La conferenza Xbox+Bethesda di questo E3 2021 è stata piena di novità e ricolma di un’incredibile hype generale! Tantissimi sono stati i titoli mostrati e noi da buon videogiocatori non vediamo l’ora che tutti questi titoli arrivino tra le nostre mani per essere giocati!
Abbiamo dato il nostro primo sguardo in-engine di Starfield, Arkane Austin ha rivelato il loro ultimo progetto, Fallout 76 ci ha mostrato i suoi imminenti aggiornamenti gratuiti e molto altro ancora. Ecco il recap della conferenza Xbox+Bethesda:
STARFIELD Starfield è il primo nuovo universo in 25 anni di Bethesda Game Studios, i pluripremiati creatori di The Elder Scrolls V: Skyrim e Fallout 4. In questo gioco di ruolo di nuova generazione ambientato tra le stelle, potrai creare qualsiasi personaggio desideri ed esplorare con libertà i confini dello spazio. Starfiled è in arrivo l’11 novembre 2022.
REDFALL Redfall è un nuovo sparatutto in prima persona open world cooperativo di Arkane Austin, il pluripremiato team dietro Prey e Dishonored. Gioca da solo o unisciti a un massimo di tre amici per affrontare una legione di vampiri che hanno invaso la città di Redfall. In tipico stile Arkane, sceglierai il tuo percorso attraverso l’isola schivando masse di vampiri, mentre cerchi di capire cosa ha causato questa pericolosa piaga.
https://www.youtube.com/watch?v=GE4kcNVtthQ
FALLOUT 76 Non esistono momenti tranquilli in Appalachia. Che tu sia appena uscito dal Vault o che ti stia occupando dell’area sin dal lancio, Fallout 76 ha un sacco di contenuti entusiasmanti in arrivo: C’è una nuovissima questline di Steel Reign, un’imminente settimana gratuita insieme a molti saldi e la rivelazione di Expeditions: The Pitt
DOOM ETERNAL L’aggiornamento next gen di DOOM Eternal arriva per Xbox Series X|S e PlayStation 5 il 29 giugno. Questo aggiornamento gratuito ottimizza DOOM Eternal per le console next-gen, offrendo immagini migliorate, prestazioni perfomanti e il supporto per ray-tracing insieme alla risoluzione 4K a 60 FPS o una modalità opzionale a 120 FPS.
THE ELDER SCROLLS ONLINE La data di uscita di Console Enhanced, l’imminente uscita di Deadlands, uno sguardo al futuro di The Elder Scrolls Online e una prova gratuita di ESO Plus, sono le notizie principali riguardanti ESO.
AGGIORNAMENTI XBOX GAME PASS Rivelato sul palco dell’Xbox & Bethesda Games Showcase, Bethesda porta oggi altri 10 nuovi giochi iconici su Xbox Game Pass, per un totale di 30 titoli Bethesda.
L’ubisoft Forward è appena terminato e le novità che sono state presentate non sono poche e nemmeno cosi scontate come avevamo pensato.
Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction
Partiamo subito con un lungo trailer di Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction, noto in precedenza col titolo di Rainbow Six Quarantine: un assaggio di ciò che ci attende il 16 settembre, giorno del lancio del gioco. Sviluppato sotto la guida di Ubisoft Montreal, Rainbow Six Extraction è un’esperienza cooperativa PvE in cui fino a tre giocatori possono formare una squadra composta da operatori di Rainbow Six che si sono uniti ad Ash, Mira e Thermite per formare il REACT
Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction – Gameplay e Cinematic Trailer durante Ubisoft Forward
Primo annuncio dell’attesissima conferenza di Ubisoft, viene mostrato finalmente il gameplay di Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction. Noto in precedenza col titolo di Rainbow Six Quarantine: un assaggio di ciò che ci attende il 16 settembre, giorno del lancio del gioco. Sviluppato sotto la guida di Ubisoft Montreal, Rainbow Six Extraction è un’esperienza cooperativa PvE […]
Rocksmith+
Proseguiamo poi con la presentazione di Rocksmith+ che è il futuro dell’apprendimento musicale interattivo; un nuovo servizio in abbonamento che insegna agli utenti a suonare chitarra e basso attraverso le loro canzoni preferite. Si basa sul pluripremiato metodo Rocksmith e su strumenti di pratica innovativi sviluppati da Ubisoft San Francisco
Riders Republic
Continuiamo con la presentazione di Riders Republic che sarà in uscita il 2 Settembre. Sviluppato da Ubisoft Annecy, Riders Republic invita i giocatori a tuffarsi in un esilarante parco giochi sociale dove possono provare il brivido degli sport all’aria aperta in un mondo aperto e densamente popolato. I giocatori vagheranno liberamente con i loro amici in un mondo aperto enorme e vibrante dove possono competere e fare mosse folli attraverso un’entusiasmante gamma di sport come ciclismo, sci, snowboard, tuta alare e tuta alare missilistica.
Trick incredibili su Riders Republic – Trailer esclusivo durante l’E3
Sviluppato da Ubisoft Annecy, Riders Republic ti consente di tuffarti in un enorme e dinamico mondo di gioco dedicato agli sport all’aperto tra cui ciclismo, sci, snowboard, tuta alare e rocket wing. Corri in solitaria o con gli amici in un gigantesco mondo di gioco dedicato agli sport all’aperto che combina alcuni dei più famosi […]
Just Dance 2022
Passiamo poi all’annuncio di Just Dance 2022 che è ora disponibile sul sistema Nintendo Switch™, PlayStation®5, PlayStation®4, Xbox Series X | S, Xbox One e Stadia. Ogni copia include una prova gratuita di un mese di Just Dance Unlimited, che si aggiorna automaticamente per includere i contenuti più recenti.
Assassin’s Creed Valhalla nuovo DLC
Torniamo ad uno dei titoli che ci ha accompagnato in questo ultimo anno, ovvero Assassin’s Creed Valhalla che aggiunge tante novità tra cui un nuovo DLC intitolato l’Assedio di Parigi e tanti altri contenuti.
Far Cry 6
Parlando invece di Far Cry 6, il suo momento durante questa Ubisoft Forward non è stato all’altezza delle nostre aspettative. Ci è stato mostrato uno Story Trailer, il primo che vedremo nel nuovo titolo Ubisoft e successivamente ci è stato mostrato il Season Pass che vedrà nei suoi contenuti il ritorno di alcuni dei Villain principali della saga, Vaas Montenegro, Pagan Min e Joseph Seed.
Mario + Rabbids Sparks of Hope
I leaks che erano usciti in questi ultimi giorni ci avevano già un po preparati a questo annuncio ma vedere il nostro Mario sullo schermo ci rende sempre felici. É stato quindi annunciato il seguito di una delle principali esclusive di Nintendo Switch ovvero: Mario + Rabbids Sparks of Hope che arriverà nel 2022 proprio su Nintendo Switch.
Mario + Rabbids Sparks of Hope: Cinematic World Premiere Trailer durante l’E3
Mario, Rabbid Peach e i loro amici sono tornati per una nuova avventura su scala cosmica in Mario + Rabbids® Sparks of Hope! Annunciato sul palco virtuale dell’E3 e sviluppato dal team di Ubisoft Milano, viene mostrato il nuovo capito di Mario + Rabbids. Cursa, un’entità misteriosa e malevola che cerca energia per portare avanti […]
Avatar: Frontiers Of Pandora
Ultimo ma non per importanza, Ubisoft ci ha mostrato quello che tutti noi minimamente non ci aspettavamo, il trailer del tanto atteso videogioco di Avatar. Il titolo sarà in uscita nel 2022 e si chiamerà Avatar: Frontiers of Pandora. Ci è stato mostrato il primo Trailer in engine che dura pochi minuti e potete trovarlo sul nostro canale e qui sul nostro sito.
Avatar: Frontiers of Pandora – Trailer ufficiale durante l’E3 per il nuovo videogioco Ubisoft
Nonostante i tanti leaks che sono usciti in questi giorni e nelle scorse ore, la conferenza di Ubisoft durante l’E3 2021 non è stata del tutto scontata. Come un fulmine a ciel sereno sul finale del panel viene mostrato finalmente il Cinematic Trailer ufficiale di Avatar: Frontiers of Pandora. Avatar: Frontiers of Pandora™ è un […]
Mario, Rabbid Peach e i loro amici sono tornati per una nuova avventura su scala cosmica in Mario + Rabbids® Sparks of Hope! Annunciato sul palco virtuale dell’E3 e sviluppato dal team di Ubisoft Milano, viene mostrato il nuovo capito di Mario + Rabbids.
Cursa, un’entità misteriosa e malevola che cerca energia per portare avanti i suoi piani nefasti, è determinata a consumare tutta l’energia delle Scintille, creature formate dalla fusione di Lumas e Rabbids. In Mario + Rabbids® Sparks of Hope, i giocatori esploreranno sorprendenti pianeti attraverso la galassia e formeranno la più stravagante squadra di eroi per superare in astuzia i nemici in un innovativo sistema di combattimento che mescola tattiche a turni e azione in tempo reale. Quando questa improbabile squadra unisce le forze con l’immensa energia delle Scintille, tutto è possibile… nel bene o nel male!
Sviluppato da Ubisoft Paris e Ubisoft Milano, Mario + Rabbids® Sparks of Hope sarà disponibile per Nintendo SwitchTM nel 2022.
Ieri sera sul palco del Summer Game Fest Kickoff Live, negli ultimi minuti della conferenza Geoff Keighley ci riserva una sorpresa non da poco. Finalmente dopo tanti rumor e indiscrezioni online, Elden Ring si mostra finalmente al pubblico in un fantastico Gameplay Trailer.
Finalmente è possibile ammirare l’attesissimo titolo in anteprima, sviluppato da FromSoftware Inc. e prodotto da Bandai Namco Entertainment Inc.
Elden Ring sarà disponibile dal 21 Gennaio 2022 per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e su PC via STEAM. Il gioco supporta Smart Delivery sulle console Xbox e l’aggiornamento gratuito alla versione PS5 per chi abbia acquistato quella per PS4
Elden Ring sarà disponibile dal 21 Gennaio 2022 per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e su PC via STEAM
Immergiti in un’avventura emozionante e decidi il fato di un mondo enorme, pieno di intrighi e giochi di potere. Affronta nemici formidabili nei classici combattimenti corpo a corpo di FromSoftware e scopri un’ampia gamma di strategie, rese possibili dal gameplay Action-RPG di ELDEN RING.
Un nuovo mondo, ricco di racconti e tradizioni fantastiche, creato da Hidetaka Miyazaki, designer dell’acclamata serie DARK SOULS, in collaborazione con George R.R. Martin, autore delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, la saga fantasy letteraria che ha dominato le classifiche di vendita di tutto il mondo. I giocatori affronteranno un viaggio all’interno di un mondo curato nei minimi dettagli, grondante sangue e inganni generati da tanti, diversi personaggi, ciascuno animato da motivazioni differenti per ostacolare o aiutare i giocatori. Nel corso delle loro avventure, i giocatori determineranno il fato di questa terra martoriata, svelandone miti e segreti.
Un nuovo mondo, ricco di racconti e tradizioni fantastiche, creato da Hidetaka Miyazaki, designer dell’acclamata serie DARK SOULS, in collaborazione con George R.R. Martin
All’inizio dell’avventura, al momento di scegliere la propria via, i giocatori s’immergeranno nel mondo di ELDEN RING, coi suoi vasti scenari, i cambiamenti atmosferici e la progressione delle giornate. Attraversa le distese erbose, le paludi soffocanti e le foreste lussureggianti a piedi o a cavallo, per conto tuo od online con gli amici. Scala montagne impervie, entra in castelli mozzafiato e visita altri luoghi spettacolari che compongono l’opera più imponente mai realizzata da FromSoftware. Le opzioni di personalizzazione e il gameplay di ELDEN RING permettono ai giocatori di definire il proprio stile di gioco. La sperimentazione è incoraggiata, grazie a un ricco arsenale di armi, incantesimi e abilità conquistabili nel mondo di gioco. I giocatori sono spinti a seguire dei percorsi di progressione inesplorati in precedenza.
Grazie a ELDEN RING, i giocatori possono seguire il proprio percorso all’interno del mondo di gioco. Gettati a capofitto in battaglie feroci contro i nemici o sfrutta il sistema di gioco e la furtività per avere un vantaggio. Sono i giocatori a decidere come affrontare le molte sfide che li attendono.
“In ELDEN RING, abbiamo fatto confluire tutta la nostra esperienza negli action-RPG e nei fantasy oscuri, maturata nella serie Dark Souls, per creare una classica ma coraggiosa evoluzione del genere”, ha detto Hidetaka Miyazaki, Director di FromSoftware. “Abbiamo creato un mondo ricco e incredibilmente vasto, basato sulle leggende scritte per il gioco da George R. R. Martin. ELDEN RING è un mondo pieno di misteri e pericoli, pronto a essere esplorato e scoperto. Un dramma in cui vari personaggi ostentano la propria mistica e sono spinti da varie motivazioni. Speriamo davvero che vi divertiate scoprendolo”.
