piuttosto importante quello a rimbalzo, attivabile colpendo terra con le natiche e, poco dopo l’impatto, schiacciando l’apposito bottone. In generale sono balzi più finalizzati alla praticità che alla libertà, funzionali ma lontani dalla morbidezza ed eterogeneità di Super Mario Odyssey.

Fonte: Nintendo via SE Computer

La gestione dei power-up è molto diversa dagli altri Super Mario tridimensionali, rispecchiando di più l’anima bidimensionale del gioco. Se nei titoli 3D infatti la normalità è che i potenziamenti siano areali, quindi azionabili in un singolo territorio, in Super Mario 3D World possono essere trasportati, se non si viene colpiti, perfino da un livello all’altro. Potreste concludere l’intero gioco sotto forma di Tanuki, in teoria. Più simili agli abituali power-up sono i copricapo, dei blocchi da infilare in testa che consentono di innalzarsi in aria come un elicottero, o di sparare; questi, a differenza dei costumi, scompaiono al tramontare di ogni stage. Sottolineiamo come, non certamente in maniera nascosta (viene pubblicizzato ovunque, copertina compresa), questo gioco sia andato vicino più di ogni altro Mario tridimensionale a creare un power-up simbolico come quelli classici (fungo, fiore, stella e foglia), e cioè la campana che trasforma in Mario Gatto: la tuta felina permette di artigliare i nemici, ma soprattutto di arrampicarsi (su Switch più che su Wii U) a ogni parete del gioco… bandierina finale compresa.

fonte: Mario WikiFandom

Ogni livello è immaginabile come un autoconclusivo universo tematizzato, spesso caratterizzato da un particolare elemento di gameplay, che siano particolari nemici od ostacoli.  Ogni livello quindi presenta un inizio ed una fine ben preciso, lasciando il concetto di esplorazione e libertà figlio dei Mario in tre dimensioni, ed abbracciando il modello più immediato dei titoli bidimensionali.

Questi mini-mondi sono piccoli gioielli di level design, creati con una cura quasi maniacale. Questi risultano dunque complessi, divertenti e estremamente appaganti, con una difficoltà sempre crescente ma mai frustrante. Che siano i livelli principali o gli splendidi livelli di Captain Toad (che hanno perfino dato luce ad un titolo ad hoc, uscito originariamente su WiiU e poi riprosto anch’esso su Switch), la cura e l’attenzione riposta in ogni singolo angolo risulta sorprendente, soprattutto se parametrata alla mole dei contenuti, davvero gigantesca ed entusiasmante. Fra collezionabili, livelli principali, extra, segreti e bonus, ne avrete da giocare!


Questi mini-mondi sono piccoli gioielli di level design, creati con una cura quasi maniacale.


A differenza della verisone originale per WiiU, la versione Switch poi ha aumentato la velocità dei personaggi, rendendo il gioco più dinamico, e abbassato leggermente la visuale, per aumentare il senso di verticalità del gioco. Al tempo stesso però l’assenza del pad touch del WiiU ha costretto Nintendo a reinventare le sezioni in cui veniva usata questa feature, che non risulta meno scomoda, ma sicuramente meno intuitiva.

Tutto il titolo è affrontabile in multigiocatore fino a 4 giocatori, in una simpaticissima via di mezzo fra una coop e una partita competitiva, ed i livelli rispecchiano questa scelta, il che rende ancora più strabiliante il lavoro effettuato in termini di level design: ciascun percorso può essere attraversato da uno a quattro giocatori, senza che il ritmo ne venga danneggiato. Ottenere un risultato del genere implica un raffinatissimo artigianato, una maestria rara. Inoltre, è presente una modalità online, che permette dunque di giocare in coop anche con 3 amici lontani da noi, feature che soprattutto in questi freddi tempi di pandemia, non può che far piacere.

Fonte: Nintendo via Venturebeat.com

Dal punto di vista artistico, 3D World risulta essere una vera gioia per gli occhi: i suoi 60fps ipergranitici accompagnano una avventura immersa in colori sgargianti, paesaggi ispiratissimi e meravigliose costruzioni architettoniche, ognuno con la propria anima e i propri elementi caratteristici, creando dei mini-universi dall’ispirazione senza fine, capaci di sorprendere ancora dopo svariate ore di gioco. Se proprio devo trovare un limite a questo capitolo, questo deriva dall’inevitabile paragone con Super Mario Odyssey, l’ultimo capitolo in ordine di uscita: le animazioni di Mario e compagni, nonché il motore grafico (nonostante il gradito innalzamento della definizione a 1080p), per quanto assolutamente di rilievo, non possono essere paragonati alla meraviglia dell’odissea mariesca, ancora oggi senza dubbio la migliore veste grafica mai vista in un’avventura del caro idraulico.

Trovare un difetto a Mario 3D world insomma, risulta complicato. Il gioco stupisce ed eccelle sotto ogni punto di vista, ma potrebbe scontentare qualcuno: esso si trova infatti nel mezzo fra l’esplorazione profonda e avventurosa dei titoli 3D e l’immediatezza e il ritmo dei titoli in 2D. Personalmente ho apprezzato questa variante mediana, ma la stessa potrebbe tranquillamente scontentare chi non si accontenta di una “via di mezzo” e preferirebbe una direzione ben più definita.


Trovare un difetto a Mario 3D world insomma, risulta complicato. Il gioco stupisce ed eccelle sotto ogni punto di vista, ma potrebbe scontentare qualcuno: esso si trova infatti nel mezzo fra l’esplorazione profonda e avventurosa dei titoli 3D e l’immediatezza e il ritmo dei titoli in 2D


  • Bowser’s Fury: un occhio al domani?

Dal canto suo invece, Bowser’s Fury rappresenta un’esperienza totalmente nuova e completamente diversa dal gioco rimasterizzato del 2013. Questa espansione infatti è decisamente più simile ad un’avventura 3D di Mario, volta all’esplorazione libera, caratterizzata da una telecamera libera e da una più grande ampiezza nella struttura dei livelli, con alcune peculiarità che però hanno reso questo add-on molto più interessante di quanto mi aspettassi.

Attirato da una strana melma oscura, Mario si ritrova catapultato in un misterioso arcipelago dove la sua nemesi di sempre, Bowser, semina caos e distruzione, più infuriato che mai. Bowser Junior cerca disperatamente aiuto, poiché suo padre, a causa della melma, non è più in sé e suo figlio non riesce a calmarlo. Starà quindi a questa improbabile alleanza aiutare Bowser a ritornare in sé: cattivo si, ma di certo non così tanto!

Fonte: Nintendo via digitalspy.com

Bowser Junior sarà nostro compagno di scorribande per tutta l’avventura, aiutandoci contro i nostri avversari ed usando il suo magico pennello (tornato dopo Super Mario Sunshine) per colorare le pareti delle isole e donarci così degli utilissimi power-up: un altro giocatore potrà impersonare il simpatico draghetto, che sennò sarà controllato da un’IA che imposteremo direttamente noi, in base a quanto aiuto vogliamo che ci sia dato.

Ogni isola nasconderà dei “solegatti”, paragonabili alle stelle di Super Mairo 64 o alle lune di Odyssey: nostro compito sarà ovviamente di raccoglierne più possibili, per liberare la Gigacampana, che ci permetterà di confrontarci ad armi pari con il minaccioso Re dei Koopa. Queste piccole isole sono meravigliosi piccoli livelli, ognuno caratterizzato da una particolare feature di gameplay, che sia una struttura particolarmente verticale, un particolare ostacolo o un particolare power-up, ma si modificheranno ogni volta, a seconda di quale solegatto dovremo raccogliere, rendendo il percorso già affrontato nuovamente inedito, e annichilendo così il senso deja-vu. Avremo quindi la possibilità di affrontare più volte lo stesso percorso, ma perseguendo una sfida diversa, ritrovandoci quindi sempre coinvolti in un nuovo livello. Questo tipo di struttura “aperta” ma con percorsi ben definiti mi ha entusiasmato, perché sembrava una vera e propria trasposizione della classica mappa di gioco di un qualunque capitolo bidimensionale (à la Super Mario World), articolata però in una struttura tridimensionale effettiva, con livelli quindi dal più ampio respiro e che si prestano tranquillamente alla sperimentazione e alla curiosità del giocatore, abbattendo la classica separazione fra la scelta del livello da affrontare ed il livello stesso.


