Benvenuti nella nostra categoria di articoli a tema recensioni film, serie TV e videogame su www.popspace.it. Siamo qui per offrirti le recensioni più aggiornate e dettagliate sui titoli che ami. Sia che tu sia interessato a film, serie TV o videogame, troverai informazioni approfondite e opinioni imparziali per aiutarti nelle tue scelte.
Le nostre recensioni film coprono una vasta gamma di generi, dalle commedie agli action movie, dai film d’animazione ai thriller. Siamo appassionati di cinema e desideriamo condividere con te le nostre opinioni sui film più attesi e le ultime uscite.
Per quanto riguarda le recensioni serie TV, ti terremo aggiornato sulle nuove stagioni delle tue serie preferite, offrendoti un’analisi delle trame, dei personaggi e della qualità della produzione. Ti forniremo anche suggerimenti su nuove serie da scoprire e binge-watch.
Per gli amanti dei videogame, troverai recensioni dettagliate sui giochi più recenti per console, PC e dispositivi mobili. Saremo onesti e obiettivi nel valutare le meccaniche di gioco, la grafica, la trama e l’esperienza generale offerta da ciascun titolo.
Ecco alcuni esempi di recensioni film, serie TV e videogame di fama mondiale che potresti trovare su www.popspace.it:
Recensione del film “Avengers: Endgame”: Un’epica conclusione della saga degli Avengers, che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo. Valuteremo l’azione, la trama e le performance degli attori per aiutarti a capire se questo film è all’altezza delle aspettative.
Recensione della serie TV “Game of Thrones”: Una delle serie TV più popolari di tutti i tempi, seguiremo la trama intricata, discuteremo i personaggi principali e valuteremo la qualità complessiva delle otto stagioni.
Recensione del videogioco “The Last of Us Part II”: Un gioco di avventura post-apocalittica molto atteso, esamineremo la grafica, la trama, il gameplay e daremo un’opinione sulla sua rilevanza nel panorama videoludico.
Recensione del film “La La Land”: Un omaggio ai musical classici, esploreremo la colonna sonora, le performance degli attori e la regia per darti un’idea di questo film vincitore di numerosi premi.
Recensione della serie TV “Stranger Things”: Una serie di successo ambientata negli anni ’80, analizzeremo il fascino retro, la trama avvincente e il cast di giovani talenti.
Questi sono solo alcuni esempi di recensioni film, serie TV e videogame che potrai trovare su www.popspace.it. Siamo qui per aiutarti a prendere decisioni informate e fornirti consigli sulle ultime novità dell’intrattenimento. Esplora la nostra categoria di articoli a tema recensioni e troverai sicuramente contenuti che ti appassioneranno.
Tra una partita di Basket e tematiche importanti, il fumetto I Tre Baskettieri ti farà divertire ma ti porterà anche ad una riflessione
Lo sport non è sempre stato per tutti. Dall’inizio del 900 vari sport sono nati e ingiustamente nessuno di essi era previsto per le donne. Il diritto allo sport e al divertimento che ne consegue, dovrebbe essere inequivocabile per chiunque senza nessuna esclusione ed è proprio questo il tema cardine di I Tre Baskettieri, un fumetto italiano, disegnato da Andrea Dotta e scritto da Marco Daeron Ventura, di cui ho avuto la fortuna di ricevere una copia da ColBer Edizioni. Un fumetto che scardina i soliti cliché sulle donne e lo sport e porta in risalto la libertà di chiunque voglia svolgere qualsiasi sport, ecco cosa si nasconde dentro I Tre Baskettieri. Ma entriamo nel dettaglio!
La protagonista della nostra storia è Dalila una vivace e piena di entusiasmo ragazza torinese dai capelli fucsia con un unico pensiero in testa, il basket! Tra una verifica di latino e un bella dormita durante l’ora di matematica, Dalila si ritrova spesso con il suo migliore amico Arturo e il suo fidato e gigantesco cane Shaq ad affrontare allenamenti super intensivi al campino del quartiere, con l’obiettivo di entrare a far parte della nazionale italiana di basket! Questo suo grande e travolgente sogno dovrà però, scontrarsi con una realtà che è avversa allo sport femminile e lo denigra unicamente per chi lo pratica. I Tre Baskettieri è una storia di vita quotidiana che vedrà Dalila affrontare i pregiudizi del mondo e combatterli con la sua forza e la forza dei suoi amici, per far vedere quanto effettivamente sa giocare bene a Basket!
I Tre Baskettieri è un fumetto senza troppe pretese, perfetto per chi volesse regalarsi un’oretta tranquilla tra qualche risata e termini tecnici sul basket. Ma questo fumetto non è solo consigliato agli appassionati di basket, che tra un fade-away e un terzo tempo, potrebbero forse trovarsi più a loro agio tra le vignette del fumetto, ma lo è anche per chi di basket non ne capisce nulla! Le tematiche al suo interno, come il valore dell’amicizia e la demolizione dei soliti tabù sullo sport femminile, lo rendono un fumetto perfetto per tutti i giovani e che magari potrebbero apprendere qualcosina dalla lettura.
I disegni del titolo in questione mi sono piaciuti e li reputo molto godibili, soprattutto ad un pubblico più giovane. Lo stile cartoonesco e il tratto senza regole e caotico del fumetto, in cui spesso le proporzioni vengono infrante, rendono l’opera divertente e piacevole alla vista e, unito insieme al colore delle sue tavole, favoriscono il perfetto immedesimarsi dei lettori nella storia di Dalila e i suoi compagni! L’unica pecca a mio avviso è forse il prezzo del fumetto, 24,95€.
In conclusione I Tre Baskettieri è un fumetto leggero che tra una risata e una scena sketch, vuole cercare di trasmettere un insegnamento importante ai propri lettori! Consigliato!
Recensione di “Assassinio a Venezia”, il film tratto del romanzo di Agatha Christie con regista e protagonista Kenneth Branagh
Il terzo capitolo della saga con protagonista l’Hercule Poirot di Kenneth Branagh, di cui è anche il regista, convince e soddisfa lo spettatore appassionato dei gialli di Agatha Christie. Nonostante sia il meno fedele dei tre film, i toni cupi e horror si sposano perfettamente con l’ambientazione che dà il nome all’assassinio del titolo: Venezia.
La storia è ambientata in un’unica location, un palazzo del capoluogo veneto che si dice essere maledetto, in cui Poirot viene invitato per assistere a una seduta spiritica dalla dubbia validità e provare a screditarla. L’uso che è stato fatto del palazzo e dei suoi ambienti mi è piaciuto particolarmente, in quanto è stata sfruttata a pieno la particolarità di Venezia e dei suoi canali. Insomma, la storia, a differenza di Assassinio sul Nilo, si porta dietro un fascino tipico di Venezia e dei suoi palazzi rinascimentali.
Nonostante le inaccuratezze storiche su cui possiamo sorvolare, sono state utilizzate bene le atmosfere horror e si riesce a percepire quello stile dei gialli di Agatha Christie. Il caso è tanto intrigante quanto la sua risoluzione, che non lascia alcun tipo di dubbi o inverosimilità.
La caratteristica però che differenzia un buon film giallo da uno mediocre è la caratterizzazione dei personaggi secondari, che costituiscono i principali sospettati del caso. Come anche nei capitoli precedenti, tutti i comprimari hanno ricevuto la giusta attenzione, creando un cast molto fornito e un ventaglio di personaggi ampio e interessante.
Poirot ha ovviamente la scena per tutta la seconda parte del film, confermandosi un personaggio che amo visceralmente, sia come è stato interpretato sia come è stato scritto, di cui non smetterò mai di aver voglia di guardare i film, se questa qualità verrà mantenuta anche per i prossimi capitoli.
Personalmente ho apprezzato tantissimo l’atmosfera horror, mai fuori luogo o stonante nel contesto, benché preferisca il Poirot più classico, che insomma non ha a che fare col presunto paranormale. Ma trovo che l’espediente di Halloween abbia senza dubbio dato una marcia in più a quelle che in fondo erano poche scelte narrative palesemente horror.
assassinio venezia v
In conclusione, il film è un ottimo terzo capitolo nonostante si possa vedere tranquillamente a sé stante. Le tinte horror e i toni cupi fanno da protagoniste a una storia gialla intrigante, dall’indagine avvincente, le atmosfere rinascimentali e una risoluzione originale e ben pianificata. I personaggi secondari sono ben caratterizzati ma ovviamente non rubano la scena a un sempre all’altezza Branagh nei panni di Poirot.
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Il mondo dei monitor da gioco è in continua evoluzione, spingendo costantemente i limiti delle prestazioni visive. MSI, un nome di fiducia nell’ambito del gaming e della tecnologia, ha recentemente introdotto il monitor MEG 342C QD-OLED, una potente macchina da gioco progettata per soddisfare le esigenze dei videogiocatori più esigenti. In questa recensione, esamineremo da vicino questo monitor per scoprire se riesce a vivere fino alle aspettative.
Design e Costruzione
Il MEG 342C QD-OLED si fa notare immediatamente per il suo design accattivante. Il pannello OLED da 32 pollici è incorniciato da bordi sottili, il che significa che la maggior parte dello spazio frontale è dedicata all’immagine. Questo design minimale offre un’esperienza immersiva, permettendo ai giocatori di essere completamente coinvolti nel mondo virtuale. Il supporto in metallo conferisce stabilità e una sensazione di robustezza al monitor. La base è abbastanza ampia da garantire stabilità, ma non così ingombrante da occupare troppo spazio sulla scrivania.
Qualità dell’Immagine e Prestazioni
Ma ciò che rende davvero speciale il MEG 342C QD-OLED è la sua qualità dell’immagine. Il pannello OLED offre colori incredibilmente vividi e neri profondi, grazie all’assenza di retroilluminazione. Questo significa che ogni pixel può essere spento individualmente, creando un contrasto infinito e risultati visivi eccezionali. La risoluzione 4K fornisce dettagli straordinari, rendendo i giochi e i contenuti multimediali più coinvolgenti che mai.
Inoltre, la tecnologia Quantum Dot assicura una gamma di colori precisa e brillante, che offre un’esperienza visiva realistica. Questo monitor copre il 95% dello spazio colore DCI-P3, il che significa che puoi godere di immagini con colori fedeli alla realtà.
Il refresh rate di 165Hz e il tempo di risposta di 1ms rendono questo monitor ideale per il gaming. L’immagine è fluida e reattiva, e i giocatori competitivi apprezzeranno il vantaggio che questo monitor può offrire. La certificazione VESA DisplayHDR 600 porta l’esperienza visiva a un livello superiore, offrendo immagini mozzafiato e dettagliate.
Caratteristiche Aggiuntive
Il MEG 342C QD-OLED è dotato di alcune funzionalità aggiuntive che lo rendono ancora più attraente. La funzione di illuminazione notturna intelligente protegge i tuoi occhi durante le sessioni di gioco prolungate, riducendo l’affaticamento oculare. Inoltre, il monitor è dotato di una serie di porte, tra cui HDMI, DisplayPort e USB, per una connettività versatile. Questo ti consente di collegare facilmente tutti i tuoi dispositivi preferiti, dal PC alla console.