“In ELDEN RING, abbiamo fatto confluire tutta la nostra esperienza negli action-RPG e nei fantasy oscuri, maturata nella serie Dark Souls, per creare una classica ma coraggiosa evoluzione del genere”
Hidetaka Miyazaki, Director di FromSoftware.
“Sono molto felice ed emozionato nell’annunciare la data di uscita di ELDEN RING, un nuovo gioco creato da Hidetaka Miyazaki e George R.R. Martin, due autori che ammiro moltissimo e che hanno fan appassionati in tutto il mondo. Sono davvero emozionato nel poterlo annunciare”, ha aggiunto Yasuo Miyakawa, President & CEO di BANDAI NAMCO Entertainment Inc. “Continueremo a sviluppare ELDEN RING non solo come gioco, ma anche in molte altre aree, per dare una visione del titolo e del suo fascino ai nostri fan di tutto il mondo. Contiamo sul vostro continuo sostegno.”
Come ho già anticipato in altri articoli, spesso la resa delle serie e dei film dell’MCU si discostano dai fumetti per esigenze di copione. In Loki, Ep. 1 incontriamo vari personaggi tra cui Ravonna Rensalyer, uno dei capi della TVA. Ma chi è Ravonna? Incontriamo per la prima volta questa donna nei fumetti di Stan Lee e Don Heck, Avengers n°23.
Figlia del Re Carelius, ultimo re sopravvissuto dell’ultimo regno libero rimasto a 2000 anni nel futuro, in una versione temporale alternativa della Terra. Qui incontra Kang, un criminale che viaggia nel tempo, deciso a conquistare il regno di Carelius. Innamoratosi perdutamente di Ravonna , ma rifiutato da questa a causa del suo progetto di conquista, decide di portare gli Avengers nel futuro per sconfiggerli, sperando di conquistare la donna con le sue prodezze. Sfortunatamente i nostri eroi, uniti con Carelius, perdono la battaglia contro Kang. Ma quest’ultimo verrà tradito da uno dei suoi generali, e Ravonna, resasi conto di amare Kang, si sacrificherà per lui, cadendo in un sonno profondo. Kang cercherà di salvarla sfidando anche i gladiatori del Gran Maestro ( proprio come Thor e Hulk in Thor: Ragnarok ) invano. Kang decide allora di creare delle alternative temporali per riuscire a salvare Ravonna, creando però in questo modo, altre varianti temporali della Sacra Linea Temporale che ritroviamo anche in Loki.
Ravonna in Loki, è interpretata da Gugu Mbatha-Raw , come giudice supremo per il caso della Variante L1130, o meglio conosciuto come God of Mischief, ( s p o i l e r : non è il vero God of Mischief ma solo una variante dell’originale deceduto negli eventi di Infinity War). Nei fumetti non troviamo Ravonna alla TVA, anzi, possiamo semplicemente affermare che sono in due linee temporali diverse. Mbatha Raw , parlando con The Wrap ha lasciato intendere che la sua preparazione per interpretarla non si è basata molto sui fumetti perché la serie tratta argomenti ancora precedenti agli eventi di Avengers n°23.
Cosa ci aspettiamo dal secondo episodio? Verrà approfondita la storia di Ravonna ?
Da dove cominciare? Questo primo episodio di Loki, mi ha lasciato con molte domande, ma comunque senza parole. Ma cerchiamo di analizzarlo insieme. Come già sappiamo, gli eventi trattati nella serie sono la conseguenza della fuga di Loki in Endgame, infatti il Dio, recuperato per pura casualità il Tesseract, svanisce in una nuvola blu.
Cosa succede a questo punto? Loki si ritrova catapultato nel Deserto del Gobi, in Mongolia, ma non è solo. Viene presto raggiunto dai Minuteman, uno speciale corpo di polizia che fa capo alla TVA, la Time Variance Authority. Questi porteranno il Dio dell’Inganno alla sede della TVA, ma perché? E’ la stessa domanda che si pone il nostro protagonista, a cui presto troverà risposta anche grazie alla speciale spiegazione di Miss Minutes, la mascotte della TVA.
La TVA è un’organizzazione creata dai 3 Time Keepers, che si occupa di monitorare e preservare la Sacra Linea Temporale, ovvero la linea temporale ritenuta reale e valida, per evitare che nessuno riesca in qualche modo ad alterarla e creare delle nuove linee temporali. I Time Keepers sono tre esseri divini che dopo la Guerra del Multiverso e la creazione di innumerevoli linee temporali, riuscirono a ristabilire l’equilibrio nel tempo. Se ve lo state chiedendo si, il nostro Loki cogliendo la palla al balzo rubando il Tesseract, ha alterato la Sacra Linea Temporale, creandone di nuove parallele.
Nel frattempo, facciamo la conoscenza di Mobius M. Mobius, agente della TVA a Aix en Provence nel 1549. Un luogo e una data che hanno un significato? Da grande appassionata di storia medievale, moderna e contemporanea, ho subito cercato qualche collegamento, arrivando però a ben poche conclusioni. Aix en Provence è una città della Francia meridionale, molto conosciuta oggigiorno perché custodisce l’atelier di Paul Cezanne, pittore post-impressionista dell’800. Ma la mia mente da storica mi ha riportato alla mente le campagne francesi in quanto proprio ad Aix en Provence si sono consumate alcune delle peggiori stragi religiose, quelle contro i catari, accusati di eresia dalla Chiesa nel lontano 1200.
Troviamo Mobius in una chiesa della cittadina francese accompagnato da alcuni Minuteman, insieme per capire come mai un loro compagno è stato trovato morto proprio in quella chiesa, quando entra un ragazzino. Questo gli porge un pacchetto di gomme da masticare blu, con la marca Kablooie, una marca fittizia, ma dal punto di vista onomatopeico ci rendiamo conto che il suono ricorda molto il termine fumetistico Kaboom, utilizzato per rendere le esplosioni nei fumetti. Il ragazzo lascia intendere che quel dono, non propriamente risalente all’età umanistica, è stato lasciato da una figura misteriosa, molto simile alla raffigurazione del Diavolo proprio in una vetrata della chiesa. Ma approfondendo, la regista della serie Disney Kate Herron ha spiegato a Entertainment Tonight che quel riferimento non è da ricollegare alla figura diabolica ma solo all’elmo con corna dorate di Loki.
Una volta tornato alla base della TVA Mobius assiste al processo di Loki, colpevole di aver alterato le linee temporali. Decide di interrompere il processo per convincere il giudice che Loki può essere utilizzato per una missione speciale, di cui ancora però non sappiamo niente. L’agente della TVA porta Loki nel proprio ufficio, dove dopo alcune domande iniziali gli farà rivivere le sue avventure con gli Avengers. Mobius gli mostrerà anche ciò che succede a Loki dopo gli avvenimenti di Avengers, a New York nel 2012. Loki appare disorientato, ma perché? Perché il Loki che appare nella serie, il Loki di questa versione temporale non è altro che una ‘variante’, la variante L1130, frutto degli scombussolamenti delle linee temporali derivate dagli eventi di Endgame. Ma non è tutto, una volta scappato, Loki scopre non solo della morte della sua amata madre, Frigga, ma anche della sua morte, o meglio, della morte del Loki della ‘timeline originale’, uccisa come sappiamo da Thanos nei primi infami dieci minuti di Infinity War .
Oklahoma, 1858. Dei Minuteman vengono uccisi da un misterioso personaggio incappucciato. Sembra che questi abbia lasciato un attrezzo utile per prelevare il petrolio, datato però al Terzo Millennio, quindi sicuramente c’è stato un ennesimo viaggio nel tempo.
Intanto a Loki, conscio del fatto che non è possibile tornare nella timeline principale, non resterà altra scelta che accettare l’incarico di Mobius, ovvero aiutarlo nel cercare una pericolosa variante che sta uccidendo molti Minuteman nelle varie linee temporali. Ma una variante di chi? La pericolosa variante, cari amici, è proprio un’altra variante di Loki.
EASTER EGG
Impossibile rimanere indifferenti a Loki in tenuta midgardiana. Questo easter egg è molto interessante, e divertente. Per chi non conoscesse il retroscena della storia, cercherò brevemente di riassumerla. Nel 1971 un Boeing 727 venne dirottato da un pericoloso criminale, D.B.Cooper, nome che in realtà apparteneva ad un personaggio dei fumetti degli anni ’50 protagonista di varie avventure, insomma una specie di 007. Cooper dopo aver dirottato il volo e aver richiesto la cifra di 200.000 dollari, si lanciò nel vuoto sparendo per sempre. Ebbene, Loki confessa che quel criminale in realtà era lui, e che aveva commesso quelle azioni solo perché aveva perso una scommessa con suo fratello Thor.
Infinity Stones: Esattamente. Nella TVA non è possibile utilizzare nessun tipo di magia, questo rende inutilizzabile anche il Tesseract, ma soprattutto le Gemme dell’infinito, utilizzate dagli impiegati della TVA come fermacarte colorati. Loki infatti scopre che altre varianti hanno rubato le Gemme, per poi venir imprigionati alla TVA.
Per gli occhi più esperti; nei fotogrammi iniziali, quando Loki si ritrova nel Deserto del Gobi, mezzo sotterrato dalla sabbia, qualcuno ci ha rivisto Tony Stark nel primo Iron Man.
Per i nostalgici: Inizialemente Loki viene fatto passare attraverso quello che ci ricorda un metal detector a portale, e gli viene chiesto se sia un robot. In caso affermativo, il portale lo squaglierà immediatamente. L’impiegato chiede nuovamente a Loki se sia un robot, perché spesso i robot non si ricordano di esserlo.
‘Sono in molti a non sapere di essere robot? ‘ Esclama Loki. Ebbene cari amici, io qua non posso che pensare a Blade Runner ( Ridley Scott,1982), alla replicante Rachel convinta di essere umana fino a quando non gli viene svelata la verità, ovvero che è i ricordi che pensava appartenessero alla sua infanzia invece sono stati installati artificialemnte.
Cosa ci aspettiamo dalla nuova puntata di mercoledì prossimo? Forse entrerà in scena Lady Loki? Riusciremo a capire quante varianti Loki esistono?
Manca veramente poco all’approdo di Loki su Disney+. Più volte ci siamo chiesti quando si svolgeranno i fatti della serie e più volte abbiamo ipotizzato che saranno successivi alla morte di Thanos, il che in parte è vero, ma nel passato. Mi spiego meglio:
Durante il viaggio nel passato degli Avengers per recuperare le gemme dell’infinito, ci troviamo a New York nel 2012 durante l’invasione di Loki e i Kitauri (Avengers 2012). In seguito a questi eventi Loki riesce a fuggire con il Tesseract, e tutti ci siamo chiesti: “ma dove?” Nei trailer più recenti sembra che scappi in un deserto grazie alla gemma dello spazio contenuta nel Tesseract.
Quello che sappiamo fino ad ora è che la serie si svolge subito dopo la battaglia di New York il 4 maggio 2012, e che Loki sembra aver creato delle fratture nella linea temporale, come quelle alle quali si riferiva l’Antico in Endgame.
Quindi facendo due conti possiamo affermare che il Loki della serie non è il Loki che abbiamo visto morire in Infinity War e di conseguenza tutte le cose che ha vissuto Loki dopo il 2012, questa “Variante non le ha vissute”, vediamo quali sono le più importanti:
I SUOI GENITORI SONO MORTI
Anche se adottivi Odino e Frigga sono morti, sappiamo comunque che Loki aveva grossi problemi interpersonali con il padre, questa Variante, visto che non ha vissuto gli eventi dal 2012 in poi non ha problemi con Odino, il che vuol dire che potrebbe ancora essere vivo.
HA COMBATTUTO MALEKIT AL FIANCO DI THOR
Il rapporto fraterno tra Loki e Thor non è mai stato troppo limpido, ma comunque hanno combattuto Malekit insieme (Thor: The Dark World) e si sono riconciliati.
La variante di Loki non lo ha fatto quindi di conseguenza non ha risolto i suoi problemi con Thor.
HA FINTO DI MORIRE (DI NUOVO)
Per quanto ne sa, questa Variante di Loki ha simulato la sua morte solo una volta, quando è caduto nel Wormhole in Thor. Tuttavia, la finta morte di Loki è diventata un motivo comune nei film, e Loki alternativo potrebbe trovarlo utile per i suoi piani futuri.
HA GOVERNATO HASGARD NEI PANNI DI ODINO
Lo sappiamo tutti, Loki sa cambiare il suo aspetto, ha usato questo suo potere per ingannare, non si sa come, il padre degli dei Odino, mandarlo sulla terra in una casa di riposo, per poi sostituirlo sul trono di Asgard con le sue sembianze.
Sfortunatamente, il Loki alternativo non ha avuto l’opportunità di governare Asgard come l’originale. Tuttavia, i trailer stuzzicano le sue ambizioni di essere un sovrano in altri modi. Semmai, la sua esperienza ad Asgard potrebbe aver accennato alle sue capacità di sovrano.