Avremo quindi la possibilità di affrontare più volte lo stesso percorso, ma perseguendo una sfida diversa, ritrovandoci quindi sempre coinvolti in un nuovo livello.


L’altra grande novità che ho letteralmente adorato non poteva che essere Bowser: tutta la nostra avventura gira intorno al furioso carapace, ora in una versione simil-Kaiju, gigantesco e torreggiante. Riposando al centro della mappa, l’esplosione della furia del tartarugone segna un netto cambiamento nei toni e nel ritmo dell’avventura: la mappa si modifica totalmente mentre Bowser ci lancerà contro tutta la sua rabbia, con lapilli di lava ed esplosioni letteralmente ovunque. Accompagnato da un esaltante tema che ricorda molto più un Doom qualsiasi che un titolo di Super Mario, fuggire dalla furia del Re dei Koopa – o sfruttarne gli attacchi per disvelare i segreti delle isolette… – risulta essere un’esperienza esaltante, che culmina nella incredibile boss-fight fra Bowser e Mario, per l’occasione in versione “Gatto Super Saiyan”; nulla di troppo complesso, sia chiaro, ma pur sempre una battaglia che vi rimarrà bene in testa.

Fonte: Nintendo via Jioforme.com

Bowser’s Fury difatto utilizza lo stesso motore grafico di Super Mario 3D World, portandosi dietro però alcuni problemi. In modalità portatile il titolo scende a 30fps, e anche in modalità dock, nelle fasi più concitate i 60 frame non rimangono per nulla stabili, portando ad alcuni momenti di reale confusione che minano l’esperienza di gioco. Un peccato poi non aver utilizzato il motore grafico di Odyssey, che avrebbe sicuramente reso più giustizia alle splendide isole dell’arcipelago dove Mario si muoverà nel corso della sua avventura. Anche la durata è discreta, ma ovviamente varierà a seconda di quanto vorrete approfondirla: per completare Bowser’s Fury al 100%, vi ci vorrà un tempo compreso fra le 4 e le 10 ore di gioco.

  • In Conclusione

Super Mario 3D World era un capolavoro già al tempo della sua uscita. Un titolo rifinito, curato, pieno di amore, che donava genuino divertimento e appagamento ad ogni suo livello, che però, uscendo su WiiU, era stato ingiustamente ignorato da una grande fetta di pubblico; risulta quindi intelligente e sensata la riproposizione del gioco sulla Switch, che macina numeri di vendita da record ogni giorno. Questa  ri-edizione aumenta la qualità della definizione, velocizza il titolo ma al tempo stesso inevitabilmente rinuncia ai controlli touch che al tempo erano comodissimi su WiiU, arricchendosi al tempo stesso però con Bowser’s Fury, un’esperienza appagante e soprattutto innovativa, che chissà non sia un indizio sulle future strade che intraprenderà Nintendo per le avventure di Mario & Co. Il titolo risulta così essere imperdibile, soprattutto per coloro che non si siano mai avventurati in questo particolare capitolo della saga principale, potendosi poi godere la furia di Bowser, la classica ciliegina sulla torta. Al netto di un motore grafico oramai sorpassato, seppur estremamente godibile, e di una fluidità claudicante su Bowser’s Fury dunque, non posso fare altro che consigliarvelo assolutamente!

WANDAVISION – spiegazione episodio 7 [SPOILER]

Chi siamo? Da dove veniamo? COME PUÓ LA PRIMA SERIE MARVEL DELL’MCU ESSERE COSÌ SPETTACOLARE?

(Se non avete visto l’episodio non leggete l’articolo SPOILER)

E poi altre domande che vi assaliranno durante l’episodio: Monica ha i superpoteri? Agness è una nuova supercattiva? Mancano solo due episodi alla fine di Wandavision, ma la serie non smette di sorprenderci.

Ma procediamo con ordine, l’episodio 7 di Wandavision ha il sapore delle serie americane stile Modern Family, anzi sembra proprio Modern Family. Ma questa è una scelta di regia, quello che a noi interessa sono i colpo di scena che prendono vita in questo episodio, che è come ho già detto SPETTACOLARE dal punto di vista delle rivelazioni.

Direi di rispondere alla prima domanda: Monica ha i superpoteri? Nelle scorse settimane si ipotizzava che Monica avesse i superpoteri e questo episodio ce l’ha confermato in tre momenti:

  • 1. è riuscita a superare la barriera di Westview tirata su da Wanda dopo che il suo rover spaziale per entrare si è praticamente riscritto
  • 2. ha tenuto testa a Wanda in un mini scontro
  • 3. è entrata nella barriera ed è rimasta senziente, non è stata contagiata dall’incantesimo di Wanda

Insomma sembra proprio che ci troviamo di fronte ad un nuovo supereroe, teoricamente dovrebbe essere Photon. Ma come ha fatto Monica, agente dello S.W.O.R.D a diventarlo? La risposta potremmo trovarla andando a cercare tra le sue molecole; sembra infatti che siano state riscritte due volte a causa della doppia esposizione alla radiazione cosmica di fondo a microonde emessa dall’anomalia soprannaturale firewall di Wanda che sovrasta Westview.

Una volta dentro Monica si rende conto che effettivamente ha acquisito dei poteri e va da Wanda per avvertirla del pericolo incombente al di fuori della barriera ma poi si trova ad affrontarla tenendogli agevolmente testa

È SEMPRE STATA LEI

Ma cerchiamo di capirci qualcosa su Agatha; in una svolta non sorprendente (ma eseguita a meraviglia) si scopre che Agnes, vicina di casa di Wanda, è una cattiva sin dall’inizio. Wanda entra nel suo seminterrato e lei stessa si rivela come la Strega Agatha Harkness, ed è lei che ha fatto andare tutto storto a Westview incluso l’arrivo di Pietro Maximoff versione X-Men. (Ha ucciso anche sparky, aggiungerei un maledetta)

Ma chi è il personaggio di Agatha Harkness? proviene dal mondo dei fumetti, frutto del genio di Stan Lee, ha fatto la sua prima apparizione in Fantastic Four numero 94 nel 1970. È una maga antichissima molto potente ed è stata anche la governante del figlio di mister Fantastic. Agatha è una potente mistica e può scagliare potenti incantesimi.

Ma c’è una cosa che ci ha destabilizzati e che prima d’ora in tutta la serie non c’è stata: una scena post credit

Si tratta di una scena breve ma molto importante per il continuo della trama: Monica si avvicina al seminterrato di Agatha, prima di entrare però viene beccata da Quicksilver (Pietro) il quale esclama: “L’impicciona”. Questa è la prova che Pietro è stato portato a Westview da Agatha.

Insomma dietro tutto lo scompiglio c’è sempre stata Agness, sicuramente qualcuno se lo aspettava ma vederlo realizzato è tutta un’altra cosa. Mancano solo due episodi alla fine, si vocifera che ci sia ancora un personaggio non svelato, che sia Mefisto?

Nintendo Direct 17/02/21: una delusione?

L’annuncio di un nuovo Nintendo Direct, in edizione longeva da ben 50 minuti, aveva entusiasmato non poco gli appasionati. Nintendo infatti, fra i major publisher, risultava essere quella che sulla carta aveva meno titoli annunciati per l’anno venturo, e quindi un Direct ad inizio anno faceva ben sperare per comprendere quale fosse il 2021 che aspettasse i fan della grande N, con magari qualche inaspettata sorpresa nel mezzo. Il risultato? Meh…

Ma andiamo con ordine, concentrandoci innanzitutto su ciò che ci è piaciuto.