In conclusione, il monitor MSI MEG 342C QD-OLED è una vera delizia per gli occhi dei videogiocatori e degli appassionati di contenuti multimediali. La qualità dell’immagine OLED, la risoluzione 4K, e le prestazioni di gioco impressionanti lo collocano tra i migliori monitor disponibili sul mercato. Se sei alla ricerca di un’esperienza visiva senza compromessi, questo monitor è una scelta eccellente.
MSI dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia nella tecnologia del gaming, offrendo un prodotto che soddisferà anche i gusti più esigenti. Il MEG 342C QD-OLED è un investimento che sicuramente ripagherà in termini di prestazioni e qualità dell’immagine.
L’indecisione su quale classe impersonare in Baldur’s Gate 3 è troppo forte? Ecco una breve guida per capire quale fa al caso vostro!
Scegliere è difficile, soprattutto quando si sta creando il proprio personaggio ideale in un enorme gioco di ruolo con centinaia di opzioni per la personalizzazione basate sulle tradizioni di Dungeons and Dragons.
Anche se avete finalmente scelto la vostra razza e il vostro aspetto in Baldur’s Gate 3, dovete ancora scegliere la vostra classe e la vostra sottoclasse, e… le opzioni sono davvero tante!
Il sistema di classi di Baldur’s Gate 3 è molto ricco e divertente da esplorare, ma all’inizio può scoraggiare, soprattutto se non si ha dimestichezza con gli elementi tradizionali di D&D: si possono persino creare build uniche scegliendo la strada del multiclasse.
Per aiutarvi a scegliere la build ideale ora che il gioco è uscito per su PS5, ecco un elenco delle caratteristiche fondamentali che rendono unica ciascuna delle classi base.
Barbaro
Barbaro
Avete mai sognato di fare una feroce strage di nemici in un momento di furente follia? Allora il Barbaro è la classe che fa per voi! Le grosse armi vi permettono di fare mooolto male a chi avete di fronte, e l’abilità Furia (uno stato di frenesia raggiungibile durante il combattimento) vi consente di infliggere ancora più danni e, allo stesso tempo, di subirne di meno.
Le sottoclassi aggiungono ancora più potenziale in termini di distruzione: Berserker permette di colpire di più e di scagliare oggetti, Barbaro Totemico dà un tocco primordiale con attacchi di Furia a tema animale e Magia Selvaggia offre effetti di incantesimi casuali durante la Furia.
Guerriero
Guerriero
È la classe più intuitiva, ma il fatto che sia intuitiva non significa che sia noiosa. È possibile aggiungere una grande varietà personale allo stile di gioco del Guerriero, soprattutto grazie all’enorme varietà di armi e armature tra cui scegliere. Sia che vogliate colpire duro o essere il tank designato, il Guerriero dispone di potenza e salute in abbondanza per portare a termine il compito.
Sottoclassi come il Maestro di Battaglia e il Cavaliere Mago aggiungono al mix le magie e il gioco di gambe, mentre il Campione si mantiene sulla semplicità, offrendo migliori probabilità di colpire con forza.
Monaco
Monaco
A volte si ha voglia di prendere a pugni tutto e tutti, e il Monaco vi permetterà di farlo in grande stile. Non avrete accesso a molte armi o armature, ma non importa: il vostro corpo, sapientemente addestrato, saprà sopperire ampiamente a questa mancanza. Colpite con forza e schivate velocemente con gli attacchi dell’energia Ki, unica nel suo genere.
Le tre sottoclassi, la Via dei Quattro Elementi, la Via della Mano Aperta e la Via dell’Ombra, aggiungeranno rispettivamente magia, versatilità e furtività ai vostri attacchi.
Paladino
Monaco
Ecco i Paladini: combattenti devoti con accesso a un’ampia gamma di armi e armature, fari splendenti di eroismo legati a sacri giuramenti di condotta. Oltre a eccellenti capacità di combattimento, i Paladini sono in grado di offrire opzioni di guarigione e di supporto.
Le ulteriori capacità magiche saranno determinate dalla scelta del Giuramento: Giuramento degli Antichi, Giuramento della Devozione e Giuramento della Vendetta. Ma se siete stufi di fare i santarellini, potete sempre vedere cosa succede quando rompete il vostro Giuramento e cedete al desiderio di potere…
Ladro
Ladro
Se il vostro motto è che la miglior difesa è non essere colpiti, vi sentirete a casa nella classe del Ladro, che offre un’elevata destrezza e molte abilità di movimento e combattimento furtivo ed evasivo. Quale modo migliore per distruggere i vostri nemici se non quello di ucciderli prima che si accorgano della vostra presenza?
Tutte le sottoclassi si basano sui punti di forza naturali del ladro: il Furfante ottiene azioni extra a ogni turno, il Mistificatore Arcano usa la magia per ingannare con illusioni e distrazioni, mentre l’Assassino si dedica a uccisioni efficienti e furtive.
Ranger
Ranger
Vi piace la natura? Vi piace avvicinarvi alla natura? Allora vi conviene dare un’occhiata alla classe del Ranger. Questi veloci maestri cacciatori vivono per inseguire le prede e sono esperti nell’attraversare alcuni degli ambienti più ostili: durante la creazione del personaggio potrete scegliere le loro prede e i loro territori preferiti per ottenere alcune intriganti abilità bonus.
Le sottoclassi Signore delle Bestie, Cacciatore e Uccisore di Mostri possono fare di voi un amico di tutta la fauna o un feroce cacciatore temuto da tutte le creature che respirano.
Bardo
Bardo
Entrate in contatto con il vostro lato artistico e fate innamorare tutti delle vostre abilità di supporto e degli incantesimi offensivi. I bardi sono incantatori naturali, quindi la loro elevata statistica di Carisma non solo può ispirare gli alleati nei combattimenti tradizionali, ma può anche aiutare a vincere le battaglie di parole e di ingegno.
Le sottoclassi del Bardo sono i Collegi della Sapienza, del Valore e delle Lame, e potenzialmente garantiranno più equipaggiamento e opzioni di combattimento, oltre a potenziare le abilità per aiutare gli altri membri del party.
Chierico
Chierico
In Baldur’s Gate 3, interpretare una classe incentrata sulla guarigione è tutt’altro che noioso. Il Chierico è una classe diversificata e altamente personalizzabile, che offre un sorprendente potere offensivo tra una miriade di abilità curative e di supporto.
Sia i Domini Divini che la vostra divinità protettrice, scelta al momento della creazione, hanno un effetto profondo sulla vostra build, che vi permetterà di spaziare da guaritori di retroguardia a versatili medici da mischia che brandiscono armi sacre per colpire.
Druido
Druido
Avete mai sognato di trasformarvi in qualcosa di più di un semplice essere umano? I druidi sono talmente in sintonia con il mondo naturale da poter assumere le forme degli animali. Guarigione, supporto e capacità di trasformarsi in un dinosauro: ci sono molti vantaggi nell’essere un druido.
Le sottoclassi includono il Circolo della Luna, incentrato sulla trasformazione, il Circolo della Terra, incentrato sull’attacco e sugli incantesimi di supporto, e il Circolo delle Spore, incentrato su funghi e simili (oltre che su protezione e attacco).
Mago
Mago
In qualità di archetipo dell’incantatore di retroguardia, i maghi hanno poco da offrire in termini di armi o armature, ma hanno le capacità magiche più ampie e performanti di qualsiasi altra classe del gioco. La loro elevata Intelligenza permette ai maghi di imparare e utilizzare attacchi offensivi adatti a qualsiasi situazione.
Le sottoclassi dei maghi si concentrano sul conferimento di attributi bonus al tipo di incantesimi in cui il personaggio è specializzato, anche se queste scelte non limitano minimamente il potenziale del vostro arsenale magico.
Warlock
Warlock
Attingere a potenti capacità magiche da creature ultraterrene a cui si giura fedeltà: cosa potrebbe mai andare storto? Molte cose andranno per il verso giusto con la classe del Warlock: non solo potete brandire potenti magie offensive, di supporto e debilitanti, ma la saggezza e il carisma che il vostro patrono vi ha concesso vi forniscono l’arguzia necessaria per cavarvi d’impaccio in situazioni sociali difficili.
L’esatto funzionamento degli incantesimi varia a seconda dell’essere a cui si giura fedeltà: un Immondo, un Grande Antico o un Fey.
Stregone
Stregone
Alcune persone nascono col talento infuso. Gli Stregoni non hanno bisogno di studiare o di ricavare da altri il potere per la loro magia. La caratteristica Metamagia, esclusiva di questa classe, consente di potenziare gli incantesimi in modi nuovi ed entusiasmanti, creando incantesimi personalizzati che, combinati con il proprio Carisma, rendono lo Stregone utile dentro e fuori il combattimento.
Con le sottoclassi Stregoneria della Tempesta, Magia Selvaggia o Discendenza Draconica, potrete arricchire i vostri incantesimi con tempeste, caos o persino con il potere dei draghi.
Non preoccupatevi se scoprite che una classe non fa per voi mentre giocate a Baldur’s Gate 3. Se completate la missione Esplora le rovine, disponibile fin dall’inizio, incontrerete un lich di nome Withers, che si aggirerà intorno al vostro accampamento e vi permetterà di cambiare la vostra specializzazione ogni volta che lo desiderate… dietro pagamento di una piccola somma. E se siete davvero bloccati fin dall’inizio dalla paralisi della scelta, ci sono personaggi pre-rollati che potete impersonare!
Speriamo che ora abbiate un’idea più precisa del percorso che volete intraprendere. Naturalmente, questa non è l’unica scelta che dovrete fare in Baldur’s Gate 3: ogni decisione, dai dialoghi all’esplorazione e alle battaglie, ha il suo peso. Preparatevi a forgiare il vostro cammino in questa epica avventura. Baldur’s Gate 3 è ora disponibile per PS5.
Se siete fan dei combattimenti tra mecha e siete alla ricerca di nuovi anime da guardare, ecco i migliori titoli che uniscono i due generi!
Se si pensa al successo di film come Transformers, è evidente che la gente ama vedere i robot combattere tra di loro. Il genere anime offre questo genere di storie d’azione epiche e sopra le righe fin dall’uscita di Super Robot 28, nel lontano 1963.
Alcuni anime mecha storici, come UFO Robot Goldrake e Il Grande Mazinga, continuano a ispirare il genere ancora oggi, mentre serie più recenti cercano di innovarlo con nuove forme di narrazione e azione.
Prima di addentrarci nella lista dei 24 migliori anime mecha di tutti i tempi, ecco dunque due menzioni d’onore, dedicate ad anime in uscita proprio questa estate.
Synduality: Noir
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In un futuro lontano, una pioggia tossica ha costretto l’umanità a ritirarsi in città sotterranee, che offrono un certo grado di sicurezza. Tuttavia, bisogna ancora affrontare i regolari attacchi dei mostri, e questa responsabilità ricade sulle spalle di pochi eletti in grado di pilotare piccoli robot. Poiché si tratta di un processo difficile, questi umani sono aiutati da IA umanoidi che fungono loro da partner.