HELA SUA SORELLA HA DISTRUTTO HASGARD
Il Loki originale non sa di avere una sorella a sorpresa, anche perchè gli eventi di Ragnarok si svolgono cinque anni dopo New York. Loki originale viene a conoscenza della sorella solo dopo la morte di Odino perchè la dipartita del padre degli dei libera Hela dalla prigionia.
Pertanto, questo Loki alternativo deve ancora incontrare la sua sorella adottiva segreta, che è più sinistra e più oscura di lui. Stranamente, Hela e Loki hanno molto in comune, come le preferenze sui colori dei costumi, l’ambizione di governare Asgard e l’essere pessimi fratelli di Thor
HA INCONTRATO DI NUOVO HULK
Questa non sto nemmeno a dirvela, ma presumiamo che dopo averle prese a New York, il Loki alternativo abbia ancora paura di Hulk che puntualmente ritrova su Sakaar.
ACCADE RAGNAROK E SALVA GLI HASGARDIANI
Loki potrebbe non essere asgardiano di nascita, ma Asgard è sempre stata la sua casa. Pertanto, Loki alternativo non è a conoscenza di Ragnarok che ha portato alla distruzione di Asgard.
Inoltre, il Loki originale si unì ai Vendicatori per salvare i rimanenti Asgardiani prima che Surtur provocasse l’inevitabile giorno del giudizio. Ha mostrato una crescita di altruismo.
HA FATTO PACE CON THOR
Il rapporto tra i due fratelli non è mai stato roseo, ma possiamo ipotizzare che la variante Loki non saprà mai che ha fatto pace con Thor durante gli eventi di Ragnarok, Sad Moment.
MUORE IN INFINITY WAR
Ed eccoci all’ultimo punto, Loki non sa di essere morto per mano di Thanos. Abbiamo sempre pensato che Loki fosse invincibile perchè più volte ha ingannato la morte, per questo la sua dipartita è stata uno shock per tutti,
Comunque tutti questi eventi verranno sicuramente raccontati alla variante di Loki, infatti è possibile vedere, in uno scorcio di un trailer, un agente della TVA che gli mostra tutti gli eventi che si è perso nel corso degli anni. Come reagirà non lo sappiamo, ma non ci resta che aspettare mercoledì.
La ventesima edizione della famosissima fiera videoludica di Los Angeles è ormai alle porte e ha dato avvio alla possibilità, per i fan di videogiochi di tutto il mondo, di potersi iscrivere gratuitamente, per ottenere l’accesso ai più svariati spettacoli e presentazioni che la fiera ha in servo per noi. Anche se dovremmo ancora aspettare il 12 giugno per il suo inizio, ieri 3 giugno è stato condiviso al pubblico il programma che seguirà, durante il corso di 4 giorni, questo magnifico evento. Questi 4 giorni saranno pieni d’intrattenimento, nuovi arrivi, ma soprattutto saranno accompagnati da giganti del settore videoludico come Nintendo e Microsoft che regaleranno sicuramente qualche sorpresa!
In questo articolo vi mostreremo tutte le date e gli orari più importanti (ovviamente in fascia oraria italiana) dell’evento:
GUERRILLA COLLECTIVE – 5 GIUGNO ORE 17.00 / 12 GIUGNO ORE 17:00 –
Torna anche quest’anno a grandissima richiesta, ma in formato digitale, del “convegno” delle produzioni indie, con annunci, trailer e gameplay. Tra gli sviluppatori indie troviamo nomi famosi come: All in! Games, Good Shepherd, 505 Games e Versus Evil. Questo showcase generale si terrà in due giorni separati il 5 giugno e il 12 giugno entrambi alle ore 17:00!
SUMMER GAME FEST – 10 GIUGNO ORE 19.30 –
Il famoso evento, condotto dal padre dei Game Awards, Geoff Keighley, si svolgerà il 10 giugno, in cui oltre a tantissima musica live e ad importanti presentazioni, verranno svelati grandi annunci. I principali partecipanti saranno: PlayStation, Xbox, Activision, 2K, Sega, Square Enix, Warner Bros. Games, Ubisoft, EA e molti altri.
NETFLIX GEEKED – 11 GIUGNO ORE 18.00 –
Affiancato dal Summer Game Fest, il Netflix Geeked sarà un evento alquanto singolare: la famosissima piattaforma streaming ha in servo per i suoi abbonati tantissime novità, come film e serie TV provenienti dal mondo videoludico. Tra i tanti annunci, si vocifera che potremmo anche vedere il nuovo trailer della seconda stagione di The Witcher!
KOCH MEDIA – 11 GIUGNO ORE 21:00 –
Il grande produttore tedesco Koch Media, proprietario di Deep Silver e Volition, ha affermato di voler creare un evento incredibile. Anche se molti videogiocatori vorrebbero il ritorno di Dead Island 2, è molto più probabile l’arrivo del quinto capitolo della saga di Saints Row.
UBISOFT FORWARD – 12 GIUGNO ORE 21.00 –
Ma ora passiamo al vero e proprio E3 di quest’anno, che incomincerà con la conferenza Ubisoft: la casa videoludica francese ha molto da mostrare bella sua conferenza: vedremo novità su Far Cry 6, su Rainbow Six Parasite e per i fan di Assassin’s Creed potrebbero esserci delle novità, anche se non sicure al 100%.
IGN EXPO – 12 GIUGNO ORE 22:00 –
La famosa testata giornalistica statunitense, ha annunciato il proprio programma per questo E3: sono previsti, diverse interessanti anteprime di cui però ancora non ci è dato sapere nulla.
XBOX + BETHESDA – 13 GIUGNO 2021 ORE 19:00 –
Xbox verrà affiancata dal suo nuovo acquisto Bethesda. Da quello che siano riusciti a capire, l’unione di questi due colossi ha in servo per noi tantissime novità. Tutti stanno aspettando l’arrivo di Starfield che, con molta probabilità, verrà finalmente mostrato. Essendo le novità veramente troppe, ti consiglio di seguire direttamente la live il 13 giugno così da non perderti nessuna nuova sorpresa!
SQUARE ENIX – 13 GIUGNO ORE 21.15 –
Il noto publisher giapponese ha affermato che l’evento si terrà il 13 giugno. Tra i vari titoli di cui sentiremo parlare troviamo: la nuova avventura grafica Life is Strange True Colors, il misterioso Babylon’s Fall e probabilmente verranno diffuse nuove informazioni di Final Fantasy e Dragon Quest 12.
SVILUPPATORI INDIE – 14 GIUGNO ORE 19:00 –
Prenderanno le redini del palco sviluppatori indie, molto interessanti come Mythical Games, Freedom Games, Razer e la famosissima Capcom, con tantissime novità e nuovi annunci.
NINTENDO DIRECT – 15 GIUGNO ORE 18:00 –
A grande richiesta Nintendo parteciperà all’E3 2021 attraverso una Nintendo Direct. Sono tanti i titoli che i fan della famosa compagnia videoludica si aspettano di vedere: potremmo sentire parlare del sequel di The Legend of Zelda Breath of The Wind, ma non solo, potrebbe arrivare l’annuncio del penultimo personaggio di Super Smash Bros. Ultimate. Ma sappiamo tutti che ciò che davvero stiamo aspettando è l’annuncio della nuova console Nintendo Switch Pro.
BANDAI NAMCO – 15 GIUGNO ORARIO NON PROGRAMMATO –
Se parliamo di Bandai Namco, un grande e imponente nome ci viene da pensare: Elden Ring. Noi tutti giocatori stiamo aspettando questo acclamato e incredibile titolo che si spera venga almeno annunciato per quest’anno!
Stanotte si è tenuto l’evento MSI Tech meets Aesthetics che ha visto presentare una serie di prodotti esclusivi, un’unica linea estetica accomuna i prodotti: un design ricercato e ispirato alla bellezza che ci sta attorno.
Con Tech meets Aesthetic MSI ha voluto riconfermare il proprio obiettivo, con prodotti esclusivi e con un design ricercato” ha affermato Sam Chern, Vice Presidente Marketing.
LAPTOP GAMING E CREATOR CON PROCESSORI INTEL CORE DI 11° GEN.
MSI introduce una nuova linea di laptop gaming e creato con prestazioni migliorate del 30% rispetto alla generazione precedente. Linea che è alimentata dai più recenti processori intel serie H di 11° gen. e dalle schede grafiche NVIDIA GeForce RTX serie 30.
CREATOR Z19
Con un display 16:10 e cornici sottili, ha lo chassis in alluminio fresato, perfetto per essere abbinato con i processori int serie H e schede grafiche RTX serie 30. Ha un display true pixel con risoluzione QHD e una gamma colori DCI-P3.
MSI svela anche nuovi laptop da gaming: le serie GE76 / 66 Raider, GS76 / 66 Stealth e GP76 / 66 Leopard, dotate della tecnologia PCIe Gen4, porte Thunderbolt™ 4 e connettività Wi-Fi 6E per un’esperienza fulminea. Le nuove serie Pulse GL76 / 66, Katana GF76 / 66 e Sword 17/15 sono caratterizzati da un design compatto ed elegante e da un hardware top di gamma
SOLUZIONE COMPLETA PER IL GAMING
Quest’anno sarà in vendita il monitor Optix MEG381 Plus con l’esclusiva tecnologia G-Sync Ultimate. MSI lancerà inoltre una nuova serie di monitor gaming piatti, inclusi l’Optix MPG341QR, Optix MPG321UR-QD e Optix MPG321QRF-QD. Oltre alle tecnologie Gaming Intelligente e Sound Tune, questi nuovi monitor hanno connettività HDMI 2.1, in grado di supportare risoluzioni 4K a 144Hz.
Per quanto riguarda i desktop gaming MSI presenta il nuovo MAG Infinite S3, dotato di un hardware che serve grazie ai processori Intel Core di 11° Gen. e schede grafiche NVIDIA GeForce RTX serie 30.
PERSONALIZZA IL TUO PC MAVERICK
Il nuovo MPG GAMING MAVERICK è il primo bundle kit di MSI, composto dal processore Intel Core i7-11700K, dal dissipatore a liquido MPG Core Liquid K360 SP, dalla scheda madre MPG Z590 GAMING EDGE WIFI SP, dallo chassis MPG VELOX 100P e dalle memorie Trident Z Maverik. Il nuovo bundle kit è in grado di aumentare la frequenza su tutti i core da 3.6 GHz a 4.8GHz, migliorando le prestazioni in-game
Per le schede madri invece MSI lancia la nuova serie X570S MAX, un nuovo aggiornamento che aggiunge Design e funzionalità aggiornate. Le nuove schede madri offrono soluzioni di raffreddamento senza ventole e garantiscono prestazioni migliorate anche sui processori AMD Ryzen più pesanti da gestire.
Anche per gli Chassis ci sono novità, con il lancio del nuovo MPG QUIETUDE 100S. È il primo Chasiss MSI a presentare la ventola MEG SILETN GALE P12.
FINESTRA SUL MONDO
Il nuovo Creator P50 è un desktop perfetto per tutti i creativi, vincitore del premio CES 2021 Innovation Award. Le sue dimensioni eleganti e sottili sono adatte per tutti quegli spazi eleganti, anche grazie alla colorazione bianca e ai dettagli dorati.
Summit MS321UP. Oltre alla risoluzione 4K, il nuovo monitor supporta la nuova app MSI Productivity Intelligence, che introduce la funzione KVM. Questa nuova funzione ti consente di alternare tra due computer con il semplice utilizzo di una tastiera e di un mouse, in modo da migliorare non solo l’efficienza, ma anche aumentando la tua produttività.
GIOCO
MSI presenta anche la scheda grafica SUPRIM 35th Anniversary Limited Edition, si basa sulle fondamenta della serie SUPRIM e conserva tutte le stesse caratteristiche chiave. I circuiti ottimizzati alimentano il chip GPU NVIDIA® GeForce RTX ™ serie 30 al centro, l’efficiente design termico TRI FROZR 2S tiene sotto controllo le temperature con il minimo rumore della ventola e un’estetica moderna
EARBUDS, MOUSE E SSD
Oltre a tutti i prodotti sono state presentate le IMMERSE GH62 WIRELESS EARBUDS, le prima earbuds MSI a bassa letenza; Il CLUTCH GM41 LIGHTWEIGHT WIRELESS, mouse con una latenza ridottiate a 1 ms. Per ultima è stata presentata la gamma di SSD SPATIUM.
Abbiamo appena affrontato i case per un pc super, ma non abbiamo ancora parlato delle workstation. Utilissime per chi lavora, possono essere composte da svariate parti, più o meno complesse dei case normali.
commercialmente parlando, per trovare davvero articoli a prezzi competitivi sia da rivenditori online che da grossisiti operanti nella grande distribuzione del commercio al dettaglio, scegliamo con cura maniacale le varie aziende a cui affidarci che non solo operano con privati e piccoli clienti sui vari siti di ecommerce, ma anche con grandi realtà, come imprese ed enti nazionali.