  • Mario Golf: Super Rush, (25 Giugno). A sorpresa ritorna un titolo sportivo di Mario, e non può che rallegrare tutti gli appassionati. Ad una classica modalità di golf “normale” su piste però coloratissime e ispirate al regno dei funghi, si aggiungono altre modalità decisamente più caciarone, fra cui spicca “Speed Golf”, una divertentissima modalità in cui tutti giocano all’unisono, correndo ed ostacolandosi per raggiungere la buca. Oltre a questo, una rinnovata modalità storia in cui potremo partire da giovane promessa e scalare le classifiche golfistiche del Regno dei Funghi, sviluppando il nostro Mii con i punti esperienza che guadagneremo nel corso dell’avventura. Potremo utilizzare sia i controlli di movimento, che attenerci ai classici tasti, per un titolo che promette di essere estremamente divertente in compagnia!
  • No More Heroes 3 (27 Agosto). Il ritorno della irriverente saga con protagonista Travis Touchdown non può che entusiasmare. Siamo di fronte ad un titolo divertente, fondamentalmente rumoroso e pieno di azione, ma a questo giro Suda51 e il suo team sembrano essersi spinti ancora più in là. Affrontando alieni improbabili infatti, nel trailer di annuncio Travis si trovava coinvolto in sezioni estremamente variegate, di chiara ispirazione videoludica: combattimenti a turni alla Final Fantasy, sezioni in prima persona horror, aspetti da gestionale puro alternati alla classica azione senza freni della saga. Insomma, di roba ce n’è veramente tanta, e non vediamo l’ora di immergerci in questo caos.
  • Project Triangle Strategy – titolo provvisorio – (2022). Questo nuovo RPG tattico di Square Enix mi ha subito attirato per la sua componente artistica, veramente pregiata e di rilievo. Ricordando un Bravely Default unito però ad un Octopath Traveler, le vicende della storia si legheranno ai destini di ben 3 nazioni differenti, in lotta per accaparrarsi le risorse. Le nostre scelte, le nostre alleanze e le decisioni che prenderemo cambieranno il corso degli eventi, addirittura il destino di intere città e nazioni, portando quindi i giocatori a vivere esperienze differenti a seconda del percorso da loro intrapreso. Sicuramente ne sapremo di più a breve, ma mentiremmo se dicessimo che il progetto non ci ha subito stuzzicato.
  • The Legend of Zelda: Skyward Sword HD (16 Luglio). The Legend of Zelda smuove sempre i mari e i monti, e questa rimasterizzazione del titolo per Wii (l’ultimo con lo stile “classico” prima di Breath of the Wild) non fa eccezione. Con un sistema di combattimento basato sui sensori di movimento – tremo ad immaginare il controllo dei fendenti affidato invece all’analogico destro – , Skyward Sword si colloca cronologicamente prima di ogni altro titolo della saga, risultando quindi interessantissimo per comprendere come mai Ganondorf sia così malefico, da dove sia nata la Master Sword, e tutte le vicende legate alla lore di Zelda. Un ritorno senza alcun dubbio molto ben accetto. E poi, i Joy-Con personalizzati a tema Zelda…
  • Sono inoltre stati annunciati un’edizione fisica di HADES (19 Marzo), con tanto di download della colonna sonora e compendio dei personaggi da 32 pagine e un Third Person Shooter ambientato nell’universo di STAR WARS e collocato fra l’episodio 6 e il 7, dal titolo STAR WARS Hunters (2021).

Dopo gli annunci che effettivamente ci hanno stuzzicato, passiamo ora a quelli che ci hanno lasciato abbastanza indifferenti, ma che sono comunque rilevanti novità.

  • Knockout City (21 Maggio). Vi siete mai chiesti come sarebbe un videogioco a tema dodgeball? No? Beh nemmeno noi, ma questo titolo promette scontri agguerritissimi fra lanci di palloni, super-mosse e tanto divertimento. Un classico party-game come ce ne sono tanti, bisognerà vedere se avrà le capacità di distinguersi dalla massa.
  • Splatoon 3 (2022). La famosissima saga tps di Nintendo giunge al terzo capitolo, pronto a entusiasmare le miriadi di appasionati che aspettano di tornare a darsi battaglia a suon di pennelli, colori e caos puro.
  • Pyra e Mythra (Xenoblade Chronicles 2) entrano in Smash. Dal mondo di Xenoblade Chronicles, due personaggi si uniscono al gigantesco roaster del picchiaduro di Nintendo, con tanto di arena apposita. Smash non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi, e la sua infinita fama continua ad attirare proseliti da tutto il mondo.
  • Samurai Warriors 5 (Estate 2021). La saga spin-off di Dynasty Warriors giunge al quinti capitolo, promettendo scontri da tipico Musou 1 vs 1000, fatti di combo, colpi speciali e grandi combattimenti.
  • World’s End Club (28 maggio). Un gruppo di amici si ritrova in un mondo apparentemente privo di esseri umani, dove si imbarcheranno in una lunga avventura per attraversare il Giappone e tornare a casa a Tokyo. Cosa è successo, e cosa troveranno?
  • Miitopia (21 maggio). Saranno i Mii i veri protagonisti di questo gioco! Prendete i vostri mii e affidate loro un ruolo, che siano vostri alleati o i vostri nemici, in un classico RPG dove le alleanze o i contrasti saranno parte integrante di gameplay, tutto condito dal classico umorismo dei Mii.

Infine, di seguito, tutti gli annunci rimanenti.

  • SAGA Frontier Remastered (15 aprile)
  • Ninja Gaiden Master Collection (10 giugno)
  • Apex Legends su Switch (9 marzo)
  • Plants Vs Zombies: Garden Warfare su Switch (19 marzo)
  • Capcom Arcade Classic (già disponibile)
  • Tales from the Borderlands (24 Marzo)
  • Fall Guys (Estate 2021)
  • Outer Wilds (Estate 2021)
  • Legends of Mana Remastered (24 Giugno)
  • Neon White (Inverno 2021)
  • DC Super Hero Girls (4 giugno)
  • Oggetti a tema Super Mario in arrivo su Animal Crossing: New Horizon (1 Marzo)

Sono stati inoltre presentati trailer di lancio per Monster Hunter Rise, Bravely Default 2 e Ghost ‘n Goblins: Resurrection

Chiudiamo con delle osservazioni necessarie.

  • Il 35esimo anniversario di Zelda? Quando alla fine del Direct è apparso Eiji Aonuma, tutti abbiamo pensato al seguito di Breath of the Wild, rimanendo delusi (anche se è confermato che lo sviluppo stia procedendo bene e che avremo informazioni nel corso dell’anno). Ciò che non ci aspettavamo è stata la totale mancanza di notizie sul 35esimo anniversario di Zelda. Similmente a ciò che Nintendno ha fatto per il compleanno di Mario, ci aspettavamo degli annunci, e siamo sicuri che ci saranno, probabilmente con un Direct Mini apposito, ma comunque è stata una delusione non sentire nemmeno un accenno, o quantomeno una conferma sull’effettiva esistenza di questa celebrazione.
  • Il 2021 sarà un anno lento. Alla fine del Direct abbiamo molte più informazioni su questo 2021, senza dubbio, ma piano piano si sta confermando un’idea che avevamo già da tempo: questo 2021 sarà un anno molto lento per la console. Certo, abbiamo date e titoli fino all’estate, quindi manca tutto l’inverno, periodo tipicamente caldo per le uscite, ma è proprio l’assenza di date per il futuro, e in generale la mancanza delle esclusive Nintendo di peso nel futuro prossimo, ad aver contribuito a non modificare il prospetto dell’anno che già avevamo. Speriamo però di essere smentiti più avanti nel corso del tempo.
  • Splatoon 3 come bomba finale? Meh. Questo è un punto di vista molto soggettivo, ma Splatoon 3 non era certamente il titolo che speravo come “bomba finale” della conferenza Nintendo, sopratutto sapendo quali titoli sono in lavorazione. Breath of the Wild 2 per esempio? O perchè no, Metroid, di cui si sono perse totalmente le tracce? Infine, magari un annuncio brevissimo della conferma della lavorazione del prossimo grande titolo di Mario? Sono cosciente della grande popolarità del brand di Splatoon, ma sinceramente questo annuncio come conclusione della conferenza mi ha lasciato parecchio deluso.
  • Sono passati più di 3 anni dall’annuncio di Bayonetta 3. Più di 1000 giorni. Ma “lo sviluppo procede!”. Però son 3 anni che non si vede e non si sa niente più di questo. Mah.

Adam Sandler come non lo avete mai visto!