Kanata ha sempre sognato di diventare uno di questi combattenti, ma ha faticato a superare il test per qualificarsi per questo ruolo. Un giorno, trova un misterioso umanoide di nome Noir e i due stringono rapidamente un rapporto di amicizia e collaborazione. Le dinamiche che si instaurano tra i due costituiscono il punto chiave di Synduality: Noir; per questo motivo, l’aspetto mecha è per ora passato generalmente in secondo piano, nonostante le avvincenti scene di battaglia.
Kyoukai Senki: Kyokko No Souki
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Come sequel di Amaim Warrior at the Borderline (2021), Kyoukai Senki: Kyokko no Souki sarà una serie ONA in 6 parti. La serie originale della Sunrise Beyond raccontava una storia di mecha convenzionale, che traeva ispirazione da Gundam e Code Geass: Lelouch of the Rebellion, anche per l’esplorazione di temi politici legati all’oppressione.
Pur chiaramente ispirata da questi titoli, è riuscita comunque a offrire azione e colonna sonora efficaci. Al momento non si sa molto del sequel, se non che sembra incentrato sulle isole dei Mari del Sud.
Per chi vuole immergersi nell’universo degli anime mecha con dei classici, ecco alcuni dei migliori da cui iniziare.
28. Knights Of Sidonia
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Debuttando come primo anime originale Netflix, Knights of Sidonia ha presentato da subito una barriera dovuta all’esclusività della sua piattaforma e all’animazione 3D in computer grafica. Quest’ultima tende a non essere il medium preferito di molte persone, ma questo stile artistico si adatta bene a un anime mecha fantascientifico ambientato nella dura freddezza dello spazio.
Knights of Sidonia racconta una storia piuttosto convenzionale sotto molti punti di vista: un emarginato ha un talento per un marchio antiquato di mecha, il quale si rivela la linea di difesa più affidabile contro una minaccia aliena. Naturalmente, questo porta a una serie di impressionanti sequenze di combattimento.
Per quanto questo aspetto della narrazione sia divertente, Knights of Sidonia basa la maggior parte dei suoi intrighi sull’esplorazione dello sviluppo dell’umanità. I resti della Terra hanno messo radici su un asteroide, creando una colonia basata su incredibili conquiste tecnologiche e su un fragile squilibrio di potere.
27. Giant Robot – Il giorno in cui la Terra si fermò
Giant Robot – Il giorno in cui la Terra si fermò
Giant Robo è un anime mecha un po’ insolito, dato che, nonostante il titolo, l’omonimo Giant Robo passa in secondo piano per lunghi tratti della serie OVA.
L’anime immagina un mondo ridefinito da una fonte di energia fantastica e da un conflitto segreto decennale tra il malvagio Big Fire e gli eroici Experts of Justice. Questi eroi sono i più grandi guerrieri della Terra e un ragazzo in grado di controllare il mecha titolare.
26. Gargantia On The Verdurous Planet
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Gargantia on the Verdurous Planet immagina un futuro in cui l’umanità ha abbandonato la Terra morente e ha preso il volo. Una volta tra le stelle, gli umani hanno formato un’alleanza che fa il lavaggio del cervello ai propri soldati per farli concentrare esclusivamente sulla lotta contro una minaccia aliena.
Un giorno, un soldato di nome Ledo si schianta sulla Terra e scopre che sul pianeta ricoperto d’acqua c’è ancora vita. Incontrando gli abitanti del luogo, Ledo inizia a mettere in discussione la sua programmazione.
25. Star Driver: Kagayaki no Takuto
Star Driver: Kagayaki no Takuto
Siamo su un’isola che ospita eleganti mecha conosciuti come Cybodies, i quali possono essere utilizzati solo in un regno unico al di fuori della realtà. Qui, un’organizzazione segreta cerca di distruggere il sigillo dell’ultima fanciulla del santuario per poter utilizzare queste potenti macchine ovunque voglia. Fortunatamente per la fanciulla, Takuto Tsunashi arriva giusto in tempo per agire come suo spensierato cavaliere.
La maggior parte degli episodi segue la formula di Takuto che combatte contro i membri di questa organizzazione. L’animazione, la colonna sonora e i simpatici personaggi principali ne compensano la ripetitività.
24. Sōkyū no Fafner
Sōkyū no Fafner
Fafner è un anime sorprendentemente lungo, che ha debuttato nel 2004 e ha prodotto stagioni sequel e persino una serie di film. Ambientato decenni dopo che gli alieni hanno invaso e distrutto il Giappone, Fafner segue un gruppo di adolescenti incaricati di pilotare robot giganti per combattere queste minacce, mentre sono sostenuti dalle loro famiglie.
L’inclusione di quest’ultimo elemento contribuisce a distinguere questa storia da molte altre serie di mecha, poiché l’anime dedica una quantità significativa di tempo all’esplorazione del rapporto tra i piloti e i loro genitori, e queste dinamiche sono generalmente rappresentate in una luce più positiva rispetto ad altre serie come Neon Genesis Evangelion.
23. Densetsu kyojin Ideon
Densetsu kyojin Ideon
Esordito nel 1980, Densetsu kyojin Ideon è caduto nell’oblio dopo aver terminato la sua corsa con il film del 1982 The Ideon: Be Invoked. Questo anime di super robot ruota attorno al conflitto dell’umanità con una razza aliena nota come Buff Clan incontrata sul pianeta Solo. Questo mondo contiene una potente fonte di energia su cui la gente farebbe di tutto per mettere le mani.
L’anime ha un tono cupo e tenebroso fin dall’inizio e raramente lo abbandona. Poiché sono passati più di 40 anni dalla messa in onda della serie, questo anime degli anni ’80 è inevitabilmente datato sotto molti aspetti, ma la sua storia e i suoi temi reggono.
22. SSSS.Gridman
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SSSS.Gridman tende a essere polarizzante, poiché il fascino dell’anime si riduce a uno dei suoi antagonisti centrali: Akane Shinjou. Questo personaggio non solo è al centro dell’attenzione, ma attraversa anche l’arco più significativo della storia e porta avanti la trama.
L’anime contrappone l’omonimo mecha a una pletora di kaiju creativi in battaglie epiche. Naturalmente, questi combattimenti sono tutti caratterizzati da animazioni e musiche avvincenti.
21. Getter Robot – The Last Day
Shin Getter Robot
Le storie di super robot combinano tipicamente mecha e superpoteri (o origini mitiche), e Getter Robo è stato il pioniere di questo sottogenere. Debuttando come anime e manga nel 1974, la serie originale è influente e importante, anche se un po’ datata. Ha ottenuto alcune serie OVA più accessibili agli spettatori moderni, e un buon punto di partenza per chi vuole approcciarsi al franchise potrebbe essere Shin Getter Robot del 2004.
Questo anime ruota attorno alla battaglia dell’umanità contro gli Invasori, una minaccia aliena che può assumere una vasta gamma di forme. Con la Terra ridotta essenzialmente a una landa desolata, la squadra Getter vaga per l’apocalisse alla ricerca di nemici da combattere.
20. The Big O
–
The Big O è un caso di anime che ha trovato un pubblico più vasto nei paesi occidentali che in Giappone. Non è difficile capire perché: l’estetica neo-noir e il protagonista della serie erano perfetti per un decennio che aveva già generato Batman: The Animated Series.
La serie si svolge in una città con una popolazione di amnesici. Queste persone hanno continuato a vivere per decenni senza conoscere la loro storia comune, esistendo in una metropoli senza futuro, che tende a servire da campo di gioco per battaglie tra enormi robot.
19. Promare
–
Promare, film del 2019, immagina un mondo diviso dalla discriminazione nei confronti di un gruppo noto come “Burnish”, e due persone di estrazione opposta devono unirsi quando il destino del pianeta è in gioco.
18. Bokurano
Bokurano
Bokurano è un anime di mecha “realistico”, nel senso che cerca di rappresentare, nel modo più concreto possibile, la reazione del mondo a battaglie massicce che coinvolgono mostri e robot. In questo universo, i bambini devono pilotare un mecha per proteggere la Terra da creature mortali. Il problema è che… moriranno.
17. Yūsha Ō Gaogaigar
Yūsha Ō Gaogaigar
Yūsha è stato il tentativo di Sunrise e Takara di creare un sostituto per i Transformers, la cui popolarità è andata scemando negli anni Novanta. Suddiviso in otto serie, ognuna delle quali si svolge in linee temporali separate, l’anime non ha fatto centro fino alla sua ultima versione, Yūsha Ō Gaogaigar. Dopo che un bambino è stato inviato sulla Terra grazie a un mecha leone, Gaogaigar vede il protagonista e un gruppo di altri eroi proteggere il pianeta da un’invasione aliena.
L’anime ha prodotto uno spin-off intitolato Betterman e una serie OVA sequel intitolata The King of Braves GaoGaiGar Final.
16. FLCL
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Commedia surreale e ricca di spunti filosofici, l’anime è un’opera d’avanguardia (o un assurdo trip) che rimane uno degli anime di mecha più importanti di tutti i tempi. Basti pensare che in questo OVA degli anni 2000 i mecha escono dalla fronte del protagonista.
15. I cieli di Escaflowne
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L’anime trae ispirazione da diversi generi per creare un’esperienza familiare e originale al tempo stesso. Mescolando fantasy, romanticismo e azione mecha, l’anime isekai è incentrato su Hitomi, una ragazza con il potere unico di prevedere il futuro, che viene portata nel mondo fantastico di Gaea dal re Van. Una volta lì, viene coinvolta in un intenso conflitto che determinerà il destino del pianeta. Questa guerra coinvolge anche Van, che utilizza un potente mecha chiamato Escaflowne.
14. Patlabor
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Patlabor è stato un grande successo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, con la produzione di OVA, serie TV e due film. Il franchise si svolge in una realtà alternativa in cui i robot da lavoro sono comuni, per cui è naturale che ci sia una task force che tenga sotto controllo queste entità tecnologiche. Questa divisione della Polizia Metropolitana di Tokyo è dotata a sua volta di mecha, chiamati Patlabor.
13. Punta al top! – GunBuster
GunBuster
GunBuster è stato il debutto alla regia di Hideaki Anno, il quale ha poi diretto Nadia: Il mistero della pietra azzurra e Neon Genesis Evangelion. La serie OVA mescola l’azione robotica fantascientifica con personaggi sfaccettati, temi sociali intriganti e persino elementi slice of life.
12. Break Blade
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Composto da sei OVA, Break Blade riprende il concetto tradizionale di un eroe che pilota un mecha per proteggere una nazione da una potente forza d’invasione e aggiunge un piacevole tocco di novità grazie all’inclusione di un sistema di magia.
L’anime dedica anche una discreta quantità di tempo allo sviluppo delle relazioni fondamentali che definiscono i personaggi e i conflitti principali della storia. Nonostante questo, non mancano le battaglie, che sono brillanti, viscerali e punitive.
11. Full Metal Panic!
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La popolarità di Full Metal Panic! è stata piuttosto altalenante nel corso degli anni. La serie originale e Full Metal Panic! The Second Raid sono apprezzati come anime mecha degli anni 2000, ma i film del 2017 e la serie Full Metal Panic! Invisible Victory del 2018 sono passati per lo più inosservati.