Vista la vasta scelta di case pc workstation che il mercato odierno offre, ci focalizziamo sopratutto su una selezione dei prodotti più venduti.
Anche preponderando la scelta verso articoli molto più economici vi è sempre un elevato standard viste le varie recensioni di chi ha già acquistato i suddetti prodotti e quindi anticipare e sopratutto evitare tutte le seccature che si hanno quando poi non si è completamente soddisfatti del prodotto acquistato.
Detto questo preferiamo consigliare prodotti nuovi, visto anche le varie esigenze che oggi si incontrano evitando tutta una serie di disguidi quando poi si va a scegliere case pc workstation in condizioni di usato pseudo-garantito.
Showcase:
Thermaltake P5 – Dimensioni: 608mm x 333mm x 570mm Supporto mobo fino a ATX Feature: case aperto con pannello frontale in vetro temperato, predisposto per sostenere pompa e reservoir I/O: 2 x USB 3.0, 2 x USB 2.0, 1 x Audio, 1 x Mic Supporto ventole: 4 da 120mm o 3 da 140mm Supporto rad: 480mm o 420mm Installazione hard drive: 4 da 2.5”/3.5” Altezza massima dissipatore CPU: 180mm Lunghezza massima GPU: 280mm se è installata la reservoir del loop, altrimenti 570mm Lunghezza massima PSU: 200mm
Thermaltake Core P5 Tempered Glass Ti Edition ATX Wall-Mount Chassis/CA-1E7-00M9WN-00 / PC Case con Vetro Temperato, Nero
Thermaltake Core P5 Tempered Glass Ti Edition ATX Wall-Mount Chassis/CA-1E7-00M9WN-00 / PC Case con Vetro Temperato, Nero: Amazon.it: Informatica
Thermaltake P90 TG – Dimensioni: 470mm x 470mm x 615mm Supporto mobo fino a ATX Feature: case aperto con pannelli laterali in vetro temperato I/O: 2 x USB 3.0, 2 x USB 2.0, 1 x Audio, 1 x Mic Supporto ventole: 4 da 120mm o 3 da 140mm Supporto rad: 480mm o 420mm Installazione hard drive: 4 da 2.5”/3.5” e 5 da 2.5” Altezza massima dissipatore CPU: 180mm Lunghezza massima GPU: 320mm
Thermaltake Core P90 TG Case per PC, Nero
Thermaltake Core P90 TG Case per PC, Nero: Amazon.it: Informatica
Mini ITX:
Fractal Design Node 202 – Questo case presenta due versioni: una con l’integra 450w e una senza. L’alimentatore non ha il bollino 80+ Falco, quindi è sconsigliata questa versione. La differenza di prezzo di 70 euro consente infatti l’acquisto di un alimentatore più recente. Gli spazi sono gestiti molto bene e le temperature sono accettabili. Inoltre, utilizzando uno stand incluso, si può mantenere il case in verticale.
Fractal Design Node 202 – Black – Mini-ITX Slim Profile Compact Small Form Factor Computer Case with PCIE 3.0 Riser Card and Integra SFX 450w Power Supply included – Modular interior – USB 3.0
Fractal Design Node 202 – Black – Mini-ITX Slim Profile Compact Small Form Factor Computer Case with PCIE 3.0 Riser Card and Integra SFX 450w Power Supply included – Modular interior – USB 3.0: Amazon.it: Informatica
Lazer3d LZ7 (7L) – Questo case viene fatto su misura tramite l’apposito configuratore sul sito della lazer3d, ovviamente più cose si aggiungono e più sale il prezzo. Compatibilità con SFX-L e gpu fino a 186mm, max dissipatore cpu 70mm. Inoltre si possono aggiungere delle ventole slim da 140mm (se si trovano in commercio, forse è più facile trovare delle 120mm slim). Scelta dei materiali vostra ed anche la scelta del tipo di mesh.
LZ7 (SFX)
HOW TO ORDER: UK, European and US customers can order at Overclockers UK Alternatively, we ship worldwide direct to customer from HERE Case manufacturing time is currently 2 – 3 weeks. CLICK…
Lazer3d LZ7 XTD – Fratellone del LZ7, questo con supporto gpu fino a 280mm, personalizzazione aumentata e compatibilità SFX-L. Lo spazio per il dissipatore cpu sale a 135mm per intel o 132mm per amd, inoltre è possibile inserire più ventole del precedente. Come al solito è vostra la scelta dei materiali. Avete la possibilità di sistemare il case come volete (verticale, orizzontale) con l’apposito stand.
LZ7 XTD
HOW TO ORDER: UK, European and US customers can order at Overclockers UK Alternatively, we ship worldwide direct to customer from HERE Case manufacturing time is currently 2 – 3 weeks. CLICK HERE T…
Full Tower:
Phanteks Enthoo 719 – Possibilità di mettere 7 ssd nascosti nel retro e 4 frontali in vista, 4 hdd o addirittura 12 comprando i relativi bracket e rimuovendo quelli per gli ssd. È possibile installare 2 radiatori da 480, 2 360 e 1 140. Ha 2 fori fatti appositamente per riempire e svuotare il loop. Inoltre è possibile installare 2 alimentatori per un sistema mini-ITX nella parte inferiore del case.
Phanteks Enthoo 719 High Performance Full-Tower – Tempered Glass, Aluminum Panels, Dual System/PSU Support, Massive Storage, Fan Hub, Digital-RGB Lighting, Black
Lian Li O11 XL – Dimensioni: 471mm x 285mm x 513mm (piccolo per essere un full tower) Feature: piuttosto versatile consente l’installazione dieci ventole tre pannelli in vetro temperato striscia a led installata a fianco del pannello frontale filtri antipolvere ovunque Supporto ventole: 3 per 120mm a lato, 3 per 120mm o 2 per 140mm sul top e in basso, 1 per 120mm sul retro Supporto rad: 360mm in front, top e in basso Installazione hard drive: 4 da 2.5”/3.5” e 6 da 2.5” Altezza massima dissipatore CPU: 167mm Lunghezza massima GPU: 446mm
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Benvenuti a MemoryCard! Per dare il via a questa rubrica mi sembra doveroso celebrare la saga con la s maiuscola, che festeggia proprio in questi mesi il suo 35º anniversario. Come avrete intuito dal titolo, oggi parleremo dell’icona videoludica per eccellenza, dell’idraulico più famoso del mondo, del simbolo di Nintendo per eccellenza: oggi signori, parliamo di Super Mario.
Origini
Siamo nel 1981. Ronald Regan è il nuovo presidente degli USA dopo Jimmy Carter, muore Bob Marley, Muhamad Alì si ritira dal pugilato e in Italia Papa Giovanni Paolo II viene colpito con due colpi di arma da fuoco. In questo primo anno di quelli che saranno i magici anni 80, dobbiamo dirigerci in Giappone, nella sede della nota Nintendo. Si stava creando un nuovo cabinato da sala giochi, uno che potesse rispondere al successo strabordante di Pacman, e per creare un titolo così importante viene incaricato un certo Shigeru Myamoto, un giovane e rampante sviluppatore che iniziò a ragionare per creare un titolo, incentrato però sui personaggi di Braccio di ferro; il nostro muscoloso eroe avrebbe dovuto salvare la cara Olivia dalle grinfie del perfido Bruto. Non riuscendo però ad acquisirne i diritti, Myamoto dovette creare in autonomia, e accanto allo scimmione Donkey Kong, e alla povera Pauline da salvare, vide i natali la prima incarnazione del nostro eroe, denominato semplicemente “Jumpman”.
Nelle prime fasi di Donkey Kong, l’obiettivo del gioco era fuggire da un labirinto, mentre Mario non aveva la capacità di saltare. Tuttavia, Miyamoto introdusse presto le capacità di salto per il personaggio del giocatore, ragionando che ” se tu avessi un barile che rotola verso di te, cosa faresti?”.
Il titolo ebbe un enorme successo: l’idea di dover saltare per superare i barili, acquisendo nel tempo power-up che permettevano di rispondere ad essi, portava i giocatori a compiere tante micro-decisioni una dietro l’altra, sviluppando sempre una strategia diversa e continuamente differente, cercando di raggiungere il sogghignante scimmione. Dal titolo nacquero anche dei seguiti, in cui dovevamo salvare Donkey kong, proprio dal malefico Jumpman (unico titolo in cui mario avrebbe svolto il ruolo dell’antagonista), impersonando il figlio dello scimmione, Donkey Kong Jr., e uno spin-off, che avrebbe visto ancora una volta il nostro Mario protagonista: Mario Bros.
A dirla tutta, è proprio a Mario Bros. che dobbiamo alcuni elementi oramai canonici del nostro idraulico. Innanzitutto il suo nome: in Giappone il personaggio era conosciuto come Mr. Video, ma durante la localizzazione statunitense di Donkey Kong il fondatore della Nintendo of America, Minoru Arakawa decise di chiamarlo Mario per via della somiglianza (nonché come ringraziamento simbolico) a Mario Segale (1934-2018), proprietario del primo stabilimento Nintendo negli Stati Uniti, in cui negli anni 80’ si trovava la sede. Secondo lo stesso racconto di Miyamoto, la professione di Mario è stata scelta per adattarsi al design del gioco: poiché Donkey Kong si svolge in un cantiere edile, Mario è stato trasformato in un carpentiere; e quando è apparso di nuovo in Mario Bros., è stato deciso che avrebbe dovuto essere un idraulico, perché gran parte del gioco è ambientato in ambienti sotterranei. In mezzo a tubi, ed oscure fogne, vide anche la nascita il fratello di Mario, Luigi, che si differenziava dal fratello per i colori dell’uniforme: Verde quella del fratello, rossa quella di Mario. Il design dei personaggi di Mario, in particolare il suo grande naso, attinge a influenze occidentali; una volta diventato idraulico, Miyamoto ha deciso di “ambientarlo a New York” e renderlo italiano, sottolineando questa sua nazionalità con i suoi portentosi baffi. In queste oscure fogne i nostri eroici stereotipi viventi avrebbero dovuto affrontare i temibili Koopa, ossia tartarughe con le spine sulla corazza, da ribaltare e schiacciare a suon di salti.
Anche questo titolo fu un successo enorme, che andò saldamente a piazzare i due fratelli nell’immaginario collettivo. Ma Mario, per diventare Super, avrebbe dovuto aspettare l’arrivo di una console leggendaria, capace di creare il concetto moderno di “console casalinga”: il Nintendo Enterntaiment System.
Super Mario Bros.
È il 1985, e Nintendo è in pieno fermento. L’azieda era infatti in procinto di commercializzare la prorpia rivoluzionaria console anche in America, con un nome tutto nuovo: NES. La console aveva rivoluzionato il concetto di home entertainment, grazie al suo controller di gioco, con la croce direzionale e i tasti, abbandonando il concetto di tastiera utilizzato fino a quel momento, e introducendo il moderno metodo di lavoro di concedere alle software house di terze parti di sviluppare i giochi sulla propria console, accanto ai titoli prodotti direttamente da Nintendo stessa. La console uscita due anni prima in Giappone col nome di Famicon, per l’uscita in America, oltre al già citato nuovo nome, sarebbe stata accompagnata dalla leggendaria pistola zapper e da un titolo che sarebbe diventato immortale: Super Mario bros.
Sigeru Miyamoto e Takashi Tezuka cominciarono a lavorare al progetto subito dopo l’uscita di Mario Bros, in contemporanea ad un altro titolo che sarebbe divenuto altrettanto famoso: The Legend of Zelda. I due sviluppatori inizialmente erano partiti da un concetto molto diffuso all’epoca, ossia un personaggio che si poteva muovere per tutto lo schermo in ambienti bidimensionali: una telecamera fissa che riprendeva tutto l’ambiente attraverso cui il personaggio poteva muoversi. Solamente nel corso dello sviluppo l’idea fu accantonata e si decise di recarsi in un ambiente si bidimensionale, ma in cui il personaggio si muoveva da sinistra verso destra e la telecamera seguiva ne seguiva i movimenti in un livello che si sviluppava oltre ai limiti dello schermo e che doveva essere attraversato cercando di non perire a fronte dei numerosi avversari che gli sviluppatori ci avrebbero messo di fronte, agli ostacoli e alle trappole presenti in ogni livello.
Il protagonista del gioco divenne Mario grazia l’enorme quantità di titoli venduti e alla sua sempre crescente popolarità, e fu introdotta la sua nemesi: Bowser, che rapendo la povera Principessa Peach, avrebbe costretto il nostro eroe a saltare di mondo in mondo alla ricerca della sua cara principessa. Il buon Bowser inizialmente doveva pure essere un bue, salvo poi tramutarsi nella enorme tartaruga che conosciamo oggi su suggerimento di Tezuka. Lo sviluppo di Super Mario Bros. è un primo esempio di specializzazione nel settore dei videogiochi, reso possibile e necessario dall’hardware arcade di Famicom. Miyamoto ha progettato il mondo di gioco e ha guidato un team di sette programmatori e artisti che hanno trasformato le sue idee in codice, sprite, musica ed effetti sonori. Gli sviluppatori di precedenti giochi di successo si sono uniti al team, importando molte tecniche di programmazione speciali, caratteristiche e perfezionamenti del design come questi: “pendii, ascensori, nastri trasportatori e scale di Donkey Kong; corde, tronchi e molle di Donkey Kong Jr. Attacchi nemici di Mario Bros., movimento nemico, piattaforme congelate e blocchi POW “.