Adam Sandler ce lo immaginiamo un po’ come il Christian De Sica americano, ovvero il classico attore che interpreta più o meno sempre lo stesso tipo di personaggio in ogni film e che, con il passare del tempo, finisce col non far più ridere.


Non tutti i sui film comici però sono spazzatura


Ci sono, in mezzo a tanti disastri, film che meritano di essere visti, ad esempio “Big Daddy – Un papà speciale” (1999), “Terapia d’urto” (2003) e “50 volte il primo bacio” (2004).

Ha realizzato anche film che, pur non essendo dotati di grandi qualità dal punto di vista attoriale e registico, sono comunque godibili e riescono a strappare al pubblico una risata. I più celebri sono: “Cambia la tua vita con un click” (2006) “Io vi dichiaro marito e… marito” (2007) e “Un weekend da bamboccioni” (2010).

Sfortunatamente Sandler si è fatto notare più per contenuti trash e film mediocri, alcuni di questi sono: “The Do-Over” (2016) “Matrimonio a Long Island” (2018) “Un weekend da bamboccioni 2” (2013) e l’orribile “Jack e Jill” (2011) in cui Adam Sandler interpreta sia Jack che la sorella Jill, cercando di imitare l’operato del grande Eddie Murphy, famoso per interpretare più personaggi nella stessa pellicola modificandone l’aspetto fisico in modo ironico.

Il film “Jack e Jill” è considerato dalla critica come uno tra i più brutti di sempre ed è noto per essere stato il film più premiato ai Razzie Awards nella storia del cinema, vincendo come peggior film, peggior attore protagonista e peggior attrice protagonista.

Ma incredibilmente Adam Sandler nella sua carriera attoriale ha dimostrato che, se ci si mette d’impegno, può riuscire a realizzare degli ottimi film.

Nei due film, “Reign over me” del 2007 e “Diamanti grezzi” del 2019, riesce a far emozionare e commuovere, con un tale lavoro sulla recitazione che lo rende quasi irriconoscibile.

“Reign over me”:

Questo film è una piccola perla cinematografica che, a mio parere, è passata fin troppo inosservata.

Il regista Mike Binder lascia molta carta bianca agli attori, quasi si mette al loro servizio e infatti escono fuori incredibili interpretazioni.


Adam Sandler nei panni di Charlie, marito e padre in lutto per la famiglia rimasta coinvolta nell’attentato dell’11 settembre, è sensazionale


Charlie, chiuso completamente in se stesso, trova conforto solo nella musica (in particolare nella canzone degli Who “Love, reign o’er me” da cui poi il film prenderà il titolo), decide di staccarsi dal mondo e di lottare ogni giorno per non ricordare, cadendo sempre di più nella depressione.

Le inquadrature e la fotografia sono perfette, New York viene mostrata come una città malinconica, solitaria, come se rispecchiasse l’animo afflitto e vuoto del protagonista.

Don Cheadle è molto bravo a interpretare Alan Johnson, un dentista con una vita apparentemente senza problemi: una bella moglie, due figlie devote e una buona reputazione sul lavoro. Tuttavia Alan sente che qualcosa non va, dato che si fa continuamente mettere i piedi in testa dai propri colleghi, dai propri genitori o dalla sua stessa famiglia; ma quando ritrova il vecchio amico dell’università (Charlie) tutto cambia.

Liv Tyler nei panni dell’analista è sublime; riesce a mettere a nudo tutte le fragilità del suo personaggio che, inaspettatamente, si ritrova coinvolto a gestire una situazione molto delicata.

Donald Sutherland anche se è presente solo per un cameo, nel ruolo del giudice, è formidabile.

È un’opera ben riuscita non solo perché riesce a mettere in risalto le doti drammatiche di Sandler ma soprattutto perché lo spettatore riesce piano piano a comprendere il dolore e la follia del protagonista.

Di forte impatto è la scena dove  Charlie affronta, per la prima volta insieme all’amico, il ricordo della tragedia vissuta.

“Diamanti grezzi”:

Film diretto da Benny Safdie e Josh Safdie, è la storia di Howard Ratner (Adam Sandler), un affermato gioielliere di Manhattan incline alle scommesse e alle truffe. Dopo aver fatto una serie di rischiose scommesse cerca di far fronte ad alcuni ingenti debiti e questi lo porteranno a dover risolvere una serie di problemi che minacceranno la sua vita familiare e professionale.


È un film duro e crudo, che mostra l’uomo per quello che è, con i suoi difetti e i suoi problemi


Una pellicola frenetica, coinvolgente ed emozionante; non c’è un attimo di pausa. Il tutto è condito da una perfetta interpretazione di Adam Sandler.

Non so se ce la faccio a sopportare. Non so che hanno tutti, non me ne va mai bene una. Sono così triste, sono troppo fottuto, troppo fottuto.

Instancabile e allo stesso tempo esausto, Sandler riesce a mostrare la sofferenza di un uomo che non può permettersi di fermarsi un secondo e che cerca sempre di riscattarsi dai vari fallimenti passati.

È un film sprovvisto di una vera e propria trama che però mira soprattutto a mostrare la realtà, una realtà che non sempre è come ce l’aspettiamo.

I 10 Anime più attesi in uscita nei prossimi mesi

Ecco a voi una lista di Anime che usciranno nel corso del 2021, alcune erano state rimandate dall’anno scorso altre sono nuove di zecca o sequel che aspettiamo da tempo, tuffiamoci insieme per scoprirne alcuni dei più attesi:

L’ATTACCO DEI GIGANTI – STAGIONE FINALE

L’attacco dei giganti ha già aperto le danze (ad oggi sono usciti 10 episodi recuperabili su Amazon Prime Video), ci accompagnerà per tutto l’inverno per poi assistere al finale di una delle più belle serie anime di questa generazione.

DR. STONE – STONE WARS: SECONDA STAGIONE

La serie tratta dall’omonimo manga scritto da Riichirō Inagaki e disegnato da Boichi, ha riscosso un enorme successo e siamo in attesa di come finirà questa seconda stagione. Riusciranno Senkuu e i suoi compagni a sopraffare le avversità e continuare il loro cammino ricco di scienza e innovazione?

THE PROMISED NEVERLAND – SECONDA STAGIONE

Finalmente, dopo il rinvio dell’anno scorso, è uscita la seconda stagione di The Promised Neverland, fateci sapere cosa ne pensate.

GINTAMA – IL FINALE

Una serie storica come Gintama non aspettava altro che il finale, perché dovete sapere, la serie anime conclusa nel 2019 non comprendeva gli ultimi 20 capitoli dell’opera e finalmente dopo 16 anni dal suo inizio è uscito il Film con il gran finale.

MY HERO ACADEMIA – STAGIONE 5

Il tanto atteso Shonen approderà sugli schermi ad Aprile 2021 con la sua quinta stagione dove ci sarà un focus sulla Lega dei Villain e il nostro protagonista Midoriya scoprirà nuovi dettagli sul potere donato da All Might.

SHAMAN KING

La serie tratta dall’omonimo manga di Hiroyuki Takei potrà avere una rivincita, dato che la prima serie animata risale a quasi 20 anni fa e si è conclusa con un finale originale perché al tempo il manga era ancora in corso d’opera. Shaman King ha come protagonista Yoh Asakura, discendente di una famiglia di sciamani giapponese da generazioni. In Shaman King gli sciamani di ogni nazione si sfidano tra loro in un torneo che si tiene ogni 500 anni dove in palio vi è la possibilità di entrare in contatto con lo spirito del pianeta e plasmare il mondo a proprio piacimento. Il nostro protagonista seppur non ami combattere si troverà costretto a partecipare al torneo, non vi resta che guardare questa nuova serie in uscita a Primavera!

GODZILLA – SINGULAR POINT

Godzilla torna come serie anime ad Aprile 2021, co-prodotto da Studio Bones e Orange e finanziato da Netflix. Questo nuovo anime userà principalmente animazione 2D tradizionale, ci resta soltanto da vedere come vorranno approcciare l’evoluzione della trama che scopriremo ad Aprile!

BEASTARS – SECONDA STAGIONE

La seconda stagione di Beastars targata Netflix è in arrivo, cosa succederà in questa parte nell’immaginaria società di animali antropomorfi? Sarà risolto l’omicidio o ne avverranno altri ?