Sebbene i suoi temi politici e sociali siano molto interessanti, la serie tende a dare il meglio di sé in termini di azione.
10. Magic Knight Rayearth
Magic Knight Rayearth
Immaginate delle ragazze magiche che si trasformano in mecha: benvenuti a Magic Knight Rayearth! La serie è rimasta fedele al materiale di partenza (a parte l’aggiunta di un personaggio inedito di nome Inouva), con tre ragazze che vengono trasportate a Cephiro per liberare una principessa imprigionata e salvare il regno.
Magic Knight Rayearth ha anche vinto il premio per la migliore sigla ai primi Animation Kobe Awards, quindi preparatevi ad un pezzo davvero forte.
9. Sōkō kihei Votoms
Sōkō kihei Votoms
Non sono molti gli anime mecha che hanno dato vita a serie di lunga durata, ma Ryousuke Takahashi è riuscito a farlo con Sōkō kihei Votoms. Pubblicato nel 1983, lo show è stato il primo vero tuffo nel sottogenere realistico degli anime mecha. La trama si concentra molto di più sui personaggi che sulle guerre in corso, offrendo una prospettiva diversa rispetto agli altri anime sui mecha.
8. Fortezza superdimensionale Macross
Fortezza superdimensionale Macross
C’è un motivo se Macross ha continuato a ricevere sequel fino al 2016, nonostante l’originale sia uscito più di trent’anni fa. Questa storia di come la Terra scopra di non essere veramente sola e delle avventure che accadono dopo che l’equipaggio dell’astronave innesca una guerra galattica è senza tempo.
L’originale è uscito nel 1982, a soli due anni di distanza dal Gundam originale. Il fatto che una serie che ha definito il genere sia uscita così presto dopo l’anime che ha inaugurato il genere è davvero notevole.
7. Eureka Seven
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Gli spettatori dovranno sospendere la propria incredulità per immaginare un ragazzo di quattordici anni che vuole unirsi a un gruppo di mercenari, ma questa è la premessa di Eureka Seven. La fortuna arriva per lui sotto forma di un robot chiamato Light Finding Operation, pilotato da una giovane ragazza di nome Eureka.
La serie ha vinto più di sei premi, tra cui quello per il Miglior Personaggio Femminile, per il Miglior Character Design e per la Miglior Sceneggiatura quando è terminata, nel 2006.
6. 86 – Eighty-Six
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86 ha entusiasmato il pubblico fin dalla sua uscita, nel 2021. In un periodo di rinnovate tensioni nella Striscia di Gaza, lo spettacolo ha esaminato cosa significhi considerare un altro gruppo di persone come feccia rispetto alle élite superiori.
La serie ha avuto un tale successo che è la seconda stagione è stata confermata prima della conclusione della prima. 86 è probabilmente uno dei più noti anime mecha moderni.
5. Gundam
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Gundam ha dato il via a una delle più grandi serie di anime di tutti i tempi. È difficile credere che questa serie, ormai popolarissima, sia stata un tale fallimento durante la sua messa in onda iniziale da rischiare di venire cancellata dopo soli 39 episodi. Ad oggi, il franchise di Gundam ha generato decine di sequel anime, di giochi, manga e film live-action.
La serie ha rivoluzionato il suo settore e ha ispirato tutti gli anime mecha che sono venuti dopo. Vale la pena dare un’occhiata alla serie originale del 1979 per confrontarla con le sue controparti moderne e rendersi conto di quanta strada abbia fatto il genere.
4. Neon Genesis Evangelion
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Neon Genesis Evangelion è una delle serie anime più iconiche di tutti i tempi. Ha ispirato innumerevoli film, un gioco per N64 e molteplici versioni alternative e spinoff.
La storia di Shinji che si trova a dover sopportare il peso del mondo è un fantastico dramma psicologico che ancora oggi è rimasto impresso ai fan. Inoltre, chi può dimenticare la memorabile sigla, “Cruel Angel’s Thesis”?
3. Code Geass: Lelouch Of The Rebellion
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Non capita spesso che anime originali riescano a diventare opere che definiscono il genere, ma Code Geass è un’eccezione. Sebbene le inclinazioni politiche dello show lascino tuttora perplessi i fan (alcuni sostengono che presenti un’ideologia fascista e altri che elogi gli ideali di sinistra), la serie contiene una storia innegabilmente avvincente.
Lelouch, dopo aver acquisito il potere del Geass che gli permette di controllare chiunque desideri, si mette alla testa di un assalto al Sacro Impero di Brittania. Vedere un giovane con un potere così impensabile combattere contro i conquistatori imperialisti suscita molta tensione e commenti sociali che tengono gli spettatori con il fiato sospeso.
2. Ghost In The Shell: Stand Alone Complex
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Il film originale di Ghost in the Shell è considerato uno dei migliori di tutti i tempi, perciò quando nel 2002 fu annunciata l’uscita di una serie basata su di esso, molti fan erano scettici. Con la produzione di Yutaka Maseba, l’uomo dietro anime iconici come Akira, Trigun e Sailor Moon, non avevano motivo di esserlo.
Stand Alone Complex si è rivelato un grande successo, in quanto il pubblico ha apprezzato le avventure della Sezione 9, una forza speciale di polizia che cercava di sconfiggere cattivi unici, tra cui “The Laughing Man”. Ha ispirato la creazione anche di diversi sequel e spinoff.
1. Sfondamento dei cieli Gurren Lagann
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Gurren Lagann è ricco di azione, devastante, filosofico e molto altro. L’anime mecha vede l’umanità cercare di liberarsi dalle proprie prigioni sotterranee, un’impresa alimentata dall’infinitamente carismatico Kamina e dal suo protetto, Simon. Per realizzare questo sogno è necessario affrontare i Beastmen, un processo che diventa fattibile solo quando gli eroi ottengono i loro robot.
L’anime è diviso in tre archi distinti che si integrano l’uno con l’altro in termini di temi e crescita dei personaggi. Anche chi non ama particolarmente gli anime mecha, dovrebbe comunque dare una chance a Gurren Lagann.
Recensione del nuovo biopic di Nolan, Oppenheimer, il fisico che ha lavorato alla bomba atomica e ha diretto il progetto Manhattan.
Wow, wow, wow! Questa è stata la mia principale reazione durante la visione del film! Il nuovo blockbuster di Cristopher Nolan risolleva il regista dopo un periodo di pellicole non molto riuscite, aggiungendo alla sua filmografia uno dei migliori film degli ultimi 5 anni. Ma andiamo per gradi.
Oppenheimer è un’opera tratta dal romanzo di Bird e Sherwin “Oppenheimer, Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica”, a cui Nolan si è fondamentalmente ispirato per raccontare la storia di uno dei personaggi più controversi di tutto il ‘900: Robert J. Oppenheimer. Fisico di successo, ma con impulsi a tratti omicidi in gioventù, Robert affronta un viaggio alla scoperta della pietra che, sollevata, scopre il serpente che distruggerà nel 1945 Hiroshima e Nagasaki, insieme a 210.000 morti e 150.000 feriti.
Il film è essenzialmente tre ore di dialoghi che però abbracciano un ventaglio ampio di personaggi interpretati tutti da un cast stellare, azzeccato anche nei ruoli di sfondo. Il ritmo dei dialoghi segue quello del flusso dei pensieri del dottor Oppenheimer, che all’inizio, preso dai suoi nuovi studi nella fisica quantistica, è tormentato da repentine visioni di un mondo oltre la realtà, mentre via via che si accorge di quello che sta facendo e di come sta cambiando il mondo, diventa sempre più riflessivo e pensieroso.
La trama ci presenta un alternarsi di linee temporali diverse, all’inizio quasi disorientanti ma che dopo poco rivelano l’intento di un intreccio che andrà a convergere in un finale realmente accaduto, districato magistralmente dagli sceneggiatori. La storia narrata si concentra principalmente sulla psicologia del protagonista, interpretato egregiamente da Cillian Murphy, ormai attore affermato che ha sempre lavorato bene con Nolan, di cui il pubblico ha oramai imparato ad apprezzare le doti recitative, soprattutto la mimica degli occhi, in questa pellicola usata molto sapientemente nella parte finale.
Il film ha sicuramente tanti altri personaggi a cui fa affidamento la trama ma essenzialmente, lo dice il titolo, si esplora il cammino di un uomo che nella sua professione, ha dovuto scontrarsi con un mondo che da un lato non gli competeva, da un lato non era pronto ad affrontare, diventando addirittura quasi un politico. L’impianto visivo e acustico messo in scena permette un’esperienza totale delle fasi cruciali di uno degli eventi più importanti della storia della scienza del ‘900, di cui Oppenheimer è stato l’ammaestratore. Il sonoro merita un oscar per come hanno saputo sfruttare i silenzi e i rumori assordanti, accompagnato da una regia e un montaggio mostruosi e una colonna sonora in stato di grazia di Goransonn.
Elogio va anche a Robert Downey J., il quale finalmente rivela le sue capacità attoriali sfruttabili non solo per i supereroi ma anche per film di spessore, grazie a una performance brillante per un personaggio capace di farsi odiare dal pubblico tale da offuscare per un attimo le motivazioni per cui lui accusa Oppenheimer. Nolan infatti, pare evidente, non rimane neutrale sulla sua figura, nonostante riesca in modo magistrale a rappresentare un uomo per come storicamente era, esprime implicitamente un giudizio su uno degli artefici principali del progetto Manhattan, il quale ha portato a una delle catastrofi più controverse della storia per cui l’America non ha ancora scontato la pena.
La mia lettura del film, il cui scopo principale è raccontare la storia di un uomo, non dare un messaggio preciso, prevede una opinione personale a priori. Nolan ci mostra come un fisico non sia un politico, come vediamo nella scena agghiacciante con Truman, come l’uomo è fragile e spesso ingenuo. Oppenheimer non era certo una persona qualunque, la sua vita fuori dalla professione era tanto travagliata quanto trascurata, piena di ferite e problemi. Un genio che di fronte al progresso e alla paura ha preso delle scelte che forse non gli competevano. Noi non sappiamo cosa significhi aver vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale, se la paura di quello che avrebbero potuto fare i nazisti o i giapponesi potesse essere una giustificazione.
Certo è che Nolan evidenzia più volte le motivazioni a favore e contro e, riflettendo con un amico mi sono accorto, si schiera, dando alla luce un’opera che a fine visione ti lascia un enorme macigno sulla coscienza, sulla schiena e nella pancia, tanto che continui a pensarci, continui a pensare alla scena finale con uno dei dialoghi più belli del film, quello tra Oppenheimer e Einstein, che lascia spazio a domande da elaborare e digerire per sempre, fino a che l’umanità non troverà una soluzione a questa questione ancora scottante in tempi di guerra come i nostri.
In conclusione, il film merita una visione anche solo per l’impianto tecnico e la maestria di chi ci ha lavorato. Una storia narrata magistralmente che racchiude la vita di un uomo ancora oggi controverso la cui opinione del pubblico mondiale è tuttora spaccata in due, affrontata egregiamente da un regista, Nolan, che non si limita a presentare la questione in quanto tale, ma ne racconta gli aspetti più salienti per una lettura più profonda di una storia vera che ha ancora tanto da insegnare all’umanità.