Il team ha basato il level design su un piccolo Mario, con l’intenzione di aumentare le sue dimensioni in seguito nella versione finale, ma ha deciso che sarebbe stato divertente lasciare che Mario cambiasse le sue dimensioni tramite un power-up. Da qui l’aggiunta del nomignolo “Super” prima del titolo.
Mario poi non attraversava oscure fogne, ma mondi pieni di vita e colori, illuminati da un caldo cielo azzurro, nelle oscure caverne, dentro fortezze con la lava, nuotando nel mare! Mario balzava, nuotava e schiacciava Goomba e Koopa, in un tripudio di musica e effetti speciali. Pensiamo al primo livello, alla prima immagine, a quella schermata che almeno tutti hanno visto una volta nella loro vita da videogiocatori. Quella musica! Koji Kondo, maestro indiscusso, ha creato alcuni dei brani più memorabili della storia dei videogiochi, e proprio dal tema del primo livello di Super Mario Bros, ha cominciato a introdurre nella mente dei videogiocatori di tutto il mondo l’amore per questa saga. Chiunque la riconosce, chiunque ne conosce il ritornello.
Il primo livello poi è un capolavoro di game design: privo di qualsivoglia tutorial, il gioco ci lancia subito nell’azione, ma inconsciamente fa capire al giocatore tutto ciò che deve fare già dai suoi primi secondi di gioco. La schermata apparentemente è fissa, ma muoversi verso destra fa muovere la telecamera, che ci segue, e quindi inconsciamente comprendiamo che dobbiamo andare in quella direzione; uno strano oggetto minaccioso ci viene dietro, se ci tocca muoriamo, ma provando a saltare (schiacciando i tasti del NES pad in preda al panico) lo schiacciamo, e otteniamo punti; I cubi col pnto interrogativo ci attirano subito, ed il fungo che ne esce è difficilmente evitabile, assumendolo capiamo che è un bonus che ci rende più forti, e così via, in un tripudio di colori, azione e meraviglia.
Il titolo, inutile dirlo, fu un successo epocale, merito delle sue 40 milioni di copie vendute in tutto il mondo, che portò il gioco a diventare una vera e propria icona del tempo. Le avventure del primo gioco di mario nel corso degli anni verranno riproposte in svariati remake e collection varie, dai vari Super Mario All Stars fino ai Super Mario Advance. Il gioco ovviamente diede vita ad un sequel, che però fu oggetto di una storia divertente.
Super Mario Bros. 2 infatti non è un solo gioco, ma due versioni differenti. Il vero sequel del titolo infatti non uscì in occidente, perché fu reputato troppo difficile per noi occidentali chiaramente incapaci, ma uscì solo in Giappone. E nel rsto del mondo? Uscì si un gioco chiamato Super Mario Bros. 2, ma che era in realtà una raffazzonata copia di un altro gioco famosissimo in Giappone, ossia Doki Doki Panic. Super Mario Bros. 2 arriverà infine anche in occidente, col nome (per nulla paraculo) di Super Mario Bros: The Lost Levels.
Ma senza alcun dubbio, il titolo migliore di questa prima generazione di Mario è il terzo, trionfale capitolo, l’ultimo sul NES.
Super Mario Bros. 3
Super Mario Bros. 2 infatti nacque infatti sulla scia del grande successo del primo capitolo, e fu prevalentemente composto da livelli tagliati dal primo capitolo, risultando come una sottospecie di “Super Mario Bros. 2.0”, con livelli diversi, più complicati del primo, ma privo di rilevanti novità. Invece, Super Mario Bros. 3 nacque proprio come un seguito in piena regola: Bowser, pieno di rabbia e risentimento, ordina ai Bowserotti di invadere i regni del Mondo di funghi (di cui nel primo e secondo gioco avevamo attraversato solo un regno) e causare caos e distruzione, costringendo Mario e Luigi ad intraprendere una nuova avventura per sconfiggere il vendicativo carapace.
Oltre a riportare tutte le caratteristiche di gameplay dei primi due titoli, il gioco presente nuove caratteristiche che diventeranno stabili della serie – come la possibilità di scivolare sulle discese, o di usare i gusci dei Koopa lanciandoli contro i nostri avversari – e nuovi power-up, trae cui l’indimenticabile l’abito Tanooki, che permette a Mario di volare se acquista abbastanza velocità, talmente centrale come novità da essere bello spiattellato sulla copertina del gioco. Con una difficoltà bilanciata e sempre crescente, il titolo inizialmente attirava tutti, per poi aumentare gradualmente di complessità, favorendo una sfida sempre equa e stuzzicando sempre i giocatori a far meglio.
Il gioco è diviso in otto mondi che contengono diversi livelli ciascuno, ed ognuno di questi mondi presenta caratteristiche peculiari: il secondo, per esempio, è ambientato in una landa desertica, mentre il quarto («Grande Isola») è popolato da gigantesche creature; proprio il tipo di mondo in cui ci troviamo comporterà sia la direzione artistica dei livelli, garantendo una diversità degli ambienti molto più ampia dei primi capitoli, e nemici che si adatteranno al loro luogo di residenza; corsi d’acqua abitati dai pesci Smack comporranno il mondo acquatico, mentre nella zona desertica la faranno da padrone sabbie mobili e le vampaserpi.
Mentre però nei primi due titoli i livelli si susseguivano senza possibilità di scelta, in questo terzo capitolo viene introdotta la mappa di gioco, in cui il giocatore può scegliere il livello da affrontare sul percorso, costituito da un vasto reticolato di strade. Queste ultime collegano infatti i diversi livelli fra di loro, offrendo molteplici percorsi; durante l’esplorazione della mappa è possibile imbattersi in massi e cancelli che ostacolano il percorso e che possono essere eliminati superando particolari livelli o con un apposito oggetto, ci sono sentieri nascosti da disvelare, intere sezioni facoltative che potremo raggiungere solo grazie alla nostra volontà di esplorare; insomma, la mappa diventa parte integrante del gameplay. Infatti su di essa sono anche presenti sia minigiochi in cui è possibile ottenere vite extra e potenziamenti, a cui potremo accedere prima di incominciare i livelli, in un menù apposito, sia dei mini-boss, nemici che si muovono sulla mappa del mondo e che se Mario incontra sarà costretto ad affrontare in un livello apposito.
Super Mario Bros. 3 risultò un vero e proprio capolavoro, la concretizzazione di un progetto cominciato ben prima, che con questo titolo fu portato all’ennesima potenza. Tutto il mondo di Mario prendeva vita letteralmente di fronte a milioni di giocatori ammaliati, mentre Mario e Luigi esploravano in lungo e in largo il coloratissimo mondo dei funghi. Qualcuno direbbe che mai si sarebbe potuto fare meglio di così. Come riuscire a battere un titolo così rifinito, così colorato, così profondo, capace di vendere – come stabilito dal Guinnes World Record nel 2008 – 18 milioni di copie, per un guadagno totale stimato di 1.7 miliardi di dollari? Come superare quella leggendaria colonna sonora, capace di aggiudicarsi ben 11 dischi di platino? Semplice, facendo meglio!
Super Mario World… letteralmente!
L’infinito successo della prima trilogia di Super Mario portò Nintendo a investire profondamente nel personaggio, come mai fatto prima, dando grande profondità al personaggio e a tutto il suo mondo. Mario cominciò ad apparire ovunque, anche in prodotti a lui legati in maniera totalmente assurda. Ecco quindi che, negli anni 90, Mario si sdoppia, approdando prima sulla nuovissima console portatile della cara mamma Nintendo, il GameBoy, con “Super Mario Land”, mentre sulla potentissima Super Nintendo (o SNES, per i più ficosi), Super Mario World, dove Luigi e Mario esploravano la coloratissima Dinosaur Land, una nuova terra, dove la povera Peach verrà rapita e dove i nostri baffuti eroi incontreranno la fauna locale, composta dagli Yoshi, simpaticissimi draghetti coloratissimi che aiuteranno i nostri eroi a salvare la cara principessa. Un’avventura che portava il franchise di Mario al livello successivo, sfruttando pienamente la potenza dello SNES.
In questi anni, tantissimi franchise partirono, legati sempre all’universo di Mario, portati avanti da personaggi che sono apparsi nelle avventure dell’idraulico e che si sono presi la scena in una serie totalmente autonoma.
Partendo dallo stesso Yoshi, protagonista effettivo del sequel di Super Mario World, dove un piccolo Baby Mario, in groppa a Yoshi avrebbe dovuto recuperare suo fratello e tornare dai loro genitori, in un fiabesco prequel di tutta la saga. E poi Donkey Kong che, abbandonati i panni dell’antagonista, divenne protagonista della serie Donkey Kong Country, con suo figlio Donkey Kong Jr. e tutta la simpatica combriccola di scimmioni, mentre dal sequel di Super Mario Land prese il via il franchise di Wario, antitesi dell’eroe perfettino per eccellenza: Wario era scorretto, cattivo e caciarone, al salto elegante preferiva una sana dose di forza bruta, e da antagonista del secondo capitolo per GameBoy, divenne protagonista di una sua personale serie. Lo stesso Luigi divenne protagonista di una serie autonoma, i meravigliosi Luigi’s Mansion, dove il nostro pauroso idraulico dovrà salvare suo fratello dai temibili Boo, i fantasmi già presenti nella serie principale.
Per non parlare di tutti i titoli sviluppati dove Mario diventava protagonista di un tipo di gioco totalmente diverso! Mario RPG, in perfetto stile Final Fantasy, con scontri a turni e statistiche da potenziare, che oggi prosegue con i franchise di Paper Mario e di Mario & Luigi. Oppure Doctor Mario, recentemente protagonista su dispositivi mobile, dei puzzle game dove dovremo accoppiare…pasticche? Per non citare i giochi sportivi: Mario Golf, Mario Soccer, Mario Tennis, arrivando infine ai due franchise extra-mario più noti, che difatto son diventate saghe autonome: Mario Party ed ovviamente il famosissimo franchise di Mario Kart, quasi più celebre della serie principale!
In mezzo a questi titoli con schiaffato davanti il nome di Mario ovviamente non c’era sempre qualità ispiratissima, ma questo servì a diffondere a macchia d’olio il nome di Mario e di tutta la sua combriccola, dagli antagonisti fino agli strumenti sempre presenti, che sono diventati icone pop, veri e propri simboli di cultura, basta pensare al fiore di fuoco o ai funghi. A questo scopo Nintendo ha spesso offerto riedizioni dei giochi precedenti, portati o sulle nuove console come collection, o trasposti in versione portatile, fino a veri e propri remake: non importa su che piattaforma abbiate conosciuto Mario, ci sono altissime probabilità che su di essa possiate recuperarvi tantissimi capitoli del franchise. Insomma, Mario si è diffuso ovunque, e in ogni media, diventando non solo il volto di Nintendo, ma di tutti il mondo videoludico. Un’ascesa inarrestabile, che però non è stata priva di rivali.
Super Mario 64: la rivoluzione
Tagliamo corto, Mario ha avuto un solo vero rivale, capace di gareggiare e, in certi momenti, di sorpassarlo, e questo avversario temibile era il volto di SEGA, il porcospino blu dalla velocità supersonica: Sonic. Veloce, agile e dannatamente stiloso, Sonic faceva tutto ciò che il panciuto idraulico non avrebbe mai potuto fare; Sonic era dinamismo, era velocità, era level design ispiratissimo, ed era decisamente più cool ed aggressivo, un porcospino blu velocissimo che ben si sposava con i tamarrissimi anni 90’. Mario dovette faticare parecchio, ma ancora una volta Nintendo saltò più lontano di tutti, lasciando al malcapitato porcospino solo le briciole.
Nel 1995 infatti, Nintendo si apprestava a presentare al pubblico la sua nuova fiammante console, il Nintendo 64. Voluta e ricercata, fu casa di alcuni fra i titoli più famosi della storia, come Goldeneye e Ocarina of Time. La console è passata alla storia più per i titoli che ospitò, che per la stessa, e a fare da apripista a questi capolavori, ci fu ancora una volta Mario. Si perché il Nintendo 64 non è passato alla storia come la miglior console mai realizzata, anzi. Ma Super Mario 64, oh beh, quella è un’altra storia.