CELLS AT WORK BLACK

I primi 8 episodi dello spin-off di “Cell At Work” (esplorando il corpo umano giapponese) sono già usciti in streaming, la trama sarà incentrata sulle cellule che lavorano in un ambiente “Black“, ovvero in corpi di individui che non godono di buona salute, che bevono e mangiano troppo, non fanno attività fisica e subiscono alti livelli di stress.

EX-ARM

Uscita a Gennaio 2021 e tutt’ora in corso, le vicende di questo anime hanno come protagonista Akira Natsume è uno studente molto timido che sembra avere una sorta di fobia dei dispositivi elettrici, ma nonostante ciò è molto bravo a diagnosticarli. Un giorno, si fa coraggio e salva una ragazza in difficoltà, ma sfortunatamente poco dopo viene investito da un camion risvegliandosi sedici anni dopo grazie all’aiuto di una poliziotta e il suo compagno android. Nell’arco di questo tempo però il suo corpo è stato sostituito con un Ex-Arm, ovvero un’intelligienza artificiale tecnologicamente avanzata e dotata di grandi potenzialità distruttive.

WANDAVISION – spiegazione episodio 6 [SPOILER]

Lo Show Wandavision ha ampiamente superato la metà e si sta lentamente trasformando in una certezza. Una certezza che mira a costruire un universo ben definito e che poggia su basi solide rispondendo ad alcune domande ma allo stesso tempo ponendone altre. Forse l’episodio 6 è stato il meno accattivante sotto il punto di vista dell’azione ma comunque è molto intenso.

È Halloween a Westview e ci sono stranamente molti Easter Egg come: Wanda e Visione che sono vestiti con dei costumi molto retro (rimandano ai vecchi fumetti Marvel), stessa cosa anche per Pietro Maximoff (fratello morto di Wanda) che ricordiamo è interpretato da Evan Peters (ne abbiamo parlato qua). 

Wanda è vestita appunto con un costume che indossava nei fumetti quando faceva parte della confraternita dei mutanti malvagi e i suoi primi anni coi vendicatori. È interessante vedere come Wanda rimanda l’origine del costume ad un tipico abito Sokoviano di un indovino. Pensava appunto che la madre fosse un’indovina ma ha recentemente scoperto che era la precedente Scarlet Witch.

Anche Visione indossa un costume retro affermando che fosse l’unica cosa nell’armadio… allora è vero che Wanda riscrive la realtà di Westview. Ma poco dopo, Visione torna alle sue sembianze naturali senza problemi (una realtà molto instabile diciamo)

Entrano in scena anche i piccoli gemelli Maximoff, figli di Wanda e Visione. Questo ci porta ad un rumors non ancora confermato dei Marvel Studios: pare che stiano organizzando un arco narrativo di Young Avengers. Durante l’episodio si scopre che i due gemelli hanno anche loro dei poteri, gli stessi di Wanda e Pietro.

In questo episodio Pietro è sicuramente una delle figure centrali che si affianca ai protagonisti e offre spunti di riflessione molto molto interessanti. Ovviamente abbiamo capito che è di un’altra dimensione e nello specifico come tutti sapevamo quella degli X-MEN. Come abbiamo fatto a confermarlo? Ora ve lo dico, nei film degli X-Men QuickSilver è cresciuto in America e ha un accento americano, come osserva Wanda quando perde il controllo durante una discussione. 

Comunque tornando all’azione tutto sembra essere al suo posto e delineato: Wanda controlla Westview senza nessun problema ma allo stesso tempo, dopo una domanda di Pietro, non ricorda come tutto è iniziato, o non vuole farlo, e non riesce neanche a spiegarsi come Pietro stesso possa essere tornato. L’unica cosa che Wanda riesce a spiegarsi è un profondo senso di solitudine prima di tutto questo (richiamato sicuramente nello spot pubblicitario a metà episodio).

Mentre Wanda e Pietro sono nel centro di Westview, Visione è ai limiti della città dove prima scopre cittadini immobili come affetti da un glitch, (controllati ovviamente da Wanda) e poi Agnes, anche lei immobile in una macchina ai limiti della mappa di Westview. Visione la scioglie dal controllo di Wanda e inizia ad implorare aiuto dicendo che lui stesso è parte degli Avengers ed è morto in realtà… ovviamente Visione non si ricorda niente ma il fatto che non sia tornato veramente in vita forse ce lo conferma una delle scene finali: Visione prova uscire dalla bolla ma non ci riesce e piano piano si disintegra pezzo dopo pezzo, come se lui con la realtà fuori Westview non c’entrasse mimimamente. Si sfalda a livello molecolare come gli Spider-Man degli altri universi in Spider-Man un nuovo universo.

Wanda percepisce il pericolo e salva visione grazie ai poteri di uno dei gemelli, espandendo ancora di più i confini della bolla di Westview.

Le cose che rimangono da svelare non sono molte ma una sono le intenzioni dello S.W.O.R.D. Infatti il direttore Heyward nasconde dei segreti che Monica, Jimmy e Darcy vogliono scoprire.

Il finale non è esplosivo come i precedenti ma ci aspettiamo di assistere ancora a qualche colpo di scena, chissà magari la rivelazioni di un nuovo super cattivo o la spiegazione del multiverso.

Darkest Dungeon: Riuscirà la tua mente a sopravvivere alle tenebre?

Con un pesante tremore alle mani prendi l’ultima torcia dalla tua sacca e attraverso l’uso di una pietra focaia dai fuoco al panno imbevuto in qualche strano liquido infiammabile. Portando in alto la torcia, inizi ad agitarla a destra e a sinistra per illuminare i meandri di quell’angosciante e inquietante Dungeon. Hai paura. Sai che nell’oscurità c’è qualcosa che si muove a favore delle tenebre. Lo scricchiolio della tua armatura si confonde con il suono della scoppiettante fiamma che arde dalla tua torcia, distraendoti dai rumori dell’oscurità. Per non perdere il senno decidi di sguainare la tua luccicante e ben affilata spada, impugnandola in posizione di attacco. Senti qualcosa in lontananza avvicinarsi molto lentamente. Il terrore scorre all’interno delle tue vene facendo cigolare ancor più rumorosamente l’armatura in cui ti sentivi protetto. La luce si fa sempre più flebile, tutto attorno a te si fa più scuro, la torcia, ultima tua fonte di vita, si spegne, lasciandoti nella più totale oscurità. Benvenuto in Darkest Dungeon.


Le tenebre ti aspettano nelle profondità del Darkest Dungeon


Foto di Epic Games Store

La nostra famiglia è stata baciata dalla sfortuna. Ricordi la nostra casa maestosa, sontuosa e imperiale? Osservando con orgoglio la brughiera dalla sua posizione stoica, ho vissuto tutta la mia vita in quella magione antica, echeggiante di rumori, ingrassando di decadenza e lusso. Eppure cominciai a stancarmi delle stravaganze convenzionali. Alcune storie inquietanti suggerivano che la magione, fosse il portale di un potere favoloso e innominabile. Con rituali e reliquie, ho investito tutto il mio impegno negli scavi e nel recupero, di quei segreti sepolti da tempo, dilapidando quello che rimaneva della fortuna della famiglia in operai dalla pelle scura e in pale robuste. Finalmente, dalle rocce impregnate di sale sotto le fondamenta, portammo alla luce quel maledetto portale e un male antico. Ogni nostro passo turbava la terra antica, ma eravamo in un regno di morte e follia! Alla fine, solo io corsi ridendo e urlando, attraverso quelle arcate annerite dal tempo. Finché non persi i sensi. Ricordi la nostra casa maestosa, sontuosa e imperiale? Quale abominio purulento! Ti prego torna a casa, rivendica la tua eredità e salva la nostra famiglia dalle ombre fameliche e implacabili del Darkest Dungeon”