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La pellicola Barbie – firmata Greta Gerwig – ci mostra il lato nascosto e fragile della famosa icona dai capelli d’oro.
Numeri da record in soli due giorni per l’uscita al cinema di Barbie, il nuovo film di Greta Gerwig – uscito al cinema il 20 luglio in Italia – che riesce ad ottenere 22.3 milioni di dollari con le anteprime negli USA.
In questo film il cast stellare composto da Margot Robbie (Barbie stereotipo), Ryan Gosling (Ken stereotipo), America Ferrera (Gloria) e tanti altri, ci accompagna in una comica avventura alla ricerca dell’identità di Barbie nel mondo reale.
Tuttavia, oltre le stelle e il mondo perfetto dai colori pastello di Barbieland ideato dalla Gerwig c’è molto più di ciò che possiamo pensare.
Dopo un’esaustiva introduzione ispirata dal film di Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio, veniamo catapultati nel mondo rosa e utopico di Barbieland. Qui risiede una società matriarcale dove le donne sono tutte di successo, sicure di sè e ricoprono posizioni lavorative di grosso calibro. La realtà utopica della terra delle bambole subisce un cambiamento radicale quando la nostra protagonista viene colpita da pensieri intrusivi sulla sua mortalità.
La sua routine, una volta perfetta, viene stravolta, insieme al suo corpo, che inizia a cambiare, e che presenta sempre più imperfezioni. Dopo un incontro con Barbie stramba (Kate McKinnon) – una barbie emarginata – comprende che per curare il suo problema è costretta andare nel mondo reale.
Qui la nostra Barbie stereotipo, affronta tutte le difficoltà del mondo umano. Nel suo viaggio incontra i CEO della Mattel, che cercano di catturarla, e la sua proprietaria Gloria. La donna ha trasferito inavvertitamente le sue preoccupazioni sulla bambola durante una crisi d’identità.
Nel frattempo, Ken stereotipo, che si ritrova nel mondo reale insieme a barbie dopo essersi nascosto nella sua decappottabile, viene a conoscenza del patriarcato e per la prima volta sente di essere importante. Tornato a Barbieland inizia a convertire tutti i Ken al sistema patriarcale, prendendo il sopravvento sulle Barbie e sul loro mondo.
Una volta tornata a Barbieland, portando con sé Gloria e la figlia adolescente Sasha – che in primo luogo disprezzava le Barbie per aver incoraggiato uno standard di bellezza irrealistico – per convincere Ken a riportare tutto all’ordine iniziale.
Quando Ken per la prima volta snobba Barbie questa si rivolge a Barbie stramba per attuare un piano. Insieme alle altre Barbie, manipolano i Ken e mettendoli l’uno contro l’altra si riprendono lentamente il loro potere.
Per la prima volta, Barbie e Ken stereotipo si confrontano, ammettendo i propri fallimenti e Barbie spinge Ken ad acquisire una propria identità. La nostra Barbie stereotipo ora si ritrova senza uno scopo, e con l’aiuto del fantasma di Ruth Handler – co-fondatrice della Mattel – decide di diventare umana e tornare nel mondo reale, chiamandosi come l’originale ispirazione della bambola Barbara Handler.
La fragilità umana in una realtà perfettamente imperfetta
Dietro i colori pastello, il rosa shocking e l’apparente perfezione si nasconde molto più di ciò che pensiamo. Il film, scritto da Greta Gerwig e Noah Baumbach, è in realtà un’attenta visione della società odierna. Oltre il sottile strato di ironia e stereotipi si nasconde una forte critica verso la mascolinità tossica e l’inseguimento di canoni di bellezza impossibili.
La giovane Sasha, figlia di Gloria – la proprietaria della Barbie stereotipo – non manca infatti di criticare la bellissima bambola bionda per essere un modello sbagliato per le giovani donne, incoraggiando degli standard di bellezza impossibili e il consumismo superficiale. Barbie quindi, colpita da queste parole viene disillusa, essendo il suo scopo quello di aiutare le giovani donne a diventare forti e indipendenti.
Prendendo invece in esame Ken, la bambola dopo essersi abituato al modello patriarcale, cerca di nascondere la sua insicurezza e la sua fragilità, ammettendo però poi di sentirsi inutile e di non avere un’identità senza la propria Barbie, cosa che ha colpito tutti gli altri Ken e li ha portati a “sottomettere” le altre bambole. Così la nostra protagonista cerca in tutti i modi di incoraggiarlo a trovare una propria strada e un proprio scopo. Tuttavia, si renderà presto conto di essere lei stessa a non avere più uno scopo. Così, insieme a Ruth Handler, ci farà riflettere su quanto sia bello essere semplicemente esseri umani in una realtà perfettamente imperfetta.
Ecco 6 dei giochi menzionati nel corso del “Wholesome Direct 2023” che più mi hanno colpito e che ho subito aggiunto alla mia wishlist!
La scorsa settimana si è tenuta la diretta annuale della Wholesome Games dedicata a titoli già usciti o in arrivo su Steam, e persino di giochi da supportare su Kickstarter! Tra tutti i giochi mostrati nel corso del “Wholesome Direct 2023”, ce ne sono stati diversi che hanno attirato la mia attenzione, da titoli gestionali a puzzle game, da farming sim a giochi di esplorazione!
“The Guardian of Nature è un puzzle game di esplorazione e avventura. Accompagnate il botanico Henry in un magico viaggio per salvare l’albero madre. Usate la vostra capacità di cambiare dimensione per esplorare la natura, grande o piccola che sia, e risolvete i puzzle solar punk per riportare ordine nella natura.”
“Lasciatevi tutto alle spalle e aprite una piccola libreria in riva al mare in questo atmosferico gioco narrativo gestionale. Riempite la vostra piccola libreria di libri e oggetti diversi, allestite il negozio in luoghi suggestivi e gestite la vostra accogliente libreria di seconda mano facendo conoscenza con la gente del posto.”
“Unisciti a Snufkin in questa avventura musicale per riportare armonia ed equilibrio a Moominvalley, proteggendola dall’industrioso Guardiano del Parco.”
“Dal creatore di Omno, Kibu è una tranquilla avventura nel cuore della natura selvaggia. Nei panni di un monaco solitario (che è anche un panda rosso, mi sento di aggiungere questo dettaglio importante, nda), dovrete costruire un tempio, preparare deliziosi tè e viaggiare nella natura selvaggia alla ricerca di antichi spiriti. Ritagliatevi il vostro speciale angolo di casa in una terra bellissima e misteriosa.”
“Occupatevi di un santuario per le rane e ripristinate la biodiversità delle paludi in Kamaeru, un’accogliente simulazione agricola in cui alleverete rane giocando a minigiochi e decorando il vostro habitat. Fateci subito un salto!”
Recensione di “The Flash”, il nuovo film del DCEU diretto da Andy Muschietti con protagonista Ezra Miller nei panni del velocista scarlatto
Le aspettative per questo film sono cambiate nel corso del tempo, complici tutte le complicazioni e le controversie che ha subito la produzione di questa pellicola. All’inizio avevo grande hype poiché era stato annunciato dovesse fare un reboot, poi dopo i cambiamenti in casa DC ho iniziato a sentire la puzza di scritture su riscritture, di aggiustamenti e mutamenti di personaggi e dinamiche narrative. Tuttavia alle premiere e alle anteprime avevano parlato bene di quello che Gunn aveva definito “miglior cinecomic di sempre”.
Dopo la visione del film posso ritenermi piuttosto deluso. Sia chiaro, per me non è un brutto film, mi ha divertito, non mi ha mai annoiato e non ho nemmeno notato la così tanto incriminata CGI assassina. Però, mi ha lasciato davvero l’amaro in bocca. Ha davvero dei difetti che si poteva risparmiare e alla fine non riesci davvero a dire “è proprio un bel film”. Ma andiamo con calma con la recensione di The Flash.
Il film parte con una situazione piuttosto ambigua, insomma la scena dei neonati l’ho trovata non fastidiosa né aberrante, semplicemente non necessaria, o almeno non avrei mai scelto questa circostanza per spiegare meglio i poteri e vedere in azione Flash. Non la trovo per nulla cinematograficamente spettacolare né un’intuizione geniale. Scelta narrativa poco efficace a mio avviso.
Il background del personaggio di Barry è costruito bene e da una parte mi fa anche ridere che a distanza di due settimane siano usciti due film che parlano di Multiversi e eventi canon. Il modo in cui Barry ha l’idea per tornare indietro è estremamente casuale e poco preparata, così quanto è inutile Iris West durante tutto il film.
La coppia dei due Barry mi è piaciuta, devo dire che funzionano bene insieme, anche se la scena se la prende tutta il Batman di Keaton, assolutamente sul pezzo, carismatico e mai fuori luogo. Supergirl per quanto buttata lì senza una costruzione necessaria, risulta pertinente con la trama. Ben Affleck ne esce senza dubbio apprezzabile nel suo Batman davvero sensato per la prima volta in questo DCEU.
I problemi sorgono tanti nella totalità del film. L’idea di un cinecomic il cui protagonista è un supereroe introdotto in un altro film e qui per la prima volta se ne raccontano le origini e l’universo che lo circonda. Il modo in cui conosciamo l’evento che gli ha dato i poteri, i personaggi che fanno parte dell’universo che caratterizza il personaggio di Flash, è talmente di contorno che la storia svia e si parla del Batman prima di Affleck, poi di Keaton, poi di Batman vs Superman, insomma della Terra di Barry non si parla mai. E nel suo primo film Barry già viaggia nel tempo (nonostante non abbia capito ancora se quello che succede nella Snyder Cut è canon o no, in teoria no).
La frettolosità che ha caratterizzato questo universo cinematografico nel rincorrere la concorrenza si riflette ancora una volta in questa pellicola, in cui anche il multiverso viene spiegato ma lasciando tanti dubbi, soprattutto con la scena post credit. La spiegazione con gli spaghetti non riesce a rispondere a molte domande. Non si chiarisce mai veramente se esistono già dei mondi paralleli tra cui si può viaggiare oppure ogni volte che si viaggia nel tempo si creano delle linee temporali diverse.
La questione del “creando un nuovo futuro creai anche un nuovo passato” fa presuppore che esitano universi alternativi, in quanto Keaton parla di multiverso e nella scena dei camei si fa intendere che esistono già delle versioni alternative dei supereroi che conosciamo, ma poi ci si chiede come si faccia a viaggiare tra questi mondi andando indietro nel tempo, in cui si può non alterare gli eventi se non si hanno interazioni. Insomma durante e dopo la visione non sempre mi è stato chiaro il meccanismo su cui si basa praticamente tutto il film.
Il villain del film non è molto chiaro, però tutto sommato si riesce abbastanza a seguire quella che è una trama abbastanza scorrevole, anche senza un vero e proprio scontro finale. Il personaggio di Barry trovo compia un arco evolutivo interessante, e anche il messaggio del film è molto chiaro, seppur utilizzato in un contesto supereroistico in cui assume una concezione un po’ più particolare, ma tutto sommato arriva allo spettatore.