Come Super Mario Bros. 10 anni prima, quando si parla di Super Mario 64 non si parla semplicemente di un capolavoro, un titolo che rientra saldamente nelle prime 10 posizioni tra i videogiochi all-time della storia, ma si parla di un vero e proprio punto di svolta. Malgrado numerosi tentativi solo parzialmente riusciti di trasportare il genere platform alla terza dimensione (Alpha Waves, Jumping Flash), Super Mario 64 può davvero considerarsi il primo, vero, platform a tre dimensioni della storia. Forte di uno scrolling che segue il giocatore in ogni direzione e di una libertà di movimento pressoché assoluta, il gioco rappresentò una rivoluzione non solo nell’ambito dei platform game, ma per quasi tutti i generi videoludici, che seguirono la strada intrapresa da Nintendo. I titoli precedenti a Super Mario 64, sebbene avessero mostrato le potenzialità offerte dalle tre dimensioni, erano ancorati ai concept della bidimensionalità, presentavano modelli poligonali, ma erano di fatto esperienze ludiche 2D. Mario invece si muoveva in qualunque direzione, senza limitazioni di alcun tipo, esplorando mondi che per la prima volta introducevano il concetto di profondità in un videogioco.
I livelli del gioco, da cui si accedeva dall’hub centrale, il meraviglioso castello della Principessa Peach, erano colorati, diversi fra loro, ampi e pieni di cose da vedere e da fare, fra sfide a tempo, monete speciali da collezionare, strade segrete da esplorare e boss temibili da affrontare. Il gioco poi abbandonava ogni tipo di linearità; i livelli sono affrontabili in qualunque ordine si voglia, e le stelle da raccogliere al loro interno non seguono un ordine ben preciso, ma possono essere raccolte in qualunque ordine si voglia, lasciando al giocatore piena e totale libertà nella sua esplorazione, favorendo il senso di avventura e di scoperta. Per non parlare dei segreti presenti nel castello, i potenziamenti nascosti, Yoshi! Lo status leggendario che raggiunse questo titolo portò anche alla creazione di vere e proprie leggende metropolitane, fra cui quella di Luigi: era presente nel gioco una modalità cooperativa che poi fu abbandonata? Luigi era giocabile ma solo se si eseguivano determinate azioni? Era morto? Un boo lo aveva mangiato? Non era mai esistito? Chissà…
Scherzi a parte, non stupisce che Myamoto avesse in mente un Mario in 3D già ad inizio anni 90’, quell’uomo, l’avrete capito, è un genio; ciò che potrebbe stupirvi invece è che la maggior parte del tempo Myamoto l’ha dedicata ai controlli di Mario, che grazie alla levetta analogica del pad del Nintendo 64, si muove con una facilità disarmante e rimane tutt’oggi, 16 anni dopo, perfettamente giocabile! Mario poi ha a disposizione un quantitativo di mosse imbarazzante, fra salti, tuffi, scivolate, calci, schianti a terra, tripli salti, salti all’indietro e ancora, e ancora, e ancora.
Super Mario 64 ha definito un genere, ha stabilito dei nuovi parametri, ha fatto esclamare a milioni di sviluppatori nel mondo “Ah… buono, da oggi bisogna farli così i videogiochi”. È stato un punto di svolta, una rottura potentissima col passato. Il salto di Mario nel 3D ha aperto la strada a tutti gli altri, portando l’industria al passo successivo dell’evoluzione. E come se non bastasse, ciliegina sulla torta per consacrare questo gioco come pietra miliare, Mario fu per la prima volta doppiato dal suo storico doppiatore Charles Martinet, che lo doppia tutt’ora! La voce della mia infanzia…
Oh scusate, divagavo.
Mario 2000: ritorno al futuro
Mario si approcciò al 2000 da re incontrastato, da figura quasi mitologica nel panorama videoludico. Nel corso del nuovo millennio, Nintendo decise di produrre sempre più prodotti della serie di Mario, differenziandoli però a seconda della loro impostazione. La prima strada vide il proseguimento delle avventure di Mario in 3D. Furono tanti gli anni che separarono Super Mario 64 da un suo sequel, che arriverà solamente nel 2002, a ben 6 anni di distanza, col nome di Super Mario Sunshine.
Prendendosi molti rischi, Super Mario Sunshine risulterà essere il capitolo più atipico dell’intero franchise. Fosse solamente per la trama ed i personaggi, complessa (ovviamente per il franchise di Mario, dove il massimo di colpo di scena era che “la tua principessa è in un altro castello!”) e corposa, o per il fatto che Mario sarebbe stato dotato per tutta la durata del gioco dello Splac 3000, uno zaino spara-acqua con cui avrebbe dovuto ripulire Delfinia dai graffiti fatti da colui che lo aveva incastrato, ripulendo il proprio nome!
Già, Sunshine era senza dubbio pieno di elementi atipici, ma anche per questi ha assunto un ruolo particolarmente unico nel franchise. Non tutti i rischi hanno pagato, alcune sezioni erano poco funzionanti o decisamente “rotte”, che per i titoli di Mario è senza dubbio una novità, ma al tempo stesso proprio per questo suo sperimentalismo, risulta essere un titolo davvero unico nel franchise, Croce e delizia fra gli appassionati, tra chi lo ha adorato e chi, dopo Super Mario 64, non si aspettava questo cambio deciso di direzione.
Un plauso a Delphino Plaza, l’hub centrale del titolo: coloratissima e meravigliosa, risulta essere tutt’ora probabilmente l’hub centrale più carismatico dell’intera saga di Mario, con il suo indimenticabile tema, i segreti che nascondeva e i misteri. Così come unico risulta essere il tema che lega i livelli, ambientati in una soleggiata isola tropicale, piena di palme, specchi d’acqua, frutti esotici e … Yoshi?! Già, nemmeno il dinosauretto colorato poteva mancare all’appello in questo atipico seppur indimenticabile capitolo della saga.
Nintendo contemporaneamente però aprì una nuovo sviluppo, parallelo ai capitoli in 3D. Anticipando la voglia di milioni di giocatori, nel 2006 rilascia per Nintendo DS New Super Mario Bros., una nuova incarnazione dei gloriosi platform bidimensionali, che apparentemente erano stati mandati in pensione ben 14 anni prima, con Super Mario Land 2.
Oltre vent’anni dopo l’uscita di Super Mario Bros, Nintendo decise di lanciare un nuovo titolo che si basasse sulle meccaniche dei suoi vecchi platform bidimensionali, aggiungendo però nuovi nemici, nuovi power up, nuovi temi musicali, e una grafica aggiornata che unisse sprite tridimensionali a sfondi bidimensionali, lasciando però inalterate le meccaniche di fondo dei vecchi titoli a cui si ispirava. Il titolo quindi esprimeva pienamente quell’anima di gioco “arcade”, pieno di sfida, che la serie principale, legata al 3D e all’esplorazione, aveva deciso di accantonare.
Il gioco fu un altro enorme successo per Nintendo, capace di leggere il mercato in maniera intelligentissima. ll gioco ha ottenuto immediato successo vendendo nel giorno in cui è uscito in Giappone circa 420,000 copie e circa 900,000 copie nei primi quattro giorni. Negli Stati Uniti il videogioco ha venduto mezzo milione di copie in poco più di un mese (con una media di 11 copie vendute al minuto) e un milione 12 settimane dopo l’uscita. Ha venduto più di tre milioni di copie negli USA e più di tre milioni e mezzo in Giappone, dando vita alla seconda vita dei platform in 2D di Mario, che continua tutt’ora.
Ma a Nintendo nessuno era pronto a coricarsi sugli allori. L’inventiva e la voglia di stupire erano ancora troppo alte. Bisognava puntare sempre più in alto, sempre più lontano, bisognava andare…fra le stelle.
Super Mario Galaxy: infine uscimmo a riveder le stelle.
Solamente ascoltare il tema di Super Mario Galaxy fa sempre scorrere un brivido infinito sulla mia schiena. Non solo perché questo capitolo è uno di quelli a cui sono affettivamente più legato, ma perché parliamo indubbiamente di uno dei titoli più riusciti di tutta la lunghissima carriera dell’idraulico baffuto.
Che dire che non sia già stato detto di questo capolavoro? Partiamo dal suo sviluppo: partendo da alcuni concept di Mario 128, tech demo sviluppata per il GameCube, Yoshiaki Koizumi, director del gioco, sostenne fortemente che le meccaniche gravitazionali sarebbero state il futuro per il gioco, ma vedeva anche come complicato il realizzare un titolo concentrato solo su di esse. Questo, almeno, finchè Miyamoto non intervenne, convincendo i capoccia di Nintendo ad investire in un grande progetto legato a Mario, che sarebbe stato ambientato nello spazio profondo, dove, fra planetoidi ed asteroidi, la gravità sarebbe stata al centro del progetto fin da subito.
Dotando Mario di un attacco rotante, poiché col sistema gravitazionale su cui era incentrato il titolo, saltare sui nemici sarebbe stato inutilmente gravoso (ovviamente Mario sa sempre farlo), Super Mario Galaxy prese vita piano piano, come una galassia che nasce intorno alla sua stella più luminosa. Il titolo prese tutti in contropiede, perché era qualcosa di mai visto prima: Mario volteggiava fra i pianeti, recuperava astroschegge, volava in mezzo alle galassie, coloratissime, vaste a perdita d’occhio e piene di vita, tutto per arrivare a raggiungere le stelle (ironico, no?). Il sistema di controllo, che sfruttava il sistema di controlli motori del wii-mote, permette a Mario di volare fra i planetoidi, usufruire delle stelle per lanciarsi a capofitto nei meravigliosi livelli, tematizzati e giganteschi. Costantemente in evoluzione! Vulcani che eruttano, laghi ghiacciati che si sciolgono, enormi cannoni che sparano verso di noi, battaglie integalattiche che dovremo attraversare indenni, o sfruttare venti solari per muoverci attaccati a giganteschi fiori… come potete immaginarvi, la varietà non è esattamente un problema nelle scorribande galattiche del nostro idraulico.
Recuperare le stelle servità per alimentare l’Osservatorio, il meraviglioso Hub Centrale della nostra avventura, da dove ci lanceremo verso le galassie, e che ci permetterà di seguire il cattivissimo Bowser, più in forma che mai, per salvare ancora una volta la nostra amata principessa, sfruttando l’aiuto di Rosalinda, la principessa delle Galassie, madre degli sfavillotti, rotonde piccole stelle, che ci aiuteranno nelle nostre avventure, della truppa Toad, coraggiosi esploratori in cerca della loro principessa, e di nostro fratello Luigi, anche lui tornato per accompagnarci nella nostra spaziale epopea.
Super Mario Galaxy molto semplicemente ha portato il franchise al livello successivo. Lo ha fatto alimentando il senso di meraviglia, di stupore, di scoperta che 11 anni prima aveva suscitato Super Mario 64 (di cui Galaxy viene riconosciuto il vero erede, per quanto profondamente diverso). La sensazione che si ha, giocando a Super Mario Galaxy, è quella di vivere un’avventura di Mario più matura, che non ci coinvolge solamente per la sua sfida o che ci diverte in modo fine a sé stesso; vengono toccati temi di forte malinconia, temi come la scoperta, l’abbandono, il lasciarsi alle spalle il passato e il guardare al futuro, la famiglia, temi legati a Rosalinda e ai suoi sfavillotti, i nuovi personaggi introdotti in questo titolo. La loro storia, ed il senso generale che si respira di grandiosità, di epicità, sono tutti temi che l’avventura galattica di Mario introduce senza farli sentire come fuori luogo. In ogni boss-fight, sentiamo l’epicità, il peso dello scontro con Bowser che deciderà le sorti non del mondo dei funghi, ma dell’intero universo!
Questo si può tranquillamente ritrovare nella colonna sonora del titolo. Mahito Yokota, che la stava componendo, aveva optato per una musica in stile latino-americana. La composizione fu anche approvata da Yoshiaki Koizumi, direttore e designer del gioco, ma quando Yokota l’ha presentata al sound supervisor, Koji Kondo, questi ha dichiarato che “non era buono”. Quando gli è stato chiesto perché la sua musica fosse stata rifiutata, Kondo ha risposto: “se da qualche parte nella tua mente hai un’immagine che Mario è carino, per favore sbarazzartene”. Così si optò per la musica orchestrale, per la prima volta nella saga, composta da Kondo e Yokota, che divenne un moderno capolavoro, capace di sottolineare ancora di più quel senso di maturità che questo progetto si portava dietro.
Con un level design dinamico e profondamente innovativo, i power-up introdotti nel titolo diventano parte integrante del gameplay, capaci di modificare radicalmente intere sezioni, e spingerci all’improvvisazione e all’esplorazione continua, in un tripudio di giravolte e capriole. Super Mario Galaxy divenne così una pietra miliare della saga di Mario, e per fare un assunto finale, proprio perché le meccaniche erano così innovative e sorprendenti, per continuare ad esplorarne le possibilità offerte e le possibili applicazioni, Super Mario Galaxy, a differenza degli altri titoli 3D, è l’unico che si è guadagnato un sequel: Super Mario Galaxy 2.