Ti prego torna a casa, rivendica la tua eredità e salva la nostra famiglia


Foto di Live Loot Level

Questa è la lettera ricevuta da un tuo antenato, recentemente deceduto, affinché tu possa riportare ai fasti di un tempo l’antica tenuta da te ereditata, estirpando il male che si vi è insediato a causa della morbosa attrazione che il tuo parente aveva per la magia nera e l’occulto. Attraverso l’aiuto del villaggio vicino alla magione, recluterai un gruppo di 4 mercenari pronti ad addentrarsi nelle viscere dei territori dell’immensa villa per ripulirla dai temibili e terrificanti abominei, che si nascondono a favore delle tenebre. L’obiettivo finale del giocatore sarà quindi quello di ripulire il Darkest Dungeon, il sotterraneo più profondo e pericoloso di tutta la proprietà. Ma partiamo con ordine:


Il tuo obiettivo finale è quello di ripulire il sotterraneo più profondo: Il Darkest Dungeon


Foto di Games Paladins

Darkest Dungeon è un RPG strategico a turni con degli elementi roguelike sviluppato dallo studio indipendente Red Hook Studios. È Stato pubblicato per la prima volta il 19 gennaio 2016 per Microsfot Windows, Mac OS X e Linux tramite la piattaforma Steam. In seguito il gioco è stato distribuito anche per console come Playstation 4 e Playstation Vita, dal 27 settembre del 2016. Il gioco è caratterizzato da temi prettamente oscuri, deliranti e macabri infusi all’interno di una ambientazione gotica e tendente all’horror. Infatti, per la realizzazione del gioco, gli sviluppatori si sono molto ispirati alle opere di Howard Philips Lovecraft. Lo studio Red Hook fondato nel 2013, nel febbraio del 2014 è riuscito, grazie ad una campagna kickstarter ad ottenere ben 300 mila dollari per la creazione del videogioco, una somma di gran lunga superiore a quanto era stato impostato da subito, cioè 75 mila dollari. Nel 2015 è stata rilasciata sulla piattaforma di Steam, una versione ad accesso anticipato del gioco facendolo fin da subito arrivare primo nelle vendite sulla piattaforma


Fin dal suo rilascio su Steam, Darkest Dungeon è subito schizzato tra i videogiochi più venduto di quel periodo


Foto di Gameplay cafè

Il villaggio rappresenta la zona principale di gioco, nella quale il giocatore ha la possibilità, attraverso edifici come la locanda, l’ospedale o la chiesa di curare dallo stress e dalle malattie i propri personaggi, migliorare armamenti e abilità ma soprattutto reclutare nuovi mercenari. Dopo aver svolto i tuoi preparati nel villaggio, non ti resta altro che scegliere 4 valorosi eroi e partire all’esplorazione di quei terrificanti Dungeon. Infatti all’interno del gioco possiamo trovare 4 aree esplorabili che ci permetteranno di far salire di livello i nostri personaggi (fino a raggiungere un livello massimo di 16) permettendoci cosi di affrontare il Darkest Dungeon.


Quali saranno i 4 eroi che si addentreranno all’interno della magione?


Foto di IGN Italia

Il gameplay di gioco non è molto complicato: scelta la missione, dovrete girovagare nei meandri di lugubri e suggestivi labirinti, in cui non solo si insidieranno ripugnanti troll,  inscalfibili non-morti e abominevoli mostri, ma anche fatali trappole e pericolose malattie. Darkest Dungeon non lasciarà passare niente; qualsiasi azione apparentemente innocua che eseguirai, come aprire uno scrigno o controllare un cadavere, potrà portare a delle conseguenze che si faranno sentire per tutto l’arco della run e potrebbero in certi casi portare alla morte permanente, non solo di un personaggio, ma anche dell’intero team. Un importante elemento che marchia il gioco e che soprattutto influisce pesantemente sulle meccaniche di esso è il controllo dello stress. Il nostro gruppo di 4 eroi possiederà ,oltre ad una barra della vita e alle classiche statistiche da RPG come agilità , danno ecc. anche una barra dello stress: questa barra dello stress sarà una degli aspetti più pericolosi del gioco che, se lasciata riempire per ben due volte, causerà un attacco di cuore e quindi all’esonerabile morte del personaggio, che ricordo essere permanente. Lo stress potrà anche far variare l’aspetto psichico e mentale dei nostri eroi; Se fatta riempire la barra dello stress per una volta il personaggio andrà in “stressed-out” che genererà un repentino cambio di atteggiamento rendendolo per la maggior parte dei casi incontrollabile e avverso ai suoi compagni. La luce sarà una delle poche armi, insieme a qualche abilità di alcuni specifici personaggi, contro lo stress: più il livello di luce sarà alto e meno sarà lo stress subito dal tuo team perciò ricorda sempre di portare più torce possibili se non vorrai essere divorato, non dalle creature dei Dungeon, ma dalla tua stessa mente.


Lo stress e la luce due elementi fondamentali, da cui non potremmo mai distogliere lo sguardo


Foto di Games Legend
Foto di Game Legends

Molti di voi potrebbero effettivamente trovare frustante vedersi morire il proprio eroe preferito da un momento all’altro per colpa di un attacco di cuore e non nego che la presenza degli infarti è numerosa all’interno delle singole run, più aggiungendo la grande difficoltà del gioco che punisce qualsiasi azione fatta, posso capire che tutti questi elementi insieme potrebbero portare ad un disinteressamento del titolo. Vi assicuro però che dopo aver preso la mano con molte delle meccaniche di gioco, parecchi vostri problemi scompariranno e vi ritroverete ad essere i padroni di quei dannati e sinistri dungeon. Se questa meccanica degli infarti può non essere del tutto equilibrata, il sistema di combattimento è tutto il contrario e realizzato perfettamente. Il party è composto da 4 personaggi aventi ognuno la propria posizione in cui potranno e non potranno usare le proprie abilità. Ogni classe ha la sua posizione preferita che gli permette di utilizzare al meglio le proprie skills: il cavaliere sarà propenso a occupare le prime due posizioni mentre un arciere o un sacerdote occuperanno le posizioni di retrovia. Ed è questo un altro elemento da tener d’occhio su Darkest Dungeon; i nemici non si faranno scrupoli, attraverso l’uso di oscure abilità, a scombinare le posizioni dei tuoi personaggi mettendo in confusione le tue tattiche di gioco. Tutto ciò viene accompagnato da una narrazione nervosa e quasi delirante e da un’incredibile enfasi nell’esaltare ogni azione che avverrà all’interno della battaglia. Questo permette ad un gioco “statico” di creare dei combattimenti dinamici e parecchio coinvolgenti, incalzati , inoltre, da una splendita colonna sonora che opportunamente a seconda della situazione ci accompagnerà con isteriche melodie o canti incoraggianti.


Darkest Dungeon è un gioco che insidia al suo interno molte difficoltà


Foto di TheXboxHub

Ma Darkest Dungeon non finisce qui: fin da subito gli sviluppatori si sono impegnati a portare sempre nuovi contenuti all’interno del gioco. Dal 2017 a oggi sono usciti ben 3 DLC, sfortunatamente ma anche doverosamente a pagamento, che vanno ad amplificare non solo le zone esplorabili del gioco, ma anche la lista dei diversi  mercenari. “The Crimson Court” rilasciato nel 2017 aggiunge una nuova campagna al gioco, la nuova classe “Flagellatore”, nuove ambientazioni, nuovi nemici e la possibilità di costruire edifici, detti distretti , che assicurano vari bonus agli eroi del giocatore. Il secondo DLC “The Shieldbreaker” aggiunge una nuova eroina la “Frangiscudi” e nuovi nemici. L’ultimo DLC aggiunto è “The Color of Madness” che aggiungerà una nuova area di gioco, nuovi nemici e una nuova regione del villaggio, la fattoria. Se tutte queste campagne e tutti questi insidiosi Dungeon ti avessero stufato, gli sviluppatori hanno anche aggiunto una modalità PvP in cui potrai affrontare a suon di cazzotti e spadate un altro giocatore.


Oltre alla modalità campagna Darkest Dungeon possiede anche una modalità PvP


Foto di USgamer

Darkest Dungeon sia nei combattimenti che nell’esplorazione ,è un gioco che premia poco e punisce molto, perfetto per chi è alla ricerca di una vera e propria sfida fantasy e gotica. Addentrati in quegli opprimenti e affannosi corridoi logorati dal tempo e dalla corruzione per, una volta per tutte, redimere le sorti della tua famiglia.