In conclusione, il film presenta le tracce di un DCEU lacerato dai problemi di produzione, dai cambiamenti interni e dalle scritture e riscritture degli sceneggiatori non sempre al top. Al netto di un multiverso spiegato malissimo e alcune scelte narrative o pigre o insensate, il film riesce a divertire con una funzionante coppia di Ezra Miller accompagnata dal carismatico Batman di Keaton, in una storia seppur frettolosa nel worldbuilding, scorrevole e che riesce a infondere un messaggio semplice ma chiaro.
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Ecco una lista di 5 dei migliori giochi da tavolo usciti nella prima metà dell’anno 2023 da tenere d’occhio!
La prima metà del 2023 è stata un po’ fiacca per quanto riguarda i giochi da tavolo. Molte delle uscite più significative arriveranno solo nella seconda metà dell’anno, durante la stagione delle convention.
Eppure, ci sono state comunque nuove uscite a cui vale la pena prestare attenzione. Anche se siamo solo a giugno, diversi titoli sono arrivati con furore, affermandosi tra le recenti uscite stellari nel campo dei giochi da tavolo.
Questa lista dei migliori giochi da tavolo del 2023, compilata da “Polygon”, è presentata in ordine alfabetico e non di merito!
City of the Great Machine
Foto cr: CrowD Games
1-4 giocatori, 14+
60-90 minuti
City of the Great Machine di CrowD Games è arrivato come una vera sorpresa. Un giocatore controlla un’IA meccanica steampunk che ha preso il controllo della città fluttuante nel cielo.
Il resto del gruppo si oppone all’autorità tecnocratica incitando al dissenso e seminando distruzione. L’obiettivo è quello di fomentare tre rivolte prima che l’orologio scocchi la mezzanotte e la macchina abbia esaurito le ultime scintille vitali della città.
Questo è un meraviglioso gioco di spostamenti nascosti. I giocatori tracciano i loro percorsi sulla mappa usando carte nascoste, mentre la Grande Macchina cerca di dedurre i loro piani.
I poteri di localizzazione e le abilità speciali vengono attivate ad ogni turno con una teatrale rivelazione. Non manca margine per soluzioni creative, in quanto è possibile spostare sezioni delle città e riconfigurare il layout della mappa.
Inoltre, ha un design versatile che include un set di regole alternative per il gioco stesso per controllare la Grande Macchina, consentendo di giocare in solitaria o in cooperativa. È un progetto sottovalutato che merita maggiore attenzione.
Dark Venture: Battle of the Ancients
Foto cr: Gilded Skull Games su Twitter
1-4 giocatori, 12+
20-90 minuti
Dark Venture: Battle of the Ancients è un gioco di schermaglie heavy-metal in cui i giocatori controllano orde di creature aliene che combattono in un paesaggio infernale fantasy post-apocalittico.
È un titolo indie che promette molto di più rispetto alla sua modesta dimensione, offrendo modalità di gioco competitive, solitarie e cooperative. È possibile comandare eserciti e scontrarsi testa a testa in decine di scenari, oppure affrontare qualsiasi fazione con un semplice sistema di intelligenza artificiale che gestisce i nemici.
Si tratta di un’avvincente impresa tattica in cui si utilizzano azioni limitate per spostarsi sulla mappa e perseguire obiettivi specifici di una fazione, come distruggere i nemici o raccogliere risorse sufficienti per costruire un overlord.
Ciascuna delle diverse squadre è unica e il gioco asimmetrico è una componente importante. Il progetto di base è relativamente semplice, ma è ricco di funzionalità. Non c’è praticamente nulla di simile sul mercato.
Earth
Foto cr: Inside Up Games
1-5 giocatori, 13+
45-90 minuti
Il genere del tableau-building (letteralmente “costruzione del tavolo”, dove i giocatori organizzano tessere, pedine o, come in questo caso, carte sul tavolo) è stato rivitalizzato negli ultimi anni.
Successi come Terraforming Mars e Ark Nova hanno contribuito a far diventare i giochi “tableau-building” più popolari, e adesso Earth della Inside Up Games è pronto a portare le cose al livello successivo.
I giocatori cercano di costruire un organismo autosufficiente di flora e fauna. Il gioco ha un’atmosfera open-world, che supporta diverse aree di esplorazione e permette di modellare l’ambiente come si desidera.
Il set di regole è semplice, ma le interazioni tra le varie carte e abilità sono varie e soddisfacenti. È anche molto meno impegnativo dei suoi simili, con una durata di circa un’ora per i giocatori esperti.
Frosthaven
Foto cr: Cephalofair Games su Twitter
1-4 giocatori, 14+
30-120 minuti
Frosthaven è l’attesissimo seguito dell’acclamato dungeon-crawler Gloomhaven. Questo seguito è un gioco da tavolo RPG cooperativo con lo stesso spirito del suo predecessore.
Tuttavia, è ancora più grande di quel colosso del suo predecessore. I giocatori controllano un gruppo di avventurieri che si immergono nei tunnel sotto una campagna ghiacciata a nord di Gloomhaven. Nuovi incontri, creature e personaggi faranno parte dell’avventura.
La novità più interessante è un elemento di costruzione della base. Tra un’avventura e l’altra, il gruppo gestisce le risorse e sviluppa un avamposto isolato. La vostra casa resiste a malapena alle intemperie, quindi dovrete lavorare per riuscire a sopravvivere e infine a prosperare.
Il classico meccanismo del sofisticato combattimento basato sulle carte offre lo stesso gameplay coinvolgente che abbiamo imparato ad amare dall’originale. Frosthaven è un gioco da non perdere.
Votes for Women
Foto cr: Tory Brown su Twitter
1-4 players, 14+
60-75 minuti
Votes for Women di Tory Brown è un prodotto straordinario. Include riproduzioni di schede di registrazione del voto, articoli di giornale e lettere personali di importanza storica.
Tutto questo dà il tono a un gioco di carte basato sul controllo del territorio e incentrato sulla lotta del movimento per il suffragio femminile in America. Come insieme di sistemi, è simile a un wargame storico. Come esperienza, è un racconto di una conquista morale che fa riflettere.
C’è un aspetto particolarmente sgradevole nell’interpretare l’opposizione in questo gioco. Si utilizzano le carte per seminare il dissenso nei confronti della proposta del 19° Emendamento e per radunare gli Stati contro l’avversario.
Fortunatamente, il gioco include un sistema automatizzato per controllare questo lato del conflitto, permettendo a uno o due giocatori di guidare il movimento suffragista e combattere per i diritti delle donne.
Si tratta di un gioco avvincente che utilizza meccanismi intriganti insieme a un momento storico significativo per produrre una splendida esperienza educativa.
Cosa ne pensate? Quali sono per voi i migliori giochi da tavolo usciti finora nel 2023?
Steam ha celebrato i “Cozy & Family Friendly Games” sulla sua piattaforma, ed ecco 3 giochi co-op di cui ho provato la demo che vi consiglio!
La “Cozy & Family Friendly Games Celebration” di Steam punta a mettere in luce giochi rilassanti ma anche d’azione che possano essere giocati a tutte le età, con grafiche diverse ma sempre accattivanti e meccaniche tra le più disparate.
Gli eventi di questo tipo proposti da Steam promuovono solitamente anche varie demo da provare, di giochi sia già pubblicati che in arrivo, così che il pubblico possa farsi gratuitamente un’idea di un certo titolo prima di acquistarlo.
Ne ho provate diverse, sia di giochi co-op che non. Qui sotto trovate la Parte 1, dedicata a giochi single player!
Vi appassionano i TTRPG [giochi da tavolo e giochi di ruolo, nda]? Non lasciatevi scappare l’occasione di provare la demo di Baladins. Intraprendete la campagna con un party da 1 a 4 (quindi sì, non è necessario giocarlo in cooperativa) e sviluppate la storia in base alle vostre scelte.
Le grafiche di questo gioco sono davvero carine, con personaggi 2D disegnati a mano che si muovono in un mondo 3D che è letteralmente un tabellone di gioco! Baladins è intuitivo e segue passo passo i vostri turni, quindi non fatevi scoraggiare se non avete esperienza in campo di giochi di ruolo.
Ci sono 4 divertenti protagonisti tra cui scegliere, ognuno con una sua classe e sue caratteristiche che determineranno nel corso del gioco quali azioni potrete portare a termine con successo. Si tratta sicuramente di una simpatica alternativa al ritrovarsi per intavolare un gioco da tavolo, da provare con il vostro party a distanza!
Quando Steam ha incluso la demo di questo gioco tra quelle di altri “Cozy & Family Friendly Games”, forse si è basato sui disegni effettivamente molto carini del poster, perché non c’è niente di cozy nelle meccaniche di Bread & Fred.
Sebbene la pixel art ed i personaggi siano adorabili, si tratta di un platformer di assoluta precisione altamente punitivo in cui due pinguini devono collaborare in estrema sintonia per riuscire a scalare una montagna innevata.
Ho scelto di includerlo perché può essere comunque un’esperienza divertente e di soddisfazione. Se non ve la sentite di condividere gioia e (molta) frustrazione con qualcuno, il gioco dispone anche di una modalità single-player in cui avrete una roccia, Jeff, da lanciare al posto di un amico pinguino, e lì non avrete nessuno con cui rifarvela, nel bene e nel male.
Jelly Express è un titolo da provare in multigiocatore locale o online. Le grafiche sono colorate e davvero ben fatte nella loro semplicità, come “semplice” è anche il concetto del gioco: trasportare una scatola attraverso vari livelli facendo in modo che si rompa il meno possibile. Più volte cadrà, più sarà danneggiata, e questo influirà sul punteggio del singolo livello.
Si tratta di un adorabile puzzle game per passare il tempo in compagnia, e non manca una certa dose di sfida. Vi attende un mondo platformer con ostacoli sempre più stravaganti, e tutto quello che potrete fare è lavorare insieme nei panni di due gelatine con un vassoio e un sogno.
Avete provato le demo di questi giochi? Li conoscevate? Fatecelo sapere! E seguiteci su Instagram per non perdere i mini video-recensioni di questi titoli!
Steam ha celebrato i “Cozy & Family Friendly Games” sulla sua piattaforma, ed ecco 4 giochi di cui ho provato la demo che vi consiglio!
La “Cozy & Family Friendly Games Celebration” di Steam punta a mettere in luce giochi rilassanti ma anche d’azione che possano essere giocati a tutte le età, con grafiche diverse ma sempre accattivanti e meccaniche tra le più disparate.
Gli eventi di questo tipo proposti da Steam promuovono solitamente anche varie demo da provare, di giochi sia già pubblicati che in arrivo, così che il pubblico possa farsi gratuitamente un’idea di un certo titolo prima di acquistarlo.
Ne ho provate diverse, e queste sono quattro tra le demo che più mi hanno colpito e che consiglio anche a voi di provare! In arrivo anche una seconda parte dedicata ai giochi co-op!
NOTA BENE: anche se la dicitura dell’evento include la dicitura “family friendly”, alcuni dei giochi di seguito elencati hanno delle restrizioni in base ai contenuti, anche se si tratta di restrizioni soprattutto riferite ad età molto giovani.
Carto è un puzzle game d’esplorazione con una meccanica davvero interessante. Il gioco comincia con un solo frammento di una mappa che via via va ricostruita, ma non è tutto. Il mondo intorno a voi rappresenta esattamente la mappa di cui disponete, grande o piccola che sia, niente di più e niente di meno.