Super Mario Maker & Super Mario Odyssey: il Rinascimento secondo Mario
Per celebrare i 30 anni di Super Mario, Nintendo ha regalato ai videogiocatori di tutto il mondo il loro personale Kit per creare Mario in 2D. Partendo da questo semplice concetto, nasce Super Mario Maker, l’ultima incarnazione del Mario 2D. In questo titolo, gli sviluppatori lasciano tutti gli strumenti per creare un livello di Mario ai giocatori, lasciando carta bianca a questi ultimi per creare, immaginare e sviluppare i loro livelli, in un insieme di pura fantasia che ha dato vita ad un intricato sistema di creazione e utilizzo.
Dato l’enorme successo dell’iniziativa, il titolo si è guadagnato un sequel, ancora più pieno di elementi di personalizzazione: dallo stile grafico utilizzabile (si passa dal classico di Super Mario Bros. all’ultramoderno di New Super Mario Bros. per switch), alle tematizzazioni (livelli ispirati addirittura da Super Mario Galaxy, ma 2D), agli strumenti e power-up, dando forma e rilievo alle fantasie e alla creatività in ognuno di noi.
Mentre nell’ambito della serie principale, la direzione presa fu quella di creare un ideale punto d’incontro fra il 2D e il 3D. Il risultato di questo furono le due splendide avventure di Super Mario 3D Land (sul nuovissimo Nintendo 3DS) e 3D World (sulla sfortunata Nintendo WiiU). Questi due titoli abbandonarono la camera libera, per abbracciare una camera fissa su mondi liberamente esplorabili ma fortemente lineari, artisticamente ispirati e immaginabili come dei mini-mondi autoconcludenti.
I due titoli rinunciano in parte alla grandiosità dei due Mario Galaxy per abbracciare una semplicità e gioiosità più semplici. Volontà precisa degli sviluppatori, fu quella di creare un titolo che facesse stare bene chi lo giocasse, e lo rendesse felice col controller in mano. Il risultato sono due piccoli gioielli, due piccoli capolavori; in particolare Super Mario 3D Land riuscì a utilizzare la tecnologia 3D offerta dalla portatile Nintendo in maniera effettivamente utile (uno dei pochi ahimè).
E Super Mario 3D world? Ne riparliamo alla fine…
Super Mario Odyssey: L’avventura di Mario è solo all’inizio
Per il grande lancio in pompa magna della neonata Nintendo Switch, la grande N aveva deciso di fare le cose in grande, rilanciando pesantemente le sue due serie di punta, Zelda e Mario. Zelda effettivamente ha accompagnato il lancio della console, ma ad autunno il glorioso baffuto idraulico ha fatto il suo ritorno, dopo 4 anni dal suo ultimo titolo.
Super Mario Odyssey è riuscito ad essere al tempo stesso un ritorno al passato e un incredibile angolo di sperimentazione, risultando al tempo stesso il più innovativo ed il più celebrativo dell’intera saga. L’avventura è di proporzioni epiche, come trovarsi realmente in un incredibile viaggio verso i confini del mondo, accompagnati da uno stile unico ed accattivante. Ma quello che i giocatori si sono trovati di fronte è stato molto probabilmente il miglior Super Mario degli ultimi 20 anni!
Per sconfiggere il temibile Bowser, Mario avrà bisogno di rifarsi il … cappello? Ebbene sì, Cappy, un simpatico essere, si stabilirà nel nostro copricapo di sempre, per aiutarci nella nostra avventura e salvare, proprio come noi, la sua bella dalle grinfie del malefico carapace, che vuole convogliare a nozze con la povera Peach.
Odyssey è magnifico. E potremmo chiuderla qui. E infatti la chiuderemmo qui, se non fosse che dopo 30 anni di carriera, Mario risulta ancora più fresco, innovativo e divertente di quando ha iniziato! Odyssey riprende fortemente la struttura sandbox dei livelli tipica di Super Mario 64, abbandonando la linearità seguita dai capitoli Galaxy e 3D, ma portando questo concetto all’ennesima potenza. Ognuno dei mondi di gioco è pulsante di vita, ognuno con una prepotente tematizzazione che punta però ad una potente innovatività, passando così da zone che sembrano ritagliate da un film di Tim Burton, a deserti ghiacciati, arrivando infine a New Donk City, una pulsante megalopoli in stile mariesco. Ogni location ci riempie di stupore e meraviglia, ammaliandoci con il proprio energico stile e il fine level-design, su cui queste ambientazioni si costruiscono. Delle vere e proprie giungle di salti, capriole ed acrobazie, dove il meraviglioso sistema di controlli di Odyssey brilla di una luce mai vista prima.
L’aggiunta di Cappy poi concede ad Odyssey l’elemento novità con la N maiuscola. Oltre infatti ad accede ad alcune nuove mosse speciali che sfrutteranno il nostro piccolo compagno di viaggio, Cappy ci permetterà di prendere possesso di tantissimi esseri/nemici nel corso della nostra avventura: diventeremo Pallottoli Bill, Goomba, alberi, perfino dei Tirannosauri! E l’accedere a queste trasformazioni aprirà strade pressocchè infinite di possibilità, grazie alle specifiche caratteristiche di ognuna di queste trasformazioni.
Odyssey visivamente poi è semplicemente magnifico: sfruttando appieno la potenza della Switch, l’odissea di Mario brilla di una qualità mai vista prima, quasi come un enorme film animato fatto di piattaforme e salti, mentre artisticamente si vola direttamente alla perfezione pura. Non solo ogni mondo è indimentcabile ed ispirato, ma la colonna sonora del titolo è mangifica, con alcuni temi che vi entreranno pesantemente in testa, su cui troneggia la meravigliosa “Jump up Superstar”, cantata da Pauline – si, proprio la prima dama che Mario ha salvato da Donkey Kong ben 35 anni prima!
Mario, dopo 30 anni, semplicemente annichilisce ogni competizione, Odyssey è un inno alla gioia, al divertimento, al videogame nella sua essenza più pura: Mario salta, diamine, praticamente vola fra questi livelli e riempie di meraviglia ad ogni suo passo. Che siano le mini-sequenze nascoste a 8bit bidimensionali, che toccano più di qualche emozione nel cuore, o le mille sorprese che vi aspetteranno nel corso del titolo, Odyssey riesce sempre a raggiungere una nuova vetta, ad emozionare, a colpire nel segno.
Mamma mia!
Insomma, alla fine di questi quasi 40 anni, Mario oggi vive di una fama gigantesca, clamorosa, ma senza dubbio meritata! L’ultima sua avventura, la remastered di quel capolavoro di Super Mario £d World, che purtroppo pochi avevano avuto il piacere di giocare a causa delle scarse vendite della WiiU, torna oggi disponibile per tutti i possessori di Nintendo Switch, accompagnata dalla nuova avventura “Bowser’s Fury”, un’inedita avventura che probabilmente ci dà un assaggio di cosa ci potrebbe riservare il nuovo titolo su Mario. L’idraulico baffuto è divenuto un’icona del mondo pop, riuscendo ad uscire dal mondo videoludico e stabilendosi prepotentemente nell’immaginario della cultura moderna. La sua fama arriva dovunque, il suo successo non sembra arrestarsi mai, e non possiamo che esserne entusiasti.
Si, perché tutto il mondo di Mario suscita emozioni, trasmette passione, colora ogni attimo che passeremo saltando in sua compagnia. In mezzo ai titani del settore, Mario tutt’ora continua a far un campionato a sé, figlio della sua innata giovanile spensieratezza, della sua capacità di reinventarsi ad ogni uscita. Mario è la voce e il cuore del mondo del gaming, l’icona per definizione del movimento videoludico, del divertimento e della genialità. Perché Mario è arte in movimento, è poesia che si staglia davanti agli occhi.
Anno dopo anno, Mario ha insegnato ad un’industria come si crea un titolo: lo si plasma inseguendo una visione, lo si articola con scelte coraggiose di level design e di gameplay, ma soprattutto, non si ha paura di rischiare, di provare, di cambiare strada e rimescolare le carte! Giocare a Mario fa ritornare bambini, e forse è questo il più grande insegnamento di Mario: non si invecchia mai, se si rimane sempre bambini in fondo.
In questo articolo andremo a recensire il nuovo Ollo Computers G1F Gaming, un assemblato realizzato da Ollo Computers dedicato principalmente al gaming base, con un rapporto qualità prezzo veramente eccellente. Ma iniziamo dalla componentistica.
CPU/GPU
Il processore in questione è un Ryzen 5 2600, da 3.9Ghz, che si presta molto bene a ciò che dovrà fare questa macchina, ovvero il gaming. Non dalle prestazioni esasperate, ma molto più che sufficienti per questo carico di lavoro. La cosa interessante però è la scheda video, una NvidiaGT 1030 da 2 GB GDDR5, che a primo impatto può sembrare datata e low-end, talmente tanto da sottovalutarla, quando in realtà può tranquillamente digerire videogames di ultima generazione.
Attenzione però: non aspettiamoci risultati delle sorelle maggiori. è una scheda video del 2016 di fascia medio-bassa, dalla quale non si può pretendere prestazioni super, come altissimi FPS o giocare su monitor in 4K. Detto ciò però, in questo periodo storico veramente povero di prodotti in commercio, è un’ottima soluzione. Ovviamente tutta questa configurazione prevede un pubblico che si sta approcciando al mondo del gaming su pc, e che quindi non ha alte pretese, ma che comunque ha voglia di sperimentare senza invetrire cifre esorbitanti.
In particolar modo questa scheda video si comporta molto bene con Fortnite in modalità “performance” (che trovate nelle impostazioni del gioco stesso), con il quale riesce a mantere 130fps stabili. Vi lascio qui un video (https://www.youtube.com/watch?v=_5566Z3Z5po&t=647s) dove potete notare l’ottimo risultato.
RAM
La RAM allestita è formata da 2 banchi HyperX Fury da 3200 MHz da 4 GB l’uno (quindi 8 GB), disposti in Dual Channel, in modo da avere le massime prestazioni disponibili, e soddisfano tranquillamente il carico di lavoro in gaming.
ALIMENTATORE, SCHEDA MADRE & SSD
L’alimentatore in questione è un Cooler Master da 500 watt, sufficiente per questa configurazione. Troviamo poi una scheda madre da gaming Asus Prime A520M in taglia Micro-ATX e un’ottimo SSD Kingston A2000 da 500GB NVMe, che assicura massima velocità nei caricamenti. Infine il case, iTek SPACIRC XO Mid-Tower, molto basic, ma per il prezzo che ha questa configurazione direi che non si può pretendere di più. Ed esteticamente in realtà non è niente male.
CONSIDERAZIONI FINALI
Personalmente, come sopra ho accennato, consiglio questa configurazione a chi ha intenzione di approcciarsi al mondo del gaming su pc ed è alle prime armi. Ovviamente da una configurazione simile non ci si può aspettare prestazioni esagerate, ma a questo prezzo, ovvero 700 € circa, non si può trovare di meglio. Molto interessante il fatto di usare una scheda video un po’ datata, che però soddisfa la richiesta dell’utente, ottimizzata per un uso di fascia media, ma che promette un frame rate in gioco soddisfacente senza però chiederle dettagli troppo alti. Il mercato in questo periodo storico è veramente scarico di materiale, per ovvi motivi, e quindi è diventato complicatissimo trovare componentistiche di nuova generazione. Di conseguenza questa è una configurazione che per i giorni d’oggi è veramente ben studiata, e che può essere la scelta giusta per una vasta gamma di utenti, sopratutto chi non necessita di una macchina dalle prestazioni esagerate.
Ollo Computers G1F Gaming – Fortnite… in offerta: Risparmi €83 | Ollo Store
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Il Marvel Cinematic Universe è un colosso della cultura pop, che guida il mondo e schiaccia tutta la concorrenza. Tuttavia, per quanto alcuni dei film siano fantastici, a volte non hanno reso giustizia al loro materiale originale. Ecco a voi alcuni fumetti che ci sentiamo di consigliarvi.
MS. MARVEL – FUORI DALLA NORMA
Con l’ arrivo della Ms. Marvel all’MCU, è giunto il momento per le persone di dare un’occhiata ai suoi fumetti e il migliore per iniziare, ovviamente, è l’inizio. Fuori dalla Norma, dello scrittore G. Willow Wilson e dell’artista Adrian Alphona, presenta ai fan Kamala Khan, una ragazza musulmana del New Jersey, che scopre quanto possano essere pericolosi i suoi nuovi poteri e cerca anche di capire se è ora di fare parte di qualcosa di più grande.
Questo libro è semplicemente affascinante. Ms.Marvel è un personaggio meraviglioso con un grande cast di supporto e la scrittura di Wilson è perfetta. Il semplice lavoro di disegno di Alphona è espressivo e dettagliato. È un ottimo manuale su chi è e perché è fantastica.
FANTASTICI QUATTRO – 1234
I Fantastici Quattro stanno arrivando nell’MCU e c’è una vasta scelta di storie tra cui i fan possono scegliere. Fantastici Quattro: 1234, dello scrittore Grant Morrison e dell’artista Jae Lee. Una delle migliori storie Marvel di Morrison, vede il gruppo intrappolato in mondi perfetti, ognuno su misura per loro, dove si vanno a toccare dei tasti profondi, si scava nella psiche dei personaggi e di quanto sia frustrante la loro situazione, nonostante essi siano dei mitici super eroi. La scrittura stravagante di Morrison porta qualcosa di interessante in tavola e combinata con le matite grintose di Lee, crea qualcosa di meraviglioso.