WANDAVISION – spiegazione episodio 5 [SPOILER]

Il quinto episodio di WandaVision è stato a dir poco sbalorditivo, soprattutto sul finale, un episodio che possiamo definire storico e che segna un punto di partenza, se così si può dire, l’aprirsi della nuova fase dell’MCU: il “Multiverso

Attenzione l’articolo contiene SPOILER sull’episodio 5, quindi se ancora non l’avete visto, fatelo subito, correte a guardarlo perché non sapete cosa vi siete persi, e poi tornate a leggere, vi spiegheremo tutto e risolveremo ogni dubbio.

Avete visto l’episodio? Bene possiamo partire.

Nel finale del quinto episodio è comparso Quicksilver (Pietro Maximoff) fratello di Wanda deceduto nel film Age of Ultron.

Solo che, qualcosa non torna, infatti nell’ultima scena (On a Very Special Episode) Pietro non è interpretato da Aaron Taylor-Johnson come in Age of Ultron ma bensì da un giovane Evan Peters, colui che interpreta Quicksilver negli ultimi 3 film degli X-Men. SHOCK, COLPO DI SCENA.

Siete confusi? Beh anche io lo ero, ma dopo qualche collegamento di idee e ricerche nei film passati forse sono venuto a capo di questo mistero.

Sappiamo che non si tratta di un semplice recasting del personaggio, prima di tutto. I film degli X-Men sono stato prodotti dalla 20th Century Fox, la quale acquistò i diritti dalla Marvel negli anni 90. Dal 2008 la Marvel iniziò a produrre adattamenti cinematografici dei suoi fumetti dando così inizio all’MCU.

FOX e Sony erano gli unici studi che continuavano a tenere la proprietà e i diritti dei loro personaggi come: X-Men e Fantastici 4 (FOX) e Spider-Man (Sony).

Ora, Sony è riuscita a trovare un accordo con la Marvel per la co-gestione di Spider-Man, così che potesse apparire nell’MCU e diventare l’amichevole supereroe di quartiere che è; mentre con FOX i rapporti non sono mai stati rosei fino a quando finalmente la situazione si è sbloccata nel 2019, anno in cui Disney ha acquistato la Fox, acquisendo quindi i diritti sei supereroi mancanti.

Il caso Scarlet Witch e Quicksilver (Wanda e Pietro) era particolare, i Marvel Studios di Kevin Feige potevano utilizzare i personaggi a patto che non tirassero in ballo il concetto di “Mutanti” e non usassero i loro nomi da supereroi: Scarlet Witch e Quick Silver; così hanno preso la scappatoia dell’origine dei 2 gemelli come esperimenti genetici supervisionati dall’HYDRA.

Ormai è chiaro che la sitcom nel quale vivono Wanda e Visione sia solo una costruzione mentale (o quasi) dove Wanda si è rifugiata, dopo aver trafugato il corpo di Visione allo S.W.O.R.D., per tornare a vivere con lui serenamente. Ricordiamo che Visione è stato ucciso da Thanos in Infinity War e quindi non è potuto tornare in vita con le gemme. Ma nella Sitcom di Wanda Visione è vivo e vegeto (anche se ha iniziato a farsi qualche domanda sulla sua vita passata, visto che non si ricorda nulla… beh era morto quindi).

Il colpo di scena SHOCK avviene alla fine di questo episodio appunto, quando appare magicamente Pietro (interpretato da Evan Peters) e non sembra che sia una cosa programmata da Wanda (come tutto il resto di Westview). 

Sono rimasto un pò scosso ed estasiato dopo la fine dell’episodio ma a mente fredda posso provare ad ipotizzare che questa scena alluda al fatto che Wanda abbia aperto in qualche modo un varco per un universo alternativo (quello degli X-Men) e abbia preso di forza Pietro per portarlo a Westview, visto che la versione di Pietro MCU è morta in Age of Ultron. 

Ricordiamo anche per chi non lo sapesse che Pietro e Wanda esistono anche nell’universo degli X-Men. Solo che non sono gemelli ma hanno due età differenti.

Che sia questo l’episodio cardine che apre finalmente al Multiverso dell’MCU? In effetti la teoria potrebbe tornare visto che il prossimo film di Spider-Man e il prossimo film di Doctor Strange affronteranno esattamente questo tema.

E tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti.

XIAOMI -il nuovo concept phone con display a cascata su tutti e quattro i bordi

Niente cornici, niente porte e nessun pulsante; questo il nuovo concept phone che ci porta nel futuro di casa Xiaomi.

Xiaomi non è nuova ai telefoni futuristici, infatti il nuovo Concept Phone avrà un display a cascata a quattro curve, vuol dire che lo schermo del telefono, per ora senza un nome, non solo ha profonde curve sui lati a cascata di 88 gradi, ma anche in alto e in basso togliendo quindi spazio a porte e pulsanti. L’azienda cinese afferma che questo concept phone ha lo scopo di “estendere i limiti del display all’infinito e consentire un design unibody senza porte“.

Ma se è senza porte e pulsanti la domanda allora sorge quasi spontanea, ovvero, come può uno smartphone così funzionare? In base alle immagini promozionali, sembra che Xiaomi stia lasciando gli angoli dello schermo semplicemente vuoti con piccoli ritagli arrotondati. Quindi “infinity” è una definizione errata ma comunque un bel trucco promozionale.

L’annuncio di questo concept phone interamente attraverso i rendering non ha subito l’impatto desiderato come vederlo di persona ovviamente, ma un rappresentante di Xiaomi dice che questo telefono esiste davvero e che l’ha usato lui stesso. Il display rappresenta la somma i ben 46 brevetti rivoluzionari e quindi di innumerevoli scoperte nella tecnologia di piegatura e laminazione del vetro.

Già in passato, nel 2019, Xiaomi aveva presentato un concept phone dotato di un display avvolgente su tutte le superfici del dispositivo (anche sul retro), il Mi Mix Alpha phone, anche se alla fine non è mai stato messo in vendita. 

Questo dispositivo diventerà mai disponibile al grande pubblico? Che ne pensi? Faccelo sapere nei commenti.

Fonte: The Verge

GOLDEN GLOBE 2021 – rivelate le candidature per i TV Show

La Hollywood Foreign Press Association annuncia i candidati per i Golden Globe Awards 2021 in onda il 28 febbraio.

Le nomination arrivano in ritardo rispetto al normale poiché la finestra per i candidati è stata ampliata come parte di una spinta più ampia per adattarsi ai ritardi e alle norme del settore, cambiate a causa della pandemia. La cerimonia andrà in onda il 28 febbraio. Gli Academy Awards sono stati rinviati al 25 aprile.

Malgrado il numero ristretto di uscite nel 2020, ci sono alcuni film e spettacoli da tener d’occhio. È probabile che stremare come Netflix e Amazon guideranno le nomination in TV con contenuti come Ozark, The Crown, Bridgeton e The Queen’s Gambit. Amazon spera di entrare a gamba tesa con un successo come The Boys, la serie più popolare ad oggi prodotta dall’azienda di Jeff Bezos. Sul lato film invece gli occhi saranno puntati si Chloe Zhao per vedere se il suo successo al festival Nomadland rientra nella categorie con più prestigio. 

Le nomination iniziano alle 8:35.