Non solo non potete muovervi al di fuori dei territori che avete scoperto a meno di non trovare altri pezzi, ma dovrete trovare un modo per disporli in modo che combacino con i pezzi già ottenuti per poter continuare ad esplorare!
Ho adorato le premesse di questo gioco e le grafiche disegnate a mano, si tratta decisamente di un “cozy game” con una concetto ben realizzato ed una classica ma avvincente trama a legare il tutto.
Confesso che avevo qualche remora prima di provare la demo di questo gioco, in quanto si presenta come l’ennesimo sim/GDR giapponese di turno. Tuttavia, provandolo si è rivelato un gioco davvero valido e coinvolgente, con un buon livello di personalizzazione del personaggio (che tutti sappiamo essere fondamentale in un GDR) e perfino un cane a cui poter dare il nome che preferite.
Lo scopo del gioco, almeno all’inizio, è convincere gli abitanti del villaggio che siete davvero lì per aiutarli con le vostre doti di alchimia, nonostante loro abbiano pregiudizi su chi viene dalla città a causa di un passato incidente.
Ho trovato molto interessante il modo in cui vanno preparate le pozioni: ogni ingrediente fa parte di una “classe” ed ha una “forma” tipo blocco di Tetris. Ogni pozione richiede che riempiate una determinata forma con una serie di blocchi, indicando a quali classi devono appartenere (è un po’ difficile da spiegare a parole, ma si tratta fondamentalmente di un puzzle).
In questa lista di giochi rilassanti non poteva mancare un sandbox assolutamente senza obiettivi né punteggi, un gioco in cui l’unico scopo è divertirsi e soddisfare la propria creatività.
I Gourdlets sono adorabili esserini che arrivano in treno sulla vostra isola, tutto il resto lo decidete voi. Se costruire un’isola grande o piccola, con deserti o foreste, con grandi città o solo qualche casa in qua e in là. La grafica in pixel art è davvero accattivante, come lo è il fatto di poter decidere praticamente tutto, dalla disposizione di oggetti e case all’arredamento delle case stesse.
Wavetale è probabilmente il gioco di questa lista che più mi ha colpito. Ho trovato la sua grafica veramente bella e particolare, e l’atmosfera un po’ distopica con un tocco sovrannaturale ma allo stesso tempo nostalgico mi ha convinto.
Le dinamiche sono belle e piuttosto intuitive. Il solo fatto di poter sfrecciare sull’acqua a tutta velocità per poi schizzare in aria con un salto, planando poi con il retino, tra rovine mezze sommerse vale il dare un’occasione a questo gioco.
Ho apprezzato molto anche la libertà di esplorazione e la fluidità dei controlli. La storia di Sigrid e di sua nonna, poi, coinvolge fin da subito, come anche il mistero dietro la creatura marina che sembra aiutare Sigrid nonostante la diffidenza di sua nonna.
Nel prossimo articolo recensione parlerò di 3 giochi co-op di cui ho provato la demo durante la “Cozy & Family Friendly Games Celebration” di Steam, perciò attivate le notifiche del sito e seguiteci su instagram, dove posto mini video-recensioni di questi titoli!
Avete provato queste demo o questi giochi? Fatecelo sapere!
Recensione di “Spider-man: Across the Spider-Verse” il nuovo film di Sony, secondo capitolo dello Spider-man di Miles Morales
Il nuovo film della Sony in collaborazione con Marvel è una vera e propria bomba! Dopo il grande successo mediatico del precedente film, per questo secondo hanno aumentato ancora di più la qualità su tutti i fronti. L’animazione è allucinante, sfiora vette mai raggiunte, la sceneggiatura è davvero impeccabile, la regia spettacolare e la colonna sonora perfettamente riuscita.
Ho trovato molto intelligente la scelta di iniziare il film con scene che ci catapultano subito nella storia di Spiderwoman, di cui ci vengono riassunti gli eventi salienti. Mettere in scena con grafiche e animazioni diverse il background di uno dei comprimari più importanti della film ha permesso di empatizzare molto col personaggio do Gwen, che personalmente trovo il più riuscito, e a cui mi sono affezionato di più.
Trova molto spazio all’interno della pellicola anche il “worldbuilding” di cui ho apprezzato tantissimo la cura per i dettagli. Ci viene chiarito, anche se con un solito spiegone, come funziona il multiverso, le sue regole e le sue potenzialità, altro che MCU. Inoltre ovviamente il maggior minutaggio ce lo ha Miles, il protagonista di questa storia, che nonostante i molti personaggi secondari che gli fanno da cornice e che vengono presentati durante il film, non perde mai il ruolo di main character.
Miles compie un arco evolutivo davvero interessante, a tratti il solito viaggio dell’eroe ma in realtà nasconde un pathos molto azzeccato. Il suo rapporto con la famiglia e con la maschera nasconde in realtà i problemi della vita di ogni adolescente, che non riesce a tirare fuori e a mostrare quello che è. Inoltre ciò che lo rende davvero interessante è l’estrema umanità che dimostra anche quando viene mostrato come è palesemente nel torto ma decide di andare contro al destino e andare oltre alle regole impostegli.
Qui mi collego alla questione villain, in questo film quasi controversa. Inizialmente sembra essere La Macchia, poi diventa Miguel (Spiderman 2099) e infine troviamo il Miles di terra 42, Prowler. Trovo funzionale questa divisione di antagonisti per capire la complessità della storia in cui vengono trattati temi diversi con personaggi diversi. Il character design e il background che preferisco sono tra i tre quelle di Spiderman 2099.
Per quanto riguarda gli altri Spiderman trovo Spider Punk molto centrato, puntuale e divertente. Scelta molto giusta non soffermarsi su troppi Spiderman ma su un piccolo gruppo e caratterizzarlo al punto giusto da non renderli protagonisti ma un minimo tridimensionali.
Spider Man Across the Spider Verse
In conclusione, il film è uno dei picchi massimi sia nell’animazione che nel genere cinecomic. Una storia che coinvolge un ventaglio ampio di personaggi senza dimenticarsi di un protagonista con cui è impossibile non empatizzare. Animazione spettacolare di uno dei migliori film su Spiderman, connubio tra un sequel migliore del precedente e un film di supereroi maturo ma anche molto divertente.
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Per informazioni ufficiali qui il sito della Sony.
La Disney torna al cinema con un coloratissimo remake live-action del classico del 1989 La Sirenetta, mostrandoci un’Ariel mai vista prima.
La Sirenetta di Rob Marshall è arrivata sullo schermo il 24 maggio di quest’anno tra i pareri discordanti dei fan della Disney che rivendicano la bellezza dei classici originali e quelli entusiasti delle novità portate dai live-action e dai nuovi progetti della multinazionale.
L’attrice Halle Bailey – conosciuta per il ruolo di Sky Forster nella serie Grown-ish e per la sua attività musicale nel duo Chloe x Halle – ha dato un’interpretazione speciale della famosa principessa, dando modo allo spettatore di conoscere un’Ariel mai vista prima, più coraggiosa, intraprendente e strategica.
Nel corso del film abbiamo inoltre modo di approfondire la storia del principe Eric, interpretato da Jonah Hauer-King. Dal ruolo di personaggio secondario a cui era relegato nel classico del 1989, Eric passa in primo piano ottenendo il ruolo di co-protagonista. Infatti, abbiamo avuto modo di scoprire nuovi dettagli sulla sua vita a corte, sulla famiglia e sulla sua personalità, messa quasi a paragone con quella della nostra sirenetta, avvicinandoli e rendendoli più simili a livello umano, esprimendo la voglia di libertà e di cambiamento nella loro vita.
Le aggiunte nella trama del live-action possono a primo impatto sembrare superflue, tuttavia, gli approfondimenti sulle storie individuali dei personaggi e sugli eventi – come la scena del naufragio della nave del principe e del salvataggio di Ariel – ci permettono di immergerci maggiormente all’interno della storia e di farci quasi diventare “parte del loro mondo.”
Il live-action tra pecche e piacevoli sorprese
Molti fan su internet hanno espresso il proprio disappunto riguardante la scelta del cast. Secondo alcuni, la scelta di Halle Bailey per il ruolo di Ariel non è propriamente la più azzeccata: la Disney è stata accusata di praticare blackwashing, – una pratica dell’industria cinematografica in cui un attore di origine africana ottiene il ruolo di un personaggio storicamente di un’altra etnia – che per alcuni rappresenta una forma di rivalsa per la comunità nera, spesso messa da parte in passato.
Personalmente, prima di vedere il film al cinema, anch’io mi sono ritrovata ad avere dei dubbi sulla scelta di alcuni attori (e doppiatori), eppure mi sono ritrovata piacevolmente sorpresa e non ho potuto fare a meno di emozionarmi davanti alla bravura della Bailey nella recitazione e nell’interpretazione dei brani composti da Alan Menken, soprattutto in Part of Your World.
Altri dubbi che mi erano sorti prima di vedere il risultato finale in sala erano quelli riguardanti l’uso della CGI per la costruzione dei personaggi Sebastian, il granchio consigliere di Tritone, e Flounder, il migliore amico di Ariel. Nonostante ciò, il live-action è una piacevolissima sorpresa a livello visivo, diventando una storia dai toni contemporanei, rivisitata nel segno dell’inclusione e della diversità, con l’aggiunta di un messaggio di stampo ecologista da parte di re Tritone – interpretato da Javier Bardem – che condanna l’uomo per aver influito negativamente sul destino dell’ambiente marino.
Il film, nonostante l’accoglienza con alcune controversie negative, è stato apprezzato particolarmente dai critici ma meno dal pubblico. Sul sito di recensioni Rotten Tomatoes il film ha il 67% di gradimento sulla base di 243 recensioni e un gradimento totale del 57% basato su più di 25.000 recensioni di utenti non registrati. L’audience verificata gli attribuisce invece il 95%.
Ecco una lista dei 10 combattimenti che più hanno dato del filo da torcere a Luffy in “One Piece”, da scontri brevi a vere e proprie battaglie!
Nel corso dei 25 anni di serializzazione di One Piece, Luffy ha affrontato molti combattimenti epici, alcuni dei quali incredibilmente impegnativi.
Questi scontri sono alcuni degli eventi più importanti e intensi di One Piece, su cui si basano i momenti culminanti di intere saghe. Sono anche alcuni dei combattimenti più brutali della storia degli anime. I combattimenti di One Piece danno del filo da torcere persino a Dragon Ball.
La natura schietta di Luffy e la sua visione semplicistica del mondo lo portano spesso a confrontarsi direttamente con nemici molto più forti di lui.
Questo può portare a battaglie incredibilmente difficili e brutali, soprattutto più avanti nella serie, quando i nemici sono ancora più forti. Ecco i 10 combattimenti più difficili affrontati da Luffy in One Piece finora.
10. Arlong
Luffy VS Arlong
Uno dei nemici più iconici di Luffy, Arlong, è un uomo-pesce che ricatta Nami dopo aver ucciso sua madre e la costringe a lavorare per lui. Dato che Nami ha una delle origini più tragiche di One Piece, il pubblico non vedeva l’ora che Luffy eliminasse Arlong.