SECRET WARS(2015)
I fan dell’MCU potrebbero pensare che Avengers: Infinity War ed Endgame siano la fine di tutto lo spettacolo Marvel, ma si sbagliano. Hanno bisogno di leggere Secret Wars (2015) , dello scrittore Jonathan Hickman e dell’artista Esad Ribic. l libro inizia con il Multiverso distrutto, rimangono solo due realtà. Ora, l’Universo Marvel e l’Universo Ultimate stanno per scontrarsi. Gli eroi di ogni Terra combatteranno per salvare la loro casa, e falliranno.
PLANET HULK
Planet Hulkè una delle migliori storie di Hulk degli ultimi vent’anni. Vedendo Hulk esiliato su un altro pianeta dagli eroi della Terra, in quanto è considerato da loro come una minaccia troppo grande per il genere umano. scritto da Greg Pak e disegnato da Carlos Pagulayan,Aaron Lopresti e Gary Frank, vedremo Hulk alle prese con un pianeta alieno dove il suo sconforto si trasforma in furia cieca verso i responsabili del suo esilio.
WOLVERINE – NEMICO PUBBLICO
Wolverine: Nemico Pubblico, scritto Mark Millar e disegnato da John Romita Jr., si apre in modo non convenzionale: Wolverine viene ucciso. Tuttavia, è resuscitato e usato dalle forze di Hand e Hydra per combattere contro i suoi amici, trasformandosi in una feroce ombra che tormenta tutto l’Universo Marvel! Basteranno le forze congiunte dello S.H.I.E.L.D., degli X-Men e di Elektra per riportarlo alla normalità?
MARVELS
Marvels, scritto da Kurt Busiek e illustrato da Alex Ross, è uno dei fumetti Marvel più belli di tutti i tempi. Ambientato dai primi anni quaranta ai primi anni settanta, la serie, una volta composta da 4 volumi ma oggi racchiusa anche in fantastici Omnibus, esamina l’universo Marvel, dalla prospettiva del giornalista fotografo Phil Sheldon. Phil osserva l’alba degli esseri superpotenti che sarebbero diventati gli eroi dell’Universo Marvel.
IL GUANTO DELL’INFINITO
Thanos è uno dei migliori cattivi dell’MCU. Tuttavia, è stato anche un po’ massacrato dai film, poiché hanno cambiato la sua motivazione, andando a sfumare la metafora del suo amore per la morte che rappresenta il suo nichilismo finale. Il Guanto dell’Infinito, scritto da Jim Starlin e disegnato da George Perez e Ron Lim, è una delle migliori storie di Thanos di tutti i tempi.
CIVIL WAR
Parliamoci chiaro, Captain America: Civil War è completamente diverso dal suo materiale originale. Acclamando un cattivo e facendo di tutto per rendere Iron Man il “bravo ragazzo”, ha perso la sfumatura del fumetto, scritto da Mark Millar e disegnato da Steve McNiven. Civil War aveva cose da dire sulla società contemporanea dell’era Bush e sui supereroi; il film è solo un efficiente generatore di scene d’azione.
Il fumetto combina azione e messaggi importanti, e sebbene possa essere pesante, è ancora molto più intelligente rispetto al film e una migliore rappresentazione che avrebbe una guerra civile di supereroi.
Manca veramente poco, meno di un mese, al debutto del God of Mischef su Disney+, la serie Marvel Loki, con protagonista Tom Hiddleston, infatti atterrerà sulla piattaforma streaming il 9 di giugno. Recentemente è stato rilasciato un nuovo poster ufficiale che, oltre al nostro Loki, include altri personaggi della TVA (Time Variance Authority), e uno tra questi ci ha lasciato veramente straniti perchè si tratta di un cartone animato chiamato “Miss Minutes”.
Chi è questo personaggio? Cerchiamo di capirlo insieme seguendo gli indizi che lo scrittore della serie ci ha lasciato. Infatti Michael Waldron ha pubblicato un post su Twitter dove dichiara che Tik Tok sta per amare Miss Minutes.
È molto probabile che Miss Minutes, oltre ad essere la mascotte della TVA, abbia un ruolo di guida per i personaggi, quindi presumibilmente spiegherà a Loki (e al pubblico) come funziona il tempo e come funzionano le varie linee temporali tra le quali il dio degli inganni dovrà districarsi. Per i più attenti è anche apparsa brevemente su un monitor della TVA nell’ultimo trailer.
Ma il sospetto che Miss Minutes non abbia solo un ruolo secondario è molto alto, solamente il fatto che è stata messa in bella vista in un poster e che ha un prodotto del merchandising dedicato non fa che aumentare le teorie sul ruolo che avrà nella serie. Infatti parlando del merch dedicato al personaggio la scritta recita “non scordatevi di fare il check in con Miss Minutes” abbinato a quello che sembra essere il motto: “For all time, always”. Che sia una specie di addetto aeroportuale che si occupa di chi entra e chi esce dalla TVA?
Ancora la certezza di chi sia questo cartone animato stile anni 30′ non ce l’abbiamo, non ci resta che aspettare a gloria il 9 di giugno.
Ecco a voi 5 serie d’animazione per adulti che ci sentiamo di consigliarvi. Alcune delle più stravaganti, demenziali e volgari presenti sulla piattaforma Netflix, fateci sapere cosa ne pensate e buona visione!
1 – FINAL SPACE
Final Space, ideata da Olan Rogers e David Sacks. Al centro della trama c’è il giovane Gary Goodspeed che si ritrova a bordo della Galaxy One, una nave prigione gestita da un’intelligenza artificiale chiamata HUE, dove dovrà scontare un icarcerazione di 5 anni dovuta a dei crimini commessi. Una serie di eventi porterà Gary a stringere amicizia con l’alieno Mooncake. I due e i tanti altri compagni di avventura, in viaggio fino agli angoli più remoti dell’universo, cercheranno di impedire l’avvento delle creature chiamate Titani provenienti dallo Spazio Finale. Disponibili sulla piattaforma le prime 2 stagioni, in lingua originale e doppiata in italiano.
2 – BOJACK HORSEMAN
BoJack Horseman è una Serie TV del 2014, ideata da Raphael Bob-Waksberg, con Will Arnett e Amy Sedaris. BoJack Horseman, racconta la vita di BoJack, un cavallo cinquantenne che vive ad Hollywood, dove umani ed animali con fattezze umane convivono serenamente. Il protagonista è un attore in declino che dopo aver finito di girare negli anni 90 la sitcom di cui era protagonista “Horsin’ Around“, stanco di rimanere nell’ombra, sta cercando un piano per tornare alla ribalta ed ha deciso di scrivere un’autobiografia con l’aiuto della ghostwriter Diana Nguyen. La serie animata mira a far satira non soltanto sull’ambiente hollywoodiano, ma anche sul culto delle celebrità e sull’industria cinematografica. Una parabola discendente nella depressione, nell’abuso di alcool e droga e infine nell’autodistruzione.
3 – RICK AND MORTY
Rick and Morty è una Serie TV di genere Animazione, Avventura, Commedia, Fantascienza con Justin Roiland e Chris Parnell. Racconta le avventure dei due bizzarri protagonisti, Rick Sanchez e Morty Smith. Rick è un eccentrico scienziato un po’ fuori di testa con una notevole confidenza con l’alcol, passa la maggior parte del suo tempo inventando vari gadget high-tech e portando con sé il giovane nipote Morty, in pericolose e fantastiche avventure attraverso il loro e altri universi paralleli, alla scoperta degli orrori e delle meraviglie che li popolano. Una serie che ha appassionato il mondo intero con le sue 4 stagioni disponibili in lingua originale ed in italiano.
4 – BIG MOUTH
Big Mouth racconta le storie incredibilmente esilaranti e imbarazzanti di Nick Birch e la sua manciata di amici adolescenti che trovano le loro vite sconvolte dalle meraviglie e dagli orrori della pubertà. Mentre i ragazzi e le ragazze affrontano le difficoltà della vita quotidiana delle scuole superiori, vengono seguiti e costretti alla tentazione dai mostri della pubertà che appaiono nei momenti più scomodi. Big Mouth rivive brillantemente ogni momento dell’adolescenza dalle relazioni, la sessualità, la fiducia nel corpo, le amicizie e gli scambi di amicizia, ai cambiamenti del corpo e alle conversazioni imbarazzanti con i genitori. creata da Andrew Goldberg, Nick Kroll, Mark Levin e Jennifer Flackett.
5 – PARADISE POLICE
https://www.youtube.com/watch?v=hVn-eY3T14g
Paradise Police (Paradise PD), ideata da Waco O’Guin e Roger Black, già creatori di Brickleberry. La serie racconta la storia di Kevin Crawford, che all’età di diciotto anni si arruola come recluta ed entra nel corpo di polizia dove il padre è il capitano, al quale sparò ai testicoli accidentalmente da bambino. Paradise PD è un’irriverente commedia animata per adulti su un gruppo di agenti di polizia. Contiene infinite violenze di fantasia sanguinosa, imprecazioni e volgari allusioni sessuali (inclusi atti sessuali simulati) e continue istanze di molestie sessuali. Anche la produzione, l’uso e la dipendenza dalla droga sono un tema importante. Una commedia decisamente più volgare e cruda rispetto alle altre serie sopra citate, altamente consigliata ad un pubblico adulto e dallo “stomaco forte”, disponibile su Netflix con le sue “malsane” 3 stagioni.
Tra i tanti contenuti che Netflix mette a disposizione ci sono alcuni documentari biografici che meritano di essere visti poiché narrano egregiamente la storia delle più influenti icone del mondo musicale e sportivo.
“Biggie: I Got a Story to Tell”
Nel docufilm “Biggie: I Got a Story to Tell” viene mostrata la vita di Christopher Wallace, divenuto famoso con il nome di Notorious B.I.G., uno dei pilastri della musica rap anni 90 insieme a Tupac, Eminem, Snoop Dogg e Jay Z.
Il film racconta della sua infanzia nelle strade di Brooklyn e di come queste gli abbiano insegnato a vivere.
La “strada” però lo porterà poi ad essere trascinato in una vita criminale, piena di problemi e minacce che, successivamente, Christopher cercherà di risolvere a suon di rime.
Vengono mostrate anche le sue origini giamaicane, le prime esibizioni, le faide e i premi, finendo con la tragica esecuzione del 1997.
Trailer di “Biggie: I Got a Story to Tell”
Il film funziona perché mostra senza filtri chi realmente era Christopher Wallace, con i suoi pregi e i suoi difetti. I fan di Notorious B.I.G. possono conoscere più intimamente il loro idolo grazie a filmati inediti e interviste esclusive; vengono infatti intervistati i parenti, gli amici e i colleghi di Christopher.
Grazie a questo documentario si riesce a comprendere meglio ciò che caratterizza la vita di un artista di fama mondiale e, soprattutto, capiamo perché il grande Notorious B.I.G. era “pronto a morire”.
“Conor McGregor: Notorious“
Conor McGregor è un personaggio conosciuto in tutto il mondo per il suo atteggiamento e il suo carattere sfrontato, aggressivo, senza peli sulla lingua.
In questo film viene mostrato il vero Conor: l’atleta instancabile e ambizioso che, per raggiungere la vetta, ha dato tutto se stesso. Per riuscire ad ottenere soldi e fama in questo sport non basta garantire intrattenimento fuori dal ring, bisogna anche saper compiere sacrifici, allenarsi duramente e restare sempre concentrati sull’obbiettivo.
Trailer di “Conor McGregor: Notorious”
Grazie a questo documentario possiamo capire cosa c’è dietro a questo “moderno” sport da combattimento e cosa lo distingue dalle altre discipline. La macchina da presa di Fitzgerald segue il protagonista in ogni suo passo, dai primi combattimenti in Irlanda alle cinture da campione del mondo.
Èun film che mostra, attraverso gli occhi di Conor, cosa vuol dire lottare per vincere.
“Pelé: il re del calcio“
Pelé, in questa pellicola, racconta e si racconta ripercorrendo le fasi salienti della sua carriera dall’infanzia al ritiro.
Non è solo la storia di un calciatore conosciuto in tutto il mondo per le sue gesta e abilità, è soprattutto la storia di un uomo che è riuscito a diventare un simbolo.
Trailer di “Pelé: il re del calcio”
Ciò che caratterizza questo docufilm è lo stesso Pelé, che in una stanza spoglia e anonima, con ottant’anni alle spalle, difronte alla macchina da presa, quasi fosse una confessione pubblica, racconta la sua storia.
Una leggenda del calcio, simbolo di un intero popolo, racconta con malinconia le proprie imprese e, lasciandosi trasportare dalle emozioni, confessa gli errori e i fallimenti del passato, ricordando allo spettatore che, alla fine, siamo tutti umani.