Best Television Series, Musical or Comedy

Emily In Paris 

The Flight Attendant

The Great

Schitt’s Creek

Ted Lasso

Best Actor in a Television Series, Drama

Jason Bateman, Ozark

Josh O’Connor, The Crown

Bob Odenkirk, Better Call Saul

Al Pacino, Hunters

Matthew Rhys, Perry Mason

Best Actress in a Limited Television Series, Anthology, or Television Movie

Cate Blanchett, Mrs. America

Daisy Edgar Jones, Normal People

Shira Haas, Unorthodox

Nicole Kidman, The Undoing

Anya Taylor Joy, The Queen’s Gambit

Best Director, Motion Picture

Emerald Fennell, Promising Young WomanDavid Fincher, Mank

Regina King, One Night in Miami

Aaron Sorkin, The Trial of the Chicago 7 

Chloe Zhao, Nomadland

Best Actress in a Motion Picture, Musical or Comedy

Maria Bakalova, Borat Subsequent Moviefilm

Kate Hudson, Music

Michelle Pfeiffer, French Exit 

Rosamund Pike, I Care A Lot

Anya Taylor Joy, Emma

Best Actor in a Motion Picture, Drama

Riz Ahmed, Sound of Metal

Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom

Anthony Hopkins, The Father

Gary Oldman, Mank

Tahar Rahim, The Mauritanian 

Best Television Series, Drama

The Crown

Lovecraft Country

The Mandalorian

Ozark

Ratched

Best Actress in a Television Series, Drama

Olivia Colman, The Crown

Jodie Comer, Killing Eve

Emma Corrin, The Crown

Laura Linney, Ozark

Sarah Paulson, Ratched

Best Actor in a Limited Series, Anthology, or Television Movie

Bryan Cranston, Your Honor

Jeff Daniels, The Comey Rule

Hugh Grant, The Undoing

Ethan Hawke, The Good Lord Bird

Mark Ruffalo, I Know This Much Is True

Best Actor in a Motion Picture, Musical or Comedy

Sacha Baron Cohen, Borat Subsequent Moviefilm

James Corden, The Prom

Lin Manuel Miranda, Hamilton

Dev Patel, The Personal History of David Copperfield

Andy Sambger, Palm Springs

Best Actress in a Motion Picture, Drama

Viola Davis, Ma Rainey’s Black Bottom

Andra Day, The United States vs Billie Holiday

Vanessa Kirby, Pieces of a Woman

Frances McDormand, Nomadland

Carrie Mulligan, Promising Young Woman

Best Motion Picture, Drama

The Father

Mank

Nomadland

Promising Young Woman

The Trial of the Chicago 7 

E altri ancora…

Fonte: Screen Rant.

Titoli da tener d’occhio – Febbraio 2021

Si sa, la stagione videoludica si compone di due periodi intensi: la fase autunnale, che comprende i mesi da ottobre a dicembre, e il “secondo inverno”, ossia il periodo da marzo a giugno. Generalmente l’inizio di un nuovo anno è sempre un periodo che riserva poche uscite di livello, nell’attesa dell’arrivo del periodo più caldo, e questo appena nato 2021 non fa eccezione.

Ecco dunque che in questo freddo febbraio sono poche le uscite di rilievo: fra riedizioni di vecchi titoli e collection, poche sono le effettive novità, ma per qualcuno potrebbero essere molto attese. Scopriamo insieme le uscite da tenere d’occhio secondo la redazione di Popspace.it

  • Destruction AllStars (PS5): 2 febbraio

Titolo che doveva essere un’esclusiva di lancio, il caotico gioco di guida ad arene di Lucid Games si appresta a giungere nelle console di casa Sony attraverso il servizio PS Plus, che vi permetterà di riscattarlo gratuitamente, potendo godere appieno del divertimento confusionario e irriverente del titolo. Il gioco, una vera e propria esclusiva PS5, farà uso poi di tutte le caratteristiche della nuova console Sony, permettendovi di unirvi a incredibili battaglie per 16 giocatori, sia nelle macchine, sia a piedi … ma cercate di non farvi investire!

Caos e distruzione: il cocktail perfetto!
  • The Nioh Collection (PS5, PS4, PC): 5 febbraio.

Per festeggiare il quarto anniversario della serie Sony pubblicherà i seguenti titoli: Nioh 2 The Complete Edition per PS4Nioh 2 Remastered Complete Edition per PS5Nioh Remastered Complete Edition per PS5 e The Nioh Collection per PS5, quest’ultimo include Nioh e Nioh 2 Remastered con tutti i DLC. Oltre a tutti i contenuti digitali già usciti e in arrivo, le riedizioni per PlayStation 5 supporteranno la risoluzione 4K e framerate fino a 120fps con caricamenti rapidi e possibilità di importare i salvataggi dalle edizioni per PS4. Inoltre, con l’uscita su PC (in esclusiva Steam), il sequel approderà finalmente anche su computer. Un’occasione per tutti coloro che non si sono avventurati nelle avventure di Koei Tecmo, a suon di demoni, battaglie con la spada e tanta, violenta, difficoltà.

Demoni giganteschi e combattimenti mozzafiato, all’insegna della difficoltà!
  • Little Nightmares 2 (PS4, PS5, Switch, Xbox One, Xbox Series X | S, PC): 11 febbraio.

Little Nightmares 2 è il seguito dell’omonimo titolo di Tarsier Studios che ha visto la luce nell’aprile del 2017. Con le sue atmosfere inquietanti e i terribili mostri, Little Nightmares 2 promette ore di affascinanti atmosfere gotiche, dove l’ansia e la paura saranno vostre fide compagne, ma non solo! Novità di questo sequel infatti è la presenza di un nuovo compagno per Six, ossia Mono, che potremo controllare e sfruttare per risolvere complessi enigmi ed esplorare l’inquietante mondo, teatro delle nostre ansiogene avventure.

Fonte: Little Nightmares 2 facebook page
  • Super Mario 3D World + Bowser’s Fury (Nintendo Switch): 12 febbraio.

Super Mario 3D World + Bowser’s Fury è la riedizione per Nintendo Switch dell’iconico platform per Wii U. Seguendo la politica usata per altri titoli usciti per la sfortunata WiiU (Donkey Kong, Pikmin 3), questa versione Deluxe presenta oltre al gioco originale però anche il contenuto aggiuntivo Bowser’s Fury, realizzato appositamente per Switch e non disponibile singolarmente. Un pacchetto completo per godere al meglio di uno dei giochi di piattaforme 3D più acclamati degli ultimi anni. Disponibile inoltre, esclusivamente per questa versione, il multigiocatore cooperativo online, per un massimo di 4 giocatori.

Bowser’s Fury: non chiamatelo DLC, sennò si arrabbia… letteralmente!
  • Persona 5 Strikers (PS4, PS5 retrocompatibilità, Nintendo Switch, PC): 23 febbraio

Persona 5 Strikers è il primo gioco musou della serie Persona, frutto degli sforzi congiunti di Atlus, Koei Tecmo e Omega Force. Uscito in Giappone all’inizio del 2020, il gioco si appresta dunque ad uscire anche in europa. Un titolo quindi molto differente dal JRPG dei record, ma che, condividendone personaggi ed atmosfere, attirerà sicuramente i fan, legati alla storia di Joker e degli altri ladri fantasma.

Pronti a tornare a combattere al fianco dei ladri fantasma?
  • Ghost ‘n Goblins Resurrection (Nintendo Switch): 25 febbraio

Dopo dieci anni di silenzio, la serie di Ghost ‘n Goblins si appresta a tornare su Switch, per offrire un’avventura nuova di zecca in compagnia di Arthur. La veste grafica e la spiccata direzione artistica incorniciano un ritorno davvero inaspettato, che però guarda con grande attenzione al passato per lanciarsi (speriamo) verso un futuro nuovamente radioso!

Fonte: Capcom.com
  • Bravely Default 2 (Nintendo Switch): 26 febbraio

Sequel dell’acclamato gioco di ruolo di Square Enix, Bravely Default 2 si presenta su Nintendo Switch per riportare i giocatori nell’ispiratissimo mondo di gioco creato dalla casa nipponica. Originariamente annunciato ai Video Game Awards del 2019, Bravely Default promette di conquistare gli amanti del gioco ruolistico grazie alla sua direzione artistica, al suo gameplay complesso e profondo e ad un’avventura che conta di attirare anche chi non ha mai avuto contatti con la serie, raccontando una storia tutta nuova!

Fonte: Nintendo.it

Nel corso del mese di febbraio usciranno anche:

  • Haven (PS4, PS5, PC, Xbox One, Xbox Series X | S, Nintendo Switch): 4 febbraio
  • Werewolf The Apocalypse Earthblood (PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X | S): 4 febbraio
  • Magic The Gathering Kaldheim (PC): 5 febbraio
  • King of Seas (PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X | S, PC): 18 febbraio
  • Hellpoint (Xbox Series X | S, PC, PS4, PS5, Nintendo Switch): 25 febbraio.

Insomma, su quali titoli vi lancerete? Fatecelo sapere in un commento! Nel frattempo qui sotto, dei link utili per accaparrarvi i titoli!