È la prima grande minaccia che Luffy deve affrontare e il loro combattimento è piuttosto intenso, con Arlong che morde e taglia Luffy con i suoi denti ed il suo naso affilati.
Luffy conclude il combattimento distruggendo sia Arlong che la sua base, liberando Nami dal suo tragico passato. Sebbene questo sia sicuramente uno dei migliori combattimenti della serie, impallidisce in confronto ad alcuni degli scontri che avvengono dopo che Luffy entra nella Rotta Maggiore e affronta nemici molto più forti.
9. Ener
Luffy VS Ener
Ener era il sovrano deificato di Skypiea. Il suo frutto del diavolo, che gli conferiva il potere dell’elettricità, lo rendeva incredibilmente difficile da affrontare. Poteva colpire i nemici con fulmini e trasformarsi in elettricità per evitare la maggior parte degli attacchi.
Fortunatamente, il corpo gommoso di Luffy era il contraltare perfetto a questa abilità, fornendogli il vantaggio necessario per sventare i piani di Ener.
Il combattimento è stato comunque brutale, con Ener che ha pugnalato Luffy e lo ha costretto a combattere mentre era appesantito da una sfera gigante. Luffy è riuscito a trasformare questo ostacolo in una risorsa, ma la lotta è stata comunque durissima per lui.
8. Cracker
Luffy VS Cracker
Cracker è stato uno dei primi nemici che Luffy ha affrontato una volta arrivato a Whole Cake Island e il suo enorme livello di potere lasciava presagire i difficili combattimenti in arrivo.
Il potere di Cracker di manipolare i biscotti gli permette di creare scudi difensivi e soldati d’attacco, rendendolo un combattente formidabile.
Il loro scontro è durato più di undici ore, diventando uno dei più lunghi di One Piece, ma alla fine Luffy non ha subito troppi danni fisici, nonostante abbia dovuto mangiare i soldati di Cracker fin quasi a scoppiare. Questo fa sì che il combattimento non si collochi più in alto in questa lista, nonostante sia stato estenuante per Luffy.
7. Crocodile
Luffy VS Crocodile
Crocodile è stato il primo nemico importante che Luffy ha affrontato dopo essere entrato nella Rotta Maggiore ed ha ben dimostrato il livello di potere dei sette signori della guerra del mare.
Il loro combattimento è stato estremamente brutale per Luffy, che è stato impalato dall’uncino di Crocodile e disidratato dalle sue abilità legate alla sabbia.
Tuttavia, quando Luffy ha capito che poteva combattere Crocodile usando l’acqua, è riuscito a sconfiggerlo con una raffica di potenti pugni. Come per l’incontro con Arlong, questo è uno dei combattimenti più iconici dei primi anni di One Piece, ma impallidisce rispetto ad altri nemici che avrebbe affrontato in seguito.
6. Magellan
Luffy VS Magellan
Questa è una delle battaglie più brevi di questa lista, ma è anche una delle poche battaglie di One Piece che Luffy ha perso completamente. Magellan era il direttore della prigione di Impel Down e le sue abilità del frutto del diavolo Doku Doku danneggiano enormemente i suoi avversari quando vengono a contatto con le sfere di veleno che egli genera e manipola.
Luffy ha tentato di sottometterlo a suon di pugni, come fa con molti dei suoi nemici, ma nel farlo ha subito un avvelenamento letale che lo ha rapidamente messo fuori combattimento. Per un po’, però, ha lottato contro il dolore, il che ha reso il combattimento estenuante e difficile finché Luffy è rimasto cosciente.
5. Marineford
Luffy a Marineford
Luffy era presente durante la guerra per la supremazia di Marineford e ha combattuto contro una varietà di nemici diversi, tra cui i tre ammiragli della marina di One Piece.
Molti dei combattenti erano molto più forti di lui e lo hanno sconfitto facilmente. Ad un certo punto, Luffy non riusciva fisicamente a continuare oltre, finché Ivankov non ha usato il suo frutto del diavolo per dargli la forza di andare avanti.
Dato il gran numero di nemici che ha affrontato e la natura continuativa del combattimento, tutte le battaglie di Luffy in questa guerra possono essere considerate come un unico lungo ed estenuante scontro. In questo senso, Marineford merita sicuramente di essere inserita in questo elenco.
4. Lucci
Luffy VS Lucci
La lotta di Luffy contro Lucci è probabilmente il suo combattimento più iconico prima del salto temporale, e per una buona ragione. Si tratta di una battaglia lunga e intensa in cui Luffy utilizza uno stile di combattimento nuovo di zecca, e in cui viene messo al tappeto e apparentemente sconfitto più volte.
Ma ogni volta che cade si rialza, sfidando ogni pronostico. Questa determinazione è ciò che permette a Luffy di sconfiggere Lucci con il suo impressionante attacco Jet Gatling. Oltre ad essere uno dei momenti migliori di One Piece, questo attacco trascende la serie e diventa una delle migliori scene di combattimento anime in generale.
3. Doflamingo
Luffy VS Doflamingo
Doflamingo è tra i cattivi più spregevoli di One Piece, quindi la battaglia finale di Luffy contro di lui è stata incredibilmente soddisfacente. È stata anche incredibilmente lunga, poiché il potente frutto del diavolo Filo Filo di Doflamingo ha costretto Luffy a impegnarsi a fondo per contrastarlo.
Ad un certo punto, anche la sua forma Gear 4 Snakeman si è fatta troppo pesante per Luffy, costringendolo ad affidarsi all’aiuto degli abitanti di Dressrosa per guadagnare il tempo necessario a riprendersi.
Alla fine però, nonostante il grande tributo fisico che gli è costato e l’uso da parte di Doflamingo dei poteri del frutto, Luffy è riuscito a sconfiggere il signore della guerra e a liberare il popolo di Dressrosa dalla sua tirannia.
Sia di Luffy Gear 4 che di Doflamingo (ma non solo) esistono delle action figure One Piece davvero ben fatte se siete interessati a collezionare i vostri momenti preferiti della serie!
Katakuri è il membro più forte dell’equipaggio di Big Mom oltre a Big Mom stessa, quindi il suo combattimento con Luffy è stato uno dei più difficili a cui Luffy abbia mai partecipato.
Le abilità del frutto del diavolo Mochi Mochi di Katakuri gli permettono di trasformare il suo corpo per schivare qualsiasi attacco e il suo Haki dell’Osservazione gli permette di vedere il futuro per conoscere le prossime mosse dell’avversario prima che queste vengano effettuate.
Luffy ha dovuto portare il proprio Haki dell’Osservazione al livello di Katakuri nel bel mezzo del combattimento e subire i suoi potenti attacchi mentre lo faceva. La battaglia si è conclusa con un potente scontro che ha messo al tappeto entrambi i combattenti, al che è stato Luffy, rialzandosi per primo, a vincere. Anche il governo mondiale ha riconosciuto l’importanza di questo risultato e ha aumentato la taglia su Luffy ad oltre un miliardo di bacche.
1. Kaido
Luffy VS Kaido
Il combattimento di Luffy contro Kaido racchiude tutto ciò che ha reso i precedenti combattimenti di Luffy così difficili ed eleva il tutto ad un livello superiore. Inizialmente Kaido sconfigge facilmente Luffy, gettandolo privo di sensi dalla cima dell’Onigashima nelle acque sottostanti.
Quando Luffy si riprende e si rimette in cammino verso la cima di Onigashima, Kaido sconfigge Luffy ancora una volta, anche dopo che Luffy ha dato il massimo con il Gear 4.
Anche dopo che Luffy risveglia il suo frutto del diavolo e scopre il Gear 5 per sconfiggere Kaido, il loro combattimento è ancora incredibilmente estenuante. Kaido è considerato la creatura più forte di One Piece e questo scontro ne è la prova.
Probabilmente Luffy dovrà affrontare ancora molti combattimenti incredibilmente difficili, man mano che la serie proseguirà verso la Saga Finale. Nemici come Barbanera e Im si sono rivelati incredibilmente potenti e difficili da sconfiggere e, anche con le incredibili capacità del Gear 5 di Luffy, saranno probabilmente ancora molto difficili da battere. Ma se c’è qualcuno che ha la determinazione e la capacità di sconfiggere questi nemici è proprio Luffy, come hanno dimostrato i combattimenti passati di One Piece.
La saga cult di The Evil Dead, ideata dal regista Sam Raimi, torna al cinema con un nuovo film La Casa – Il Risveglio del Male
Dopo esattamente dieci anni dall’uscita dell’ultimo titolo, il famoso Necronomicon dai denti aguzzi è tornato a mietere vittime, questa volta prendendo di mira una piccola famiglia di Los Angeles e i suoi vicini d’appartamento. La Casa – Il Risveglio del Male di Lee Cronin può essere considerato sia un sequel della saga, che come un reboot vero e proprio, e il suo finale aperto fa presagire delle nuove vie per uno sviluppo futuro del franchise, in quanto il regista ha dichiarato:
“Parlando in termini di quello che si potrebbe fare continuando la saga, credo ci sia un potenziale enorme”
In Italia La casa – Il Risveglio del Male ha superato i 2 milioni di euro al box-office, raggiungendo il record di incassi più alto per la saga, posizionandosi tuttavia solo al nono posto nella classifica degli incassi italiani, senza riuscire a superare titoli come Super Mario Bros e Guardiani della Galassia Vol. 3, che ha invece incassato 8 milioni in sole due settimane.
Un frame di La Casa – Il Risveglio del Male
Recensione: punti di forza e punti deboli
Da amante degli horror non potevo perdermi l’uscita di questo titolo al cinema, che ha creato grande scalpore nella comunità dei cultori del genere. Nonostante la trama molto semplice, il film ha degli sviluppi interessanti riguardo il piano dell’azione. Non ci sono momenti morti ed è in grado di tenerti incollato allo schermo con i suoi attimi di tensione e molti jumpscare.
Per quanto il tutto si presenti quasi impeccabile, c’è una particolare pecca da analizzare. Fin dai primi minuti del film, in cui vediamo Jessica – la ragazza posseduta nella scena finale – già in preda al demone, attaccare la sua amica Teresa e il suo fidanzato Caleb, decapitato con il suo stesso drone, viene fatto un uso fin troppo evidente della CGI, dandoci una rappresentazione della testa mozzata di Caleb visibilmente cartoonesca.
Mettendo però da parte questo trascurabile difetto, la recitazione si presenta davvero ottima, grazie anche alla presenza di giovani attori come Morgan Davies – apparso precedentemente in altri film e cortometraggi minori – nei panni di Danny, di Gabrielle Echols in veste di Bridget, e della giovanissima Nell Fisher, che nella sua prima apparizione sul grande schermo interpreta la piccola Kassie. I tre sono affiancati dall’attrice australiana Lily Sullivan e da Alyssa Shutterland, conosciuta per il suo ruolo minore nel film Il diavolo veste Prada.
Secondo il regista Raimi, le possibilità per la saga sono ancora tutte da esplorare, di conseguenza sarà meglio tenere occhi e orecchie aperti per catturare ogni probabile novità sul futuro de La Casa.